LETTERA ENCICLICA
FRATELLI TUTTI
DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
SULLA FRATERNITร
E L’AMICIZIA SOCIALE
1. ยซFratelli tuttiยป,[1] scriveva San Francesco dโAssisi per rivolgersi a tutti i fratelli e le sorelle e proporre loro una forma di vita dal sapore di Vangelo. Tra i suoi consigli voglio evidenziarne uno, nel quale invita a un amore che va al di lร delle barriere della geografia e dello spazio. Qui egli dichiara beato colui che ama lโaltro ยซquando fosse lontano da lui, quanto se fosse accanto a luiยป.[2] Con queste poche e semplici parole ha spiegato lโessenziale di una fraternitร aperta, che permette di riconoscere, apprezzare e amare ogni persona al di lร della vicinanza fisica, al di lร del luogo del mondo dove รจ nata o dove abita.
2. Questo Santo dellโamore fraterno, della semplicitร e della gioia, che mi ha ispirato a scrivere lโEnciclica Laudato siโ, nuovamente mi motiva a dedicare questa nuova Enciclica alla fraternitร e allโamicizia sociale. Infatti San Francesco, che si sentiva fratello del sole, del mare e del vento, sapeva di essere ancora piรน unito a quelli che erano della sua stessa carne. Dappertutto seminรฒ pace e camminรฒ accanto ai poveri, agli abbandonati, ai malati, agli scartati, agli ultimi.
Senza frontiere
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3. Cโรจ un episodio della sua vita che ci mostra il suo cuore senza confini, capace di andare al di lร delle distanze dovute allโorigine, alla nazionalitร , al colore o alla religione. ร la sua visita al Sultano Malik-al-Kamil in Egitto, visita che comportรฒ per lui un grande sforzo a motivo della sua povertร , delle poche risorse che possedeva, della lontananza e della differenza di lingua, cultura e religione. Tale viaggio, in quel momento storico segnato dalle crociate, dimostrava ancora di piรน la grandezza dellโamore che voleva vivere, desideroso di abbracciare tutti. La fedeltร al suo Signore era proporzionale al suo amore per i fratelli e le sorelle. Senza ignorare le difficoltร e i pericoli, San Francesco andรฒ a incontrare il Sultano col medesimo atteggiamento che esigeva dai suoi discepoli: che, senza negare la propria identitร , trovandosi ยซtra i saraceni o altri infedeli [โฆ], non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dioยป.[3] In quel contesto era una richiesta straordinaria. Ci colpisce come, ottocento anni fa, Francesco raccomandasse di evitare ogni forma di aggressione o contesa e anche di vivere unโumile e fraterna โsottomissioneโ, pure nei confronti di coloro che non condividevano la loro fede.
4. Egli non faceva la guerra dialettica imponendo dottrine, ma comunicava lโamore di Dio. Aveva compreso che ยซDio รจ amore; chi rimane nellโamore rimane in Dio e Dio rimane in luiยป (1 Gv 4,16). In questo modo รจ stato un padre fecondo che ha suscitato il sogno di una societร fraterna, perchรฉ ยซsolo lโuomo che accetta di avvicinarsi alle altre persone nel loro stesso movimento, non per trattenerle nel proprio, ma per aiutarle a essere maggiormente sรฉ stesse, si fa realmente padreยป.[4] In quel mondo pieno di torri di guardia e di mura difensive, le cittร vivevano guerre sanguinose tra famiglie potenti, mentre crescevano le zone miserabili delle periferie escluse. Lร Francesco ricevette dentro di sรฉ la vera pace, si liberรฒ da ogni desiderio di dominio sugli altri, si fece uno degli ultimi e cercรฒ di vivere in armonia con tutti. A lui si deve la motivazione di queste pagine.
5. Le questioni legate alla fraternitร e allโamicizia sociale sono sempre state tra le mie preoccupazioni. Negli ultimi anni ho fatto riferimento ad esse piรน volte e in diversi luoghi. Ho voluto raccogliere in questa Enciclica molti di tali interventi collocandoli in un contesto piรน ampio di riflessione. Inoltre, se nella redazione della Laudato siโ ho avuto una fonte di ispirazione nel mio fratello Bartolomeo, il Patriarca ortodosso che ha proposto con molta forza la cura del creato, in questo caso mi sono sentito stimolato in modo speciale dal Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, con il quale mi sono incontrato ad Abu Dhabi per ricordare che Dio ยซha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignitร , e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loroยป.[5] Non si รจ trattato di un mero atto diplomatico, bensรฌ di una riflessione compiuta nel dialogo e di un impegno congiunto. Questa Enciclica raccoglie e sviluppa grandi temi esposti in quel Documento che abbiamo firmato insieme. E qui ho anche recepito, con il mio linguaggio, numerosi documenti e lettere che ho ricevuto da tante persone e gruppi di tutto il mondo.
6. Le pagine che seguono non pretendono di riassumere la dottrina sullโamore fraterno, ma si soffermano sulla sua dimensione universale, sulla sua apertura a tutti. Consegno questa Enciclica sociale come un umile apporto alla riflessione affinchรฉ, di fronte a diversi modi attuali di eliminare o ignorare gli altri, siamo in grado di reagire con un nuovo sogno di fraternitร e di amicizia sociale che non si limiti alle parole. Pur avendola scritta a partire dalle mie convinzioni cristiane, che mi animano e mi nutrono, ho cercato di farlo in modo che la riflessione si apra al dialogo con tutte le persone di buona volontร .
7. Proprio mentre stavo scrivendo questa lettera, ha fatto irruzione in maniera inattesa la pandemia del Covid-19, che ha messo in luce le nostre false sicurezze. Al di lร delle varie risposte che hanno dato i diversi Paesi, รจ apparsa evidente lโincapacitร di agire insieme. Malgrado si sia iper-connessi, si รจ verificata una frammentazione che ha reso piรน difficile risolvere i problemi che ci toccano tutti. Se qualcuno pensa che si trattasse solo di far funzionare meglio quello che giร facevamo, o che lโunico messaggio sia che dobbiamo migliorare i sistemi e le regole giร esistenti, sta negando la realtร .
8. Desidero tanto che, in questo tempo che ci รจ dato di vivere, riconoscendo la dignitร di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti unโaspirazione mondiale alla fraternitร . Tra tutti: ยซEcco un bellissimo segreto per sognare e rendere la nostra vita una bella avventura. Nessuno puรฒ affrontare la vita in modo isolato [โฆ]. Cโรจ bisogno di una comunitร che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Comโรจ importante sognare insieme! [โฆ] Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non cโรจ; i sogni si costruiscono insiemeยป.[6] Sogniamo come unโunica umanitร , come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!
CAPITOLO PRIMO
LE OMBRE DI UN MONDO CHIUSO
9. Senza la pretesa di compiere unโanalisi esaustiva nรฉ di prendere in considerazione tutti gli aspetti della realtร che viviamo, propongo soltanto di porre attenzione ad alcune tendenze del mondo attuale che ostacolano lo sviluppo della fraternitร universale.
Sogni che vanno in frantumi
10. Per decenni รจ sembrato che il mondo avesse imparato da tante guerre e fallimenti e si dirigesse lentamente verso varie forme di integrazione. Per esempio, si รจ sviluppato il sogno di unโEuropa unita, capace di riconoscere radici comuni e di gioire per la diversitร che la abita. Ricordiamo ยซla ferma convinzione dei Padri fondatori dellโUnione europea, i quali desideravano un futuro basato sulla capacitร di lavorare insieme per superare le divisioni e per favorire la pace e la comunione fra tutti i popoli del continenteยป.[7] Ugualmente ha preso forza lโaspirazione ad unโintegrazione latinoamericana e si รจ incominciato a fare alcuni passi. In altri Paesi e regioni vi sono stati tentativi di pacificazione e avvicinamenti che hanno portato frutti e altri che apparivano promettenti.
11. Ma la storia sta dando segni di un ritorno allโindietro. Si accendono conflitti anacronistici che si ritenevano superati, risorgono nazionalismi chiusi, esasperati, risentiti e aggressivi. In vari Paesi unโidea dellโunitร del popolo e della nazione, impregnata di diverse ideologie, crea nuove forme di egoismo e di perdita del senso sociale mascherate da una presunta difesa degli interessi nazionali. E questo ci ricorda che ยซogni generazione deve far proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora piรน alte. ร il cammino. Il bene, come anche lโamore, la giustizia e la solidarietร , non si raggiungono una volta per sempre; vanno conquistati ogni giorno. Non รจ possibile accontentarsi di quello che si รจ giร ottenuto nel passato e fermarsi, e goderlo come se tale situazione ci facesse ignorare che molti nostri fratelli soffrono ancora situazioni di ingiustizia che ci interpellano tuttiยป.[8]
12. โAprirsi al mondoโ รจ unโespressione che oggi รจ stata fatta propria dallโeconomia e dalla finanza. Si riferisce esclusivamente allโapertura agli interessi stranieri o alla libertร dei poteri economici di investire senza vincoli nรฉ complicazioni in tutti i Paesi. I conflitti locali e il disinteresse per il bene comune vengono strumentalizzati dallโeconomia globale per imporre un modello culturale unico. Tale cultura unifica il mondo ma divide le persone e le nazioni, perchรฉ ยซla societร sempre piรน globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelliยป.[9] Siamo piรน soli che mai in questo mondo massificato che privilegia gli interessi individuali e indebolisce la dimensione comunitaria dellโesistenza. Aumentano piuttosto i mercati, dove le persone svolgono il ruolo di consumatori o di spettatori. Lโavanzare di questo globalismo favorisce normalmente lโidentitร dei piรน forti che proteggono sรฉ stessi, ma cerca di dissolvere le identitร delle regioni piรน deboli e povere, rendendole piรน vulnerabili e dipendenti. In tal modo la politica diventa sempre piรน fragile di fronte ai poteri economici transnazionali che applicano il โdivide et imperaโ.
La fine della coscienza storica
13. Per questo stesso motivo si favorisce anche una perdita del senso della storia che provoca ulteriore disgregazione. Si avverte la penetrazione culturale di una sorta di โdecostruzionismoโ, per cui la libertร umana pretende di costruire tutto a partire da zero. Restano in piedi unicamente il bisogno di consumare senza limiti e lโaccentuarsi di molte forme di individualismo senza contenuti. In questo contesto si poneva un consiglio che ho dato ai giovani: ยซSe una persona vi fa una proposta e vi dice di ignorare la storia, di non fare tesoro dellโesperienza degli anziani, di disprezzare tutto ciรฒ che รจ passato e guardare solo al futuro che lui vi offre, non รจ forse questo un modo facile di attirarvi con la sua proposta per farvi fare solo quello che lui vi dice? Quella persona ha bisogno che siate vuoti, sradicati, diffidenti di tutto, perchรฉ possiate fidarvi solo delle sue promesse e sottomettervi ai suoi piani. ร cosรฌ che funzionano le ideologie di diversi colori, che distruggono (o de-costruiscono) tutto ciรฒ che รจ diverso e in questo modo possono dominare senza opposizioni. A tale scopo hanno bisogno di giovani che disprezzino la storia, che rifiutino la ricchezza spirituale e umana che รจ stata tramandata attraverso le generazioni, che ignorino tutto ciรฒ che li ha precedutiยป.[10]
14. Sono le nuove forme di colonizzazione culturale. Non dimentichiamo che ยซi popoli che alienano la propria tradizione e, per mania imitativa, violenza impositiva, imperdonabile negligenza o apatia, tollerano che si strappi loro lโanima, perdono, insieme con la fisionomia spirituale, anche la consistenza morale e, alla fine, lโindipendenza ideologica, economica e politicaยป.[11] Un modo efficace di dissolvere la coscienza storica, il pensiero critico, lโimpegno per la giustizia e i percorsi di integrazione รจ quello di svuotare di senso o alterare le grandi parole. Che cosa significano oggi alcune espressioni come democrazia, libertร , giustizia, unitร ? Sono state manipolate e deformate per utilizzarle come strumenti di dominio, come titoli vuoti di contenuto che possono servire per giustificare qualsiasi azione.
Senza un progetto per tutti
15. Il modo migliore per dominare e avanzare senza limiti รจ seminare la mancanza di speranza e suscitare la sfiducia costante, benchรฉ mascherata con la difesa di alcuni valori. Oggi in molti Paesi si utilizza il meccanismo politico di esasperare, esacerbare e polarizzare. Con varie modalitร si nega ad altri il diritto di esistere e di pensare, e a tale scopo si ricorre alla strategia di ridicolizzarli, di insinuare sospetti su di loro, di accerchiarli. Non si accoglie la loro parte di veritร , i loro valori, e in questo modo la societร si impoverisce e si riduce alla prepotenza del piรน forte. La politica cosรฌ non รจ piรน una sana discussione su progetti a lungo termine per lo sviluppo di tutti e del bene comune, bensรฌ solo ricette effimere di marketing che trovano nella distruzione dellโaltro la risorsa piรน efficace. In questo gioco meschino delle squalificazioni, il dibattito viene manipolato per mantenerlo allo stato di controversia e contrapposizione.
16. In questo scontro di interessi che ci pone tutti contro tutti, dove vincere viene ad essere sinonimo di distruggere, comโรจ possibile alzare la testa per riconoscere il vicino o mettersi accanto a chi รจ caduto lungo la strada? Un progetto con grandi obiettivi per lo sviluppo di tutta lโumanitร oggi suona come un delirio. Aumentano le distanze tra noi, e il cammino duro e lento verso un mondo unito e piรน giusto subisce un nuovo e drastico arretramento.
17. Prendersi cura del mondo che ci circonda e ci sostiene significa prendersi cura di noi stessi. Ma abbiamo bisogno di costituirci in un โnoiโ che abita la Casa comune. Tale cura non interessa ai poteri economici che hanno bisogno di entrate veloci. Spesso le voci che si levano a difesa dellโambiente sono messe a tacere o ridicolizzate, ammantando di razionalitร quelli che sono solo interessi particolari. In questa cultura che stiamo producendo, vuota, protesa allโimmediato e priva di un progetto comune, ยซรจ prevedibile che, di fronte allโesaurimento di alcune risorse, si vada creando uno scenario favorevole per nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioniยป.[12]
Lo scarto mondiale
18. Certe parti dellโumanitร sembrano sacrificabili a vantaggio di una selezione che favorisce un settore umano degno di vivere senza limiti. In fondo, ยซle persone non sono piรน sentite come un valore primario da rispettare e tutelare, specie se povere o disabili, se โnon servono ancoraโ โ come i nascituri โ, o โnon servono piรนโ โ come gli anziani. Siamo diventati insensibili ad ogni forma di spreco, a partire da quello alimentare, che รจ tra i piรน deprecabiliยป.[13]
19. La mancanza di figli, che provoca un invecchiamento della popolazione, insieme allโabbandono delle persone anziane a una dolorosa solitudine, afferma implicitamente che tutto finisce con noi, che contano solo i nostri interessi individuali. Cosรฌ, ยซoggetto di scarto non sono solo il cibo o i beni superflui, ma spesso gli stessi esseri umaniยป.[14] Abbiamo visto quello che รจ successo agli anziani in alcuni luoghi del mondo a causa del coronavirus. Non dovevano morire cosรฌ. Ma in realtร qualcosa di simile era giร accaduto a motivo delle ondate di calore e in altre circostanze: crudelmente scartati. Non ci rendiamo conto che isolare le persone anziane e abbandonarle a carico di altri senza un adeguato e premuroso accompagnamento della famiglia, mutila e impoverisce la famiglia stessa. Inoltre, finisce per privare i giovani del necessario contatto con le loro radici e con una saggezza che la gioventรน da sola non puรฒ raggiungere.
20. Questo scarto si manifesta in molti modi, come nellโossessione di ridurre i costi del lavoro, senza rendersi conto delle gravi conseguenze che ciรฒ provoca, perchรฉ la disoccupazione che si produce ha come effetto diretto di allargare i confini della povertร .[15] Lo scarto, inoltre, assume forme spregevoli che credevamo superate, come il razzismo, che si nasconde e riappare sempre di nuovo. Le espressioni di razzismo rinnovano in noi la vergogna dimostrando che i presunti progressi della societร non sono cosรฌ reali e non sono assicurati una volta per sempre.
21. Ci sono regole economiche che sono risultate efficaci per la crescita, ma non altrettanto per lo sviluppo umano integrale.[16] ร aumentata la ricchezza, ma senza equitร , e cosรฌ ciรฒ che accade รจ che ยซnascono nuove povertร ยป.[17] Quando si dice che il mondo moderno ha ridotto la povertร , lo si fa misurandola con criteri di altre epoche non paragonabili con la realtร attuale. Infatti, in altri tempi, per esempio, non avere accesso allโenergia elettrica non era considerato un segno di povertร e non era motivo di grave disagio. La povertร si analizza e si intende sempre nel contesto delle possibilitร reali di un momento storico concreto.
Diritti umani non sufficientemente universali
22. Molte volte si constata che, di fatto, i diritti umani non sono uguali per tutti. Il rispetto di tali diritti ยซรจ condizione preliminare per lo stesso sviluppo sociale ed economico di un Paese. Quando la dignitร dellโuomo viene rispettata e i suoi diritti vengono riconosciuti e garantiti, fioriscono anche la creativitร e lโintraprendenza e la personalitร umana puรฒ dispiegare le sue molteplici iniziative a favore del bene comuneยป.[18] Ma ยซosservando con attenzione le nostre societร contemporanee, si riscontrano numerose contraddizioni che inducono a chiederci se davvero lโeguale dignitร di tutti gli esseri umani, solennemente proclamata 70 anni or sono, sia riconosciuta, rispettata, protetta e promossa in ogni circostanza. Persistono oggi nel mondo numerose forme di ingiustizia, nutrite da visioni antropologiche riduttive e da un modello economico fondato sul profitto, che non esita a sfruttare, a scartare e perfino ad uccidere lโuomo. Mentre una parte dellโumanitร vive nellโopulenza, unโaltra parte vede la propria dignitร disconosciuta, disprezzata o calpestata e i suoi diritti fondamentali ignorati o violatiยป.[19] Che cosa dice questo riguardo allโuguaglianza di diritti fondata sulla medesima dignitร umana?
23. Analogamente, lโorganizzazione delle societร in tutto il mondo รจ ancora lontana dal rispecchiare con chiarezza che le donne hanno esattamente la stessa dignitร e identici diritti degli uomini. A parole si affermano certe cose, ma le decisioni e la realtร gridano un altro messaggio. ร un fatto che ยซdoppiamente povere sono le donne che soffrono situazioni di esclusione, maltrattamento e violenza, perchรฉ spesso si trovano con minori possibilitร di difendere i loro dirittiยป.[20]
24. Riconosciamo ugualmente che, ยซmalgrado la comunitร internazionale abbia adottato numerosi accordi al fine di porre un termine alla schiavitรน in tutte le sue forme e avviato diverse strategie per combattere questo fenomeno, ancora oggi milioni di persone โ bambini, uomini e donne di ogni etร โ vengono private della libertร e costrette a vivere in condizioni assimilabili a quelle della schiavitรน. [โฆ] Oggi come ieri, alla radice della schiavitรน si trova una concezione della persona umana che ammette la possibilitร di trattarla come un oggetto. [โฆ] La persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio, con la forza, lโinganno o la costrizione fisica o psicologica viene privata della libertร , mercificata, ridotta a proprietร di qualcuno; viene trattata come un mezzo e non come un fineยป. Le reti criminali ยซutilizzano abilmente le moderne tecnologie informatiche per adescare giovani e giovanissimi in ogni parte del mondoยป.[21] Lโaberrazione non ha limiti quando si assoggettano donne, poi forzate ad abortire. Un atto abominevole che arriva addirittura al sequestro delle persone allo scopo di vendere i loro organi. Tutto ciรฒ fa sรฌ che la tratta di persone e altre forme di schiavitรน diventino un problema mondiale, che esige di essere preso sul serio dallโumanitร nel suo insieme, perchรฉ ยซcome le organizzazioni criminali utilizzano reti globali per raggiungere i loro scopi, cosรฌ lโazione per sconfiggere questo fenomeno richiede uno sforzo comune e altrettanto globale da parte dei diversi attori che compongono la societร ยป.[22]
Conflitto e paura
25. Guerre, attentati, persecuzioni per motivi razziali o religiosi, e tanti soprusi contro la dignitร umana vengono giudicati in modi diversi a seconda che convengano o meno a determinati interessi, essenzialmente economici. Ciรฒ che รจ vero quando conviene a un potente, cessa di esserlo quando non รจ nel suo interesse. Tali situazioni di violenza vanno ยซmoltiplicandosi dolorosamente in molte regioni del mondo, tanto da assumere le fattezze di quella che si potrebbe chiamare una โterza guerra mondiale a pezziโยป.[23]
26. Questo non stupisce se notiamo la mancanza di orizzonti in grado di farci convergere in unitร , perchรฉ in ogni guerra ciรฒ che risulta distrutto รจ ยซlo stesso progetto di fratellanza, inscritto nella vocazione della famiglia umanaยป, per cui ยซogni situazione di minaccia alimenta la sfiducia e il ripiegamentoยป.[24] Cosรฌ, il nostro mondo avanza in una dicotomia senza senso, con la pretesa di ยซgarantire la stabilitร e la pace sulla base di una falsa sicurezza supportata da una mentalitร di paura e sfiduciaยป.[25]
27. Paradossalmente, ci sono paure ancestrali che non sono state superate dal progresso tecnologico; anzi, hanno saputo nascondersi e potenziarsi dietro nuove tecnologie. Anche oggi, dietro le mura dellโantica cittร cโรจ lโabisso, il territorio dellโignoto, il deserto. Ciรฒ che proviene di lร non รจ affidabile, perchรฉ non รจ conosciuto, non รจ familiare, non appartiene al villaggio. ร il territorio di ciรฒ che รจ โbarbaroโ, da cui bisogna difendersi ad ogni costo. Di conseguenza si creano nuove barriere di autodifesa, cosรฌ che non esiste piรน il mondo ed esiste unicamente il โmioโ mondo, fino al punto che molti non vengono piรน considerati esseri umani con una dignitร inalienabile e diventano semplicemente โquelliโ. Riappare ยซla tentazione di fare una cultura dei muri, di alzare i muri, muri nel cuore, muri nella terra per impedire questo incontro con altre culture, con altra gente. E chi alza un muro, chi costruisce un muro finirร schiavo dentro ai muri che ha costruito, senza orizzonti. Perchรฉ gli manca questa alteritร ยป.[26]
28. La solitudine, le paure e lโinsicurezza di tante persone, che si sentono abbandonate dal sistema, fanno sรฌ che si vada creando un terreno fertile per le mafie. Queste infatti si impongono presentandosi come โprotettriciโ dei dimenticati, spesso mediante vari tipi di aiuto, mentre perseguono i loro interessi criminali. Cโรจ una pedagogia tipicamente mafiosa che, con un falso spirito comunitario, crea legami di dipendenza e di subordinazione dai quali รจ molto difficile liberarsi.
Globalizzazione e progresso senza una rotta comune
29. Con il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb non ignoriamo gli sviluppi positivi avvenuti nella scienza, nella tecnologia, nella medicina, nellโindustria e nel benessere, soprattutto nei Paesi sviluppati. Ciรฒ nonostante, ยซsottolineiamo che, insieme a tali progressi storici, grandi e apprezzati, si verifica un deterioramento dellโetica, che condiziona lโagire internazionale, e un indebolimento dei valori spirituali e del senso di responsabilitร . Tutto ciรฒ contribuisce a diffondere una sensazione generale di frustrazione, di solitudine e di disperazione [โฆ]. Nascono focolai di tensione e si accumulano armi e munizioni, in una situazione mondiale dominata dallโincertezza, dalla delusione e dalla paura del futuro e controllata dagli interessi economici miopiยป. Segnaliamo altresรฌ ยซle forti crisi politiche, lโingiustizia e la mancanza di una distribuzione equa delle risorse naturali. [โฆ] Nei confronti di tali crisi che portano a morire di fame milioni di bambini, giร ridotti a scheletri umani โ a motivo della povertร e della fame โ, regna un silenzio internazionale inaccettabileยป.[27] Davanti a questo panorama, benchรฉ ci attraggano molti progressi, non riscontriamo una rotta veramente umana.
30. Nel mondo attuale i sentimenti di appartenenza a una medesima umanitร si indeboliscono, mentre il sogno di costruire insieme la giustizia e la pace sembra unโutopia di altri tempi. Vediamo come domina unโindifferenza di comodo, fredda e globalizzata, figlia di una profonda disillusione che si cela dietro lโinganno di una illusione: credere che possiamo essere onnipotenti e dimenticare che siamo tutti sulla stessa barca. Questo disinganno, che lascia indietro i grandi valori fraterni, conduce ยซa una sorta di cinismo. Questa รจ la tentazione che noi abbiamo davanti, se andiamo per questa strada della disillusione o della delusione. [โฆ] Lโisolamento e la chiusura in se stessi o nei propri interessi non sono mai la via per ridare speranza e operare un rinnovamento, ma รจ la vicinanza, รจ la cultura dellโincontro. Lโisolamento, no; vicinanza, sรฌ. Cultura dello scontro, no; cultura dellโincontro, sรฌยป.[28]
31. In questo mondo che corre senza una rotta comune, si respira unโatmosfera in cui ยซla distanza fra lโossessione per il proprio benessere e la felicitร dellโumanitร condivisa sembra allargarsi: sino a far pensare che fra il singolo e la comunitร umana sia ormai in corso un vero e proprio scisma. [โฆ] Perchรฉ una cosa รจ sentirsi costretti a vivere insieme, altra cosa รจ apprezzare la ricchezza e la bellezza dei semi di vita comune che devono essere cercati e coltivati insiemeยป.[29] La tecnologia fa progressi continui, ma ยซcome sarebbe bello se alla crescita delle innovazioni scientifiche e tecnologiche corrispondesse anche una sempre maggiore equitร e inclusione sociale! Come sarebbe bello se, mentre scopriamo nuovi pianeti lontani, riscoprissimo i bisogni del fratello e della sorella che mi orbitano attorno!ยป.[30]
Le pandemie e altri flagelli della storia
32. Una tragedia globale come la pandemia del Covid-19 ha effettivamente suscitato per un certo tempo la consapevolezza di essere una comunitร mondiale che naviga sulla stessa barca, dove il male di uno va a danno di tutti. Ci siamo ricordati che nessuno si salva da solo, che ci si puรฒ salvare unicamente insieme. Per questo ho detto che ยซla tempesta smaschera la nostra vulnerabilitร e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e prioritร . [โฆ] Con la tempesta, รจ caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri โegoโ sempre preoccupati della propria immagine; ed รจ rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: lโappartenenza come fratelliยป.[31]
33. Il mondo avanzava implacabilmente verso unโeconomia che, utilizzando i progressi tecnologici, cercava di ridurre i โcosti umaniโ, e qualcuno pretendeva di farci credere che bastava la libertร di mercato perchรฉ tutto si potesse considerare sicuro. Ma il colpo duro e inaspettato di questa pandemia fuori controllo ha obbligato per forza a pensare agli esseri umani, a tutti, piรน che al beneficio di alcuni. Oggi possiamo riconoscere che ยซci siamo nutriti con sogni di splendore e grandezza e abbiamo finito per mangiare distrazione, chiusura e solitudine; ci siamo ingozzati di connessioni e abbiamo perso il gusto della fraternitร . Abbiamo cercato il risultato rapido e sicuro e ci troviamo oppressi dallโimpazienza e dallโansia. Prigionieri della virtualitร , abbiamo perso il gusto e il sapore della realtร ยป.[32] Il dolore, lโincertezza, il timore e la consapevolezza dei propri limiti che la pandemia ha suscitato, fanno risuonare lโappello a ripensare i nostri stili di vita, le nostre relazioni, lโorganizzazione delle nostre societร e soprattutto il senso della nostra esistenza.
34. Se tutto รจ connesso, รจ difficile pensare che questo disastro mondiale non sia in rapporto con il nostro modo di porci rispetto alla realtร , pretendendo di essere padroni assoluti della propria vita e di tutto ciรฒ che esiste. Non voglio dire che si tratta di una sorta di castigo divino. E neppure basterebbe affermare che il danno causato alla natura alla fine chiede il conto dei nostri soprusi. ร la realtร stessa che geme e si ribella. Viene alla mente il celebre verso del poeta Virgilio che evoca le lacrimevoli vicende umane.[33]
35. Velocemente perรฒ dimentichiamo le lezioni della storia, ยซmaestra di vitaยป.[34] Passata la crisi sanitaria, la peggiore reazione sarebbe quella di cadere ancora di piรน in un febbrile consumismo e in nuove forme di auto-protezione egoistica. Voglia il Cielo che alla fine non ci siano piรน โgli altriโ, ma solo un โnoiโ. Che non sia stato lโennesimo grave evento storico da cui non siamo stati capaci di imparare. Che non ci dimentichiamo degli anziani morti per mancanza di respiratori, in parte come effetto di sistemi sanitari smantellati anno dopo anno. Che un cosรฌ grande dolore non sia inutile, che facciamo un salto verso un nuovo modo di vivere e scopriamo una volta per tutte che abbiamo bisogno e siamo debitori gli uni degli altri, affinchรฉ lโumanitร rinasca con tutti i volti, tutte le mani e tutte le voci, al di lร delle frontiere che abbiamo creato.
36. Se non riusciamo a recuperare la passione condivisa per una comunitร di appartenenza e di solidarietร , alla quale destinare tempo, impegno e beni, lโillusione globale che ci inganna crollerร rovinosamente e lascerร molti in preda alla nausea e al vuoto. Inoltre, non si dovrebbe ingenuamente ignorare che ยซlโossessione per uno stile di vita consumistico, soprattutto quando solo pochi possono sostenerlo, potrร provocare soltanto violenza e distruzione reciprocaยป.[35] Il โsi salvi chi puรฒโ si tradurrร rapidamente nel โtutti contro tuttiโ, e questo sarร peggio di una pandemia.
Senza dignitร umana sulle frontiere
37. Tanto da alcuni regimi politici populisti quanto da posizioni economiche liberali, si sostiene che occorre evitare ad ogni costo lโarrivo di persone migranti. Al tempo stesso si argomenta che conviene limitare lโaiuto ai Paesi poveri, cosรฌ che tocchino il fondo e decidano di adottare misure di austeritร . Non ci si rende conto che, dietro queste affermazioni astratte difficili da sostenere, ci sono tante vite lacerate. Molti fuggono dalla guerra, da persecuzioni, da catastrofi naturali. Altri, con pieno diritto, sono ยซalla ricerca di opportunitร per sรฉ e per la propria famiglia. Sognano un futuro migliore e desiderano creare le condizioni perchรฉ si realizziยป.[36]
38. Purtroppo, altri sono ยซattirati dalla cultura occidentale, nutrendo talvolta aspettative irrealistiche che li espongono a pesanti delusioni. Trafficanti senza scrupolo, spesso legati ai cartelli della droga e delle armi, sfruttano la debolezza dei migranti, che lungo il loro percorso troppo spesso incontrano la violenza, la tratta, lโabuso psicologico e anche fisico, e sofferenze indicibiliยป.[37] Coloro che emigrano ยซsperimentano la separazione dal proprio contesto di origine e spesso anche uno sradicamento culturale e religioso. La frattura riguarda anche le comunitร di origine, che perdono gli elementi piรน vigorosi e intraprendenti, e le famiglie, in particolare quando migra uno o entrambi i genitori, lasciando i figli nel Paese di origineยป.[38] Di conseguenza, ยซva riaffermato il diritto a non emigrare, cioรจ a essere in condizione di rimanere nella propria terraยป.[39]
39. Per giunta, ยซin alcuni Paesi di arrivo, i fenomeni migratori suscitano allarme e paure, spesso fomentate e sfruttate a fini politici. Si diffonde cosรฌ una mentalitร xenofoba, di chiusura e di ripiegamento su se stessiยป.[40] I migranti vengono considerati non abbastanza degni di partecipare alla vita sociale come qualsiasi altro, e si dimentica che possiedono la stessa intrinseca dignitร di qualunque persona. Pertanto, devono essere โprotagonisti del proprio riscattoโ.[41] Non si dirร mai che non sono umani, perรฒ in pratica, con le decisioni e il modo di trattarli, si manifesta che li si considera di minor valore, meno importanti, meno umani. ร inaccettabile che i cristiani condividano questa mentalitร e questi atteggiamenti, facendo a volte prevalere certe preferenze politiche piuttosto che profonde convinzioni della propria fede: lโinalienabile dignitร di ogni persona umana al di lร dellโorigine, del colore o della religione, e la legge suprema dellโamore fraterno.
40. ยซLe migrazioni costituiranno un elemento fondante del futuro del mondoยป.[42] Ma oggi esse risentono di una ยซperdita di quel senso della responsabilitร fraterna, su cui si basa ogni societร civileยป.[43] LโEuropa, ad esempio, rischia seriamente di andare per questa strada. Tuttavia, ยซaiutata dal suo grande patrimonio culturale e religioso, [ha] gli strumenti per difendere la centralitร della persona umana e per trovare il giusto equilibrio fra il duplice dovere morale di tutelare i diritti dei propri cittadini e quello di garantire lโassistenza e lโaccoglienza dei migrantiยป.[44]
41. Comprendo che di fronte alle persone migranti alcuni nutrano dubbi o provino timori. Lo capisco come un aspetto dellโistinto naturale di autodifesa. Ma รจ anche vero che una persona e un popolo sono fecondi solo se sanno integrare creativamente dentro di sรฉ lโapertura agli altri. Invito ad andare oltre queste reazioni primarie, perchรฉ ยซil problema รจ quando [esse] condizionano il nostro modo di pensare e di agire al punto da renderci intolleranti, chiusi, forse anche โ senza accorgercene โ razzisti. E cosรฌ la paura ci priva del desiderio e della capacitร di incontrare lโaltroยป.[45]
Lโillusione della comunicazione
42. Paradossalmente, mentre crescono atteggiamenti chiusi e intolleranti che ci isolano rispetto agli altri, si riducono o spariscono le distanze fino al punto che viene meno il diritto allโintimitร . Tutto diventa una specie di spettacolo che puรฒ essere spiato, vigilato, e la vita viene esposta a un controllo costante. Nella comunicazione digitale si vuole mostrare tutto ed ogni individuo diventa oggetto di sguardi che frugano, denudano e divulgano, spesso in maniera anonima. Il rispetto verso lโaltro si sgretola e in tal modo, nello stesso tempo in cui lo sposto, lo ignoro e lo tengo a distanza, senza alcun pudore posso invadere la sua vita fino allโestremo.
43. Dโaltra parte, i movimenti digitali di odio e distruzione non costituiscono โ come qualcuno vorrebbe far credere โ unโottima forma di mutuo aiuto, bensรฌ mere associazioni contro un nemico. Piuttosto, ยซi media digitali possono esporre al rischio di dipendenza, di isolamento e di progressiva perdita di contatto con la realtร concreta, ostacolando lo sviluppo di relazioni interpersonali autenticheยป.[46] Cโรจ bisogno di gesti fisici, di espressioni del volto, di silenzi, di linguaggio corporeo, e persino di profumo, tremito delle mani, rossore, sudore, perchรฉ tutto ciรฒ parla e fa parte della comunicazione umana. I rapporti digitali, che dispensano dalla fatica di coltivare unโamicizia, una reciprocitร stabile e anche un consenso che matura con il tempo, hanno unโapparenza di socievolezza. Non costruiscono veramente un โnoiโ, ma solitamente dissimulano e amplificano lo stesso individualismo che si esprime nella xenofobia e nel disprezzo dei deboli. La connessione digitale non basta per gettare ponti, non รจ in grado di unire lโumanitร .
Aggressivitร senza pudore
44. Proprio mentre difendono il proprio isolamento consumistico e comodo, le persone scelgono di legarsi in maniera costante e ossessiva. Questo favorisce il pullulare di forme insolite di aggressivitร , di insulti, maltrattamenti, offese, sferzate verbali fino a demolire la figura dellโaltro, con una sfrenatezza che non potrebbe esistere nel contatto corpo a corpo perchรฉ finiremmo per distruggerci tutti a vicenda. Lโaggressivitร sociale trova nei dispositivi mobili e nei computer uno spazio di diffusione senza uguali.
45. Ciรฒ ha permesso che le ideologie abbandonassero ogni pudore. Quello che fino a pochi anni fa non si poteva dire di nessuno senza il rischio di perdere il rispetto del mondo intero, oggi si puรฒ esprimere nella maniera piรน cruda anche per alcune autoritร politiche e rimanere impuniti. Non va ignorato che ยซoperano nel mondo digitale giganteschi interessi economici, capaci di realizzare forme di controllo tanto sottili quanto invasive, creando meccanismi di manipolazione delle coscienze e del processo democratico. Il funzionamento di molte piattaforme finisce spesso per favorire lโincontro tra persone che la pensano allo stesso modo, ostacolando il confronto tra le differenze. Questi circuiti chiusi facilitano la diffusione di informazioni e notizie false, fomentando pregiudizi e odioยป.[47]
46. Occorre riconoscere che i fanatismi che inducono a distruggere gli altri hanno per protagonisti anche persone religiose, non esclusi i cristiani, che ยซpossono partecipare a reti di violenza verbale mediante internet e i diversi ambiti o spazi di interscambio digitale. Persino nei media cattolici si possono eccedere i limiti, si tollerano la diffamazione e la calunnia, e sembrano esclusi ogni etica e ogni rispetto per il buon nome altruiยป.[48] Cosรฌ facendo, quale contributo si dร alla fraternitร che il Padre comune ci propone?
Informazione senza saggezza
47. La vera saggezza presuppone lโincontro con la realtร . Ma oggi tutto si puรฒ produrre, dissimulare, modificare. Questo fa sรฌ che lโincontro diretto con i limiti della realtร diventi insopportabile. Di conseguenza, si attua un meccanismo di โselezioneโ e si crea lโabitudine di separare immediatamente ciรฒ che mi piace da ciรฒ che non mi piace, le cose attraenti da quelle spiacevoli. Con la stessa logica si scelgono le persone con le quali si decide di condividere il mondo. Cosรฌ le persone o le situazioni che hanno ferito la nostra sensibilitร o ci sono risultate sgradite oggi semplicemente vengono eliminate nelle reti virtuali, costruendo un circolo virtuale che ci isola dal mondo in cui viviamo.
48. Il mettersi seduti ad ascoltare lโaltro, caratteristico di un incontro umano, รจ un paradigma di atteggiamento accogliente, di chi supera il narcisismo e accoglie lโaltro, gli presta attenzione, gli fa spazio nella propria cerchia. Tuttavia, ยซil mondo di oggi รจ in maggioranza un mondo sordo [โฆ]. A volte la velocitร del mondo moderno, la frenesia ci impedisce di ascoltare bene quello che dice lโaltra persona. E quando รจ a metร del suo discorso, giร la interrompiamo e vogliamo risponderle mentre ancora non ha finito di parlare. Non bisogna perdere la capacitร di ascoltoยป. San Francesco dโAssisi ยซha ascoltato la voce di Dio, ha ascoltato la voce del povero, ha ascoltato la voce del malato, ha ascoltato la voce della natura. E tutto questo lo trasforma in uno stile di vita. Spero che il seme di San Francesco cresca in tanti cuoriยป.[49]
49. Venendo meno il silenzio e lโascolto, e trasformando tutto in battute e messaggi rapidi e impazienti, si mette in pericolo la struttura basilare di una saggia comunicazione umana. Si crea un nuovo stile di vita in cui si costruisce ciรฒ che si vuole avere davanti, escludendo tutto quello che non si puรฒ controllare o conoscere superficialmente e istantaneamente. Tale dinamica, per sua logica intrinseca, impedisce la riflessione serena che potrebbe condurci a una saggezza comune.
50. Possiamo cercare insieme la veritร nel dialogo, nella conversazione pacata o nella discussione appassionata. ร un cammino perseverante, fatto anche di silenzi e di sofferenze, capace di raccogliere con pazienza la vasta esperienza delle persone e dei popoli. Il cumulo opprimente di informazioni che ci inonda non equivale a maggior saggezza. La saggezza non si fabbrica con impazienti ricerche in internet, e non รจ una sommatoria di informazioni la cui veracitร non รจ assicurata. In questo modo non si matura nellโincontro con la veritร . Le conversazioni alla fine ruotano intorno agli ultimi dati, sono meramente orizzontali e cumulative. Non si presta invece unโattenzione prolungata e penetrante al cuore della vita, non si riconosce ciรฒ che รจ essenziale per dare un senso allโesistenza. Cosรฌ, la libertร diventa unโillusione che ci viene venduta e che si confonde con la libertร di navigare davanti a uno schermo. Il problema รจ che una via di fraternitร , locale e universale, la possono percorrere soltanto spiriti liberi e disposti a incontri reali.
Sottomissioni e disprezzo di sรฉ
51. Alcuni Paesi forti dal punto di vista economico vengono presentati come modelli culturali per i Paesi poco sviluppati, invece di fare in modo che ognuno cresca con lo stile che gli รจ peculiare, sviluppando le proprie capacitร di innovare a partire dai valori della propria cultura. Questa nostalgia superficiale e triste, che induce a copiare e comprare piuttosto che creare, dร luogo a unโautostima nazionale molto bassa. Nei settori benestanti di molti Paesi poveri, e a volte in coloro che sono riusciti a uscire dalla povertร , si riscontra lโincapacitร di accettare caratteristiche e processi propri, cadendo in un disprezzo della propria identitร culturale, come se fosse la causa di tutti i mali.
52. Demolire lโautostima di qualcuno รจ un modo facile di dominarlo. Dietro le tendenze che mirano ad omogeneizzare il mondo, affiorano interessi di potere che beneficiano della scarsa stima di sรฉ, nel momento stesso in cui, attraverso i media e le reti, si cerca di creare una nuova cultura al servizio dei piรน potenti. Da ciรฒ traggono vantaggio lโopportunismo della speculazione finanziaria e lo sfruttamento, dove i poveri sono sempre quelli che perdono. Dโaltra parte, ignorare la cultura di un popolo fa sรฌ che molti leader politici non siano in grado di promuovere un progetto efficace che possa essere liberamente assunto e sostenuto nel tempo.
53. Si dimentica che ยซnon cโรจ peggior alienazione che sperimentare di non avere radici, di non appartenere a nessuno. Una terra sarร feconda, un popolo darร frutti e sarร in grado di generare futuro solo nella misura in cui dร vita a relazioni di appartenenza tra i suoi membri, nella misura in cui crea legami di integrazione tra le generazioni e le diverse comunitร che lo compongono; e anche nella misura in cui rompe le spirali che annebbiano i sensi, allontanandoci sempre gli uni dagli altriยป.[50]
Speranza
54. Malgrado queste dense ombre, che non vanno ignorate, nelle pagine seguenti desidero dare voce a tanti percorsi di speranza. Dio infatti continua a seminare nellโumanitร semi di bene. La recente pandemia ci ha permesso di recuperare e apprezzare tanti compagni e compagne di viaggio che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita. Siamo stati capaci di riconoscere che le nostre vite sono intrecciate e sostenute da persone ordinarie che, senza dubbio, hanno scritto gli avvenimenti decisivi della nostra storia condivisa: medici, infermieri e infermiere, farmacisti, addetti ai supermercati, personale delle pulizie, badanti, trasportatori, uomini e donne che lavorano per fornire servizi essenziali e sicurezza, volontari, sacerdoti, religiose,โฆ hanno capito che nessuno si salva da solo.[51]
55. Invito alla speranza, che ยซci parla di una realtร che รจ radicata nel profondo dellโessere umano, indipendentemente dalle circostanze concrete e dai condizionamenti storici in cui vive. Ci parla di una sete, di unโaspirazione, di un anelito di pienezza, di vita realizzata, di un misurarsi con ciรฒ che รจ grande, con ciรฒ che riempie il cuore ed eleva lo spirito verso cose grandi, come la veritร , la bontร e la bellezza, la giustizia e lโamore. [โฆ] La speranza รจ audace, sa guardare oltre la comoditร personale, le piccole sicurezze e compensazioni che restringono lโorizzonte, per aprirsi a grandi ideali che rendono la vita piรน bella e dignitosaยป.[52] Camminiamo nella speranza.
CAPITOLO SECONDO
UN ESTRANEO SULLA STRADA
56. Tutto ciรฒ che ho menzionato nel capitolo precedente รจ piรน di unโasettica descrizione della realtร , poichรฉ ยซle gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini dโoggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi รจ di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuoreยป.[53] Nellโintento di cercare una luce in mezzo a ciรฒ che stiamo vivendo, e prima di impostare alcune linee di azione, intendo dedicare un capitolo a una parabola narrata da Gesรน duemila anni fa. Infatti, benchรฉ questa Lettera sia rivolta a tutte le persone di buona volontร , al di lร delle loro convinzioni religiose, la parabola si esprime in modo tale che chiunque di noi puรฒ lasciarsene interpellare.
ยซIn quel tempo, un dottore della Legge si alzรฒ per mettere alla prova Gesรน e chiese: โMaestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?โ. Gesรน gli disse: โChe cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?โ. Costui rispose: โAmerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stessoโ. Gli disse: โHai risposto bene; faโ questo e vivraiโ. Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesรน: โE chi รจ mio prossimo?โ. Gesรน riprese: โUn uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passรฒ oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passรฒ oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciรฒ le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricรฒ sulla sua cavalcatura, lo portรฒ in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirรฒ fuori due denari e li diede allโalbergatore, dicendo: โAbbi cura di lui; ciรฒ che spenderai in piรน, te lo pagherรฒ al mio ritornoโ. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che รจ caduto nelle mani dei briganti?โ. Quello rispose: โChi ha avuto compassione di luiโ. Gesรน gli disse: โVaโ e anche tu faโ cosรฌโยป (Lc 10,25-37).
Lo sfondo
57. Questa parabola raccoglie uno sfondo di secoli. Poco dopo la narrazione della creazione del mondo e dellโessere umano, la Bibbia presenta la sfida delle relazioni tra di noi. Caino elimina suo fratello Abele, e risuona la domanda di Dio: ยซDovโรจ Abele, tuo fratello?ยป (Gen 4,9). La risposta รจ la stessa che spesso diamo noi: ยซSono forse io il custode di mio fratello?ยป (ibid.). Con la sua domanda, Dio mette in discussione ogni tipo di determinismo o fatalismo che pretenda di giustificare lโindifferenza come unica risposta possibile. Ci abilita, al contrario, a creare una cultura diversa, che ci orienti a superare le inimicizie e a prenderci cura gli uni degli altri.
58. Il libro di Giobbe ricorre al fatto di avere un medesimo Creatore come base per sostenere alcuni diritti comuni: ยซChi ha fatto me nel ventre materno, non ha fatto anche lui? Non fu lo stesso a formarci nel grembo?ยป (31,15). Molti secoli dopo, SantโIreneo si esprimerร in modo diverso con lโimmagine della melodia: ยซDunque chi ama la veritร non deve lasciarsi trasportare dalla differenza di ciascun suono nรฉ immaginare che uno sia lโartefice e il creatore di questo suono e un altro lโartefice e il creatore dellโaltro [โฆ], ma deve pensare che lo ha fatto uno soloยป.[54]
59. Nelle tradizioni ebraiche, lโimperativo di amare lโaltro e prendersene cura sembrava limitarsi alle relazioni tra i membri di una medesima nazione. Lโantico precetto ยซamerai il tuo prossimo come te stessoยป (Lv 19,18) si intendeva ordinariamente riferito ai connazionali. Tuttavia, specialmente nel giudaismo sviluppatosi fuori dalla terra dโIsraele, i confini si andarono ampliando. Comparve lโinvito a non fare agli altri ciรฒ che non vuoi sia fatto a te (cfr Tb 4,15). Il saggio Hillel (I sec. a.C.) diceva al riguardo: ยซQuesto รจ la Legge e i Profeti. Tutto il resto รจ commentoยป.[55] Il desiderio di imitare gli atteggiamenti divini condusse a superare quella tendenza a limitarsi ai piรน vicini: ยซLa misericordia dellโuomo riguarda il suo prossimo, la misericordia del Signore ogni essere viventeยป (Sir 18,13).
60. Nel Nuovo Testamento, il precetto di Hillel ha trovato espressione positiva: ยซTutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti รจ la Legge e i Profetiยป (Mt 7,12). Tale appello รจ universale, tende ad abbracciare tutti, solo per la loro condizione umana, perchรฉ lโAltissimo, il Padre celeste ยซfa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoniยป (Mt 5,45). E di conseguenza si esige: ยซSiate misericordiosi, come il Padre vostro รจ misericordiosoยป (Lc 6,36).
61. Cโรจ una motivazione per allargare il cuore in modo che non escluda lo straniero, e la si puรฒ trovare giร nei testi piรน antichi della Bibbia. ร dovuta al costante ricordo del popolo ebraico di aver vissuto come straniero in Egitto:
ยซNon molesterai il forestiero nรฉ lโopprimerai, perchรฉ voi siete stati forestieri in terra dโEgittoยป (Es 22,20).
ยซNon opprimerai il forestiero: anche voi conoscete la vita del forestiero, perchรฉ siete stati forestieri in terra dโEgittoยป (Es 23,9).
ยซQuando un forestiero dimorerร presso di voi nella vostra terra, non lo opprimerete. Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che รจ nato tra voi; tu lโamerai come te stesso, perchรฉ anche voi siete stati forestieri in terra dโEgittoยป (Lv 19,33-34).
ยซQuando vendemmierai la tua vigna, non tornerai indietro a racimolare. Sarร per il forestiero, per lโorfano e per la vedova. Ricordati che sei stato schiavo nella terra dโEgittoยป (Dt 24,21-22).
Nel Nuovo Testamento risuona con forza lโappello allโamore fraterno:
ยซTutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: Amerai il tuo prossimo come te stessoยป (Gal 5,14).
ยซChi ama suo fratello, rimane nella luce e non vi รจ in lui occasione dโinciampo. Ma chi odia suo fratello, รจ nelle tenebreยป (1 Gv 2,10-11).
ยซNoi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perchรฉ amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morteยป (1 Gv 3,14).
ยซChi infatti non ama il proprio fratello che vede, non puรฒ amare Dio che non vedeยป (1 Gv 4,20).
62. Anche questa proposta di amore poteva essere fraintesa. Non per nulla, davanti alla tentazione delle prime comunitร cristiane di formare gruppi chiusi e isolati, San Paolo esortava i suoi discepoli ad avere caritร tra di loro ยซe verso tuttiยป (1 Ts 3,12); e nella comunitร di Giovanni si chiedeva che fossero accolti bene i ยซfratelli, benchรฉ stranieriยป (3 Gv 5). Tale contesto aiuta a comprendere il valore della parabola del buon samaritano: allโamore non importa se il fratello ferito viene da qui o da lร . Perchรฉ รจ lโยซamore che rompe le catene che ci isolano e ci separano, gettando ponti; amore che ci permette di costruire una grande famiglia in cui tutti possiamo sentirci a casa [โฆ]. Amore che sa di compassione e di dignitร ยป.[56]
Lโabbandonato
63. Gesรน racconta che cโera un uomo ferito, a terra lungo la strada, che era stato assalito. Passarono diverse persone accanto a lui ma se ne andarono, non si fermarono. Erano persone con funzioni importanti nella societร , che non avevano nel cuore lโamore per il bene comune. Non sono state capaci di perdere alcuni minuti per assistere il ferito o almeno per cercare aiuto. Uno si รจ fermato, gli ha donato vicinanza, lo ha curato con le sue stesse mani, ha pagato di tasca propria e si รจ occupato di lui. Soprattutto gli ha dato una cosa su cui in questo mondo frettoloso lesiniamo tanto: gli ha dato il proprio tempo. Sicuramente egli aveva i suoi programmi per usare quella giornata secondo i suoi bisogni, impegni o desideri. Ma รจ stato capace di mettere tutto da parte davanti a quel ferito, e senza conoscerlo lo ha considerato degno di ricevere il dono del suo tempo.
64. Con chi ti identifichi? Questa domanda รจ dura, diretta e decisiva. A quale di loro assomigli? Dobbiamo riconoscere la tentazione che ci circonda di disinteressarci degli altri, specialmente dei piรน deboli. Diciamolo, siamo cresciuti in tanti aspetti ma siamo analfabeti nellโaccompagnare, curare e sostenere i piรน fragili e deboli delle nostre societร sviluppate. Ci siamo abituati a girare lo sguardo, a passare accanto, a ignorare le situazioni finchรฉ queste non ci toccano direttamente.
65. Aggrediscono una persona per la strada, e molti scappano come se non avessero visto nulla. Spesso ci sono persone che investono qualcuno con la loro automobile e fuggono. Pensano solo a non avere problemi, non importa se un essere umano muore per colpa loro. Questi perรฒ sono segni di uno stile di vita generalizzato, che si manifesta in vari modi, forse piรน sottili. Inoltre, poichรฉ tutti siamo molto concentrati sulle nostre necessitร , vedere qualcuno che soffre ci dร fastidio, ci disturba, perchรฉ non vogliamo perdere tempo per colpa dei problemi altrui. Questi sono sintomi di una societร malata, perchรฉ mira a costruirsi voltando le spalle al dolore.
66. Meglio non cadere in questa miseria. Guardiamo il modello del buon samaritano. ร un testo che ci invita a far risorgere la nostra vocazione di cittadini del nostro Paese e del mondo intero, costruttori di un nuovo legame sociale. ร un richiamo sempre nuovo, benchรฉ sia scritto come legge fondamentale del nostro essere: che la societร si incammini verso il perseguimento del bene comune e, a partire da questa finalitร , ricostruisca sempre nuovamente il suo ordine politico e sociale, il suo tessuto di relazioni, il suo progetto umano. Coi suoi gesti il buon samaritano ha mostrato che ยซlโesistenza di ciascuno di noi รจ legata a quella degli altri: la vita non รจ tempo che passa, ma tempo di incontroยป.[57]
67. Questa parabola รจ unโicona illuminante, capace di mettere in evidenza lโopzione di fondo che abbiamo bisogno di compiere per ricostruire questo mondo che ci dร pena. Davanti a tanto dolore, a tante ferite, lโunica via di uscita รจ essere come il buon samaritano. Ogni altra scelta conduce o dalla parte dei briganti oppure da quella di coloro che passano accanto senza avere compassione del dolore dellโuomo ferito lungo la strada. La parabola ci mostra con quali iniziative si puรฒ rifare una comunitร a partire da uomini e donne che fanno propria la fragilitร degli altri, che non lasciano edificare una societร di esclusione, ma si fanno prossimi e rialzano e riabilitano lโuomo caduto, perchรฉ il bene sia comune. Nello stesso tempo, la parabola ci mette in guardia da certi atteggiamenti di persone che guardano solo a sรฉ stesse e non si fanno carico delle esigenze ineludibili della realtร umana.
68. Il racconto, diciamolo chiaramente, non fa passare un insegnamento di ideali astratti, nรฉ si circoscrive alla funzionalitร di una morale etico-sociale. Ci rivela una caratteristica essenziale dellโessere umano, tante volte dimenticata: siamo stati fatti per la pienezza che si raggiunge solo nellโamore. Vivere indifferenti davanti al dolore non รจ una scelta possibile; non possiamo lasciare che qualcuno rimanga โai margini della vitaโ. Questo ci deve indignare, fino a farci scendere dalla nostra serenitร per sconvolgerci con la sofferenza umana. Questo รจ dignitร .
Una storia che si ripete
69. La narrazione รจ semplice e lineare, ma contiene tutta la dinamica della lotta interiore che avviene nellโelaborazione della nostra identitร , in ogni esistenza proiettata sulla via per realizzare la fraternitร umana. Una volta incamminati, ci scontriamo, immancabilmente, con lโuomo ferito. Oggi, e sempre di piรน, ci sono persone ferite. Lโinclusione o lโesclusione di chi soffre lungo la strada definisce tutti i progetti economici, politici, sociali e religiosi. Ogni giorno ci troviamo davanti alla scelta di essere buoni samaritani oppure viandanti indifferenti che passano a distanza. E se estendiamo lo sguardo alla totalitร della nostra storia e al mondo nel suo insieme, tutti siamo o siamo stati come questi personaggi: tutti abbiamo qualcosa dellโuomo ferito, qualcosa dei briganti, qualcosa di quelli che passano a distanza e qualcosa del buon samaritano.
70. ร interessante come le differenze tra i personaggi del racconto risultino completamente trasformate nel confronto con la dolorosa manifestazione dellโuomo caduto, umiliato. Non cโรจ piรน distinzione tra abitante della Giudea e abitante della Samaria, non cโรจ sacerdote nรฉ commerciante; semplicemente ci sono due tipi di persone: quelle che si fanno carico del dolore e quelle che passano a distanza; quelle che si chinano riconoscendo lโuomo caduto e quelle che distolgono lo sguardo e affrettano il passo. In effetti, le nostre molteplici maschere, le nostre etichette e i nostri travestimenti cadono: รจ lโora della veritร . Ci chineremo per toccare e curare le ferite degli altri? Ci chineremo per caricarci sulle spalle gli uni gli altri? Questa รจ la sfida attuale, di cui non dobbiamo avere paura. Nei momenti di crisi la scelta diventa incalzante: potremmo dire che, in questo momento, chiunque non รจ brigante e chiunque non passa a distanza, o รจ ferito o sta portando sulle sue spalle qualche ferito.
71. La storia del buon samaritano si ripete: risulta sempre piรน evidente che lโincuranza sociale e politica fa di molti luoghi del mondo delle strade desolate, dove le dispute interne e internazionali e i saccheggi di opportunitร lasciano tanti emarginati a terra sul bordo della strada. Nella sua parabola, Gesรน non presenta vie alternative, come ad esempio: che cosa sarebbe stato di quellโuomo gravemente ferito o di colui che lo ha aiutato se lโira o la sete di vendetta avessero trovato spazio nei loro cuori? Egli ha fiducia nella parte migliore dello spirito umano e con la parabola la incoraggia affinchรฉ aderisca allโamore, recuperi il sofferente e costruisca una societร degna di questo nome.
I personaggi
72. La parabola comincia con i briganti. Il punto di partenza che Gesรน sceglie รจ unโaggressione giร consumata. Non fa sรฌ che ci fermiamo a lamentarci del fatto, non dirige il nostro sguardo verso i briganti. Li conosciamo. Abbiamo visto avanzare nel mondo le dense ombre dellโabbandono, della violenza utilizzata per meschini interessi di potere, accumulazione e divisione. La domanda potrebbe essere: lasceremo la persona ferita a terra per correre ciascuno a ripararsi dalla violenza o a inseguire i banditi? Sarร quel ferito la giustificazione delle nostre divisioni inconciliabili, delle nostre indifferenze crudeli, dei nostri scontri intestini?
73. Poi la parabola ci fa fissare chiaramente lo sguardo su quelli che passano a distanza. Questa pericolosa indifferenza di andare oltre senza fermarsi, innocente o meno, frutto del disprezzo o di una triste distrazione, fa dei personaggi del sacerdote e del levita un non meno triste riflesso di quella distanza che isola dalla realtร . Ci sono tanti modi di passare a distanza, complementari tra loro. Uno รจ ripiegarsi su di sรฉ, disinteressarsi degli altri, essere indifferenti. Un altro sarebbe guardare solamente al di fuori. Riguardo a questโultimo modo di passare a distanza, in alcuni Paesi, o in certi settori di essi, cโรจ un disprezzo dei poveri e della loro cultura, e un vivere con lo sguardo rivolto al di fuori, come se un progetto di Paese importato tentasse di occupare il loro posto. Cosรฌ si puรฒ giustificare lโindifferenza di alcuni, perchรฉ quelli che potrebbero toccare il loro cuore con le loro richieste semplicemente non esistono. Sono fuori dal loro orizzonte di interessi.
74. In quelli che passano a distanza cโรจ un particolare che non possiamo ignorare: erano persone religiose. Di piรน, si dedicavano a dare culto a Dio: un sacerdote e un levita. Questo รจ degno di speciale nota: indica che il fatto di credere in Dio e di adorarlo non garantisce di vivere come a Dio piace. Una persona di fede puรฒ non essere fedele a tutto ciรฒ la fede stessa esige, e tuttavia puรฒ sentirsi vicina a Dio e ritenersi piรน degna degli altri. Ci sono invece dei modi di vivere la fede che favoriscono lโapertura del cuore ai fratelli, e quella sarร la garanzia di unโautentica apertura a Dio. San Giovanni Crisostomo giunse ad esprimere con grande chiarezza tale sfida che si presenta ai cristiani: ยซVolete onorare veramente il corpo di Cristo? Non disprezzatelo quando รจ nudo. Non onoratelo nel tempio con paramenti di seta, mentre fuori lo lasciate a patire il freddo e la nuditร ยป.[58] Il paradosso รจ che, a volte, coloro che dicono di non credere possono vivere la volontร di Dio meglio dei credenti.
75. I โbriganti della stradaโ hanno di solito come segreti alleati quelli che โpassano per la strada guardando dallโaltra parteโ. Si chiude il cerchio tra quelli che usano e ingannano la societร per prosciugarla e quelli che pensano di mantenere la purezza nella loro funzione critica, ma nello stesso tempo vivono di quel sistema e delle sue risorse. Cโรจ una triste ipocrisia lร dove lโimpunitร del delitto, dellโuso delle istituzioni per interessi personali o corporativi, e altri mali che non riusciamo a eliminare, si uniscono a un permanente squalificare tutto, al costante seminare sospetti propagando la diffidenza e la perplessitร . Allโinganno del โtutto va maleโ corrisponde un โnessuno puรฒ aggiustare le coseโ, โche posso fare io?โ. In tal modo, si alimenta il disincanto e la mancanza di speranza, e ciรฒ non incoraggia uno spirito di solidarietร e di generositร . Far sprofondare un popolo nello scoraggiamento รจ la chiusura di un perfetto circolo vizioso: cosรฌ opera la dittatura invisibile dei veri interessi occulti, che si sono impadroniti delle risorse e della capacitร di avere opinioni e di pensare.
76. Guardiamo infine allโuomo ferito. A volte ci sentiamo come lui, gravemente feriti e a terra sul bordo della strada. Ci sentiamo anche abbandonati dalle nostre istituzioni sguarnite e carenti, o rivolte al servizio degli interessi di pochi, allโesterno e allโinterno. Infatti, ยซnella societร globalizzata, esiste una maniera elegante di guardare dallโaltra parte che si pratica abitualmente: sotto il rivestimento del politicamente corretto o delle mode ideologiche, si guarda alla persona che soffre senza toccarla, la si mostra in televisione in diretta, si adotta anche un discorso allโapparenza tollerante e pieno di eufemismiยป.[59]
Ricominciare
77. Ogni giorno ci viene offerta una nuova opportunitร , una nuova tappa. Non dobbiamo aspettare tutto da coloro che ci governano, sarebbe infantile. Godiamo di uno spazio di corresponsabilitร capace di avviare e generare nuovi processi e trasformazioni. Dobbiamo essere parte attiva nella riabilitazione e nel sostegno delle societร ferite. Oggi siamo di fronte alla grande occasione di esprimere il nostro essere fratelli, di essere altri buoni samaritani che prendono su di sรฉ il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti. Come il viandante occasionale della nostra storia, ci vuole solo il desiderio gratuito, puro e semplice di essere popolo, di essere costanti e instancabili nellโimpegno di includere, di integrare, di risollevare chi รจ caduto; anche se tante volte ci troviamo immersi e condannati a ripetere la logica dei violenti, di quanti nutrono ambizioni solo per sรฉ stessi e diffondono la confusione e la menzogna. Che altri continuino a pensare alla politica o allโeconomia per i loro giochi di potere. Alimentiamo ciรฒ che รจ buono e mettiamoci al servizio del bene.
78. ร possibile cominciare dal basso e caso per caso, lottare per ciรฒ che รจ piรน concreto e locale, fino allโultimo angolo della patria e del mondo, con la stessa cura che il viandante di Samaria ebbe per ogni piaga dellโuomo ferito. Cerchiamo gli altri e facciamoci carico della realtร che ci spetta, senza temere il dolore o lโimpotenza, perchรฉ lรฌ cโรจ tutto il bene che Dio ha seminato nel cuore dellโessere umano. Le difficoltร che sembrano enormi sono lโopportunitร per crescere, e non la scusa per la tristezza inerte che favorisce la sottomissione. Perรฒ non facciamolo da soli, individualmente. Il samaritano cercรฒ un affittacamere che potesse prendersi cura di quellโuomo, come noi siamo chiamati a invitare e incontrarci in un โnoiโ che sia piรน forte della somma di piccole individualitร ; ricordiamoci che ยซil tutto รจ piรน delle parti, ed รจ anche piรน della loro semplice sommaยป.[60] Rinunciamo alla meschinitร e al risentimento dei particolarismi sterili, delle contrapposizioni senza fine. Smettiamo di nascondere il dolore delle perdite e facciamoci carico dei nostri delitti, della nostra ignavia e delle nostre menzogne. La riconciliazione riparatrice ci farร risorgere e farร perdere la paura a noi stessi e agli altri.
79. Il samaritano della strada se ne andรฒ senza aspettare riconoscimenti o ringraziamenti. La dedizione al servizio era la grande soddisfazione davanti al suo Dio e alla sua vita, e per questo un dovere. Tutti abbiamo una responsabilitร riguardo a quel ferito che รจ il popolo stesso e tutti i popoli della terra. Prendiamoci cura della fragilitร di ogni uomo, di ogni donna, di ogni bambino e di ogni anziano, con quellโatteggiamento solidale e attento, lโatteggiamento di prossimitร del buon samaritano.
Il prossimo senza frontiere
80. Gesรน propose questa parabola per rispondere a una domanda: chi รจ il mio prossimo? La parola โprossimoโ nella societร dellโepoca di Gesรน indicava di solito chi รจ piรน vicino, prossimo. Si intendeva che lโaiuto doveva rivolgersi anzitutto a chi appartiene al proprio gruppo, alla propria razza. Un samaritano, per alcuni giudei di allora, era considerato una persona spregevole, impura, e pertanto non era compreso tra i vicini ai quali si doveva dare aiuto. Il giudeo Gesรน rovescia completamente questa impostazione: non ci chiama a domandarci chi sono quelli vicini a noi, bensรฌ a farci noi vicini, prossimi.
81. La proposta รจ quella di farsi presenti alla persona bisognosa di aiuto, senza guardare se fa parte della propria cerchia di appartenenza. In questo caso, il samaritano รจ stato colui che si รจ fatto prossimo del giudeo ferito. Per rendersi vicino e presente, ha attraversato tutte le barriere culturali e storiche. La conclusione di Gesรน รจ una richiesta: ยซVaโ e anche tu faโ cosรฌยป (Lc 10,37). Vale a dire, ci interpella perchรฉ mettiamo da parte ogni differenza e, davanti alla sofferenza, ci facciamo vicini a chiunque. Dunque, non dico piรน che ho dei โprossimiโ da aiutare, ma che mi sento chiamato a diventare io un prossimo degli altri.
82. Il problema รจ che, espressamente, Gesรน mette in risalto che lโuomo ferito era un giudeo โ abitante della Giudea โ mentre colui che si fermรฒ e lo aiutรฒ era un samaritano โ abitante della Samaria โ. Questo particolare ha una grandissima importanza per riflettere su un amore che si apre a tutti. I samaritani abitavano una regione che era stata contaminata da riti pagani, e per i giudei ciรฒ li rendeva impuri, detestabili, pericolosi. Difatti, un antico testo ebraico che menziona nazioni degne di disprezzo si riferisce a Samaria affermando per di piรน che ยซnon รจ neppure un popoloยป (Sir 50,25), e aggiunge che รจ ยซil popolo stolto che abita a Sichemยป (v. 26).
83. Questo spiega perchรฉ una donna samaritana, quando Gesรน le chiese da bere, rispose enfaticamente: ยซCome mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?ยป (Gv 4,9). Quelli che cercavano accuse che potessero screditare Gesรน, la cosa piรน offensiva che trovarono fu di dirgli ยซindemoniatoยป e ยซsamaritanoยป (Gv 8,48). Pertanto, questo incontro misericordioso tra un samaritano e un giudeo รจ una potente provocazione, che smentisce ogni manipolazione ideologica, affinchรฉ allarghiamo la nostra cerchia, dando alla nostra capacitร di amare una dimensione universale, in grado di superare tutti i pregiudizi, tutte le barriere storiche o culturali, tutti gli interessi meschini.
Lโappello del forestiero
84. Infine, ricordo che in un altro passo del Vangelo Gesรน dice: ยซEro straniero e mi avete accoltoยป (Mt 25,35). Gesรน poteva dire queste parole perchรฉ aveva un cuore aperto che faceva propri i drammi degli altri. San Paolo esortava: ยซRallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel piantoยป (Rm 12,15). Quando il cuore assume tale atteggiamento, รจ capace di identificarsi con lโaltro senza badare a dove รจ nato o da dove viene. Entrando in questa dinamica, in definitiva sperimenta che gli altri sono โsua stessa carneโ (cfr Is 58,7).
85. Per i cristiani, le parole di Gesรน hanno anche unโaltra dimensione, trascendente. Implicano il riconoscere Cristo stesso in ogni fratello abbandonato o escluso (cfr Mt 25,40.45). In realtร , la fede colma di motivazioni inaudite il riconoscimento dellโaltro, perchรฉ chi crede puรฒ arrivare a riconoscere che Dio ama ogni essere umano con un amore infinito e che ยซgli conferisce con ciรฒ una dignitร infinitaยป.[61] A ciรฒ si aggiunge che crediamo che Cristo ha versato il suo sangue per tutti e per ciascuno, e quindi nessuno resta fuori dal suo amore universale. E se andiamo alla fonte ultima, che รจ la vita intima di Dio, ci incontriamo con una comunitร di tre Persone, origine e modello perfetto di ogni vita in comune. La teologia continua ad arricchirsi grazie alla riflessione su questa grande veritร .
86. A volte mi rattrista il fatto che, pur dotata di tali motivazioni, la Chiesa ha avuto bisogno di tanto tempo per condannare con forza la schiavitรน e diverse forme di violenza. Oggi, con lo sviluppo della spiritualitร e della teologia, non abbiamo scuse. Tuttavia, ci sono ancora coloro che ritengono di sentirsi incoraggiati o almeno autorizzati dalla loro fede a sostenere varie forme di nazionalismo chiuso e violento, atteggiamenti xenofobi, disprezzo e persino maltrattamenti verso coloro che sono diversi. La fede, con lโumanesimo che ispira, deve mantenere vivo un senso critico davanti a queste tendenze e aiutare a reagire rapidamente quando cominciano a insinuarsi. Perciรฒ รจ importante che la catechesi e la predicazione includano in modo piรน diretto e chiaro il senso sociale dellโesistenza, la dimensione fraterna della spiritualitร , la convinzione sullโinalienabile dignitร di ogni persona e le motivazioni per amare e accogliere tutti.
CAPITOLO TERZO
PENSARE E GENERARE UN MONDO APERTO
87. Un essere umano รจ fatto in modo tale che non si realizza, non si sviluppa e non puรฒ trovare la propria pienezza ยซse non attraverso un dono sincero di sรฉยป.[62] E ugualmente non giunge a riconoscere a fondo la propria veritร se non nellโincontro con gli altri: ยซNon comunico effettivamente con me stesso se non nella misura in cui comunico con lโaltroยป.[63] Questo spiega perchรฉ nessuno puรฒ sperimentare il valore della vita senza volti concreti da amare. Qui sta un segreto dellโautentica esistenza umana, perchรฉ ยซla vita sussiste dove cโรจ legame, comunione, fratellanza; ed รจ una vita piรน forte della morte quando รจ costruita su relazioni vere e legami di fedeltร . Al contrario, non cโรจ vita dove si ha la pretesa di appartenere solo a sรฉ stessi e di vivere come isole: in questi atteggiamenti prevale la morteยป.[64]
Al di lร
88. Dallโintimo di ogni cuore, lโamore crea legami e allarga lโesistenza quando fa uscire la persona da sรฉ stessa verso lโaltro.[65] Siamo fatti per lโamore e cโรจ in ognuno di noi ยซuna specie di legge di โestasiโ: uscire da se stessi per trovare negli altri un accrescimento di essereยป.[66] Perciรฒ ยซin ogni caso lโuomo deve pure decidersi una volta ad uscire dโun balzo da se stessoยป.[67]
89. Dโaltra parte, non posso ridurre la mia vita alla relazione con un piccolo gruppo e nemmeno alla mia famiglia, perchรฉ รจ impossibile capire me stesso senza un tessuto piรน ampio di relazioni: non solo quello attuale ma anche quello che mi precede e che รจ andato configurandomi nel corso della mia vita. La mia relazione con una persona che stimo non puรฒ ignorare che quella persona non vive solo per la sua relazione con me, nรฉ io vivo soltanto rapportandomi con lei. La nostra relazione, se รจ sana e autentica, ci apre agli altri che ci fanno crescere e ci arricchiscono. Il piรน nobile senso sociale oggi facilmente rimane annullato dietro intimismi egoistici con lโapparenza di relazioni intense. Invece, lโamore che รจ autentico, che aiuta a crescere, e le forme piรน nobili di amicizia abitano cuori che si lasciano completare. Il legame di coppia e di amicizia รจ orientato ad aprire il cuore attorno a sรฉ, a renderci capaci di uscire da noi stessi fino ad accogliere tutti. I gruppi chiusi e le coppie autoreferenziali, che si costituiscono come un โnoiโ contrapposto al mondo intero, di solito sono forme idealizzate di egoismo e di mera autoprotezione.
90. Non รจ un caso che molte piccole popolazioni sopravvissute in zone desertiche abbiano sviluppato una generosa capacitร di accoglienza nei confronti dei pellegrini di passaggio, dando cosรฌ un segno esemplare del sacro dovere dellโospitalitร . Lo hanno vissuto anche le comunitร monastiche medievali, come si riscontra nella Regola di San Benedetto. Benchรฉ potesse disturbare lโordine e il silenzio dei monasteri, Benedetto esigeva che i poveri e i pellegrini fossero trattati ยซcon tutto il riguardo e la premura possibiliยป.[68] Lโospitalitร รจ un modo concreto di non privarsi di questa sfida e di questo dono che รจ lโincontro con lโumanitร al di lร del proprio gruppo. Quelle persone riconoscevano che tutti i valori che potevano coltivare dovevano essere accompagnati da questa capacitร di trascendersi in unโapertura agli altri.
Il valore unico dellโamore
91. Le persone possono sviluppare alcuni atteggiamenti che presentano come valori morali: fortezza, sobrietร , laboriositร e altre virtรน. Ma per orientare adeguatamente gli atti delle varie virtรน morali, bisogna considerare anche in quale misura essi realizzino un dinamismo di apertura e di unione verso altre persone. Tale dinamismo รจ la caritร che Dio infonde. Altrimenti, avremo forse solo unโapparenza di virtรน, e queste saranno incapaci di costruire la vita in comune. Perciรฒ San Tommaso dโAquino โ citando SantโAgostino โ diceva che la temperanza di una persona avara non รจ neppure virtuosa.[69] San Bonaventura, con altre parole, spiegava che le altre virtรน, senza la caritร , a rigore non adempiono i comandamenti ยซcome Dio li intendeยป.[70]
92. La statura spirituale di unโesistenza umana รจ definita dallโamore, che in ultima analisi รจ ยซil criterio per la decisione definitiva sul valore o il disvalore di una vita umanaยป.[71] Tuttavia, ci sono credenti che pensano che la loro grandezza consista nellโimporre le proprie ideologie agli altri, o nella difesa violenta della veritร , o in grandi dimostrazioni di forza. Tutti noi credenti dobbiamo riconoscere questo: al primo posto cโรจ lโamore, ciรฒ che mai devโessere messo a rischio รจ lโamore, il pericolo piรน grande รจ non amare (cfr 1 Cor 13,1-13).
93. Cercando di precisare in che cosa consista lโesperienza di amare, che Dio rende possibile con la sua grazia, San Tommaso dโAquino la spiegava come un movimento che pone lโattenzione sullโaltro ยซconsiderandolo come unโunica cosa con sรฉ stessoยป.[72] Lโattenzione affettiva che si presta allโaltro provoca un orientamento a ricercare gratuitamente il suo bene. Tutto ciรฒ parte da una stima, da un apprezzamento, che in definitiva รจ quello che sta dietro la parola โcaritร โ: lโessere amato รจ per me โcaroโ, vale a dire che lo considero di grande valore.[73] E ยซdallโamore per cui a uno รจ gradita una data persona derivano le gratificazioni verso di essaยป.[74]
94. Lโamore implica dunque qualcosa di piรน che una serie di azioni benefiche. Le azioni derivano da unโunione che inclina sempre piรน verso lโaltro considerandolo prezioso, degno, gradito e bello, al di lร delle apparenze fisiche o morali. Lโamore allโaltro per quello che รจ ci spinge a cercare il meglio per la sua vita. Solo coltivando questo modo di relazionarci renderemo possibile lโamicizia sociale che non esclude nessuno e la fraternitร aperta a tutti.
La progressiva apertura dellโamore
95. Lโamore, infine, ci fa tendere verso la comunione universale. Nessuno matura nรฉ raggiunge la propria pienezza isolandosi. Per sua stessa dinamica, lโamore esige una progressiva apertura, maggiore capacitร di accogliere gli altri, in unโavventura mai finita che fa convergere tutte le periferie verso un pieno senso di reciproca appartenenza. Gesรน ci ha detto: ยซVoi siete tutti fratelliยป (Mt 23,8).
96. Questo bisogno di andare oltre i propri limiti vale anche per le varie regioni e i vari Paesi. Di fatto, ยซil numero sempre crescente di interconnessioni e di comunicazioni che avviluppano il nostro pianeta rende piรน palpabile la consapevolezza dellโunitร e della condivisione di un comune destino tra le Nazioni della terra. Nei dinamismi della storia, pur nella diversitร delle etnie, delle societร e delle culture, vediamo seminata cosรฌ la vocazione a formare una comunitร composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altriยป.[75]
Societร aperte che integrano tutti
97. Ci sono periferie che si trovano vicino a noi, nel centro di una cittร , o nella propria famiglia. Cโรจ anche un aspetto dellโapertura universale dellโamore che non รจ geografico ma esistenziale. ร la capacitร quotidiana di allargare la mia cerchia, di arrivare a quelli che spontaneamente non sento parte del mio mondo di interessi, benchรฉ siano vicino a me. Dโaltra parte, ogni fratello o sorella sofferente, abbandonato o ignorato dalla mia societร รจ un forestiero esistenziale, anche se รจ nato nello stesso Paese. Puรฒ essere un cittadino con tutte le carte in regola, perรฒ lo fanno sentire come uno straniero nella propria terra. Il razzismo รจ un virus che muta facilmente e invece di sparire si nasconde, ma รจ sempre in agguato.
98. Voglio ricordare quegli โesiliati occultiโ che vengono trattati come corpi estranei della societร .[76] Tante persone con disabilitร ยซsentono di esistere senza appartenere e senza partecipareยป. Ci sono ancora molte cose ยซche [impediscono] loro una cittadinanza pienaยป. Lโobiettivo รจ non solo assisterli, ma la loro ยซpartecipazione attiva alla comunitร civile ed ecclesiale. ร un cammino esigente e anche faticoso, che contribuirร sempre piรน a formare coscienze capaci di riconoscere ognuno come persona unica e irripetibileยป. Ugualmente penso alle persone anziane ยซche, anche a motivo della disabilitร , sono sentite a volte come un pesoยป. Tuttavia, tutti possono dare ยซun singolare apporto al bene comune attraverso la propria originale biografiaยป. Mi permetto di insistere: bisogna ยซavere il coraggio di dare voce a quanti sono discriminati per la condizione di disabilitร , perchรฉ purtroppo in alcune Nazioni, ancora oggi, si stenta a riconoscerli come persone di pari dignitร ยป.[77]
Comprensioni inadeguate di un amore universale
99. Lโamore che si estende al di lร delle frontiere ha come base ciรฒ che chiamiamo โamicizia socialeโ in ogni cittร e in ogni Paese. Quando รจ genuina, questa amicizia sociale allโinterno di una societร รจ condizione di possibilitร di una vera apertura universale. Non si tratta del falso universalismo di chi ha bisogno di viaggiare continuamente perchรฉ non sopporta e non ama il proprio popolo. Chi guarda il suo popolo con disprezzo, stabilisce nella propria societร categorie di prima e di seconda classe, di persone con piรน o meno dignitร e diritti. In tal modo nega che ci sia spazio per tutti.
100. Neppure sto proponendo un universalismo autoritario e astratto, dettato o pianificato da alcuni e presentato come un presunto ideale allo scopo di omogeneizzare, dominare e depredare. Cโรจ un modello di globalizzazione che ยซmira consapevolmente a unโuniformitร unidimensionale e cerca di eliminare tutte le differenze e le tradizioni in una superficiale ricerca di unitร . [โฆ] Se una globalizzazione pretende di rendere tutti uguali, come se fosse una sfera, questa globalizzazione distrugge la peculiaritร di ciascuna persona e di ciascun popoloยป.[78] Questo falso sogno universalistico finisce per privare il mondo della varietร dei suoi colori, della sua bellezza e in definitiva della sua umanitร . Perchรฉ ยซil futuro non รจ โmonocromaticoโ, ma, se ne abbiamo il coraggio, รจ possibile guardarlo nella varietร e nella diversitร degli apporti che ciascuno puรฒ dare. Quanto ha bisogno la nostra famiglia umana di imparare a vivere insieme in armonia e pace senza che dobbiamo essere tutti uguali!ยป.[79]
Andare oltre un mondo di soci
101. Riprendiamo ora la parabola del buon samaritano, che ha ancora molto da proporci. Cโera un uomo ferito sulla strada. I personaggi che passavano accanto a lui non si concentravano sulla chiamata interiore a farsi vicini, ma sulla loro funzione, sulla posizione sociale che occupavano, su una professione di prestigio nella societร . Si sentivano importanti per la societร di quel tempo e ciรฒ che premeva loro era il ruolo che dovevano svolgere. Lโuomo ferito e abbandonato lungo la strada era un disturbo per questo progetto, unโinterruzione, e da parte sua era uno che non rivestiva alcuna funzione. Era un โnessunoโ, non apparteneva a un gruppo degno di considerazione, non aveva alcun ruolo nella costruzione della storia. Nel frattempo, il samaritano generoso resisteva a queste classificazioni chiuse, anche se lui stesso restava fuori da tutte queste categorie ed era semplicemente un estraneo senza un proprio posto nella societร . Cosรฌ, libero da ogni titolo e struttura, รจ stato capace di interrompere il suo viaggio, di cambiare i suoi programmi, di essere disponibile ad aprirsi alla sorpresa dellโuomo ferito che aveva bisogno di lui.
102. Quale reazione potrebbe suscitare oggi questa narrazione, in un mondo dove compaiono continuamente, e crescono, gruppi sociali che si aggrappano a unโidentitร che li separa dagli altri? Come puรฒ commuovere quelli che tendono a organizzarsi in modo tale da impedire ogni presenza estranea che possa turbare questa identitร e questa organizzazione autodifensiva e autoreferenziale? In questo schema rimane esclusa la possibilitร di farsi prossimo, ed รจ possibile essere prossimo solo di chi permetta di consolidare i vantaggi personali. Cosรฌ la parola โprossimoโ perde ogni significato, e acquista senso solamente la parola โsocioโ, colui che รจ associato per determinati interessi.[80]
Libertร , uguaglianza e fraternitร
103. La fraternitร non รจ solo il risultato di condizioni di rispetto per le libertร individuali, e nemmeno di una certa regolata equitร . Benchรฉ queste siano condizioni di possibilitร , non bastano perchรฉ essa ne derivi come risultato necessario. La fraternitร ha qualcosa di positivo da offrire alla libertร e allโuguaglianza. Che cosa accade senza la fraternitร consapevolmente coltivata, senza una volontร politica di fraternitร , tradotta in unโeducazione alla fraternitร , al dialogo, alla scoperta della reciprocitร e del mutuo arricchimento come valori? Succede che la libertร si restringe, risultando cosรฌ piuttosto una condizione di solitudine, di pura autonomia per appartenere a qualcuno o a qualcosa, o solo per possedere e godere. Questo non esaurisce affatto la ricchezza della libertร , che รจ orientata soprattutto allโamore.
104. Neppure lโuguaglianza si ottiene definendo in astratto che โtutti gli esseri umani sono ugualiโ, bensรฌ รจ il risultato della coltivazione consapevole e pedagogica della fraternitร . Coloro che sono capaci solamente di essere soci creano mondi chiusi. Che senso puรฒ avere in questo schema la persona che non appartiene alla cerchia dei soci e arriva sognando una vita migliore per sรฉ e per la sua famiglia?
105. Lโindividualismo non ci rende piรน liberi, piรน uguali, piรน fratelli. La mera somma degli interessi individuali non รจ in grado di generare un mondo migliore per tutta lโumanitร . Neppure puรฒ preservarci da tanti mali che diventano sempre piรน globali. Ma lโindividualismo radicale รจ il virus piรน difficile da sconfiggere. Inganna. Ci fa credere che tutto consiste nel dare briglia sciolta alle proprie ambizioni, come se accumulando ambizioni e sicurezze individuali potessimo costruire il bene comune.
Amore universale che promuove le persone
106. Cโรจ un riconoscimento basilare, essenziale da compiere per camminare verso lโamicizia sociale e la fraternitร universale: rendersi conto di quanto vale un essere umano, quanto vale una persona, sempre e in qualunque circostanza. Se ciascuno vale tanto, bisogna dire con chiarezza e fermezza che ยซil solo fatto di essere nati in un luogo con minori risorse o minor sviluppo non giustifica che alcune persone vivano con minore dignitร ยป.[81] Questo รจ un principio elementare della vita sociale, che viene abitualmente e in vari modi ignorato da quanti vedono che non conviene alla loro visione del mondo o non serve ai loro fini.
107. Ogni essere umano ha diritto a vivere con dignitร e a svilupparsi integralmente, e nessun Paese puรฒ negare tale diritto fondamentale. Ognuno lo possiede, anche se รจ poco efficiente, anche se รจ nato o cresciuto con delle limitazioni; infatti ciรฒ non sminuisce la sua immensa dignitร come persona umana, che non si fonda sulle circostanze bensรฌ sul valore del suo essere. Quando questo principio elementare non รจ salvaguardato, non cโรจ futuro nรฉ per la fraternitร nรฉ per la sopravvivenza dellโumanitร .
108. Vi sono societร che accolgono questo principio parzialmente. Accettano che ci siano opportunitร per tutti, perรฒ sostengono che, posto questo, tutto dipende da ciascuno. Secondo tale prospettiva parziale non avrebbe senso ยซinvestire affinchรฉ quelli che rimangono indietro, i deboli o i meno dotati possano farsi strada nella vitaยป.[82] Investire a favore delle persone fragili puรฒ non essere redditizio, puรฒ comportare minore efficienza. Esige uno Stato presente e attivo, e istituzioni della societร civile che vadano oltre la libertร dei meccanismi efficientisti di certi sistemi economici, politici o ideologici, perchรฉ veramente si orientano prima di tutto alle persone e al bene comune.
109. Alcuni nascono in famiglie di buone condizioni economiche, ricevono una buona educazione, crescono ben nutriti, o possiedono naturalmente capacitร notevoli. Essi sicuramente non avranno bisogno di uno Stato attivo e chiederanno solo libertร . Ma evidentemente non vale la stessa regola per una persona disabile, per chi รจ nato in una casa misera, per chi รจ cresciuto con unโeducazione di bassa qualitร e con scarse possibilitร di curare come si deve le proprie malattie. Se la societร si regge primariamente sui criteri della libertร di mercato e dellโefficienza, non cโรจ posto per costoro, e la fraternitร sarร tuttโal piรน unโespressione romantica.
110. Il fatto รจ che ยซla semplice proclamazione della libertร economica, quando perรฒ le condizioni reali impediscono che molti possano accedervi realmente, e quando si riduce lโaccesso al lavoro, diventa un discorso contraddittorioยป.[83] Parole come libertร , democrazia o fraternitร si svuotano di senso. Perchรฉ, in realtร , ยซfinchรฉ il nostro sistema economico-sociale produrrร ancora una vittima e ci sarร una sola persona scartata, non ci potrร essere la festa della fraternitร universaleยป.[84] Una societร umana e fraterna รจ in grado di adoperarsi per assicurare in modo efficiente e stabile che tutti siano accompagnati nel percorso della loro vita, non solo per provvedere ai bisogni primari, ma perchรฉ possano dare il meglio di sรฉ, anche se il loro rendimento non sarร il migliore, anche se andranno lentamente, anche se lo loro efficienza sarร poco rilevante.
111. La persona umana, coi suoi diritti inalienabili, รจ naturalmente aperta ai legami. Nella sua stessa radice abita la chiamata a trascendere sรฉ stessa nellโincontro con gli altri. Per questo ยซoccorre prestare attenzione per non cadere in alcuni equivoci che possono nascere da un fraintendimento del concetto di diritti umani e da un loro paradossale abuso. Vi รจ infatti oggi la tendenza verso una rivendicazione sempre piรน ampia di diritti individuali โ sono tentato di dire individualistici โ, che cela una concezione di persona umana staccata da ogni contesto sociale e antropologico, quasi come una โmonadeโ (monรกs), sempre piรน insensibile [โฆ]. Se il diritto di ciascuno non รจ armonicamente ordinato al bene piรน grande, finisce per concepirsi senza limitazioni e dunque per diventare sorgente di conflitti e di violenzeยป.[85]
Promuovere il bene morale
112. Non possiamo tralasciare di dire che il desiderio e la ricerca del bene degli altri e di tutta lโumanitร implicano anche di adoperarsi per una maturazione delle persone e delle societร nei diversi valori morali che conducono ad uno sviluppo umano integrale. Nel Nuovo Testamento si menziona un frutto dello Spirito Santo (cfr Gal 5,22) definito con il termine greco agathosyne. Indica lโattaccamento al bene, la ricerca del bene. Piรน ancora, รจ procurare ciรฒ che vale di piรน, il meglio per gli altri: la loro maturazione, la loro crescita in una vita sana, lโesercizio dei valori e non solo il benessere materiale. Cโรจ unโespressione latina simile: bene-volentia, cioรจ lโatteggiamento di volere il bene dellโaltro. ร un forte desiderio del bene, unโinclinazione verso tutto ciรฒ che รจ buono ed eccellente, che ci spinge a colmare la vita degli altri di cose belle, sublimi, edificanti.
113. In questa linea, torno a rilevare con dolore che ยซgiร troppo a lungo siamo stati nel degrado morale, prendendoci gioco dellโetica, della bontร , della fede, dellโonestร , ed รจ arrivato il momento di riconoscere che questa allegra superficialitร ci รจ servita a poco. Tale distruzione di ogni fondamento della vita sociale finisce col metterci lโuno contro lโaltro per difendere i propri interessiยป.[86] Volgiamoci a promuovere il bene, per noi stessi e per tutta lโumanitร , e cosรฌ cammineremo insieme verso una crescita genuina e integrale. Ogni societร ha bisogno di assicurare la trasmissione dei valori, perchรฉ se questo non succede si trasmettono lโegoismo, la violenza, la corruzione nelle sue varie forme, lโindifferenza e, in definitiva, una vita chiusa ad ogni trascendenza e trincerata negli interessi individuali.
Il valore della solidarietร
114. Desidero mettere in risalto la solidarietร , che ยซcome virtรน morale e atteggiamento sociale, frutto della conversione personale, esige un impegno da parte di una molteplicitร di soggetti, che hanno responsabilitร di carattere educativo e formativo. Il mio primo pensiero va alle famiglie, chiamate a una missione educativa primaria e imprescindibile. Esse costituiscono il primo luogo in cui si vivono e si trasmettono i valori dellโamore e della fraternitร , della convivenza e della condivisione, dellโattenzione e della cura dellโaltro. Esse sono anche lโambito privilegiato per la trasmissione della fede, cominciando da quei primi semplici gesti di devozione che le madri insegnano ai figli. Per quanto riguarda gli educatori e i formatori che, nella scuola o nei diversi centri di aggregazione infantile e giovanile, hanno lโimpegnativo compito di educare i bambini e i giovani, sono chiamati ad essere consapevoli che la loro responsabilitร riguarda le dimensioni morale, spirituale e sociale della persona. I valori della libertร , del rispetto reciproco e della solidarietร possono essere trasmessi fin dalla piรน tenera etร . [โฆ] Anche gli operatori culturali e dei mezzi di comunicazione sociale hanno responsabilitร nel campo dellโeducazione e della formazione, specialmente nelle societร contemporanee, in cui lโaccesso a strumenti di informazione e di comunicazione รจ sempre piรน diffusoยป.[87]
115. In questi momenti, nei quali tutto sembra dissolversi e perdere consistenza, ci fa bene appellarci alla soliditร [88] che deriva dal saperci responsabili della fragilitร degli altri cercando un destino comune. La solidarietร si esprime concretamente nel servizio, che puรฒ assumere forme molto diverse nel modo di farsi carico degli altri. Il servizio รจ ยซin gran parte, avere cura della fragilitร . Servire significa avere cura di coloro che sono fragili nelle nostre famiglie, nella nostra societร , nel nostro popoloยป. In questo impegno ognuno รจ capace di ยซmettere da parte le sue esigenze, aspettative, i suoi desideri di onnipotenza davanti allo sguardo concreto dei piรน fragili. [โฆ] Il servizio guarda sempre il volto del fratello, tocca la sua carne, sente la sua prossimitร fino in alcuni casi a โsoffrirlaโ, e cerca la promozione del fratello. Per tale ragione il servizio non รจ mai ideologico, dal momento che non serve idee, ma personeยป.[89]
116. Gli ultimi in generale ยซpraticano quella solidarietร tanto speciale che esiste fra quanti soffrono, tra i poveri, e che la nostra civiltร sembra aver dimenticato, o quantomeno ha molta voglia di dimenticare. Solidarietร รจ una parola che non sempre piace; direi che alcune volte lโabbiamo trasformata in una cattiva parola, non si puรฒ dire; ma รจ una parola che esprime molto piรน che alcuni atti di generositร sporadici. ร pensare e agire in termini di comunitร , di prioritร della vita di tutti sullโappropriazione dei beni da parte di alcuni. ร anche lottare contro le cause strutturali della povertร , la disuguaglianza, la mancanza di lavoro, della terra e della casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi. ร far fronte agli effetti distruttori dellโImpero del denaro [โฆ]. La solidarietร , intesa nel suo senso piรน profondo, รจ un modo di fare la storia, ed รจ questo che fanno i movimenti popolariยป.[90]
117. Quando parliamo di avere cura della casa comune che รจ il pianeta, ci appelliamo a quel minimo di coscienza universale e di preoccupazione per la cura reciproca che ancora puรฒ rimanere nelle persone. Infatti, se qualcuno possiede acqua in avanzo, e tuttavia la conserva pensando allโumanitร , รจ perchรฉ ha raggiunto un livello morale che gli permette di andare oltre sรฉ stesso e il proprio gruppo di appartenenza. Ciรฒ รจ meravigliosamente umano! Questo stesso atteggiamento รจ quello che si richiede per riconoscere i diritti di ogni essere umano, benchรฉ sia nato al di lร delle proprie frontiere.
Riproporre la funzione sociale della proprietร
118. Il mondo esiste per tutti, perchรฉ tutti noi esseri umani nasciamo su questa terra con la stessa dignitร . Le differenze di colore, religione, capacitร , luogo di origine, luogo di residenza e tante altre non si possono anteporre o utilizzare per giustificare i privilegi di alcuni a scapito dei diritti di tutti. Di conseguenza, come comunitร siamo tenuti a garantire che ogni persona viva con dignitร e abbia opportunitร adeguate al suo sviluppo integrale.
119. Nei primi secoli della fede cristiana, diversi sapienti hanno sviluppato un senso universale nella loro riflessione sulla destinazione comune dei beni creati.[91] Ciรฒ conduceva a pensare che, se qualcuno non ha il necessario per vivere con dignitร , รจ perchรฉ un altro se ne sta appropriando. Lo riassume San Giovanni Crisostomo dicendo che ยซnon dare ai poveri parte dei propri beni รจ rubare ai poveri, รจ privarli della loro stessa vita; e quanto possediamo non รจ nostro, ma loroยป.[92] Come pure queste parole di San Gregorio Magno: ยซQuando distribuiamo agli indigenti qualunque cosa, non elargiamo roba nostra ma restituiamo loro ciรฒ che ad essi appartieneยป.[93]
120. Di nuovo faccio mie e propongo a tutti alcune parole di San Giovanni Paolo II, la cui forza non รจ stata forse compresa: ยซDio ha dato la terra a tutto il genere umano, perchรฉ essa sostenti tutti i suoi membri, senza escludere nรฉ privilegiare nessunoยป.[94] In questa linea ricordo che ยซla tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietร privata, e ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietร privataยป.[95] Il principio dellโuso comune dei beni creati per tutti รจ il ยซprimo principio di tutto lโordinamento etico-socialeยป,[96] รจ un diritto naturale, originario e prioritario.[97] Tutti gli altri diritti sui beni necessari alla realizzazione integrale delle persone, inclusi quello della proprietร privata e qualunque altro, ยซnon devono quindi intralciare, bensรฌ, al contrario, facilitarne la realizzazioneยป, come affermava San Paolo VI.[98] Il diritto alla proprietร privata si puรฒ considerare solo come un diritto naturale secondario e derivato dal principio della destinazione universale dei beni creati, e ciรฒ ha conseguenze molto concrete, che devono riflettersi sul funzionamento della societร . Accade perรฒ frequentemente che i diritti secondari si pongono al di sopra di quelli prioritari e originari, privandoli di rilevanza pratica.
Diritti senza frontiere
121. Nessuno dunque puรฒ rimanere escluso, a prescindere da dove sia nato, e tanto meno a causa dei privilegi che altri possiedono per esser nati in luoghi con maggiori opportunitร . I confini e le frontiere degli Stati non possono impedire che questo si realizzi. Cosรฌ come รจ inaccettabile che una persona abbia meno diritti per il fatto di essere donna, รจ altrettanto inaccettabile che il luogo di nascita o di residenza giร di per sรฉ determini minori opportunitร di vita degna e di sviluppo.
122. Lo sviluppo non devโessere orientato allโaccumulazione crescente di pochi, bensรฌ deve assicurare ยซi diritti umani, personali e sociali, economici e politici, inclusi i diritti delle Nazioni e dei popoliยป.[99] Il diritto di alcuni alla libertร di impresa o di mercato non puรฒ stare al di sopra dei diritti dei popoli e della dignitร dei poveri; e neppure al di sopra del rispetto dellโambiente, poichรฉ ยซchi ne possiede una parte รจ solo per amministrarla a beneficio di tuttiยป.[100]
123. Lโattivitร degli imprenditori effettivamente ยซรจ una nobile vocazione orientata a produrre ricchezza e a migliorare il mondo per tuttiยป.[101] Dio ci promuove, si aspetta da noi che sviluppiamo le capacitร che ci ha dato e ha riempito lโuniverso di potenzialitร . Nei suoi disegni ogni persona รจ chiamata a promuovere il proprio sviluppo,[102] e questo comprende lโattuazione delle capacitร economiche e tecnologiche per far crescere i beni e aumentare la ricchezza. Tuttavia, in ogni caso, queste capacitร degli imprenditori, che sono un dono di Dio, dovrebbero essere orientate chiaramente al progresso delle altre persone e al superamento della miseria, specialmente attraverso la creazione di opportunitร di lavoro diversificate. Sempre, insieme al diritto di proprietร privata, cโรจ il prioritario e precedente diritto della subordinazione di ogni proprietร privata alla destinazione universale dei beni della terra e, pertanto, il diritto di tutti al loro uso.[103]
Diritti dei popoli
124. La certezza della destinazione comune dei beni della terra richiede oggi che essa sia applicata anche ai Paesi, ai loro territori e alle loro risorse. Se lo guardiamo non solo a partire dalla legittimitร della proprietร privata e dei diritti dei cittadini di una determinata nazione, ma anche a partire dal primo principio della destinazione comune die beni, allora possiamo dire che ogni Paese รจ anche dello straniero, in quanto i beni di un territorio non devono essere negati a una persona bisognosa che provenga da un altro luogo. Infatti, come hanno insegnato i Vescovi degli Stati Uniti, vi sono diritti fondamentali che ยซprecedono qualunque societร perchรฉ derivano dalla dignitร conferita ad ogni persona in quanto creata da Dioยป.[104]
125. Ciรฒ inoltre presuppone un altro modo di intendere le relazioni e lโinterscambio tra i Paesi. Se ogni persona ha una dignitร inalienabile, se ogni essere umano รจ mio fratello o mia sorella, e se veramente il mondo รจ di tutti, non importa se qualcuno รจ nato qui o se vive fuori dai confini del proprio Paese. Anche la mia Nazione รจ corresponsabile del suo sviluppo, benchรฉ possa adempiere questa responsabilitร in diversi modi: accogliendolo generosamente quando ne abbia un bisogno inderogabile, promuovendolo nella sua stessa terra, non usufruendo nรฉ svuotando di risorse naturali Paesi interi favorendo sistemi corrotti che impediscono lo sviluppo degno dei popoli. Questo, che vale per le nazioni, si applica alle diverse regioni di ogni Paese, tra le quali si verificano spesso gravi sperequazioni. Ma lโincapacitร di riconoscere lโuguale dignitร umana a volte fa sรฌ che le regioni piรน sviluppate di certi Paesi aspirino a liberarsi della โzavorraโ delle regioni piรน povere per aumentare ancora di piรน il loro livello di consumo.
126. Parliamo di una nuova rete nelle relazioni internazionali, perchรฉ non cโรจ modo di risolvere i gravi problemi del mondo ragionando solo in termini di aiuto reciproco tra individui o piccoli gruppi. Ricordiamo che ยซlโinequitร non colpisce solo gli individui, ma Paesi interi, e obbliga a pensare ad unโetica delle relazioni internazionaliยป.[105] E la giustizia esige di riconoscere e rispettare non solo i diritti individuali, ma anche i diritti sociali e i diritti dei popoli.[106] Quanto stiamo affermando implica che si assicuri il ยซfondamentale diritto dei popoli alla sussistenza ed al progressoยป,[107] che a volte risulta fortemente ostacolato dalla pressione derivante dal debito estero. Il pagamento del debito in molti casi non solo non favorisce lo sviluppo bensรฌ lo limita e lo condiziona fortemente. Benchรฉ si mantenga il principio che ogni debito legittimamente contratto devโessere saldato, il modo di adempiere questo dovere, che molti Paesi poveri hanno nei confronti dei Paesi ricchi, non deve portare a compromettere la loro sussistenza e la loro crescita.
127. Senza dubbio, si tratta di unโaltra logica. Se non ci si sforza di entrare in questa logica, le mie parole suoneranno come fantasie. Ma se si accetta il grande principio dei diritti che promanano dal solo fatto di possedere lโinalienabile dignitร umana, รจ possibile accettare la sfida di sognare e pensare ad unโaltra umanitร . ร possibile desiderare un pianeta che assicuri terra, casa e lavoro a tutti. Questa รจ la vera via della pace, e non la strategia stolta e miope di seminare timore e diffidenza nei confronti di minacce esterne. Perchรฉ la pace reale e duratura รจ possibile solo ยซa partire da unโetica globale di solidarietร e cooperazione al servizio di un futuro modellato dallโinterdipendenza e dalla corresponsabilitร nellโintera famiglia umanaยป.[108]
CAPITOLO QUARTO
UN CUORE APERTO AL MONDO INTERO
128. Lโaffermazione che come esseri umani siamo tutti fratelli e sorelle, se non รจ solo unโastrazione ma prende carne e diventa concreta, ci pone una serie di sfide che ci smuovono, ci obbligano ad assumere nuove prospettive e a sviluppare nuove risposte.
Il limite delle frontiere
129. Quando il prossimo รจ una persona migrante si aggiungono sfide complesse.[109] Certo, lโideale sarebbe evitare le migrazioni non necessarie e a tale scopo la strada รจ creare nei Paesi di origine la possibilitร concreta di vivere e di crescere con dignitร , cosรฌ che si possano trovare lรฌ le condizioni per il proprio sviluppo integrale. Ma, finchรฉ non ci sono seri progressi in questa direzione, รจ nostro dovere rispettare il diritto di ogni essere umano di trovare un luogo dove poter non solo soddisfare i suoi bisogni primari e quelli della sua famiglia, ma anche realizzarsi pienamente come persona. I nostri sforzi nei confronti delle persone migranti che arrivano si possono riassumere in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Infatti, ยซnon si tratta di calare dallโalto programmi assistenziali, ma di fare insieme un cammino attraverso queste quattro azioni, per costruire cittร e Paesi che, pur conservando le rispettive identitร culturali e religiose, siano aperti alle differenze e sappiano valorizzarle nel segno della fratellanza umanaยป.[110]
130. Ciรฒ implica alcune risposte indispensabili, soprattutto nei confronti di coloro che fuggono da gravi crisi umanitarie. Per esempio: incrementare e semplificare la concessione di visti; adottare programmi di patrocinio privato e comunitario; aprire corridoi umanitari per i rifugiati piรน vulnerabili; offrire un alloggio adeguato e decoroso; garantire la sicurezza personale e lโaccesso ai servizi essenziali; assicurare unโadeguata assistenza consolare, il diritto ad avere sempre con sรฉ i documenti personali di identitร , un accesso imparziale alla giustizia, la possibilitร di aprire conti bancari e la garanzia del necessario per la sussistenza vitale; dare loro libertร di movimento e possibilitร di lavorare; proteggere i minorenni e assicurare ad essi lโaccesso regolare allโeducazione; prevedere programmi di custodia temporanea o di accoglienza; garantire la libertร religiosa; promuovere il loro inserimento sociale; favorire il ricongiungimento familiare e preparare le comunitร locali ai processi di integrazione.[111]
131. Per quanti sono arrivati giร da tempo e sono inseriti nel tessuto sociale, รจ importante applicare il concetto di โcittadinanzaโ, che ยซsi basa sullโeguaglianza dei diritti e dei doveri sotto la cui ombra tutti godono della giustizia. Per questo รจ necessario impegnarsi per stabilire nelle nostre societร il concetto della piena cittadinanza e rinunciare allโuso discriminatorio del termine minoranze, che porta con sรฉ i semi del sentirsi isolati e dellโinferioritร ; esso prepara il terreno alle ostilitร e alla discordia e sottrae le conquiste e i diritti religiosi e civili di alcuni cittadini discriminandoliยป.[112]
132. Al di lร delle diverse azioni indispensabili, gli Stati non possono sviluppare per conto proprio soluzioni adeguate ยซpoichรฉ le conseguenze delle scelte di ciascuno ricadono inevitabilmente sullโintera Comunitร internazionaleยป. Pertanto ยซle risposte potranno essere frutto solo di un lavoro comuneยป,[113] dando vita ad una legislazione (governance) globale per le migrazioni. In ogni modo occorre ยซstabilire progetti a medio e lungo termine che vadano oltre la risposta di emergenza. Essi dovrebbero da un lato aiutare effettivamente lโintegrazione dei migranti nei Paesi di accoglienza e, nel contempo, favorire lo sviluppo dei Paesi di provenienza con politiche solidali, che perรฒ non sottomettano gli aiuti a strategie e pratiche ideologicamente estranee o contrarie alle culture dei popoli cui sono indirizzateยป.[114]
I doni reciproci
133. Lโarrivo di persone diverse, che provengono da un contesto vitale e culturale differente, si trasforma in un dono, perchรฉ ยซquelle dei migranti sono anche storie di incontro tra persone e tra culture: per le comunitร e le societร in cui arrivano sono una opportunitร di arricchimento e di sviluppo umano integrale di tuttiยป.[115] Perciรฒ ยซchiedo in particolare ai giovani di non cadere nelle reti di coloro che vogliono metterli contro altri giovani che arrivano nei loro Paesi, descrivendoli come soggetti pericolosi e come se non avessero la stessa inalienabile dignitร di ogni essere umanoยป.[116]
134. Dโaltra parte, quando si accoglie di cuore la persona diversa, le si permette di continuare ad essere sรฉ stessa, mentre le si dร la possibilitร di un nuovo sviluppo. Le varie culture, che hanno prodotto la loro ricchezza nel corso dei secoli, devono essere preservate perchรฉ il mondo non si impoverisca. E questo senza trascurare di stimolarle a lasciar emergere da sรฉ stesse qualcosa di nuovo nellโincontro con altre realtร . Non va ignorato il rischio di finire vittime di una sclerosi culturale. Perciรฒ ยซabbiamo bisogno di comunicare, di scoprire le ricchezze di ognuno, di valorizzare ciรฒ che ci unisce e di guardare alle differenze come possibilitร di crescita nel rispetto di tutti. ร necessario un dialogo paziente e fiducioso, in modo che le persone, le famiglie e le comunitร possano trasmettere i valori della propria cultura e accogliere il bene proveniente dalle esperienze altruiยป.[117]
135. Riprendo degli esempi che ho menzionato tempo fa: la cultura dei latini รจ ยซun fermento di valori e possibilitร che puรฒ fare tanto bene agli Stati Uniti [โฆ]. Una forte immigrazione alla fine segna sempre e trasforma la cultura di un luogo. [โฆ] In Argentina, la forte immigrazione italiana ha segnato la cultura della societร , e nello stile culturale di Buenos Aires si nota molto la presenza di circa duecentomila ebrei. Gli immigrati, se li si aiuta a integrarsi, sono una benedizione, una ricchezza e un nuovo dono che invita una societร a crescereยป.[118]
136. Allargando lo sguardo, con il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb abbiamo ricordato che ยซil rapporto tra Occidente e Oriente รจ unโindiscutibile reciproca necessitร , che non puรฒ essere sostituita e nemmeno trascurata, affinchรฉ entrambi possano arricchirsi a vicenda della civiltร dellโaltro, attraverso lo scambio e il dialogo delle culture. LโOccidente potrebbe trovare nella civiltร dellโOriente rimedi per alcune sue malattie spirituali e religiose causate dal dominio del materialismo. E lโOriente potrebbe trovare nella civiltร dellโOccidente tanti elementi che possono aiutarlo a salvarsi dalla debolezza, dalla divisione, dal conflitto e dal declino scientifico, tecnico e culturale. ร importante prestare attenzione alle differenze religiose, culturali e storiche che sono una componente essenziale nella formazione della personalitร , della cultura e della civiltร orientale; ed รจ importante consolidare i diritti umani generali e comuni, per contribuire a garantire una vita dignitosa per tutti gli uomini in Oriente e in Occidente, evitando lโuso della politica della doppia misuraยป.[119]
Il fecondo interscambio
137. Lโaiuto reciproco tra Paesi in definitiva va a beneficio di tutti. Un Paese che progredisce sulla base del proprio originale substrato culturale รจ un tesoro per tutta lโumanitร . Abbiamo bisogno di far crescere la consapevolezza che oggi o ci salviamo tutti o nessuno si salva. La povertร , il degrado, le sofferenze di una zona della terra sono un tacito terreno di coltura di problemi che alla fine toccheranno tutto il pianeta. Se ci preoccupa lโestinzione di alcune specie, dovrebbe assillarci il pensiero che dovunque ci sono persone e popoli che non sviluppano il loro potenziale e la loro bellezza a causa della povertร o di altri limiti strutturali. Perchรฉ questo finisce per impoverirci tutti.
138. Se ciรฒ รจ stato sempre certo, oggi lo รจ piรน che mai a motivo della realtร di un mondo cosรฌ interconnesso per la globalizzazione. Abbiamo bisogno che un ordinamento mondiale giuridico, politico ed economico ยซincrementi e orienti la collaborazione internazionale verso lo sviluppo solidale di tutti i popoliยป.[120] Questo alla fine andrร a vantaggio di tutto il pianeta, perchรฉ ยซlโaiuto allo sviluppo dei Paesi poveriยป implica ยซcreazione di ricchezza per tuttiยป.[121] Dal punto di vista dello sviluppo integrale, questo presuppone che si conceda ยซanche alle Nazioni piรน povere una voce efficace nelle decisioni comuniยป[122] e che ci si adoperi per ยซincentivare lโaccesso al mercato internazionale dei Paesi segnati da povertร e sottosviluppoยป.[123]
Gratuitร che accoglie
139. Tuttavia, non vorrei ridurre questa impostazione a una qualche forma di utilitarismo. Esiste la gratuitร . ร la capacitร di fare alcune cose per il solo fatto che di per sรฉ sono buone, senza sperare di ricavarne alcun risultato, senza aspettarsi immediatamente qualcosa in cambio. Ciรฒ permette di accogliere lo straniero, anche se al momento non porta un beneficio tangibile. Eppure ci sono Paesi che pretendono di accogliere solo gli scienziati e gli investitori.
140. Chi non vive la gratuitร fraterna fa della propria esistenza un commercio affannoso, sempre misurando quello che dร e quello che riceve in cambio. Dio, invece, dร gratis, fino al punto che aiuta persino quelli che non sono fedeli, e ยซfa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoniยป (Mt 5,45). Per questo Gesรน raccomanda: ยซMentre tu fai lโelemosina, non sappia la tua sinistra ciรฒ che fa la tua destra, perchรฉ la tua elemosina resti nel segretoยป (Mt 6,3-4). Abbiamo ricevuto la vita gratis, non abbiamo pagato per essa. Dunque tutti possiamo dare senza aspettare qualcosa, fare il bene senza pretendere altrettanto dalla persona che aiutiamo. ร quello che Gesรน diceva ai suoi discepoli: ยซGratuitamente avete ricevuto, gratuitamente dateยป (Mt 10,8).
141. La vera qualitร dei diversi Paesi del mondo si misura da questa capacitร di pensare non solo come Paese, ma anche come famiglia umana, e questo si dimostra specialmente nei periodi critici. I nazionalismi chiusi manifestano in definitiva questa incapacitร di gratuitร , lโerrata persuasione di potersi sviluppare a margine della rovina altrui e che chiudendosi agli altri saranno piรน protetti. Lโimmigrato รจ visto come un usurpatore che non offre nulla. Cosรฌ, si arriva a pensare ingenuamente che i poveri sono pericolosi o inutili e che i potenti sono generosi benefattori. Solo una cultura sociale e politica che comprenda lโaccoglienza gratuita potrร avere futuro.
Locale e universale
142. Va ricordato che ยซtra la globalizzazione e la localizzazione si produce una tensione. Bisogna prestare attenzione alla dimensione globale per non cadere in una meschinitร quotidiana. Al tempo stesso, non รจ opportuno perdere di vista ciรฒ che รจ locale, che ci fa camminare con i piedi per terra. Le due cose unite impediscono di cadere in uno di questi due estremi: lโuno, che i cittadini vivano in un universalismo astratto e globalizzante, [โฆ]; lโaltro, che diventino un museo folkloristico di eremiti localisti, condannati a ripetere sempre le stesse cose, incapaci di lasciarsi interpellare da ciรฒ che รจ diverso e di apprezzare la bellezza che Dio diffonde fuori dai loro confiniยป.[124] Bisogna guardare al globale, che ci riscatta dalla meschinitร casalinga. Quando la casa non รจ piรน famiglia, ma รจ recinto, cella, il globale ci riscatta perchรฉ รจ come la causa finale che ci attira verso la pienezza. Al tempo stesso, bisogna assumere cordialmente la dimensione locale, perchรฉ possiede qualcosa che il globale non ha: essere lievito, arricchire, avviare dispositivi di sussidiarietร . Pertanto, la fraternitร universale e lโamicizia sociale allโinterno di ogni societร sono due poli inseparabili e coessenziali. Separarli conduce a una deformazione e a una polarizzazione dannosa.
Il sapore locale
143. La soluzione non รจ unโapertura che rinuncia al proprio tesoro. Come non cโรจ dialogo con lโaltro senza identitร personale, cosรฌ non cโรจ apertura tra popoli se non a partire dallโamore alla terra, al popolo, ai propri tratti culturali. Non mi incontro con lโaltro se non possiedo un substrato nel quale sto saldo e radicato, perchรฉ su quella base posso accogliere il dono dellโaltro e offrirgli qualcosa di autentico. ร possibile accogliere chi รจ diverso e riconoscere il suo apporto originale solo se sono saldamente attaccato al mio popolo e alla sua cultura. Ciascuno ama e cura con speciale responsabilitร la propria terra e si preoccupa per il proprio Paese, cosรฌ come ciascuno deve amare e curare la propria casa perchรฉ non crolli, dato che non lo faranno i vicini. Anche il bene del mondo richiede che ognuno protegga e ami la propria terra. Viceversa, le conseguenze del disastro di un Paese si ripercuoteranno su tutto il pianeta. Ciรฒ si fonda sul significato positivo del diritto di proprietร : custodisco e coltivo qualcosa che possiedo, in modo che possa essere un contributo al bene di tutti.
144. Inoltre, questo รจ un presupposto degli interscambi sani e arricchenti. Lโesperienza di vivere in un certo luogo e in una certa cultura รจ la base che rende capaci di cogliere aspetti della realtร , che quanti non hanno tale esperienza non sono in grado di cogliere tanto facilmente. Lโuniversale non devโessere il dominio omogeneo, uniforme e standardizzato di unโunica forma culturale imperante, che alla fine perderร i colori del poliedro e risulterร disgustosa. ร la tentazione che emerge dallโantico racconto della torre di Babele: la costruzione di una torre che arrivasse fino al cielo non esprimeva lโunitร tra vari popoli capaci di comunicare secondo la propria diversitร . Al contrario, era un tentativo fuorviante, nato dallโorgoglio e dallโambizione umana, di creare unโunitร diversa da quella voluta da Dio nel suo progetto provvidenziale per le nazioni (cfr Gen 11,1-9).
145. Cโรจ una falsa apertura allโuniversale, che deriva dalla vuota superficialitร di chi non รจ capace di penetrare fino in fondo nella propria patria, o di chi porta con sรฉ un risentimento non risolto verso il proprio popolo. In ogni caso, ยซbisogna sempre allargare lo sguardo per riconoscere un bene piรน grande che porterร benefici a tutti noi. Perรฒ occorre farlo senza evadere, senza sradicamenti. ร necessario affondare le radici nella terra fertile e nella storia del proprio luogo, che รจ un dono di Dio. Si lavora nel piccolo, con ciรฒ che รจ vicino, perรฒ con una prospettiva piรน ampia. [โฆ] Non รจ nรฉ la sfera globale che annulla, nรฉ la parzialitร isolata che rende steriliยป[125], รจ il poliedro, dove, mentre ognuno รจ rispettato nel suo valore, ยซil tutto รจ piรน delle parti, ed รจ anche piรน della loro semplice sommaยป.[126]
Lโorizzonte universale
146. Ci sono narcisismi localistici che non esprimono un sano amore per il proprio popolo e la propria cultura. Nascondono uno spirito chiuso che, per una certa insicurezza e un certo timore verso lโaltro, preferisce creare mura difensive per preservare sรฉ stesso. Ma non รจ possibile essere locali in maniera sana senza una sincera e cordiale apertura allโuniversale, senza lasciarsi interpellare da ciรฒ che succede altrove, senza lasciarsi arricchire da altre culture e senza solidarizzare con i drammi degli altri popoli. Tale localismo si rinchiude ossessivamente tra poche idee, usanze e sicurezze, incapace di ammirazione davanti alle molteplici possibilitร e bellezze che il mondo intero offre e privo di una solidarietร autentica e generosa. Cosรฌ, la vita locale non รจ piรน veramente recettiva, non si lascia piรน completare dallโaltro; pertanto, si limita nelle proprie possibilitร di sviluppo, diventa statica e si ammala. Perchรฉ, in realtร , ogni cultura sana รจ per natura aperta e accogliente, cosรฌ che ยซuna cultura senza valori universali non รจ una vera culturaยป.[127]
147. Riscontriamo che una persona, quanto minore ampiezza ha nella mente e nel cuore, tanto meno potrร interpretare la realtร vicina in cui รจ immersa. Senza il rapporto e il confronto con chi รจ diverso, รจ difficile avere una conoscenza chiara e completa di sรฉ stessi e della propria terra, poichรฉ le altre culture non sono nemici da cui bisogna difendersi, ma sono riflessi differenti della ricchezza inesauribile della vita umana. Guardando sรฉ stessi dal punto di vista dellโaltro, di chi รจ diverso, ciascuno puรฒ riconoscere meglio le peculiaritร della propria persona e della propria cultura: le ricchezze, le possibilitร e i limiti. Lโesperienza che si realizza in un luogo si deve sviluppare โin contrastoโ e โin sintoniaโ con le esperienze di altri che vivono in contesti culturali differenti.[128]
148. In realtร , una sana apertura non si pone mai in contrasto con lโidentitร . Infatti, arricchendosi con elementi di diversa provenienza, una cultura viva non ne realizza una copia o una mera ripetizione, bensรฌ integra le novitร secondo modalitร proprie. Questo provoca la nascita di una nuova sintesi che alla fine va a beneficio di tutti, poichรฉ la cultura in cui tali apporti prendono origine risulta poi a sua volta alimentata. Perciรฒ ho esortato i popoli originari a custodire le loro radici e le loro culture ancestrali, ma ho voluto precisare che non era ยซmia intenzione proporre un indigenismo completamente chiuso, astorico, statico, che si sottragga a qualsiasi forma di meticciatoยป, dal momento che ยซla propria identitร culturale si approfondisce e si arricchisce nel dialogo con realtร differenti e il modo autentico di conservarla non รจ un isolamento che impoverisceยป.[129] Il mondo cresce e si riempie di nuova bellezza grazie a successive sintesi che si producono tra culture aperte, fuori da ogni imposizione culturale.
149. Per stimolare un rapporto sano tra lโamore alla patria e la partecipazione cordiale allโumanitร intera, conviene ricordare che la societร mondiale non รจ il risultato della somma dei vari Paesi, ma piuttosto รจ la comunione stessa che esiste tra essi, รจ la reciproca inclusione, precedente rispetto al sorgere di ogni gruppo particolare. In tale intreccio della comunione universale si integra ciascun gruppo umano e lรฌ trova la propria bellezza. Dunque, ogni persona che nasce in un determinato contesto sa di appartenere a una famiglia piรน grande, senza la quale non รจ possibile avere una piena comprensione di sรฉ.
150. Questo approccio, in definitiva, richiede di accettare con gioia che nessun popolo, nessuna cultura o persona puรฒ ottenere tutto da sรฉ. Gli altri sono costitutivamente necessari per la costruzione di una vita piena. La consapevolezza del limite o della parzialitร , lungi dallโessere una minaccia, diventa la chiave secondo la quale sognare ed elaborare un progetto comune. Perchรฉ ยซlโuomo รจ lโessere-limite che non ha limiteยป.[130]
Dalla propria regione
151. Grazie allโinterscambio regionale, a partire dal quale i Paesi piรน deboli si aprono al mondo intero, รจ possibile che lโuniversalitร non dissolva le particolaritร . Unโadeguata e autentica apertura al mondo presuppone la capacitร di aprirsi al vicino, in una famiglia di nazioni. Lโintegrazione culturale, economica e politica con i popoli circostanti dovrebbe essere accompagnata da un processo educativo che promuova il valore dellโamore per il vicino, primo esercizio indispensabile per ottenere una sana integrazione universale.
152. In alcuni quartieri popolari si vive ancora lo spirito del โvicinatoโ, dove ognuno sente spontaneamente il dovere di accompagnare e aiutare il vicino. In questi luoghi che conservano tali valori comunitari, si vivono i rapporti di prossimitร con tratti di gratuitร , solidarietร e reciprocitร , a partire dal senso di un โnoiโ di quartiere.[131] Sarebbe auspicabile che ciรฒ si potesse vivere anche tra Paesi vicini, con la capacitร di costruire una vicinanza cordiale tra i loro popoli. Ma le visioni individualistiche si traducono nelle relazioni tra Paesi. Il rischio di vivere proteggendoci gli uni dagli altri, vedendo gli altri come concorrenti o nemici pericolosi, si trasferisce al rapporto con i popoli della regione. Forse siamo stati educati in questa paura e in questa diffidenza.
153. Ci sono Paesi potenti e grandi imprese che traggono profitto da questo isolamento e preferiscono trattare con ciascun Paese separatamente. Al contrario, per i Paesi piccoli o poveri si apre la possibilitร di raggiungere accordi regionali con i vicini, che permettano loro di trattare in blocco ed evitare di diventare segmenti marginali e dipendenti dalle grandi potenze. Oggi nessuno Stato nazionale isolato รจ in grado di assicurare il bene comune della propria popolazione.
CAPITOLO QUINTO
LA MIGLIORE POLITICA
154. Per rendere possibile lo sviluppo di una comunitร mondiale, capace di realizzare la fraternitร a partire da popoli e nazioni che vivano lโamicizia sociale, รจ necessaria la migliore politica, posta al servizio del vero bene comune. Purtroppo, invece, la politica oggi spesso assume forme che ostacolano il cammino verso un mondo diverso.
Populismi e liberalismi
155. Il disprezzo per i deboli puรฒ nascondersi in forme populistiche, che li usano demagogicamente per i loro fini, o in forme liberali al servizio degli interessi economici dei potenti. In entrambi i casi si riscontra la difficoltร a pensare un mondo aperto dove ci sia posto per tutti, che comprenda in sรฉ i piรน deboli e rispetti le diverse culture.
Popolare o populista
156. Negli ultimi anni lโespressione โpopulismoโ o โpopulistaโ ha invaso i mezzi di comunicazione e il linguaggio in generale. Cosรฌ essa perde il valore che potrebbe possedere e diventa una delle polaritร della societร divisa. Ciรฒ รจ arrivato al punto di pretendere di classificare tutte le persone, i gruppi, le societร e i governi a partire da una divisione binaria: โpopulistaโ o โnon populistaโ. Ormai non รจ possibile che qualcuno si esprima su qualsiasi tema senza che tentino di classificarlo in uno di questi due poli, o per screditarlo ingiustamente o per esaltarlo in maniera esagerata.
157. La pretesa di porre il populismo come chiave di lettura della realtร sociale contiene un altro punto debole: il fatto che ignora la legittimitร della nozione di popolo. Il tentativo di far sparire dal linguaggio tale categoria potrebbe portare a eliminare la parola stessa โdemocraziaโ (โgoverno del popoloโ). Ciรฒ nonostante, per affermare che la societร รจ piรน della mera somma degli individui, รจ necessario il termine โpopoloโ. La realtร รจ che ci sono fenomeni sociali che strutturano le maggioranze, ci sono mega-tendenze e aspirazioni comunitarie; inoltre, si puรฒ pensare a obiettivi comuni, al di lร delle differenze, per attuare insieme un progetto condiviso; infine, รจ molto difficile progettare qualcosa di grande a lungo termine se non si ottiene che diventi un sogno collettivo. Tutto ciรฒ trova espressione nel sostantivo โpopoloโ e nellโaggettivo โpopolareโ. Se non li si includesse โ insieme ad una solida critica della demagogia โ si rinuncerebbe a un aspetto fondamentale della realtร sociale.
158. Esiste infatti un malinteso. ยซPopolo non รจ una categoria logica, nรฉ รจ una categoria mistica, se la intendiamo nel senso che tutto quello che fa il popolo sia buono, o nel senso che il popolo sia una categoria angelicata. Ma no! ร una categoria mitica [โฆ] Quando spieghi che cosโรจ un popolo usi categorie logiche perchรฉ lo devi spiegare: ci vogliono, certo. Ma non spieghi cosรฌ il senso dellโappartenenza al popolo. La parola popolo ha qualcosa di piรน che non puรฒ essere spiegato in maniera logica. Essere parte del popolo รจ far parte di unโidentitร comune fatta di legami sociali e culturali. E questa non รจ una cosa automatica, anzi: รจ un processo lento, difficileโฆ verso un progetto comuneยป.[132]
159. Ci sono leader popolari capaci di interpretare il sentire di un popolo, la sua dinamica culturale e le grandi tendenze di una societร . Il servizio che prestano, aggregando e guidando, puรฒ essere la base per un progetto duraturo di trasformazione e di crescita, che implica anche la capacitร di cedere il posto ad altri nella ricerca del bene comune. Ma esso degenera in insano populismo quando si muta nellโabilitร di qualcuno di attrarre consenso allo scopo di strumentalizzare politicamente la cultura del popolo, sotto qualunque segno ideologico, al servizio del proprio progetto personale e della propria permanenza al potere. Altre volte mira ad accumulare popolaritร fomentando le inclinazioni piรน basse ed egoistiche di alcuni settori della popolazione. Ciรฒ si aggrava quando diventa, in forme grossolane o sottili, un assoggettamento delle istituzioni e della legalitร .
160. I gruppi populisti chiusi deformano la parola โpopoloโ, poichรฉ in realtร ciรฒ di cui parlano non รจ un vero popolo. Infatti, la categoria di โpopoloโ รจ aperta. Un popolo vivo, dinamico e con un futuro รจ quello che rimane costantemente aperto a nuove sintesi assumendo in sรฉ ciรฒ che รจ diverso. Non lo fa negando sรฉ stesso, ma piuttosto con la disposizione ad essere messo in movimento e in discussione, ad essere allargato, arricchito da altri, e in tal modo puรฒ evolversi.
161. Unโaltra espressione degenerata di unโautoritร popolare รจ la ricerca dellโinteresse immediato. Si risponde a esigenze popolari allo scopo di garantirsi voti o appoggio, ma senza progredire in un impegno arduo e costante che offra alle persone le risorse per il loro sviluppo, per poter sostenere la vita con i loro sforzi e la loro creativitร . In questo senso ho affermato con chiarezza che รจ ยซlungi da me il proporre un populismo irresponsabileยป.[133] Da una parte, il superamento dellโinequitร richiede di sviluppare lโeconomia, facendo fruttare le potenzialitร di ogni regione e assicurando cosรฌ unโequitร sostenibile.[134] Dallโaltra, ยซi piani assistenziali, che fanno fronte ad alcune urgenze, si dovrebbero considerare solo come risposte provvisorieยป.[135]
162. Il grande tema รจ il lavoro. Ciรฒ che รจ veramente popolare โ perchรฉ promuove il bene del popolo โ รจ assicurare a tutti la possibilitร di far germogliare i semi che Dio ha posto in ciascuno, le sue capacitร , la sua iniziativa, le sue forze. Questo รจ il miglior aiuto per un povero, la via migliore verso unโesistenza dignitosa. Perciรฒ insisto sul fatto che ยซaiutare i poveri con il denaro devโessere sempre un rimedio provvisorio per fare fronte a delle emergenze. Il vero obiettivo dovrebbe sempre essere di consentire loro una vita degna mediante il lavoroยป.[136] Per quanto cambino i sistemi di produzione, la politica non puรฒ rinunciare allโobiettivo di ottenere che lโorganizzazione di una societร assicuri ad ogni persona un modo di contribuire con le proprie capacitร e il proprio impegno. Infatti, ยซnon esiste peggiore povertร di quella che priva del lavoro e della dignitร del lavoroยป.[137] In una societร realmente progredita, il lavoro รจ una dimensione irrinunciabile della vita sociale, perchรฉ non solo รจ un modo di guadagnarsi il pane, ma anche un mezzo per la crescita personale, per stabilire relazioni sane, per esprimere sรฉ stessi, per condividere doni, per sentirsi corresponsabili nel miglioramento del mondo e, in definitiva, per vivere come popolo.
Valori e limiti delle visioni liberali
163. La categoria di popolo, a cui รจ intrinseca una valutazione positiva dei legami comunitari e culturali, รจ abitualmente rifiutata dalle visioni liberali individualistiche, in cui la societร รจ considerata una mera somma di interessi che coesistono. Parlano di rispetto per le libertร , ma senza la radice di una narrativa comune. In certi contesti, รจ frequente lโaccusa di populismo verso tutti coloro che difendono i diritti dei piรน deboli della societร . Per queste visioni, la categoria di popolo รจ una mitizzazione di qualcosa che in realtร non esiste. Tuttavia, qui si crea una polarizzazione non necessaria, poichรฉ nรฉ quella di popolo nรฉ quella di prossimo sono categorie puramente mitiche o romantiche, tali da escludere o disprezzare lโorganizzazione sociale, la scienza e le istituzioni della societร civile.[138]
164. La caritร riunisce entrambe le dimensioni โ quella mitica e quella istituzionale โ dal momento che implica un cammino efficace di trasformazione della storia che esige di incorporare tutto: le istituzioni, il diritto, la tecnica, lโesperienza, gli apporti professionali, lโanalisi scientifica, i procedimenti amministrativi, e cosรฌ via. Perchรฉ ยซnon cโรจ di fatto vita privata se non รจ protetta da un ordine pubblico; un caldo focolare domestico non ha intimitร se non sta sotto la tutela della legalitร , di uno stato di tranquillitร fondato sulla legge e sulla forza e con la condizione di un minimo di benessere assicurato dalla divisione del lavoro, dagli scambi commerciali, dalla giustizia sociale e dalla cittadinanza politicaยป.[139]
165. La vera caritร รจ capace di includere tutto questo nella sua dedizione, e se deve esprimersi nellโincontro da persona a persona, รจ anche in grado di giungere a un fratello e a una sorella lontani e persino ignorati, attraverso le varie risorse che le istituzioni di una societร organizzata, libera e creativa sono capaci di generare. Nel caso specifico, anche il buon samaritano ha avuto bisogno che ci fosse una locanda che gli permettesse di risolvere quello che lui da solo in quel momento non era in condizione di assicurare. Lโamore al prossimo รจ realista e non disperde niente che sia necessario per una trasformazione della storia orientata a beneficio degli ultimi. Per altro verso, a volte si hanno ideologie di sinistra o dottrine sociali unite ad abitudini individualistiche e procedimenti inefficaci che arrivano solo a pochi. Nel frattempo, la moltitudine degli abbandonati resta in balia dellโeventuale buona volontร di alcuni. Ciรฒ dimostra che รจ necessario far crescere non solo una spiritualitร della fraternitร ma nello stesso tempo unโorganizzazione mondiale piรน efficiente, per aiutare a risolvere i problemi impellenti degli abbandonati che soffrono e muoiono nei Paesi poveri. Ciรฒ a sua volta implica che non cโรจ una sola via dโuscita possibile, unโunica metodologia accettabile, una ricetta economica che possa essere applicata ugualmente per tutti, e presuppone che anche la scienza piรน rigorosa possa proporre percorsi differenti.
166. Tutto ciรฒ potrebbe avere ben poca consistenza, se perdiamo la capacitร di riconoscere il bisogno di un cambiamento nei cuori umani, nelle abitudini e negli stili di vita. ร quello che succede quando la propaganda politica, i media e i costruttori di opinione pubblica insistono nel fomentare una cultura individualistica e ingenua davanti agli interessi economici senza regole e allโorganizzazione delle societร al servizio di quelli che hanno giร troppo potere. Perciรฒ, la mia critica al paradigma tecnocratico non significa che solo cercando di controllare i suoi eccessi potremo stare sicuri, perchรฉ il pericolo maggiore non sta nelle cose, nelle realtร materiali, nelle organizzazioni, ma nel modo in cui le persone le utilizzano. La questione รจ la fragilitร umana, la tendenza umana costante allโegoismo, che fa parte di ciรฒ che la tradizione cristiana chiama โconcupiscenzaโ: lโinclinazione dellโessere umano a chiudersi nellโimmanenza del proprio io, del proprio gruppo, dei propri interessi meschini. Questa concupiscenza non รจ un difetto della nostra epoca. Esiste da che lโuomo รจ uomo e semplicemente si trasforma, acquisisce diverse modalitร nel corso dei secoli, utilizzando gli strumenti che il momento storico mette a sua disposizione. Perรฒ รจ possibile dominarla con lโaiuto di Dio.
167. Lโimpegno educativo, lo sviluppo di abitudini solidali, la capacitร di pensare la vita umana piรน integralmente, la profonditร spirituale sono realtร necessarie per dare qualitร ai rapporti umani, in modo tale che sia la societร stessa a reagire di fronte alle proprie ingiustizie, alle aberrazioni, agli abusi dei poteri economici, tecnologici, politici e mediatici. Ci sono visioni liberali che ignorano questo fattore della fragilitร umana e immaginano un mondo che risponde a un determinato ordine capace di per sรฉ stesso di assicurare il futuro e la soluzione di tutti i problemi.
168. Il mercato da solo non risolve tutto, benchรฉ a volte vogliano farci credere questo dogma di fede neoliberale. Si tratta di un pensiero povero, ripetitivo, che propone sempre le stesse ricette di fronte a qualunque sfida si presenti. Il neoliberismo riproduce sรฉ stesso tale e quale, ricorrendo alla magica teoria del โtraboccamentoโ o del โgocciolamentoโ โ senza nominarla โ come unica via per risolvere i problemi sociali. Non ci si accorge che il presunto traboccamento non risolve lโinequitร , la quale รจ fonte di nuove forme di violenza che minacciano il tessuto sociale. Da una parte รจ indispensabile una politica economica attiva, orientata a ยซpromuovere unโeconomia che favorisca la diversificazione produttiva e la creativitร imprenditorialeยป,[140] perchรฉ sia possibile aumentare i posti di lavoro invece di ridurli. La speculazione finanziaria con il guadagno facile come scopo fondamentale continua a fare strage. Dโaltra parte, ยซsenza forme interne di solidarietร e di fiducia reciproca, il mercato non puรฒ pienamente espletare la propria funzione economica.Ed oggi รจ questa fiducia che รจ venuta a mancareยป.[141] La fine della storia non รจ stata tale, e le ricette dogmatiche della teoria economica imperante hanno dimostrato di non essere infallibili. La fragilitร dei sistemi mondiali di fronte alla pandemia ha evidenziato che non tutto si risolve con la libertร di mercato e che, oltre a riabilitare una politica sana non sottomessa al dettato della finanza, ยซdobbiamo rimettere la dignitร umana al centro e su quel pilastro vanno costruite le strutture sociali alternative di cui abbiamo bisognoยป.[142]
169. In certe visioni economicistiche chiuse e monocromatiche, sembra che non trovino posto, per esempio, i movimenti popolari che aggregano disoccupati, lavoratori precari e informali e tanti altri che non rientrano facilmente nei canali giร stabiliti. In realtร , essi danno vita a varie forme di economia popolare e di produzione comunitaria. Occorre pensare alla partecipazione sociale, politica ed economica in modalitร tali ยซche includano i movimenti popolari e animino le strutture di governo locali, nazionali e internazionali con quel torrente di energia morale che nasce dal coinvolgimento degli esclusi nella costruzione del destino comuneยป; al tempo stesso, รจ bene far sรฌ ยซche questi movimenti, queste esperienze di solidarietร che crescono dal basso, dal sottosuolo del pianeta, confluiscano, siano piรน coordinati, sโincontrinoยป.[143] Questo, perรฒ, senza tradire il loro stile caratteristico, perchรฉ essi sono ยซseminatori di cambiamento, promotori di un processo in cui convergono milioni di piccole e grandi azioni concatenate in modo creativo, come in una poesiaยป.[144] In questo senso sono โpoeti socialiโ, che a modo loro lavorano, propongono, promuovono e liberano. Con essi sarร possibile uno sviluppo umano integrale, che richiede di superare ยซquellโidea delle politiche sociali concepite come una politica verso i poveri, ma mai con i poveri, mai dei poveri e tanto meno inserita in un progetto che riunisca i popoliยป.[145] Benchรฉ diano fastidio, benchรฉ alcuni โpensatoriโ non sappiano come classificarli, bisogna avere il coraggio di riconoscere che senza di loro ยซla democrazia si atrofizza, diventa un nominalismo, una formalitร , perde rappresentativitร , va disincarnandosi perchรฉ lascia fuori il popolo nella sua lotta quotidiana per la dignitร , nella costruzione del suo destinoยป.[146]
Il potere internazionale
170. Mi permetto di ripetere che ยซla crisi finanziaria del 2007-2008 era lโoccasione per sviluppare una nuova economia piรน attenta ai principi etici, e per una nuova regolamentazione dellโattivitร finanziaria speculativa e della ricchezza virtuale. Ma non cโรจ stata una reazione che abbia portato a ripensare i criteri obsoleti che continuano a governare il mondoยป.[147] Anzi, pare che le effettive strategie sviluppatesi successivamente nel mondo siano state orientate a maggiore individualismo, minore integrazione, maggiore libertร per i veri potenti, che trovano sempre il modo di uscire indenni.
171. Vorrei insistere sul fatto che ยซdare a ciascuno il suo, secondo la definizione classica di giustizia, significa che nessun individuo o gruppo umano si puรฒ considerare onnipotente, autorizzato a calpestare la dignitร e i diritti delle altre persone singole o dei gruppi sociali. La distribuzione di fatto del potere โ politico, economico, militare, tecnologico e cosรฌ via โ tra una pluralitร di soggetti e la creazione di un sistema giuridico di regolamentazione delle rivendicazioni e degli interessi, realizza la limitazione del potere. Oggi il panorama mondiale ci presenta, tuttavia, molti falsi diritti, e โ nello stesso tempo โ ampi settori senza protezione, vittime piuttosto di un cattivo esercizio del potereยป.[148]
172. Il secolo XXI ยซassiste a una perdita di potere degli Stati nazionali, soprattutto perchรฉ la dimensione economico-finanziaria, con caratteri transnazionali, tende a predominare sulla politica. In questo contesto, diventa indispensabile lo sviluppo di istituzioni internazionali piรน forti ed efficacemente organizzate, con autoritร designate in maniera imparziale mediante accordi tra i governi nazionali e dotate del potere di sanzionareยป.[149] Quando si parla della possibilitร di qualche forma di autoritร mondiale regolata dal diritto,[150] non necessariamente si deve pensare a unโautoritร personale. Tuttavia, dovrebbe almeno prevedere il dare vita a organizzazioni mondiali piรน efficaci, dotate di autoritร per assicurare il bene comune mondiale, lo sradicamento della fame e della miseria e la difesa certa dei diritti umani fondamentali.
173. In questa prospettiva, ricordo che รจ necessaria una riforma ยซsia dellโOrganizzazione delle Nazioni Unite che dellโarchitettura economica e finanziaria internazionale, affinchรฉ si possa dare reale concretezza al concetto di famiglia di Nazioniยป.[151] Senza dubbio ciรฒ presuppone limiti giuridici precisi, per evitare che si tratti di unโautoritร cooptata solo da alcuni Paesi e, nello stesso tempo, impedire imposizioni culturali o la riduzione delle libertร essenziali delle nazioni piรน deboli a causa di differenze ideologiche. Infatti, ยซquella internazionale รจ una comunitร giuridica fondata sulla sovranitร di ogni Stato membro, senza vincoli di subordinazione che ne neghino o ne limitino lโindipendenzaยป.[152] Ma ยซil compito delle Nazioni Unite, a partire dai postulati del Preambolo e dei primi articoli della sua Carta costituzionale, puรฒ essere visto come lo sviluppo e la promozione della sovranitร del diritto, sapendo che la giustizia รจ requisito indispensabile per realizzare lโideale della fraternitร universale. [โฆ] Bisogna assicurare il dominio incontrastato del diritto e lโinfaticabile ricorso al negoziato, ai buoni uffici e allโarbitrato, come proposto dalla Carta delle Nazioni Unite, vera norma giuridica fondamentaleยป.[153] Occorre evitare che questa Organizzazione sia delegittimata, perchรฉ i suoi problemi e le sue carenze possono essere affrontati e risolti congiuntamente.
174. Ci vogliono coraggio e generositร per stabilire liberamente determinati obiettivi comuni e assicurare lโadempimento in tutto il mondo di alcune norme essenziali. Perchรฉ ciรฒ sia veramente utile, si deve sostenere ยซlโesigenza di tenere fede agli impegni sottoscritti (pacta sunt servanda)ยป,[154] in modo da evitare ยซla tentazione di fare appello al diritto della forza piuttosto che alla forza del dirittoยป.[155] Ciรฒ richiede di potenziare ยซgli strumenti normativi per la soluzione pacifica delle controversie [โฆ] in modo da rafforzarne la portata e lโobbligatorietร ยป.[156] Tra tali strumenti normativi vanno favoriti gli accordi multilaterali tra gli Stati, perchรฉ garantiscono meglio degli accordi bilaterali la cura di un bene comune realmente universale e la tutela degli Stati piรน deboli.
175. Grazie a Dio tante aggregazioni e organizzazioni della societร civile aiutano a compensare le debolezze della Comunitร internazionale, la sua mancanza di coordinamento in situazioni complesse, la sua carenza di attenzione rispetto a diritti umani fondamentali e a situazioni molto critiche di alcuni gruppi. Cosรฌ acquista unโespressione concreta il principio di sussidiarietร , che garantisce la partecipazione e lโazione delle comunitร e organizzazioni di livello minore, le quali integrano in modo complementare lโazione dello Stato. Molte volte esse portano avanti sforzi lodevoli pensando al bene comune e alcuni dei loro membri arrivano a compiere gesti davvero eroici, che mostrano di quanta bellezza รจ ancora capace la nostra umanitร .
Una caritร sociale e politica
176. Per molti la politica oggi รจ una brutta parola, e non si puรฒ ignorare che dietro questo fatto ci sono spesso gli errori, la corruzione, lโinefficienza di alcuni politici. A ciรฒ si aggiungono le strategie che mirano a indebolirla, a sostituirla con lโeconomia o a dominarla con qualche ideologia. E tuttavia, puรฒ funzionare il mondo senza politica? Puรฒ trovare una via efficace verso la fraternitร universale e la pace sociale senza una buona politica?[157]
La politica di cui cโรจ bisogno
177. Mi permetto di ribadire che ยซla politica non deve sottomettersi allโeconomia e questa non deve sottomettersi ai dettami e al paradigma efficientista della tecnocraziaยป.[158] Benchรฉ si debba respingere il cattivo uso del potere, la corruzione, la mancanza di rispetto delle leggi e lโinefficienza, ยซnon si puรฒ giustificare unโeconomia senza politica, che sarebbe incapace di propiziare unโaltra logica in grado di governare i vari aspetti della crisi attualeยป.[159] Al contrario, ยซabbiamo bisogno di una politica che pensi con una visione ampia, e che porti avanti un nuovo approccio integrale, includendo in un dialogo interdisciplinare i diversi aspetti della crisiยป.[160] Penso a ยซuna sana politica, capace di riformare le istituzioni, coordinarle e dotarle di buone pratiche, che permettano di superare pressioni e inerzie vizioseยป.[161] Non si puรฒ chiedere ciรฒ allโeconomia, nรฉ si puรฒ accettare che questa assuma il potere reale dello Stato.
178. Davanti a tante forme di politica meschine e tese allโinteresse immediato, ricordo che ยซla grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine. Il potere politico fa molta fatica ad accogliere questo dovere in un progetto di Nazioneยป[162] e ancora di piรน in un progetto comune per lโumanitร presente e futura. Pensare a quelli che verranno non serve ai fini elettorali, ma รจ ciรฒ che esige una giustizia autentica, perchรฉ, come hanno insegnato i Vescovi del Portogallo, la terra ยซรจ un prestito che ogni generazione riceve e deve trasmettere alla generazione successivaยป.[163]
179. La societร mondiale ha gravi carenze strutturali che non si risolvono con rattoppi o soluzioni veloci meramente occasionali. Ci sono cose che devono essere cambiate con reimpostazioni di fondo e trasformazioni importanti. Solo una sana politica potrebbe averne la guida, coinvolgendo i piรน diversi settori e i piรน vari saperi. In tal modo, unโeconomia integrata in un progetto politico, sociale, culturale e popolare che tenda al bene comune puรฒ ยซaprire la strada a opportunitร differenti, che non implicano di fermare la creativitร umana e il suo sogno di progresso, ma piuttosto di incanalare tale energia in modo nuovoยป.[164]
Lโamore politico
180. Riconoscere ogni essere umano come un fratello o una sorella e ricercare unโamicizia sociale che includa tutti non sono mere utopie. Esigono la decisione e la capacitร di trovare i percorsi efficaci che ne assicurino la reale possibilitร . Qualunque impegno in tale direzione diventa un esercizio alto della caritร . Perchรฉ un individuo puรฒ aiutare una persona bisognosa, ma quando si unisce ad altri per dare vita a processi sociali di fraternitร e di giustizia per tutti, entra nel ยซcampo della piรน vasta caritร , della caritร politicaยป.[165] Si tratta di progredire verso un ordine sociale e politico la cui anima sia la caritร sociale.[166] Ancora una volta invito a rivalutare la politica, che ยซรจ una vocazione altissima, รจ una delle forme piรน preziose della caritร , perchรฉ cerca il bene comuneยป.[167]
181. Tutti gli impegni che derivano dalla dottrina sociale della Chiesa ยซsono attinti alla caritร che, secondo lโinsegnamento di Gesรน, รจ la sintesi di tutta la Legge (cfr Mt 22,36-40)ยป.[168] Ciรฒ richiede di riconoscere che ยซlโamore, pieno di piccoli gesti di cura reciproca, รจ anche civile e politico, e si manifesta in tutte le azioni che cercano di costruire un mondo miglioreยป.[169] Per questa ragione, lโamore si esprime non solo in relazioni intime e vicine, ma anche nelle ยซmacro-relazioni: rapporti sociali, economici, politiciยป.[170]
182. Questa caritร politica presuppone di aver maturato un senso sociale che supera ogni mentalitร individualistica: ยซLa caritร sociale ci fa amare il bene comune e fa cercare effettivamente il bene di tutte le persone, considerate non solo individualmente, ma anche nella dimensione sociale che le unisceยป.[171] Ognuno รจ pienamente persona quando appartiene a un popolo, e al tempo stesso non cโรจ vero popolo senza rispetto per il volto di ogni persona. Popolo e persona sono termini correlativi. Tuttavia, oggi si pretende di ridurre le persone a individui, facilmente dominabili da poteri che mirano a interessi illeciti. La buona politica cerca vie di costruzione di comunitร nei diversi livelli della vita sociale, in ordine a riequilibrare e riorientare la globalizzazione per evitare i suoi effetti disgreganti.
Amore efficace
183. A partire dallโยซamore socialeยป[172] รจ possibile progredire verso una civiltร dellโamore alla quale tutti possiamo sentirci chiamati. La caritร , col suo dinamismo universale, puรฒ costruire un mondo nuovo,[173] perchรฉ non รจ un sentimento sterile, bensรฌ il modo migliore di raggiungere strade efficaci di sviluppo per tutti. Lโamore sociale รจ una ยซforza capace di suscitare nuove vie per affrontare i problemi del mondo dโoggi e per rinnovare profondamente dallโinterno strutture, organizzazioni sociali, ordinamenti giuridiciยป.[174]
184. La caritร รจ al cuore di ogni vita sociale sana e aperta. Tuttavia, oggi ยซne viene dichiarata facilmente lโirrilevanza a interpretare e a dirigere le responsabilitร moraliยป.[175] ร molto di piรน che un sentimentalismo soggettivo, se essa si accompagna allโimpegno per la veritร , cosรฌ da non essere facile ยซpreda delle emozioni e delle opinioni contingenti dei soggettiยป.[176] Proprio il suo rapporto con la veritร favorisce nella caritร il suo universalismo e cosรฌ la preserva dallโessere ยซrelegata in un ambito ristretto e privato di relazioniยป.[177] Altrimenti, sarร ยซesclusa dai progetti e dai processi di costruzione di uno sviluppo umano di portata universale, nel dialogo tra i saperi e le operativitร ยป.[178] Senza la veritร , lโemotivitร si vuota di contenuti relazionali e sociali. Perciรฒ lโapertura alla veritร protegge la caritร da una falsa fede che resta ยซpriva di respiro umano e universaleยป.[179]
185. La caritร ha bisogno della luce della veritร che costantemente cerchiamo e ยซquesta luce รจ, a un tempo, quella della ragione e della fedeยป,[180] senza relativismi. Ciรฒ implica anche lo sviluppo delle scienze e il loro apporto insostituibile al fine di trovare i percorsi concreti e piรน sicuri per raggiungere i risultati sperati. Infatti, quando รจ in gioco il bene degli altri, non bastano le buone intenzioni, ma si tratta di ottenere effettivamente ciรฒ di cui essi e le loro nazioni hanno bisogno per realizzarsi.
Lโattivitร dellโamore politico
186. Cโรจ un cosiddetto amore โelicitoโ, vale a dire gli atti che procedono direttamente dalla virtรน della caritร , diretti a persone e a popoli. Cโรจ poi un amore โimperatoโ: quegli atti della caritร che spingono a creare istituzioni piรน sane, ordinamenti piรน giusti, strutture piรน solidali.[181] Ne consegue che รจ ยซun atto di caritร altrettanto indispensabile lโimpegno finalizzato ad organizzare e strutturare la societร in modo che il prossimo non abbia a trovarsi nella miseriaยป.[182] ร caritร stare vicino a una persona che soffre, ed รจ pure caritร tutto ciรฒ che si fa, anche senza avere un contatto diretto con quella persona, per modificare le condizioni sociali che provocano la sua sofferenza. Se qualcuno aiuta un anziano ad attraversare un fiume โ e questo รจ squisita caritร โ, il politico gli costruisce un ponte, e anche questo รจ caritร . Se qualcuno aiuta un altro dandogli da mangiare, il politico crea per lui un posto di lavoro, ed esercita una forma altissima di caritร che nobilita la sua azione politica.
I sacrifici dellโamore
187. Questa caritร , cuore dello spirito della politica, รจ sempre un amore preferenziale per gli ultimi, che sta dietro ogni azione compiuta in loro favore.[183] Solo con uno sguardo il cui orizzonte sia trasformato dalla caritร , che lo porta a cogliere la dignitร dellโaltro, i poveri sono riconosciuti e apprezzati nella loro immensa dignitร , rispettati nel loro stile proprio e nella loro cultura, e pertanto veramente integrati nella societร . Tale sguardo รจ il nucleo dellโautentico spirito della politica. A partire da lรฌ, le vie che si aprono sono diverse da quelle di un pragmatismo senzโanima. Per esempio, ยซnon si puรฒ affrontare lo scandalo della povertร promuovendo strategie di contenimento che unicamente tranquillizzano e trasformano i poveri in esseri addomesticati e inoffensivi. Che triste vedere che, dietro a presunte opere altruistiche, si riduce lโaltro alla passivitร ยป.[184] Quello che occorre รจ che ci siano diversi canali di espressione e di partecipazione sociale. Lโeducazione รจ al servizio di questo cammino, affinchรฉ ogni essere umano possa diventare artefice del proprio destino. Qui mostra il suo valore il principio di sussidiarietร , inseparabile dal principio di solidarietร .
188. Da ciรฒ risulta lโurgenza di trovare una soluzione per tutto quello che attenta contro i diritti umani fondamentali. I politici sono chiamati a prendersi ยซcura della fragilitร , della fragilitร dei popoli e delle persone. Prendersi cura della fragilitร dice forza e tenerezza, dice lotta e feconditร in mezzo a un modello funzionalista e privatista che conduce inesorabilmente alla โcultura dello scartoโ. [โฆ] Significa farsi carico del presente nella sua situazione piรน marginale e angosciante ed essere capaci di ungerlo di dignitร ยป.[185] Cosรฌ certamente si dร vita a unโattivitร intensa, perchรฉ ยซtutto devโessere fatto per tutelare la condizione e la dignitร della persona umanaยป.[186] Il politico รจ un realizzatore, รจ un costruttore con grandi obiettivi, con sguardo ampio, realistico e pragmatico, anche al di lร del proprio Paese. Le maggiori preoccupazioni di un politico non dovrebbero essere quelle causate da una caduta nelle inchieste, bensรฌ dal non trovare unโeffettiva soluzione al ยซfenomeno dellโesclusione sociale ed economica, con le sue tristi conseguenze di tratta degli esseri umani, commercio di organi e tessuti umani, sfruttamento sessuale di bambini e bambine, lavoro schiavizzato, compresa la prostituzione, traffico di droghe e di armi, terrorismo e crimine internazionale organizzato. ร tale lโordine di grandezza di queste situazioni e il numero di vite innocenti coinvolte, che dobbiamo evitare qualsiasi tentazione di cadere in un nominalismo declamatorio con effetto tranquillizzante sulle coscienze. Dobbiamo aver cura che le nostre istituzioni siano realmente efficaci nella lotta contro tutti questi flagelliยป.[187] Questo si fa sfruttando con intelligenza le grandi risorse dello sviluppo tecnologico.
189. Siamo ancora lontani da una globalizzazione dei diritti umani piรน essenziali. Perciรฒ la politica mondiale non puรฒ tralasciare di porre tra i suoi obiettivi principali e irrinunciabili quello di eliminare effettivamente la fame. Infatti, ยซquando la speculazione finanziaria condiziona il prezzo degli alimenti trattandoli come una merce qualsiasi, milioni di persone soffrono e muoiono di fame. Dallโaltra parte si scartano tonnellate di alimenti. Ciรฒ costituisce un vero scandalo. La fame รจ criminale, lโalimentazione รจ un diritto inalienabileยป.[188] Tante volte, mentre ci immergiamo in discussioni semantiche o ideologiche, lasciamo che ancora oggi ci siano fratelli e sorelle che muoiono di fame e di sete, senza un tetto o senza accesso alle cure per la loro salute. Insieme a questi bisogni elementari non soddisfatti, la tratta di persone รจ unโaltra vergogna per lโumanitร che la politica internazionale non dovrebbe continuare a tollerare, al di lร dei discorsi e delle buone intenzioni. ร il minimo indispensabile.
Amore che integra e raduna
190. La caritร politica si esprime anche nellโapertura a tutti. Specialmente chi ha la responsabilitร di governare, รจ chiamato a rinunce che rendano possibile lโincontro, e cerca la convergenza almeno su alcuni temi. Sa ascoltare il punto di vista dellโaltro consentendo che tutti abbiano un loro spazio. Con rinunce e pazienza un governante puรฒ favorire la creazione di quel bel poliedro dove tutti trovano un posto. In questo ambito non funzionano le trattative di tipo economico. ร qualcosa di piรน, รจ un interscambio di offerte in favore del bene comune. Sembra unโutopia ingenua, ma non possiamo rinunciare a questo altissimo obiettivo.
191. Mentre vediamo che ogni genere di intolleranza fondamentalista danneggia le relazioni tra persone, gruppi e popoli, impegniamoci a vivere e insegnare il valore del rispetto, lโamore capace di accogliere ogni differenza, la prioritร della dignitร di ogni essere umano rispetto a qualunque sua idea, sentimento, prassi e persino ai suoi peccati. Mentre nella societร attuale proliferano i fanatismi, le logiche chiuse e la frammentazione sociale e culturale, un buon politico fa il primo passo perchรฉ risuonino le diverse voci. ร vero che le differenze generano conflitti, ma lโuniformitร genera asfissia e fa sรฌ che ci fagocitiamo culturalmente. Non rassegniamoci a vivere chiusi in un frammento di realtร .
192. In tale contesto, desidero ricordare che, insieme con il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, abbiamo chiesto ยซagli artefici della politica internazionale e dellโeconomia mondiale, di impegnarsi seriamente per diffondere la cultura della tolleranza, della convivenza e della pace; di intervenire, quanto prima possibile, per fermare lo spargimento di sangue innocenteยป.[189] E quando una determinata politica semina lโodio e la paura verso altre nazioni in nome del bene del proprio Paese, bisogna preoccuparsi, reagire in tempo e correggere immediatamente la rotta.
Piรน feconditร che risultati
193. Mentre porta avanti questa attivitร instancabile, ogni politico รจ pur sempre un essere umano. ร chiamato a vivere lโamore nelle sue quotidiane relazioni interpersonali. ร una persona, e ha bisogno di accorgersi che ยซil mondo moderno, con la sua stessa perfezione tecnica, tende a razionalizzare sempre di piรน la soddisfazione dei desideri umani, classificati e suddivisi tra diversi servizi. Sempre meno si chiama un uomo col suo nome proprio, sempre meno si tratterร come persona questo essere unico al mondo, che ha il suo cuore, le sue sofferenze, i suoi problemi, le sue gioie e la sua famiglia. Si conosceranno soltanto le sue malattie per curarle, la sua mancanza di denaro per fornirglielo, il suo bisogno di casa per dargli un alloggio, il suo desiderio di svago e di distrazioni per organizzarliยป. Perรฒ, ยซamare il piรน insignificante degli esseri umani come un fratello, come se al mondo non ci fosse altri che lui, non รจ perdere tempoยป.[190]
194. Anche nella politica cโรจ spazio per amare con tenerezza. ยซCosโรจ la tenerezza? ร lโamore che si fa vicino e concreto. ร un movimento che parte dal cuore e arriva agli occhi, alle orecchie, alle mani. [โฆ] La tenerezza รจ la strada che hanno percorso gli uomini e le donne piรน coraggiosi e fortiยป.[191] In mezzo allโattivitร politica, ยซi piรน piccoli, i piรน deboli, i piรน poveri debbono intenerirci: hanno โdirittoโ di prenderci lโanima e il cuore. Sรฌ, essi sono nostri fratelli e come tali dobbiamo amarli e trattarliยป.[192]
195. Questo ci aiuta a riconoscere che non sempre si tratta di ottenere grandi risultati, che a volte non sono possibili. Nellโattivitร politica bisogna ricordare che ยซal di lร di qualsiasi apparenza, ciascuno รจ immensamente sacro e merita il nostro affetto e la nostra dedizione. Perciรฒ, se riesco ad aiutare una sola persona a vivere meglio, questo รจ giร sufficiente a giustificare il dono della mia vita. ร bello essere popolo fedele di Dio. E acquistiamo pienezza quando rompiamo le pareti e il nostro cuore si riempie di volti e di nomi!ยป.[193] I grandi obiettivi sognati nelle strategie si raggiungono parzialmente. Al di lร di questo, chi ama e ha smesso di intendere la politica come una mera ricerca di potere, ยซha la sicurezza che non va perduta nessuna delle sue opere svolte con amore, non va perduta nessuna delle sue sincere preoccupazioni per gli altri, non va perduto nessun atto dโamore per Dio, non va perduta nessuna generosa fatica, non va perduta nessuna dolorosa pazienza. Tutto ciรฒ circola attraverso il mondo come una forza di vitaยป.[194]
196. Dโaltra parte, รจ grande nobiltร esser capaci di avviare processi i cui frutti saranno raccolti da altri, con la speranza riposta nella forza segreta del bene che si semina. La buona politica unisce allโamore la speranza, la fiducia nelle riserve di bene che ci sono nel cuore della gente, malgrado tutto. Perciรฒ, ยซla vita politica autentica, che si fonda sul diritto e su un dialogo leale tra i soggetti, si rinnova con la convinzione che ogni donna, ogni uomo e ogni generazione racchiudono in sรฉ una promessa che puรฒ sprigionare nuove energie relazionali, intellettuali, culturali e spiritualiยป.[195]
197. Vista in questo modo, la politica รจ piรน nobile dellโapparire, del marketing, di varie forme di maquillage mediatico. Tutto ciรฒ non semina altro che divisione, inimicizia e uno scetticismo desolante incapace di appellarsi a un progetto comune. Pensando al futuro, in certi giorni le domande devono essere: โA che scopo? Verso dove sto puntando realmente?โ. Perchรฉ, dopo alcuni anni, riflettendo sul proprio passato, la domanda non sarร : โQuanti mi hanno approvato, quanti mi hanno votato, quanti hanno avuto unโimmagine positiva di me?โ. Le domande, forse dolorose, saranno: โQuanto amore ho messo nel mio lavoro? In che cosa ho fatto progredire il popolo? Che impronta ho lasciato nella vita della societร ? Quali legami reali ho costruito? Quali forze positive ho liberato? Quanta pace sociale ho seminato? Che cosa ho prodotto nel posto che mi รจ stato affidato?โ.
CAPITOLO SESTO
DIALOGO E AMICIZIA SOCIALE
198. Avvicinarsi, esprimersi, ascoltarsi, guardarsi, conoscersi, provare a comprendersi, cercare punti di contatto, tutto questo si riassume nel verbo โdialogareโ. Per incontrarci e aiutarci a vicenda abbiamo bisogno di dialogare. Non cโรจ bisogno di dire a che serve il dialogo. Mi basta pensare che cosa sarebbe il mondo senza il dialogo paziente di tante persone generose che hanno tenuto unite famiglie e comunitร . Il dialogo perseverante e coraggioso non fa notizia come gli scontri e i conflitti, eppure aiuta discretamente il mondo a vivere meglio, molto piรน di quanto possiamo rendercene conto.
Il dialogo sociale verso una nuova cultura
199. Alcuni provano a fuggire dalla realtร rifugiandosi in mondi privati, e altri la affrontano con violenza distruttiva, ma ยซtra lโindifferenza egoista e la protesta violenta cโรจ unโopzione sempre possibile: il dialogo. Il dialogo tra le generazioni, il dialogo nel popolo, perchรฉ tutti siamo popolo, la capacitร di dare e ricevere, rimanendo aperti alla veritร . Un Paese cresce quando dialogano in modo costruttivo le sue diverse ricchezze culturali: la cultura popolare, la cultura universitaria, la cultura giovanile, la cultura artistica e la cultura tecnologica, la cultura economica e la cultura della famiglia, e la cultura dei mediaยป.[196]
200. Spesso si confonde il dialogo con qualcosa di molto diverso: un febbrile scambio di opinioni nelle reti sociali, molte volte orientato da unโinformazione mediatica non sempre affidabile. Sono solo monologhi che procedono paralleli, forse imponendosi allโattenzione degli altri per i loro toni alti e aggressivi. Ma i monologhi non impegnano nessuno, a tal punto che i loro contenuti non di rado sono opportunistici e contraddittori.
201. La risonante diffusione di fatti e richiami nei media, in realtร chiude spesso le possibilitร del dialogo, perchรฉ permette che ciascuno, con la scusa degli errori altrui, mantenga intatti e senza sfumature le idee, gli interessi e le scelte propri. Predomina lโabitudine di screditare rapidamente lโavversario, attribuendogli epiteti umilianti, invece di affrontare un dialogo aperto e rispettoso, in cui si cerchi di raggiungere una sintesi che vada oltre. Il peggio รจ che questo linguaggio, consueto nel contesto mediatico di una campagna politica, si รจ talmente generalizzato che lo usano quotidianamente tutti. Il dibattito molte volte รจ manipolato da determinati interessi che hanno maggior potere e cercano in maniera disonesta di piegare lโopinione pubblica a loro favore. Non mi riferisco soltanto al governo di turno, perchรฉ tale potere manipolatore puรฒ essere economico, politico, mediatico, religioso o di qualsiasi genere. A volte lo si giustifica o lo si scusa quando la sua dinamica corrisponde ai propri interessi economici o ideologici, ma prima o poi si ritorce contro questi stessi interessi.
202. La mancanza di dialogo comporta che nessuno, nei singoli settori, si preoccupa del bene comune, bensรฌ di ottenere i vantaggi che il potere procura, o, nel migliore dei casi, di imporre il proprio modo di pensare. Cosรฌ i colloqui si ridurranno a mere trattative affinchรฉ ciascuno possa accaparrarsi tutto il potere e i maggiori vantaggi possibili, senza una ricerca congiunta che generi bene comune. Gli eroi del futuro saranno coloro che sapranno spezzare questa logica malsana e decideranno di sostenere con rispetto una parola carica di veritร , al di lร degli interessi personali. Dio voglia che questi eroi stiano silenziosamente venendo alla luce nel cuore della nostra societร .
Costruire insieme
203. Lโautentico dialogo sociale presuppone la capacitร di rispettare il punto di vista dellโaltro, accettando la possibilitร che contenga delle convinzioni o degli interessi legittimi. A partire dalla sua identitร , lโaltro ha qualcosa da dare ed รจ auspicabile che approfondisca ed esponga la sua posizione perchรฉ il dibattito pubblico sia ancora piรน completo. ร vero che quando una persona o un gruppo รจ coerente con quello che pensa, aderisce saldamente a valori e convinzioni, e sviluppa un pensiero, ciรฒ in un modo o nellโaltro andrร a beneficio della societร . Ma questo avviene effettivamente solo nella misura in cui tale sviluppo si realizza nel dialogo e nellโapertura agli altri. Infatti, ยซin un vero spirito di dialogo si alimenta la capacitร di comprendere il significato di ciรฒ che lโaltro dice e fa, pur non potendo assumerlo come una propria convinzione. Cosรฌ diventa possibile essere sinceri, non dissimulare ciรฒ in cui crediamo, senza smettere di dialogare, di cercare punti di contatto, e soprattutto di lavorare e impegnarsi insiemeยป.[197] La discussione pubblica, se veramente dร spazio a tutti e non manipola nรฉ nasconde lโinformazione, รจ uno stimolo costante che permette di raggiungere piรน adeguatamente la veritร , o almeno di esprimerla meglio. Impedisce che i vari settori si posizionino comodi e autosufficienti nel loro modo di vedere le cose e nei loro interessi limitati. Pensiamo che ยซle differenze sono creative, creano tensione e nella risoluzione di una tensione consiste il progresso dellโumanitร ยป.[198]
204. Oggi esiste la convinzione che, oltre agli sviluppi scientifici specializzati, occorre la comunicazione tra discipline, dal momento che la realtร รจ una, benchรฉ possa essere accostata da diverse prospettive e con differenti metodologie. Non va trascurato il rischio che un progresso scientifico venga considerato lโunico approccio possibile per comprendere un aspetto della vita, della societร e del mondo. Invece, un ricercatore che avanza fruttuosamente nella sua analisi ed รจ anche disposto a riconoscere altre dimensioni della realtร che indaga, grazie al lavoro di altre scienze e altri saperi si apre a conoscere la realtร in maniera piรน integra e piena.
205. In questo mondo globalizzato ยซi media possono aiutare a farci sentire piรน prossimi gli uni agli altri; a farci percepire un rinnovato senso di unitร della famiglia umana che spinge alla solidarietร e allโimpegno serio per una vita piรน dignitosa. [โฆ] Possono aiutarci in questo, particolarmente oggi, quando le reti della comunicazione umana hanno raggiunto sviluppi inauditi. In particolare internet puรฒ offrire maggiori possibilitร di incontro e di solidarietร tra tutti, e questa รจ una cosa buona, รจ un dono di Dioยป.[199] ร perรฒ necessario verificare continuamente che le attuali forme di comunicazione ci orientino effettivamente allโincontro generoso, alla ricerca sincera della veritร piena, al servizio, alla vicinanza con gli ultimi, allโimpegno di costruire il bene comune. Nello stesso tempo, come hanno indicato i Vescovi dellโAustralia, ยซnon possiamo accettare un mondo digitale progettato per sfruttare la nostra debolezza e tirare fuori il peggio dalla genteยป.[200]
Il fondamento dei consensi
206. Il relativismo non รจ la soluzione. Sotto il velo di una presunta tolleranza, finisce per favorire il fatto che i valori morali siano interpretati dai potenti secondo le convenienze del momento. Se in definitiva ยซnon ci sono veritร oggettive nรฉ principi stabili, al di fuori della soddisfazione delle proprie aspirazioni e delle necessitร immediate, [โฆ] non possiamo pensare che i programmi politici o la forza della legge basteranno. [โฆ] Quando รจ la cultura che si corrompe e non si riconosce piรน alcuna veritร oggettiva o principi universalmente validi, le leggi verranno intese solo come imposizioni arbitrarie e come ostacoli da evitareยป.[201]
207. ร possibile prestare attenzione alla veritร , cercare la veritร che risponde alla nostra realtร piรน profonda? Che cosโรจ la legge senza la convinzione, raggiunta attraverso un lungo cammino di riflessione e di sapienza, che ogni essere umano รจ sacro e inviolabile? Affinchรฉ una societร abbia futuro, รจ necessario che abbia maturato un sentito rispetto verso la veritร della dignitร umana, alla quale ci sottomettiamo. Allora non ci si asterrร dallโuccidere qualcuno solo per evitare il disprezzo sociale e il peso della legge, bensรฌ per convinzione. ร una veritร irrinunciabile che riconosciamo con la ragione e accettiamo con la coscienza. Una societร รจ nobile e rispettabile anche perchรฉ coltiva la ricerca della veritร e per il suo attaccamento alle veritร fondamentali.
208. Occorre esercitarsi a smascherare le varie modalitร di manipolazione, deformazione e occultamento della veritร negli ambiti pubblici e privati. Ciรฒ che chiamiamo โveritร โ non รจ solo la comunicazione di fatti operata dal giornalismo. ร anzitutto la ricerca dei fondamenti piรน solidi che stanno alla base delle nostre scelte e delle nostre leggi. Questo implica accettare che lโintelligenza umana puรฒ andare oltre le convenienze del momento e cogliere alcune veritร che non mutano, che erano veritร prima di noi e lo saranno sempre. Indagando sulla natura umana, la ragione scopre valori che sono universali, perchรฉ da essa derivano.
209. Diversamente, non potrebbe forse succedere che i diritti umani fondamentali, oggi considerati insormontabili, vengano negati dai potenti di turno, dopo aver ottenuto il โconsensoโ di una popolazione addormentata e impaurita? E nemmeno sarebbe sufficiente un mero consenso tra i vari popoli, ugualmente manipolabile. Giร abbiamo in abbondanza prove di tutto il bene che siamo capaci di compiere, perรฒ, al tempo stesso, dobbiamo riconoscere la capacitร di distruzione che cโรจ in noi. Lโindividualismo indifferente e spietato in cui siamo caduti, non รจ anche il risultato della pigrizia nel ricercare i valori piรน alti, che vadano al di lร dei bisogni momentanei? Al relativismo si somma il rischio che il potente o il piรน abile riesca a imporre una presunta veritร . Invece, ยซdi fronte alle norme morali che proibiscono il male intrinseco non ci sono privilegi nรฉ eccezioni per nessuno. Essere il padrone del mondo o lโultimo โmiserabileโ sulla faccia della terra non fa alcuna differenza: davanti alle esigenze morali siamo tutti assolutamente ugualiยป.[202]
210. Quello che oggi ci accade, trascinandoci in una logica perversa e vuota, รจ che si verifica unโassimilazione dellโetica e della politica alla fisica. Non esistono il bene e il male in sรฉ, ma solamente un calcolo di vantaggi e svantaggi. Lo spostamento della ragione morale ha per conseguenza che il diritto non puรฒ riferirsi a una concezione fondamentale di giustizia, ma piuttosto diventa uno specchio delle idee dominanti. Entriamo qui in una degenerazione: un andare โlivellando verso il bassoโ mediante un consenso superficiale e compromissorio. Cosรฌ, in definitiva, la logica della forza trionfa.
Il consenso e la veritร
211. In una societร pluralista, il dialogo รจ la via piรน adatta per arrivare a riconoscere ciรฒ che devโessere sempre affermato e rispettato, e che va oltre il consenso occasionale. Parliamo di un dialogo che esige di essere arricchito e illuminato da ragioni, da argomenti razionali, da varietร di prospettive, da apporti di diversi saperi e punti di vista, e che non esclude la convinzione che รจ possibile giungere ad alcune veritร fondamentali che devono e dovranno sempre essere sostenute. Accettare che ci sono alcuni valori permanenti, benchรฉ non sia sempre facile riconoscerli, conferisce soliditร e stabilitร a unโetica sociale. Anche quando li abbiamo riconosciuti e assunti grazie al dialogo e al consenso, vediamo che tali valori di base vanno al di lร di ogni consenso, li riconosciamo come valori che trascendono i nostri contesti e mai negoziabili. Potrร crescere la nostra comprensione del loro significato e della loro importanza โ e in questo senso il consenso รจ una realtร dinamica โ ma in sรฉ stessi sono apprezzati come stabili per il loro significato intrinseco.
212. Se una certa cosa rimane sempre conveniente per il buon funzionamento della societร , non รจ forse perchรฉ dietro ad essa cโรจ una veritร perenne, che lโintelligenza puรฒ cogliere? Nella realtร stessa dellโessere umano e della societร , nella loro natura intima, vi รจ una serie di strutture di base che sostengono il loro sviluppo e la loro sopravvivenza. Da lรฌ derivano determinate esigenze che si possono scoprire grazie al dialogo, anche se non sono costruite in senso stretto dal consenso. Il fatto che certe norme siano indispensabili per la vita sociale stessa รจ un indizio esterno di come esse siano qualcosa di intrinsecamente buono. Di conseguenza, non รจ necessario contrapporre la convenienza sociale, il consenso, e la realtร di una veritร obiettiva. Tuttโe tre possono unirsi armoniosamente quando, attraverso il dialogo, le persone hanno il coraggio di andare fino in fondo a una questione.
213. Se bisogna rispettare in ogni situazione la dignitร degli altri, รจ perchรฉ noi non inventiamo o supponiamo tale dignitร , ma perchรฉ cโรจ effettivamente in essi un valore superiore rispetto alle cose materiali e alle circostanze, che esige siano trattati in un altro modo. Che ogni essere umano possiede una dignitร inalienabile รจ una veritร corrispondente alla natura umana al di lร di qualsiasi cambiamento culturale. Perciรฒ lโessere umano possiede la medesima dignitร inviolabile in qualunque epoca storica e nessuno puรฒ sentirsi autorizzato dalle circostanze a negare questa convinzione o a non agire di conseguenza. Lโintelligenza puรฒ dunque scrutare nella realtร delle cose, attraverso la riflessione, lโesperienza e il dialogo, per riconoscere in tale realtร che la trascende la base di certe esigenze morali universali.
214. Agli agnostici, questo fondamento potrร sembrare sufficiente per conferire una salda e stabile validitร universale ai principi etici basilari e non negoziabili, cosรฌ da poter impedire nuove catastrofi. Per i credenti, la natura umana, fonte di principi etici, รจ stata creata da Dio, il quale, in ultima istanza, conferisce un fondamento solido a tali principi.[203] Ciรฒ non stabilisce un fissismo etico nรฉ apre la strada allโimposizione di alcun sistema morale, dal momento che i principi morali fondamentali e universalmente validi possono dar luogo a diverse normative pratiche. Perciรฒ rimane sempre uno spazio per il dialogo.
Una nuova cultura
215. ยซLa vita รจ lโarte dellโincontro, anche se tanti scontri ci sono nella vitaยป.[204] Tante volte ho invitato a far crescere una cultura dellโincontro, che vada oltre le dialettiche che mettono lโuno contro lโaltro. ร uno stile di vita che tende a formare quel poliedro che ha molte facce, moltissimi lati, ma tutti compongono unโunitร ricca di sfumature, perchรฉ ยซil tutto รจ superiore alla parteยป.[205] Il poliedro rappresenta una societร in cui le differenze convivono integrandosi, arricchendosi e illuminandosi a vicenda, benchรฉ ciรฒ comporti discussioni e diffidenze. Da tutti, infatti, si puรฒ imparare qualcosa, nessuno รจ inutile, nessuno รจ superfluo. Ciรฒ implica includere le periferie. Chi vive in esse ha un altro punto di vista, vede aspetti della realtร che non si riconoscono dai centri di potere dove si prendono le decisioni piรน determinanti.
Lโincontro fatto cultura
216. La parola โculturaโ indica qualcosa che รจ penetrato nel popolo, nelle sue convinzioni piรน profonde e nel suo stile di vita. Se parliamo di una โculturaโ nel popolo, ciรฒ รจ piรน di unโidea o di unโastrazione. Comprende i desideri, lโentusiasmo e in definitiva un modo di vivere che caratterizza quel gruppo umano. Dunque, parlare di โcultura dellโincontroโ significa che come popolo ci appassiona il volerci incontrare, il cercare punti di contatto, gettare ponti, progettare qualcosa che coinvolga tutti. Questo รจ diventato unโaspirazione e uno stile di vita. Il soggetto di tale cultura รจ il popolo, non un settore della societร che mira a tenere in pace il resto con mezzi professionali e mediatici.
217. La pace sociale รจ laboriosa, artigianale. Sarebbe piรน facile contenere le libertร e le differenze con un poโ di astuzia e di risorse. Ma questa pace sarebbe superficiale e fragile, non il frutto di una cultura dellโincontro che la sostenga. Integrare le realtร diverse รจ molto piรน difficile e lento, eppure รจ la garanzia di una pace reale e solida. Ciรฒ non si ottiene mettendo insieme solo i puri, perchรฉ ยซpersino le persone che possono essere criticate per i loro errori hanno qualcosa da apportare che non deve andare perdutoยป.[206] E nemmeno consiste in una pace che nasce mettendo a tacere le rivendicazioni sociali o evitando che facciano troppo rumore, perchรฉ non รจ ยซun consenso a tavolino o unโeffimera pace per una minoranza feliceยป.[207] Quello che conta รจ avviare processi di incontro, processi che possano costruire un popolo capace di raccogliere le differenze. Armiamo i nostri figli con le armi del dialogo! Insegniamo loro la buona battaglia dellโincontro!
Il gusto di riconoscere lโaltro
218. Questo implica la capacitร abituale di riconoscere allโaltro il diritto di essere sรฉ stesso e di essere diverso. A partire da tale riconoscimento fattosi cultura, si rende possibile dar vita ad un patto sociale. Senza questo riconoscimento emergono modi sottili di far sรฌ che lโaltro perda ogni significato, che diventi irrilevante, che non gli si riconosca alcun valore nella societร . Dietro al rifiuto di certe forme visibili di violenza, spesso si nasconde unโaltra violenza piรน subdola: quella di coloro che disprezzano il diverso, soprattutto quando le sue rivendicazioni danneggiano in qualche modo i loro interessi.
219. Quando una parte della societร pretende di godere di tutto ciรฒ che il mondo offre, come se i poveri non esistessero, questo a un certo punto ha le sue conseguenze. Ignorare lโesistenza e i diritti degli altri, prima o poi provoca qualche forma di violenza, molte volte inaspettata. I sogni della libertร , dellโuguaglianza e della fraternitร possono restare al livello delle mere formalitร , perchรฉ non sono effettivamente per tutti. Pertanto, non si tratta solamente di cercare un incontro tra coloro che detengono varie forme di potere economico, politico o accademico. Un incontro sociale reale pone in un vero dialogo le grandi forme culturali che rappresentano la maggioranza della popolazione. Spesso le buone proposte non sono fatte proprie dai settori piรน impoveriti perchรฉ si presentano con una veste culturale che non รจ la loro e con la quale non possono sentirsi identificati. Di conseguenza, un patto sociale realistico e inclusivo devโessere anche un โpatto culturaleโ, che rispetti e assuma le diverse visioni del mondo, le culture e gli stili di vita che coesistono nella societร .
220. Per esempio, i popoli originari non sono contro il progresso, anche se hanno unโidea di progresso diversa, molte volte piรน umanistica di quella della cultura moderna dei popoli sviluppati. Non รจ una cultura orientata al vantaggio di quanti hanno potere, di quanti hanno bisogno di creare una specie di paradiso sulla terra. Lโintolleranza e il disprezzo nei confronti delle culture popolari indigene รจ una vera forma di violenza, propria degli โeticistiโ senza bontร che vivono giudicando gli altri. Ma nessun cambiamento autentico, profondo e stabile รจ possibile se non si realizza a partire dalle diverse culture, principalmente dei poveri. Un patto culturale presuppone che si rinunci a intendere lโidentitร di un luogo in modo monolitico, ed esige che si rispetti la diversitร offrendole vie di promozione e di integrazione sociale.
221. Questo patto richiede anche di accettare la possibilitร di cedere qualcosa per il bene comune. Nessuno potrร possedere tutta la veritร , nรฉ soddisfare la totalitร dei propri desideri, perchรฉ questa pretesa porterebbe a voler distruggere lโaltro negando i suoi diritti. La ricerca di una falsa tolleranza deve cedere il passo al realismo dialogante, di chi crede di dover essere fedele ai propri principi, riconoscendo tuttavia che anche lโaltro ha il diritto di provare ad essere fedele ai suoi. ร il vero riconoscimento dellโaltro, che solo lโamore rende possibile e che significa mettersi al posto dellโaltro per scoprire che cosa cโรจ di autentico, o almeno di comprensibile, tra le sue motivazioni e i suoi interessi.
Recuperare la gentilezza
222. Lโindividualismo consumista provoca molti soprusi. Gli altri diventano meri ostacoli alla propria piacevole tranquillitร . Dunque si finisce per trattarli come fastidi e lโaggressivitร aumenta. Ciรฒ si accentua e arriva a livelli esasperanti nei periodi di crisi, in situazioni catastrofiche, in momenti difficili, quando emerge lo spirito del โsi salvi chi puรฒโ. Tuttavia, รจ ancora possibile scegliere di esercitare la gentilezza. Ci sono persone che lo fanno e diventano stelle in mezzo allโoscuritร .
223. San Paolo menzionava un frutto dello Spirito Santo con la parola greca chrestotes (Gal 5,22), che esprime uno stato dโanimo non aspro, rude, duro, ma benigno, soave, che sostiene e conforta. La persona che possiede questa qualitร aiuta gli altri affinchรฉ la loro esistenza sia piรน sopportabile, soprattutto quando portano il peso dei loro problemi, delle urgenze e delle angosce. ร un modo di trattare gli altri che si manifesta in diverse forme: come gentilezza nel tratto, come attenzione a non ferire con le parole o i gesti, come tentativo di alleviare il peso degli altri. Comprende il ยซdire parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolanoยป, invece di ยซparole che umiliano, che rattristano, che irritano, che disprezzanoยป.[208]
224. La gentilezza รจ una liberazione dalla crudeltร che a volte penetra le relazioni umane, dallโansietร che non ci lascia pensare agli altri, dallโurgenza distratta che ignora che anche gli altri hanno diritto a essere felici. Oggi raramente si trovano tempo ed energie disponibili per soffermarsi a trattare bene gli altri, a dire โpermessoโ, โscusaโ, โgrazieโ. Eppure ogni tanto si presenta il miracolo di una persona gentile, che mette da parte le sue preoccupazioni e le sue urgenze per prestare attenzione, per regalare un sorriso, per dire una parola di stimolo, per rendere possibile uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza. Questo sforzo, vissuto ogni giorno, รจ capace di creare quella convivenza sana che vince le incomprensioni e previene i conflitti. La pratica della gentilezza non รจ un particolare secondario nรฉ un atteggiamento superficiale o borghese. Dal momento che presuppone stima e rispetto, quando si fa cultura in una societร trasforma profondamente lo stile di vita, i rapporti sociali, il modo di dibattere e di confrontare le idee. Facilita la ricerca di consensi e apre strade lร dove lโesasperazione distrugge tutti i ponti.
CAPITOLO SETTIMO
PERCORSI DI UN NUOVO INCONTRO
225. In molte parti del mondo occorrono percorsi di pace che conducano a rimarginare le ferite, cโรจ bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia.
Ricominciare dalla veritร
226. Nuovo incontro non significa tornare a un momento precedente ai conflitti. Col tempo tutti siamo cambiati. Il dolore e le contrapposizioni ci hanno trasformato. Inoltre, non cโรจ piรน spazio per diplomazie vuote, per dissimulazioni, discorsi doppi, occultamenti, buone maniere che nascondono la realtร . Quanti si sono confrontati duramente si parlano a partire dalla veritร , chiara e nuda. Hanno bisogno di imparare ad esercitare una memoria penitenziale, capace di assumere il passato per liberare il futuro dalle proprie insoddisfazioni, confusioni e proiezioni. Solo dalla veritร storica dei fatti potranno nascere lo sforzo perseverante e duraturo di comprendersi a vicenda e di tentare una nuova sintesi per il bene di tutti. La realtร รจ che ยซil processo di pace รจ quindi un impegno che dura nel tempo. ร un lavoro paziente di ricerca della veritร e della giustizia, che onora la memoria delle vittime e che apre, passo dopo passo, a una speranza comune, piรน forte della vendettaยป.[209] Come hanno affermato i Vescovi del Congo a proposito di un conflitto che si ripete, ยซgli accordi di pace sulla carta non saranno mai sufficienti. Occorrerร andare piรน lontano, includendo lโesigenza di veritร sulle origini di questa crisi ricorrente. Il popolo ha il diritto di sapere che cosa รจ successoยป.[210]
227. In effetti, ยซla veritร รจ una compagna inseparabile della giustizia e della misericordia. Tuttโe tre unite, sono essenziali per costruire la pace e, dโaltra parte, ciascuna di esse impedisce che le altre siano alterate. [โฆ] La veritร non deve, di fatto, condurre alla vendetta, ma piuttosto alla riconciliazione e al perdono. Veritร รจ raccontare alle famiglie distrutte dal dolore quello che รจ successo ai loro parenti scomparsi. Veritร รจ confessare che cosa รจ successo ai minori reclutati dagli operatori di violenza. Veritร รจ riconoscere il dolore delle donne vittime di violenza e di abusi. [โฆ] Ogni violenza commessa contro un essere umano รจ una ferita nella carne dellโumanitร ; ogni morte violenta ci โdiminuisceโ come persone. [โฆ] La violenza genera violenza, lโodio genera altro odio, e la morte altra morte. Dobbiamo spezzare questa catena che appare ineluttabileยป.[211]
Lโarchitettura e lโartigianato della pace
228. Il percorso verso la pace non richiede di omogeneizzare la societร , ma sicuramente ci permette di lavorare insieme. Puรฒ unire molti nel perseguire ricerche congiunte in cui tutti traggono profitto. Di fronte a un determinato obiettivo condiviso, si potranno offrire diverse proposte tecniche, varie esperienze, e lavorare per il bene comune. Occorre cercare di identificare bene i problemi che una societร attraversa per accettare che esistano diversi modi di guardare le difficoltร e di risolverle. Il cammino verso una migliore convivenza chiede sempre di riconoscere la possibilitร che lโaltro apporti una prospettiva legittima โ almeno in parte โ, qualcosa che si possa rivalutare, anche quando possa essersi sbagliato o aver agito male. Infatti, ยซlโaltro non va mai rinchiuso in ciรฒ che ha potuto dire o fare, ma va considerato per la promessa che porta in sรฉยป,[212] promessa che lascia sempre uno spiraglio di speranza.
229. Come hanno insegnato i Vescovi del Sudafrica, la vera riconciliazione si raggiunge in maniera proattiva, ยซformando una nuova societร basata sul servizio agli altri, piรน che sul desiderio di dominare; una societร basata sul condividere con altri ciรฒ che si possiede, piรน che sulla lotta egoistica di ciascuno per la maggior ricchezza possibile; una societร in cui il valore di stare insieme come esseri umani รจ senzโaltro piรน importante di qualsiasi gruppo minore, sia esso la famiglia, la nazione, lโetnia o la culturaยป.[213] I Vescovi della Corea del Sud hanno segnalato che unโautentica pace ยซsi puรฒ ottenere solo quando lottiamo per la giustizia attraverso il dialogo, perseguendo la riconciliazione e lo sviluppo reciprocoยป.[214]
230. Lโimpegno arduo per superare ciรฒ che ci divide senza perdere lโidentitร di ciascuno presuppone che in tutti rimanga vivo un fondamentale senso di appartenenza. Infatti, ยซla nostra societร vince quando ogni persona, ogni gruppo sociale, si sente veramente a casa. In una famiglia, i genitori, i nonni, i bambini sono di casa; nessuno รจ escluso. Se uno ha una difficoltร , anche grave, anche quando โse lโรจ cercataโ, gli altri vengono in suo aiuto, lo sostengono; il suo dolore รจ di tutti. [โฆ] Nelle famiglie, tutti contribuiscono al progetto comune, tutti lavorano per il bene comune, ma senza annullare lโindividuo; al contrario, lo sostengono, lo promuovono. Litigano, ma cโรจ qualcosa che non si smuove: quel legame familiare. I litigi di famiglia dopo sono riconciliazioni. Le gioie e i dolori di ciascuno sono fatti propri da tutti. Questo sรฌ รจ essere famiglia! Se potessimo riuscire a vedere lโavversario politico o il vicino di casa con gli stessi occhi con cui vediamo i bambini, le mogli, i mariti, i padri e le madri. Che bello sarebbe! Amiamo la nostra societร , o rimane qualcosa di lontano, qualcosa di anonimo, che non ci coinvolge, non ci tocca, non ci impegna?ยป.[215]
231. Molte volte cโรจ un grande bisogno di negoziare e cosรฌ sviluppare percorsi concreti per la pace. Tuttavia, i processi effettivi di una pace duratura sono anzitutto trasformazioni artigianali operate dai popoli, in cui ogni persona puรฒ essere un fermento efficace con il suo stile di vita quotidiana. Le grandi trasformazioni non si costruiscono alla scrivania o nello studio. Dunque, ยซognuno svolge un ruolo fondamentale, in un unico progetto creativo, per scrivere una nuova pagina di storia, una pagina piena di speranza, piena di pace, piena di riconciliazioneยป.[216] Cโรจ una โarchitetturaโ della pace, nella quale intervengono le varie istituzioni della societร , ciascuna secondo la propria competenza, perรฒ cโรจ anche un โartigianatoโ della pace che ci coinvolge tutti. A partire da diversi processi di pace che si sviluppano in vari luoghi del mondo, ยซabbiamo imparato che queste vie di pacificazione, di primato della ragione sulla vendetta, di delicata armonia tra la politica e il diritto, non possono ovviare ai percorsi della gente. Non รจ sufficiente il disegno di quadri normativi e accordi istituzionali tra gruppi politici o economici di buona volontร . [โฆ] Inoltre, รจ sempre prezioso inserire nei nostri processi di pace lโesperienza di settori che, in molte occasioni, sono stati resi invisibili, affinchรฉ siano proprio le comunitร a colorare i processi di memoria collettivaยป.[217]
232. Non cโรจ un punto finale nella costruzione della pace sociale di un Paese, bensรฌ si tratta di ยซun compito che non dร tregua e che esige lโimpegno di tutti. Lavoro che ci chiede di non venir meno nello sforzo di costruire lโunitร della nazione e, malgrado gli ostacoli, le differenze e i diversi approcci sul modo di raggiungere la convivenza pacifica, persistere nella lotta per favorire la cultura dellโincontro, che esige di porre al centro di ogni azione politica, sociale ed economica la persona umana, la sua altissima dignitร , e il rispetto del bene comune. Che questo sforzo ci faccia rifuggire da ogni tentazione di vendetta e ricerca di interessi solo particolari e a breve termineยป.[218] Le manifestazioni pubbliche violente, da una parte e dallโaltra, non aiutano a trovare vie dโuscita. Soprattutto perchรฉ, come bene hanno osservato i Vescovi della Colombia, quando si incoraggiano ยซmobilitazioni cittadine, non sempre risultano chiari le loro origini e i loro obiettivi, ci sono alcune forme di manipolazione politica e si riscontrano appropriazioni a favore di interessi particolariยป.[219]
Soprattutto con gli ultimi
233. La promozione dellโamicizia sociale implica non solo lโavvicinamento tra gruppi sociali distanti a motivo di qualche periodo storico conflittuale, ma anche la ricerca di un rinnovato incontro con i settori piรน impoveriti e vulnerabili. La pace ยซnon รจ solo assenza di guerra, ma lโimpegno instancabile โ soprattutto di quanti occupiamo un ufficio di maggiore responsabilitร โ di riconoscere, garantire e ricostruire concretamente la dignitร , spesso dimenticata o ignorata, dei nostri fratelli, perchรฉ possano sentirsi protagonisti del destino della propria nazioneยป.[220]
234. Spesso gli ultimi della societร sono stati offesi con generalizzazioni ingiuste. Se talvolta i piรน poveri e gli scartati reagiscono con atteggiamenti che sembrano antisociali, รจ importante capire che in molti casi tali reazioni dipendono da una storia di disprezzo e di mancata inclusione sociale. Come hanno insegnato i Vescovi latinoamericani, ยซsolo la vicinanza che ci rende amici ci permette di apprezzare profondamente i valori dei poveri di oggi, i loro legittimi aneliti e il loro specifico modo di vivere la fede. Lโopzione per i poveri deve portarci allโamicizia con i poveriยป.[221]
235. Quanti pretendono di portare la pace in una societร non devono dimenticare che lโinequitร e la mancanza di sviluppo umano integrale non permettono che si generi pace. In effetti, ยซsenza uguaglianza di opportunitร , le diverse forme di aggressione e di guerra troveranno un terreno fertile che prima o poi provocherร lโesplosione. Quando la societร โ locale, nazionale o mondiale โ abbandona nella periferia una parte di sรฉ, non vi saranno programmi politici, nรฉ forze dellโordine o di intelligence che possano assicurare illimitatamente la tranquillitร ยป.[222] Se si tratta di ricominciare, sarร sempre a partire dagli ultimi.
Il valore e il significato del perdono
236. Alcuni preferiscono non parlare di riconciliazione, perchรฉ ritengono che il conflitto, la violenza e le fratture fanno parte del funzionamento normale di una societร . Di fatto, in qualunque gruppo umano ci sono lotte di potere piรน o meno sottili tra vari settori. Altri sostengono che ammettere il perdono equivale a cedere il proprio spazio perchรฉ altri dominino la situazione. Perciรฒ ritengono che sia meglio mantenere un gioco di potere che permetta di sostenere un equilibrio di forze tra i diversi gruppi. Altri credono che la riconciliazione sia una cosa da deboli, che non sono capaci di un dialogo fino in fondo e perciรฒ scelgono di sfuggire ai problemi nascondendo le ingiustizie: incapaci di affrontare i problemi, preferiscono una pace apparente.
Il conflitto inevitabile
237. Il perdono e la riconciliazione sono temi di grande rilievo nel cristianesimo e, con varie modalitร , in altre religioni. Il rischio sta nel non comprendere adeguatamente le convinzioni dei credenti e presentarle in modo tale che finiscano per alimentare il fatalismo, lโinerzia o lโingiustizia, oppure, dallโaltro lato, lโintolleranza e la violenza.
238. Mai Gesรน Cristo ha invitato a fomentare la violenza o lโintolleranza. Egli stesso condannava apertamente lโuso della forza per imporsi agli altri: ยซVoi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarร cosรฌยป (Mt 20,25-26). Dโaltra parte, il Vangelo chiede di perdonare ยซsettanta volte setteยป (Mt 18,22) e fa lโesempio del servo spietato, che era stato perdonato ma a sua volta non รจ stato capace di perdonare gli altri (cfr Mt 18,23-35).
239. Se leggiamo altri testi del Nuovo Testamento, possiamo notare che di fatto le prime comunitร , immerse in un mondo pagano colmo di corruzione e di aberrazioni, vivevano un senso di pazienza, tolleranza, comprensione. Alcuni testi sono molto chiari al riguardo: si invita a riprendere gli avversari con dolcezza (cfr 2 Tm 2,25). Si raccomanda ยซdi non parlare male di nessuno, di evitare le liti, di essere mansueti, mostrando ogni mitezza verso tutti gli uomini. Anche noi un tempo eravamo insensatiยป (Tt 3,2-3). Il libro degli Atti degli Apostoli afferma che i discepoli, perseguitati da alcune autoritร , โgodevano il favore di tutto il popoloโ (cfr 2,47; 4,21.33; 5,13).
240. Tuttavia, quando riflettiamo sul perdono, sulla pace e sulla concordia sociale, ci imbattiamo in unโespressione di Cristo che ci sorprende: ยซNon crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare lโuomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dellโuomo saranno quelli della sua casaยป (Mt 10,34-36). ร importante situarla nel contesto del capitolo in cui รจ inserita. Lรฌ รจ chiaro che il tema di cui si tratta รจ quello della fedeltร alla propria scelta, senza vergogna, benchรฉ ciรฒ procuri contrarietร , e anche se le persone care si oppongono a tale scelta. Pertanto, tali parole non invitano a cercare conflitti, ma semplicemente a sopportare il conflitto inevitabile, perchรฉ il rispetto umano non porti a venir meno alla fedeltร in ossequio a una presunta pace familiare o sociale. San Giovanni Paolo II ha affermato che la Chiesa ยซnon intende condannare ogni e qualsiasi forma di conflittualitร sociale: la Chiesa sa bene che nella storia i conflitti di interessi tra diversi gruppi sociali insorgono inevitabilmente e che di fronte ad essi il cristiano deve spesso prender posizione con decisione e coerenzaยป.[223]
Le lotte legittime e il perdono
241. Non si tratta di proporre un perdono rinunciando ai propri diritti davanti a un potente corrotto, a un criminale o a qualcuno che degrada la nostra dignitร . Siamo chiamati ad amare tutti, senza eccezioni, perรฒ amare un oppressore non significa consentire che continui ad essere tale; e neppure fargli pensare che ciรฒ che fa รจ accettabile. Al contrario, il modo buono di amarlo รจ cercare in vari modi di farlo smettere di opprimere, รจ togliergli quel potere che non sa usare e che lo deforma come essere umano. Perdonare non vuol dire permettere che continuino a calpestare la dignitร propria e altrui, o lasciare che un criminale continui a delinquere. Chi patisce ingiustizia deve difendere con forza i diritti suoi e della sua famiglia, proprio perchรฉ deve custodire la dignitร che gli รจ stata data, una dignitร che Dio ama. Se un delinquente ha fatto del male a me o a uno dei miei cari, nulla mi vieta di esigere giustizia e di adoperarmi affinchรฉ quella persona โ o qualunque altra โ non mi danneggi di nuovo nรฉ faccia lo stesso contro altri. Mi spetta farlo, e il perdono non solo non annulla questa necessitร bensรฌ la richiede.
242. Ciรฒ che conta รจ non farlo per alimentare unโira che fa male allโanima della persona e allโanima del nostro popolo, o per un bisogno malsano di distruggere lโaltro scatenando una trafila di vendette. Nessuno raggiunge la pace interiore nรฉ si riconcilia con la vita in questa maniera. La veritร รจ che ยซnessuna famiglia, nessun gruppo di vicini, nessuna etnia e tanto meno un Paese ha futuro, se il motore che li unisce, li raduna e copre le differenze รจ la vendetta e lโodio. Non possiamo metterci dโaccordo e unirci per vendicarci, per fare a chi รจ stato violento la stessa cosa che lui ha fatto a noi, per pianificare occasioni di ritorsione sotto forme apparentemente legaliยป.[224] Cosรฌ non si guadagna nulla e alla lunga si perde tutto.
243. Certo, ยซnon รจ un compito facile quello di superare lโamara ereditร di ingiustizie, ostilitร e diffidenze lasciata dal conflitto. Si puรฒ realizzare soltanto superando il male con il bene (cfr Rm 12,21) e coltivando quelle virtรน che promuovono la riconciliazione, la solidarietร e la paceยป.[225] In tal modo, ยซa chi la fa crescere dentro di sรฉ, la bontร dona una coscienza tranquilla, una gioia profonda anche in mezzo a difficoltร e incomprensioni. Persino di fronte alle offese subite, la bontร non รจ debolezza, ma vera forza, capace di rinunciare alla vendettaยป.[226] Occorre riconoscere nella propria vita che ยซquel giudizio duro che porto nel cuore contro mio fratello o mia sorella, quella ferita non curata, quel male non perdonato, quel rancore che mi farร solo male, รจ un pezzetto di guerra che porto dentro, รจ un focolaio nel cuore, da spegnere perchรฉ non divampi in un incendioยป.[227]
Il vero superamento
244. Quando i conflitti non si risolvono ma si nascondono o si seppelliscono nel passato, ci sono silenzi che possono significare il rendersi complici di gravi errori e peccati. Invece la vera riconciliazione non rifugge dal conflitto, bensรฌ si ottiene nel conflitto, superandolo attraverso il dialogo e la trattativa trasparente, sincera e paziente. La lotta tra diversi settori, ยซquando si astenga dagli atti di inimicizia e dallโodio vicendevole, si trasforma a poco a poco in una onesta discussione, fondata nella ricerca della giustiziaยป.[228]
245. Piรน volte ho proposto ยซun principio che รจ indispensabile per costruire lโamicizia sociale: lโunitร รจ superiore al conflitto. [โฆ] Non significa puntare al sincretismo, nรฉ allโassorbimento di uno nellโaltro, ma alla risoluzione su di un piano superiore che conserva in sรฉ le preziose potenzialitร delle polaritร in contrastoยป.[229] Sappiamo bene che ยซogni volta che, come persone e comunitร , impariamo a puntare piรน in alto di noi stessi e dei nostri interessi particolari, la comprensione e lโimpegno reciproci si trasformano [โฆ] in un ambito dove i conflitti, le tensioni e anche quelli che si sarebbero potuti considerare opposti in passato, possono raggiungere unโunitร multiforme che genera nuova vitaยป.[230]
La memoria
246. Da chi ha sofferto molto in modo ingiusto e crudele, non si deve esigere una specie di โperdono socialeโ. La riconciliazione รจ un fatto personale, e nessuno puรฒ imporla allโinsieme di una societร , anche quando abbia il compito di promuoverla. Nellโambito strettamente personale, con una decisione libera e generosa, qualcuno puรฒ rinunciare ad esigere un castigo (cfr Mt 5,44-46), benchรฉ la societร e la sua giustizia legittimamente tendano ad esso. Tuttavia non รจ possibile decretare una โriconciliazione generaleโ, pretendendo di chiudere le ferite per decreto o di coprire le ingiustizie con un manto di oblio. Chi puรฒ arrogarsi il diritto di perdonare in nome degli altri? ร commovente vedere la capacitร di perdono di alcune persone che hanno saputo andare al di lร del danno patito, ma รจ pure umano comprendere coloro che non possono farlo. In ogni caso, quello che mai si deve proporre รจ il dimenticare.
247. La Shoah non va dimenticata. ร il ยซsimbolo di dove puรฒ arrivare la malvagitร dellโuomo quando, fomentata da false ideologie, dimentica la dignitร fondamentale di ogni persona, la quale merita rispetto assoluto qualunque sia il popolo a cui appartiene e la religione che professaยป.[231] Nel ricordarla, non posso fare a meno di ripetere questa preghiera: ยซRicordati di noi nella tua misericordia. Dacci la grazia di vergognarci di ciรฒ che, come uomini, siamo stati capaci di fare, di vergognarci di questa massima idolatria, di aver disprezzato e distrutto la nostra carne, quella che tu impastasti dal fango, quella che tu vivificasti col tuo alito di vita. Mai piรน, Signore, mai piรน!ยป.[232]
248. Non vanno dimenticati i bombardamenti atomici a Hiroshima e Nagasaki. Ancora una volta ยซfaccio memoria qui di tutte le vittime e mi inchino davanti alla forza e alla dignitร di coloro che, essendo sopravvissuti a quei primi momenti, hanno sopportato nei propri corpi per molti anni le sofferenze piรน acute e, nelle loro menti, i germi della morte che hanno continuato a consumare la loro energia vitale. [โฆ] Non possiamo permettere che le attuali e le nuove generazioni perdano la memoria di quanto accaduto, quella memoria che รจ garanzia e stimolo per costruire un futuro piรน giusto e fraternoยป.[233] E nemmeno vanno dimenticati le persecuzioni, il traffico di schiavi e i massacri etnici che sono avvenuti e avvengono in diversi Paesi, e tanti altri fatti storici che ci fanno vergognare di essere umani. Vanno ricordati sempre, sempre nuovamente, senza stancarci e senza anestetizzarci.
249. ร facile oggi cadere nella tentazione di voltare pagina dicendo che ormai รจ passato molto tempo e che bisogna guardare avanti. No, per amor di Dio! Senza memoria non si va mai avanti, non si cresce senza una memoria integra e luminosa. Abbiamo bisogno di mantenere ยซla fiamma della coscienza collettiva, testimoniando alle generazioni successive lโorrore di ciรฒ che accaddeยป, che ยซrisveglia e conserva in questo modo la memoria delle vittime, affinchรฉ la coscienza umana diventi sempre piรน forte di fronte ad ogni volontร di dominio e di distruzioneยป.[234] Ne hanno bisogno le vittime stesse โ persone, gruppi sociali o nazioni โ per non cedere alla logica che porta a giustificare la rappresaglia e ogni violenza in nome del grande male subito. Per questo, non mi riferisco solo alla memoria degli orrori, ma anche al ricordo di quanti, in mezzo a un contesto avvelenato e corrotto, sono stati capaci di recuperare la dignitร e con piccoli o grandi gesti hanno scelto la solidarietร , il perdono, la fraternitร . Fa molto bene fare memoria del bene.
Perdono senza dimenticanze
250. Il perdono non implica il dimenticare. Diciamo piuttosto che quando cโรจ qualcosa che in nessun modo puรฒ essere negato, relativizzato o dissimulato, tuttavia, possiamo perdonare. Quando cโรจ qualcosa che mai devโessere tollerato, giustificato o scusato, tuttavia, possiamo perdonare. Quando cโรจ qualcosa che per nessuna ragione dobbiamo permetterci di dimenticare, tuttavia, possiamo perdonare. Il perdono libero e sincero รจ una grandezza che riflette lโimmensitร del perdono divino. Se il perdono รจ gratuito, allora si puรฒ perdonare anche a chi stenta a pentirsi ed รจ incapace di chiedere perdono.
251. Quanti perdonano davvero non dimenticano, ma rinunciano ad essere dominati dalla stessa forza distruttiva che ha fatto loro del male. Spezzano il circolo vizioso, frenano lโavanzare delle forze della distruzione. Decidono di non continuare a inoculare nella societร lโenergia della vendetta, che prima o poi finisce per ricadere ancora una volta su loro stessi. Infatti, la vendetta non sazia mai veramente lโinsoddisfazione delle vittime. Ci sono crimini cosรฌ orrendi e crudeli, che far soffrire chi li ha commessi non serve per sentire che si รจ riparato il delitto; e nemmeno basterebbe uccidere il criminale, nรฉ si potrebbero trovare torture equiparabili a ciรฒ che ha potuto soffrire la vittima. La vendetta non risolve nulla.
252. Neppure stiamo parlando di impunitร . Ma la giustizia la si ricerca in modo adeguato solo per amore della giustizia stessa, per rispetto delle vittime, per prevenire nuovi crimini e in ordine a tutelare il bene comune, non come un presunto sfogo della propria ira. Il perdono รจ proprio quello che permette di cercare la giustizia senza cadere nel circolo vizioso della vendetta nรฉ nellโingiustizia di dimenticare.
253. Quando vi sono state ingiustizie da ambo le parti, va riconosciuto con chiarezza che possono non aver avuto la stessa gravitร o non essere comparabili. La violenza esercitata da parte delle strutture e del potere dello Stato non sta allo stesso livello della violenza di gruppi particolari. In ogni caso, non si puรฒ pretendere che vengano ricordate solamente le sofferenze ingiuste di una sola delle parti. Come hanno insegnato i Vescovi della Croazia, ยซnoi dobbiamo ad ogni vittima innocente il medesimo rispetto. Non vi possono essere differenze etniche, confessionali, nazionali o politicheยป.[235]
254. Chiedo a Dio ยซdi preparare i nostri cuori allโincontro con i fratelli al di lร delle differenze di idee, lingua, cultura, religione; di ungere tutto il nostro essere con lโolio della sua misericordia che guarisce le ferite degli errori, delle incomprensioni, delle controversie; la grazia di inviarci con umiltร e mitezza nei sentieri impegnativi ma fecondi della ricerca della paceยป.[236]
La guerra e la pena di morte
255. Ci sono due situazioni estreme che possono arrivare a presentarsi come soluzioni in circostanze particolarmente drammatiche, senza avvisare che sono false risposte, che non risolvono i problemi che pretendono di superare e che in definitiva non fanno che aggiungere nuovi fattori di distruzione nel tessuto della societร nazionale e mondiale. Si tratta della guerra e della pena di morte.
Lโingiustizia della guerra
256. ยซLโinganno รจ nel cuore di chi trama il male, la gioia invece รจ di chi promuove la paceยป (Pr 12,20). Tuttavia, cโรจ chi cerca soluzioni nella guerra, che spesso ยซsi nutre del pervertimento delle relazioni, di ambizioni egemoniche, di abusi di potere, di paura dellโaltro e della diversitร vista come ostacoloยป.[237] La guerra non รจ un fantasma del passato, ma รจ diventata una minaccia costante. Il mondo sta trovando sempre piรน difficoltร nel lento cammino della pace che aveva intrapreso e che cominciava a dare alcuni frutti.
257. Poichรฉ si stanno creando nuovamente le condizioni per la proliferazione di guerre, ricordo che ยซla guerra รจ la negazione di tutti i diritti e una drammatica aggressione allโambiente. Se si vuole un autentico sviluppo umano integrale per tutti, occorre proseguire senza stancarsi nellโimpegno di evitare la guerra tra le nazioni e tra i popoli.
A tal fine bisogna assicurare il dominio incontrastato del diritto e lโinfaticabile ricorso al negoziato, ai buoni uffici e allโarbitrato, come proposto dalla Carta delle Nazioni Unite, vera norma giuridica fondamentaleยป.[238] Voglio rilevare che i 75 anni delle Nazioni Unite e lโesperienza dei primi 20 anni di questo millennio mostrano che la piena applicazione delle norme internazionali รจ realmente efficace, e che il loro mancato adempimento รจ nocivo. La Carta delle Nazioni Unite, rispettata e applicata con trasparenza e sinceritร , รจ un punto di riferimento obbligatorio di giustizia e un veicolo di pace. Ma ciรฒ esige di non mascherare intenzioni illegittime e di non porre gli interessi particolari di un Paese o di un gruppo al di sopra del bene comune mondiale. Se la norma viene considerata uno strumento a cui ricorrere quando risulta favorevole e da eludere quando non lo รจ, si scatenano forze incontrollabili che danneggiano gravemente le societร , i piรน deboli, la fraternitร , lโambiente e i beni culturali, con perdite irrecuperabili per la comunitร globale.
258. ร cosรฌ che facilmente si opta per la guerra avanzando ogni tipo di scuse apparentemente umanitarie, difensive o preventive, ricorrendo anche alla manipolazione dellโinformazione. Di fatto, negli ultimi decenni tutte le guerre hanno preteso di avere una โgiustificazioneโ. Il Catechismo della Chiesa Cattolica parla della possibilitร di una legittima difesa mediante la forza militare, con il presupposto di dimostrare che vi siano alcune ยซrigorose condizioni di legittimitร moraleยป.[239] Tuttavia si cade facilmente in una interpretazione troppo larga di questo possibile diritto. Cosรฌ si vogliono giustificare indebitamente anche attacchi โpreventiviโ o azioni belliche che difficilmente non trascinano ยซmali e disordini piรน gravi del male da eliminareยป.[240] La questione รจ che, a partire dallo sviluppo delle armi nucleari, chimiche e biologiche, e delle enormi e crescenti possibilitร offerte dalle nuove tecnologie, si รจ dato alla guerra un potere distruttivo incontrollabile, che colpisce molti civili innocenti. In veritร , ยซmai lโumanitร ha avuto tanto potere su sรฉ stessa e niente garantisce che lo utilizzerร beneยป.[241] Dunque non possiamo piรน pensare alla guerra come soluzione, dato che i rischi probabilmente saranno sempre superiori allโipotetica utilitร che le si attribuisce. Davanti a tale realtร , oggi รจ molto difficile sostenere i criteri razionali maturati in altri secoli per parlare di una possibile โguerra giustaโ. Mai piรน la guerra![242]
259. ร importante aggiungere che, con lo sviluppo della globalizzazione, ciรฒ che puรฒ apparire come una soluzione immediata o pratica per una determinata regione, dร adito a una catena di fattori violenti molte volte sotterranei che finisce per colpire lโintero pianeta e aprire la strada a nuove e peggiori guerre future. Nel nostro mondo ormai non ci sono solo โpezziโ di guerra in un Paese o nellโaltro, ma si vive una โguerra mondiale a pezziโ, perchรฉ le sorti dei Paesi sono tra loro fortemente connesse nello scenario mondiale.
260. Come diceva San Giovanni XXIII, ยซriesce quasi impossibile pensare che nellโera atomica la guerra possa essere utilizzata come strumento di giustiziaยป.[243] Lo affermava in un periodo di forte tensione internazionale, e cosรฌ diede voce al grande anelito alla pace che si diffondeva ai tempi della guerra fredda. Rafforzรฒ la convinzione che le ragioni della pace sono piรน forti di ogni calcolo di interessi particolari e di ogni fiducia posta nellโuso delle armi. Perรฒ non si colsero pienamente le occasioni offerte dalla fine della guerra fredda, per la mancanza di una visione del futuro e di una consapevolezza condivisa circa il nostro destino comune. Invece si cedette alla ricerca di interessi particolari senza farsi carico del bene comune universale. Cosรฌ si รจ fatto di nuovo strada lโingannevole fantasma della guerra.
261. Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra รจ un fallimento della politica e dellโumanitร , una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male. Non fermiamoci su discussioni teoriche, prendiamo contatto con le ferite, tocchiamo la carne di chi subisce i danni. Rivolgiamo lo sguardo a tanti civili massacrati come โdanni collateraliโ. Domandiamo alle vittime. Prestiamo attenzione ai profughi, a quanti hanno subito le radiazioni atomiche o gli attacchi chimici, alle donne che hanno perso i figli, ai bambini mutilati o privati della loro infanzia. Consideriamo la veritร di queste vittime della violenza, guardiamo la realtร coi loro occhi e ascoltiamo i loro racconti col cuore aperto. Cosรฌ potremo riconoscere lโabisso del male nel cuore della guerra e non ci turberร il fatto che ci trattino come ingenui perchรฉ abbiamo scelto la pace.
262. Neppure le norme saranno sufficienti, se si pensa che la soluzione ai problemi attuali consista nel dissuadere gli altri mediante la paura, minacciandoli con lโuso delle armi nucleari, chimiche o biologiche. Infatti, ยซse si prendono in considerazione le principali minacce alla pace e alla sicurezza con le loro molteplici dimensioni in questo mondo multipolare del XXI secolo, come, ad esempio, il terrorismo, i conflitti asimmetrici, la sicurezza informatica, le problematiche ambientali, la povertร , non pochi dubbi emergono circa lโinadeguatezza della deterrenza nucleare a rispondere efficacemente a tali sfide. Siffatte preoccupazioni assumono ancor piรน consistenza quando consideriamo le catastrofiche conseguenze umanitarie e ambientali che derivano da qualsiasi utilizzo degli ordigni nucleari con devastanti effetti indiscriminati e incontrollabili nel tempo e nello spazio. [โฆ] Dobbiamo anche chiederci quanto sia sostenibile un equilibro basato sulla paura, quando esso tende di fatto ad aumentare la paura e a minare le relazioni di fiducia fra i popoli. La pace e la stabilitร internazionali non possono essere fondate su un falso senso di sicurezza, sulla minaccia di una distruzione reciproca o di totale annientamento, sul semplice mantenimento di un equilibrio di potere. [โฆ] In tale contesto, lโobiettivo finale dellโeliminazione totale delle armi nucleari diventa sia una sfida sia un imperativo morale e umanitario. [โฆ] La crescente interdipendenza e la globalizzazione significano che qualunque risposta diamo alla minaccia delle armi nucleari, essa debba essere collettiva e concertata, basata sulla fiducia reciproca. Questโultima puรฒ essere costruita solo attraverso un dialogo che sia sinceramente orientato verso il bene comune e non verso la tutela di interessi velati o particolariยป.[244] E con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari costituiamo un Fondo mondiale[245] per eliminare finalmente la fame e per lo sviluppo dei Paesi piรน poveri, cosรฌ che i loro abitanti non ricorrano a soluzioni violente o ingannevoli e non siano costretti ad abbandonare i loro Paesi per cercare una vita piรน dignitosa.
La pena di morte
263. Cโรจ un altro modo di eliminare lโaltro, non destinato ai Paesi ma alle persone. ร la pena di morte. San Giovanni Paolo II ha dichiarato in maniera chiara e ferma che essa รจ inadeguata sul piano morale e non รจ piรน necessaria sul piano penale.[246] Non รจ possibile pensare a fare passi indietro rispetto a questa posizione. Oggi affermiamo con chiarezza che ยซla pena di morte รจ inammissibileยป[247] e la Chiesa si impegna con determinazione a proporre che sia abolita in tutto il mondo.[248]
264. Nel Nuovo Testamento, mentre si chiede ai singoli di non farsi giustizia da sรฉ stessi (cfr Rm 12,17.19), si riconosce la necessitร che le autoritร impongano pene a coloro che fanno il male (cfr Rm 13,4; 1 Pt 2,14). In effetti, ยซla vita in comune, strutturata intorno a comunitร organizzate, ha bisogno di regole di convivenza la cui libera violazione richiede una risposta adeguataยป.[249] Ciรฒ comporta che lโautoritร pubblica legittima possa e debba ยซcomminare pene proporzionate alla gravitร dei delittiยป[250] e che garantisca al potere giudiziario ยซlโindipendenza necessaria nellโambito della leggeยป.[251]
265. Fin dai primi secoli della Chiesa, alcuni si mostrarono chiaramente contrari alla pena capitale. Ad esempio, Lattanzio sosteneva che ยซnon va fatta alcuna distinzione: sempre sarร un crimine uccidere un uomoยป.[252] Papa Nicola I esortava: ยซSforzatevi di liberare dalla pena di morte non solo ciascuno degli innocenti, ma anche tutti i colpevoliยป.[253] In occasione del giudizio contro alcuni omicidi che avevano assassinato dei sacerdoti, SantโAgostino chiese al giudice di non togliere la vita agli assassini, e lo giustificava in questo modo: ยซNon che vogliamo con ciรฒ impedire che si tolga a individui scellerati la libertร di commettere delitti, ma desideriamo che allo scopo basti che, lasciandoli in vita e senza mutilarli in alcuna parte del corpo, applicando le leggi repressive siano distolti dalla loro insana agitazione per esser ricondotti a una vita sana e, tranquilla, o che, sottratti alle loro opere malvage, siano occupati in qualche lavoro utile. Anche questa รจ bensรฌ una condanna, ma chi non capirebbe che si tratta piรน di un benefizio che di un supplizio, dal momento che non รจ lasciato campo libero allโaudacia della ferocia nรฉ si sottrae la medicina del pentimento? [โฆ] Sdegnati contro lโiniquitร in modo perรฒ da non dimenticare lโumanitร ; non sfogare la voluttร della vendetta contro le atrocitร dei peccatori, ma rivolgi la volontร a curarne le feriteยป.[254]
266. Le paure e i rancori facilmente portano a intendere le pene in modo vendicativo, quando non crudele, invece di considerarle come parte di un processo di guarigione e di reinserimento sociale. Oggi, ยซtanto da alcuni settori della politica come da parte di alcuni mezzi di comunicazione, si incita talvolta alla violenza e alla vendetta, pubblica e privata, non solo contro quanti sono responsabili di aver commesso delitti, ma anche contro coloro sui quali ricade il sospetto, fondato o meno, di aver infranto la legge. [โฆ]
Cโรจ la tendenza a costruire deliberatamente dei nemici: figure stereotipate, che concentrano in sรฉ stesse tutte le caratteristiche che la societร percepisce o interpreta come minacciose. I meccanismi di formazione di queste immagini sono i medesimi che, a suo tempo, permisero lโespansione delle idee razzisteยป.[255] Ciรฒ ha reso particolarmente rischiosa lโabitudine sempre piรน presente in alcuni Paesi di ricorrere a carcerazioni preventive, a reclusioni senza giudizio e specialmente alla pena di morte.
267. Desidero sottolineare che ยซรจ impossibile immaginare che oggi gli Stati non possano disporre di un altro mezzo che non sia la pena capitale per difendere dallโaggressore ingiusto la vita di altre personeยป. Particolare gravitร rivestono le cosiddette esecuzioni extragiudiziarie o extralegali, che ยซsono omicidi deliberati commessi da alcuni Stati e dai loro agenti, spesso fatti passare come scontri con delinquenti o presentati come conseguenze indesiderate dellโuso ragionevole, necessario e proporzionato della forza per far applicare la leggeยป.[256]
268. ยซGli argomenti contrari alla pena di morte sono molti e ben conosciuti. La Chiesa ne ha opportunamente sottolineato alcuni, come la possibilitร dellโesistenza dellโerrore giudiziario, e lโuso che di tale pena fanno i regimi totalitari e dittatoriali, che la utilizzano come strumento di soppressione della dissidenza politica o di persecuzione delle minoranze religiose e culturali, tutte vittime che per le loro rispettive legislazioni sono โdelinquentiโ. Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontร sono dunque chiamati oggi a lottare non solo per lโabolizione della pena di morte, legale o illegale che sia, e in tutte le sue forme, ma anche al fine di migliorare le condizioni carcerarie, nel rispetto della dignitร umana delle persone private della libertร . E questo, io lo collego con lโergastolo. [โฆ] Lโergastolo รจ una pena di morte nascostaยป.[257]
269. Ricordiamo che ยซneppure lโomicida perde la sua dignitร personale e Dio stesso se ne fa garanteยป.[258] Il fermo rifiuto della pena di morte mostra fino a che punto รจ possibile riconoscere lโinalienabile dignitร di ogni essere umano e ammettere che abbia un suo posto in questo mondo. Poichรฉ, se non lo nego al peggiore dei criminali, non lo negherรฒ a nessuno, darรฒ a tutti la possibilitร di condividere con me questo pianeta malgrado ciรฒ che possa separarci.
270. I cristiani che dubitano e si sentono tentati di cedere a qualsiasi forma di violenza, li invito a ricordare lโannuncio del libro di Isaia: ยซSpezzeranno le loro spade e ne faranno aratriยป (2,4). Per noi questa profezia prende carne in Gesรน Cristo, che di fronte a un discepolo eccitato dalla violenza disse con fermezza: ยซRimetti la tua spada al suo posto, perchรฉ tutti quelli che prendono la spada, di spada morirannoยป (Mt 26,52). Era unโeco di quellโantico ammonimento: ยซDomanderรฒ conto della vita dellโuomo allโuomo, a ognuno di suo fratello. Chi sparge il sangue dellโuomo, dallโuomo il suo sangue sarร sparsoยป (Gen 9,5-6). Questa reazione di Gesรน, che uscรฌ spontanea dal suo cuore, supera la distanza dei secoli e giunge fino a oggi come un costante richiamo.
CAPITOLO OTTAVO
LE RELIGIONI AL SERVIZIO DELLA FRATERNITร NEL MONDO
271. Le diverse religioni, a partire dal riconoscimento del valore di ogni persona umana come creatura chiamata ad essere figlio o figlia di Dio, offrono un prezioso apporto per la costruzione della fraternitร e per la difesa della giustizia nella societร . Il dialogo tra persone di religioni differenti non si fa solamente per diplomazia, cortesia o tolleranza. Come hanno insegnato i Vescovi dellโIndia, ยซlโobiettivo del dialogo รจ stabilire amicizia, pace, armonia e condividere valori ed esperienze morali e spirituali in uno spirito di veritร e amoreยป.[259]
Il fondamento ultimo
272. Come credenti pensiamo che, senza unโapertura al Padre di tutti, non ci possano essere ragioni solide e stabili per lโappello alla fraternitร . Siamo convinti che ยซsoltanto con questa coscienza di figli che non sono orfani si puรฒ vivere in pace fra noiยป.[260] Perchรฉ ยซla ragione, da sola, รจ in grado di cogliere lโuguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternitร ยป.[261]
273. In questa prospettiva, desidero ricordare un testo memorabile: ยซSe non esiste una veritร trascendente, obbedendo alla quale lโuomo acquista la sua piena identitร , allora non esiste nessun principio sicuro che garantisca giusti rapporti tra gli uomini. Il loro interesse di classe, di gruppo, di Nazione li oppone inevitabilmente gli uni agli altri. Se non si riconosce la veritร trascendente, allora trionfa la forza del potere, e ciascuno tende a utilizzare fino in fondo i mezzi di cui dispone per imporre il proprio interesse o la propria opinione, senza riguardo ai diritti dellโaltro. [โฆ] La radice del moderno totalitarismo, dunque, รจ da individuare nella negazione della trascendente dignitร della persona umana, immagine visibile del Dio invisibile e, proprio per questo, per sua natura stessa, soggetto di diritti che nessuno puรฒ violare: nรฉ l’individuo, nรฉ il gruppo, nรฉ la classe, nรฉ la Nazione o lo Stato. Non puรฒ farlo nemmeno la maggioranza di un corpo sociale, ponendosi contro la minoranzaยป.[262]
274. A partire dalla nostra esperienza di fede e dalla sapienza che si รจ andata accumulando nel corso dei secoli, imparando anche da molte nostre debolezze e cadute, come credenti delle diverse religioni sappiamo che rendere presente Dio รจ un bene per le nostre societร . Cercare Dio con cuore sincero, purchรฉ non lo offuschiamo con i nostri interessi ideologici o strumentali, ci aiuta a riconoscerci compagni di strada, veramente fratelli. Crediamo che ยซquando, in nome di unโideologia, si vuole estromettere Dio dalla societร , si finisce per adorare degli idoli, e ben presto lโuomo smarrisce sรฉ stesso, la sua dignitร รจ calpestata, i suoi diritti violati. Voi sapete bene a quali brutalitร puรฒ condurre la privazione della libertร di coscienza e della libertร religiosa, e come da tale ferita si generi una umanitร radicalmente impoverita, perchรฉ priva di speranza e di riferimenti idealiยป.[263]
275. Va riconosciuto come ยซtra le piรน importanti cause della crisi del mondo moderno vi siano una coscienza umana anestetizzata e lโallontanamento dai valori religiosi, nonchรฉ il predominio dellโindividualismo e delle filosofie materialistiche che divinizzano lโuomo e mettono i valori mondani e materiali al posto dei principi supremi e trascendentiยป.[264] Non รจ accettabile che nel dibattito pubblico abbiano voce soltanto i potenti e gli scienziati. Devโesserci uno spazio per la riflessione che procede da uno sfondo religioso che raccoglie secoli di esperienza e di sapienza. ยซI testi religiosi classici possono offrire un significato destinato a tutte le epoche,posseggono una forza motivanteยป, ma di fatto ยซvengono disprezzati per la ristrettezza di visione dei razionalismiยป.[265]
276. Per queste ragioni, benchรฉ la Chiesa rispetti lโautonomia della politica, non relega la propria missione allโambito del privato. Al contrario, ยซnon puรฒ e non deve neanche restare ai marginiยป nella costruzione di un mondo migliore, nรฉ trascurare di ยซrisvegliare le forze spiritualiยป[266] che possano fecondare tutta la vita sociale. ร vero che i ministri religiosi non devono fare politica partitica, propria dei laici, perรฒ nemmeno possono rinunciare alla dimensione politica dellโesistenza[267] che implica una costante attenzione al bene comune e la preoccupazione per lo sviluppo umano integrale. La Chiesa ยซha un ruolo pubblico che non si esaurisce nelle sue attivitร di assistenza o di educazioneยป ma che si adopera per la ยซpromozione dellโuomo e della fraternitร universaleยป.[268] Non aspira a competere per poteri terreni, bensรฌ ad offrirsi come ยซuna famiglia tra le famiglie โ questo รจ la Chiesa โ, aperta a testimoniare [โฆ] al mondo odierno la fede, la speranza e lโamore verso il Signore e verso coloro che Egli ama con predilezione. Una casa con le porte aperte. La Chiesa รจ una casa con le porte aperte, perchรฉ รจ madreยป.[269] E come Maria, la Madre di Gesรน, ยซvogliamo essere una Chiesa che serve, che esce di casa, che esce dai suoi templi, dalle sue sacrestie, per accompagnare la vita, sostenere la speranza, essere segno di unitร [โฆ] per gettare ponti, abbattere muri, seminare riconciliazioneยป.[270]
Lโidentitร cristiana
277. La Chiesa apprezza lโazione di Dio nelle altre religioni, e ยซnulla rigetta di quanto รจ vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che [โฆ] non raramente riflettono un raggio di quella veritร che illumina tutti gli uominiยป.[271] Tuttavia come cristiani non possiamo nascondere che ยซse la musica del Vangelo smette di vibrare nelle nostre viscere, avremo perso la gioia che scaturisce dalla compassione, la tenerezza che nasce dalla fiducia, la capacitร della riconciliazione che trova la sua fonte nel saperci sempre perdonati-inviati. Se la musica del Vangelo smette di suonare nelle nostre case, nelle nostre piazze, nei luoghi di lavoro, nella politica e nellโeconomia, avremo spento la melodia che ci provocava a lottare per la dignitร di ogni uomo e donnaยป.[272] Altri bevono ad altre fonti. Per noi, questa sorgente di dignitร umana e di fraternitร sta nel Vangelo di Gesรน Cristo. Da esso ยซscaturisce per il pensiero cristiano e per lโazione della Chiesa il primato dato alla relazione, allโincontro con il mistero sacro dellโaltro, alla comunione universale con lโumanitร intera come vocazione di tuttiยป.[273]
278. Chiamata a incarnarsi in ogni situazione e presente attraverso i secoli in ogni luogo della terra โ questo significa โcattolicaโ โ, la Chiesa puรฒ comprendere, a partire dalla propria esperienza di grazia e di peccato, la bellezza dellโinvito allโamore universale. Infatti, ยซtutto ciรฒ chโรจ umano ci riguarda. [โฆ] Dovunque i consessi dei popoli si riuniscono per stabilire i diritti e i doveri dellโuomo, noi siamo onorati, quando ce lo consentono, di assiderci fra loroยป.[274] Per molti cristiani, questo cammino di fraternitร ha anche una Madre, di nome Maria. Ella ha ricevuto sotto la Croce questa maternitร universale (cfr Gv 19,26) e la sua attenzione รจ rivolta non solo a Gesรน ma anche al ยซresto della sua discendenzaยป (Ap 12,17). Con la potenza del Risorto, vuole partorire un mondo nuovo, dove tutti siamo fratelli, dove ci sia posto per ogni scartato delle nostre societร , dove risplendano la giustizia e la pace.
279. Come cristiani chiediamo che, nei Paesi in cui siamo minoranza, ci sia garantita la libertร , cosรฌ come noi la favoriamo per quanti non sono cristiani lร dove sono minoranza. Cโรจ un diritto umano fondamentale che non va dimenticato nel cammino della fraternitร e della pace: รจ la libertร religiosa per i credenti di tutte le religioni. Tale libertร manifesta che possiamo ยซtrovare un buon accordo tra culture e religioni differenti; testimonia che le cose che abbiamo in comune sono cosรฌ tante e importanti che รจ possibile individuare una via di convivenza serena, ordinata e pacifica, nellโaccoglienza delle differenze e nella gioia di essere fratelli perchรฉ figli di un unico Dioยป.[275]
280. Nello stesso tempo, chiediamo a Dio di rafforzare lโunitร nella Chiesa, unitร arricchita da diversitร che si riconciliano per lโazione dello Spirito Santo. Infatti ยซsiamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpoยป (1 Cor 12,13), dove ciascuno dร il suo apporto peculiare. Come diceva SantโAgostino, ยซlโorecchio vede attraverso lโocchio, e lโocchio ode attraverso lโorecchioยป.[276] ร urgente inoltre continuare a dare testimonianza di un cammino di incontro tra le diverse confessioni cristiane. Non possiamo dimenticare il desiderio espresso da Gesรน: che ยซtutti siano una sola cosaยป (Gv 17,21). Ascoltando il suo invito, riconosciamo con dolore che al processo di globalizzazione manca ancora il contributo profetico e spirituale dellโunitร tra tutti i cristiani. Ciรฒ nonostante, ยซpur essendo ancora in cammino verso la piena comunione, abbiamo sin dโora il dovere di offrire una testimonianza comune allโamore di Dio verso tutti, collaborando nel servizio allโumanitร ยป.[277]
Religione e violenza
281. Tra le religioni รจ possibile un cammino di pace. Il punto di partenza devโessere lo sguardo di Dio. Perchรฉ ยซDio non guarda con gli occhi, Dio guarda con il cuore. E lโamore di Dio รจ lo stesso per ogni persona, di qualunque religione sia. E se รจ ateo, รจ lo stesso amore. Quando arriverร lโultimo giorno e ci sarร sulla terra la luce sufficiente per poter vedere le cose come sono, avremo parecchie sorprese!ยป.[278]
282. Anche ยซi credenti hanno bisogno di trovare spazi per dialogare e agire insieme per il bene comune e la promozione dei piรน poveri. Non si tratta di renderci tutti piรน light o di nascondere le convinzioni proprie, alle quali siamo piรน legati, per poterci incontrare con altri che pensano diversamente. [โฆ] Perchรฉ tanto piรน profonda, solida e ricca รจ unโidentitร , tanto piรน potrร arricchire gli altri con il suo peculiare contributoยป.[279] Come credenti ci vediamo provocati a tornare alle nostre fonti per concentrarci sullโessenziale: lโadorazione di Dio e lโamore del prossimo, in modo tale che alcuni aspetti della nostra dottrina, fuori dal loro contesto, non finiscano per alimentare forme di disprezzo, di odio, di xenofobia, di negazione dellโaltro. La veritร รจ che la violenza non trova base alcuna nelle convinzioni religiose fondamentali, bensรฌ nelle loro deformazioni.
283. Il culto a Dio, sincero e umile, ยซporta non alla discriminazione, allโodio e alla violenza, ma al rispetto per la sacralitร della vita, al rispetto per la dignitร e la libertร degli altri e allโamorevole impegno per il benessere di tuttiยป.[280] In realtร , ยซchi non ama non ha conosciuto Dio, perchรฉ Dio รจ amoreยป (1 Gv 4,8). Pertanto, ยซil terrorismo esecrabile che minaccia la sicurezza delle persone, sia in Oriente che in Occidente, sia a Nord che a Sud, spargendo panico, terrore e pessimismo non รจ dovuto alla religione โ anche se i terroristi la strumentalizzano โ ma รจ dovuto alle accumulate interpretazioni errate dei testi religiosi, alle politiche di fame, di povertร , di ingiustizia, di oppressione, di arroganza; per questo รจ necessario interrompere il sostegno ai movimenti terroristici attraverso il rifornimento di denaro, di armi, di piani o giustificazioni e anche la copertura mediatica, e considerare tutto ciรฒ come crimini internazionali che minacciano la sicurezza e la pace mondiale. Occorre condannare un tale terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioniยป.[281] Le convinzioni religiose riguardo al senso sacro della vita umana ci permettono di ยซriconoscere i valori fondamentali della comune umanitร , valori in nome dei quali si puรฒ e si deve collaborare, costruire e dialogare, perdonare e crescere, permettendo allโinsieme delle diverse voci di formare un nobile e armonico canto, piuttosto che urla fanatiche di odioยป.[282]
284. Talvolta la violenza fondamentalista viene scatenata in alcuni gruppi di qualsiasi religione dallโimprudenza dei loro leader. Tuttavia, ยซil comandamento della pace รจ inscritto nel profondo delle tradizioni religiose che rappresentiamo. [โฆ] Come leader religiosi siamo chiamati ad essere veri โdialogantiโ, ad agire nella costruzione della pace non come intermediari, ma come autentici mediatori. Gli intermediari cercano di fare sconti a tutte le parti, al fine di ottenere un guadagno per sรฉ. Il mediatore, invece, รจ colui che non trattiene nulla per sรฉ, ma si spende generosamente, fino a consumarsi, sapendo che lโunico guadagno รจ quello della pace. Ciascuno di noi รจ chiamato ad essere un artigiano della pace, unendo e non dividendo, estinguendo lโodio e non conservandolo, aprendo le vie del dialogo e non innalzando nuovi muri!ยป.[283]
Appello
285. In quellโincontro fraterno, che ricordo con gioia, con il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, ยซdichiariamo โ fermamente โ che le religioni non incitano mai alla guerra e non sollecitano sentimenti di odio, ostilitร , estremismo, nรฉ invitano alla violenza o allo spargimento di sangue. Queste sciagure sono frutto della deviazione dagli insegnamenti religiosi, dellโuso politico delle religioni e anche delle interpretazioni di gruppi di uomini di religione che hanno abusato โ in alcune fasi della storia โ dellโinfluenza del sentimento religioso sui cuori degli uomini [โฆ]. Infatti Dio, lโOnnipotente, non ha bisogno di essere difeso da nessuno e non vuole che il suo nome venga usato per terrorizzare la genteยป.[284] Perciรฒ desidero riprendere qui lโappello alla pace, alla giustizia e alla fraternitร che abbiamo fatto insieme:
ยซIn nome di Dio che ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignitร , e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro, per popolare la terra e diffondere in essa i valori del bene, della caritร e della pace.
In nome dellโinnocente anima umana che Dio ha proibito di uccidere, affermando che chiunque uccide una persona รจ come se avesse ucciso tutta lโumanitร e chiunque ne salva una รจ come se avesse salvato lโumanitร intera.
In nome dei poveri, dei miseri, dei bisognosi e degli emarginati che Dio ha comandato di soccorrere come un dovere richiesto a tutti gli uomini e in particolar modo a ogni uomo facoltoso e benestante.
In nome degli orfani, delle vedove, dei rifugiati e degli esiliati dalle loro dimore e dai loro paesi; di tutte le vittime delle guerre, delle persecuzioni e delle ingiustizie; dei deboli, di quanti vivono nella paura, dei prigionieri di guerra e dei torturati in qualsiasi parte del mondo, senza distinzione alcuna.
In nome dei popoli che hanno perso la sicurezza, la pace e la comune convivenza, divenendo vittime delle distruzioni, delle rovine e delle guerre.
In nome dellaโ fratellanza umana che abbraccia tutti gli uomini, li unisce e li rende uguali.
In nome di questa fratellanza lacerata dalle politiche di integralismo e divisione e dai sistemi di guadagno smodato e dalle tendenze ideologiche odiose, che manipolano le azioni e i destini degli uomini.
In nome della libertร , che Dio ha donato a tutti gli esseri umani, creandoli liberi e distinguendoli con essa.
In nome della giustizia e della misericordia, fondamenti della prosperitร e cardini della fede.
In nome di tutte le persone di buona volontร , presenti in ogni angolo della terra.
In nome di Dio e di tutto questo, [โฆ] [dichiariamo] di adottare la cultura del dialogo come via, la collaborazione comune come condotta, la conoscenza reciproca come metodo e criterioยป.[285]
* * *
286. In questo spazio di riflessione sulla fraternitร universale, mi sono sentito motivato specialmente da San Francesco dโAssisi, e anche da altri fratelli che non sono cattolici: Martin Luther King, Desmond Tutu, il Mahatma Gandhi e molti altri. Ma voglio concludere ricordando unโaltra persona di profonda fede, la quale, a partire dalla sua intensa esperienza di Dio, ha compiuto un cammino di trasformazione fino a sentirsi fratello di tutti. Mi riferisco al Beato Charles de Foucauld.
287. Egli andรฒ orientando il suo ideale di una dedizione totale a Dio verso unโidentificazione con gli ultimi, abbandonati nel profondo del deserto africano. In quel contesto esprimeva la sua aspirazione a sentire qualunque essere umano come un fratello,[286] e chiedeva a un amico: ยซPregate Iddio affinchรฉ io sia davvero il fratello di tutte le anime di questo paeseยป.[287] Voleva essere, in definitiva, ยซil fratello universaleยป.[288] Ma solo identificandosi con gli ultimi arrivรฒ ad essere fratello di tutti. Che Dio ispiri questo ideale in ognuno di noi. Amen.
Preghiera al Creatore
Signore e Padre dellโumanitร ,
che hai creato tutti gli esseri umani con la stessa dignitร ,
infondi nei nostri cuori uno spirito fraterno.
Ispiraci il sogno di un nuovo incontro, di dialogo, di giustizia e di pace.
Stimolaci a creare societร piรน sane e un mondo piรน degno,
senza fame, senza povertร , senza violenza, senza guerre.
Il nostro cuore si apra
a tutti i popoli e le nazioni della terra,
per riconoscere il bene e la bellezza
che hai seminato in ciascuno di essi,
per stringere legami di unitร , di progetti comuni,
di speranze condivise. Amen.
Preghiera cristiana ecumenica
Dio nostro, Trinitร dโamore,
dalla potente comunione della tua intimitร divina
effondi in mezzo a noi il fiume dellโamore fraterno.
Donaci lโamore che traspariva nei gesti di Gesรน,
nella sua famiglia di Nazaret e nella prima comunitร cristiana.
Concedi a noi cristiani di vivere il Vangelo
e di riconoscere Cristo in ogni essere umano,
per vederlo crocifisso nelle angosce degli abbandonati
e dei dimenticati di questo mondo
e risorto in ogni fratello che si rialza in piedi.
Vieni, Spirito Santo! Mostraci la tua bellezza
riflessa in tutti i popoli della terra,
per scoprire che tutti sono importanti,
che tutti sono necessari, che sono volti differenti
della stessa umanitร amata da Dio. Amen.
Dato ad Assisi, presso la tomba di San Francesco, il 3 ottobre, vigilia della Festa del Poverello, dellโanno 2020, ottavo del mio Pontificato
Francesco
[1] Ammonizioni, 6, 1: FF 155.
[2] Ibid., 25: FF 175.
[3] S. Francesco di Assisi, Regola non bollata, 16, 3.6: FF 42-43.
[4] Eloi Leclerc, O.F.M., Exilio y ternura, ed. Marova, Madrid 1987, 205.
[5] Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, Abu Dhabi (4 febbraio 2019): LโOsservatore Romano, 4-5 febbraio 2019, p. 6.
[6] Discorso nellโIncontro ecumenico e interreligioso con i giovani, Skopje โ Macedonia del Nord (7 maggio 2019): LโOsservatore Romano, 9 maggio 2019, p. 9.
[7] Discorso al Parlamento Europeo, Strasburgo (25 novembre 2014): AAS 106 (2014), 996.
[8] Incontro con le Autoritร , la societร civile e il Corpo diplomatico, Santiago del Cile (16 gennaio 2018): AAS 110 (2018), 256.
[9] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 19: AAS 101 (2009), 655.
[10] Esort. ap. postsin. Christus vivit (25 marzo 2019), 181.
[11] Card. Raรบl Silva Henrรญquez, S.D.B., Omelia al Te Deum a Santiago del Cile (18 settembre 1974).
[12] Lett. enc. Laudato siโ (24 maggio 2015), 57: AAS 107 (2015), 869.
[13] Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (11 gennaio 2016): AAS 108 (2016), 120.
[14] Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (13 gennaio 2014): AAS 106 (2014), 83-84.
[15] Cfr Discorso alla Fondazione โCentesimus annus pro Pontificeโ (25 maggio 2013): Insegnamenti, I, 1 (2013), 238.
[16] Cfr S. Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio (26 marzo 1967), 14: AAS 59 (1967), 264.
[17] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 22: AAS 101 (2009), 657.
[18] Discorso alle Autoritร , Tirana โ Albania (21 settembre 2014): AAS 106 (2014), 773.
[19] Messaggio ai partecipanti alla Conferenza internazionale โI diritti umani nel mondo contemporaneo: conquiste, omissioni, negazioniโ (10 dicembre 2018): LโOsservatore Romano, 10-11 dicembre 2018, p. 8.
[20] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 212: AAS 105 (2013), 1108.
[21] Messaggio per la 48ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2015 (8 dicembre 2014), 3-4: AAS 107 (2015), 69-71.
[22] Ibid., 5: AAS (107 (2015), 72.
[23] Messaggio per la 49ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2016 (8 dicembre 2015), 2: AAS 108 (2016), 49.
[24] Messaggio per la 53ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2020 (8 dicembre 2019), 1: LโOsservatore Romano, 13 dicembre 2019, p. 8.
[25] Discorso sulle armi nucleari, Nagasaki โ Giappone (24 novembre 2019): LโOsservatore Romano, 25-26 novembre 2019, p. 6.
[26] Discorso a professori e studenti del Collegio โSan Carloโ di Milano (6 aprile 2019): LโOsservatore Romano, 8-9 aprile 2019, p. 6.
[27] Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, Abu Dhabi (4 febbraio 2019): LโOsservatore Romano, 4-5 febbraio 2019, p. 6.
[28] Discorso al mondo della cultura, Cagliari โ Italia (22 settembre 2013): LโOsservatore Romano, 23-24 settembre 2013, p. 7.
[29] Humana communitas. Lettera al Presidente della Pontificia Accademia per la Vita in occasione del XXV anniversario della sua istituzione (6 gennaio 2019), 2.6: LโOsservatore Romano, 16 gennaio 2019, pp. 6-7.
[30] Videomessaggio al TED2017 di Vancouver (26 aprile 2017): LโOsservatore Romano, 27 aprile 2017, p. 7.
[31] Momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia (27 marzo 2020): LโOsservatore Romano, 29 marzo 2020, p. 10.
[32] Omelia nella S. Messa, Skopje โ Macedonia del Nord (7 maggio 2019): LโOsservatore Romano, 8 maggio 2019, p. 12.
[33] Cfr Aeneis, I, 462: ยซSunt lacrimae rerum et mentem mortalia tanguntยป.
[34] ยซHistoria [โฆ] magistra vitaeยป (M.T. Cicerone, De Oratore, II, 36).
[35] Lett. enc. Laudato siโ (24 maggio 2015), 204: AAS 107 (2015), 928.
[36] Esort. ap. postsin. Christus vivit (25 marzo 2019), 91.
[39] Benedetto XVI, Messaggio per la 99ยช Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (12 ottobre 2012): AAS 104 (2012), 908.
[40] Esort. ap. postsin. Christus vivit (25 marzo 2019), 92.
[41] Cfr Messaggio per la 106ยช Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2020 (13 maggio 2020): LโOsservatore Romano, 16 maggio 2020, p. 8.
[42] Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (11 gennaio 2016): AAS 108 (2016), 124.
[43] Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (13 gennaio 2014): AAS 106 (2014), 84.
[44] Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (11 gennaio 2016): AAS 108 (2016), 123.
[45] Messaggio per la 105ยช Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (27 maggio 2019): LโOsservatore Romano, 27-28 maggio 2019, p. 8.
[46] Esort. ap. postsin. Christus vivit (25 marzo 2019), 88.
[48] Esort. ap. Gaudete et exsultate (19 marzo 2018), 115.
[49] Dal film Papa Francesco โ Un uomo di parola. La speranza รจ un messaggio universale, di Wim Wenders (2018).
[50] Discorso alle Autoritร , alla societร civile e al Corpo diplomatico, Tallin โ Estonia (25 settembre 2018): LโOsservatore Romano, 27 settembre 2018, p. 7.
[51] Cfr Momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia (27 marzo 2020): LโOsservatore Romano, 29 marzo, p. 10; Messaggio per la 4ยช Giornata Mondiale dei Poveri (13 giugno 2020), 6: LโOsservatore Romano, 14 giugno 2020, p. 8.
[52] Saluto ai giovani del Centro Culturale Padre Fรฉlix Varela, LโAvana โ Cuba (20 settembre 2015): LโOsservatore Romano, 21-22 settembre 2015, p. 6.
[53] Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, 1.
[54] S. Ireneo di Lione, Adversus haereses, II, 25, 2: PG 7/1, 798-s.
[55] Talmud Bavli (Talmud di Babilonia), Shabbat, 31 a.
[56] Discorso agli assistiti delle opere di caritร della Chiesa, Tallin โ Estonia (25 settembre 2018): LโOsservatore Romano, 27 settembre 2018, p. 8.
[57] Videomessaggio al TED2017 di Vancouver (26 aprile 2017): LโOsservatore Romano, 27 aprile 2017, p. 7.
[58] Homiliae in Mattheum, 50, 3-4: PG 58, 508.
[59] Messaggio in occasione dellโIncontro dei movimenti popolari, Modesto โ USA (10 febbraio 2017): AAS 109 (2017), 291.
[60] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 235: AAS 105 (2013), 1115.
[61] S. Giovanni Paolo II, Messaggio alle persone disabili. Angelus a Osnabrรผck โ Germania (16 novembre1980): LโOsservatore Romano, 19 novembre 1980, Supplemento, p. XIII.
[62] Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, 24.
[63] Gabriel Marcel, Du refus ร lโinvocation, ed. NRF, Parรญs 1940, 50 (ed. it. Dal rifiuto allโinvocazione, Cittร Nuova, Roma 1976, 62).
[64] Angelus (10 novembre 2019): LโOsservatore Romano, 11-12 novembre 2019, p. 8.
[65] Cfr S. Tommaso dโAquino, Scriptum super libros Sententiarum, III, Dist. 27, q. 1, a. 1, ad 4: ยซDicitur amor extasim facere, et fervere, quia quod fervet extra se bullit, et exhalatยป.
[66] Karol Wojtyลa, Amore e responsabilitร , Marietti, Casale Monferrato 1983, 90.
[67] Karl Rahner, S.I., Kleines Kirchenjahr. Ein Gang durch den Festkreis, Herder, Friburgo 1981, 30 (ed. it.
Lโanno liturgico, Morcelliana, Brescia 1964, 34).
[68] Regula, 53, 15: ยซPauperum et peregrinorum maxime susceptioni cura sollicite exhibeaturยป.
[69] Cfr Summa Theologiae II-II, q. 23, art. 7; S. Agostino, Contra Julianum, 4, 18: PL 44, 748: ยซEssi [gli avari] si astengono dai piaceri sia per lโaviditร di accrescere il guadagno, sia per il timore di diminuirloยป.
[70] ยซSecundum acceptionem divinamยป (Commentaria in III librum Sententiarum Petri Lombardi, Dist. 27, a. 1, q. 1, concl. 4).
[71] Benedetto XVI, Lett. enc. Deus caritas est (25 dicembre 2005), 15: AAS 98 (2006), 230.
[72] Summa Theologiae II-II, q. 27, art. 2, resp.
[73] Cfr ibid. I-II, q. 26, a. 3, resp.
[74] Ibid., q. 110, a. 1, resp.
[75] Messaggio per la 47ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2014 (8 dicembre 2013), 1: AAS 106 (2014), 22.
[76] Cfr Angelus (29 dicembre 2013): LโOsservatore Romano, 30-31 dicembre 2013, p. 7; Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (12 gennaio 2015): AAS 107 (2015), 165.
[77] Messaggio per la Giornata mondiale delle persone con disabilitร (3 dicembre 2019): LโOsservatore Romano, 4 dicembre 2019, p. 7.
[78] Discorso nellโIncontro per la libertร religiosa con la comunitร ispanica e altri immigrati, Filadelfia โ USA (26 settembre 2015): AAS 107 (2015), 1050-1051.
[79] Discorso ai giovani, Tokyo โ Giappone (25 novembre 2019): LโOsservatore Romano, 25-26 novembre 2019, p. 10.
[80] In queste considerazioni mi lascio ispirare dal pensiero di Paul Ricoeur, โIl socio ed il prossimoโ, in Histoire et vรฉritรฉ, Ed. du Seuil, Paris 1967, 113-127.
[81] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 190: AAS 105 (2013), 1100.
[82] Ibid., 209: AAS 105 (2013), 1107.
[83] Lett. enc. Laudato siโ (24 maggio 2015), 129: AAS 107 (2015), 899.
[84] Messaggio per lโevento โEconomy of Francescoโ (1 maggio 2019): LโOsservatore Romano, 12 maggio 2019, p. 8.
[85] Discorso al Parlamento Europeo, Strasburgo (25 novembre 2014): AAS 106 (2014), 997.
[86] Lett. enc. Laudato siโ (24 maggio 2015), 229: AAS 107 (2015), 937.
[87] Messaggio per la 49ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2016 (8 dicembre 2015), 6: AAS 108 (2016), 57-58.
[88] La soliditร si trova nella radice etimologica della parola solidarietร . La solidarietร , nel significato etico-politico che essa ha assunto negli ultimi due secoli, dร luogo a una costruzione sociale sicura e salda.
[89] Omelia nella S. Messa, LโAvana โ Cuba (20 settembre 2015): LโOsservatore Romano, 21-22 settembre 2015, p. 8.
[90] Discorso ai partecipanti allโIncontro mondiale dei movimenti popolari (28 ottobre 2014): AAS 106 (2014), 851-852.
[91] Cfr S. Basilio, Homilia 21. Quod rebus mundanis adhaerendum non sit, 3.5: PG 31, 545-549; Regulae brevius tractatae, 92: PG 31, 1145-1148; S. Pietro Crisologo, Sermo 123: PL 52, 536-540; S. Ambrogio, De Nabuthe, 27.52: PL 14, 738s; S. Agostino, In Iohannis Evangelium, 6, 25: PL 35, 1436s.
[92] De Lazaro, II, 6: PG 48, 992D.
[93] Regula pastoralis, III, 21: PL 77, 87.
[94] Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991), 31: AAS 83 (1991), 831.
[95] Lett. enc. Laudato siโ (24 maggio 2015), 93: AAS 107 (2015), 884.
[96] S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Laborem exercens (14 settembre 1981), 19: AAS 73 (1981), 626.
[97] Cfr Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 172.
[98] Lett. enc. Populorum progressio (26 marzo 1967), 22: AAS 59 (1967), 268.
[99] S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis (30 dicembre 1987), 33: AAS 80 (1988), 557.
[100] Lett. enc. Laudato siโ (24 maggio 2015), 95: AAS 107 (2015), 885.
[101] Ibid., 129: AAS 107 (2015), 899.
[102] Cfr S. Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio (26 marzo 1967), 15: AAS 59 (1967), 265; Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 16: AAS 101 (2009), 652.
[103] Cfr Lett. enc. Laudato siโ (24 maggio 2015), 93: AAS 107 (2015), 884-885; Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 189-190: AAS 105 (2013), 1099-1100.
[104] Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti, Open wide our Hearts: The enduring Call to Love. A Pastoral Letter against Racism (Novembre 2018).
[105] Lett. enc. Laudato siโ (24 maggio 2015), 51: AAS 107 (2015), 867.
[106] Cfr Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 6: AAS 101 (2009), 644.
[107] S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991), 35: AAS 83 (1991), 838.
[108] Discorso sulle armi nucleari, Nagasaki โ Giappone (24 novembre 2019): LโOsservatore Romano, 25-26 novembre 2019, p. 6.
[109] Cfr Vescovi Cattolici del Messico e degli Stati Uniti, Lettera pastorale Strangers no longer: together on the journey of hope (Gennaio 2003).
[110] Udienza generale (3 aprile 2019): LโOsservatore Romano, 4 aprile 2019, p. 8.
[111] Cfr Messaggio per la 104ยช Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (14 gennaio 2018): AAS 109 (2017), 918-923).
[112] Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, Abu Dhabi (4 febbraio 2019): LโOsservatore Romano, 4-5 febbraio 2019, p. 7.
[113] Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (11 gennaio 2016): AAS 108 (2016), 124.
[114] Ibid.: AAS 108 (2016), 122.
[115] Esort. ap. postsin. Christus vivit (25 marzo 2019), 93.
[117] Discorso alle Autoritร , Sarajevo โ Bosnia-Erzegovina (6 giugno 2015): LโOsservatore Romano, 7 giugno 2015, p. 7.
[118] Latinoamรฉrica. Conversaciones con Hernรกn Reyes Alcaide, Ed. Planeta, Buenos Aires 2017, 105.
[119] Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, Abu Dhabi (4 febbraio 2019): LโOsservatore Romano, 4-5 febbraio 2019, p. 7.
[120] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 67: AAS 101 (2009), 700.
[121] Ibid., 60: AAS 101 (2009), 695.
[122] Ibid., 67: AAS 101 (2009), 700.
[123] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 447.
124] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 234: AAS 105 (2013), 1115.
[125] Ibid., 235: AAS 105 (2013), 1115.
[127] S. Giovanni Paolo II, Discorso ai rappresentanti del mondo della cultura argentina, Buenos Aires โ Argentina (12 aprile 1987), 4: LโOsservatore Romano, 14 aprile 1987, p. 7.
[128] Cfr Id., Discorso ai Cardinali (21 dicembre 1984), 4: AAS 76 (1984), 506.
[129] Esort. ap. postsin. Querida Amazonia (2 febbraio 2020), 37.
[130] Georg Simmel, Brรผcke und Tรผr. Essays des Philosophen zur Geschichte, Religion, Kunst und Gesellschaft, Kรถhler-Verlag, Stuttgart 1957, p. 6 (ed. it. Ponte e porta, in Saggi di estetica, a cura di M. Cacciari, Liviana, Padova 1970, 8).
[131] Cfr Jaime Hoyos-Vรกsquez, S.I., Lรณgica de las relaciones sociales. Reflexiรณn ontolรณgica, in Revista Universitas Philosophica, 15-16, dicembre 1990 – giugno 1991, Bogotรก, 95-106.
[132] Antonio Spadaro, S.I., Le orme di un pastore. Una conversazione con Papa Francesco, in Jorge Mario Bergoglio/Papa Francesco, Nei tuoi occhi รจ la mia parola. Omelie e discorsi di Buenos Aires 1999-2013, Rizzoli, Milano 2016, XVI; cfr Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 220-221: AAS 105 (2013), 1110-1111.
[133] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 204: AAS 105 (2013), 1106.
[134] Cfr ibid.: AAS 105 (2013), 1105-1106.
[135] Ibid., 202: AAS 105 (2013), 1105.
[136] Lett. enc. Laudato siโ (24 maggio 2015), 128: AAS 107 (2015), 898.
[137] Discorso ai membri del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (12 gennaio 2015): AAS (107) (2015), 165; cfr Discorso ai partecipanti allโIncontro mondiale dei movimenti popolari(28 ottobre 2014): AAS 106 (2014), 851-859.
[138] Qualcosa di simile si puรฒ dire della categoria biblica di โRegno di Dioโ.
[139] Paul Ricoeur, Histoire et vรฉritรฉ, Ed. du Seuil, Paris 1967, 122 (ed. it. A. Plรฉ et al., Lโamore del prossimo, Paoline, Alba 1958, 247).
[140] Lett. enc. Laudato siโ (24 maggio 2015), 129: AAS 107 (2015), 899.
[141] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 35: AAS 101 (2009), 670.
[142] Discorso ai partecipanti allโIncontro mondiale dei movimenti popolari (28 ottobre 2014): AAS 106 (2014), 858.
[144] Discorso ai partecipanti allโIncontro mondiale dei movimenti popolari (5 novembre 2016): LโOsservatore Romano, 7-8 novembre 2016, pp. 4-5.
[147] Lett. enc. Laudato siโ (24 maggio 2015), 189: AAS 107 (2015), 922.
[148] Discorso allโOrganizzazione delle Nazioni Unite, New York (25 settembre 2015): AAS 107 (2015), 1037.
[149] Lett. enc. Laudato siโ (24 maggio 2015), 175: AAS 107 (2015), 916-917.
[150] Cfr Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 67: AAS 101 (2009), 700-701.
[151] Ibid.: AAS 101 (2009), 700.
[152] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 434.
[153] Discorso allโOrganizzazione delle Nazioni Unite, New York (25 settembre 2015): AAS 107 (2015), 1037.1041.
[154] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 437.
[155] S. Giovanni Paolo II, Messaggio per la 37ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2004, 5: AAS 96 (2004), 117.
[156] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 439.
[157] Cfr Commissione Sociale dei Vescovi di Francia, Dich. Rรฉhabiliter la politique (17 febbraio 1999).
[158] Lett. enc. Laudato siโ (24 maggio 2015), 189: AAS 107 (2015), 922.
[159] Ibid., 196: AAS 107 (2015), 925.
[160] Ibid., 197: AAS 107 (2015), 925.
[161] Ibid., 181: AAS 107 (2015), 919.
[162] Ibid., 178: AAS 107 (2015), 918.
[163] Conferenza Episcopale Portoghese, Lett. past. Responsabilidade solidรกria pelo bem comum (15 settembre 2003), 20; cfr Lett. enc. Laudato siโ, 159: AAS 107 (2015), 911.
[164] Lett. enc. Laudato siโ (24 maggio 2015), 191: AAS 107 (2015), 923.
[165] Pio XI, Discorso alla Federazione Universitaria Cattolica Italiana (18 dicembre 1927): LโOsservatore Romano (23 dicembre 1927), 3.
[166] Cfr Id., Lett. enc. Quadragesimo anno (15 maggio 1931), 88: AAS 23 (1931), 206-207.
[167] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 205: AAS 105 (2013), 1106.
[168] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 2: AAS 101 (2009), 642.
[169] Lett. enc. Laudato siโ (24 maggio 2015), 231: AAS 107 (2015), 937.
[170] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 2: AAS 101 (2009), 642.
[171] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 207.
[172] S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptor hominis (4 marzo 1979), 15: AAS 71 (1979), 288.
[173] Cfr S. Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio (26 marzo 1967), 44: AAS 59 (1967), 279.
[174] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 207.
[175] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 2: AAS 101 (2009), 642.
[176] Ibid., 3: AAS 101 (2009), 643.
[177] Ibid., 4: AAS 101 (2009), 643.
[179] Ibid., 3: AAS 101 (2009), 643.
[180] Ibid.: AAS 101 (2009), 642.
[181] La dottrina morale cattolica, seguendo lโinsegnamento di San Tommaso dโAquino, distingue tra lโatto โelicitoโ e lโatto โimperatoโ (cfr Summa Theologiae, I-II, q. 8-17; Marcellino Zalba, S.J., Theologiae moralis summa. Theologia moralis fundamentalis. Tractatus de virtutibus theologicis, ed. BAC, Madrid 1952, vol. 1, 69; Antonio Royo Marรญn, Teologรญa de la Perfecciรณn cristiana, ed. BAC, Madrid 1962, 192-196).
[182] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 208.
[183] Cfr S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis (30 dicembre 1987), 42: AAS 80 (1988), 572-574; Id. Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991), 11: AAS 83 (1991), 806-807.
[184] Discorso ai partecipanti allโIncontro mondiale dei movimenti popolari (28 ottobre 2014): AAS 106 (2014), 852.
[185] Discorso al Parlamento Europeo, Strasburgo (25 novembre 2014): AAS 106 (2014), 999.
[186] Discorso alla classe dirigente e al Corpo diplomatico, Bangui โ Repubblica Centrafricana (29 novembre 2015): AAS 107 (2015), 1320.
[187] Discorso allโOrganizzazione delle Nazioni Unite, New York (25 settembre 2015): AAS 107 (2015), 1039.
[188] Discorso ai partecipanti allโIncontro mondiale dei movimenti popolari (28 ottobre 2014): AAS 106 (2014), 853.
[189] Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, Abu Dhabi (4 febbraio 2019): LโOsservatore Romano, 4-5 febbraio 2019, p. 6.
[190] Renรฉ Voillaume, Frรจre de tous, Ed. du Cerf, Paris 1968, 12-13.
[191] Videomessaggio al TED2017 di Vancouver (26 aprile 2017): LโOsservatore Romano (27 aprile 2017), p. 7.
[192] Udienza generale (18 febbraio 2015): LโOsservatore Romano, 19 febbraio 2015, p. 8.
[193] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 274: AAS 105 (2013), 1130.
[194] Ibid., 279: AAS 105 (2013), 1132.
[195] Messaggio per la 52ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2019 (8 dicembre 2018), 5: LโOsservatore Romano, 19 dicembre 2018, p. 8.
[196] Discorso nellโIncontro con la classe dirigente, Rio de Janeiro โ Brasile (27 luglio 2013): AAS 105 (2013), 683-684.
[197] Esort. ap. postsin. Querida Amazonia (2 febbraio 2020), 108.
[198] Dal film Papa Francesco โ Un uomo di parola. La speranza รจ un messaggio universale, di Wim Wenders (2018).
[199] Messaggio per la 48ยช Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (24 gennaio 2014): AAS 106 (2014), 113.
[200] Conferenza dei Vescovi Cattolici di Australia, Dipartimento di Giustizia sociale, Making it real: genuine human encounter in our digital world (novembre 2019), 5.
[201] Lett. enc. Laudato siโ (24 maggio 2015), 123: AAS 107 (2015), 896.
[202] S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Veritatis splendor (6 agosto 1993), 96: AAS 85 (1993), 1209.
[203] Come cristiani crediamo, inoltre, che Dio dona la sua grazia affinchรฉ sia possibile agire come fratelli.
[204] Vinicius De Moraes, Samba della benedizione (Samba da Bรชnรงรฃo), nel disco Um encontro no Au bon Gourmet, Rio de Janeiro (2 agosto 1962).
[205] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 237: AAS 105 (2013), 1116.
[206] Ibid., 236: AAS 105 (2013), 1115.
[207] Ibid., 218: AAS 105 (2013), 1110.
[208] Esort. ap. postsin. Amoris laetitia (19 marzo 2016), 100: AAS 108 (2016), 351.
[209] Messaggio per la 53ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2020 (8 dicembre 2019), 2: LโOsservatore Romano, 13 dicembre 2019, p. 8.
[210] Conferenza Episcopale del Congo, Message au Peuple de Dieu et aux femmes et aux hommes de bonne volontรฉ (9 maggio 2018).
[211] Discorso nel grande incontro di preghiera per la riconciliazione nazionale, Villavicencio โ Colombia (8 settembre 2017): AAS 109 (2017), 1063-1064. 1066.
[212] Messaggio per la 53ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2020 (8 dicembre 2019), 3: LโOsservatore Romano, 13 dicembre 2019, p. 8.
[213] Conferenza dei Vescovi del Sudafrica, Pastoral letter on christian hope in the current crisis (maggio 1986).
[214] Conferenza dei Vescovi Cattolici della Corea, Appeal of the Catholic Church in Korea for Peace on the Korean Peninsula (15 agosto 2017).
[215] Discorso alla societร civile, Quito โ Ecuador (7 luglio 2015): LโOsservatore Romano, 9 luglio 2015, p. 9.
[216] Discorso nellโIncontro interreligioso con i giovani, Maputo โ Mozambico (5 settembre 2019): LโOsservatore Romano, 6 settembre 2019, p. 7.
[217] Omelia nella S. Messa, Cartagena de Indias โ Colombia (10 settembre 2017): AAS 109 (2017), 1086.
[218] Discorso alle Autoritร , al Corpo diplomatico e a rappresentanti della societร civile, Bogotรก โ Colombia (7 settembre 2017): AAS 109 (2017), 1029.
[219] Conferenza Episcopale della Colombia, Por el bien de Colombia: diรกlogo, reconciliaciรณn y desarrollo integral (26 novembre 2019), 4.
[220] Discorso alle Autoritร , alla societร civile e al Corpo diplomatico, Maputo โ Mozambico (5 settembre 2019): LโOsservatore Romano, 6 settembre 2019, p. 6.
[221] V Conferenza Generale dellโEpiscopato Latinoamericano e dei Caraibi, Documento di Aparecida (29 giugno 2007), 398 (ed. it. EDB, Bologna 2014).
[222] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 59: AAS 105 (2013), 1044.
[223] Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991), 14: AAS 83 (1991), 810.
[224] Omelia nella S. Messa per lo sviluppo dei popoli, Maputo โ Mozambico (6 settembre 2019): LโOsservatore Romano, 7 settembre 2019, p. 8.
[225] Discorso nella cerimonia di benvenuto, Colombo โ Sri Lanka (13 gennaio 2015): LโOsservatore Romano, 14 gennaio 2015, p. 7.
[226] Discorso ai bambini del Centro Betania e a una rappresentanza di assistiti di altri centri caritativi dellโAlbania, Tirana โ Albania (21 settembre 2014): Insegnamenti, II, 2 (2014), 288.
[227] Videomessaggio al TED2017 di Vancouver (26 aprile 2017): LโOsservatore Romano (27 aprile 2017), p. 7.
[230] Discorso alle Autoritร , alla societร civile e al Corpo diplomatico, Riga โ Lettonia (24 settembre 2018): LโOsservatore Romano, 24-25 settembre 2018, p. 7.
[231] Discorso nella Cerimonia di benvenuto, Tel Aviv โ Israele (25 maggio 2014): Insegnamenti, II, 1 (2014), 604.
[232] Discorso presso il Memoriale di Yad Vashem, Gerusalemme (26 maggio 2014): AAS 106 (2014), 228.
[233] Discorso presso il Memoriale della Pace, Hiroshima โ Giappone (24 novembre 2019): LโOsservatore Romano, 25-26 novembre 2019, p. 8.
[234] Messaggio per la 53ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2020 (8 dicembre 2019), 2: LโOsservatore Romano, 13 dicembre 2019, p. 8.
[235] Conferenza dei Vescovi della Croazia, Letter on the Fiftieth Anniversary of the End of the Second World War (1 maggio 1995).
[236] Omelia nella S. Messa, Amman โ Giordania (24 maggio 2014): Insegnamenti, II, 1 (2014), 593.
[237] Messaggio per la 53ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2020 (8 dicembre 2019), 1: LโOsservatore Romano, 13 dicembre 2019, p. 8.
[238] Discorso allโOrganizzazione delle Nazioni Unite, New York (25 settembre 2015): AAS 107 (2015), 1041-1042.
[239] N. 2309.
[240] Ibid.
[241] Lett. enc. Laudato siโ (24 maggio 2015), 104: AAS 107 (2015), 888.
[242] Anche SantโAgostino, che elaborรฒ unโidea della โguerra giustaโ che oggi ormai non sosteniamo, disse che ยซdare la morte alla guerra con la parola, e raggiungere e ottenere la pace con la pace e non con la guerra, รจ maggior gloria che darla agli uomini con la spadaยป (Epistula 229, 2: PL 33, 1020).
[243] Lett. enc. Pacem in terris (11 aprile 1963), 67: AAS 55 (1963), 291.
[244] Messaggio alla Conferenza dellโONU per la negoziazione di uno strumento giuridicamente vincolante sulla proibizione delle armi nucleari (23 marzo 2017): AAS 109 (2017), 394-396.
[245] Cfr S. Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio (26 marzo 1967), 51: AAS 59 (1967), 282.
[246] Cfr Lett. enc.โฏEvangelium vitae (25 marzo 1995), 56: AAS 87 (1995), 463-464.
[247] Discorso in occasione del 25ยบ anniversario del Catechismo della Chiesa Cattolica (11 ottobre 2017): AAS 109 (2017), 1196.
[248] Cfr Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera ai Vescovi circa la nuova redazione del n. 2267 del Catechismo della Chiesa Cattolica sulla pena di morte (1 agosto 2018): LโOsservatore Romano, 3 agosto 2018, p. 8.
[249] Discorso a una delegazione dellโAssociazione Internazionale di Diritto Penale (23 ottobre 2014): AAS 106 (2014), 840.
[250] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 402.
[251] S. Giovanni Paolo II, Discorso allโAssociazione Nazionale Magistrati (31 marzo 2000), 4: AAS 92 (2000), 633.
[252] Divinae Institutiones VI, 20, 17: PL 6, 708.
[253] Epistula 97 (responsa ad consulta bulgarorum), 25: PL 119, 991.
[254] Epistula ad Marcellinum, 133, 1.2: PL 33, 509.
[255] Discorso alla delegazione dellโAssociazione Internazionale di Diritto Penale (23 ottobre 2014): AAS 106 (2014), 840-841.
[256] Ibid.: AAS 106 (2014), 842.
[258] S. Giovanni Paolo II, Lett. enc.โฏEvangelium vitae (25 marzo 1995), 9: AAS 87 (1995), 411.
[259] Conferenza dei Vescovi Cattolici dellโIndia, Response of the Church in India to the present day challenges (9 marzo 2016).
[260] Omelia nella S. Messa, Domus Sanctae Marthae (17 maggio 2020).
[261] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 19: AAS 101 (2009), 655.
[262] S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991), 44: AAS 83 (1991), 849.
[263] Discorso ai leader di altre religioni e altre denominazioni cristiane, Tirana โ Albania (21 settembre 2014): Insegnamenti, II, 2 (2014), 277.
[264] Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, Abu Dhabi (4 febbraio 2019), LโOsservatore Romano, 4-5 febbraio 2019, p. 6.
[265] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 256: AAS 105 (2013), 1123.
[266] Benedetto XVI, Lett. enc. Deus caritas est (25 dicembre 2005), 28: AAS 98 (2006), 240.
[267] ยซLโessere umano รจ un animale politicoยป (Aristotele, Politica, 1253a 1-3).
[268] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 11: AAS 101 (2009), 648.
[269] Discorso alla comunitร cattolica, Rakovsky โ Bulgaria (6 maggio 2019): LโOsservatore Romano, 8 maggio 2019, p. 9.
[270] Omelia nella S. Messa, Santiago di Cuba (22 settembre 2015): AAS 107 (2015), 1005.
[271] Conc. Ecum. Vat. II, Dich. Nostra aetate, 2.
[272] Discorso nellโIncontro ecumenico, Riga โ Lettonia (24 settembre 2018): LโOsservatore Romano, 24-25 settembre 2018, p. 8.
[273] Lectio divina alla Pontificia Universitร Lateranense (26 marzo 2019): LโOsservatore Romano, 27 marzo 2019, p. 10.
[274] S. Paolo VI, Lett. enc. Ecclesiam suam (6 agosto 1964), 101: AAS 56 (1964), 650.
[275] Discorso alle Autoritร palestinesi, Betlemme โ Palestina (25 maggio 2014): Insegnamenti, II, 1 (2014), 597.
[276] Enarrationes in Psalmos, 130, 6: PL 37, 1707.
[277] Dichiarazione congiunta del Santo Padre Francesco e del Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, Gerusalemme (25 maggio 2014), 5: LโOsservatore Romano, 26-27 maggio 2014, p. 6.
[278] Dal film Papa Francesco. Un uomo di parola. La speranza รจ un messaggio universale, di Wim Wenders (2018).
[279] Esort. ap. postsin. Querida Amazonia (2 febbraio 2020), 106.
[280] Omelia nella S. Messa, Colombo โ Sri Lanka (14 gennaio 2015): AAS 107 (2015), 139.
[281] Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, Abu Dhabi (4 febbraio 2019): LโOsservatore Romano, 4-5 febbraio 2019, p. 7.
[282] Discorso alle Autoritร , Sarajevo โ Bosnia-Erzegovina (6 giugno 2015): LโOsservatore Romano, 7 giugno 2015, p. 7.
[283] Discorso ai partecipanti allโIncontro internazionale per la pace promosso dalla Comunitร di SantโEgidio (30 settembre 2013): Insegnamenti, I, 2 (2013), 301-302.
[284] Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, Abu Dhabi (4 febbraio 2019): LโOsservatore Romano, 4-5 febbraio 2019, p. 6.
[286] Cfr B. Charles de Foucauld, Meditazione sul Padre nostro (23 gennaio 1897): Opere spirituali, Ed. Paoline, Roma 1983, 555-562.
[287] Id., Lettera a Henry de Castries (29 novembre 1901): Id., Solo con Dio in compagnia dei fratelli, a cura di E. Bolis, Ed. Paoline, Milano 2002, 254.
[288] Id., Lettera a Madame de Bondy (7 gennaio 1902): cit. in P. Sourisseau, Charles de Foucauld 1858-1916. Biografia, trad. a cura delle Discepole del Vangelo e A. Mandonico, Effatร , Cantalupa (TO), 359. Cosรฌ lo chiamava anche S. Paolo VI elogiando il suo impegno: Enc. Populorum progressio (26 marzo 1967), 12: AAS 59 (1967), 263.
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