Commento al Vangelo di domenica 31 Marzo 2019 – mons. Giuseppe Mani

- Pubblicità -

“Quest’uomo è amico dei peccatori e mangia con loro” Ecco l’accusa che fanno a Gesù: un profanatore del sacro. Si mescola con l’impuro. Nel Vangelo di Luca “E’ un mangione e un beone, un amico dei pubblicani e dei peccatori”. Si, Gesù si è fatto amico dei peccatori. Gesù amico degli uomini. Essere amico di qualcuno è amarlo.

E’ amare in Lui ciò che ha di unico, desiderare che l’altro sia ciò che egli è, che vada verso ciò a cui è chiamato. Un amico è qualcuno che si interessa all’avvenire del suo amico. L’amico comprende subito che l’altro non è un essere fatto, realizzato, ma un essere in divenire. Essere amico di qualcuno è amare in lui ciò che deve ancora divenire. L’amicizia di Gesù per i peccatori è un legame che riposa sulla fiducia e la speranza e che suscita la confidenza. Gesù ama in loro ciò che è ancora possibile in maniera che possa realizzare ciò che è possibile.

Non guarda gli uomini in ciò che hanno fatto di bene o di male, ma in ciò che essi sono o che possono essere o ciò che possono divenire. Colpevolezza e giustificazione. “Padre, dammi la mia parte di eredità”. Dammi la mia parte! Ma questo è il modo per uccidere il padre prima dell’ora della sua morte, perché domandi l’eredità sul campo! Il dramma del peccato in tante vite umane non è tutto in queste parole “Dammi la mia parte!”. Quando reclamiamo la nostra parte per noi soli non è l’ora dei conflitti, gli abbandoni, gli isolamenti? Il figlio va lontano ma si trova ben presto nelle difficoltà, nell’isolamento: non ha più niente e allora decide di ritornare a casa e ritrovando suo padre che lo accoglie a braccia aperte gli dice: “Io non son degno di essere chiamato tuo figlio, trattami come uno dei tuoi servitori”. Ma il padre non vede le cose così.

E’lì per festeggiare suo figlio, i baci, l’anello al dito, il sandali ai piedi, il vitello grasso, la musica. Il figlio maggiore che era a lavorare nei campi si rifiuta di entrare e il padre lo supplica di entrare nella sala della festa: “Tu, mio figlio sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo e tutto ciò che è tuo è mio, ma bisogna far festa perché tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. Il figlio giovane rappresenta il pubblicano e il peccatore e il maggiore il fariseo e lo scriba che recrimina e rimprovera. Tutti e due sono nella logica dell’avere e del fare: “Dammi” , “Tu non mi hai dato”; “ecco ciò che ha fatto”, Non sono più nel rapporto filiale ma di servitù.

E’ un rapporto al padre segnato dalla giustificazione (il figlio maggiore) e dalla colpevolizzazione (il figio minore). La logica del Padre è diversa, è la logica del Vangelo: cessare di colpevolizzarsi o di colpevolizzare gli altri, cessare di giustificarsi o di giustificare gli altri prendendosi nella logica della fede le proprie responsabilità di figli di Dio chiamati ad una giusta libertà. La logica del Padre non è dell’ordine del fare o dell’avere ma dell’essere vivo o morto, essere “con” o essere “separato”. Tempo di figli. Il Padre vuol essere con l’uno e con l’altro, con i farisei e i peccatori. Questa meravigliosa parabola è per i peccatori e per i giusti, Dice davvero la storia della salvezza perché apre un avvenire per ciascuno.

- Pubblicità -

Offre la grazia di una possibile conversione. Siamo chiamati a calmarci perché siamo passati dalla morte alla vita.Usciti da una relazione con Dio e con gli altri segnata dal marchio del male: il potere, il servizio, il salario, il calcolo, la gelosia, la retribuzione e la paura per entrare in una relazione di figli di famiglia, liberi, in una comunione feconda con il padre e con i fratelli, responsabili di questi legami di comunione col padre e con gli stessi fratelli. Se ci ritroviamo nella storia della salvezza dei due figli, pubblicani e peccatori è più facile restare in quella situazione che passare a quella di figli e fratelli. E’ il passaggio da operare è la scommessa di questa quaresima con la grazia di Dio.

Fonte – il sito di mons. Giuseppe Mani

Link al video

Altri Articoli
Related

Liturgia della Parola in LIS di giovedì 25 dicembre 2025

Le letture della Notte di Natale in LIS (Lingua...

Commento al Vangelo del 25 Dicembre 2025 – Sussidio Avvento CEI – Messa della Notte

«Un bambino è nato per noi» (Is 9,1-6) Tutta la...

p. Enzo Fortunato – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2025

Il commento al Vangelo del giorno a cura di...

padre Ezio Lorenzo Bono – Commento al Vangelo di lunedì 22 dicembre 2025

UN CANTO NEL GREMBO I. Cosa succede quando una donna...