Visita Ufficiale di Papa Leone XIV al Presidente della Repubblica Italiana, On. Sergio Mattarella

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Il Discorso di Papa Leone XIV al Quirinale fornisce una panoramica essenziale e toccante della relazione tra la Sede di Pietro e lโ€™Italia, rinnovando il forte legame di amicizia sincera e fattiva mutua collaborazione tra la Santa Sede e il Popolo italiano.

Pronunciato in un Palazzo storicamente legato alla Chiesa Cattolica e alla memoria di numerosi Pontefici, l’intervento di Papa Leone XIV non si limita a celebrare i cordiali rapporti bilaterali, ma si addentra nelle radici storiche, religiose e culturali che costellano la Penisola, visibili ad esempio nelle innumerevoli chiese e campanili, definiti come “scrigni dโ€™arte e di devozione”.

Il Pontefice ha espresso viva gratitudine per l’impegno profuso dalle Autoritร  italiane in occasioni ecclesiali di risonanza universale, come la morte del suo venerato Predecessore, Papa Francesco, e per lโ€™efficiente organizzazione e accoglienza offerta ai pellegrini durante lo svolgersi dellโ€™Anno Giubilare, visto come un segno di speranza.

Un punto cruciale del discorso รจ la riaffermazione dell’importanza della reciproca distinzione degli ambiti tra Chiesa Cattolica e Stato Italiano, base per una collaborazione che mira al bene comune e pone la dignitร  inviolabile della persona umana al primo posto.

Papa Leone XIV ha affrontato inoltre le sfide globali, richiamando con urgenza lโ€™impegno per la pace a fronte delle guerre che devastano il pianeta, e lodando il lavoro del Governo italiano in favore delle situazioni di disagio, come l’assistenza ai bambini di Gaza. Ha anche richiamato l’attenzione sulla crisi demografica e la necessitร  di sostenere la famiglia e la tutela della vita in tutte le sue fasi. In conclusione, il Papa ha incoraggiato gli italiani a riscoprire la ricchezza “spesso umile e nascosta” del Paese, invitando a far tesoro delle tradizioni e a non lasciarsi affascinare da “modelli massificanti e fluidi”.

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Attraverso i seguenti paragrafi, esploreremo in dettaglio i punti salienti di questo fondamentale discorso, che spazia dal multilateralismo alla cura della “casa comune” nel ricordo di San Francesco dโ€™Assisi.

VISITA UFFICIALE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA, ON. SERGIO MATTARELLA

DISCORSO DEL SANTO PADRE LEONE XIV

Palazzo del Quirinale
Martedรฌ, 14 ottobre 2025

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Signor Presidente,

La ringrazio per le gentili parole che mi ha indirizzato e per lโ€™invito a venire qui, al Quirinale, Palazzo a cui tanto sono legate la storia della Chiesa Cattolica e la memoria di numerosi Pontefici.

Come Vescovo di Roma e Primate dโ€™Italia, per me รจ significativo rinnovare, con questa visita, il forte legame che unisce la Sede di Pietro al Popolo italiano, che Lei rappresenta, nel quadro dei cordiali rapporti bilaterali che intercorrono tra lโ€™Italia e la Santa Sede, stabilmente improntati a sincera amicizia e fattiva mutua collaborazione.

Si tratta, del resto, di un felice connubio che ha le sue radici nella storia di questa Penisola e nella lunga tradizione religiosa e culturale di questo Paese. Ne scorgiamo i segni ad esempio nelle innumerevoli chiese e nei campanili che ne costellano il territorio, spesso veri e propri scrigni dโ€™arte e di devozione, in cui la creativitร  innata di questo Popolo, unita alla sua fede genuina e solida, ci ha consegnato la testimonianza di tanta bellezza: artistica, certamente, ma soprattutto morale e umana.

Colgo lโ€™occasione del nostro incontro per esprimere la viva gratitudine della Santa Sede per quanto le Autoritร  italiane hanno fatto e continuano a fare in occasione di vari e impegnativi eventi ecclesiali con baricentro a Roma e risonanza universale.

Mi preme in particolare manifestare riconoscenza per lo sforzo profuso a vari livelli nella circostanza della morte del mio venerato Predecessore, Papa Francesco. Proprio qui, al Quirinale, egli aveva detto: ยซLe mie radici sono in questo Paeseยป (Discorso nella Visita Ufficiale al Presidente della Repubblica Italiana, 10 giugno 2017), e certamente il suo amore per la terra e il Popolo italiani ha trovato in quei giorni una risposta toccante e calorosa, che si รจ manifestata anche nel grande e accorto impegno compiuto durante il successivo Conclave per lโ€™elezione del nuovo Pontefice.

Ancora voglio dire un sentito โ€œgrazieโ€ a Lei, Signor Presidente, e al Paese intero per la bella testimonianza di accoglienza, nonchรฉ di efficiente organizzazione, che lโ€™Italia da mesi sta offrendo, durante lo svolgersi dellโ€™Anno Giubilare, sotto diversi aspetti โ€“ logistica, sicurezza, predisposizione e gestione di infrastrutture e di servizi, e molto altro โ€“, aprendo le sue braccia e mostrando il suo volto ospitale a tanti pellegrini che affluiscono qui da ogni parte del mondo. La Chiesa universale sta celebrando il Giubileo della speranza. Papa Francesco, nella Bolla Spes non confundit, con cui lo indiceva nel maggio 2024, sottolineava lโ€™importanza di ยซporre attenzione al tanto bene che รจ presente nel mondo per non cadere nella tentazione di ritenerci sopraffatti dal male e dalla violenzaยป (n. 7). Penso che la bella sinergia e collaborazione, che stiamo vivendo in questi giorni, costituisca giร  da sรฉ un segno di speranza per tutti coloro che con fede vengono a varcare la Porta Santa e a pregare sulle tombe di Pietro e degli Apostoli.

Tra pochi anni celebreremo il centenario dei Patti Lateranensi. A maggior ragione mi sembra giusto ribadire, in proposito, quanto sia importante la reciproca distinzione degli ambiti, a partire dalla quale, in un clima di cordiale rispetto, la Chiesa Cattolica e lo Stato Italiano collaborano per il bene comune, a servizio della persona umana, la cui dignitร  inviolabile deve sempre stare al primo posto nei processi decisionali e nellโ€™agire, a tutti i livelli, per lo sviluppo sociale, specialmente per la tutela dei piรน fragili e bisognosi. A tale scopo lodo e incoraggio il reciproco impegno a improntare ogni collaborazione alla luce e nel pieno rispetto del Concordato del 1984.

Come purtroppo appare evidente, viviamo tempi in cui, assieme a tanti segni di speranza, molte sono le situazioni di grave sofferenza che feriscono lโ€™umanitร  a livello mondiale e richiedono risposte urgenti e al tempo stesso lungimiranti.

Il primo impegno che, in proposito, desidero richiamare, รจ quello per la pace. Sono numerose le guerre che devastano il nostro pianeta, e guardando le immagini, leggendo le notizie, ascoltando le voci, incontrando le persone che ne sono dolorosamente colpite riecheggiano forti e profetiche le parole dei miei Predecessori. Come non ricordare il monito inoppugnabile quanto ignorato di Benedetto XV, durante il primo conflitto mondiale (cfr Lettera ai Capi dei Popoli belligeranti, 1ยฐ Agosto 1917)? E, alla vigilia del secondo, quello del Venerabile Pio XII (cfr Radiomessaggio ai Governanti e ai Popoli nellโ€™imminente pericolo della guerra, 24 agosto 1939)? Guardiamo i volti di quanti sono travolti dalla ferocia irrazionale di chi senza pietร  pianifica morte e distruzione. Ascoltiamo il loro grido e ricordiamo, con il santo Papa Giovanni XXIII, che ยซogni essere umano รจ persona, cioรจ una natura dotata di intelligenza e di volontร  libera; e quindi รจ soggetto di diritti e di doveri che scaturiscono immediatamente e simultaneamente dalla sua stessa natura: diritti e doveri che sono perciรฒ universali, inviolabili, inalienabiliยป (Lett. enc. Pacem in terris, 11 aprile 1963, 5). Rinnovo pertanto lโ€™appello accorato affinchรฉ si continui a lavorare per ristabilire la pace in ogni parte del mondo e perchรฉ sempre piรน si coltivino e si promuovano i principi di giustizia, di equitร  e di cooperazione tra i popoli che ne sono irrinunciabilmente alla base (cfr S. Paolo VI, Messaggio per la celebrazione della I Giornata della Pace, 1ยฐ gennaio 1968).

In merito, esprimo il mio apprezzamento per lโ€™impegno del Governo italiano in favore di tante situazioni di disagio legate alla guerra e alla miseria, in particolare nei confronti dei bambini di Gaza, anche in collaborazione con lโ€™Ospedale Bambino Gesรน. Si tratta di contributi forti ed efficaci per la costruzione di una convivenza dignitosa, pacifica e prospera per tutti i membri della famiglia umana.

A tale finalitร , poi, giova certamente il comune impegno che lo Stato Italiano e la Santa Sede hanno sempre profuso e continuano a porre in favore del multilateralismo. Si tratta di un valore importantissimo. Le sfide complesse del nostro tempo, infatti, rendono quanto mai necessario che si ricerchino e si adottino soluzioni condivise. Perciรฒ รจ indispensabile implementarne dinamiche e processi, richiamandone gli obiettivi originari, volti principalmente a risolvere i conflitti e a favorire lo sviluppo (cfr Francesco, Lett. enc. Fratelli tutti, 3 ottobre 2020, 172), promuovendo linguaggi trasparenti ed evitando ambiguitร  che possono provocare divisioni (cfr Id., Discorso ai Membri del Corpo Diplomatico, 9 gennaio 2025).

Ci prepariamo a celebrare, nellโ€™anno a venire, un importante anniversario: lโ€™ottavo centenario della morte di San Francesco dโ€™Assisi, Patrono dโ€™Italia, il 3 ottobre 1226. Questo ci offre lโ€™occasione per porre un accento sullโ€™urgente questione della cura della โ€œcasa comuneโ€. San Francesco ci ha insegnato a lodare il Creatore nel rispetto di tutte le creature, lanciando il suo messaggio dal โ€œcuore geograficoโ€ della Penisola e facendolo giungere, per la bellezza dei suoi scritti e la testimonianza sua e dei suoi frati, attraverso le generazioni fino a noi. Per questo, ritengo che lโ€™Italia abbia ricevuto in modo speciale la missione di trasmettere ai popoli la cultura che riconosce la terra ยซcome una sorella, con la quale condividiamo lโ€™esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue bracciaยป (Francesco, Lett. enc. Laudato siโ€™, 1).

Negli ultimi decenni assistiamo in Europa, come sappiamo, al fenomeno di un notevole calo della natalitร . Ciรฒ richiede impegno nel promuovere scelte a vari livelli in favore della famiglia, sostenendone gli sforzi, promuovendone i valori, tutelandone i bisogni e i diritti. โ€œPadreโ€, โ€œmadreโ€, โ€œfiglioโ€, โ€œfigliaโ€, โ€œnonnoโ€, โ€œnonnaโ€, sono, nella tradizione italiana, parole che esprimono e suscitano naturalmente sentimenti di amore, rispetto e dedizione, a volte eroica, al bene della comunitร  domestica e dunque a quello di tutta la societร . In particolare, vorrei sottolineare lโ€™importanza di garantire a tutte le famiglie il sostegno indispensabile di un lavoro dignitoso, in condizioni eque e con attenzione alle esigenze legate alla maternitร  e alla paternitร . Facciamo tutto il possibile per dare fiducia alle famiglie, soprattutto alle giovani famiglie, perchรฉ possano guardare serenamente al futuro e crescere in armonia.

In questo quadro si inscrive la fondamentale importanza, ad ogni livello, del rispetto e della tutela della vita, in tutte le sue fasi, dal concepimento allโ€™etร  avanzata, fino al momento della morte (cfr FrancescoDiscorso allโ€™assemblea plenaria della Pontificia Accademia per la Vita, 27 settembre 2021). Auspico che continui a crescere questa sensibilitร , anche per ciรฒ che riguarda lโ€™accessibilitร  delle cure mediche e dei medicinali, secondo le necessitร  di ciascuno.

Esprimo gratitudine per lโ€™assistenza che questo Paese offre con grande generositร  ai migranti, che sempre piรน bussano alle sue porte, come pure il suo impegno nella lotta contro il traffico di esseri umani. Si tratta di sfide complesse dei nostri tempi, di fronte alle quali lโ€™Italia non si รจ mai tirata indietro. Incoraggio a mantenere sempre vivo lโ€™atteggiamento di apertura e solidarietร . Al tempo stesso vorrei richiamare lโ€™importanza di una costruttiva integrazione di chi arriva nei valori e nelle tradizioni della societร  italiana, perchรฉ il dono reciproco che si realizza in questo incontro di popoli sia veramente per lโ€™arricchimento e il bene di tutti. In proposito, sottolineo quanto sia prezioso, per ciascuno, amare e comunicare la propria storia e cultura, con i suoi segni e le sue espressioni: piรน si riconosce e si ama serenamente ciรฒ che si รจ, piรน รจ facile incontrare e integrare lโ€™altro senza paura e a cuore aperto.

In proposito, cโ€™รจ una certa tendenza, in questi tempi, a non apprezzare abbastanza, a vari livelli, modelli e valori maturati nei secoli che segnano la nostra identitร  culturale, addirittura a volte pretendendo di cancellarne la rilevanza storica e umana. Non disprezziamo ciรฒ che i nostri padri hanno vissuto e ciรฒ che ci hanno trasmesso, anche a costo di grandi sacrifici. Non lasciamoci affascinare da modelli massificanti e fluidi, che promuovono solo una parvenza di libertร , per rendere poi invece le persone dipendenti da forme di controllo come le mode del momento, le strategie di commercio o altro (cfr Card. Joseph Ratzinger, Omelia nella Messa pro eligendo Romano Pontifice, 18 aprile 2005). Avere a cuore la memoria di chi ci ha preceduto, far tesoro delle tradizioni che ci hanno portato ad essere ciรฒ che siamo รจ importante per guardare al presente e al futuro con consapevolezza, serenitร , responsabilitร  e senso di prospettiva.

Signor Presidente, a Lei e, in Lei, a tutto il Popolo italiano voglio esprimere, in conclusione, il mio piรน vivo augurio di ogni bene. Lโ€™Italia รจ un Paese di una ricchezza immensa, spesso umile e nascosta, e che perciรฒ talvolta ha bisogno di essere scoperta e riscoperta. รˆ questa la bella avventura in cui incoraggio tutti gli italiani a lanciarsi, per attingervi speranza e affrontare con fiducia le sfide presenti e future. Grazie.

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