Monastero di Bose – Commento al Vangelo del 23 Novembre 2018

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Gesรน entra nel tempio. รˆ il primo luogo dove si reca dopo essere entrato in Gerusalemme alla fine del suo viaggio.

Da poco cโ€™era stato lโ€™ingresso nella cittร  e la folla aveva lodato Dio a gran voce per i prodigi che aveva visto compiere, aveva cantato: โ€œBenedetto colui che viene, il re, nel nome del Signoreโ€ (Lc 19,38).

In questo clima festoso, dove stonano solo le critiche dei farisei, ci troviamo di fronte a una scena che ci puรฒ sorprendere. Gesรน con un gesto dโ€™ira scaccia i venditori che si trovavano allโ€™interno del tempio. Sebbene la versione di Luca sia piuttosto parca di dettagli, in Marco troviamo tavoli rovesciati e sedie a terra, e un Gesรน che impedisce alla gente, che usava il tempio come scorciatoia, di passare.

Ci viene presentato qui un Gesรน passionale che reagisce con rabbia al vedere snaturato il luogo che ama, il luogo dove dovrebbe abitare la presenza del Signore e dove, con attenzione e consapevolezza, bisognerebbe avvicinarsi per ricevere insegnamento e consolazione.

Invece trova un mercato del sacro, dove la gente andava per avere la valuta necessaria per comprare gli animali per i sacrifici prescritti, ma in questo vociante commercio cโ€™รจ una distorsione del significato, cโ€™รจ implicita la tentazione di sentirsi โ€œa postoโ€ se si compiono i riti prescritti, cโ€™รจ chi approfitta della gente che viene da lontano per trarre dei guadagni che nulla c’entrano con il culto.

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Cโ€™รจ un uomo che sa che la sua vita sta per volgere al termine, sa che solo se verrร  colta la sostanza del suo insegnamento la sua morte potrร  essere feconda di senso.

Cโ€™รจ la rabbia di chi sa quanto รจ semplice arrendersi di fronte al sentimento dellโ€™impotenza, di non poter far nulla per cambiare la situazione presente, e lotta con i mezzi che ha per affermare che per lui non รจ cosรฌ.

Cโ€™รจ chi si trova a suo agio nel giร  noto e nel non mettersi in discussione e considera una minaccia chi offre un insegnamento diverso, e arriva a progettarne la morte, come i capi degli scribi e del popolo.

E cโ€™รจ la folla, cโ€™รจ chi aspettava da tempo una parola che gli fosse rivolta, che desse un senso e una prospettiva, cโ€™รจ chi era stato guarito, cโ€™รจ chi aveva lasciato tutto e lโ€™aveva seguito.

Tutti costoro pendevano dalle sue labbra, bevevano dalla sorgente di acqua viva e facevano proprie quelle parole per ricordarle tempo dopo, e traghettarle fino ai nostri giorni.

Perchรฉย lโ€™insegnamento di Gesรน non chiedeva soldi o riti, offriva una strada e offriva una coerenza a caro prezzo. Quella coerenza che รจ alla radice di un gesto che puรฒ sembrare eccessivo o politicamente inopportuno o forse anche un poโ€™ folle.

Gesรน non sceglie mai posizioni di comodo, non fugge di fronte ai conflitti perchรฉ sa che lโ€™amore per il Signore non รจ negoziabile se non snaturandolo.

E insegna, insegna ogni giorno, prima di tutto con la vita e poi con le parole. Eย il suo insegnamento non รจ tiepido, incolore, ma sa scuotere, inquietare e porta a porci domande. Non ci presenta un galateo di buoni propositi, ma ci propone un cammino di vita senza sconti e per questo ancora oggi eloquente.

sorella Elisabetta

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Lc 19, 45-48
Dal Vangelo secondoย Luca

In quel tempo, Gesรน, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: ยซSta scritto: “La mia casa sarร  casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladriยป.
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e cosรฌ anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perchรฉ tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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