Ascensione del Signore
Perchรฉ state a guardare il cielo?

Nostalgia di Gesรน?
Il brano fa emergere non solo la nostalgia dei discepoli, che hanno goduto della sua presenza, e poi ne sono stati privati, ma la nostra nostalgia di credenti che non hanno mai potuto conoscerlo in quel modo. Essa prende la forma del rimpianto e del desiderio di esperienze eccezionali.
La risposta degli angeli rifiuta un simile modo di porsi. Si tratta di un aperto rimprovero: โPerchรฉ state a guardare il cielo?โ. La fame di straordinarietร spirituale รจ estremamente difficile da placare: ci sono persone, talvolta anche gruppi, che passano da un santuario allโaltro, da unโesperienza comunitaria allโaltra, da un evento allโaltro, sempre a caccia di emozioni, per cosรฌ dire โspiritualiโ. Il rimprovero degli uomini in bianche vesti (โperchรฉ state a guardare il cielo?โ) con cui lโevangelista conclude la narrazione dellโelevazione di Gesรน ci mostra quanto antica sia la tentazione della straordinarietร . Anche Paolo nei confronti dei Corinti deve affrontare un problema simile (cf. 1Cor 12,4-11.31 e 14,12-19: i doni dello Spirito devono servire allโedificazione della comunitร ).
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La presenza quotidiana del Risorto
In effetti il mistero dellโAscensione non dice solo lโassenza: dice soprattutto una modalitร nuova, piรน ampia, piรน completa di presenza. La seconda lettura ne parla diffusamente: ยซabbiamo piena libertร di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesรน, via nuova e viventeยป (Eb 10,19-20). Il sangue di Cristo, lโofferta della sua vita, compiuta una sola volta, crea una nuova situazione di comunicazione e di accesso a Dio. Non abbiamo piรน bisogno di segni straordinari, perchรฉ รจ straordinario ciรฒ che possiamo vivere nella quotidianitร della liturgia e nella quotidianitร dellโesistenza: portare in ogni realtร mondana il segno della presenza e della caritร operante di Cristo, per mezzo del suo Spirito.
Il progetto del Padre, quello per cui Gesรน risorto sta โalla sua destraโ, non รจ di manifestare di nuovo il suo Figlio attraverso rivelazioni straordinarie, ma che egli, con la sua caritร , sia reso presente nella quotidianitร dellโesistenza dei credenti, e in tal modo testimoniato al mondo. In effetti รจ la quotidianitร che plasma la persona, o la sfigura. Il peso dei libri a lungo andare puรฒ deformare lโasse di uno scaffale, senza che sia esercitata alcuna azione diretta. Lโusura del movimento puรฒ, nel tempo, provocare la rottura di un pezzo meccanico, senza che si sia verificato nessun trauma apparente. Allo stesso modo le azioni quotidiane (il lavoro, gli spostamenti, i riti della vita familiare, le evasioni nel mondo virtuale) sono tra i fattori decisivi per definire il nostro modo di essere, che noi lo vogliamo o no. O la nostra quotidianitร รจ abitata, giorno per giorno, dal Risorto, dalla preghiera, dal riferimento alla sua parola, รจ costantemente imbevuta della sua caritร ; oppure si inaridisce. Diventa un vuoto ciclo di schiavitรน (un lavoro privo di senso, una vita familiare ripetitiva e logorante, relazioni umane assenti o superficiali) ed evasione (il โtempo liberoโ, il tempo della vacanza, la fuga nella realtร virtuale, sempre piรน accessibile attraverso le nuove tecnologie, ma anche sempre piรน avida di tempo e di attenzione).
La santificazione del lavoro
Diventa dunque decisiva la testimonianza di tutti i battezzati, soprattutto laici, nei luoghi della quotidianitร : in primo luogo, nei luoghi e nei tempi del lavoro. Si tratta di una responsabilitร grande: neppure il papa puรฒ fare ciรฒ che un battezzato, alimentato dalla Parola, confermato nella forza dello Spirito, puรฒ testimoniare nel luogo del suo lavoro, nella sua quotidianitร . ร vero che esistono congregazioni religiose che hanno come carisma proprio la presenza e la testimonianza sui luoghi di lavoro. Si sono verificate lodevoli iniziative personali di presbiteri e consacrati, che hanno scelto di stare lรฌ dove gli uomini del loro tempo trascorrono ore e ore della loro esistenza. Ma nessuna nobile iniziativa da parte di persone ordinate e consacrate puรฒ sostituire la testimonianza quotidiana da parte di coloro che, come battezzati, hanno la missione di โordinare a Dio le realtร mondaneโ, come si legge nella Costituzione del Vaticano II Gaudium et Spes:
Ai laici spettano propriamente, anche se non esclusivamente, gli impegni e le attivitร temporali. [โฆ] Nel rispetto delle esigenze della fede e ripieni della sua forza, escogitino senza tregua nuove iniziative, ove occorra, e ne assicurino la realizzazione. Spetta alla loro coscienza, giร convenientemente formata, di inscrivere la legge divina nella vita della cittร terrena. Dai sacerdoti i laici si aspettino luce e forza spirituale. (GS 43)
Testimoniare la conversione
Si rende dunque necessaria una profonda conversione, per uscire dal ciclo diabolico di schiavitรน ed evasione, che deforma in noi lโimmagine di Dio. La schiavitรน sta sia in un lavoro forzato, asservito unicamente alle leggi del guadagno e alle logiche spersonalizzanti della finanza, sia nellโassenza di lavoro, che costringe la persona ad accettare qualunque compromesso, pur di conservare una autonomia e un senso di dignitร . Convertirsi significherร da un lato vivere la propria professione, anche nei suoi aspetti di tensione e contraddizione, conservando in sรฉ lโimmagine di figli di Dio, fratelli e sorelle in Cristo. Dallโaltro significherร abbandonare la logica perversa dellโevasione: il tempo libero dovrร essere tempo di relazione, di comunione, di ri-creazione, mantenendo uno spazio per la preghiera e lโascolto della Parola divina.
Si potrร testimoniare una simile conversione se la si รจ vissuta in prima persona. Si potrร diventare sul proprio luogo di lavoro anche testimoni di riconciliazione e perdono: perchรฉ giorno per giorno il luogo dellโazione umana sia luogo di umanizzazione, e non di deformazione del progetto di Dio.
