Lazzaro รจ stato risuscitato da Gesรน, รจ tornato alla vita. Molti hanno creduto in Gesรน. Molti altri, tra cui i capi, temono quanto Gesรน sta facendo. Non sono riusciti a squalificarlo a parole con tutte le polemiche sul sabato e la legge, ora non gli resta che squalificarlo coi fatti condannandolo a morte.
ย Su questa linea ci troviamo tutti, non prendiamocela coi capi dei sacerdoti e i farisei. Troppo facile vivere col nemico di turno con cui prendersela. Troppo facile sรฌ, ma allo stesso tempo quanto ci complica la vita. Gesรน ha risuscitato Lazzaro e noi rischiamo di andare a riempire la tomba della nostra vita di nuovo di morte. Non cโรจ storia, ne sono convinto, non ci sono nemici con cui prendersela. La storia dei nemici รจ storia diabolica. Vi sono solo fratelli da amare senza chiedere nulla. Non cambiano e non cambieranno, come non cambiamo noi. Ma non possiamo fare morire la libertร di amare a causa delle nostre morti quotidiane.
I capi decidono il da farsi. Gesรน si dร da fare risuscitando i morti, loro decidono di dare la morte ai vivi. Noi rendiamo morti i vivi. Con chi vogliamo prendercela ancora? Meglio: a cosa serve prendersela con qualcuno se non dare la morte a quel qualcuno non salvando e non dando vita a nessuno?
Jaweh in una notte ha liberato il popolo di Israele dalla schiavitรน dโEgitto, ma in quarantโanni di deserto non รจ riuscito ad estirpare dal loro cuore lโEgitto. Gesรน in tre giorni รจ morto ed รจ risorto dando vita ad ogni uomo, ma in duemila anni non รจ ancora riuscito a liberare il nostro cuore dalla schiavitรน che necessita del nemico.
ร ora di renderci conto che noi siamo i capi dei sacerdoti, noi siamo i farisei, noi siamo i romani che distruggono, noi siamo quelli che credono ma non perseverano, noi siamo quelli appassionati di amore, non ce ne sono altri.
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Noi abbiamo paura di chi distruggerร i nostri templi e le nostre chiese. Noi temiamo di non potere essere piรน liberi e allora ci condanniamo alla schiavitรน della paura di chi ci puรฒ togliere la nostra libertร . Abbiamo paura che arrivino i romani o i musulmani di turno a portare morte e distruzione e non ci accorgiamo che noi stiamo distruggendo questo mondo portando morte in ogni dove. Gesรน non รจ venuto a liberarci dai romani di turno, siano essi musulmani o terroristi di ogni razza, Lui รจ venuto a liberare noi e loro dal gioco di morte che tutti facciamo e nel quale tutti noi siamo immersi.
Siamo troppo subordinati al potere della morte, siamo sudditi della morte, nessuno escluso. Lui, il Signore della vita, viene e guarda dove abbiamo relegato lโuomo, Lui vuole instaurare il regno della Vita, dove non ci siano piรน nemici nรฉ morti non perchรฉ questo non accade piรน, ma perchรฉ questo siamo chiamati a viverlo in modo nuovo, in modo diverso. Bando alla paura che terrorizza la nostra esistenza, bando alle inimicizie. Qualcuno ne approfitterร ? Senzโaltro, ma questo non smuove di un centimetro la convinzione che ciรฒ che vale รจ vivere il bene vivendolo bene.ย Il male cโรจ e continuerร ad esistere, ma questo non รจ motivo sufficiente perchรฉ io mi allei col male solo perchรฉ, allโapparenza, รจ quello che lโha vinta su tutto e su tutti.
Gesรน รจ lโuomo solo che muore a vantaggio di tutti! Questo รจ solo ciรฒ che vale, questo รจ quanto siamo chiamati a vivere noi se non vogliamo essere schiavi del padrone di turno che giorno dopo giorno porta alla morte e alla distruzione la nostra umanitร .
Bene descrive questa realtร cristiana, Turoldo, con il suo โFratello Ateoโ:
Fratello ateo, nobilmente pensoso,
alla ricerca di un Dio che non so darti,
attraversiamo insieme il deserto.
Di deserto in deserto andiamo oltre
La foresta delle fedi,
liberi e nudi verso
il Nudo Essere
e lร
dove la parola muore
abbia fine il nostro cammino.
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore
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Per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi.
Dal vangelo secondo Giovanni
Gv 11, 45-56
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciรฒ che Gesรน aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Lร zzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesรน aveva fatto.
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinรจdrio e dissero: ยซChe cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare cosรฌ, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazioneยป.
Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: ยซVoi non capite nulla! Non vi rendete conto che รจ conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!ยป. Questo perรฒ non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzรฒ che Gesรน doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
Gesรน dunque non andava piรน in pubblico tra i Giudei, ma da lรฌ si ritirรฒ nella regione vicina al deserto, in una cittร chiamata รfraim, dove rimase con i discepoli.
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesรน e, stando nel tempio, dicevano tra loro: ยซChe ve ne pare? Non verrร alla festa?ยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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