Papa Benedetto XVI – Il Corpus Domini

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Perchรฉ c’รจ tanta fame nel mondo? Perchรฉ tantissimi bambini devono morire di fame, mentre altri sono soffocati dall’abbondanza? Perchรฉ il povero Lazzaro deve continuare ad aspettarsi invano le briciole del ricco gaudente, senza poter varcare la soglia della sua casa? Certamente non perchรฉ la terra non sia in grado di produrre pane per tutti. Nei Paesi dell’Occidente si offrono indennizzi per la distruzione dei frutti della terra, allo scopo di sostenere il livello dei prezzi, mentre altrove c’รจ chi patisce la fame. La mente umana sembra piรน abile nell’escogitare sempre nuovi mezzi di distruzione, invece che nuove strade per la vita. รˆ piรน ingegnosa nel far arrivare in ogni angolo del mondo le armi per la guerra, piuttosto che portarvi il pane. Perchรฉ accade tutto questo? Perchรฉ le nostre anime sono malnutrite, i nostri cuori sono accecati e induriti. Il mondo รจ nel disordine perchรฉ il nostro cuore รจ nel disordine, perchรฉ gli manca l’amore, perciรฒ non sa indicare alla ragione le vie della giustizia.

Riflettendo su tutto questo, comprendiamo le parole con cui Gesรน obietta a Satana, che lo invita a trasformare le pietre in pane: ยซNon di solo pane vivrร  l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dioยป (Mt 4,4). Perchรฉ ci sia pane per tutti, deve prima essere nutrito il cuore dell’uomo.

Perchรฉ ci sia giustizia tra gli uomini, deve prima germogliare la giustizia nei cuori, ma essa non si sviluppa senza Dio e senza il nutrimento vitale della sua Parola. Questa Parola si รจ fatta carne, รจ diventata persona umana, affinchรฉ noi potessimo accoglierla e farla nostro nutrimento. Poichรฉ l’uomo รจ troppo piccolo, incapace di raggiungere Dio, Dio stesso si รจ fatto piccolo per noi, cosรฌ che possiamo ricevere amore dal suo amore e il mondo diventi il suo regno. Questo significa la festa del Corpus Domini. Il Signore che si รจ fatto carne, il Signore che รจ diventato pane, noi lo portiamo per le vie delle nostre cittร  e dei nostri paesi. Lo immergiamo nella quotidianitร  della nostra vita, le nostre strade diventano le sue strade. Egli non deve restare rinchiuso nei tabernacoli discosto da noi, ma in mezzo a noi, nella vita d’ogni giorno. Deve camminare dove noi camminiamo, deve vivere dove noi viviamo. Il nostro mondo, le nostre esistenze devono diventare il suo tempio. Il Corpus Domini ci fa capire cosa significa fare la comunione: ospitarlo, riceverlo con tutto il nostro essere. Non si puรฒ mangiare il corpo del Signore come un qualsiasi pezzo di pane. Occorre aprirsi a lui con tutta la propria vita, con tutto il cuore: ยซEcco, io sto alla porta e bussoยป, dice il Signore nell’Apocalisse. ยซSe qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io entrerรฒ da lui, cenerรฒ con lui e lui con meยป (3,20).

Il Corpus Domini vuole rendere percepibile questo bussare del Signore anche alla nostra sorditร  inferiore. Egli bussa forte alla porta della nostra vita d’ogni giorno e dice: ยซAprimi! Fammi entrare! Comincia a vivere di me!ยป. Questo non puรฒ valere soltanto un attimo, come di sfuggita, durante la santa Messa, e poi di nuovo come prima. รˆ un’esperienza che attraversa tutti i tempi e tutti i luoghi. ยซAprimi!ยป, dice il Signore. ยซCome io mi sono aperto per te. Aprimi il mondo, perchรฉ io possa entrarvi, e possa cosรฌ rischiarare la tua mente intorpidita, vincere la durezza del tuo cuore. Fammi entrare! Io per te mi sono lasciato squarciare il cuoreยป. Il Signore dice questo a ciascuno di noi, lo dice alla nostra comunitร  nel suo insieme: fatemi entrare nella vostra vita, nel vostro mondo. Vivete di me, per essere veramente vivi. Ma vivere significa anche e sempre: donare ad altri. II Corpus Domini รจ un invito rivolto a noi dal Signore, ma รจ anche un grido che noi indirizziamo a lui. Tutta la festa รจ una grande preghiera: facci dono di Te! Da a noi il vero pane! Arriviamo cosรฌ a comprendere meglio il Padre nostro, la preghiera per eccellenza. La quarta invocazione, quella per il pane, funge come da collegamento fra le tre invocazioni che riguardano il regno di Dio e le ultime tre che riguardano le nostre necessitร . Che cosa chiediamo? Naturalmente il pane per oggi. รˆ la preghiera dei discepoli, che non hanno capitali da parte, ma vivono della quotidiana bontร  del Signore: perciรฒ si mantengono in dialogo costante con lui, volgono a lui il loro sguardo, confidano soltanto in lui. E la preghiera di chi non vuole accumulare ricchezze, di chi non cerca una sicurezza mondana, ma si accontenta del necessario per avere tempo da dedicare alle cose veramente importanti. รˆ la preghiera dei semplici, degli umili, di coloro che amano e vivono la povertร  nello Spirito Santo.

Ma nella domanda del pane c’รจ un’altra profonditร , il termine greco epioรบsios, che noi traduciamo con “quotidiano”, non compare da nessun’altra parte, ma รจ tipico ed esclusivo del Padre nostro. Per quanto gli esperti discutano ancora sul suo significato, molto probabilmente vuole anche dire: dacci il pane di domani, cioรจ il pane del mondo a venire. In realtร , soltanto l’Eucaristia puรฒ essere la risposta a ciรฒ che questa misteriosa parola, epioรบsios, vuole indicare: il pane del mondo futuro, che giร  oggi ci รจ dato, affinchรฉ giร  oggi il mondo futuro abbia inizio in mezzo a noi.

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Alla luce di quest’invocazione, la preghiera perchรฉ venga il regno di Dio e perchรฉ la terra diventi come il cielo assume grande concretezza: con l’Eucaristia il cielo viene sulla terra, il domani di Dio si compie giร  oggi e introduce nel mondo di oggi il mondo di domani.

Ma qui รจ come sintetizzata anche la richiesta di essere liberati da tutti i mali, dai nostri debiti, dal pericolo della tentazione: dammi questo pane, perchรฉ il mio cuore si mantenga vigile, perchรฉ possa resistere al male, perchรฉ sappia distinguere il bene e il male, perchรฉ impari a perdonare e sia forte nella tentazione. Soltanto allora il nostro mondo comincerร  a essere veramente umano: se il mondo futuro diventa giร  in qualche misura l’oggi, se il mondo comincia giร  oggi a diventare divino. Con la richiesta del pane andiamo incontro al domani di Dio, alla trasformazione del mondo. Nell’Eucaristia ci viene incontro il domani di Dio, il suo Regno giร  oggi comincia tra di noi. E non dimentichiamo, infine, che tutte le invocazioni del Padre nostro sono espresse col “noi”: nessuno puรฒ dire “Padre mio” se non Cristo, il Figlio. Perciรฒ noi, se davvero vogliamo pregare nel modo giusto, dobbiamo farlo con gli altri e per gli altri, uscendo da noi stessi, aprendoci.

Tutto questo รจ significato da quel “camminare insieme col Signore” che รจ, per cosรฌ dire il segno distintivo della festa del Corpus Domini.

Dopo che Gesรน ebbe terminato il suo discorso eucaristico nella sinagoga di Cafarnao, molti discepoli lo abbandonarono: era qualcosa di troppo impegnativo, di troppo misterioso. Le loro attese erano piรน che altro rivolte a una liberazione politica, tutto il resto sapeva ben poco di concretezza. Non รจ forse cosรฌ anche oggi? Quante persone, nel corso degli ultimi cent’anni, se ne sono andate perchรฉ a loro avviso Gesรน non era abbastanza “pratico”. Quello che poi, da parte loro, sono riusciti a realizzare รจ sotto gli occhi di tutti. E se il Signore oggi ci domandasse: ยซVolete andarvene anche voi?ยป. In questa festa del Corpus Domini, insieme con Simon Pietro, noi con tutto il cuore vogliamo rispondergli: ยซSignore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna, e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dioยป (Gv 6,68ss.).

J. RATZINGER [Benedetto XVI], Imparare ad amare. Il cammino di una famiglia cristiana, Milano/Cinisello Balsamo/Cittร  del Vaticano, San Paolo/Libreria Editrice Vaticana, 2007, 106-109

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