Commento al Vangelo del 3 Marzo 2019 – Piccole Suore della Sacra Famiglia

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Lโ€™ALBERO BUONO, Lโ€™UOMO BUONO

In quel tempo, 39. Gesรน disse ai suoi discepoli una parabola: โ€œPuรฒ forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso?

Nel Vangelo di questa domenica riflettiamo sulla coerenza che il Signore chiede ai suoi discepoli. Egli mette in guardia circa i falsi maestri che anche oggi si ergono ad insegnare dallโ€™alto di presunte ideologie innovative ed esaltanti.

โ€œPuรฒ forse un cieco guidare un altro cieco?โ€: secondo lโ€™evangelista Luca, il cieco che pretende di insegnare ad un altro รจ il cristiano che condanna il fratello, lo giudica e non perdona. Chi non ha sperimentato la debolezza e il perdono successivo alla caduta, non riesce a capire la situazione degli altri. Chi si sente giusto impone pesanti fardelli agli altri, secondo una giustizia umana rigida e asfissiante. Quando pretendiamo di giudicare il mondo senza capirlo e amarlo, non siamo piรน luce, nรฉ sale, ma severi giudici che non rivelano il volto misericordioso di Dio.

Non possiamo nessuno dirci guida di un altro: lโ€™unica Guida รจ il Signore Gesรน, Luce del mondo, Via, Veritร  e Vita. Possiamo, perรฒ, essere suo riflesso, come uno specchio, e, se ci lasciamo toccare dalla Sua misericordia, possiamo donarla agli altri.

  1. Un discepolo non รจ piรน del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarร  come il suo maestro.

Impariamo da questo versetto del Vangelo ad ascoltare la voce di Dio e la Sua Parola. Non possiamo pensare di essere una luna che brilla piรน del sole โ€ฆ; non possiamo pensare di essere piรน intelligenti e piรน capaci del nostro Maestro.

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Il cristiano, immerso in una societร  difficile e contraddittoria, รจ soggetto alla tentazione di credere piรน giusto percorrere vie diverse da quelle indicate dal Signore. Puรฒ pensare che la propria intuizione sia migliore di quella che Egli rivela nel suo Vangelo. Gesรน non puรฒ che guidarci verso la vera Via e la vera Vita. รˆ necessario fare discernimento e poi affidarsi totalmente a Dio, nella fede. Scrive Trilussa nella sua poesia โ€œLa Fedeโ€:

Quela vecchietta cรจca che incontrai, / la notte che me sperzi in mezzo ar bosco, / me disse: โ€œSi la strada nun la sai, / te ciaccompagno io, chรฉ la conosco. / Si ciร i la forza de venimme appresso, /de tanto in tanto te darรฒ โ€˜na voce, / fino lร  in fonno, โ€˜ndรฒ ce sta un cipresso, / fino lร  in cima, โ€˜ndรฒ ce sta โ€˜na Croceโ€. / Io jโ€™arisposi: โ€œSรฌ, ma trovo strano, / che me possa guidร  chi nun ce vedeโ€ / La cรจca allora me pijรฒ pe mano / e sospirรฒ: โ€œCamminaโ€. Era la Fedeโ€.

In linguaggio poetico, Trilussa ha saputo esprimere lโ€™abbandono fiducioso che dobbiamo avere. Consideriamo,perรฒ, che il viaggio della vita non รจ una passeggiata in un bosco; la fede non รจ una certezza fisica o matematica. Dobbiamo, perciรฒ, fare un salto, perchรฉ Dio puรฒ chiedere di cambiare la nostra vita, di donargli parte di noi che, invece, vorremmo conservare. Per questo abbiamo bisogno di umile preghiera e di sincera disponibilitร  a lasciare che Dio intervenga e sovverta i nostri pensieri e le nostre vie, certi che non ci chiederร  mai nulla di superiore alle nostre forze.

  1. Perchรฉ guardi la pagliuzza che รจ nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che รจ nel tuo occhio?

Luca mette in guardia la sua comunitร  dal giudizio verso gli altri. Non dobbiamo indagare se gli altri osservano o no la legge. Non dobbiamo pensare che non siamo noi a dover cambiare, ma la societร , la parrocchia, il coniuge, la comunitร .

Capita di applicare la Parola del Signore ad una persona che, secondo noi, non la vive. Sappiamo noi quanta fatica sta facendo nel suo cammino? Invece di puntare il dito, cominciamo a pentirci della nostra vita incoerente.

Chiediamo allo Spirito Santo di aiutarci a capire quanto dobbiamo cambiare in noi stessi e apriamoci alla sua azione.

  1. Come puoi dire al tuo fratello: โ€œFratello, lascia che tolga la pagliuzza che รจ nel tuo occhioโ€, mentre tu stesso non vedi la trave che รจ nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo

Nel rapporto con i fratelli e le sorelle di fede dovremmo avere una tale confidenza da metterli in guardia riguardo a comportamenti da migliorare.

Evitiamo, perรฒ, di criticare senza prima fare autocritica, evitiamo di correggere prima di autocorreggerci.

Nella Chiesa, famiglia dei figli di Dio, dovremmo crescere nella correzione fraterna fatta come scambio reciproco di misericordia, nella serena tensione ad un cammino di adesione sempre maggiore a Gesรน. Spesso non accettiamo i limiti dellโ€™altro, perchรฉ non sappiamo accettare noi stessi con i nostri limiti, che vorremmo superare, ma che non siamo capaci di farlo.

โ€œIpocritaโ€: in questo caso il termine indica non โ€œfinzioneโ€, ma โ€œprotagonismoโ€: รจ lโ€™atteggiamento dellโ€™attore che nel teatro greco era il protagonista che rispondeva al coro. รˆ lโ€™atteggiamento del fariseo che, nella parabola di Luca, ritiene di essere โ€œa postoโ€, a differenza di colui che si batte il petto, riconoscendo il proprio stato di peccato. Il disprezzo dellโ€™altro va contro la misericordia e la bontร  di Dio.

โ€œPagliuzzaโ€: il termine gioca sulla somiglianza fra pagliuzza e frutto. Chi osserva la โ€œpagliuzzaโ€ (kรกrphos), non porta โ€œfruttoโ€ (karpรณs). Se osserviamo quello che gli altri fanno di male o di non bene, non potremo essere veri figli e fratelli. La misericordia, infatti, consiste nel dare agli altri la vita nuova che Dio ci dร  con il suo perdono, la sua accoglienza, il suo abbraccio di ripristino della nostra dignitร  dopo aver sbagliato.

  1. Non vi รจ albero buono che produca un frutto cattivo, nรฉ vi รจ d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. 44. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, nรฉ si vendemmia uva da un

Gesรน utilizza immagini molto semplici che tutti capiscono. La qualitร  di un albero si evince dal frutto che produce. Gli esperti di scienze naturali sanno capire dai semi, dalle foglie, dai frutti che si trovano per terra quale genere di pianta abbiano davanti.

Cosรฌ noi, se abbiamo sentimenti buoni, se coltiviamo pensieri di bontร  e di fiducia, se il nostro comportamento รจ frutto di assimilazione della Parola di Dio produrremo frutti di vita eterna e saremo testimoni dellโ€™Amore. Le nostre azioni sono espressione della nostra persona, scaturiscono dalla nostra identitร .

โ€œAlberoโ€: รจ un richiamo allโ€™albero del bene e del male (cfr. Genesi 3,6), nel paradiso terrestre, che รจ diventato un principio della morte. รˆ un richiamo, inoltre, al legno della croce da cui รจ scaturito il frutto della salvezza, del sacrificio di Cristo. Allโ€™albero della morte si contrappone lโ€™albero della vita, che guarisce da ogni male e dร  sempre frutti buoni (cfr. Apocalisse 22,1).

โ€œUvaโ€: nel linguaggio biblico lโ€™uva rappresenta la pienezza della vita. Possiamo ricevere solo da Cristo, che รจ la vera vite (cfr. Giovanni 15,1) e portare, grazie a Lui, frutti.

โ€œRovoโ€: questa pianta รจ cara a Luca perchรฉ richiama Mosรฉ che ebbe la rivelazione di Dio al roveto ardente: โ€œL’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardรฒ ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. Mosรจ pensรฒ: โ€œVoglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perchรฉ il roveto non brucia?โ€. Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamรฒ dal roveto e disse: โ€œMosรจ, Mosรจ!โ€. Rispose: โ€œEccomi!โ€ (Esodo 3,2-4).

  1. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciรฒ che dal cuore sovrabbondaโ€.

Tutti sanno riconoscere se una persona รจ buona dal fatto che ripete continuamente gesti buoni. Se ci lasciamo possedere dalla misericordia di Dio e dalla sua caritร , diventeremo segno della Sua presenza. รˆ necessario che si lasciamo purificare e trasformare il cuore, affinchรฉ diventi un cuore di carne, pieno di misericordia verso noi stessi (quanto รจ difficile perdonare se stessi!) e verso i fratelli che sbagliano: โ€œVi darรฒ un cuore nuovo, metterรฒ dentro di voi uno spirito nuovo, toglierรฒ da voi il cuore di pietra e vi darรฒ un cuore di carneโ€ (Ezechiele 36,26).

Dobbiamo metterci dal punto di vista di Dio, che vede con misericordia ciascuno di noi, che non si spaventa della miseria umana. Egli scruta le intimitร  dellโ€™anima e sa vedere la possibilitร  di ravvedimento, di superamento, di conversione che cโ€™รจ nel profondo di ognuno. Da Lui scaturisce la forza per una novitร  di vita: โ€œEcco, io faccio una cosa nuova:proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?โ€ (Isaia 43,19).

โ€œEcco, io sono il Signore Dio di ogni essere vivente; qualcosa รจ forse impossibile per me?โ€ (Geremia 32,27). Non cโ€™รจ โ€œterremotoโ€ che tenga: Dio puรฒ ricostruire un castello dalle rovine di una casa, Dio puรฒ rifare un vaso dai cocci, Dio puรฒ trasformare un albero cattivo in uno buono. Se lasciamo fare a Dio, se ci sentiamo accolti, amati, perdonati, rigenerati, se ci affidiamo totalmente a Lui, Egli farร  della nostra vita un capolavoro. Dio non รจ limitato dalla nostra situazione, Egli รจ onnipotente: โ€œNulla รจ impossibile a Dioโ€ (Luca 1,37).

Suor Emanuela Biasiolo

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