Il commento al Vangelo di domenica 23 Giugno 2019, a cura di don Mauro Pozzi.
Gesรน si fa pane per nutrire il nostro spirito e ci chiede di distribuire il Pane, perchรจ tutto il nostro mondo affamato spiritualmente, lo possa ricevere.
GESร SI FA CIBO
Un neonato non sa fare niente se non succhiare dal seno di sua madre, perchรฉ il nutrirsi รจ il bisogno assolutamente primario di ogni uomo, ma soddisfare quella necessitร non รจ tutto. Non di solo pane vive lโuomo, significa che non siamo fatti solo di carne e anche lo spirito vuole il suo nutrimento.
ร un fatto che il nostro occidente super alimentato, spiritualmente รจ alla fame e i risultati sono sotto i nostri occhi. Il Maestro guarda questo mondo affamato e sfida i suoi discepoli, cioรจ noi: dategli voi stessi da mangiare. Ci dice due cose, da una parte che non possiamo farcela da soli e dโaltronde che lui รจ pronto a moltiplicare i nostri poveri sforzi. La miseria di quei pochi pani e pesci diventa ricchezza inesauribile.
ร interessante anche notare che non รจ lui a distribuirli, ma ancora una volta sono i suoi a farlo. Gesรน ci invita a riflettere sul nostro modo di nutrirci e a diventare suoi collaboratori e strumenti. Questo miracolo, come tutti gli altri narrati nel Vangelo, รจ un segno di una realtร piรน profonda. Gesรน nutre tutta questa gente per mostrare che lui รจ il pane e il nutrimento di cui il mondo ha bisogno. Il cibo che noi mangiamo ogni giorno viene assimilato dallโorganismo e diventa parte del corpo, carne, sangue e ossa.
Il Maestro si lascia mangiare da noi per diventare parte di noi. Il suo sacrificio sulla croce, non รจ solo qualcosa che appartiene al passato, ma si rinnova ad ogni messa e ci accompagna per tutta la vita, proprio come la necessitร di mangiare. Gesรน ci insegna a chiedere ogni giorno il nostro pane, cioรจ a desiderare non solo il cibo, ma anche il sostegno dello spirito, cioรจ lui stesso. Mangiare del suo corpo รจ dunque una necessitร fondamentale della vita cristiana. Questo va capito.
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ร chiaro che non ci si deve accostare alla comunione con leggerezza, ma non รจ strettamente necessario essersi confessati un attimo prima, a meno che non si siano commessi peccati gravi. Lโeucaristia non รจ un premio, ma un sostegno. Del cibo ne hanno bisogno gli affamati, non quelli che sono giร sazi. Per cui noi dobbiamo fare la comunione con grande umiltร , riconoscendo tutti i nostri limiti, ma capendo che proprio per questa nostra debolezza abbiamo bisogno di nutrimento.
Gesรน ha dato la sua vita per noi, ha versato il suo sangue, ci invita alla sua tavola, vuole essere parte di noi: come possiamo respingere o sottovalutare questa grandissima opportunitร ? Sentiamo anche la responsabilitร di essere testimoni della ricchezza del dono che Gesรน ci fa, per collaborare, come i discepoli che distribuiscono i pani, alla sua diffusione.ย
