Videomessaggio del Santo Padre in occasione della 75.ma Sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (testo in italiano)

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Signor Presidente,

La pace sia con voi!

Saluto cordialmente lei, signor presidente, e tutte le delegazioni che partecipano a questa significativa settantacinquesima Assemblea Generale delle Nazioni Unite. In particolare, estendo i miei saluti al segretario generale, il signor Antรณnio Guterres, ai Capi di Stato e di Governo partecipanti, e a tutti coloro che stanno seguendo il dibattito generale.

Il settantacinquesimo anniversario dellโ€™ONU รจ unโ€™occasione per ribadire il desiderio della Santa Sede che questa organizzazione sia un vero segno e strumento di unitร  tra gli Stati e di servizio allโ€™intera famiglia umana[1].

Attualmente il nostro mondo รจ colpito dalla pandemia di Covid-19, che ha portato alla perdita di molte vite. Questa crisi sta cambiando il nostro stile di vita, sta mettendo in discussione i nostri sistemi economici, sanitari e sociali e sta mostrando la nostra fragilitร  come creature.

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La pandemia ci chiama, infatti, ยซa cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta. […]: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciรฒ che รจ necessario da ciรฒ che non lo รจยป[2]. Puรฒ rappresentare unโ€™opportunitร  reale per la conversione, la trasformazione, per ripensare il nostro stile di vita e i nostri sistemi economici e sociali, che stanno aumentando le distanze tra poveri e ricchi, a seguito di unโ€™ingiusta ripartizione delle risorse. Ma puรฒ anche essere una possibilitร  per una ยซritirata difensivaยป con caratteristiche individualistiche ed elitarie.

Ci troviamo quindi di fronte alla scelta tra uno dei due cammini possibili: uno conduce al rafforzamento del multilateralismo, espressione di una rinnovata corresponsabilitร  mondiale, di una solidarietร  fondata sulla giustizia e sul compimento della pace e lโ€™unitร  della famiglia umana, progetto di Dio per il mondo; lโ€™altro predilige gli atteggiamenti di autosufficienza, il nazionalismo, il protezionismo, lโ€™individualismo e lโ€™isolamento, escludendo i piรน poveri, i piรน vulnerabili, gli abitanti delle periferie esistenziali. E certamente recherร  danno alla comunitร  intera, essendo autolesionismo per tutti. E questo non deve prevalere.

La pandemia ha messo in evidenza lโ€™urgente necessitร  di promuovere la salute pubblica e di realizzare il diritto di ogni persona alle cure mediche di base[3]. Pertanto, rinnovo lโ€™appello ai responsabili politici e al settore privato affinchรฉ adottino le misure adeguate a garantire lโ€™accesso ai vaccini contro il Covid-19 e alle tecnologie essenziali necessarie per assistere i malati. E se bisogna privilegiare qualcuno, che sia il piรน povero, il piรน vulnerabile, chi generalmente viene discriminato perchรฉ non ha nรฉ potere nรฉ risorse economiche.

La crisi attuale ci ha anche dimostrato che la solidarietร  non puรฒ essere una parola o una promessa vana. Inoltre, ci mostra lโ€™importanza di evitare la tentazione di superare i nostri limiti naturali. ยซLa libertร  umana รจ capace di limitare la tecnica, di orientarla e porla al servizio di un altro tipo di progresso piรน sano, piรน umano, piรน sociale, piรน integraleยป[4]. Dovremmo anche tener conto di tutti questi aspetti nei dibattiti sul complesso tema dellโ€™intelligenza artificiale (IA).

Tenendo presente questo, penso anche agli effetti sul lavoro, settore destabilizzato da un mercato occupazionale sempre piรน guidato dallโ€™incertezza e dalla ยซrobotizzazioneยป generalizzata. รˆ particolarmente necessario trovare nuove forme di lavoro che siano davvero capaci di soddisfare il potenziale umano e che al tempo stesso affermino la nostra dignitร . Per garantire un lavoro dignitoso occorre cambiare il paradigma economico dominante che cerca solo di aumentare gli utili delle imprese. Lโ€™offerta di lavoro a piรน persone dovrebbe essere uno dei principali obiettivi di ogni imprenditore, uno dei criteri di successo dellโ€™attivitร  produttiva. Il progresso tecnologico รจ utile e necessario purchรฉ serva a far sรฌ che il lavoro delle persone sia piรน dignitoso, piรน sicuro, meno gravoso e spossante.

E tutto ciรฒ richiede un cambio di rotta, e per questo abbiamo giร  le risorse e abbiamo i mezzi culturali e tecnologici, e abbiamo la coscienza sociale. Tuttavia, questo cambiamento ha bisogno di un contesto etico piรน forte, capace di superare ยซla tanto diffusa e incoscientemente consolidata โ€œcultura dello scartoโ€ยป[5].

Allโ€™origine di questa cultura dello scarto cโ€™รจ una grande mancanza di rispetto per la dignitร  umana, una promozione ideologica con visioni riduzioniste della persona, una negazione dellโ€™universalitร  dei suoi diritti fondamentali, e un desiderio di potere e controllo assoluti che domina la societร  moderna di oggi. Chiamiamolo per nome: anche questo รจ un attentato contro lโ€™umanitร .

Di fatto, รจ doloroso vedere quanti diritti fondamentali continuano a essere impunemente violati. Lโ€™elenco di queste violazioni รจ molto lungo e ci rimanda la terribile immagine di unโ€™umanitร  violata, ferita, priva di dignitร , di libertร  e di possibilitร  di sviluppo. In questa immagine, anche i credenti religiosi continuano a subire ogni sorta di persecuzione, compreso il genocidio dovuto alle loro credenze. Tra i credenti religiosi anche noi cristiani siamo vittime: quanti soffrono in tutto il mondo, a volte costretti a fuggire dalle proprie terre ancestrali, isolati dalla loro ricca storia e dalla loro cultura.

Dobbiamo perรฒ anche ammettere che le crisi umanitarie sono diventate lo status quo, dove i diritti alla vita, alla libertร  e alla sicurezza personale non sono garantiti. Di fatto, i conflitti in tutto il mondo mostrano che lโ€™uso di armi esplosive, soprattutto in aree popolate, ha un impatto umanitario drammatico a lungo termine. In tal senso, le armi convenzionali stanno diventando sempre meno ยซconvenzionaliยป e sempre piรน ยซarmi di distruzione di massaยป, abbattendo cittร , scuole, ospedali, siti religiosi e infrastrutture e servizi di base per la popolazione.

Per di piรน, molti si vedono costretti ad abbandonare le loro case. Spesso, i rifugiati, i migranti e gli sfollati interni nei paesi di origine, transito e destinazione, soffrono abbandonati, senza opportunitร  di migliorare la loro situazione nella vita o nella loro famiglia. Fatto ancor piรน grave, in migliaia vengono intercettati in mare e rispediti con la forza in campi di detenzione dove sopportano torture e abusi. Molti sono vittime della tratta, della schiavitรน sessuale o del lavoro forzato, sfruttati in compiti umilianti, senza un salario equo. Tutto ciรฒ รจ intollerabile, ma oggi รจ una realtร  che molti ignorano intenzionalmente!

I tanti sforzi internazionali importanti per rispondere a queste crisi iniziano con una grande promessa, tra questi i due Patti Globali sui rifugiati e sulla migrazione, ma molti non hanno il sostegno politico necessario per avere successo. Altri falliscono perchรฉ i singoli Stati eludono le loro responsabilitร  e i loro impegni. Ciononostante, la crisi attuale รจ unโ€™opportunitร : รจ unโ€™opportunitร  per lโ€™ONU, รจ unโ€™opportunitร  per generare una societร  piรน fraterna e compassionevole.

Ciรฒ include il riconsiderare il ruolo delle istituzioni economiche e finanziarie, come quelle di Bretton-Woods, che devono rispondere al rapido aumento delle disuguaglianze tra i super ricchi e i permanentemente poveri. Un modello economico che promuova la sussidiarietร , sostenga lo sviluppo economico a livello locale e investa nellโ€™istruzione e nelle infrastrutture a beneficio delle comunitร  locali, fornirร  la base per il successo economico stesso e, al contempo, per il rinnovamento della comunitร  e della nazione in generale. E qui rinnovo il mio appello affinchรฉ ยซin considerazione delle circostanze […] si mettano in condizione tutti gli Stati, di fare fronte alle maggiori necessitร  del momento, riducendo, se non addirittura condonando, il debito che grava sui bilanci di quelli piรน poveriยป[6].

La comunitร  internazionale deve sforzarsi di porre fine alle ingiustizie economiche. ยซQuando gli organismi multilaterali di credito forniscono consulenza alle diverse nazioni, risulta importante tener presenti i concetti elevati della giustizia fiscale, i bilanci pubblici responsabili del loro indebitamento e, soprattutto, una promozione effettiva, e che li renda protagonisti, dei piรน poveri nella trama socialeยป[7]. Abbiamo la responsabilitร  di fornire assistenza per lo sviluppo alle nazioni povere e la riduzione del debito per le nazioni molto indebitate[8].

ยซUna nuova etica presuppone lโ€™essere consapevoli della necessitร  che tutti sโ€™impegnino a lavorare insieme per chiudere i rifugi fiscali, evitare le evasioni e il riciclaggio di denaro che derubano la societร , come anche per dire alle nazioni lโ€™importanza di difendere la giustizia e il bene comune al di sopra degli interessi delle imprese e delle multinazionali piรน potentiยป[9]. Questo รจ il tempo propizio per rinnovare lโ€™architettura finanziaria internazionale[10].

Signor Presidente,

Ricordo lโ€™occasione che ho avuto cinque anni fa di rivolgermi allโ€™Assemblea Generale nel suo settantesimo anniversario. La mia visita ha avuto luogo in un periodo di un multilateralismo veramente dinamico, un momento promettente e di grande speranza, immediatamente prima dellโ€™adozione dellโ€™Agenda 2030. Pochi mesi dopo, รจ stato anche firmato lโ€™accordo di Parigi sul cambiamento climatico.

Tuttavia, dobbiamo onestamente ammettere che, sebbene siano stati compiuti alcuni progressi, la scarsa capacitร  della comunitร  internazionale a mantenere le promesse fatte cinque anni fa mi porta a ribadire che ยซdobbiamo evitare qualsiasi tentazione di cadere in un nominalismo declamatorio con effetto tranquillizzante sulle coscienze. Dobbiamo aver cura che le nostre istituzioni siano realmente efficaci nella lotta contro tutti questi flagelliยป[11].

Penso anche alla pericolosa situazione nellโ€™Amazzonia e alle sue popolazioni indigene. Questo ci ricorda che la crisi ambientale รจ indissolubilmente legata a una crisi sociale e che la cura dellโ€™ambiente esige un approccio integrale per combattere la povertร  e lโ€™esclusione[12].

Certamente รจ un passo positivo che la sensibilitร  ecologica integrale e il desiderio di azione sia cresciuti. ยซNon dobbiamo porre sulle prossime generazioni il fardello di farsi carico dei problemi causati da quelle precedenti. […] dobbiamo domandarci seriamente se cโ€™รจ la volontร  politica di destinare con onestร , responsabilitร  e coraggio piรน risorse umane, finanziarie e tecnologiche per mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico, nonchรฉ per aiutare le popolazioni piรน povere e vulnerabili che ne sono maggiormente colpiteยป[13].

La Santa Sede continuerร  a svolgere il suo ruolo. Come segno concreto della cura della nostra casa comune, di recente ho ratificato lโ€™Emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal[14].

Signor Presidente,

Non possiamo ignorare le conseguenze devastanti della crisi del Covid-19 sui bambini, compresi i minori migranti e rifugiati non accompagnati. Anche la violenza contro i bambini, includendo lโ€™orribile flagello dellโ€™abuso infantile e la pornografia, รจ drammaticamente aumentata.

Inoltre, milioni di bambini non possono tornare a scuola. In molte parti del mondo questa situazione minaccia un incremento del lavoro minorile, lo sfruttamento, gli abusi e la malnutrizione. Purtroppo, i paesi e le istituzioni internazionali stanno anche promuovendo lโ€™aborto come uno dei cosiddetti ยซservizi essenzialiยป nella risposta umanitaria. รˆ triste vedere quanto sia diventato semplice e conveniente, per alcuni, negare lโ€™esistenza di vita come soluzione a problemi che possono e devono essere risolti sia per la madre sia per il bambino non nato.

Imploro pertanto le autoritร  civili affinchรฉ prestino particolare attenzione ai bambini a cui vengono negati i loro diritti e la loro dignitร  fondamentali, in particolare il loro diritto alla vita e allโ€™educazione. Non posso fare a meno di ricordare lโ€™appello della giovane coraggiosa Malala Yousafzai, che cinque anni fa nellโ€™Assemblea Generale ci ha ricordato che ยซun bambino, un maestro, un libro e una penna possono cambiare il mondoยป.

I primi educatori del bambino sono sua madre e suo padre, la famiglia che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani descrive come ยซil nucleo naturale e fondamentale della societร ยป[15]. Troppo spesso la famiglia รจ vittima di colonialismi ideologici che la rendono vulnerabile e finiscono col provocare in molti dei suoi membri, specialmente nei piรน indifesi โ€” bambini e anziani โ€” un senso di sradicamento e di orfanitร . La disintegrazione della famiglia riecheggia nella frammentazione sociale che impedisce lโ€™impegno per affrontare nemici comuni. รˆ tempo di rivedere e dโ€™impegnarci nuovamente con i nostri obiettivi.

E uno di questi obiettivi รจ la promozione della donna. Questโ€™anno ricorre il venticinquesimo anniversario della Conferenza di Pechino sulla Donna. A tutti i livelli della societร  le donne svolgono un ruolo importante, con il loro contributo unico, prendendo le redini con grande coraggio al servizio del bene comune. Tuttavia, molte donne rimangono indietro: vittime della schiavitรน, della tratta, della violenza e dello sfruttamento e di trattamenti umilianti. A loro e a quelle che vivono lontano dalle loro famiglie esprimo la mia vicinanza fraterna, e al tempo stesso richiedo maggiore determinazione e impegno nella lotta contro queste pratiche perverse che denigrano non solo le donne, ma tutta lโ€™umanitร  che, con il suo silenzio e la mancanza di azioni concrete, diventa complice.

Signor Presidente,

Dobbiamo chiederci se le principali minacce alla pace e alla sicurezza, come la povertร , le epidemie e il terrorismo, tra le altre, possono essere affrontate efficacemente quando la corsa agli armamenti, comprese le armi nucleari, continua a sprecare risorse preziose che sarebbe meglio utilizzare a beneficio dello sviluppo integrale dei popoli e per proteggere lโ€™ambiente naturale.

รˆ necessario spezzare il clima di sfiducia esistente. Stiamo assistendo a unโ€™erosione del multilateralismo che risulta ancora piรน grave alla luce della crescita di nuove forme di tecnologia militare[16], come sono i sistemi letali di armi autonome (LAWS), che stanno alterando in modo irreversibile la natura della guerra, separandola ancor di piรน dallโ€™azione umana.

Dobbiamo smantellare le logiche perverse che attribuiscono al possesso di armi la sicurezza personale e sociale. Tali logiche servono solo ad aumentare i profitti dellโ€™industria bellica, alimentando un clima di sfiducia e di paura tra le persone e i popoli.

E in particolare, la ยซdeterrenza nucleareยป fomenta uno spirito di paura basata sulla minaccia di un reciproco annientamento, che finisce collโ€™avvelenare le relazioni tra i popoli e ostacolare il dialogo[17]. Perciรฒ รจ tanto importante appoggiare i principali strumenti giuridici internazionali di disarmo nucleare, non proliferazione e messa al bando. La Santa Sede auspica che la prossima Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP) si traduca in azioni concrete conformi alla nostra intenzione congiunta ยซdi porre termine, il piรน presto possibile, alla corsa agli armamenti nucleari e di prendere misure efficaci sulla via del disarmo nucleareยป[18].

Inoltre, il nostro mondo in conflitto ha bisogno che lโ€™ONU diventi un laboratorio per la pace sempre piรน efficace, il che richiede che i membri del Consiglio di Sicurezza, soprattutto quelli Permanenti, agiscano con maggiore unitร  e determinazione. A tale proposito, la recente adozione del cessate il fuoco globale durante la crisi attuale, รจ una misura molto nobile, che richiede la buona volontร  di tutti per la sua applicazione costante. E ribadisco anche lโ€™importanza di ridurre le sanzioni internazionali che rendono difficile agli Stati fornire un sostegno adeguato alle loro popolazioni.

Signor Presidente,

Da una crisi non si esce uguali: o ne usciamo migliori o peggiori. Perciรฒ, in questo momento critico, il nostro dovere รจ di ripensare il futuro della nostra casa comune e del nostro progetto comune. รˆ un compito complesso, che richiede onestร  e coerenza nel dialogo, al fine di migliorare il multilateralismo e la cooperazione tra gli Stati. Questa crisi sottolinea ulteriormente i limiti della nostra autosufficienza e comune fragilitร  e ci induce a dichiarare esplicitamente come vogliamo uscirne: migliori o peggiori. Perchรฉ, ripeto, da una crisi non si esce uguali: o ne usciamo migliori o ne usciamo peggiori.

La pandemia ci ha dimostrato che non possiamo vivere senza lโ€™altro, o peggio ancora, lโ€™uno contro lโ€™altro. Le Nazioni Unite sono state create per unire le nazioni, per avvicinarle, come un ponte tra i popoli; usiamolo per trasformare la sfida che stiamo affrontando in una opportunitร  per costruire insieme, ancora una volta, il futuro che vogliamo.

E che Dio ci benedica tutti!

Grazie signor Presidente.

[1] Discorso allโ€™Assemblea Generale dellโ€™ONU, 25 settembre 2015, Benedettoย XVI, Discorso allโ€™Assemblea Generale dellโ€™ONU, 18 aprile 2008.

[2] Meditazione durante il momento straordinario di preghiera in tempo di pandemia, 27 marzo 2020.

[3] Cfr. Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, articolo 25.1.

[4] Lettera Enciclica Laudato siโ€™, n.112.

[5] Discorso allโ€™Assemblea Generale dellโ€™ONU, 25 settembre 2015.

[6] Messaggio Urbi et Orbi, 12 aprile 2020.

[7] Discorso ai partecipanti al seminario ยซNuove forme di solidarietร ยป, 5 febbraio 2020.

[8] Cfr. Ibid.

[9] Ibid.

[10] Cfr. Ibid.

[11] Discorso allโ€™Assemblea Generale dellโ€™ONU, 25 settembre 2015.

[12] Cfr. Lettera Enciclica Laudato siโ€™, n. 139.

[13] Messaggio ai partecipanti al XXV sessione della Conferenza degli Stati Parte della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, 1ยฐ dicembre 2019.

[14] Cfr. Messaggio alla XXXI Riunione delle Parti al Protocollo di Montreal, 7 novembre 2019.

[15] Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, articolo 16.3.

[16] Cfr. Discorso sulle armi nucleari, Parco dellโ€™epicentro della bomba atomica, Nagasaki, 24 novembre 2019

[17] Cfr. ibid.

[18] Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari, preambolo.

L’Osservatore Romano, edizione quotidiana, 27 settembre 2020

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