Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 21 Luglio 2019.
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Cristo ospite, ma non per un giorno
โNoi siamo stranieri davanti a te e pellegrini come tutti i nostri padri. Come unโombra sono i nostri giorni sulla terraโ (1 Cr 29,15). In queste parole di Davide si coglie la lezione che Israele ha assimilato dallโesperienza del deserto: รจ vissuto in tende, senza fissa dimora, ha chiesto ospitalitร ad altri popoli e spesso gli รจ stata rifiutata (Nm 20,14-21), cosรฌ ha imparato ad apprezzare lโaccoglienza.
Rashi, il famoso commentatore medioevale delle Scritture, ricordava al suo popolo: โAnche se gli egiziani gettarono nel Nilo i nostri neonati maschi, non dobbiamo dimenticare che essi ci accolsero nel momento del bisogno, durante la carestia, ai tempi di Giuseppe e dei suoi fratelliโ.
Anche per i cristiani lโospitalitร รจ un richiamo alla loro condizione di pellegrini in questo mondo. Ma ricorda loro soprattutto che Cristo รจ giunto nel mondo come forestiero: โVenne fra la sua gente, ma i suoi non lโhanno accoltoโ (Gv 1,11).
Oggi egli continua a chiedere ospitalitร : โEcco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrรฒ da lui, cenerรฒ con lui ed egli con meโ (Ap 3,20). Chiede di poter entrare nella vita di ogni uomo, di ogni societร , di ogni istituzione.
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Gerusalemme non ha riconosciuto il tempo in cui รจ stata visitata (Lc 19,44).
Si rimane sempre titubanti e indecisi quando Gesรน bussa alla porta. Si esita prima di aprirgli perchรฉ sโintuisce che la sua parola finirร per scombussolare tutta la casa. Preferiremmo che, almeno qualche cantuccio, non lo visitasse, vorremmo riservarlo per noi, lasciarlo in ordine secondo i nostri gusti.
Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โVerrร a visitarci dallโalto un sole che sorgeโ.
Prima Lettura (Gen 18,1-10a)
In quei giorni 1 il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva allโingresso della tenda nellโora piรน calda del giorno. 2 Egli alzรฒ gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dallโingresso della tenda e si prostrรฒ fino a terra, 3 dicendo: โMio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo. 4 Si vada a prendere un poโ di acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto lโalbero. 5 Permettete che vada a prendere un boccone di pane e rinfrancatevi il cuore; dopo, potrete proseguire, perchรฉ รจ ben per questo che voi siete passati dal vostro servoโ.
Quelli dissero: โFaโ pure come hai dettoโ. 6 Allora Abramo andรฒ in fretta nella tenda, da Sara, e disse: โPresto, tre staia di fior di farina, impastala e fanne focacceโ. 7 Allโarmento corse lui stesso, Abramo, prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettรฒ a prepararlo. 8 Prese latte acido e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse a loro. Cosรฌ, mentrโegli stava in piedi presso di loro sotto lโalbero, quelli mangiarono.
9 Poi gli dissero: โDovโรจ Sara, tua moglie?โ. Rispose: โร lร nella tendaโ. 10 Il Signore riprese: โTornerรฒ da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrร un figlioโ.
Se riceviamo un invito a cena da chi non ha ricevuto alcun favore da noi, ci insospettiamo, diffidiamo, cominciamo a fare congetture. Non ci viene spontaneo pensare che sia disinteressato, che non pensi al proprio tornaconto. Le gentilezze, le premure, le attenzioni sono in genere riservate agli amici, ai parenti, a coloro dai quali un giorno si spera di ricevere qualche favore. Lโospitalitร piรน diffusa โ quella basata sul calcolo dei vantaggi โ non รจ biblica.
La caratteristica dellโospitalitร autentica รจ la gratuitร e di questa sono modelli in Israele due personaggi: Giobbe e Abramo. Del primo si racconta che avesse fatto costruire la propria casa con quattro porte, una ad ogni punto cardinale, per evitare che i poveri faticassero a trovarne lโentrata. Di Abramo รจ ricordata lโaccoglienza premurosa che ha riservato a Dio e che รจ narrata nella lettura di oggi.
Egli รจ seduto allโingresso della tenda e sta riposando nellโora piรน calda del giorno. Due versetti prima (Gen 17,26), il testo sacro nota che egli รจ stato circonciso. ร dunque โconvalescenteโ Abramo, eppure, non appena vede i โtre uominiโ in piedi presso di lui, scatta verso di loro, ordina di portare dellโacqua perchรฉ possano rinfrescarsi i piedi e li fa sedere sotto un albero.
Poi chiama Sara e le ingiunge di cuocere, sollecita, delle focacce. Egli stesso, Abramo, corre allโarmento, sceglie un vitello tenero e lo dร al servo che immediatamente lo prepara. Quando tutto รจ pronto, porge agli ospiti latte acido, latte fresco ed il vitello.
Questo improvvisato menรน ha dato piรน di un grattacapo ai rabbini perchรฉ Abramo, offrendo contemporaneamente carne e latte, viola la piรน elementare delle disposizioni giudaiche sugli alimenti. ร proibito, infatti, associare, durante lo stesso pasto, carne e latticini. Certo, questa legge sarร emanata molto tempo dopoโฆ ma si puรฒ anche pensare che sia la premura nei confronti degli ospiti (una tazza di yogurt fresco รจ piรน gradita di un semplice bicchiere dโacqua) a suggerire ad Abramo di ignorare il precetto.
Mentre quelli mangiano, egli rimane in piedi, al loro fianco, sotto lโalbero; si mantiene vigile e premuroso, pronto a rispondere ad ogni loro bisogno, ad intuire ogni loro desiderio.
Si notino i cambiamenti avvenuti: allโinizio Abramo รจ tranquillamente seduto e gli ospiti in piedi; alla fine le posizioni sono capovolte: i tre uomini se ne stanno comodamente adagiati sulla stuoia, mentre il padrone di casa รจ in piedi per servirli. Prima dellโarrivo dei tre visitatori, presso la tenda di Abramo tutto รจ calmo e quieto, si sente solo lo stormire delle foglie, mosse dalla brezza nellโora piรน calda del giorno e sulle querce lo stridio delle cicale. Dโun tratto la scena si anima: Abramo, Sara, i servi cominciano a muoversi rapidi, si affrettano, corrono. Abramo, soprattutto, non si arresta un istante, si ferma solo alla fine, quando gli ospiti stanno tranquillamente gustando il suo cibo.
La lingua ebraica non ama le parole astratte, per questo non conosce il termine ospitalitร . ร una lingua concreta, come il popolo che la parla, un popolo per il quale sono sacri il rispetto e lโaiuto a chi รจ nel bisogno e a chi chiede di essere accolto e protetto.
Piacque a Dio lโospitalitร di Abramo e, per mostrare quanto lโaveva apprezzata, gli concesse il favore piรน grande che il patriarca potesse desiderare: gli diede un figlio. ร il segno che qualunque forma di accoglienza offerta a chi รจ nel bisogno รจ sommamente gradita a Dio.
Ospitalitร รจ sinonimo di sollecitudine, disponibilitร , benevolenza, cortesia nei confronti di chi, forse piรน che in una casa, chiede di essere accolto nei pensieri, nelle attenzioni, nella stima, nellโascolto.
Sotto le sembianze del povero โ il cristiano oggi lo sa โ รจ Dio che chiede accoglienza (Mt 25,31-46) come un giorno รจ accaduto con Abramo, alle Querce di Mamre.
Seconda Lettura (Col 1,24-28)
Fratelli, 24 sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che รจ la Chiesa. 25 Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio presso di voi di realizzare la sua parola, 26 cioรจ il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi, 27 ai quali Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo ai pagani, cioรจ Cristo in voi, speranza della gloria. 28 ร lui infatti che noi annunziamo, ammonendo e istruendo ogni uomo con ogni sapienza, per rendere ciascuno perfetto in Cristo.
Paolo, quando scrive questa lettera, รจ ormai avanti negli anni. Pochi hanno lavorato quanto lui. Nel brano di oggi egli afferma che, malgrado tutte le sofferenze, si sente intimamente felice perchรฉ sa di avere dedicato tutta la sua vita alla causa del Vangelo. In lui, Cristo ha continuato la sua opera: si รจ reso presente in mezzo agli uomini ed ha offerto loro il suo amore (v.24). In prigione รจ costretto allโinattivitร , ma, ripensando alla propria vita, puรฒ affermare di averla spesa bene: ha annunciato ai pagani il mistero nascosto da secoli e da generazioni e ora rivelato ai cristiani (vv.25-27). Non gli resta che impegnare le ultime forze che gli rimangono a istruire ogni uomo per rendere tutti perfetti in Cristo (vv.28-29).
Vangelo (Lc 10,38-42)
38 Mentre erano in cammino, Gesรน entrรฒ in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. 39 Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesรน, ascoltava la sua parola; 40 Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: โSignore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiutiโ. 41 Ma Gesรน le rispose: โMarta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, 42 ma una sola รจ la cosa di cui cโรจ bisogno. Maria si รจ scelta la parte migliore, che non le sarร toltaโ.
Quando, durante la messa, o in un incontro biblico mi capita di leggere questo brano, alla fine scruto con attenzione i volti dei presenti, cercando di intuire le loro reazioni. Vedo in genere facce piuttosto imbarazzate e allora butto lรฌ la provocazione: โPare che non siate troppo dโaccordo con quanto Gesรน ha detto a Martaโ.
A questo punto cominciano gli ammiccamenti, i sorrisi, i commenti sottovoce, tutti ostili a Maria. La disapprovazione รจ unanime anche se non si ha il coraggio di manifestarla. Qualcuno azzarda ugualmente la battuta: ma comโรจ possibile rimproverare una donna che lavora ed elogiare una fannullona? Comodo stare seduti in preghiera mentre altri si danno da fare!
Una ulteriore complicazione รจ venuta dalle interpretazioni misticheggianti di questo brano. Alcuni lo citano per dimostrare la superioritร della vita contemplativa su quella attiva. Si dice che le suore e i monaci โ che nella pace dei loro chiostri passano la vita recitando orazioni โ hanno scelto la parte migliore. I preti diocesani invece, assorbiti da tante attivitร parrocchiali e i laici che si dedicano alle opere caritative, anche se compiono sacrifici e rinunce, sarebbero spiritualmente meno perfetti.
Inteso in questo modo, lโinsegnamento del Vangelo di oggi โ diciamolo chiaro โ รจ in contrasto con quello della scorsa domenica. Lร Gesรน elogiava il samaritano che si era dato da fare, oggi sembra proporre come modello una donna che non muove un dito per aiutare la sorella.
Lโimpiego di questo testo per contrapporre la vita contemplativa a quella attiva รจ dovuto anche ad una traduzione scorretta. Nel testo originale Gesรน non dice: Maria si รจ scelta la parte migliore, ma semplicemente: si รจ scelta la parte buona, cioรจ: mentre Marta si lascia prendere dallโagitazione, Maria fa la scelta giusta, si comporta da persona saggia. Vediamo di capire il perchรฉ.
Luca ama presentare Gesรน seduto a tavola in casa di qualcuno. Egli accettava gli inviti di tutti: quelli dei โgiustiโ, dei farisei (Lc 7,36; 11,37; 14,1) e quelli dei pubblicani e dei peccatori (Lc 5,30; 15,2; 19,6). Oggi lo troviamo in casa di due sorelle.
Marta, la piรน vecchia, si mette subito al lavoro. La sua sensibilitร femminile le suggerisce che un bicchiere di buon vino e un piatto di carne saporita, serviti con gentilezza, mostrano piรน di qualunque chiacchiera lโaffetto che si prova per una persona. Maria, la piรน giovane, invece di collaborare in cucina, preferisce starsene seduta ad ascoltare Gesรน. ร a questo punto che fra le due sorelle si accende il bisticcio che finisce per coinvolgere anche lโospite.
Prima di entrare nel tema centrale, chiariamo un particolare del racconto: โMaria, sedutasi ai piedi di Gesรน, ascoltava la sua parolaโ (v.39). Viene rilevata la posizione assunta da Maria: stava seduta ai piedi del Maestro. Questa non รจ una banale informazione, anche perchรฉ il testo originale accentua il dettaglio: โMaria, la quale era addirittura seduta ai piedi di Gesรนโ. Si tratta di unโespressione che ha un valore tecnico ben preciso. In quel tempo serviva ad indicare lโinclusione fra i discepoli di un rabbino. Era applicata a chi partecipava ufficialmente e regolarmente alle sue lezioni. Negli Atti degli Apostoli, per esempio, Paolo ricorda con orgoglio: โIo sono stato seduto ai piedi di Gamalieleโ (At 22,3), cioรจ, sono stato discepolo del piรน famoso dei maestri del mio tempo.
Che cโรจ di strano nel fatto che Maria venga presentata come โalunnaโ di Gesรน? Nulla per noi, ma, in quel tempo, nessun maestro avrebbe mai accettato una donna fra i suoi discepoli. Dicevano i rabbini: โร meglio bruciare la Bibbia che metterla in mano ad una donnaโ; e anche: โLe donne non osino pronunciare la benedizione prima dei pastiโ; e poi ancora: โSe una donna va alla sinagoga, stia nascosta, non compaia in pubblicoโ. Questa mentalitร era cosรฌ diffusa che si infiltrรฒ anche nelle prime comunitร cristiane. A Corinto, per esempio, ci si attenne, per un certo tempo, a questa norma: โLe donne tacciano nelle assemblee, perchรฉ non รจ loro permesso di parlare. Se vogliono imparare qualcosa, interroghino a casa i loro mariti, perchรฉ รจ sconveniente per una donna parlare in assembleaโ (1 Cor 14,34-35).
Essendo questa la mentalitร del tempo, รจ facile capire quanto sia stata rivoluzionaria la scelta di Gesรน di accogliere fra i suoi discepoli anche le donne. E giร che siamo in argomento, ricordo che anche la frase con cui si apre il racconto contiene la stessa provocazione: โUna donna, di nome Marta, lo accolse in casa suaโ (v.38). In quel tempo era ritenuto sommamente sconveniente per un uomo accettare lโospitalitร offertagli da donne. Forse non รจ per caso che Luca non cita il fratello Lazzaro che viene ricordato solo nel Vangelo di Giovanni (Gv 11; 12,1-8).
ร lโinizio del mondo nuovo: tutti i pregiudizi e le discriminazioni fra uomo e donna โ retaggi di una cultura e di unโereditร pagane โ vengono denunciati e superati da Gesรน.
Una seconda osservazione importante a questo v.39: non si dice che Maria รจ assorta in preghiera, che sta a โcontemplareโ Gesรน, ma che ascolta la sua parola. Non ascolta le parole, le chiacchiere, ma la Parola, il Vangelo. Non ci si puรฒ dunque richiamare a lei per giustificare il devozionismo e lโintimismo religioso. Maria รจ il modello di chi dร prioritร allโascolto della Parola.
Ed ora veniamo al punto piรน difficile del Vangelo di oggi: la risposta enigmatica di Gesรน a Marta (vv.40-41).
Se la questione viene posta in termini di rimprovero di chi lavora e di elogio degli oziosi รจ difficile essere dโaccordo con Gesรน. Ma รจ questo che egli intende?
Per prima cosa va notato che Marta non viene rimproverata perchรฉ lavora, ma perchรฉ si agita, รจ ansiosa, รจ preoccupata, si affanna per tante cose e, soprattutto, perchรฉ si impegna nel lavoro senza aver prima ascoltato la Parola.
Maria viene elogiata, รจ vero, ma non perchรฉ รจ una fannullona, perchรฉ finge di non accorgersi del lavoro in cucina. Gesรน non dice che Marta ha torto quando la richiama agli impegni concreti; non suggerisce a Maria di fare la furba e di lasciare che la sorella se la sbrighi da sola. Dice solo che la cosa piรน importante, quella cui bisogna dare la prioritร โ se non si vuole che la nostra attivitร si riduca ad agitazione โ รจ lโascolto della Parola.
Vediamo di fare la sintesi di quanto abbiamo detto. A noi certo non interessa molto sapere che un giorno, in presenza di Gesรน, due sorelle hanno bisticciato tra loro. Luca riferisce questo episodio per dare una lezione di catechesi alle comunitร cristiane, quelle di allora e quelle di oggi. Sa che in esse esiste tanta gente di buona volontร , tanti discepoli che si dedicano al servizio di Cristo e dei fratelli e che non risparmiano tempo, energie e soldi. Eppure, anche in questa intensa e generosa attivitร si cela un pericolo: che tanto lavoro febbrile venga disgiunto dallโascolto della Parola, che divenga affanno, confusione, nervosismo, proprio come quello di Marta. Anche lโimpegno apostolico, le scelte comunitarie, i progetti pastorali, se non sono guidati dalla Parola si riducono a rumore vano, scomposto agitarsi di pentole e mestoli.
Maria ha scelto la parte buona perchรฉ ha ascoltato la Parola. Anche lโaltra Maria, la mamma di Gesรน, viene elogiata per lo stesso motivo: perchรฉ รจ stata attenta alla Parola (Lc 1,38.45; 2,19; 8,21). ร curioso: i modelli di ascolto della Parola che ci vengono proposti nei Vangeli sono tutti rappresentati da donne! Non sarร perchรฉ esse sono davvero piรน sensibili e piรน disposte degli uomini ad ascoltare il Maestro?
Il brano termina con le parole di Gesรน a Marta (vv.41-42), ma non sembra concluso. Il dialogo tra i due deve essere continuato, ma Luca non lo riferisce. Egli sembra volere richiamare lโattenzione dei suoi lettori su un altro particolare che potrebbe passare inosservato: il silenzio di Maria.
Lungo tutto il racconto Maria non dice una parola, nemmeno per difendersi, per chiarire la propria posizione, per spiegare la propria scelta. Tace e tutto porta a supporre che il suo silenzio โ segno di meditazione e di interiorizzazione della Parola โ si sia prolungato anche dopo.
ร Marta che ora ha bisogno di sedersi ai piedi di Gesรน per ascoltarlo e ricuperare la calma, la serenitร interiore e la pace.
Mentre Gesรน e Marta continuano a discorrere, immagino Maria che, assorta nei suoi pensieri, quieta e contenta, si metta il grembiule e dia il cambio in cucina alla sorella. Marta รจ generosa, solerte, dinamica, ma ha commesso un errore: si รจ oberata di lavoro prima di confrontarsi con la Parola.
Quella sera Maria โ penso io โ ha certamente lavorato molto e cosรฌ ha mostrato che il tempo dedicato allโascolto della parola di Dio non รจ perso o rubato ai fratelli. Chi ascolta Cristo non dimentica lโimpegno per lโuomo: impara a svolgerlo nel modo giustoโฆ senza agitazione.
