Non รจ un caso che il giorno dopo la celebrazione del Natale la liturgia ci inviti a fare memoria del martire Stefano. Questa scelta sottolinea lo stretto legame tra incarnazione e martirio: come il Signore, il giusto in un mondo di ingiustizia, รจ stato perseguitato e messo a morte, cosรฌ รจ la sorte del suo discepolo.
Stefano apparteneva alla prima comunitร cristiana di Gerusalemme: accusato di avere un atteggiamento sovversivo nei confronti della Legge e del tempio lasciรฒ che i suoi accusatori lo uccidessero senza opporre violenza a violenza. Egli ci mostra che essere cristiani significa sapere di percorrere questa via, perchรฉ lโavversione รจ il caro prezzo della fedeltร nella sequela di Cristo. Nella sua vita Gesรน รจ stato intimamente solitario. Nessuno gli รจ stato accanto realmente. Nessuno ha condiviso i suoi pensieri e nessuno lo ha aiutato nella sua opera. No, ma Gesรน ha radunato e attratto attorno a sรฉ quanti volevano appartenergli piรน da vicino. E ancora dopo la sua morte uomini e donne continuano a mettersi in cammino dietro al Signore per vivere lโEvangelo e nientโaltro: โChi avrร perduto la sua vita a causa mia la troverร โ (Mt 10,39). Il destino e la grandezza di ogni discepolo รจ racchiuso in queste parole. Quando leggiamo lโEvangelo abbiamo lโimpressione che coloro che seguono Gesรน non riescano a comprendere fino in fondo. Ricorrono continuamente situazioni che ci mostrano come il Maestro si trovasse solitario tra loro.
Il discepolo non si distingue per le sue capacitร , ma per il fatto che Gesรน lo ha semplicemente scelto, chiamato e inviato per portare frutto. Inviato in quanto non parla da se stesso, non parla in ragione di conoscenza ed esperienza propria, ma della Parola e del mandato di un altro, il Signore. Il Signore รจ il contenuto della sua vita e questo legame con Cristo provoca avversione e violenza: dallโessere consegnati ai potenti del momento fino allโodio da parte dei membri della propria famiglia, da parte delle persone piรน care. Questa parola รจ inquietante per ciascuno di noi, ci spaventa e ci fa vacillare. Non sappiamo fino a che punto la nostra sequela troverร ostacoli in vita, non siamo noi a deciderlo, non possiamo calcolarlo nรฉ prevederlo, dobbiamo solo essere pronti. Anche per questo dobbiamo guardare a Gesรน stesso per capire come comportarci, Lui stesso ci forma ad una modalitร di risposta. Egli non ha voluto salvare se stesso ma ha continuato fino alla fine a perseverare nellโamore, a compiere il bene opponendosi ad ogni forma di violenza. Cosรฌ ha speso la sua vita perdendola totalmente e per questo amore vissuto fino alla fine ha riavuto la vita dal Padre per sempre. Solo โchi avrร perseverato fino alla fine sarร salvatoโ. Puรฒ bastare questa promessa per noi cosรฌ incapaci di perseveranza, continuamente preda di false promesse piรน allettanti? Certamente non contando solo sulle nostre forze. Noi da soli non sappiamo essere fedeli, soltanto il Signore รจ veramente fedele. In Lui, che non ci ha lasciati orfani ma ci ha donato il suo Spirito che รจ Spirito di forza, coraggio, perseveranza, in Lui e con il suo Spirito possiamo ogni giorno lottare per ricominciare e ritornare a seguire il Signore perchรฉ sia Lui a vivere in e con noi.
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Mt 10, 17-22
Dal Vangelo secondoย Matteo
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi apostoli:
ยซGuardatevi dagli uomini, perchรฉ vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perchรฉ vi sarร dato in quell’ora ciรฒ che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma รจ lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farร morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrร perseverato fino alla fine sarร salvatoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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