OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Basilica Vaticana
Sabato Santo, 19 aprile 2014

Dopo la morte del Maestro, i discepoli si erano dispersi; la loro fede si era infranta, tutto sembrava finito, crollate le certezze, spente le speranze. Ma ora, quellโannuncio delle donne, benchรฉ incredibile, giungeva come un raggio di luce nel buio. La notizia si sparge: Gesรน รจ risorto, come aveva predettoโฆ E anche quel comando di andare inย Galilea; per due volte le donne lโavevano sentito, prima dallโangelo, poi da Gesรน stesso: ยซChe vadano in Galilea, lร mi vedrannoยป. โNon temeteโ e โandate in Galileaโ.
La Galilea รจย il luogo della prima chiamata, dove tutto era iniziato!ย Tornare lร , tornare al luogo della prima chiamata. Sulla riva del lago Gesรน era passato, mentre i pescatori stavano sistemando le reti. Li aveva chiamati, e loro avevano lasciato tutto e lo avevano seguito (cfrย Mtย 4,18-22).
Ritornare in Galilea vuol direย rileggereย tutto a partire dalla croce e dalla vittoria; senza paura, โnon temeteโ. Rileggere tutto โ la predicazione, i miracoli, la nuova comunitร , gli entusiasmi e le defezioni, fino al tradimento โ rileggere tutto a partire dalla fine, che รจ un nuovo inizio,ย da questo supremo atto dโamore.
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Ancheย per ognuno di noi cโรจ una โGalileaโย allโorigine del cammino con Gesรน. โAndare in Galileaโ significa qualcosa di bello, significa per noi riscoprire il nostro Battesimo come sorgente viva, attingere energia nuova alla radice della nostra fede e della nostra esperienza cristiana. Tornare in Galilea significa anzitutto tornare lรฌ, a quel punto incandescente in cui la Grazia di Dio mi ha toccato allโinizio del cammino. Eโ da quella scintilla che posso accendere il fuoco per lโoggi, per ogni giorno, e portare calore e luce ai miei fratelli e alle mie sorelle. Da quella scintilla si accende una gioia umile, una gioia che non offende il dolore e la disperazione, una gioia buona e mite.
Nella vita del cristiano, dopo il Battesimo, cโรจ anche unโaltra โGalileaโ,ย una โGalileaโ piรน esistenziale: lโesperienza dellโincontro personale con Gesรน Cristo, che mi ha chiamato a seguirlo e a partecipare alla sua missione. In questo senso, tornare in Galilea significa custodire nel cuore la memoria viva di questa chiamata, quando Gesรน รจ passato sulla mia strada, mi ha guardato con misericordia, mi ha chiesto di seguirlo; tornare in Galilea significa recuperare la memoria di quel momento in cui i suoi occhi si sono incrociati con i miei, il momento in cui mi ha fatto sentire che mi amava.
Oggi, in questa notte, ognuno di noi puรฒ domandarsi:ย qual รจ la mia Galilea?Si tratta di fare memoria, andare indietro col ricordo.Dovโรจ la mia Galilea?ย La ricordo? Lโho dimenticata? Cercala e la troverai! Lรฌ ti aspetta il Signore. Sono andato per strade e sentieri che me lโhanno fatta dimenticare. Signore, aiutami: dimmi qual รจ la mia Galilea; sai, io voglio ritornare lร per incontrarti e lasciarmi abbracciare dalla tua misericordia. Non abbiate paura, non temete, tornate in Galilea!
Il Vangelo รจ chiaro: bisogna ritornare lร , per vedere Gesรน risorto, e diventare testimoni della sua risurrezione. Non รจ un ritorno indietro, non รจ una nostalgia. Eโ ritornare al primo amore, perย ricevere il fuocoย che Gesรน ha acceso nel mondo, e portarlo a tutti, sino ai confini della terra. Tornare in Galilea senza paura.
ยซGalilea delle gentiยป (Mtย 4,15;ย Isย 8,23): orizzonte del Risorto, orizzonte della Chiesa; desiderio intenso di incontroโฆ Mettiamoci in cammino!
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