E Gesรน uscรฌ a seminare! Gesรน esce di casa, esce dalle mura domestiche, esce dalle sicurezze delle nostre chiese e delle nostre sacrestie. Gesรน รจ lโuomo dellโaria aperta, รจ lโuomo del campo, รจ lโuomo della strada. Gesรน, oserei dire, non รจ un uomo da tabernacolo, non รจ uomo religioso, Gesรน รจ uomo di vita, รจ uomo contadino, รจ uomo seme, รจ uomo raccolto, รจ uomo di speranza.
Noi pensiamo al vangelo e alla vicenda nostra come religiosi, come ad una realtร che รจ o deve essere bella, che deve andare a finire bene e che deve svolgersi bene: pensiamo che questo modo di essere e di pensare sia un modo di speranza, in realtร รจ un modo disperante. Gesรน esce di casa ed esce a seminare non perchรฉ va tutto bene, ma perchรฉ tutto deve essere rivolto al bene. Non cerca scorciatoie, non evita il male, non si lamenta di esso, non pensa alla schiavitรน dโEgitto come ad un tempo in cui almeno si mangiava e un tempo dove pur stando peggio, eravamo schiavi, si stava meglio.
A Gesรน non interessano scorciatoie. Sa che lโunico modo per vivere bene e vivere con speranza รจ quello di attraversare il male senza paura delle nostre debolezze. La morte va attraversata, non risolta. Non esiste il fine bello di tutto, esiste la vita vissuta bene con speranza. Una vita che non dipende dai risultati nรฉ tantomeno dai numeri. Una vita รจ vita, ciรฒ che conta รจ se noi la viviamo oppure se preferiamo stare alla finestra a giudicarla.
Se vogliamo essere seminatori come Gesรน che semina Lui stesso Parola di vita, dobbiamo cominciare a perdere interesse per le storie lineari, per le storie belle, semplicemente perchรฉ non esistono. La storia bella, la Buona Notizia, รจ vivere la vita come รจ fino in fondo: questa รจ speranza e questo รจ seme di Parola seminato nelle nostre giornate. Questa รจ speranza, non il risultato.
Le nostre letture della vita ci portano facilmente al pessimismo e invece di affrontare tale vicende, che possono essere dure, con speranza e dunque con vita noi cerchiamo delle scorciatoie. A me pare che tutti i nostri programmi e le nostre riforme siano dettate piรน da paure che da speranza, sono cosa da organizzazioni di qualsiasi genere piuttosto che una dinamica di vita da Regno, da Buona Notizia.
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Il mistero della croce, la debolezza, la sconfitta di Dio nella vicenda di Gesรน รจ voce di speranza. Per noi assurda, ma veritiera. ร lรฌ la forza della vita, รจ lรฌ che possiamo scorgere la vittoria del bene. In quel seme di Parola caduto nel terreno della nostra giornata, che muore e germoglia.
Ogni vangelo, ogni giorno, รจ un seme, mai qualcosa di concluso magari a buon fine. La ricerca di questi finali buoni รจ lโinganno del male che ci porta a chiamare bene ciรฒ che รจ male. Ciรฒ che vale รจ che noi usciamo di casa per seminare e per accogliere il seme Gesรน, tutto il resto รจ secondario. Non ci puรฒ interessare il risultato, รจ cosa infantile, ci deve interessare la dinamica di vita che si svolge nellโuscire per incontrare seme della Parola e terreno di vita.
ร nel vivere la vita il seme della speranza, non nei risultati della stessa che ci possono essere come non essere. La vita evangelica, la vita del Regno, il vangelo stesso, non puรฒ essere un libro programmatico per avere dei risultati, questo รจ rendere la Buona Notizia un dato capitalistico negando la vita stessa.
La vita รจ cosa semplice: un seme seminato da un seminatore che esce di casa e vive la relazione col terreno della vita, sia esso buono oppure no! Ciรฒ che interessa, ciรฒ che ci parla, รจ il mistero della vita di Gesรน, lo svolgersi della sua vicenda. Anche nella vicenda di Gesรน sembra che il male vinca. Gesรน incontra opposizioni e oppositori, vive ostilitร continue, rischia il fallimento. Sembra che il male vinca e il bene perda. Ma รจ in questa realtร che Gesรน esce a seminare non in altre. Non fa programmi come soluzione di vita, vive la vita e con essa si gioca: questo รจ il suo programma. I programmi hanno un loro senso, ma non daranno mai nรฉ speranza e neppure vita, anzi di solito seminano solo illusioni, se non sono espressione di vita.
Ascoltiamo oggi i passi di Gesรน che esce di casa e si ferma in riva al mare seduto su di una barca. Ascoltiamo i passi del seminatore che incontra ogni terreno di vita, pur sapendo che alcuni renderanno e altri no. Ascoltiamo, vale a dire accogliamo, Gesรน Seme che cade nel terreno della nostra giornata. Accogliamolo e viviamolo con quel dono di speranza che unico diventa vitale e cosa da vivere.
Chi ha orecchi ascolti, vale a dire ritorniamo a guardare e a vivere la vita con quella speranza che รจ dono e non illusione. Non ci interessano i paragoni; non ci interessa guardare il passato come tempo di nostalgia per giudicare il presente; non ci interessa neppure giudicare il presente come male o come tutto male. Ci interessa uscire di casa e seminare vita piena di speranza liberi dalla smania dei risultati. La vita non si misura, la vita la si vive!
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore
Qui puoi continuare a leggere altri commenti al Vangelo del giorno.
Una parte del seme cadde sul terreno buono e diede frutto.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13, 1-9
Quel giorno Gesรน uscรฌ di casa e sedette in riva al mare. Si radunรฒ attorno a lui tanta folla che egli salรฌ su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlรฒ loro di molte cose con parabole. E disse: ยซEcco, il seminatore uscรฌ a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliรฒ subito, perchรฉ il terreno non era profondo, ma quando spuntรฒ il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccรฒ. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascoltiยป.
Parola del Signore.
