Il commento alle letture di domenica 20 gennaio 2019 a cura di don Enzo Pacini cappellano del carcere ยซLa Dogaiaยป di Prato.
Le nozze di Cana, unโaltra epifania

La liturgia di questa seconda domenica del tempo ordinario, in questo anno liturgico, si pone in continuitร con la festa del battesimo del Signore appena celebrata e ci permette di ritrovare lโunitarietร dei tre momenti che anticamente erano celebrati nella festa dellโEpifania e della quale si trova ancora oggi traccia nellโantifona al Magnificat dei Vespri, dove si ricorda che ยซtre prodigi celebriamo in questo giorno santo: oggi la stella ha guidato i Magi al presepio, oggi lโacqua รจ cambiata in vino alle nozze, oggi Cristo รจ battezzato da Giovanni nel Giordanoยป.
Anche oggi, quindi, come nelle domeniche precedenti, viene celebrata un manifestazione di Cristo, come sottolinea chiaramente lโevangelista alla fine del brano (Gv 2,1-11), ma con alcune particolaritร , rispetto alle altre. ร vero che anche al momento dellโarrivo dei Magi e del Battesimo non si assiste ad una manifestazione strombazzata, ma sempre avvolta da un velo di mistero: gli inaspettati visitatori con i loro doni cosรฌ allusivi, cosรฌ come nel Battesimo il Cristo รจ indistinto nella folla al punto che Giovanni pone qualche obiezione (cf. Mt 3,14), ma qui, per certi versi, ancora di piรน. Se รจ vero che la manifestazione di Cristo รจ assai netta perchรฉ produce un fatto nuovo, il buon vino che tutti possono gustare, รจ vero che solo pochi ne conoscono davvero lโorigine, i servi che a loro volta, dietro la spinta di Maria, hanno fatto quello che lui ha detto loro.
Ecco, ancora una volta, quellโintreccio fra luce e ombra, fra parola e silenzio, fra comprensione e incomprensione, che sarร caratteristica del vangelo di Cristo, tipico delle parabole, dove allโimmediatezza del linguaggio, alla portata di tutti, non corrisponde sempre una vera comprensione; dove sembra (anzi il Vangelo lo afferma direttamente) che Cristo faccia apposta a non farsi capire (cf. Mc 4,11-12). Il fatto รจ che la manifestazione di Cristo come Signore o Messia, non puรฒ essere trattata come un assioma teologico o intellettuale, teso a dimostrare una veritร , a provocare un convincimento, come un sillogismo filosofico o una dimostrazione matematica.
Essa nasce allโinterno di un contesto, che non รจ neppure la buona disposizione, la fede, o la volontร dellโuomo, altrimenti sarebbe una sorta di prodotto proprio. Credo che sia lโesperienza della propria povertร , quellโhabitat nel quale la manifestazione di Cristo come Signore e Messia, parola nuova, vino nuovo per la nostra tristezza, possa rivelarsi. Eโ lโambito dellโinvocazione, propria o fatta da un intercessore, come nel caso della madre: ยซnon hanno piรน vino. Non hanno piรน vita. Non hanno piรน speranzaยป.
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Anche qui la manifestazione di Cristo non si esaurisce nel rifornire le scorte, nel riempire i vuoti che si producono nelle nostre storie. Lui stesso finirร per svuotare se stesso (cf. Fil 2,7) nella sua ora che non รจ questa, ma che in qualche modo viene anticipata, e non si limiterร a risolvere un problema, a far tirare un sospiro di sollievo a chi รจ in difficoltร . Lรฌ darร il suo sangue che, non a caso, sarร associato allโacqua, sgorgante dal suo costato (cf. Gv 19,34), acqua che possiederร una forza nuova. Non sarร , come oggi, segno di tristezza, di inadeguatezza, di limite, ma di vita, di nuova possibilitร , di quello Spirito che, nella comunitร , si esprimerร con doni e carismi (1Cor 12,4-11; 2a lettura), rendendo ogni credente collaboratore, testimone, amico delโunico Sposo.
QUI TUTTI I COMMENTI AL VANGELO DI DON ENZO
ALTRO COMMENTO
“Venuto a mancare il vino, la madre di Gesรน gli disse: ยซNon hanno vinoยป”.
Tutti ci cercano per quello che abbiamo, ma chi ti vuole davvero bene non tiene da conto di ciรฒ che hai, ma di ciรฒ che ti manca. L’amore vero รจ prendere a cuore la mancanza dell’altro, perchรจ in quella mancanza si gioca il meglio e il peggio della vita. Sono infatti le nostre mancanze la causa prima dei nostri peccati, ma sono altresรฌ proprio le mancanze i punti di svolta dei grandi santi. Ritrovare il vino che manca non serve a riempire un vuoto, ma a cambiarne la sostanza.
Gesรน non crea il vino dal nulla, ma cambia l’acqua in vino, cioรจ prende ciรฒ che c’รจ e a partire da questo opera un cambiamento radicale. Quello che fino a ieri ti faceva peccare puรฒ cominciare ad essere il punto di forza della tua santitร . Assurdo! Ma questo รจ il miracolo: il Signore รจ l’unico che puรฒ prendere sul serio la mia mancanza e trasformarla in santificazione.
Da cosa ce ne accorgiamo? Dal fatto che cominciamo a sentire un’inspiegabile letizia che non trova altra ragione se non nella Grazia di Dio.
