Il commento alle letture di domenica 23 Giugno 2019 a cura di p. Samuele Duranti, sacerdote cappuccino.
Pane e vino diventano corpo e sangue di Cristo
Celebriamo la solennitร dellโamore di Gesรน, rimasto in mezzo a noi per sempre. Il Vangelo secondo Luca ci narra la moltiplicazione dei pani. Lo stesso episodio lo narra lโevangelista Giovanni, chiamandolo ยซsegnoยป, perchรฉ rimanda ad una realtร che trascende il momento storico. Di fatti Gesรน, il giorno dopo, nella sinagoga di Cafarnao spiegรฒ il significato del suo gesto e manifestรฒ che il vero, autentico pane era lui, pane disceso dal cielo, pane vivo, pane di Dio, che dร la vita eterna. Prometteva quanto poi compรฌ nellโultima cena. La solennitร di questa domenica ci riporta proprio a quellโultima sera e a quanto Gesรน portรฒ a compimento. Gesรน cambia il pane e il vino nel suo corpo e nel suo sangue. Poi comanda (un comando categorico, esplicito, formale): ยซFate questo segno (ponete questo zikarรฒm), memoriale di meยป. Lo zikarรฒm รจ un segno che avvera la presenza. Con questo preciso comando, Gesรน trasmette agli apostoli e ai loro successori la potestร di fare quello che ha fatto lui stesso; li abilita, li autorizza a ri-presentare il suo gesto e le sue parole.
La santa Messa non rinnova quanto Gesรน ha compiuto; non ripete; quello รจ avvenuto una volta per tutte, una volta per sempre. Si tratta di un unico gesto di Gesรน, che si perenna nella storia, tramite il celebrante, che ยซin persona Christi capitisยป, consacra. E per la potenza dello Spirito Santo quelle parole santificano il pane e il vino, che diventano il corpo e sangue del Signore Gesรน. Mistero della fede! Certo. E la Chiesa ne รจ tanto cosciente, che non ha timore di proclamarlo, appena subito dopo lโelevazione. Mistero della fede: non si crede allโevidenza, ma sulla parola del Signore, ritenuta vera. I sensi, infatti, non aiutano, anzi, semmai ingannano; dopo la consacrazione, apparentemente non รจ cambiato nulla: la forma, il colore, lโodore, il peso sono gli stessi. Che cosa, dunque, รจ cambiato? La realtร ! La realtร รจ cambiata, perchรฉ ora nel segno dellโOstia consacrata cโรจ Gesรน vivo, vero, realmente presente in corpo, sangue, anima e divinitร .
Solennitร bellissima, dunque, questa, che ci chiama a contemplare lโAmore di Gesรน per noi. Amore cosรฌ annientato; sulla croce era nascosta la sua divinitร , nellโeucaristia รจ nascosta anche lโumanitร . Ogni santa Messa ci chiama a celebrare e a partecipare. Cogliamo la forza di questi verbi: celebrare comporta ri-presentare, rendere presente. Noi non cโeravamo allora, ma ci siamo ora. E ora, qui, per noi, Gesรน torna presente, sullโaltare, nelle mani del sacerdote. Partecipare comporta molto di piรน: prendere parte attenta, attiva, devotaโฆcomporta ri-vivere. Siamo noi, ora, i fortunati apostoli, ai quali Gesรน dice: ยซPrendete e mangiate, questo รจ il mio corpoยป. Se entriamo in questโottica di fede, possiamo comprendere la bellezza della santa Messa. Non รจ un dovere, quasi un peso da scaricare. ร, invece, un appuntamento bello, importante col Signore. Se lo amiamo, veniamo a questo incontro. Quando si ama una persona si fa di tutto per venire al suo appuntamento; ci si organizza; si fa un sacrificio; si va, sennรฒ ci rimane male. Tanto piรน ci ama, tanto piรน le dispiace se manchiamo.
Il Signore ci ama divinamente e ci attende, a braccia aperte. Ricordiamo i 49 martiri di Abitรจne. Sorpresi a celebrare, furono processati; fu loro imposto di mai piรน radunarsi per la santa Messa. Essi, tutti, in coro, risposero: ยซNon possumusยป. Non possiamo!… Noi non possiamo vivere senza la Messa, senza riunirci insieme a pregare, ad ascoltare la Parola di Dio, a fare la comunione, nel giorno del Signore. E furono tutti uccisi. Martiri dellโEucaristia.
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Vice parroco e assistente dell’Ordine Francescano Secolare.
Dati aggiornati al 04/05/2019
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