IV Domenica di Avvento – Anno C
Il Natale รจ ormai imminente. Anche questo Avvento รจ in qualche modo โvolato viaโ. Rapidamente, come rapido, forse troppo rapido รจ il passare dei nostri giorni. E cosรฌ lo abbiamo forse un poโ โbruciatoโ, esattamente come rischiamo di โbruciareโ i nostri giorni. Corriamo sempre il rischio di viverli spogliati di senso. A volte forse ci capita, piรน passano gli anni, che prima di alzarci, sorga spontanea la domanda: ma che senso ha la vita che faccio, con tutti i sacrifici che mi chiede?
Cโรจ quasi un ritornello nella II lettura, tratta dalla Lettera agli Ebrei, un tempo attribuita a San Paolo: โNon hai voluto nรฉ sacrificio, nรฉ offertaโฆNon hai gradito nรฉ olocausti nรฉ sacrificiโฆNon hai voluto e non hai gradito nรฉ sacrifici, nรฉ offerte, nรฉ olocausti, nรฉ sacrificiโฆโ. E noi, bravi cristiani, pensiamo spesso, invece, che il Signore non voglia da noi altro che sacrifici. Invece lโautore della Lettera conclude mettendo sulla bocca di Cristo le parole rivolte al Padre: โAllora un corpo mi hai preparatoโฆ e ho detto: Ecco io vengo per fare la tua volontร โ.
Mi hai preparato un corpo perchรฉ fosse dato. Non dobbiamo cercare sacrifici da offrire. Certo รจ vero che, ordinariamente, non pensiamo proprio ad offrire sacrifici a Dio. Ma a chi offriamo il nostro corpo? โPer fare la tua volontร โ dice Gesรน. Nel vangelo di Giovanni dirร ; โIl mio cibo รจ fare la volontร del Padreโ. Di questo si nutre. Qui attinge vita. Come si fa ad attingere vita dalla volontร di un altro? Semplicemente perchรฉ lui รจ il Padre, colui esattamente che dร la vita. In un certo senso non ci vuole molto per mettere al mondo qualcuno (anche se sembra che ai nostri giorni diventi sempre piรน difficile!). Certamente invece รจ tuttโaltra cosa il far sรฌ che colui che abbiamo messo al mondo diventi veramente un figlio che viene alla luce. Figlio e luce presi qui nel senso piรน forte. Questa รจ la volontร del Padre: che diventiamo, anno dopo anno, figli che vengono alla luce. Niente di strano, niente di estraneo o lontano, niente di temibile in questa volontร . Al contrario, proprio nella volontร del Padre troviamo la veritร di noi stessi. Questo vuole un vero padre e questo vuole il Padre-Dio da ciascuno di noi. Ma la veritร di noi stessi sta in una vita vissuta nellโamore. Questo il Padre ci offre e questo ci chiede, perchรฉ piena sia la nostra vita. โSono venuto perchรฉ abbiano la vita e lโabbiano in abbondanzaโ dice Gesรน ancora nel Vangelo di Giovanni. โNoi siamo stati santificati per mezzo dellโofferta del corpo di Gesรน Cristo.โ Cioรจ dal suo amore. Un corpo appunto preparato per essere dato, per amore.
โAvvenga per me secondo la tua parolaโ dice Maria nelle parole del versetto allโAlleluia che ha preceduto il Vangelo. Maria offre il suo corpo perchรฉ sia abitato dal Figlio di Dio (senza sapere bene che cosa voglia dire, come ogni madre e padre per il loro figlio). E consegna a questa volontร di Dio, che lei fa totalmente propria, la sua esistenza. Andrร capendo lungo tutta la sua vita quale ne รจ il senso, confermando giorno dopo giorno il suo Sรฌ, fatto una volta per sempre, come โuna volta per sempreโ รจ stata lโofferta del corpo di Gesรน Cristo, sempre secondo la Lettera agli Ebrei che abbiamo ascoltato.
Nel Vangelo di oggi il suo Sรฌ รจ allโappello, implicito, che le viene dallโavvicinarsi del parto della cugina Elisabetta. Maria รจ incinta, ma va. โIn frettaโ dice lโevangelista Luca. Per un centinaio di chilometri di montagna. Non pensa a se stessa, al compito che le รจ stato affidato. Sa che Elisabetta ha bisogno di una mano e allora va. Questa รจ la volontร del Padre che si viva e manifesti lโamore tra noi.
- Pubblicitร -
Nella nostra piccolezza. Maria non dice che Dio ha guardato lโumiltร della sua serva. Sarebbe quasi vantarsi della propria umiltร . Diceva uno scrittore francese del secolo scorso, G. Bernanos: โNessuno รจ vissuto, ha sofferto, รจ morto cosรฌ semplicemente e in unโignoranza altrettanto profonda della propria dignitร . Una dignitร che pure la innalza al di sopra degli angeliโ. Maria invece parla della sua tapinitร , della sua piccolezza, del suo essere quasi un nulla, come piccola, quasi un nulla veniva definita nella I lettura Betlemme, scelta da Dio perchรฉ vi nasca suo Figlio. Dio guarda con amore la nostra piccolezza. Non cerchiamo di diventare grandi e nemmeno di apparire tali in un ambito o nellโaltro, come spesso facciamo Ma viviamo ogni giorno in ogni piccola cosa di ogni giorno, tutta la grandezza dellโamore di cui siamo capaci.
Questo รจ offrire il nostro corpo. Questo รจ fare la volontร di Dio. Qui la nostra pienezza.
Compagnia di Gesรน – Fonte

