Come si fa ad essere sconvolti e pieni di paura quando incontriamo un amico? Un amico che ci dona pace come saluto, come lo accogliamo noi? ร chiaro che questo amico lo abbiamo visto morire, ma ora รจ vivo ed รจ qui in mezzo a noi, come mai siamo cosรฌ impauriti?
Noi suoi apostoli, suoi discepoli, viviamo continuamente questa paura, siamo terrorizzati dal doverlo incontrare. Eppure noi quando conosciamo chi incontriamo e con lui ne abbiamo un buon rapporto viviamo pace.
Un bambino piccolo รจ intimorito quando incontra un estraneo. Tale paura si cambia in pace, in pacificazione, appena compare il volto della mamma o della nonna, un volto conosciuto. La pace รจ qualcosa che si respira e che noi alimentiamo o neghiamo con le nostre presenze. Non solo, la pace noi la alimentiamo o la neghiamo a partire dal come respiriamo, dal come respiriamo lโaltro. I discepoli di Emmaus non hanno fatto un passo in avanti nella pacificazione di sรฉ, fino a quando non hanno respirato bene il Risorto che camminava con loro. I discepoli di fronte al Risorto che viene a loro col dono della pace, lo respirano male, ne hanno paura, lo credono un fantasma, sono sconvolti. Eppure tra di loro parlavano giร del fatto che il Signore era risorto. Non solo, ma erano appena giunti a loro trafelati, i due di Emmaus dicendo ci come lo avevano riconosciuto allo spezzare il pane.
Credo che uno degli elementi portanti di questa loro incapacitร a respirare il Risorto sia dato dallโesperienza della croce. Le donne lo cercano fra i morti al sepolcro: a loro viene chiesto โperchรฉ cercate fra i morti colui che รจ vivo?โ. I due di Emmaus discorrono sul fatto che Gesรน รจ stato crocifisso e di come questo fatto รจ divenuto una uccisione della loro speranza, per loro che speravano โche fosse lui colui che stava per riscattare Israeleโ. Loro sono sconvolti da quanto riportato dalle donne che hanno udito angeli a dire loro che Lui รจ vivo.
Lโesperienza della croce รจ esperienza che segna la vita dei discepoli, come segna la vita di ognuno di noi. Le nostre esperienze ci riempiono di paure e di fantasmi che uccidono la pace in noi. Gesรน viene a far risuscitare in noi questa pace. Questa รจ pace che si respira, รจ pace del cuore, รจ pace della mente, รจ pace del nostro agire. Per fare questo spiega a noi, come lo ha spiegato ai due di Emmaus prima e agli Undici poi, cosa รจ lโesperienza della croce.
Basta col basso dolorismo con cui riempiamo le nostre esistenze dipingendo Dio come nostra immagine e somiglianza. Noi siamo a sua immagine somiglianza, non Lui a nostra immagine. โO senza testa e lenti di cuore โci dice Gesรน rivolgendosi ai due di Emmaus- non bisognava forse che il Cristo patisse queste cose?โ. Cosรฌ agli Undici riuniti spalanca loro la mente raccontando che quanto Lui ha vissuto รจ frutto di dono per potere salvare il mondo chiamandolo a risurrezione e a speranza nuova.
La pace che Lui ci dona รจ frutto di una comprensione nuova della sua esperienza. La sua passione รจ dono di gratuitร . La sua Parola non chiacchiera vuota ma Parola di gratuitร . Il suo agire fino alla morte di croce รจ dono di amore, non รจ scelta di dolore.
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Comprendere la sua presenza vedendo oltre il nostro naso e udendo cose inaudite, รจ dono di pace. ร ritornare a respirare aria buona, aria limpida e pura, aria che sa di Lui. Vedere Lui, come un bimbo puรฒ vedere la mamma; sentire e riconoscere il profumo della sua presenza; udire la voce che dice Lui Parola; รจ via perchรฉ il cuore si acquieti e, riempito dal dono del Risorto che รจ la pace, ritorni a vivere in modo nuovo e in modo vero.
Un cuore risorto che, libero da fantasmi e paure che abitano la nostra esistenza, diventi scommessa per vivere in pace la pace che il Pacificatore ci dona dallโalto della Croce dove possiamo intravvedere il Risorto che si staglia sulle nostre vite, รจ il vero dono vitale per la nostra vita. Cosรฌ lโinvito di Gesรน ad essere testimoni di queste cose, non sarร nulla di speciale, ma semplicemente una logica conseguenza di quello che siamo e di quello che siamo diventati: dei pacificati testimoni del Pacificatore.
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore
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Cosรฌ sta scritto: il Cristo patirร e risorgerร dai morti il terzo giorno.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 24, 35-48
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da รmmaus] narravano ciรฒ che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesรน in persona stette in mezzo a loro e disse: ยซPace a voi!ยป. Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: ยซPerchรฉ siete turbati, e perchรฉ sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io hoยป. Dicendo questo, mostrรฒ loro le mani e i piedi.
Ma poichรฉ per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: ยซAvete qui qualche cosa da mangiare?ยป. Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiรฒ davanti a loro.
Poi disse: ยซSono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosรจ, nei Profeti e nei Salmiยป. Allora aprรฌ loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: ยซCosรฌ sta scritto: il Cristo patirร e risorgerร dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoniยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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