LETTERA APOSTOLICA
Admirabile signum
DEL SANTO PADRE FRANCESCO
SUL SIGNIFICATO E IL VALORE DEL PRESEPE
Cesara Bonamici e l’attore Massimiliano Sini leggono la Lettera apostolica di Papa Francesco “Admirabile signum”.
1. Il mirabile segno del presepe, cosรฌ caro al popolo cristiano, suscita sempre stupore e meraviglia. Rappresentare lโevento della nascita di Gesรน equivale ad annunciare il mistero dellโIncarnazione del Figlio di Dio con semplicitร e gioia. Il presepe, infatti, รจ come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dallโumiltร di Colui che si รจ fatto uomo per incontrare ogni uomo. E scopriamo che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, perchรฉ anche noi possiamo unirci a Lui.
Con questa Lettera vorrei sostenere la bella tradizione delle nostre famiglie, che nei giorni precedenti il Natale preparano il presepe. Come pure la consuetudine di allestirlo nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze… ร davvero un esercizio di fantasia creativa, che impiega i materiali piรน disparati per dare vita a piccoli capolavori di bellezza. Si impara da bambini: quando papร e mamma, insieme ai nonni, trasmettono questa gioiosa abitudine, che racchiude in sรฉ una ricca spiritualitร popolare. Mi auguro che questa pratica non venga mai meno; anzi, spero che, lร dove fosse caduta in disuso, possa essere riscoperta e rivitalizzata.
2. Lโorigine del presepe trova riscontro anzitutto in alcuni dettagli evangelici della nascita di Gesรน a Betlemme. LโEvangelista Luca dice semplicemente che Maria ยซdiede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perchรฉ per loro non cโera posto nellโalloggioยป (2,7). Gesรน viene deposto in una mangiatoia, che in latino si dice praesepium, da cui presepe.
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Entrando in questo mondo, il Figlio di Dio trova posto dove gli animali vanno a mangiare. Il fieno diventa il primo giaciglio per Colui che si rivelerร come ยซil pane disceso dal cieloยป (Gv 6,41). Una simbologia che giร SantโAgostino, insieme ad altri Padri, aveva colto quando scriveva: ยซAdagiato in una mangiatoia, divenne nostro ciboยป (Serm. 189,4). In realtร , il presepe contiene diversi misteri della vita di Gesรน e li fa sentire vicini alla nostra vita quotidiana.
Ma veniamo subito allโorigine del presepe come noi lo intendiamo. Ci rechiamo con la mente a Greccio, nella Valle Reatina, dove San Francesco si fermรฒ venendo probabilmente da Roma, dove il 29 novembre 1223 aveva ricevuto dal Papa Onorio III la conferma della sua Regola. Dopo il suo viaggio in Terra Santa, quelle grotte gli ricordavano in modo particolare il paesaggio di Betlemme. Ed รจ possibile che il Poverello fosse rimasto colpito, a Roma, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dai mosaici con la rappresentazione della nascita di Gesรน, proprio accanto al luogo dove si conservavano, secondo unโantica tradizione, le tavole della mangiatoia.
Le Fonti Francescane raccontano nei particolari cosa avvenne a Greccio. Quindici giorni prima di Natale, Francesco chiamรฒ un uomo del posto, di nome Giovanni, e lo pregรฒ di aiutarlo nellโattuare un desiderio: ยซVorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si รจ trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e lโasinelloยป.[1] Appena lโebbe ascoltato, il fedele amico andรฒ subito ad approntare sul luogo designato tutto il necessario, secondo il desiderio del Santo. Il 25 dicembre giunsero a Greccio molti frati da varie parti e arrivarono anche uomini e donne dai casolari della zona, portando fiori e fiaccole per illuminare quella santa notte. Arrivato Francesco, trovรฒ la greppia con il fieno, il bue e lโasinello. La gente accorsa manifestรฒ una gioia indicibile, mai assaporata prima, davanti alla scena del Natale. Poi il sacerdote, sulla mangiatoia, celebrรฒ solennemente lโEucaristia, mostrando il legame tra lโIncarnazione del Figlio di Dio e lโEucaristia. In quella circostanza, a Greccio, non cโerano statuine: il presepe fu realizzato e vissuto da quanti erano presenti.[2]
ร cosรฌ che nasce la nostra tradizione: tutti attorno alla grotta e ricolmi di gioia, senza piรน alcuna distanza tra lโevento che si compie e quanti diventano partecipi del mistero.
Il primo biografo di San Francesco, Tommaso da Celano, ricorda che quella notte, alla scena semplice e toccante sโaggiunse anche il dono di una visione meravigliosa: uno dei presenti vide giacere nella mangiatoia Gesรน Bambino stesso. Da quel presepe del Natale 1223, ยซciascuno se ne tornรฒ a casa sua pieno di ineffabile gioiaยป.[3]
3. San Francesco, con la semplicitร di quel segno, realizzรฒ una grande opera di evangelizzazione. Il suo insegnamento รจ penetrato nel cuore dei cristiani e permane fino ai nostri giorni come una genuina forma per riproporre la bellezza della nostra fede con semplicitร . Dโaltronde, il luogo stesso dove si realizzรฒ il primo presepe esprime e suscita questi sentimenti. Greccio diventa un rifugio per lโanima che si nasconde sulla roccia per lasciarsi avvolgere nel silenzio.
Perchรฉ il presepe suscita tanto stupore e ci commuove? Anzitutto perchรฉ manifesta la tenerezza di Dio. Lui, il Creatore dellโuniverso, si abbassa alla nostra piccolezza. Il dono della vita, giร misterioso ogni volta per noi, ci affascina ancora di piรน vedendo che Colui che รจ nato da Maria รจ la fonte e il sostegno di ogni vita. In Gesรน, il Padre ci ha dato un fratello che viene a cercarci quando siamo disorientati e perdiamo la direzione; un amico fedele che ci sta sempre vicino; ci ha dato il suo Figlio che ci perdona e ci risolleva dal peccato.
Comporre il presepe nelle nostre case ci aiuta a rivivere la storia che si รจ vissuta a Betlemme. Naturalmente, i Vangeli rimangono sempre la fonte che permette di conoscere e meditare quellโAvvenimento; tuttavia, la sua rappresentazione nel presepe aiuta ad immaginare le scene, stimola gli affetti, invita a sentirsi coinvolti nella storia della salvezza, contemporanei dellโevento che รจ vivo e attuale nei piรน diversi contesti storici e culturali.
In modo particolare, fin dallโorigine francescana il presepe รจ un invito a โsentireโ, a โtoccareโ la povertร che il Figlio di Dio ha scelto per sรฉ nella sua Incarnazione. E cosรฌ, implicitamente, รจ un appello a seguirlo sulla via dellโumiltร , della povertร , della spogliazione, che dalla mangiatoia di Betlemme conduce alla Croce. ร un appello a incontrarlo e servirlo con misericordia nei fratelli e nelle sorelle piรน bisognosi (cfr Mt 25,31-46).
4. Mi piace ora passare in rassegna i vari segni del presepe per cogliere il senso che portano in sรฉ. In primo luogo, rappresentiamo il contesto del cielo stellato nel buio e nel silenzio della notte. Non รจ solo per fedeltร ai racconti evangelici che lo facciamo cosรฌ, ma anche per il significato che possiede. Pensiamo a quante volte la notte circonda la nostra vita. Ebbene, anche in quei momenti, Dio non ci lascia soli, ma si fa presente per rispondere alle domande decisive che riguardano il senso della nostra esistenza: chi sono io? Da dove vengo? Perchรฉ sono nato in questo tempo? Perchรฉ amo? Perchรฉ soffro? Perchรฉ morirรฒ? Per dare una risposta a questi interrogativi Dio si รจ fatto uomo. La sua vicinanza porta luce dove cโรจ il buio e rischiara quanti attraversano le tenebre della sofferenza (cfr Lc 1,79).
Una parola meritano anche i paesaggi che fanno parte del presepe e che spesso rappresentano le rovine di case e palazzi antichi, che in alcuni casi sostituiscono la grotta di Betlemme e diventano lโabitazione della Santa Famiglia. Queste rovine sembra che si ispirino alla Legenda Aurea del domenicano Jacopo da Varazze (secolo XIII), dove si legge di una credenza pagana secondo cui il tempio della Pace a Roma sarebbe crollato quando una Vergine avesse partorito. Quelle rovine sono soprattutto il segno visibile dellโumanitร decaduta, di tutto ciรฒ che va in rovina, che รจ corrotto e intristito. Questo scenario dice che Gesรน รจ la novitร in mezzo a un mondo vecchio, ed รจ venuto a guarire e ricostruire, a riportare la nostra vita e il mondo al loro splendore originario.
5. Quanta emozione dovrebbe accompagnarci mentre collochiamo nel presepe le montagne, i ruscelli, le pecore e i pastori! In questo modo ricordiamo, come avevano preannunciato i profeti, che tutto il creato partecipa alla festa della venuta del Messia. Gli angeli e la stella cometa sono il segno che noi pure siamo chiamati a metterci in cammino per raggiungere la grotta e adorare il Signore.
ยซAndiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscereยป (Lc 2,15): cosรฌ dicono i pastori dopo lโannuncio fatto dagli angeli. ร un insegnamento molto bello che ci proviene nella semplicitร della descrizione. A differenza di tanta gente intenta a fare mille altre cose, i pastori diventano i primi testimoni dellโessenziale, cioรจ della salvezza che viene donata. Sono i piรน umili e i piรน poveri che sanno accogliere lโavvenimento dellโIncarnazione. A Dio che ci viene incontro nel Bambino Gesรน, i pastori rispondono mettendosi in cammino verso di Lui, per un incontro di amore e di grato stupore. ร proprio questo incontro tra Dio e i suoi figli, grazie a Gesรน, a dar vita alla nostra religione, a costituire la sua singolare bellezza, che traspare in modo particolare nel presepe.
6. Nei nostri presepi siamo soliti mettere tante statuine simboliche. Anzitutto, quelle di mendicanti e di gente che non conosce altra abbondanza se non quella del cuore. Anche loro stanno vicine a Gesรน Bambino a pieno titolo, senza che nessuno possa sfrattarle o allontanarle da una culla talmente improvvisata che i poveri attorno ad essa non stonano affatto. I poveri, anzi, sono i privilegiati di questo mistero e, spesso, coloro che maggiormente riescono a riconoscere la presenza di Dio in mezzo a noi.
I poveri e i semplici nel presepe ricordano che Dio si fa uomo per quelli che piรน sentono il bisogno del suo amore e chiedono la sua vicinanza. Gesรน, ยซmite e umile di cuoreยป (Mt 11,29), รจ nato povero, ha condotto una vita semplice per insegnarci a cogliere lโessenziale e vivere di esso. Dal presepe emerge chiaro il messaggio che non possiamo lasciarci illudere dalla ricchezza e da tante proposte effimere di felicitร . Il palazzo di Erode รจ sullo sfondo, chiuso, sordo allโannuncio di gioia. Nascendo nel presepe, Dio stesso inizia lโunica vera rivoluzione che dร speranza e dignitร ai diseredati, agli emarginati: la rivoluzione dellโamore, la rivoluzione della tenerezza. Dal presepe, Gesรน proclama, con mite potenza, lโappello alla condivisione con gli ultimi quale strada verso un mondo piรน umano e fraterno, dove nessuno sia escluso ed emarginato.
Spesso i bambini โ ma anche gli adulti! โ amano aggiungere al presepe altre statuine che sembrano non avere alcuna relazione con i racconti evangelici. Eppure, questa immaginazione intende esprimere che in questo nuovo mondo inaugurato da Gesรน cโรจ spazio per tutto ciรฒ che รจ umano e per ogni creatura. Dal pastore al fabbro, dal fornaio ai musicisti, dalle donne che portano le brocche dโacqua ai bambini che giocanoโฆ: tutto ciรฒ rappresenta la santitร quotidiana, la gioia di fare in modo straordinario le cose di tutti i giorni, quando Gesรน condivide con noi la sua vita divina.
7. Poco alla volta il presepe ci conduce alla grotta, dove troviamo le statuine di Maria e di Giuseppe. Maria รจ una mamma che contempla il suo bambino e lo mostra a quanti vengono a visitarlo. La sua statuetta fa pensare al grande mistero che ha coinvolto questa ragazza quando Dio ha bussato alla porta del suo cuore immacolato. Allโannuncio dellโangelo che le chiedeva di diventare la madre di Dio, Maria rispose con obbedienza piena e totale. Le sue parole: ยซEcco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parolaยป (Lc 1,38), sono per tutti noi la testimonianza di come abbandonarsi nella fede alla volontร di Dio. Con quel โsรฌโ Maria diventava madre del Figlio di Dio senza perdere, anzi consacrando grazie a Lui la sua verginitร . Vediamo in lei la Madre di Dio che non tiene il suo Figlio solo per sรฉ, ma a tutti chiede di obbedire alla sua parola e metterla in pratica (cfr Gv 2,5).
Accanto a Maria, in atteggiamento di proteggere il Bambino e la sua mamma, cโรจ San Giuseppe. In genere รจ raffigurato con il bastone in mano, e a volte anche mentre regge una lampada. San Giuseppe svolge un ruolo molto importante nella vita di Gesรน e di Maria. Lui รจ il custode che non si stanca mai di proteggere la sua famiglia. Quando Dio lo avvertirร della minaccia di Erode, non esiterร a mettersi in viaggio ed emigrare in Egitto (cfr Mt 2,13-15). E una volta passato il pericolo, riporterร la famiglia a Nazareth, dove sarร il primo educatore di Gesรน fanciullo e adolescente. Giuseppe portava nel cuore il grande mistero che avvolgeva Gesรน e Maria sua sposa, e da uomo giusto si รจ sempre affidato alla volontร di Dio e lโha messa in pratica.
8. Il cuore del presepe comincia a palpitare quando, a Natale, vi deponiamo la statuina di Gesรน Bambino. Dio si presenta cosรฌ, in un bambino, per farsi accogliere tra le nostre braccia. Nella debolezza e nella fragilitร nasconde la sua potenza che tutto crea e trasforma. Sembra impossibile, eppure รจ cosรฌ: in Gesรน Dio รจ stato bambino e in questa condizione ha voluto rivelare la grandezza del suo amore, che si manifesta in un sorriso e nel tendere le sue mani verso chiunque.
La nascita di un bambino suscita gioia e stupore, perchรฉ pone dinanzi al grande mistero della vita. Vedendo brillare gli occhi dei giovani sposi davanti al loro figlio appena nato, comprendiamo i sentimenti di Maria e Giuseppe che guardando il bambino Gesรน percepivano la presenza di Dio nella loro vita.
ยซLa vita infatti si manifestรฒยป (1 Gv 1,2): cosรฌ lโapostolo Giovanni riassume il mistero dellโIncarnazione. Il presepe ci fa vedere, ci fa toccare questo evento unico e straordinario che ha cambiato il corso della storia, e a partire dal quale anche si ordina la numerazione degli anni, prima e dopo la nascita di Cristo.
Il modo di agire di Dio quasi tramortisce, perchรฉ sembra impossibile che Egli rinunci alla sua gloria per farsi uomo come noi. Che sorpresa vedere Dio che assume i nostri stessi comportamenti: dorme, prende il latte dalla mamma, piange e gioca come tutti i bambini! Come sempre, Dio sconcerta, รจ imprevedibile, continuamente fuori dai nostri schemi. Dunque il presepe, mentre ci mostra Dio cosรฌ come รจ entrato nel mondo, ci provoca a pensare alla nostra vita inserita in quella di Dio; invita a diventare suoi discepoli se si vuole raggiungere il senso ultimo della vita.
9. Quando si avvicina la festa dellโEpifania, si collocano nel presepe le tre statuine dei Re Magi. Osservando la stella, quei saggi e ricchi signori dellโOriente si erano messi in cammino verso Betlemme per conoscere Gesรน, e offrirgli in dono oro, incenso e mirra. Anche questi regali hanno un significato allegorico: lโoro onora la regalitร di Gesรน; lโincenso la sua divinitร ; la mirra la sua santa umanitร che conoscerร la morte e la sepoltura.
Guardando questa scena nel presepe siamo chiamati a riflettere sulla responsabilitร che ogni cristiano ha di essere evangelizzatore. Ognuno di noi si fa portatore della Bella Notizia presso quanti incontra, testimoniando la gioia di aver incontrato Gesรน e il suo amore con concrete azioni di misericordia.
I Magi insegnano che si puรฒ partire da molto lontano per raggiungere Cristo. Sono uomini ricchi, stranieri sapienti, assetati dโinfinito, che partono per un lungo e pericoloso viaggio che li porta fino a Betlemme (cfr Mt 2,1-12). Davanti al Re Bambino li pervade una gioia grande. Non si lasciano scandalizzare dalla povertร dellโambiente; non esitano a mettersi in ginocchio e ad adorarlo. Davanti a Lui comprendono che Dio, come regola con sovrana sapienza il corso degli astri, cosรฌ guida il corso della storia, abbassando i potenti ed esaltando gli umili. E certamente, tornati nel loro Paese, avranno raccontato questo incontro sorprendente con il Messia, inaugurando il viaggio del Vangelo tra le genti.
10. Davanti al presepe, la mente va volentieri a quando si era bambini e con impazienza si aspettava il tempo per iniziare a costruirlo. Questi ricordi ci inducono a prendere sempre nuovamente coscienza del grande dono che ci รจ stato fatto trasmettendoci la fede; e al tempo stesso ci fanno sentire il dovere e la gioia di partecipare ai figli e ai nipoti la stessa esperienza. Non รจ importante come si allestisce il presepe, puรฒ essere sempre uguale o modificarsi ogni anno; ciรฒ che conta, รจ che esso parli alla nostra vita. Dovunque e in qualsiasi forma, il presepe racconta lโamore di Dio, il Dio che si รจ fatto bambino per dirci quanto รจ vicino ad ogni essere umano, in qualunque condizione si trovi.
Cari fratelli e sorelle, il presepe fa parte del dolce ed esigente processo di trasmissione della fede. A partire dallโinfanzia e poi in ogni etร della vita, ci educa a contemplare Gesรน, a sentire lโamore di Dio per noi, a sentire e credere che Dio รจ con noi e noi siamo con Lui, tutti figli e fratelli grazie a quel Bambino Figlio di Dio e della Vergine Maria. E a sentire che in questo sta la felicitร . Alla scuola di San Francesco, apriamo il cuore a questa grazia semplice, lasciamo che dallo stupore nasca una preghiera umile: il nostro โgrazieโ a Dio che ha voluto condividere con noi tutto per non lasciarci mai soli.
Dato a Greccio, nel Santuario del Presepe, 1ยฐ dicembre 2019, settimo del pontificato.
ย
FRANCESCO
[1] Tommaso da Celano, Vita Prima, 84: Fonti francescane (FF), n. 468.
[2] Cf. ibid., 85: FF, n. 469.
[3] Ibid., 86: FF, n. 470.
