Viaggio Apostolico in Iraq: Incontro interreligioso del 6 Marzo 2021

Data:

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VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITร€ FRANCESCO
IN IRAQ

[5-8 MARZO 2021]

INCONTRO INTERRELIGIOSO

Piana di Ur
Sabato, 6 marzo 2021

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DISCORSO DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle,

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questo luogo benedetto ci riporta alle origini, alle sorgenti dellโ€™opera di Dio, alla nascita delle nostre religioni. Qui, dove visse Abramo nostro padre, ci sembra di tornare a casa. Qui egli sentรฌ la chiamata di Dio, da qui partรฌ per un viaggio che avrebbe cambiato la storia. Noi siamo il frutto di quella chiamata e di quel viaggio. Dio chiese ad Abramo di alzare lo sguardo al cielo e di contarvi le stelle (cfr Gen 15,5). In quelle stelle vide la promessa della sua discendenza, vide noi. E oggi noi, ebrei, cristiani e musulmani, insieme con i fratelli e le sorelle di altre religioni, onoriamo il padre Abramo facendo come lui: guardiamo il cielo e camminiamo sulla terra.

1. Guardiamo il cielo. Contemplando dopo millenni lo stesso cielo, appaiono le medesime stelle. Esse illuminano le notti piรน scure perchรฉ brillano insieme. Il cielo ci dona cosรฌ un messaggio di unitร : lโ€™Altissimo sopra di noi ci invita a non separarci mai dal fratello che sta accanto a noi. Lโ€™Oltre di Dio ci rimanda allโ€™altro del fratello. Ma se vogliamo custodire la fraternitร , non possiamo perdere di vista il Cielo. Noi, discendenza di Abramo e rappresentanti di diverse religioni, sentiamo di avere anzitutto questo ruolo: aiutare i nostri fratelli e sorelle a elevare lo sguardo e la preghiera al Cielo. Tutti ne abbiamo bisogno, perchรฉ non bastiamo a noi stessi. Lโ€™uomo non รจ onnipotente, da solo non ce la puรฒ fare. E se estromette Dio, finisce per adorare le cose terrene. Ma i beni del mondo, che a tanti fanno scordare Dio e gli altri, non sono il motivo del nostro viaggio sulla Terra. Alziamo gli occhi al Cielo per elevarci dalle bassezze della vanitร ; serviamo Dio, per uscire dalla schiavitรน dellโ€™io, perchรฉ Dio ci spinge ad amare. Ecco la vera religiositร : adorare Dio e amare il prossimo. Nel mondo dโ€™oggi, che spesso dimentica lโ€™Altissimo o ne offre unโ€™immagine distorta, i credenti sono chiamati a testimoniare la sua bontร , a mostrare la sua paternitร  mediante la loro fraternitร .

Da questo luogo sorgivo di fede, dalla terra del nostro padre Abramo, affermiamo che Dio รจ misericordioso e che lโ€™offesa piรน blasfema รจ profanare il suo nome odiando il fratello. Ostilitร , estremismo e violenza non nascono da un animo religioso: sono tradimenti della religione. E noi credenti non possiamo tacere quando il terrorismo abusa della religione. Anzi, sta a noi dissolvere con chiarezza i fraintendimenti. Non permettiamo che la luce del Cielo sia coperta dalle nuvole dellโ€™odio! Sopra questo Paese si sono addensate le nubi oscure del terrorismo, della guerra e della violenza. Ne hanno sofferto tutte le comunitร  etniche e religiose. Vorrei ricordare in particolare quella yazida, che ha pianto la morte di molti uomini e ha visto migliaia di donne, ragazze e bambini rapiti, venduti come schiavi e sottoposti a violenze fisiche e a conversioni forzate. Oggi preghiamo per quanti hanno subito tali sofferenze, per quanti sono ancora dispersi e sequestrati, perchรฉ tornino presto alle loro case. E preghiamo perchรฉ ovunque siano rispettate e riconosciute la libertร  di coscienza e la libertร  religiosa: sono diritti fondamentali, perchรฉ rendono lโ€™uomo libero di contemplare il Cielo per il quale รจ stato creato.

Il terrorismo, quando ha invaso il nord di questo caro Paese, ha barbaramente distrutto parte del suo meraviglioso patrimonio religioso, tra cui chiese, monasteri e luoghi di culto di varie comunitร . Ma anche in quel momento buio sono brillate delle stelle. Penso ai giovani volontari musulmani di Mosul, che hanno aiutato a risistemare chiese e monasteri, costruendo amicizie fraterne sulle macerie dellโ€™odio, e a cristiani e musulmani che oggi restaurano insieme moschee e chiese. Il professor Ali Thajeel ci ha anche raccontato il ritorno dei pellegrini in questa cittร . รˆ importante peregrinare verso i luoghi sacri: รจ il segno piรน bello della nostalgia del Cielo sulla Terra. Perciรฒ amare e custodire i luoghi sacri รจ una necessitร  esistenziale, nel ricordo del nostro padre Abramo, che in diversi posti innalzรฒ verso il cielo altari al Signore (cfr Gen 12,7.8; 13,18; 22,9). Il grande patriarca ci aiuti a rendere i luoghi sacri di ciascuno oasi di pace e dโ€™incontro per tutti! Egli, per la sua fedeltร  a Dio, divenne benedizione per tutte le genti (cfr Gen 12,3); il nostro essere oggi qui sulle sue orme sia segno di benedizione e di speranza per lโ€™Iraq, per il Medio Oriente e per il mondo intero. Il Cielo non si รจ stancato della Terra: Dio ama ogni popolo, ogni sua figlia e ogni suo figlio! Non stanchiamoci mai di guardare il cielo, di guardare queste stelle, le stesse che, a suo tempo, guardรฒ il nostro padre Abramo.

2. Camminiamo sulla terra. Gli occhi al cielo non distolsero, ma incoraggiarono Abramo a camminare sulla terra, a intraprendere un viaggio che, attraverso la sua discendenza, avrebbe toccato ogni secolo e latitudine. Ma tutto cominciรฒ da qui, dal Signore che โ€œlo fece uscire da Urโ€ (cfr Gen 15,7). Il suo fu dunque un cammino in uscita, che comportรฒ sacrifici: dovette lasciare terra, casa e parentela. Ma, rinunciando alla sua famiglia, divenne padre di una famiglia di popoli. Anche a noi succede qualcosa di simile: nel cammino, siamo chiamati a lasciare quei legami e attaccamenti che, chiudendoci nei nostri gruppi, ci impediscono di accogliere lโ€™amore sconfinato di Dio e di vedere negli altri dei fratelli. Sรฌ, abbiamo bisogno di uscire da noi stessi, perchรฉ abbiamo bisogno gli uni degli altri. La pandemia ci ha fatto comprendere che ยซnessuno si salva da soloยป (Lett. enc. Fratelli tutti, 54). Eppure ritorna sempre la tentazione di prendere le distanze dagli altri. Ma ยซil โ€œsi salvi chi puรฒโ€ si tradurrร  rapidamente nel โ€œtutti contro tuttiโ€, e questo sarร  peggio di una pandemiaยป (ibid., 36). Nelle tempeste che stiamo attraversando non ci salverร  lโ€™isolamento, non ci salveranno la corsa a rafforzare gli armamenti e ad erigere muri, che anzi ci renderanno sempre piรน distanti e arrabbiati. Non ci salverร  lโ€™idolatria del denaro, che rinchiude in sรฉ stessi e provoca voragini di disuguaglianza in cui lโ€™umanitร  sprofonda. Non ci salverร  il consumismo, che anestetizza la mente e paralizza il cuore.

La via che il Cielo indica al nostro cammino รจ unโ€™altra, รจ la via della pace. Essa chiede, soprattutto nella tempesta, di remare insieme dalla stessa parte. รˆ indegno che, mentre siamo tutti provati dalla crisi pandemica, e specialmente qui dove i conflitti hanno causato tanta miseria, qualcuno pensi avidamente ai propri affari. Non ci sarร  pace senza condivisione e accoglienza, senza una giustizia che assicuri equitร  e promozione per tutti, a cominciare dai piรน deboli. Non ci sarร  pace senza popoli che tendono la mano ad altri popoli. Non ci sarร  pace finchรฉ gli altri saranno un loro e non un noi. Non ci sarร  pace finchรฉ le alleanze saranno contro qualcuno, perchรฉ le alleanze degli uni contro gli altri aumentano solo le divisioni. La pace non chiede vincitori nรฉ vinti, ma fratelli e sorelle che, nonostante le incomprensioni e le ferite del passato, camminino dal conflitto allโ€™unitร . Chiediamolo nella preghiera per tutto il Medio Oriente, penso in particolare alla vicina, martoriata Siria.

Il patriarca Abramo, che oggi ci raduna in unitร , fu profeta dellโ€™Altissimo. Unโ€™antica profezia dice che i popoli ยซspezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falciยป (Is 2,4). Questa profezia non si รจ realizzata, anzi spade e lance sono diventate missili e bombe. Da dove puรฒ cominciare allora il cammino della pace? Dalla rinuncia ad avere nemici. Chi ha il coraggio di guardare le stelle, chi crede in Dio, non ha nemici da combattere. Ha un solo nemico da affrontare, che sta alla porta del cuore e bussa per entrare: รจ lโ€™inimicizia. Mentre alcuni cercano di avere nemici piรน che di essere amici, mentre tanti cercano il proprio utile a discapito di altri, chi guarda le stelle delle promesse, chi segue le vie di Dio non puรฒ essere contro qualcuno, ma per tutti. Non puรฒ giustificare alcuna forma di imposizione, oppressione e prevaricazione, non puรฒ atteggiarsi in modo aggressivo.

Cari amici, tutto ciรฒ รจ possibile? Il padre Abramo, egli che seppe sperare contro ogni speranza (cfr Rm 4,18) ci incoraggia. Nella storia abbiamo spesso inseguito mete troppo terrene e abbiamo camminato ognuno per conto proprio, ma con lโ€™aiuto di Dio possiamo cambiare in meglio. Sta a noi, umanitร  di oggi, e soprattutto a noi, credenti di ogni religione, convertire gli strumenti di odio in strumenti di pace. Sta a noi esortare con forza i responsabili delle nazioni perchรฉ la crescente proliferazione delle armi ceda il passo alla distribuzione di cibo per tutti. Sta a noi mettere a tacere le accuse reciproche per dare voce al grido degli oppressi e degli scartati sul pianeta: troppi sono privi di pane, medicine, istruzione, diritti e dignitร ! Sta a noi mettere in luce le losche manovre che ruotano attorno ai soldi e chiedere con forza che il denaro non finisca sempre e solo ad alimentare lโ€™agio sfrenato di pochi. Sta a noi custodire la casa comune dai nostri intenti predatori. Sta a noi ricordare al mondo che la vita umana vale per quello che รจ e non per quello che ha, e che le vite di nascituri, anziani, migranti, uomini e donne di ogni colore e nazionalitร  sono sacre sempre e contano come quelle di tutti! Sta a noi avere il coraggio di alzare gli occhi e guardare le stelle, le stelle che vide il nostro padre Abramo, le stelle della promessa.

Il cammino di Abramo fu una benedizione di pace. Ma non fu facile: egli dovette affrontare lotte e imprevisti. Anche noi abbiamo davanti un cammino accidentato, ma abbiamo bisogno, come il grande patriarca, di fare passi concreti, di peregrinare alla scoperta del volto dellโ€™altro, di condividere memorie, sguardi e silenzi, storie ed esperienze. Mi ha colpito la testimonianza di Dawood e Hasan, un cristiano e un musulmano che, senza farsi scoraggiare dalle differenze, hanno studiato e lavorato insieme. Insieme hanno costruito il futuro e si sono scoperti fratelli. Anche noi, per andare avanti, abbiamo bisogno di fare insieme qualcosa di buono e di concreto. Questa รจ la via, soprattutto per i giovani, che non possono vedere i loro sogni stroncati dai conflitti del passato! รˆ urgente educarli alla fraternitร , educarli a guardare le stelle. รˆ una vera e propria emergenza; sarร  il vaccino piรน efficace per un domani di pace. Perchรฉ siete voi, cari giovani, il nostro presente e il nostro futuro!

Solo con gli altri si possono sanare le ferite del passato. La signora Rafah ci ha raccontato lโ€™eroico esempio di Najy, della comunitร  sabeana mandeana, che perse la vita nel tentativo di salvare la famiglia del suo vicino musulmano. Quanta gente qui, nel silenzio e nel disinteresse del mondo, ha avviato cammini di fraternitร ! Rafah ci ha raccontato pure le indicibili sofferenze della guerra, che ha costretto molti ad abbandonare casa e patria in cerca di un futuro per i loro figli. Grazie, Rafah, per aver condiviso con noi la ferma volontร  di restare qui, nella terra dei tuoi padri. Quanti non ci sono riusciti e hanno dovuto fuggire, trovino unโ€™accoglienza benevola, degna di persone vulnerabili e ferite.

Fu proprio attraverso lโ€™ospitalitร , tratto distintivo di queste terre, che Abramo ricevette la visita di Dio e il dono ormai insperato di un figlio (cfr Gen 18,1-10). Noi, fratelli e sorelle di diverse religioni, ci siamo trovati qui, a casa, e da qui, insieme, vogliamo impegnarci perchรฉ si realizzi il sogno di Dio: che la famiglia umana diventi ospitale e accogliente verso tutti i suoi figli; che, guardando il medesimo cielo, cammini in pace sulla stessa terra.

PREGHIERA DEI FIGLI DI ABRAMO

Dio Onnipotente, Creatore nostro che ami la famiglia umana e tutto ciรฒ che le tue mani hanno compiuto, noi, figli e figlie di Abramo appartenenti allโ€™ebraismo, al cristianesimo e allโ€™islam, insieme agli altri credenti e a tutte le persone di buona volontร , ti ringraziamo per averci donato come padre comune nella fede Abramo, figlio insigne di questa nobile e cara terra.

Ti ringraziamo per il suo esempio di uomo di fede che ti ha obbedito fino in fondo, lasciando la sua famiglia, la sua tribรน e la sua patria per andare verso una terra che non conosceva.

Ti ringraziamo anche per lโ€™esempio di coraggio, di resilienza e di forza dโ€™animo, di generositร  e di ospitalitร  che il nostro comune padre nella fede ci ha donato.

Ti ringraziamo, in particolare, per la sua fede eroica, dimostrata dalla disponibilitร  a sacrificare suo figlio per obbedire al tuo comando. Sappiamo che era una prova difficilissima, dalla quale tuttavia รจ uscito vincitore, perchรฉ senza riserve si รจ fidato di Te, che sei misericordioso e apri sempre possibilitร  nuove per ricominciare.

Ti ringraziamo perchรฉ, benedicendo il nostro padre Abramo, hai fatto di lui una benedizione per tutti i popoli.

Ti chiediamo, Dio del nostro padre Abramo e Dio nostro, di concederci una fede forte, operosa nel bene, una fede che apra i nostri cuori a Te e a tutti i nostri fratelli e sorelle; e una speranza insopprimibile, capace di scorgere ovunque la fedeltร  delle tue promesse.

Fai di ognuno di noi un testimone della tua cura amorevole per tutti, in particolare per i rifugiati e gli sfollati, le vedove e gli orfani, i poveri e gli ammalati.

Apri i nostri cuori al perdono reciproco e rendici strumenti di riconciliazione, costruttori di una societร  piรน giusta e fraterna.

Accogli nella tua dimora di pace e di luce tutti i defunti, in particolare le vittime della violenza e delle guerre.

Assisti le autoritร  civili nel cercare e trovare le persone rapite, e nel proteggere in modo speciale le donne e i bambini.

Aiutaci ad avere cura del pianeta, casa comune che, nella tua bontร  e generositร , hai dato a tutti noi.

Sostieni le nostre mani nella ricostruzione di questo Paese, e dacci la forza necessaria per aiutare quanti hanno dovuto lasciare le loro case e loro terre a rientrare in sicurezza e con dignitร , e a iniziare una vita nuova, serena e prospera. Amen.

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