SANTA MESSA
OMELIA DEL SANTO PADRE
Campo Diocesano di Soamandrakizay (Antananarivo)
Domenica, 8 settembre 2019
Il Vangelo ci ha detto che ยซuna folla numerosa andava con Gesรนยป (Lc 14,25). Come quelle folle che si accalcavano lungo il percorso di Gesรน, voi siete venuti in gran numero per accogliere il suo messaggio e per mettervi alla sua sequela. Ma voi sapete bene che camminare al seguito di Gesรน non รจ molto riposante! Voi non avete riposato, e tanti di voi avete anche passato la notte qui. Il Vangelo di Luca, infatti, oggi ricorda le esigenze di questo impegno.
ร importante notare che queste prescrizioni sono date nel quadro della salita di Gesรน a Gerusalemme, tra la parabola del banchetto in cui lโinvito รจ aperto a tutti (specialmente alle persone rifiutate che vivono nelle strade e nelle piazze, nei crocevia) e le tre parabole chiamate della misericordia, dove si organizza la festa quando ciรฒ che รจ perduto viene trovato, quando colui che sembrava morto รจ accolto, festeggiato e restituito alla vita nella possibilitร di un nuovo inizio. Ogni rinuncia cristiana ha significato solo alla luce della gioia e della festa dellโincontro con Gesรน Cristo.
La prima esigenza ci invita a guardare alle nostre relazioni familiari. La vita nuova che il Signore ci propone sembra scomoda e si trasforma in scandalosa ingiustizia per coloro che credono che l’accesso al Regno dei Cieli possa limitarsi o ridursi solamente ai legami di sangue, allโappartenenza a un determinato gruppo, a un clan o una cultura particolare. Quando la โparentelaโ diventa la chiave decisiva e determinante di tutto ciรฒ che รจ giusto e buono, si finisce per giustificare e persino โconsacrareโ alcuni comportamenti che portano alla cultura del privilegio e dellโesclusione (favoritismi, clientelismi, e quindi corruzione). Lโesigenza posta dal Maestro ci porta ad alzare lo sguardo e ci dice: chiunque non รจ in grado di vedere lโaltro come un fratello, di commuoversi per la sua vita e la sua situazione, al di lร della sua provenienza familiare, culturale, sociale, ยซnon puรฒ essere mio discepoloยป (Lc 14,26). Il suo amore e la sua dedizione sono un dono gratuito a motivo di tutti e per tutti.
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La seconda esigenza ci mostra come risulti difficile seguire il Signore quando si vuole identificare il Regno dei Cieli con i propri interessi personali o con il fascino di qualche ideologia che finisce per strumentalizzare il nome di Dio o la religione per giustificare atti di violenza, di segregazione e persino di omicidio, esilio, terrorismo ed emarginazione. Lโesigenza del Maestro ci incoraggia a non manipolare il Vangelo con tristi riduzionismi, bensรฌ a costruire la storia in fraternitร e solidarietร , nel rispetto gratuito della terra e dei suoi doni contro qualsiasi forma di sfruttamento; con lโaudacia di vivere il ยซdialogo come via; la collaborazione comune come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterioยป (Documento sulla fratellanza umana, Abu Dhabi, 4 febbraio 2019); non cedendo alla tentazione di certe dottrine incapaci di vedere crescere insieme grano e zizzania nellโattesa del padrone della messe (cfr Mt 13,24-30).
E infine: come puรฒ essere difficile condividere la nuova vita che il Signore ci dona quando siamo continuamente spinti a giustificare noi stessi, credendo che tutto provenga esclusivamente dalle nostre forze e da ciรฒ che possediamo; quando la corsa ad accumulare diventa assillante e opprimente โ come abbiamo ascoltato nella prima Lettura โ esacerbando lโegoismo e lโuso di mezzi immorali! Lโesigenza del Maestro รจ un invito a recuperare la memoria grata e a riconoscere che, piuttosto che una vittoria personale, la nostra vita e le nostre capacitร sono il risultato di un dono (cfr Esort. ap. Gaudete et exsultate, 55), intessuto tra Dio e tante mani silenziose di persone delle quali arriveremo a conoscere i nomi solo nella manifestazione del Regno dei Cieli.
Con queste esigenze, il Signore vuole preparare i suoi discepoli alla festa dellโirruzione del Regno di Dio, liberandoli da quellโostacolo rovinoso, in definitiva una delle peggiori schiavitรน: il vivere per sรฉ stessi. ร la tentazione di chiudersi nel proprio piccolo mondo che finisce per lasciare poco spazio agli altri: i poveri non entrano piรน, la voce di Dio non รจ piรน ascoltata, non si gode piรน la dolce gioia del suo amore, non palpita piรน lโentusiasmo di fare il bene… Molti, in questo rinchiudersi, possono sentirsi apparentemente sicuri, ma alla fine diventano persone risentite, lamentose, senza vita. Questa non รจ la scelta di unโesistenza dignitosa e piena, questo non รจ il desiderio di Dio per noi, non รจ la vita nello Spirito che scaturisce dal cuore di Cristo risorto (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 2).
Sulla strada verso Gerusalemme, il Signore, con queste esigenze, ci invita ad alzare lo sguardo, ad aggiustare le prioritร e soprattutto creare spazi affinchรฉ Dio sia il centro e il cardine della nostra vita.
Guardiamoci intorno: quanti uomini e donne, giovani, bambini soffrono e sono totalmente privi โโdi tutto! Questo non fa parte del piano di Dio. Quanto รจ urgente questo invito di Gesรน a morire alle nostre chiusure, ai nostri orgogliosi individualismi per lasciare che lo spirito di fraternitร โ che promana dal costato aperto di Cristo, da dove nasciamo come famiglia di Dio โ trionfi, e ciascuno possa sentirsi amato, perchรฉ compreso, accettato e apprezzato nella sua dignitร . ยซDavanti alla dignitร umana calpestata spesso si rimane a braccia conserte oppure si aprono le braccia, impotenti di fronte allโoscura forza del male. Ma il cristiano non puรฒ stare a braccia conserte, indifferente, o a braccia aperte, fatalista, no. Il credente tende la mano, come fa Gesรน con luiยป (Omelia in occasione della Giornata mondiale dei poveri, 18 novembre 2018).
La Parola di Dio che abbiamo ascoltato ci invita a riprendere il cammino, a osare questo salto di qualitร e adottare questa saggezza del distacco personale come base per la giustizia e per la vita di ognuno di noi: perchรฉ insieme possiamo combattere tutte quelle idolatrie che ci portano a focalizzare la nostra attenzione sulle ingannevoli sicurezze del potere, della carriera e del denaro e sulla ricerca di glorie umane.
Le esigenze che Gesรน indica cessano di essere pesanti quando iniziamo a gustare la gioia della vita nuova che Egli stesso ci propone: la gioia che nasce dal sapere che Lui รจ il primo a venirci a cercare agli incroci delle strade, anche quando ci siamo persi come quella pecora o quel figlio prodigo. Possa questo umile realismo โ รจ un realismo, realismo cristiano โ spingerci ad affrontare grandi sfide, e dia a voi il โโdesiderio di rendere il vostro bel Paese un luogo in cui il Vangelo possa diventare vita, e la vita sia per la maggior gloria di Dio.
Decidiamoci e facciamo nostri i progetti del Signore.
