Il perdono gratuito di Dio
Gesรน รจ seduto ad insegnare nel tempio, ma i farisei vengono per metterlo nuovamente alla prova e gli presentano un caso da risolvere, un adulterio. La donna รจ un accidente a loro interessa solo vedere come se la cava il Maestro famoso con questa situazione: lui che fa tanto il misericordioso come rispetta la legge di Mosรจ? Si tratta semplicemente di emettere la sentenza. Gesรน perรฒ prende la situazione da un altro punto di vista affrontando, in modo insolito, il problema di come tenere insieme legge e uomo. Questa storia รจ un intrigo di ingiustizie che porterebbero allโomicidio.
โGli condussero una donna sorpresa in adulterioโ. Cโรจ una parzialitร di giudizio. Dicono a Gesรน โora Mosรจ nella legge ha detto di uccidere donne come questaโ. In Levitico 20,10 (e il passo parallelo Dt 22,22) leggiamo โse uno commette adulterio con la moglie del suo prossimo, lโadultero e lโadultera devono essere messi a morteโ. Innanzitutto devono essere messi a morte tutti e due e si deve partire dallโuomo, ma qui lโuomo dovโรจ? Se sono stati colti in flagrante adulterio lโuomo cโera. A loro non interessa nulla della donna; hanno bisogno solo di una trappola per Gesรน. La donna non รจ che un oggetto, non viene mai interpellata e solo Gesรน le darร la parola alla fine. Gesรน non si appella a nessuna di queste ingiustizie perchรฉ il problema non รจ qui, ma il problema รจ la prospettiva, il punto di osservazione. Gesรน lo mostrerร in vari modi soprattutto con dei gesti. Gesรน ci farร capire che ciรฒ che รจ sbagliato รจ il modo in cui questa gente mette in relazione la legge con quella donna al di lร dei contenuti di quella legge.
โMa Gesรน si chinรฒ e si mise a scrivere col dito per terraโ. Cโรจ la donna in mezzo, tutta la gente intorno e Gesรน che si abbassa. Si abbassa rispetto agli interlocutori e si mette ad un altro livello rispetto a loro, e anche rispetto alla donna, la guarda da un altra posizione e facendo quel gesto forse vuole invitare i suoi interlocutori a fare lo stesso, a guardare da un’altra posizione perchรฉ la donna appaia in tutta la sua dignitร . Gesรน si mette ai piedi della donna. Poi scrive sulla terra con il dito. Rimanda come Dio aveva scritto con il dito sulle tavole di pietra. Gesรน scrive la legge, ma ai piedi della donna e la scrive sulla terra, su ciรฒ di cui siamo fatti, ma la terra anche si cancella, non รจ una norma astratta assoluta senza una storia. Gesรน non giudica un caso, ma dice una parola ad una persona. Questa รจ una legge a servizio dellโuomo, una legge che รจ per lโuomo e non contro lโuomo. Gesรน si abbasserร sempre di piรน, fino ad entrare nella profonditร della terra, fino a liberare lโuomo dallโabisso della morte perchรฉ possa vivere in piedi, da figlio che guarda il volto del Padre, che si rimette in relazione con Lui e vive della Sua volontร .
“Chi di voi รจ senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. Gli interlocutori perรฒ non hanno ancora capito, insistono e Gesรน li provoca per fare un altro esercizio interiore e cioรจ provare a mettersi al posto della donna. Eโ facile applicare senza misericordia la legge agli altri, ma quando la legge giudica noi? โChi รจ senza peccato scagli la prima pietraโ. Quando colui che รจ in questione sono io la legge subito si umanizza, diventa subito a misura dโuomo. Il problema non รจ solo il peccato di lei, ma il peccato di tutti e Gesรน รจ come se chiedesse ai suoi interlocutori di prendersi la responsabilitร di uccidere colei che accusano. Lโunico testimone del peccato altrui puรฒ essere solo chi รจ senza peccato, chi non ha lo sguardo oscurato dal peccato. โSe tu non arrivi a versare lacrime sui tuoi peccati โ dice Giovanni Climaco -, piangi almeno per non esservi giunto!โ. Tale rivelazione della propria miseria, del proprio peccato รจ frutto di una vera e propria grazia di Dio. Davanti alla risposta di Gesรน, pur di non riconoscere pubblicamente il loro peccato, se ne vanno via tutti. Lโunica assolta alla fine sarร la donna, gli altri se ne vanno con i loro peccati.
โva’ e d’ora in poi non peccare piรนโ. Gesรน non nega che ci sia il peccato in quello che la donna ha fatto e sa che fa per primo male a lei, ma concepisce la legge a servizio dellโuomo non contro lโuomo. La legge sta al servizio, ai piedi dellโuomo, non lo sovrasta, รจ lรฌ per essergli di liberazione. Gesรน, rimasto ora solo con la donna, la interpella, le fa dire qualcosa, non รจ piรน un caso, ma una persona e fa pronunciare a lei lโesito del giudizio: โnessuno ti ha condannata?โ โnessuno Signoreโ. SantโAgostino lapidariamente commenta: โRimasero in due: la misera e la misericordiaโ. Lui e lei, lโinnocente e la colpevole, sono posti lโuno di fronte allโaltra, con sguardi incrociati della sorpresa, ma in realtร raccolti dal segno della misericordia. Il giudizio non mi viene da un altro ma siamo noi a giudicarci nella misura in cui ci mettiamo davanti a Lui. Gesรน mette il sigillo โneanche io ti condannoโ (Gv3,17 โDio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perchรฉ il mondo si salvi per mezzo di luiโ).
Gesรน rimette nel giusto ordine gli elementi: una legge che รจ per lโuomo e non contro lโuomo, per la sua libertร , ma per questo Gesรน pagherร con la vita. Nel Vangelo di Giovanni (in 8,59 e 10,31) Gesรน รจ minacciato di lapidazione e alla fine pagherร con la vita, nel dono di se sulla croce, questa liberazione dellโuomo.
- Pubblicitร -
Commento a cura delle Clarisse di S. Gata Feltrie
