LEttera Enciclica – Fratelli Tutti

LETTERA ENCICLICA

FRATELLI TUTTI

DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
SULLA FRATERNITร€
E L’AMICIZIA SOCIALE

1. ยซFratelli tuttiยป,[1] scriveva San Francesco dโ€™Assisi per rivolgersi a tutti i fratelli e le sorelle e proporre loro una forma di vita dal sapore di Vangelo. Tra i suoi consigli voglio evidenziarne uno, nel quale invita a un amore che va al di lร  delle barriere della geografia e dello spazio. Qui egli dichiara beato colui che ama lโ€™altro ยซquando fosse lontano da lui, quanto se fosse accanto a luiยป.[2] Con queste poche e semplici parole ha spiegato lโ€™essenziale di una fraternitร  aperta, che permette di riconoscere, apprezzare e amare ogni persona al di lร  della vicinanza fisica, al di lร  del luogo del mondo dove รจ nata o dove abita.

2. Questo Santo dellโ€™amore fraterno, della semplicitร  e della gioia, che mi ha ispirato a scrivere lโ€™Enciclica Laudato siโ€™, nuovamente mi motiva a dedicare questa nuova Enciclica alla fraternitร  e allโ€™amicizia sociale. Infatti San Francesco, che si sentiva fratello del sole, del mare e del vento, sapeva di essere ancora piรน unito a quelli che erano della sua stessa carne. Dappertutto seminรฒ pace e camminรฒ accanto ai poveri, agli abbandonati, ai malati, agli scartati, agli ultimi.

Senza frontiere

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3. Cโ€™รจ un episodio della sua vita che ci mostra il suo cuore senza confini, capace di andare al di lร  delle distanze dovute allโ€™origine, alla nazionalitร , al colore o alla religione. รˆ la sua visita al Sultano Malik-al-Kamil in Egitto, visita che comportรฒ per lui un grande sforzo a motivo della sua povertร , delle poche risorse che possedeva, della lontananza e della differenza di lingua, cultura e religione. Tale viaggio, in quel momento storico segnato dalle crociate, dimostrava ancora di piรน la grandezza dellโ€™amore che voleva vivere, desideroso di abbracciare tutti. La fedeltร  al suo Signore era proporzionale al suo amore per i fratelli e le sorelle. Senza ignorare le difficoltร  e i pericoli, San Francesco andรฒ a incontrare il Sultano col medesimo atteggiamento che esigeva dai suoi discepoli: che, senza negare la propria identitร , trovandosi ยซtra i saraceni o altri infedeli [โ€ฆ], non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dioยป.[3] In quel contesto era una richiesta straordinaria. Ci colpisce come, ottocento anni fa, Francesco raccomandasse di evitare ogni forma di aggressione o contesa e anche di vivere unโ€™umile e fraterna โ€œsottomissioneโ€, pure nei confronti di coloro che non condividevano la loro fede.

4. Egli non faceva la guerra dialettica imponendo dottrine, ma comunicava lโ€™amore di Dio. Aveva compreso che ยซDio รจ amore; chi rimane nellโ€™amore rimane in Dio e Dio rimane in luiยป (1 Gv 4,16). In questo modo รจ stato un padre fecondo che ha suscitato il sogno di una societร  fraterna, perchรฉ ยซsolo lโ€™uomo che accetta di avvicinarsi alle altre persone nel loro stesso movimento, non per trattenerle nel proprio, ma per aiutarle a essere maggiormente sรฉ stesse, si fa realmente padreยป.[4] In quel mondo pieno di torri di guardia e di mura difensive, le cittร  vivevano guerre sanguinose tra famiglie potenti, mentre crescevano le zone miserabili delle periferie escluse. Lร  Francesco ricevette dentro di sรฉ la vera pace, si liberรฒ da ogni desiderio di dominio sugli altri, si fece uno degli ultimi e cercรฒ di vivere in armonia con tutti. A lui si deve la motivazione di queste pagine.

5. Le questioni legate alla fraternitร  e allโ€™amicizia sociale sono sempre state tra le mie preoccupazioni. Negli ultimi anni ho fatto riferimento ad esse piรน volte e in diversi luoghi. Ho voluto raccogliere in questa Enciclica molti di tali interventi collocandoli in un contesto piรน ampio di riflessione. Inoltre, se nella redazione della Laudato siโ€™ ho avuto una fonte di ispirazione nel mio fratello Bartolomeo, il Patriarca ortodosso che ha proposto con molta forza la cura del creato, in questo caso mi sono sentito stimolato in modo speciale dal Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, con il quale mi sono incontrato ad Abu Dhabi per ricordare che Dio ยซha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignitร , e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loroยป.[5] Non si รจ trattato di un mero atto diplomatico, bensรฌ di una riflessione compiuta nel dialogo e di un impegno congiunto. Questa Enciclica raccoglie e sviluppa grandi temi esposti in quel Documento che abbiamo firmato insieme. E qui ho anche recepito, con il mio linguaggio, numerosi documenti e lettere che ho ricevuto da tante persone e gruppi di tutto il mondo.

6. Le pagine che seguono non pretendono di riassumere la dottrina sullโ€™amore fraterno, ma si soffermano sulla sua dimensione universale, sulla sua apertura a tutti. Consegno questa Enciclica sociale come un umile apporto alla riflessione affinchรฉ, di fronte a diversi modi attuali di eliminare o ignorare gli altri, siamo in grado di reagire con un nuovo sogno di fraternitร  e di amicizia sociale che non si limiti alle parole. Pur avendola scritta a partire dalle mie convinzioni cristiane, che mi animano e mi nutrono, ho cercato di farlo in modo che la riflessione si apra al dialogo con tutte le persone di buona volontร .

7. Proprio mentre stavo scrivendo questa lettera, ha fatto irruzione in maniera inattesa la pandemia del Covid-19, che ha messo in luce le nostre false sicurezze. Al di lร  delle varie risposte che hanno dato i diversi Paesi, รจ apparsa evidente lโ€™incapacitร  di agire insieme. Malgrado si sia iper-connessi, si รจ verificata una frammentazione che ha reso piรน difficile risolvere i problemi che ci toccano tutti. Se qualcuno pensa che si trattasse solo di far funzionare meglio quello che giร  facevamo, o che lโ€™unico messaggio sia che dobbiamo migliorare i sistemi e le regole giร  esistenti, sta negando la realtร .

8. Desidero tanto che, in questo tempo che ci รจ dato di vivere, riconoscendo la dignitร  di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti unโ€™aspirazione mondiale alla fraternitร . Tra tutti: ยซEcco un bellissimo segreto per sognare e rendere la nostra vita una bella avventura. Nessuno puรฒ affrontare la vita in modo isolato [โ€ฆ]. Cโ€™รจ bisogno di una comunitร  che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Comโ€™รจ importante sognare insieme! [โ€ฆ] Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non cโ€™รจ; i sogni si costruiscono insiemeยป.[6] Sogniamo come unโ€™unica umanitร , come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!

CAPITOLO PRIMO

LE OMBRE DI UN MONDO CHIUSO

9. Senza la pretesa di compiere unโ€™analisi esaustiva nรฉ di prendere in considerazione tutti gli aspetti della realtร  che viviamo, propongo soltanto di porre attenzione ad alcune tendenze del mondo attuale che ostacolano lo sviluppo della fraternitร  universale.

Sogni che vanno in frantumi

10. Per decenni รจ sembrato che il mondo avesse imparato da tante guerre e fallimenti e si dirigesse lentamente verso varie forme di integrazione. Per esempio, si รจ sviluppato il sogno di unโ€™Europa unita, capace di riconoscere radici comuni e di gioire per la diversitร  che la abita. Ricordiamo ยซla ferma convinzione dei Padri fondatori dellโ€™Unione europea, i quali desideravano un futuro basato sulla capacitร  di lavorare insieme per superare le divisioni e per favorire la pace e la comunione fra tutti i popoli del continenteยป.[7] Ugualmente ha preso forza lโ€™aspirazione ad unโ€™integrazione latinoamericana e si รจ incominciato a fare alcuni passi. In altri Paesi e regioni vi sono stati tentativi di pacificazione e avvicinamenti che hanno portato frutti e altri che apparivano promettenti.

11. Ma la storia sta dando segni di un ritorno allโ€™indietro. Si accendono conflitti anacronistici che si ritenevano superati, risorgono nazionalismi chiusi, esasperati, risentiti e aggressivi. In vari Paesi unโ€™idea dellโ€™unitร  del popolo e della nazione, impregnata di diverse ideologie, crea nuove forme di egoismo e di perdita del senso sociale mascherate da una presunta difesa degli interessi nazionali. E questo ci ricorda che ยซogni generazione deve far proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora piรน alte. รˆ il cammino. Il bene, come anche lโ€™amore, la giustizia e la solidarietร , non si raggiungono una volta per sempre; vanno conquistati ogni giorno. Non รจ possibile accontentarsi di quello che si รจ giร  ottenuto nel passato e fermarsi, e goderlo come se tale situazione ci facesse ignorare che molti nostri fratelli soffrono ancora situazioni di ingiustizia che ci interpellano tuttiยป.[8]

12. โ€œAprirsi al mondoโ€ รจ unโ€™espressione che oggi รจ stata fatta propria dallโ€™economia e dalla finanza. Si riferisce esclusivamente allโ€™apertura agli interessi stranieri o alla libertร  dei poteri economici di investire senza vincoli nรฉ complicazioni in tutti i Paesi. I conflitti locali e il disinteresse per il bene comune vengono strumentalizzati dallโ€™economia globale per imporre un modello culturale unico. Tale cultura unifica il mondo ma divide le persone e le nazioni, perchรฉ ยซla societร  sempre piรน globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelliยป.[9] Siamo piรน soli che mai in questo mondo massificato che privilegia gli interessi individuali e indebolisce la dimensione comunitaria dellโ€™esistenza. Aumentano piuttosto i mercati, dove le persone svolgono il ruolo di consumatori o di spettatori. Lโ€™avanzare di questo globalismo favorisce normalmente lโ€™identitร  dei piรน forti che proteggono sรฉ stessi, ma cerca di dissolvere le identitร  delle regioni piรน deboli e povere, rendendole piรน vulnerabili e dipendenti. In tal modo la politica diventa sempre piรน fragile di fronte ai poteri economici transnazionali che applicano il โ€œdivide et imperaโ€.

La fine della coscienza storica

13. Per questo stesso motivo si favorisce anche una perdita del senso della storia che provoca ulteriore disgregazione. Si avverte la penetrazione culturale di una sorta di โ€œdecostruzionismoโ€, per cui la libertร  umana pretende di costruire tutto a partire da zero. Restano in piedi unicamente il bisogno di consumare senza limiti e lโ€™accentuarsi di molte forme di individualismo senza contenuti. In questo contesto si poneva un consiglio che ho dato ai giovani: ยซSe una persona vi fa una proposta e vi dice di ignorare la storia, di non fare tesoro dellโ€™esperienza degli anziani, di disprezzare tutto ciรฒ che รจ passato e guardare solo al futuro che lui vi offre, non รจ forse questo un modo facile di attirarvi con la sua proposta per farvi fare solo quello che lui vi dice? Quella persona ha bisogno che siate vuoti, sradicati, diffidenti di tutto, perchรฉ possiate fidarvi solo delle sue promesse e sottomettervi ai suoi piani. รˆ cosรฌ che funzionano le ideologie di diversi colori, che distruggono (o de-costruiscono) tutto ciรฒ che รจ diverso e in questo modo possono dominare senza opposizioni. A tale scopo hanno bisogno di giovani che disprezzino la storia, che rifiutino la ricchezza spirituale e umana che รจ stata tramandata attraverso le generazioni, che ignorino tutto ciรฒ che li ha precedutiยป.[10]

14. Sono le nuove forme di colonizzazione culturale. Non dimentichiamo che ยซi popoli che alienano la propria tradizione e, per mania imitativa, violenza impositiva, imperdonabile negligenza o apatia, tollerano che si strappi loro lโ€™anima, perdono, insieme con la fisionomia spirituale, anche la consistenza morale e, alla fine, lโ€™indipendenza ideologica, economica e politicaยป.[11] Un modo efficace di dissolvere la coscienza storica, il pensiero critico, lโ€™impegno per la giustizia e i percorsi di integrazione รจ quello di svuotare di senso o alterare le grandi parole. Che cosa significano oggi alcune espressioni come democrazia, libertร , giustizia, unitร ? Sono state manipolate e deformate per utilizzarle come strumenti di dominio, come titoli vuoti di contenuto che possono servire per giustificare qualsiasi azione.

Senza un progetto per tutti

15. Il modo migliore per dominare e avanzare senza limiti รจ seminare la mancanza di speranza e suscitare la sfiducia costante, benchรฉ mascherata con la difesa di alcuni valori. Oggi in molti Paesi si utilizza il meccanismo politico di esasperare, esacerbare e polarizzare. Con varie modalitร  si nega ad altri il diritto di esistere e di pensare, e a tale scopo si ricorre alla strategia di ridicolizzarli, di insinuare sospetti su di loro, di accerchiarli. Non si accoglie la loro parte di veritร , i loro valori, e in questo modo la societร  si impoverisce e si riduce alla prepotenza del piรน forte. La politica cosรฌ non รจ piรน una sana discussione su progetti a lungo termine per lo sviluppo di tutti e del bene comune, bensรฌ solo ricette effimere di marketing che trovano nella distruzione dellโ€™altro la risorsa piรน efficace. In questo gioco meschino delle squalificazioni, il dibattito viene manipolato per mantenerlo allo stato di controversia e contrapposizione.

16. In questo scontro di interessi che ci pone tutti contro tutti, dove vincere viene ad essere sinonimo di distruggere, comโ€™รจ possibile alzare la testa per riconoscere il vicino o mettersi accanto a chi รจ caduto lungo la strada? Un progetto con grandi obiettivi per lo sviluppo di tutta lโ€™umanitร  oggi suona come un delirio. Aumentano le distanze tra noi, e il cammino duro e lento verso un mondo unito e piรน giusto subisce un nuovo e drastico arretramento.

17. Prendersi cura del mondo che ci circonda e ci sostiene significa prendersi cura di noi stessi. Ma abbiamo bisogno di costituirci in un โ€œnoiโ€ che abita la Casa comune. Tale cura non interessa ai poteri economici che hanno bisogno di entrate veloci. Spesso le voci che si levano a difesa dellโ€™ambiente sono messe a tacere o ridicolizzate, ammantando di razionalitร  quelli che sono solo interessi particolari. In questa cultura che stiamo producendo, vuota, protesa allโ€™immediato e priva di un progetto comune, ยซรจ prevedibile che, di fronte allโ€™esaurimento di alcune risorse, si vada creando uno scenario favorevole per nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioniยป.[12]

Lo scarto mondiale

18. Certe parti dellโ€™umanitร  sembrano sacrificabili a vantaggio di una selezione che favorisce un settore umano degno di vivere senza limiti. In fondo, ยซle persone non sono piรน sentite come un valore primario da rispettare e tutelare, specie se povere o disabili, se โ€œnon servono ancoraโ€ โ€“ come i nascituri โ€“, o โ€œnon servono piรนโ€ โ€“ come gli anziani. Siamo diventati insensibili ad ogni forma di spreco, a partire da quello alimentare, che รจ tra i piรน deprecabiliยป.[13]

19. La mancanza di figli, che provoca un invecchiamento della popolazione, insieme allโ€™abbandono delle persone anziane a una dolorosa solitudine, afferma implicitamente che tutto finisce con noi, che contano solo i nostri interessi individuali. Cosรฌ, ยซoggetto di scarto non sono solo il cibo o i beni superflui, ma spesso gli stessi esseri umaniยป.[14] Abbiamo visto quello che รจ successo agli anziani in alcuni luoghi del mondo a causa del coronavirus. Non dovevano morire cosรฌ. Ma in realtร  qualcosa di simile era giร  accaduto a motivo delle ondate di calore e in altre circostanze: crudelmente scartati. Non ci rendiamo conto che isolare le persone anziane e abbandonarle a carico di altri senza un adeguato e premuroso accompagnamento della famiglia, mutila e impoverisce la famiglia stessa. Inoltre, finisce per privare i giovani del necessario contatto con le loro radici e con una saggezza che la gioventรน da sola non puรฒ raggiungere.

20. Questo scarto si manifesta in molti modi, come nellโ€™ossessione di ridurre i costi del lavoro, senza rendersi conto delle gravi conseguenze che ciรฒ provoca, perchรฉ la disoccupazione che si produce ha come effetto diretto di allargare i confini della povertร .[15] Lo scarto, inoltre, assume forme spregevoli che credevamo superate, come il razzismo, che si nasconde e riappare sempre di nuovo. Le espressioni di razzismo rinnovano in noi la vergogna dimostrando che i presunti progressi della societร  non sono cosรฌ reali e non sono assicurati una volta per sempre.

21. Ci sono regole economiche che sono risultate efficaci per la crescita, ma non altrettanto per lo sviluppo umano integrale.[16] รˆ aumentata la ricchezza, ma senza equitร , e cosรฌ ciรฒ che accade รจ che ยซnascono nuove povertร ยป.[17] Quando si dice che il mondo moderno ha ridotto la povertร , lo si fa misurandola con criteri di altre epoche non paragonabili con la realtร  attuale. Infatti, in altri tempi, per esempio, non avere accesso allโ€™energia elettrica non era considerato un segno di povertร  e non era motivo di grave disagio. La povertร  si analizza e si intende sempre nel contesto delle possibilitร  reali di un momento storico concreto.

Diritti umani non sufficientemente universali

22. Molte volte si constata che, di fatto, i diritti umani non sono uguali per tutti. Il rispetto di tali diritti ยซรจ condizione preliminare per lo stesso sviluppo sociale ed economico di un Paese. Quando la dignitร  dellโ€™uomo viene rispettata e i suoi diritti vengono riconosciuti e garantiti, fioriscono anche la creativitร  e lโ€™intraprendenza e la personalitร  umana puรฒ dispiegare le sue molteplici iniziative a favore del bene comuneยป.[18] Ma ยซosservando con attenzione le nostre societร  contemporanee, si riscontrano numerose contraddizioni che inducono a chiederci se davvero lโ€™eguale dignitร  di tutti gli esseri umani, solennemente proclamata 70 anni or sono, sia riconosciuta, rispettata, protetta e promossa in ogni circostanza. Persistono oggi nel mondo numerose forme di ingiustizia, nutrite da visioni antropologiche riduttive e da un modello economico fondato sul profitto, che non esita a sfruttare, a scartare e perfino ad uccidere lโ€™uomo. Mentre una parte dellโ€™umanitร  vive nellโ€™opulenza, unโ€™altra parte vede la propria dignitร  disconosciuta, disprezzata o calpestata e i suoi diritti fondamentali ignorati o violatiยป.[19] Che cosa dice questo riguardo allโ€™uguaglianza di diritti fondata sulla medesima dignitร  umana?

23. Analogamente, lโ€™organizzazione delle societร  in tutto il mondo รจ ancora lontana dal rispecchiare con chiarezza che le donne hanno esattamente la stessa dignitร  e identici diritti degli uomini. A parole si affermano certe cose, ma le decisioni e la realtร  gridano un altro messaggio. รˆ un fatto che ยซdoppiamente povere sono le donne che soffrono situazioni di esclusione, maltrattamento e violenza, perchรฉ spesso si trovano con minori possibilitร  di difendere i loro dirittiยป.[20]

24. Riconosciamo ugualmente che, ยซmalgrado la comunitร  internazionale abbia adottato numerosi accordi al fine di porre un termine alla schiavitรน in tutte le sue forme e avviato diverse strategie per combattere questo fenomeno, ancora oggi milioni di persone โ€“ bambini, uomini e donne di ogni etร  โ€“ vengono private della libertร  e costrette a vivere in condizioni assimilabili a quelle della schiavitรน. [โ€ฆ] Oggi come ieri, alla radice della schiavitรน si trova una concezione della persona umana che ammette la possibilitร  di trattarla come un oggetto. [โ€ฆ] La persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio, con la forza, lโ€™inganno o la costrizione fisica o psicologica viene privata della libertร , mercificata, ridotta a proprietร  di qualcuno; viene trattata come un mezzo e non come un fineยป. Le reti criminali ยซutilizzano abilmente le moderne tecnologie informatiche per adescare giovani e giovanissimi in ogni parte del mondoยป.[21] Lโ€™aberrazione non ha limiti quando si assoggettano donne, poi forzate ad abortire. Un atto abominevole che arriva addirittura al sequestro delle persone allo scopo di vendere i loro organi. Tutto ciรฒ fa sรฌ che la tratta di persone e altre forme di schiavitรน diventino un problema mondiale, che esige di essere preso sul serio dallโ€™umanitร  nel suo insieme, perchรฉ ยซcome le organizzazioni criminali utilizzano reti globali per raggiungere i loro scopi, cosรฌ lโ€™azione per sconfiggere questo fenomeno richiede uno sforzo comune e altrettanto globale da parte dei diversi attori che compongono la societร ยป.[22]

Conflitto e paura

25. Guerre, attentati, persecuzioni per motivi razziali o religiosi, e tanti soprusi contro la dignitร  umana vengono giudicati in modi diversi a seconda che convengano o meno a determinati interessi, essenzialmente economici. Ciรฒ che รจ vero quando conviene a un potente, cessa di esserlo quando non รจ nel suo interesse. Tali situazioni di violenza vanno ยซmoltiplicandosi dolorosamente in molte regioni del mondo, tanto da assumere le fattezze di quella che si potrebbe chiamare una โ€œterza guerra mondiale a pezziโ€ยป.[23]

26. Questo non stupisce se notiamo la mancanza di orizzonti in grado di farci convergere in unitร , perchรฉ in ogni guerra ciรฒ che risulta distrutto รจ ยซlo stesso progetto di fratellanza, inscritto nella vocazione della famiglia umanaยป, per cui ยซogni situazione di minaccia alimenta la sfiducia e il ripiegamentoยป.[24] Cosรฌ, il nostro mondo avanza in una dicotomia senza senso, con la pretesa di ยซgarantire la stabilitร  e la pace sulla base di una falsa sicurezza supportata da una mentalitร  di paura e sfiduciaยป.[25]

27. Paradossalmente, ci sono paure ancestrali che non sono state superate dal progresso tecnologico; anzi, hanno saputo nascondersi e potenziarsi dietro nuove tecnologie. Anche oggi, dietro le mura dellโ€™antica cittร  cโ€™รจ lโ€™abisso, il territorio dellโ€™ignoto, il deserto. Ciรฒ che proviene di lร  non รจ affidabile, perchรฉ non รจ conosciuto, non รจ familiare, non appartiene al villaggio. รˆ il territorio di ciรฒ che รจ โ€œbarbaroโ€, da cui bisogna difendersi ad ogni costo. Di conseguenza si creano nuove barriere di autodifesa, cosรฌ che non esiste piรน il mondo ed esiste unicamente il โ€œmioโ€ mondo, fino al punto che molti non vengono piรน considerati esseri umani con una dignitร  inalienabile e diventano semplicemente โ€œquelliโ€. Riappare ยซla tentazione di fare una cultura dei muri, di alzare i muri, muri nel cuore, muri nella terra per impedire questo incontro con altre culture, con altra gente. E chi alza un muro, chi costruisce un muro finirร  schiavo dentro ai muri che ha costruito, senza orizzonti. Perchรฉ gli manca questa alteritร ยป.[26]

28. La solitudine, le paure e lโ€™insicurezza di tante persone, che si sentono abbandonate dal sistema, fanno sรฌ che si vada creando un terreno fertile per le mafie. Queste infatti si impongono presentandosi come โ€œprotettriciโ€ dei dimenticati, spesso mediante vari tipi di aiuto, mentre perseguono i loro interessi criminali. Cโ€™รจ una pedagogia tipicamente mafiosa che, con un falso spirito comunitario, crea legami di dipendenza e di subordinazione dai quali รจ molto difficile liberarsi.

Globalizzazione e progresso senza una rotta comune

29. Con il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb non ignoriamo gli sviluppi positivi avvenuti nella scienza, nella tecnologia, nella medicina, nellโ€™industria e nel benessere, soprattutto nei Paesi sviluppati. Ciรฒ nonostante, ยซsottolineiamo che, insieme a tali progressi storici, grandi e apprezzati, si verifica un deterioramento dellโ€™etica, che condiziona lโ€™agire internazionale, e un indebolimento dei valori spirituali e del senso di responsabilitร . Tutto ciรฒ contribuisce a diffondere una sensazione generale di frustrazione, di solitudine e di disperazione [โ€ฆ]. Nascono focolai di tensione e si accumulano armi e munizioni, in una situazione mondiale dominata dallโ€™incertezza, dalla delusione e dalla paura del futuro e controllata dagli interessi economici miopiยป. Segnaliamo altresรฌ ยซle forti crisi politiche, lโ€™ingiustizia e la mancanza di una distribuzione equa delle risorse naturali. [โ€ฆ] Nei confronti di tali crisi che portano a morire di fame milioni di bambini, giร  ridotti a scheletri umani โ€“ a motivo della povertร  e della fame โ€“, regna un silenzio internazionale inaccettabileยป.[27] Davanti a questo panorama, benchรฉ ci attraggano molti progressi, non riscontriamo una rotta veramente umana.

30. Nel mondo attuale i sentimenti di appartenenza a una medesima umanitร  si indeboliscono, mentre il sogno di costruire insieme la giustizia e la pace sembra unโ€™utopia di altri tempi. Vediamo come domina unโ€™indifferenza di comodo, fredda e globalizzata, figlia di una profonda disillusione che si cela dietro lโ€™inganno di una illusione: credere che possiamo essere onnipotenti e dimenticare che siamo tutti sulla stessa barca. Questo disinganno, che lascia indietro i grandi valori fraterni, conduce ยซa una sorta di cinismo. Questa รจ la tentazione che noi abbiamo davanti, se andiamo per questa strada della disillusione o della delusione. [โ€ฆ] Lโ€™isolamento e la chiusura in se stessi o nei propri interessi non sono mai la via per ridare speranza e operare un rinnovamento, ma รจ la vicinanza, รจ la cultura dellโ€™incontro. Lโ€™isolamento, no; vicinanza, sรฌ. Cultura dello scontro, no; cultura dellโ€™incontro, sรฌยป.[28]

31. In questo mondo che corre senza una rotta comune, si respira unโ€™atmosfera in cui ยซla distanza fra lโ€™ossessione per il proprio benessere e la felicitร  dellโ€™umanitร  condivisa sembra allargarsi: sino a far pensare che fra il singolo e la comunitร  umana sia ormai in corso un vero e proprio scisma. [โ€ฆ] Perchรฉ una cosa รจ sentirsi costretti a vivere insieme, altra cosa รจ apprezzare la ricchezza e la bellezza dei semi di vita comune che devono essere cercati e coltivati insiemeยป.[29] La tecnologia fa progressi continui, ma ยซcome sarebbe bello se alla crescita delle innovazioni scientifiche e tecnologiche corrispondesse anche una sempre maggiore equitร  e inclusione sociale! Come sarebbe bello se, mentre scopriamo nuovi pianeti lontani, riscoprissimo i bisogni del fratello e della sorella che mi orbitano attorno!ยป.[30]

Le pandemie e altri flagelli della storia

32. Una tragedia globale come la pandemia del Covid-19 ha effettivamente suscitato per un certo tempo la consapevolezza di essere una comunitร  mondiale che naviga sulla stessa barca, dove il male di uno va a danno di tutti. Ci siamo ricordati che nessuno si salva da solo, che ci si puรฒ salvare unicamente insieme. Per questo ho detto che ยซla tempesta smaschera la nostra vulnerabilitร  e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e prioritร . [โ€ฆ] Con la tempesta, รจ caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri โ€œegoโ€ sempre preoccupati della propria immagine; ed รจ rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: lโ€™appartenenza come fratelliยป.[31]

33. Il mondo avanzava implacabilmente verso unโ€™economia che, utilizzando i progressi tecnologici, cercava di ridurre i โ€œcosti umaniโ€, e qualcuno pretendeva di farci credere che bastava la libertร  di mercato perchรฉ tutto si potesse considerare sicuro. Ma il colpo duro e inaspettato di questa pandemia fuori controllo ha obbligato per forza a pensare agli esseri umani, a tutti, piรน che al beneficio di alcuni. Oggi possiamo riconoscere che ยซci siamo nutriti con sogni di splendore e grandezza e abbiamo finito per mangiare distrazione, chiusura e solitudine; ci siamo ingozzati di connessioni e abbiamo perso il gusto della fraternitร . Abbiamo cercato il risultato rapido e sicuro e ci troviamo oppressi dallโ€™impazienza e dallโ€™ansia. Prigionieri della virtualitร , abbiamo perso il gusto e il sapore della realtร ยป.[32] Il dolore, lโ€™incertezza, il timore e la consapevolezza dei propri limiti che la pandemia ha suscitato, fanno risuonare lโ€™appello a ripensare i nostri stili di vita, le nostre relazioni, lโ€™organizzazione delle nostre societร  e soprattutto il senso della nostra esistenza.

34. Se tutto รจ connesso, รจ difficile pensare che questo disastro mondiale non sia in rapporto con il nostro modo di porci rispetto alla realtร , pretendendo di essere padroni assoluti della propria vita e di tutto ciรฒ che esiste. Non voglio dire che si tratta di una sorta di castigo divino. E neppure basterebbe affermare che il danno causato alla natura alla fine chiede il conto dei nostri soprusi. รˆ la realtร  stessa che geme e si ribella. Viene alla mente il celebre verso del poeta Virgilio che evoca le lacrimevoli vicende umane.[33]

35. Velocemente perรฒ dimentichiamo le lezioni della storia, ยซmaestra di vitaยป.[34] Passata la crisi sanitaria, la peggiore reazione sarebbe quella di cadere ancora di piรน in un febbrile consumismo e in nuove forme di auto-protezione egoistica. Voglia il Cielo che alla fine non ci siano piรน โ€œgli altriโ€, ma solo un โ€œnoiโ€. Che non sia stato lโ€™ennesimo grave evento storico da cui non siamo stati capaci di imparare. Che non ci dimentichiamo degli anziani morti per mancanza di respiratori, in parte come effetto di sistemi sanitari smantellati anno dopo anno. Che un cosรฌ grande dolore non sia inutile, che facciamo un salto verso un nuovo modo di vivere e scopriamo una volta per tutte che abbiamo bisogno e siamo debitori gli uni degli altri, affinchรฉ lโ€™umanitร  rinasca con tutti i volti, tutte le mani e tutte le voci, al di lร  delle frontiere che abbiamo creato.

36. Se non riusciamo a recuperare la passione condivisa per una comunitร  di appartenenza e di solidarietร , alla quale destinare tempo, impegno e beni, lโ€™illusione globale che ci inganna crollerร  rovinosamente e lascerร  molti in preda alla nausea e al vuoto. Inoltre, non si dovrebbe ingenuamente ignorare che ยซlโ€™ossessione per uno stile di vita consumistico, soprattutto quando solo pochi possono sostenerlo, potrร  provocare soltanto violenza e distruzione reciprocaยป.[35] Il โ€œsi salvi chi puรฒโ€ si tradurrร  rapidamente nel โ€œtutti contro tuttiโ€, e questo sarร  peggio di una pandemia.

Senza dignitร  umana sulle frontiere

37. Tanto da alcuni regimi politici populisti quanto da posizioni economiche liberali, si sostiene che occorre evitare ad ogni costo lโ€™arrivo di persone migranti. Al tempo stesso si argomenta che conviene limitare lโ€™aiuto ai Paesi poveri, cosรฌ che tocchino il fondo e decidano di adottare misure di austeritร . Non ci si rende conto che, dietro queste affermazioni astratte difficili da sostenere, ci sono tante vite lacerate. Molti fuggono dalla guerra, da persecuzioni, da catastrofi naturali. Altri, con pieno diritto, sono ยซalla ricerca di opportunitร  per sรฉ e per la propria famiglia. Sognano un futuro migliore e desiderano creare le condizioni perchรฉ si realizziยป.[36]

38. Purtroppo, altri sono ยซattirati dalla cultura occidentale, nutrendo talvolta aspettative irrealistiche che li espongono a pesanti delusioni. Trafficanti senza scrupolo, spesso legati ai cartelli della droga e delle armi, sfruttano la debolezza dei migranti, che lungo il loro percorso troppo spesso incontrano la violenza, la tratta, lโ€™abuso psicologico e anche fisico, e sofferenze indicibiliยป.[37] Coloro che emigrano ยซsperimentano la separazione dal proprio contesto di origine e spesso anche uno sradicamento culturale e religioso. La frattura riguarda anche le comunitร  di origine, che perdono gli elementi piรน vigorosi e intraprendenti, e le famiglie, in particolare quando migra uno o entrambi i genitori, lasciando i figli nel Paese di origineยป.[38] Di conseguenza, ยซva riaffermato il diritto a non emigrare, cioรจ a essere in condizione di rimanere nella propria terraยป.[39]

39. Per giunta, ยซin alcuni Paesi di arrivo, i fenomeni migratori suscitano allarme e paure, spesso fomentate e sfruttate a fini politici. Si diffonde cosรฌ una mentalitร  xenofoba, di chiusura e di ripiegamento su se stessiยป.[40] I migranti vengono considerati non abbastanza degni di partecipare alla vita sociale come qualsiasi altro, e si dimentica che possiedono la stessa intrinseca dignitร  di qualunque persona. Pertanto, devono essere โ€œprotagonisti del proprio riscattoโ€.[41] Non si dirร  mai che non sono umani, perรฒ in pratica, con le decisioni e il modo di trattarli, si manifesta che li si considera di minor valore, meno importanti, meno umani. รˆ inaccettabile che i cristiani condividano questa mentalitร  e questi atteggiamenti, facendo a volte prevalere certe preferenze politiche piuttosto che profonde convinzioni della propria fede: lโ€™inalienabile dignitร  di ogni persona umana al di lร  dellโ€™origine, del colore o della religione, e la legge suprema dellโ€™amore fraterno.

40. ยซLe migrazioni costituiranno un elemento fondante del futuro del mondoยป.[42] Ma oggi esse risentono di una ยซperdita di quel senso della responsabilitร  fraterna, su cui si basa ogni societร  civileยป.[43] Lโ€™Europa, ad esempio, rischia seriamente di andare per questa strada. Tuttavia, ยซaiutata dal suo grande patrimonio culturale e religioso, [ha] gli strumenti per difendere la centralitร  della persona umana e per trovare il giusto equilibrio fra il duplice dovere morale di tutelare i diritti dei propri cittadini e quello di garantire lโ€™assistenza e lโ€™accoglienza dei migrantiยป.[44]

41. Comprendo che di fronte alle persone migranti alcuni nutrano dubbi o provino timori. Lo capisco come un aspetto dellโ€™istinto naturale di autodifesa. Ma รจ anche vero che una persona e un popolo sono fecondi solo se sanno integrare creativamente dentro di sรฉ lโ€™apertura agli altri. Invito ad andare oltre queste reazioni primarie, perchรฉ ยซil problema รจ quando [esse] condizionano il nostro modo di pensare e di agire al punto da renderci intolleranti, chiusi, forse anche โ€“ senza accorgercene โ€“ razzisti. E cosรฌ la paura ci priva del desiderio e della capacitร  di incontrare lโ€™altroยป.[45]

Lโ€™illusione della comunicazione

42. Paradossalmente, mentre crescono atteggiamenti chiusi e intolleranti che ci isolano rispetto agli altri, si riducono o spariscono le distanze fino al punto che viene meno il diritto allโ€™intimitร . Tutto diventa una specie di spettacolo che puรฒ essere spiato, vigilato, e la vita viene esposta a un controllo costante. Nella comunicazione digitale si vuole mostrare tutto ed ogni individuo diventa oggetto di sguardi che frugano, denudano e divulgano, spesso in maniera anonima. Il rispetto verso lโ€™altro si sgretola e in tal modo, nello stesso tempo in cui lo sposto, lo ignoro e lo tengo a distanza, senza alcun pudore posso invadere la sua vita fino allโ€™estremo.

43. Dโ€™altra parte, i movimenti digitali di odio e distruzione non costituiscono โ€“ come qualcuno vorrebbe far credere โ€“ unโ€™ottima forma di mutuo aiuto, bensรฌ mere associazioni contro un nemico. Piuttosto, ยซi media digitali possono esporre al rischio di dipendenza, di isolamento e di progressiva perdita di contatto con la realtร  concreta, ostacolando lo sviluppo di relazioni interpersonali autenticheยป.[46] Cโ€™รจ bisogno di gesti fisici, di espressioni del volto, di silenzi, di linguaggio corporeo, e persino di profumo, tremito delle mani, rossore, sudore, perchรฉ tutto ciรฒ parla e fa parte della comunicazione umana. I rapporti digitali, che dispensano dalla fatica di coltivare unโ€™amicizia, una reciprocitร  stabile e anche un consenso che matura con il tempo, hanno unโ€™apparenza di socievolezza. Non costruiscono veramente un โ€œnoiโ€, ma solitamente dissimulano e amplificano lo stesso individualismo che si esprime nella xenofobia e nel disprezzo dei deboli. La connessione digitale non basta per gettare ponti, non รจ in grado di unire lโ€™umanitร .

Aggressivitร  senza pudore

44. Proprio mentre difendono il proprio isolamento consumistico e comodo, le persone scelgono di legarsi in maniera costante e ossessiva. Questo favorisce il pullulare di forme insolite di aggressivitร , di insulti, maltrattamenti, offese, sferzate verbali fino a demolire la figura dellโ€™altro, con una sfrenatezza che non potrebbe esistere nel contatto corpo a corpo perchรฉ finiremmo per distruggerci tutti a vicenda. Lโ€™aggressivitร  sociale trova nei dispositivi mobili e nei computer uno spazio di diffusione senza uguali.

45. Ciรฒ ha permesso che le ideologie abbandonassero ogni pudore. Quello che fino a pochi anni fa non si poteva dire di nessuno senza il rischio di perdere il rispetto del mondo intero, oggi si puรฒ esprimere nella maniera piรน cruda anche per alcune autoritร  politiche e rimanere impuniti. Non va ignorato che ยซoperano nel mondo digitale giganteschi interessi economici, capaci di realizzare forme di controllo tanto sottili quanto invasive, creando meccanismi di manipolazione delle coscienze e del processo democratico. Il funzionamento di molte piattaforme finisce spesso per favorire lโ€™incontro tra persone che la pensano allo stesso modo, ostacolando il confronto tra le differenze. Questi circuiti chiusi facilitano la diffusione di informazioni e notizie false, fomentando pregiudizi e odioยป.[47]

46. Occorre riconoscere che i fanatismi che inducono a distruggere gli altri hanno per protagonisti anche persone religiose, non esclusi i cristiani, che ยซpossono partecipare a reti di violenza verbale mediante internet e i diversi ambiti o spazi di interscambio digitale. Persino nei media cattolici si possono eccedere i limiti, si tollerano la diffamazione e la calunnia, e sembrano esclusi ogni etica e ogni rispetto per il buon nome altruiยป.[48] Cosรฌ facendo, quale contributo si dร  alla fraternitร  che il Padre comune ci propone?

Informazione senza saggezza

47. La vera saggezza presuppone lโ€™incontro con la realtร . Ma oggi tutto si puรฒ produrre, dissimulare, modificare. Questo fa sรฌ che lโ€™incontro diretto con i limiti della realtร  diventi insopportabile. Di conseguenza, si attua un meccanismo di โ€œselezioneโ€ e si crea lโ€™abitudine di separare immediatamente ciรฒ che mi piace da ciรฒ che non mi piace, le cose attraenti da quelle spiacevoli. Con la stessa logica si scelgono le persone con le quali si decide di condividere il mondo. Cosรฌ le persone o le situazioni che hanno ferito la nostra sensibilitร  o ci sono risultate sgradite oggi semplicemente vengono eliminate nelle reti virtuali, costruendo un circolo virtuale che ci isola dal mondo in cui viviamo.

48. Il mettersi seduti ad ascoltare lโ€™altro, caratteristico di un incontro umano, รจ un paradigma di atteggiamento accogliente, di chi supera il narcisismo e accoglie lโ€™altro, gli presta attenzione, gli fa spazio nella propria cerchia. Tuttavia, ยซil mondo di oggi รจ in maggioranza un mondo sordo [โ€ฆ]. A volte la velocitร  del mondo moderno, la frenesia ci impedisce di ascoltare bene quello che dice lโ€™altra persona. E quando รจ a metร  del suo discorso, giร  la interrompiamo e vogliamo risponderle mentre ancora non ha finito di parlare. Non bisogna perdere la capacitร  di ascoltoยป. San Francesco dโ€™Assisi ยซha ascoltato la voce di Dio, ha ascoltato la voce del povero, ha ascoltato la voce del malato, ha ascoltato la voce della natura. E tutto questo lo trasforma in uno stile di vita. Spero che il seme di San Francesco cresca in tanti cuoriยป.[49]

49. Venendo meno il silenzio e lโ€™ascolto, e trasformando tutto in battute e messaggi rapidi e impazienti, si mette in pericolo la struttura basilare di una saggia comunicazione umana. Si crea un nuovo stile di vita in cui si costruisce ciรฒ che si vuole avere davanti, escludendo tutto quello che non si puรฒ controllare o conoscere superficialmente e istantaneamente. Tale dinamica, per sua logica intrinseca, impedisce la riflessione serena che potrebbe condurci a una saggezza comune.

50. Possiamo cercare insieme la veritร  nel dialogo, nella conversazione pacata o nella discussione appassionata. รˆ un cammino perseverante, fatto anche di silenzi e di sofferenze, capace di raccogliere con pazienza la vasta esperienza delle persone e dei popoli. Il cumulo opprimente di informazioni che ci inonda non equivale a maggior saggezza. La saggezza non si fabbrica con impazienti ricerche in internet, e non รจ una sommatoria di informazioni la cui veracitร  non รจ assicurata. In questo modo non si matura nellโ€™incontro con la veritร . Le conversazioni alla fine ruotano intorno agli ultimi dati, sono meramente orizzontali e cumulative. Non si presta invece unโ€™attenzione prolungata e penetrante al cuore della vita, non si riconosce ciรฒ che รจ essenziale per dare un senso allโ€™esistenza. Cosรฌ, la libertร  diventa unโ€™illusione che ci viene venduta e che si confonde con la libertร  di navigare davanti a uno schermo. Il problema รจ che una via di fraternitร , locale e universale, la possono percorrere soltanto spiriti liberi e disposti a incontri reali.

Sottomissioni e disprezzo di sรฉ

51. Alcuni Paesi forti dal punto di vista economico vengono presentati come modelli culturali per i Paesi poco sviluppati, invece di fare in modo che ognuno cresca con lo stile che gli รจ peculiare, sviluppando le proprie capacitร  di innovare a partire dai valori della propria cultura. Questa nostalgia superficiale e triste, che induce a copiare e comprare piuttosto che creare, dร  luogo a unโ€™autostima nazionale molto bassa. Nei settori benestanti di molti Paesi poveri, e a volte in coloro che sono riusciti a uscire dalla povertร , si riscontra lโ€™incapacitร  di accettare caratteristiche e processi propri, cadendo in un disprezzo della propria identitร  culturale, come se fosse la causa di tutti i mali.

52. Demolire lโ€™autostima di qualcuno รจ un modo facile di dominarlo. Dietro le tendenze che mirano ad omogeneizzare il mondo, affiorano interessi di potere che beneficiano della scarsa stima di sรฉ, nel momento stesso in cui, attraverso i media e le reti, si cerca di creare una nuova cultura al servizio dei piรน potenti. Da ciรฒ traggono vantaggio lโ€™opportunismo della speculazione finanziaria e lo sfruttamento, dove i poveri sono sempre quelli che perdono. Dโ€™altra parte, ignorare la cultura di un popolo fa sรฌ che molti leader politici non siano in grado di promuovere un progetto efficace che possa essere liberamente assunto e sostenuto nel tempo.

53. Si dimentica che ยซnon cโ€™รจ peggior alienazione che sperimentare di non avere radici, di non appartenere a nessuno. Una terra sarร  feconda, un popolo darร  frutti e sarร  in grado di generare futuro solo nella misura in cui dร  vita a relazioni di appartenenza tra i suoi membri, nella misura in cui crea legami di integrazione tra le generazioni e le diverse comunitร  che lo compongono; e anche nella misura in cui rompe le spirali che annebbiano i sensi, allontanandoci sempre gli uni dagli altriยป.[50]

Speranza

54. Malgrado queste dense ombre, che non vanno ignorate, nelle pagine seguenti desidero dare voce a tanti percorsi di speranza. Dio infatti continua a seminare nellโ€™umanitร  semi di bene. La recente pandemia ci ha permesso di recuperare e apprezzare tanti compagni e compagne di viaggio che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita. Siamo stati capaci di riconoscere che le nostre vite sono intrecciate e sostenute da persone ordinarie che, senza dubbio, hanno scritto gli avvenimenti decisivi della nostra storia condivisa: medici, infermieri e infermiere, farmacisti, addetti ai supermercati, personale delle pulizie, badanti, trasportatori, uomini e donne che lavorano per fornire servizi essenziali e sicurezza, volontari, sacerdoti, religiose,โ€ฆ hanno capito che nessuno si salva da solo.[51]

55. Invito alla speranza, che ยซci parla di una realtร  che รจ radicata nel profondo dellโ€™essere umano, indipendentemente dalle circostanze concrete e dai condizionamenti storici in cui vive. Ci parla di una sete, di unโ€™aspirazione, di un anelito di pienezza, di vita realizzata, di un misurarsi con ciรฒ che รจ grande, con ciรฒ che riempie il cuore ed eleva lo spirito verso cose grandi, come la veritร , la bontร  e la bellezza, la giustizia e lโ€™amore. [โ€ฆ] La speranza รจ audace, sa guardare oltre la comoditร  personale, le piccole sicurezze e compensazioni che restringono lโ€™orizzonte, per aprirsi a grandi ideali che rendono la vita piรน bella e dignitosaยป.[52] Camminiamo nella speranza.

CAPITOLO SECONDO

UN ESTRANEO SULLA STRADA

56. Tutto ciรฒ che ho menzionato nel capitolo precedente รจ piรน di unโ€™asettica descrizione della realtร , poichรฉ ยซle gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini dโ€™oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi รจ di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuoreยป.[53] Nellโ€™intento di cercare una luce in mezzo a ciรฒ che stiamo vivendo, e prima di impostare alcune linee di azione, intendo dedicare un capitolo a una parabola narrata da Gesรน duemila anni fa. Infatti, benchรฉ questa Lettera sia rivolta a tutte le persone di buona volontร , al di lร  delle loro convinzioni religiose, la parabola si esprime in modo tale che chiunque di noi puรฒ lasciarsene interpellare.

ยซIn quel tempo, un dottore della Legge si alzรฒ per mettere alla prova Gesรน e chiese: โ€œMaestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?โ€. Gesรน gli disse: โ€œChe cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?โ€. Costui rispose: โ€œAmerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stessoโ€. Gli disse: โ€œHai risposto bene; faโ€™ questo e vivraiโ€. Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesรน: โ€œE chi รจ mio prossimo?โ€. Gesรน riprese: โ€œUn uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passรฒ oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passรฒ oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciรฒ le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricรฒ sulla sua cavalcatura, lo portรฒ in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirรฒ fuori due denari e li diede allโ€™albergatore, dicendo: โ€˜Abbi cura di lui; ciรฒ che spenderai in piรน, te lo pagherรฒ al mio ritornoโ€™. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che รจ caduto nelle mani dei briganti?โ€. Quello rispose: โ€œChi ha avuto compassione di luiโ€. Gesรน gli disse: โ€œVaโ€™ e anche tu faโ€™ cosรฌโ€ยป (Lc 10,25-37).

Lo sfondo

57. Questa parabola raccoglie uno sfondo di secoli. Poco dopo la narrazione della creazione del mondo e dellโ€™essere umano, la Bibbia presenta la sfida delle relazioni tra di noi. Caino elimina suo fratello Abele, e risuona la domanda di Dio: ยซDovโ€™รจ Abele, tuo fratello?ยป (Gen 4,9). La risposta รจ la stessa che spesso diamo noi: ยซSono forse io il custode di mio fratello?ยป (ibid.). Con la sua domanda, Dio mette in discussione ogni tipo di determinismo o fatalismo che pretenda di giustificare lโ€™indifferenza come unica risposta possibile. Ci abilita, al contrario, a creare una cultura diversa, che ci orienti a superare le inimicizie e a prenderci cura gli uni degli altri.

58. Il libro di Giobbe ricorre al fatto di avere un medesimo Creatore come base per sostenere alcuni diritti comuni: ยซChi ha fatto me nel ventre materno, non ha fatto anche lui? Non fu lo stesso a formarci nel grembo?ยป (31,15). Molti secoli dopo, Santโ€™Ireneo si esprimerร  in modo diverso con lโ€™immagine della melodia: ยซDunque chi ama la veritร  non deve lasciarsi trasportare dalla differenza di ciascun suono nรฉ immaginare che uno sia lโ€™artefice e il creatore di questo suono e un altro lโ€™artefice e il creatore dellโ€™altro [โ€ฆ], ma deve pensare che lo ha fatto uno soloยป.[54]

59. Nelle tradizioni ebraiche, lโ€™imperativo di amare lโ€™altro e prendersene cura sembrava limitarsi alle relazioni tra i membri di una medesima nazione. Lโ€™antico precetto ยซamerai il tuo prossimo come te stessoยป (Lv 19,18) si intendeva ordinariamente riferito ai connazionali. Tuttavia, specialmente nel giudaismo sviluppatosi fuori dalla terra dโ€™Israele, i confini si andarono ampliando. Comparve lโ€™invito a non fare agli altri ciรฒ che non vuoi sia fatto a te (cfr Tb 4,15). Il saggio Hillel (I sec. a.C.) diceva al riguardo: ยซQuesto รจ la Legge e i Profeti. Tutto il resto รจ commentoยป.[55] Il desiderio di imitare gli atteggiamenti divini condusse a superare quella tendenza a limitarsi ai piรน vicini: ยซLa misericordia dellโ€™uomo riguarda il suo prossimo, la misericordia del Signore ogni essere viventeยป (Sir 18,13).

60. Nel Nuovo Testamento, il precetto di Hillel ha trovato espressione positiva: ยซTutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti รจ la Legge e i Profetiยป (Mt 7,12). Tale appello รจ universale, tende ad abbracciare tutti, solo per la loro condizione umana, perchรฉ lโ€™Altissimo, il Padre celeste ยซfa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoniยป (Mt 5,45). E di conseguenza si esige: ยซSiate misericordiosi, come il Padre vostro รจ misericordiosoยป (Lc 6,36).

61. Cโ€™รจ una motivazione per allargare il cuore in modo che non escluda lo straniero, e la si puรฒ trovare giร  nei testi piรน antichi della Bibbia. รˆ dovuta al costante ricordo del popolo ebraico di aver vissuto come straniero in Egitto:

ยซNon molesterai il forestiero nรฉ lโ€™opprimerai, perchรฉ voi siete stati forestieri in terra dโ€™Egittoยป (Es 22,20).

ยซNon opprimerai il forestiero: anche voi conoscete la vita del forestiero, perchรฉ siete stati forestieri in terra dโ€™Egittoยป (Es 23,9).

ยซQuando un forestiero dimorerร  presso di voi nella vostra terra, non lo opprimerete. Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che รจ nato tra voi; tu lโ€™amerai come te stesso, perchรฉ anche voi siete stati forestieri in terra dโ€™Egittoยป (Lv 19,33-34).

ยซQuando vendemmierai la tua vigna, non tornerai indietro a racimolare. Sarร  per il forestiero, per lโ€™orfano e per la vedova. Ricordati che sei stato schiavo nella terra dโ€™Egittoยป (Dt 24,21-22).

Nel Nuovo Testamento risuona con forza lโ€™appello allโ€™amore fraterno:

ยซTutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: Amerai il tuo prossimo come te stessoยป (Gal 5,14).

ยซChi ama suo fratello, rimane nella luce e non vi รจ in lui occasione dโ€™inciampo. Ma chi odia suo fratello, รจ nelle tenebreยป (1 Gv 2,10-11).

ยซNoi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perchรฉ amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morteยป (1 Gv 3,14).

ยซChi infatti non ama il proprio fratello che vede, non puรฒ amare Dio che non vedeยป (1 Gv 4,20).

62. Anche questa proposta di amore poteva essere fraintesa. Non per nulla, davanti alla tentazione delle prime comunitร  cristiane di formare gruppi chiusi e isolati, San Paolo esortava i suoi discepoli ad avere caritร  tra di loro ยซe verso tuttiยป (1 Ts 3,12); e nella comunitร  di Giovanni si chiedeva che fossero accolti bene i ยซfratelli, benchรฉ stranieriยป (3 Gv 5). Tale contesto aiuta a comprendere il valore della parabola del buon samaritano: allโ€™amore non importa se il fratello ferito viene da qui o da lร . Perchรฉ รจ lโ€™ยซamore che rompe le catene che ci isolano e ci separano, gettando ponti; amore che ci permette di costruire una grande famiglia in cui tutti possiamo sentirci a casa [โ€ฆ]. Amore che sa di compassione e di dignitร ยป.[56]

Lโ€™abbandonato

63. Gesรน racconta che cโ€™era un uomo ferito, a terra lungo la strada, che era stato assalito. Passarono diverse persone accanto a lui ma se ne andarono, non si fermarono. Erano persone con funzioni importanti nella societร , che non avevano nel cuore lโ€™amore per il bene comune. Non sono state capaci di perdere alcuni minuti per assistere il ferito o almeno per cercare aiuto. Uno si รจ fermato, gli ha donato vicinanza, lo ha curato con le sue stesse mani, ha pagato di tasca propria e si รจ occupato di lui. Soprattutto gli ha dato una cosa su cui in questo mondo frettoloso lesiniamo tanto: gli ha dato il proprio tempo. Sicuramente egli aveva i suoi programmi per usare quella giornata secondo i suoi bisogni, impegni o desideri. Ma รจ stato capace di mettere tutto da parte davanti a quel ferito, e senza conoscerlo lo ha considerato degno di ricevere il dono del suo tempo.

64. Con chi ti identifichi? Questa domanda รจ dura, diretta e decisiva. A quale di loro assomigli? Dobbiamo riconoscere la tentazione che ci circonda di disinteressarci degli altri, specialmente dei piรน deboli. Diciamolo, siamo cresciuti in tanti aspetti ma siamo analfabeti nellโ€™accompagnare, curare e sostenere i piรน fragili e deboli delle nostre societร  sviluppate. Ci siamo abituati a girare lo sguardo, a passare accanto, a ignorare le situazioni finchรฉ queste non ci toccano direttamente.

65. Aggrediscono una persona per la strada, e molti scappano come se non avessero visto nulla. Spesso ci sono persone che investono qualcuno con la loro automobile e fuggono. Pensano solo a non avere problemi, non importa se un essere umano muore per colpa loro. Questi perรฒ sono segni di uno stile di vita generalizzato, che si manifesta in vari modi, forse piรน sottili. Inoltre, poichรฉ tutti siamo molto concentrati sulle nostre necessitร , vedere qualcuno che soffre ci dร  fastidio, ci disturba, perchรฉ non vogliamo perdere tempo per colpa dei problemi altrui. Questi sono sintomi di una societร  malata, perchรฉ mira a costruirsi voltando le spalle al dolore.

66. Meglio non cadere in questa miseria. Guardiamo il modello del buon samaritano. รˆ un testo che ci invita a far risorgere la nostra vocazione di cittadini del nostro Paese e del mondo intero, costruttori di un nuovo legame sociale. รˆ un richiamo sempre nuovo, benchรฉ sia scritto come legge fondamentale del nostro essere: che la societร  si incammini verso il perseguimento del bene comune e, a partire da questa finalitร , ricostruisca sempre nuovamente il suo ordine politico e sociale, il suo tessuto di relazioni, il suo progetto umano. Coi suoi gesti il buon samaritano ha mostrato che ยซlโ€™esistenza di ciascuno di noi รจ legata a quella degli altri: la vita non รจ tempo che passa, ma tempo di incontroยป.[57]

67. Questa parabola รจ unโ€™icona illuminante, capace di mettere in evidenza lโ€™opzione di fondo che abbiamo bisogno di compiere per ricostruire questo mondo che ci dร  pena. Davanti a tanto dolore, a tante ferite, lโ€™unica via di uscita รจ essere come il buon samaritano. Ogni altra scelta conduce o dalla parte dei briganti oppure da quella di coloro che passano accanto senza avere compassione del dolore dellโ€™uomo ferito lungo la strada. La parabola ci mostra con quali iniziative si puรฒ rifare una comunitร  a partire da uomini e donne che fanno propria la fragilitร  degli altri, che non lasciano edificare una societร  di esclusione, ma si fanno prossimi e rialzano e riabilitano lโ€™uomo caduto, perchรฉ il bene sia comune. Nello stesso tempo, la parabola ci mette in guardia da certi atteggiamenti di persone che guardano solo a sรฉ stesse e non si fanno carico delle esigenze ineludibili della realtร  umana.

68. Il racconto, diciamolo chiaramente, non fa passare un insegnamento di ideali astratti, nรฉ si circoscrive alla funzionalitร  di una morale etico-sociale. Ci rivela una caratteristica essenziale dellโ€™essere umano, tante volte dimenticata: siamo stati fatti per la pienezza che si raggiunge solo nellโ€™amore. Vivere indifferenti davanti al dolore non รจ una scelta possibile; non possiamo lasciare che qualcuno rimanga โ€œai margini della vitaโ€. Questo ci deve indignare, fino a farci scendere dalla nostra serenitร  per sconvolgerci con la sofferenza umana. Questo รจ dignitร .

Una storia che si ripete

69. La narrazione รจ semplice e lineare, ma contiene tutta la dinamica della lotta interiore che avviene nellโ€™elaborazione della nostra identitร , in ogni esistenza proiettata sulla via per realizzare la fraternitร  umana. Una volta incamminati, ci scontriamo, immancabilmente, con lโ€™uomo ferito. Oggi, e sempre di piรน, ci sono persone ferite. Lโ€™inclusione o lโ€™esclusione di chi soffre lungo la strada definisce tutti i progetti economici, politici, sociali e religiosi. Ogni giorno ci troviamo davanti alla scelta di essere buoni samaritani oppure viandanti indifferenti che passano a distanza. E se estendiamo lo sguardo alla totalitร  della nostra storia e al mondo nel suo insieme, tutti siamo o siamo stati come questi personaggi: tutti abbiamo qualcosa dellโ€™uomo ferito, qualcosa dei briganti, qualcosa di quelli che passano a distanza e qualcosa del buon samaritano.

70. รˆ interessante come le differenze tra i personaggi del racconto risultino completamente trasformate nel confronto con la dolorosa manifestazione dellโ€™uomo caduto, umiliato. Non cโ€™รจ piรน distinzione tra abitante della Giudea e abitante della Samaria, non cโ€™รจ sacerdote nรฉ commerciante; semplicemente ci sono due tipi di persone: quelle che si fanno carico del dolore e quelle che passano a distanza; quelle che si chinano riconoscendo lโ€™uomo caduto e quelle che distolgono lo sguardo e affrettano il passo. In effetti, le nostre molteplici maschere, le nostre etichette e i nostri travestimenti cadono: รจ lโ€™ora della veritร . Ci chineremo per toccare e curare le ferite degli altri? Ci chineremo per caricarci sulle spalle gli uni gli altri? Questa รจ la sfida attuale, di cui non dobbiamo avere paura. Nei momenti di crisi la scelta diventa incalzante: potremmo dire che, in questo momento, chiunque non รจ brigante e chiunque non passa a distanza, o รจ ferito o sta portando sulle sue spalle qualche ferito.

71. La storia del buon samaritano si ripete: risulta sempre piรน evidente che lโ€™incuranza sociale e politica fa di molti luoghi del mondo delle strade desolate, dove le dispute interne e internazionali e i saccheggi di opportunitร  lasciano tanti emarginati a terra sul bordo della strada. Nella sua parabola, Gesรน non presenta vie alternative, come ad esempio: che cosa sarebbe stato di quellโ€™uomo gravemente ferito o di colui che lo ha aiutato se lโ€™ira o la sete di vendetta avessero trovato spazio nei loro cuori? Egli ha fiducia nella parte migliore dello spirito umano e con la parabola la incoraggia affinchรฉ aderisca allโ€™amore, recuperi il sofferente e costruisca una societร  degna di questo nome.

I personaggi

72. La parabola comincia con i briganti. Il punto di partenza che Gesรน sceglie รจ unโ€™aggressione giร  consumata. Non fa sรฌ che ci fermiamo a lamentarci del fatto, non dirige il nostro sguardo verso i briganti. Li conosciamo. Abbiamo visto avanzare nel mondo le dense ombre dellโ€™abbandono, della violenza utilizzata per meschini interessi di potere, accumulazione e divisione. La domanda potrebbe essere: lasceremo la persona ferita a terra per correre ciascuno a ripararsi dalla violenza o a inseguire i banditi? Sarร  quel ferito la giustificazione delle nostre divisioni inconciliabili, delle nostre indifferenze crudeli, dei nostri scontri intestini?

73. Poi la parabola ci fa fissare chiaramente lo sguardo su quelli che passano a distanza. Questa pericolosa indifferenza di andare oltre senza fermarsi, innocente o meno, frutto del disprezzo o di una triste distrazione, fa dei personaggi del sacerdote e del levita un non meno triste riflesso di quella distanza che isola dalla realtร . Ci sono tanti modi di passare a distanza, complementari tra loro. Uno รจ ripiegarsi su di sรฉ, disinteressarsi degli altri, essere indifferenti. Un altro sarebbe guardare solamente al di fuori. Riguardo a questโ€™ultimo modo di passare a distanza, in alcuni Paesi, o in certi settori di essi, cโ€™รจ un disprezzo dei poveri e della loro cultura, e un vivere con lo sguardo rivolto al di fuori, come se un progetto di Paese importato tentasse di occupare il loro posto. Cosรฌ si puรฒ giustificare lโ€™indifferenza di alcuni, perchรฉ quelli che potrebbero toccare il loro cuore con le loro richieste semplicemente non esistono. Sono fuori dal loro orizzonte di interessi.

74. In quelli che passano a distanza cโ€™รจ un particolare che non possiamo ignorare: erano persone religiose. Di piรน, si dedicavano a dare culto a Dio: un sacerdote e un levita. Questo รจ degno di speciale nota: indica che il fatto di credere in Dio e di adorarlo non garantisce di vivere come a Dio piace. Una persona di fede puรฒ non essere fedele a tutto ciรฒ la fede stessa esige, e tuttavia puรฒ sentirsi vicina a Dio e ritenersi piรน degna degli altri. Ci sono invece dei modi di vivere la fede che favoriscono lโ€™apertura del cuore ai fratelli, e quella sarร  la garanzia di unโ€™autentica apertura a Dio. San Giovanni Crisostomo giunse ad esprimere con grande chiarezza tale sfida che si presenta ai cristiani: ยซVolete onorare veramente il corpo di Cristo? Non disprezzatelo quando รจ nudo. Non onoratelo nel tempio con paramenti di seta, mentre fuori lo lasciate a patire il freddo e la nuditร ยป.[58] Il paradosso รจ che, a volte, coloro che dicono di non credere possono vivere la volontร  di Dio meglio dei credenti.

75. I โ€œbriganti della stradaโ€ hanno di solito come segreti alleati quelli che โ€œpassano per la strada guardando dallโ€™altra parteโ€. Si chiude il cerchio tra quelli che usano e ingannano la societร  per prosciugarla e quelli che pensano di mantenere la purezza nella loro funzione critica, ma nello stesso tempo vivono di quel sistema e delle sue risorse. Cโ€™รจ una triste ipocrisia lร  dove lโ€™impunitร  del delitto, dellโ€™uso delle istituzioni per interessi personali o corporativi, e altri mali che non riusciamo a eliminare, si uniscono a un permanente squalificare tutto, al costante seminare sospetti propagando la diffidenza e la perplessitร . Allโ€™inganno del โ€œtutto va maleโ€ corrisponde un โ€œnessuno puรฒ aggiustare le coseโ€, โ€œche posso fare io?โ€. In tal modo, si alimenta il disincanto e la mancanza di speranza, e ciรฒ non incoraggia uno spirito di solidarietร  e di generositร . Far sprofondare un popolo nello scoraggiamento รจ la chiusura di un perfetto circolo vizioso: cosรฌ opera la dittatura invisibile dei veri interessi occulti, che si sono impadroniti delle risorse e della capacitร  di avere opinioni e di pensare.

76. Guardiamo infine allโ€™uomo ferito. A volte ci sentiamo come lui, gravemente feriti e a terra sul bordo della strada. Ci sentiamo anche abbandonati dalle nostre istituzioni sguarnite e carenti, o rivolte al servizio degli interessi di pochi, allโ€™esterno e allโ€™interno. Infatti, ยซnella societร  globalizzata, esiste una maniera elegante di guardare dallโ€™altra parte che si pratica abitualmente: sotto il rivestimento del politicamente corretto o delle mode ideologiche, si guarda alla persona che soffre senza toccarla, la si mostra in televisione in diretta, si adotta anche un discorso allโ€™apparenza tollerante e pieno di eufemismiยป.[59]

Ricominciare

77. Ogni giorno ci viene offerta una nuova opportunitร , una nuova tappa. Non dobbiamo aspettare tutto da coloro che ci governano, sarebbe infantile. Godiamo di uno spazio di corresponsabilitร  capace di avviare e generare nuovi processi e trasformazioni. Dobbiamo essere parte attiva nella riabilitazione e nel sostegno delle societร  ferite. Oggi siamo di fronte alla grande occasione di esprimere il nostro essere fratelli, di essere altri buoni samaritani che prendono su di sรฉ il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti. Come il viandante occasionale della nostra storia, ci vuole solo il desiderio gratuito, puro e semplice di essere popolo, di essere costanti e instancabili nellโ€™impegno di includere, di integrare, di risollevare chi รจ caduto; anche se tante volte ci troviamo immersi e condannati a ripetere la logica dei violenti, di quanti nutrono ambizioni solo per sรฉ stessi e diffondono la confusione e la menzogna. Che altri continuino a pensare alla politica o allโ€™economia per i loro giochi di potere. Alimentiamo ciรฒ che รจ buono e mettiamoci al servizio del bene.

78. รˆ possibile cominciare dal basso e caso per caso, lottare per ciรฒ che รจ piรน concreto e locale, fino allโ€™ultimo angolo della patria e del mondo, con la stessa cura che il viandante di Samaria ebbe per ogni piaga dellโ€™uomo ferito. Cerchiamo gli altri e facciamoci carico della realtร  che ci spetta, senza temere il dolore o lโ€™impotenza, perchรฉ lรฌ cโ€™รจ tutto il bene che Dio ha seminato nel cuore dellโ€™essere umano. Le difficoltร  che sembrano enormi sono lโ€™opportunitร  per crescere, e non la scusa per la tristezza inerte che favorisce la sottomissione. Perรฒ non facciamolo da soli, individualmente. Il samaritano cercรฒ un affittacamere che potesse prendersi cura di quellโ€™uomo, come noi siamo chiamati a invitare e incontrarci in un โ€œnoiโ€ che sia piรน forte della somma di piccole individualitร ; ricordiamoci che ยซil tutto รจ piรน delle parti, ed รจ anche piรน della loro semplice sommaยป.[60] Rinunciamo alla meschinitร  e al risentimento dei particolarismi sterili, delle contrapposizioni senza fine. Smettiamo di nascondere il dolore delle perdite e facciamoci carico dei nostri delitti, della nostra ignavia e delle nostre menzogne. La riconciliazione riparatrice ci farร  risorgere e farร  perdere la paura a noi stessi e agli altri.

79. Il samaritano della strada se ne andรฒ senza aspettare riconoscimenti o ringraziamenti. La dedizione al servizio era la grande soddisfazione davanti al suo Dio e alla sua vita, e per questo un dovere. Tutti abbiamo una responsabilitร  riguardo a quel ferito che รจ il popolo stesso e tutti i popoli della terra. Prendiamoci cura della fragilitร  di ogni uomo, di ogni donna, di ogni bambino e di ogni anziano, con quellโ€™atteggiamento solidale e attento, lโ€™atteggiamento di prossimitร  del buon samaritano.

Il prossimo senza frontiere

80. Gesรน propose questa parabola per rispondere a una domanda: chi รจ il mio prossimo? La parola โ€œprossimoโ€ nella societร  dellโ€™epoca di Gesรน indicava di solito chi รจ piรน vicino, prossimo. Si intendeva che lโ€™aiuto doveva rivolgersi anzitutto a chi appartiene al proprio gruppo, alla propria razza. Un samaritano, per alcuni giudei di allora, era considerato una persona spregevole, impura, e pertanto non era compreso tra i vicini ai quali si doveva dare aiuto. Il giudeo Gesรน rovescia completamente questa impostazione: non ci chiama a domandarci chi sono quelli vicini a noi, bensรฌ a farci noi vicini, prossimi.

81. La proposta รจ quella di farsi presenti alla persona bisognosa di aiuto, senza guardare se fa parte della propria cerchia di appartenenza. In questo caso, il samaritano รจ stato colui che si รจ fatto prossimo del giudeo ferito. Per rendersi vicino e presente, ha attraversato tutte le barriere culturali e storiche. La conclusione di Gesรน รจ una richiesta: ยซVaโ€™ e anche tu faโ€™ cosรฌยป (Lc 10,37). Vale a dire, ci interpella perchรฉ mettiamo da parte ogni differenza e, davanti alla sofferenza, ci facciamo vicini a chiunque. Dunque, non dico piรน che ho dei โ€œprossimiโ€ da aiutare, ma che mi sento chiamato a diventare io un prossimo degli altri.

82. Il problema รจ che, espressamente, Gesรน mette in risalto che lโ€™uomo ferito era un giudeo โ€“ abitante della Giudea โ€“ mentre colui che si fermรฒ e lo aiutรฒ era un samaritano โ€“ abitante della Samaria โ€“. Questo particolare ha una grandissima importanza per riflettere su un amore che si apre a tutti. I samaritani abitavano una regione che era stata contaminata da riti pagani, e per i giudei ciรฒ li rendeva impuri, detestabili, pericolosi. Difatti, un antico testo ebraico che menziona nazioni degne di disprezzo si riferisce a Samaria affermando per di piรน che ยซnon รจ neppure un popoloยป (Sir 50,25), e aggiunge che รจ ยซil popolo stolto che abita a Sichemยป (v. 26).

83. Questo spiega perchรฉ una donna samaritana, quando Gesรน le chiese da bere, rispose enfaticamente: ยซCome mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?ยป (Gv 4,9). Quelli che cercavano accuse che potessero screditare Gesรน, la cosa piรน offensiva che trovarono fu di dirgli ยซindemoniatoยป e ยซsamaritanoยป (Gv 8,48). Pertanto, questo incontro misericordioso tra un samaritano e un giudeo รจ una potente provocazione, che smentisce ogni manipolazione ideologica, affinchรฉ allarghiamo la nostra cerchia, dando alla nostra capacitร  di amare una dimensione universale, in grado di superare tutti i pregiudizi, tutte le barriere storiche o culturali, tutti gli interessi meschini.

Lโ€™appello del forestiero

84. Infine, ricordo che in un altro passo del Vangelo Gesรน dice: ยซEro straniero e mi avete accoltoยป (Mt 25,35). Gesรน poteva dire queste parole perchรฉ aveva un cuore aperto che faceva propri i drammi degli altri. San Paolo esortava: ยซRallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel piantoยป (Rm 12,15). Quando il cuore assume tale atteggiamento, รจ capace di identificarsi con lโ€™altro senza badare a dove รจ nato o da dove viene. Entrando in questa dinamica, in definitiva sperimenta che gli altri sono โ€œsua stessa carneโ€ (cfr Is 58,7).

85. Per i cristiani, le parole di Gesรน hanno anche unโ€™altra dimensione, trascendente. Implicano il riconoscere Cristo stesso in ogni fratello abbandonato o escluso (cfr Mt 25,40.45). In realtร , la fede colma di motivazioni inaudite il riconoscimento dellโ€™altro, perchรฉ chi crede puรฒ arrivare a riconoscere che Dio ama ogni essere umano con un amore infinito e che ยซgli conferisce con ciรฒ una dignitร  infinitaยป.[61] A ciรฒ si aggiunge che crediamo che Cristo ha versato il suo sangue per tutti e per ciascuno, e quindi nessuno resta fuori dal suo amore universale. E se andiamo alla fonte ultima, che รจ la vita intima di Dio, ci incontriamo con una comunitร  di tre Persone, origine e modello perfetto di ogni vita in comune. La teologia continua ad arricchirsi grazie alla riflessione su questa grande veritร .

86. A volte mi rattrista il fatto che, pur dotata di tali motivazioni, la Chiesa ha avuto bisogno di tanto tempo per condannare con forza la schiavitรน e diverse forme di violenza. Oggi, con lo sviluppo della spiritualitร  e della teologia, non abbiamo scuse. Tuttavia, ci sono ancora coloro che ritengono di sentirsi incoraggiati o almeno autorizzati dalla loro fede a sostenere varie forme di nazionalismo chiuso e violento, atteggiamenti xenofobi, disprezzo e persino maltrattamenti verso coloro che sono diversi. La fede, con lโ€™umanesimo che ispira, deve mantenere vivo un senso critico davanti a queste tendenze e aiutare a reagire rapidamente quando cominciano a insinuarsi. Perciรฒ รจ importante che la catechesi e la predicazione includano in modo piรน diretto e chiaro il senso sociale dellโ€™esistenza, la dimensione fraterna della spiritualitร , la convinzione sullโ€™inalienabile dignitร  di ogni persona e le motivazioni per amare e accogliere tutti.

CAPITOLO TERZO

PENSARE E GENERARE UN MONDO APERTO

87. Un essere umano รจ fatto in modo tale che non si realizza, non si sviluppa e non puรฒ trovare la propria pienezza ยซse non attraverso un dono sincero di sรฉยป.[62] E ugualmente non giunge a riconoscere a fondo la propria veritร  se non nellโ€™incontro con gli altri: ยซNon comunico effettivamente con me stesso se non nella misura in cui comunico con lโ€™altroยป.[63] Questo spiega perchรฉ nessuno puรฒ sperimentare il valore della vita senza volti concreti da amare. Qui sta un segreto dellโ€™autentica esistenza umana, perchรฉ ยซla vita sussiste dove cโ€™รจ legame, comunione, fratellanza; ed รจ una vita piรน forte della morte quando รจ costruita su relazioni vere e legami di fedeltร . Al contrario, non cโ€™รจ vita dove si ha la pretesa di appartenere solo a sรฉ stessi e di vivere come isole: in questi atteggiamenti prevale la morteยป.[64]

Al di lร 

88. Dallโ€™intimo di ogni cuore, lโ€™amore crea legami e allarga lโ€™esistenza quando fa uscire la persona da sรฉ stessa verso lโ€™altro.[65] Siamo fatti per lโ€™amore e cโ€™รจ in ognuno di noi ยซuna specie di legge di โ€œestasiโ€: uscire da se stessi per trovare negli altri un accrescimento di essereยป.[66] Perciรฒ ยซin ogni caso lโ€™uomo deve pure decidersi una volta ad uscire dโ€™un balzo da se stessoยป.[67]

89. Dโ€™altra parte, non posso ridurre la mia vita alla relazione con un piccolo gruppo e nemmeno alla mia famiglia, perchรฉ รจ impossibile capire me stesso senza un tessuto piรน ampio di relazioni: non solo quello attuale ma anche quello che mi precede e che รจ andato configurandomi nel corso della mia vita. La mia relazione con una persona che stimo non puรฒ ignorare che quella persona non vive solo per la sua relazione con me, nรฉ io vivo soltanto rapportandomi con lei. La nostra relazione, se รจ sana e autentica, ci apre agli altri che ci fanno crescere e ci arricchiscono. Il piรน nobile senso sociale oggi facilmente rimane annullato dietro intimismi egoistici con lโ€™apparenza di relazioni intense. Invece, lโ€™amore che รจ autentico, che aiuta a crescere, e le forme piรน nobili di amicizia abitano cuori che si lasciano completare. Il legame di coppia e di amicizia รจ orientato ad aprire il cuore attorno a sรฉ, a renderci capaci di uscire da noi stessi fino ad accogliere tutti. I gruppi chiusi e le coppie autoreferenziali, che si costituiscono come un โ€œnoiโ€ contrapposto al mondo intero, di solito sono forme idealizzate di egoismo e di mera autoprotezione.

90. Non รจ un caso che molte piccole popolazioni sopravvissute in zone desertiche abbiano sviluppato una generosa capacitร  di accoglienza nei confronti dei pellegrini di passaggio, dando cosรฌ un segno esemplare del sacro dovere dellโ€™ospitalitร . Lo hanno vissuto anche le comunitร  monastiche medievali, come si riscontra nella Regola di San Benedetto. Benchรฉ potesse disturbare lโ€™ordine e il silenzio dei monasteri, Benedetto esigeva che i poveri e i pellegrini fossero trattati ยซcon tutto il riguardo e la premura possibiliยป.[68] Lโ€™ospitalitร  รจ un modo concreto di non privarsi di questa sfida e di questo dono che รจ lโ€™incontro con lโ€™umanitร  al di lร  del proprio gruppo. Quelle persone riconoscevano che tutti i valori che potevano coltivare dovevano essere accompagnati da questa capacitร  di trascendersi in unโ€™apertura agli altri.

Il valore unico dellโ€™amore

91. Le persone possono sviluppare alcuni atteggiamenti che presentano come valori morali: fortezza, sobrietร , laboriositร  e altre virtรน. Ma per orientare adeguatamente gli atti delle varie virtรน morali, bisogna considerare anche in quale misura essi realizzino un dinamismo di apertura e di unione verso altre persone. Tale dinamismo รจ la caritร  che Dio infonde. Altrimenti, avremo forse solo unโ€™apparenza di virtรน, e queste saranno incapaci di costruire la vita in comune. Perciรฒ San Tommaso dโ€™Aquino โ€“ citando Santโ€™Agostino โ€“ diceva che la temperanza di una persona avara non รจ neppure virtuosa.[69] San Bonaventura, con altre parole, spiegava che le altre virtรน, senza la caritร , a rigore non adempiono i comandamenti ยซcome Dio li intendeยป.[70]

92. La statura spirituale di unโ€™esistenza umana รจ definita dallโ€™amore, che in ultima analisi รจ ยซil criterio per la decisione definitiva sul valore o il disvalore di una vita umanaยป.[71] Tuttavia, ci sono credenti che pensano che la loro grandezza consista nellโ€™imporre le proprie ideologie agli altri, o nella difesa violenta della veritร , o in grandi dimostrazioni di forza. Tutti noi credenti dobbiamo riconoscere questo: al primo posto cโ€™รจ lโ€™amore, ciรฒ che mai devโ€™essere messo a rischio รจ lโ€™amore, il pericolo piรน grande รจ non amare (cfr 1 Cor 13,1-13).

93. Cercando di precisare in che cosa consista lโ€™esperienza di amare, che Dio rende possibile con la sua grazia, San Tommaso dโ€™Aquino la spiegava come un movimento che pone lโ€™attenzione sullโ€™altro ยซconsiderandolo come unโ€™unica cosa con sรฉ stessoยป.[72] Lโ€™attenzione affettiva che si presta allโ€™altro provoca un orientamento a ricercare gratuitamente il suo bene. Tutto ciรฒ parte da una stima, da un apprezzamento, che in definitiva รจ quello che sta dietro la parola โ€œcaritร โ€: lโ€™essere amato รจ per me โ€œcaroโ€, vale a dire che lo considero di grande valore.[73] E ยซdallโ€™amore per cui a uno รจ gradita una data persona derivano le gratificazioni verso di essaยป.[74]

94. Lโ€™amore implica dunque qualcosa di piรน che una serie di azioni benefiche. Le azioni derivano da unโ€™unione che inclina sempre piรน verso lโ€™altro considerandolo prezioso, degno, gradito e bello, al di lร  delle apparenze fisiche o morali. Lโ€™amore allโ€™altro per quello che รจ ci spinge a cercare il meglio per la sua vita. Solo coltivando questo modo di relazionarci renderemo possibile lโ€™amicizia sociale che non esclude nessuno e la fraternitร  aperta a tutti.

La progressiva apertura dellโ€™amore

95. Lโ€™amore, infine, ci fa tendere verso la comunione universale. Nessuno matura nรฉ raggiunge la propria pienezza isolandosi. Per sua stessa dinamica, lโ€™amore esige una progressiva apertura, maggiore capacitร  di accogliere gli altri, in unโ€™avventura mai finita che fa convergere tutte le periferie verso un pieno senso di reciproca appartenenza. Gesรน ci ha detto: ยซVoi siete tutti fratelliยป (Mt 23,8).

96. Questo bisogno di andare oltre i propri limiti vale anche per le varie regioni e i vari Paesi. Di fatto, ยซil numero sempre crescente di interconnessioni e di comunicazioni che avviluppano il nostro pianeta rende piรน palpabile la consapevolezza dellโ€™unitร  e della condivisione di un comune destino tra le Nazioni della terra. Nei dinamismi della storia, pur nella diversitร  delle etnie, delle societร  e delle culture, vediamo seminata cosรฌ la vocazione a formare una comunitร  composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altriยป.[75]

Societร  aperte che integrano tutti

97. Ci sono periferie che si trovano vicino a noi, nel centro di una cittร , o nella propria famiglia. Cโ€™รจ anche un aspetto dellโ€™apertura universale dellโ€™amore che non รจ geografico ma esistenziale. รˆ la capacitร  quotidiana di allargare la mia cerchia, di arrivare a quelli che spontaneamente non sento parte del mio mondo di interessi, benchรฉ siano vicino a me. Dโ€™altra parte, ogni fratello o sorella sofferente, abbandonato o ignorato dalla mia societร  รจ un forestiero esistenziale, anche se รจ nato nello stesso Paese. Puรฒ essere un cittadino con tutte le carte in regola, perรฒ lo fanno sentire come uno straniero nella propria terra. Il razzismo รจ un virus che muta facilmente e invece di sparire si nasconde, ma รจ sempre in agguato.

98. Voglio ricordare quegli โ€œesiliati occultiโ€ che vengono trattati come corpi estranei della societร .[76] Tante persone con disabilitร  ยซsentono di esistere senza appartenere e senza partecipareยป. Ci sono ancora molte cose ยซche [impediscono] loro una cittadinanza pienaยป. Lโ€™obiettivo รจ non solo assisterli, ma la loro ยซpartecipazione attiva alla comunitร  civile ed ecclesiale. รˆ un cammino esigente e anche faticoso, che contribuirร  sempre piรน a formare coscienze capaci di riconoscere ognuno come persona unica e irripetibileยป. Ugualmente penso alle persone anziane ยซche, anche a motivo della disabilitร , sono sentite a volte come un pesoยป. Tuttavia, tutti possono dare ยซun singolare apporto al bene comune attraverso la propria originale biografiaยป. Mi permetto di insistere: bisogna ยซavere il coraggio di dare voce a quanti sono discriminati per la condizione di disabilitร , perchรฉ purtroppo in alcune Nazioni, ancora oggi, si stenta a riconoscerli come persone di pari dignitร ยป.[77]

Comprensioni inadeguate di un amore universale

99. Lโ€™amore che si estende al di lร  delle frontiere ha come base ciรฒ che chiamiamo โ€œamicizia socialeโ€ in ogni cittร  e in ogni Paese. Quando รจ genuina, questa amicizia sociale allโ€™interno di una societร  รจ condizione di possibilitร  di una vera apertura universale. Non si tratta del falso universalismo di chi ha bisogno di viaggiare continuamente perchรฉ non sopporta e non ama il proprio popolo. Chi guarda il suo popolo con disprezzo, stabilisce nella propria societร  categorie di prima e di seconda classe, di persone con piรน o meno dignitร  e diritti. In tal modo nega che ci sia spazio per tutti.

100. Neppure sto proponendo un universalismo autoritario e astratto, dettato o pianificato da alcuni e presentato come un presunto ideale allo scopo di omogeneizzare, dominare e depredare. Cโ€™รจ un modello di globalizzazione che ยซmira consapevolmente a unโ€™uniformitร  unidimensionale e cerca di eliminare tutte le differenze e le tradizioni in una superficiale ricerca di unitร . [โ€ฆ] Se una globalizzazione pretende di rendere tutti uguali, come se fosse una sfera, questa globalizzazione distrugge la peculiaritร  di ciascuna persona e di ciascun popoloยป.[78] Questo falso sogno universalistico finisce per privare il mondo della varietร  dei suoi colori, della sua bellezza e in definitiva della sua umanitร . Perchรฉ ยซil futuro non รจ โ€œmonocromaticoโ€, ma, se ne abbiamo il coraggio, รจ possibile guardarlo nella varietร  e nella diversitร  degli apporti che ciascuno puรฒ dare. Quanto ha bisogno la nostra famiglia umana di imparare a vivere insieme in armonia e pace senza che dobbiamo essere tutti uguali!ยป.[79]

Andare oltre un mondo di soci

101. Riprendiamo ora la parabola del buon samaritano, che ha ancora molto da proporci. Cโ€™era un uomo ferito sulla strada. I personaggi che passavano accanto a lui non si concentravano sulla chiamata interiore a farsi vicini, ma sulla loro funzione, sulla posizione sociale che occupavano, su una professione di prestigio nella societร . Si sentivano importanti per la societร  di quel tempo e ciรฒ che premeva loro era il ruolo che dovevano svolgere. Lโ€™uomo ferito e abbandonato lungo la strada era un disturbo per questo progetto, unโ€™interruzione, e da parte sua era uno che non rivestiva alcuna funzione. Era un โ€œnessunoโ€, non apparteneva a un gruppo degno di considerazione, non aveva alcun ruolo nella costruzione della storia. Nel frattempo, il samaritano generoso resisteva a queste classificazioni chiuse, anche se lui stesso restava fuori da tutte queste categorie ed era semplicemente un estraneo senza un proprio posto nella societร . Cosรฌ, libero da ogni titolo e struttura, รจ stato capace di interrompere il suo viaggio, di cambiare i suoi programmi, di essere disponibile ad aprirsi alla sorpresa dellโ€™uomo ferito che aveva bisogno di lui.

102. Quale reazione potrebbe suscitare oggi questa narrazione, in un mondo dove compaiono continuamente, e crescono, gruppi sociali che si aggrappano a unโ€™identitร  che li separa dagli altri? Come puรฒ commuovere quelli che tendono a organizzarsi in modo tale da impedire ogni presenza estranea che possa turbare questa identitร  e questa organizzazione autodifensiva e autoreferenziale? In questo schema rimane esclusa la possibilitร  di farsi prossimo, ed รจ possibile essere prossimo solo di chi permetta di consolidare i vantaggi personali. Cosรฌ la parola โ€œprossimoโ€ perde ogni significato, e acquista senso solamente la parola โ€œsocioโ€, colui che รจ associato per determinati interessi.[80]

Libertร , uguaglianza e fraternitร 

103. La fraternitร  non รจ solo il risultato di condizioni di rispetto per le libertร  individuali, e nemmeno di una certa regolata equitร . Benchรฉ queste siano condizioni di possibilitร , non bastano perchรฉ essa ne derivi come risultato necessario. La fraternitร  ha qualcosa di positivo da offrire alla libertร  e allโ€™uguaglianza. Che cosa accade senza la fraternitร  consapevolmente coltivata, senza una volontร  politica di fraternitร , tradotta in unโ€™educazione alla fraternitร , al dialogo, alla scoperta della reciprocitร  e del mutuo arricchimento come valori? Succede che la libertร  si restringe, risultando cosรฌ piuttosto una condizione di solitudine, di pura autonomia per appartenere a qualcuno o a qualcosa, o solo per possedere e godere. Questo non esaurisce affatto la ricchezza della libertร , che รจ orientata soprattutto allโ€™amore.

104. Neppure lโ€™uguaglianza si ottiene definendo in astratto che โ€œtutti gli esseri umani sono ugualiโ€, bensรฌ รจ il risultato della coltivazione consapevole e pedagogica della fraternitร . Coloro che sono capaci solamente di essere soci creano mondi chiusi. Che senso puรฒ avere in questo schema la persona che non appartiene alla cerchia dei soci e arriva sognando una vita migliore per sรฉ e per la sua famiglia?

105. Lโ€™individualismo non ci rende piรน liberi, piรน uguali, piรน fratelli. La mera somma degli interessi individuali non รจ in grado di generare un mondo migliore per tutta lโ€™umanitร . Neppure puรฒ preservarci da tanti mali che diventano sempre piรน globali. Ma lโ€™individualismo radicale รจ il virus piรน difficile da sconfiggere. Inganna. Ci fa credere che tutto consiste nel dare briglia sciolta alle proprie ambizioni, come se accumulando ambizioni e sicurezze individuali potessimo costruire il bene comune.

Amore universale che promuove le persone

106. Cโ€™รจ un riconoscimento basilare, essenziale da compiere per camminare verso lโ€™amicizia sociale e la fraternitร  universale: rendersi conto di quanto vale un essere umano, quanto vale una persona, sempre e in qualunque circostanza. Se ciascuno vale tanto, bisogna dire con chiarezza e fermezza che ยซil solo fatto di essere nati in un luogo con minori risorse o minor sviluppo non giustifica che alcune persone vivano con minore dignitร ยป.[81] Questo รจ un principio elementare della vita sociale, che viene abitualmente e in vari modi ignorato da quanti vedono che non conviene alla loro visione del mondo o non serve ai loro fini.

107. Ogni essere umano ha diritto a vivere con dignitร  e a svilupparsi integralmente, e nessun Paese puรฒ negare tale diritto fondamentale. Ognuno lo possiede, anche se รจ poco efficiente, anche se รจ nato o cresciuto con delle limitazioni; infatti ciรฒ non sminuisce la sua immensa dignitร  come persona umana, che non si fonda sulle circostanze bensรฌ sul valore del suo essere. Quando questo principio elementare non รจ salvaguardato, non cโ€™รจ futuro nรฉ per la fraternitร  nรฉ per la sopravvivenza dellโ€™umanitร .

108. Vi sono societร  che accolgono questo principio parzialmente. Accettano che ci siano opportunitร  per tutti, perรฒ sostengono che, posto questo, tutto dipende da ciascuno. Secondo tale prospettiva parziale non avrebbe senso ยซinvestire affinchรฉ quelli che rimangono indietro, i deboli o i meno dotati possano farsi strada nella vitaยป.[82] Investire a favore delle persone fragili puรฒ non essere redditizio, puรฒ comportare minore efficienza. Esige uno Stato presente e attivo, e istituzioni della societร  civile che vadano oltre la libertร  dei meccanismi efficientisti di certi sistemi economici, politici o ideologici, perchรฉ veramente si orientano prima di tutto alle persone e al bene comune.

109. Alcuni nascono in famiglie di buone condizioni economiche, ricevono una buona educazione, crescono ben nutriti, o possiedono naturalmente capacitร  notevoli. Essi sicuramente non avranno bisogno di uno Stato attivo e chiederanno solo libertร . Ma evidentemente non vale la stessa regola per una persona disabile, per chi รจ nato in una casa misera, per chi รจ cresciuto con unโ€™educazione di bassa qualitร  e con scarse possibilitร  di curare come si deve le proprie malattie. Se la societร  si regge primariamente sui criteri della libertร  di mercato e dellโ€™efficienza, non cโ€™รจ posto per costoro, e la fraternitร  sarร  tuttโ€™al piรน unโ€™espressione romantica.

110. Il fatto รจ che ยซla semplice proclamazione della libertร  economica, quando perรฒ le condizioni reali impediscono che molti possano accedervi realmente, e quando si riduce lโ€™accesso al lavoro, diventa un discorso contraddittorioยป.[83] Parole come libertร , democrazia o fraternitร  si svuotano di senso. Perchรฉ, in realtร , ยซfinchรฉ il nostro sistema economico-sociale produrrร  ancora una vittima e ci sarร  una sola persona scartata, non ci potrร  essere la festa della fraternitร  universaleยป.[84] Una societร  umana e fraterna รจ in grado di adoperarsi per assicurare in modo efficiente e stabile che tutti siano accompagnati nel percorso della loro vita, non solo per provvedere ai bisogni primari, ma perchรฉ possano dare il meglio di sรฉ, anche se il loro rendimento non sarร  il migliore, anche se andranno lentamente, anche se lo loro efficienza sarร  poco rilevante.

111. La persona umana, coi suoi diritti inalienabili, รจ naturalmente aperta ai legami. Nella sua stessa radice abita la chiamata a trascendere sรฉ stessa nellโ€™incontro con gli altri. Per questo ยซoccorre prestare attenzione per non cadere in alcuni equivoci che possono nascere da un fraintendimento del concetto di diritti umani e da un loro paradossale abuso. Vi รจ infatti oggi la tendenza verso una rivendicazione sempre piรน ampia di diritti individuali โ€“ sono tentato di dire individualistici โ€“, che cela una concezione di persona umana staccata da ogni contesto sociale e antropologico, quasi come una โ€œmonadeโ€ (monรกs), sempre piรน insensibile [โ€ฆ]. Se il diritto di ciascuno non รจ armonicamente ordinato al bene piรน grande, finisce per concepirsi senza limitazioni e dunque per diventare sorgente di conflitti e di violenzeยป.[85]

Promuovere il bene morale

112. Non possiamo tralasciare di dire che il desiderio e la ricerca del bene degli altri e di tutta lโ€™umanitร  implicano anche di adoperarsi per una maturazione delle persone e delle societร  nei diversi valori morali che conducono ad uno sviluppo umano integrale. Nel Nuovo Testamento si menziona un frutto dello Spirito Santo (cfr Gal 5,22) definito con il termine greco agathosyne. Indica lโ€™attaccamento al bene, la ricerca del bene. Piรน ancora, รจ procurare ciรฒ che vale di piรน, il meglio per gli altri: la loro maturazione, la loro crescita in una vita sana, lโ€™esercizio dei valori e non solo il benessere materiale. Cโ€™รจ unโ€™espressione latina simile: bene-volentia, cioรจ lโ€™atteggiamento di volere il bene dellโ€™altro. รˆ un forte desiderio del bene, unโ€™inclinazione verso tutto ciรฒ che รจ buono ed eccellente, che ci spinge a colmare la vita degli altri di cose belle, sublimi, edificanti.

113. In questa linea, torno a rilevare con dolore che ยซgiร  troppo a lungo siamo stati nel degrado morale, prendendoci gioco dellโ€™etica, della bontร , della fede, dellโ€™onestร , ed รจ arrivato il momento di riconoscere che questa allegra superficialitร  ci รจ servita a poco. Tale distruzione di ogni fondamento della vita sociale finisce col metterci lโ€™uno contro lโ€™altro per difendere i propri interessiยป.[86] Volgiamoci a promuovere il bene, per noi stessi e per tutta lโ€™umanitร , e cosรฌ cammineremo insieme verso una crescita genuina e integrale. Ogni societร  ha bisogno di assicurare la trasmissione dei valori, perchรฉ se questo non succede si trasmettono lโ€™egoismo, la violenza, la corruzione nelle sue varie forme, lโ€™indifferenza e, in definitiva, una vita chiusa ad ogni trascendenza e trincerata negli interessi individuali.

Il valore della solidarietร 

114. Desidero mettere in risalto la solidarietร , che ยซcome virtรน morale e atteggiamento sociale, frutto della conversione personale, esige un impegno da parte di una molteplicitร  di soggetti, che hanno responsabilitร  di carattere educativo e formativo. Il mio primo pensiero va alle famiglie, chiamate a una missione educativa primaria e imprescindibile. Esse costituiscono il primo luogo in cui si vivono e si trasmettono i valori dellโ€™amore e della fraternitร , della convivenza e della condivisione, dellโ€™attenzione e della cura dellโ€™altro. Esse sono anche lโ€™ambito privilegiato per la trasmissione della fede, cominciando da quei primi semplici gesti di devozione che le madri insegnano ai figli. Per quanto riguarda gli educatori e i formatori che, nella scuola o nei diversi centri di aggregazione infantile e giovanile, hanno lโ€™impegnativo compito di educare i bambini e i giovani, sono chiamati ad essere consapevoli che la loro responsabilitร  riguarda le dimensioni morale, spirituale e sociale della persona. I valori della libertร , del rispetto reciproco e della solidarietร  possono essere trasmessi fin dalla piรน tenera etร . [โ€ฆ] Anche gli operatori culturali e dei mezzi di comunicazione sociale hanno responsabilitร  nel campo dellโ€™educazione e della formazione, specialmente nelle societร  contemporanee, in cui lโ€™accesso a strumenti di informazione e di comunicazione รจ sempre piรน diffusoยป.[87]

115. In questi momenti, nei quali tutto sembra dissolversi e perdere consistenza, ci fa bene appellarci alla soliditร [88] che deriva dal saperci responsabili della fragilitร  degli altri cercando un destino comune. La solidarietร  si esprime concretamente nel servizio, che puรฒ assumere forme molto diverse nel modo di farsi carico degli altri. Il servizio รจ ยซin gran parte, avere cura della fragilitร . Servire significa avere cura di coloro che sono fragili nelle nostre famiglie, nella nostra societร , nel nostro popoloยป. In questo impegno ognuno รจ capace di ยซmettere da parte le sue esigenze, aspettative, i suoi desideri di onnipotenza davanti allo sguardo concreto dei piรน fragili. [โ€ฆ] Il servizio guarda sempre il volto del fratello, tocca la sua carne, sente la sua prossimitร  fino in alcuni casi a โ€œsoffrirlaโ€, e cerca la promozione del fratello. Per tale ragione il servizio non รจ mai ideologico, dal momento che non serve idee, ma personeยป.[89]

116. Gli ultimi in generale ยซpraticano quella solidarietร  tanto speciale che esiste fra quanti soffrono, tra i poveri, e che la nostra civiltร  sembra aver dimenticato, o quantomeno ha molta voglia di dimenticare. Solidarietร  รจ una parola che non sempre piace; direi che alcune volte lโ€™abbiamo trasformata in una cattiva parola, non si puรฒ dire; ma รจ una parola che esprime molto piรน che alcuni atti di generositร  sporadici. รˆ pensare e agire in termini di comunitร , di prioritร  della vita di tutti sullโ€™appropriazione dei beni da parte di alcuni. รˆ anche lottare contro le cause strutturali della povertร , la disuguaglianza, la mancanza di lavoro, della terra e della casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi. รˆ far fronte agli effetti distruttori dellโ€™Impero del denaro [โ€ฆ]. La solidarietร , intesa nel suo senso piรน profondo, รจ un modo di fare la storia, ed รจ questo che fanno i movimenti popolariยป.[90]

117. Quando parliamo di avere cura della casa comune che รจ il pianeta, ci appelliamo a quel minimo di coscienza universale e di preoccupazione per la cura reciproca che ancora puรฒ rimanere nelle persone. Infatti, se qualcuno possiede acqua in avanzo, e tuttavia la conserva pensando allโ€™umanitร , รจ perchรฉ ha raggiunto un livello morale che gli permette di andare oltre sรฉ stesso e il proprio gruppo di appartenenza. Ciรฒ รจ meravigliosamente umano! Questo stesso atteggiamento รจ quello che si richiede per riconoscere i diritti di ogni essere umano, benchรฉ sia nato al di lร  delle proprie frontiere.

Riproporre la funzione sociale della proprietร 

118. Il mondo esiste per tutti, perchรฉ tutti noi esseri umani nasciamo su questa terra con la stessa dignitร . Le differenze di colore, religione, capacitร , luogo di origine, luogo di residenza e tante altre non si possono anteporre o utilizzare per giustificare i privilegi di alcuni a scapito dei diritti di tutti. Di conseguenza, come comunitร  siamo tenuti a garantire che ogni persona viva con dignitร  e abbia opportunitร  adeguate al suo sviluppo integrale.

119. Nei primi secoli della fede cristiana, diversi sapienti hanno sviluppato un senso universale nella loro riflessione sulla destinazione comune dei beni creati.[91] Ciรฒ conduceva a pensare che, se qualcuno non ha il necessario per vivere con dignitร , รจ perchรฉ un altro se ne sta appropriando. Lo riassume San Giovanni Crisostomo dicendo che ยซnon dare ai poveri parte dei propri beni รจ rubare ai poveri, รจ privarli della loro stessa vita; e quanto possediamo non รจ nostro, ma loroยป.[92] Come pure queste parole di San Gregorio Magno: ยซQuando distribuiamo agli indigenti qualunque cosa, non elargiamo roba nostra ma restituiamo loro ciรฒ che ad essi appartieneยป.[93]

120. Di nuovo faccio mie e propongo a tutti alcune parole di San Giovanni Paolo II, la cui forza non รจ stata forse compresa: ยซDio ha dato la terra a tutto il genere umano, perchรฉ essa sostenti tutti i suoi membri, senza escludere nรฉ privilegiare nessunoยป.[94] In questa linea ricordo che ยซla tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietร  privata, e ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietร  privataยป.[95] Il principio dellโ€™uso comune dei beni creati per tutti รจ il ยซprimo principio di tutto lโ€™ordinamento etico-socialeยป,[96] รจ un diritto naturale, originario e prioritario.[97] Tutti gli altri diritti sui beni necessari alla realizzazione integrale delle persone, inclusi quello della proprietร  privata e qualunque altro, ยซnon devono quindi intralciare, bensรฌ, al contrario, facilitarne la realizzazioneยป, come affermava San Paolo VI.[98] Il diritto alla proprietร  privata si puรฒ considerare solo come un diritto naturale secondario e derivato dal principio della destinazione universale dei beni creati, e ciรฒ ha conseguenze molto concrete, che devono riflettersi sul funzionamento della societร . Accade perรฒ frequentemente che i diritti secondari si pongono al di sopra di quelli prioritari e originari, privandoli di rilevanza pratica.

Diritti senza frontiere

121. Nessuno dunque puรฒ rimanere escluso, a prescindere da dove sia nato, e tanto meno a causa dei privilegi che altri possiedono per esser nati in luoghi con maggiori opportunitร . I confini e le frontiere degli Stati non possono impedire che questo si realizzi. Cosรฌ come รจ inaccettabile che una persona abbia meno diritti per il fatto di essere donna, รจ altrettanto inaccettabile che il luogo di nascita o di residenza giร  di per sรฉ determini minori opportunitร  di vita degna e di sviluppo.

122. Lo sviluppo non devโ€™essere orientato allโ€™accumulazione crescente di pochi, bensรฌ deve assicurare ยซi diritti umani, personali e sociali, economici e politici, inclusi i diritti delle Nazioni e dei popoliยป.[99] Il diritto di alcuni alla libertร  di impresa o di mercato non puรฒ stare al di sopra dei diritti dei popoli e della dignitร  dei poveri; e neppure al di sopra del rispetto dellโ€™ambiente, poichรฉ ยซchi ne possiede una parte รจ solo per amministrarla a beneficio di tuttiยป.[100]

123. Lโ€™attivitร  degli imprenditori effettivamente ยซรจ una nobile vocazione orientata a produrre ricchezza e a migliorare il mondo per tuttiยป.[101] Dio ci promuove, si aspetta da noi che sviluppiamo le capacitร  che ci ha dato e ha riempito lโ€™universo di potenzialitร . Nei suoi disegni ogni persona รจ chiamata a promuovere il proprio sviluppo,[102] e questo comprende lโ€™attuazione delle capacitร  economiche e tecnologiche per far crescere i beni e aumentare la ricchezza. Tuttavia, in ogni caso, queste capacitร  degli imprenditori, che sono un dono di Dio, dovrebbero essere orientate chiaramente al progresso delle altre persone e al superamento della miseria, specialmente attraverso la creazione di opportunitร  di lavoro diversificate. Sempre, insieme al diritto di proprietร  privata, cโ€™รจ il prioritario e precedente diritto della subordinazione di ogni proprietร  privata alla destinazione universale dei beni della terra e, pertanto, il diritto di tutti al loro uso.[103]

Diritti dei popoli

124. La certezza della destinazione comune dei beni della terra richiede oggi che essa sia applicata anche ai Paesi, ai loro territori e alle loro risorse. Se lo guardiamo non solo a partire dalla legittimitร  della proprietร  privata e dei diritti dei cittadini di una determinata nazione, ma anche a partire dal primo principio della destinazione comune die beni, allora possiamo dire che ogni Paese รจ anche dello straniero, in quanto i beni di un territorio non devono essere negati a una persona bisognosa che provenga da un altro luogo. Infatti, come hanno insegnato i Vescovi degli Stati Uniti, vi sono diritti fondamentali che ยซprecedono qualunque societร  perchรฉ derivano dalla dignitร  conferita ad ogni persona in quanto creata da Dioยป.[104]

125. Ciรฒ inoltre presuppone un altro modo di intendere le relazioni e lโ€™interscambio tra i Paesi. Se ogni persona ha una dignitร  inalienabile, se ogni essere umano รจ mio fratello o mia sorella, e se veramente il mondo รจ di tutti, non importa se qualcuno รจ nato qui o se vive fuori dai confini del proprio Paese. Anche la mia Nazione รจ corresponsabile del suo sviluppo, benchรฉ possa adempiere questa responsabilitร  in diversi modi: accogliendolo generosamente quando ne abbia un bisogno inderogabile, promuovendolo nella sua stessa terra, non usufruendo nรฉ svuotando di risorse naturali Paesi interi favorendo sistemi corrotti che impediscono lo sviluppo degno dei popoli. Questo, che vale per le nazioni, si applica alle diverse regioni di ogni Paese, tra le quali si verificano spesso gravi sperequazioni. Ma lโ€™incapacitร  di riconoscere lโ€™uguale dignitร  umana a volte fa sรฌ che le regioni piรน sviluppate di certi Paesi aspirino a liberarsi della โ€œzavorraโ€ delle regioni piรน povere per aumentare ancora di piรน il loro livello di consumo.

126. Parliamo di una nuova rete nelle relazioni internazionali, perchรฉ non cโ€™รจ modo di risolvere i gravi problemi del mondo ragionando solo in termini di aiuto reciproco tra individui o piccoli gruppi. Ricordiamo che ยซlโ€™inequitร  non colpisce solo gli individui, ma Paesi interi, e obbliga a pensare ad unโ€™etica delle relazioni internazionaliยป.[105] E la giustizia esige di riconoscere e rispettare non solo i diritti individuali, ma anche i diritti sociali e i diritti dei popoli.[106] Quanto stiamo affermando implica che si assicuri il ยซfondamentale diritto dei popoli alla sussistenza ed al progressoยป,[107] che a volte risulta fortemente ostacolato dalla pressione derivante dal debito estero. Il pagamento del debito in molti casi non solo non favorisce lo sviluppo bensรฌ lo limita e lo condiziona fortemente. Benchรฉ si mantenga il principio che ogni debito legittimamente contratto devโ€™essere saldato, il modo di adempiere questo dovere, che molti Paesi poveri hanno nei confronti dei Paesi ricchi, non deve portare a compromettere la loro sussistenza e la loro crescita.

127. Senza dubbio, si tratta di unโ€™altra logica. Se non ci si sforza di entrare in questa logica, le mie parole suoneranno come fantasie. Ma se si accetta il grande principio dei diritti che promanano dal solo fatto di possedere lโ€™inalienabile dignitร  umana, รจ possibile accettare la sfida di sognare e pensare ad unโ€™altra umanitร . รˆ possibile desiderare un pianeta che assicuri terra, casa e lavoro a tutti. Questa รจ la vera via della pace, e non la strategia stolta e miope di seminare timore e diffidenza nei confronti di minacce esterne. Perchรฉ la pace reale e duratura รจ possibile solo ยซa partire da unโ€™etica globale di solidarietร  e cooperazione al servizio di un futuro modellato dallโ€™interdipendenza e dalla corresponsabilitร  nellโ€™intera famiglia umanaยป.[108]

CAPITOLO QUARTO

UN CUORE APERTO AL MONDO INTERO

128. Lโ€™affermazione che come esseri umani siamo tutti fratelli e sorelle, se non รจ solo unโ€™astrazione ma prende carne e diventa concreta, ci pone una serie di sfide che ci smuovono, ci obbligano ad assumere nuove prospettive e a sviluppare nuove risposte.

Il limite delle frontiere

129. Quando il prossimo รจ una persona migrante si aggiungono sfide complesse.[109] Certo, lโ€™ideale sarebbe evitare le migrazioni non necessarie e a tale scopo la strada รจ creare nei Paesi di origine la possibilitร  concreta di vivere e di crescere con dignitร , cosรฌ che si possano trovare lรฌ le condizioni per il proprio sviluppo integrale. Ma, finchรฉ non ci sono seri progressi in questa direzione, รจ nostro dovere rispettare il diritto di ogni essere umano di trovare un luogo dove poter non solo soddisfare i suoi bisogni primari e quelli della sua famiglia, ma anche realizzarsi pienamente come persona. I nostri sforzi nei confronti delle persone migranti che arrivano si possono riassumere in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Infatti, ยซnon si tratta di calare dallโ€™alto programmi assistenziali, ma di fare insieme un cammino attraverso queste quattro azioni, per costruire cittร  e Paesi che, pur conservando le rispettive identitร  culturali e religiose, siano aperti alle differenze e sappiano valorizzarle nel segno della fratellanza umanaยป.[110]

130. Ciรฒ implica alcune risposte indispensabili, soprattutto nei confronti di coloro che fuggono da gravi crisi umanitarie. Per esempio: incrementare e semplificare la concessione di visti; adottare programmi di patrocinio privato e comunitario; aprire corridoi umanitari per i rifugiati piรน vulnerabili; offrire un alloggio adeguato e decoroso; garantire la sicurezza personale e lโ€™accesso ai servizi essenziali; assicurare unโ€™adeguata assistenza consolare, il diritto ad avere sempre con sรฉ i documenti personali di identitร , un accesso imparziale alla giustizia, la possibilitร  di aprire conti bancari e la garanzia del necessario per la sussistenza vitale; dare loro libertร  di movimento e possibilitร  di lavorare; proteggere i minorenni e assicurare ad essi lโ€™accesso regolare allโ€™educazione; prevedere programmi di custodia temporanea o di accoglienza; garantire la libertร  religiosa; promuovere il loro inserimento sociale; favorire il ricongiungimento familiare e preparare le comunitร  locali ai processi di integrazione.[111]

131. Per quanti sono arrivati giร  da tempo e sono inseriti nel tessuto sociale, รจ importante applicare il concetto di โ€œcittadinanzaโ€, che ยซsi basa sullโ€™eguaglianza dei diritti e dei doveri sotto la cui ombra tutti godono della giustizia. Per questo รจ necessario impegnarsi per stabilire nelle nostre societร  il concetto della piena cittadinanza e rinunciare allโ€™uso discriminatorio del termine minoranze, che porta con sรฉ i semi del sentirsi isolati e dellโ€™inferioritร ; esso prepara il terreno alle ostilitร  e alla discordia e sottrae le conquiste e i diritti religiosi e civili di alcuni cittadini discriminandoliยป.[112]

132. Al di lร  delle diverse azioni indispensabili, gli Stati non possono sviluppare per conto proprio soluzioni adeguate ยซpoichรฉ le conseguenze delle scelte di ciascuno ricadono inevitabilmente sullโ€™intera Comunitร  internazionaleยป. Pertanto ยซle risposte potranno essere frutto solo di un lavoro comuneยป,[113] dando vita ad una legislazione (governance) globale per le migrazioni. In ogni modo occorre ยซstabilire progetti a medio e lungo termine che vadano oltre la risposta di emergenza. Essi dovrebbero da un lato aiutare effettivamente lโ€™integrazione dei migranti nei Paesi di accoglienza e, nel contempo, favorire lo sviluppo dei Paesi di provenienza con politiche solidali, che perรฒ non sottomettano gli aiuti a strategie e pratiche ideologicamente estranee o contrarie alle culture dei popoli cui sono indirizzateยป.[114]

I doni reciproci

133. Lโ€™arrivo di persone diverse, che provengono da un contesto vitale e culturale differente, si trasforma in un dono, perchรฉ ยซquelle dei migranti sono anche storie di incontro tra persone e tra culture: per le comunitร  e le societร  in cui arrivano sono una opportunitร  di arricchimento e di sviluppo umano integrale di tuttiยป.[115] Perciรฒ ยซchiedo in particolare ai giovani di non cadere nelle reti di coloro che vogliono metterli contro altri giovani che arrivano nei loro Paesi, descrivendoli come soggetti pericolosi e come se non avessero la stessa inalienabile dignitร  di ogni essere umanoยป.[116]

134. Dโ€™altra parte, quando si accoglie di cuore la persona diversa, le si permette di continuare ad essere sรฉ stessa, mentre le si dร  la possibilitร  di un nuovo sviluppo. Le varie culture, che hanno prodotto la loro ricchezza nel corso dei secoli, devono essere preservate perchรฉ il mondo non si impoverisca. E questo senza trascurare di stimolarle a lasciar emergere da sรฉ stesse qualcosa di nuovo nellโ€™incontro con altre realtร . Non va ignorato il rischio di finire vittime di una sclerosi culturale. Perciรฒ ยซabbiamo bisogno di comunicare, di scoprire le ricchezze di ognuno, di valorizzare ciรฒ che ci unisce e di guardare alle differenze come possibilitร  di crescita nel rispetto di tutti. รˆ necessario un dialogo paziente e fiducioso, in modo che le persone, le famiglie e le comunitร  possano trasmettere i valori della propria cultura e accogliere il bene proveniente dalle esperienze altruiยป.[117]

135. Riprendo degli esempi che ho menzionato tempo fa: la cultura dei latini รจ ยซun fermento di valori e possibilitร  che puรฒ fare tanto bene agli Stati Uniti [โ€ฆ]. Una forte immigrazione alla fine segna sempre e trasforma la cultura di un luogo. [โ€ฆ] In Argentina, la forte immigrazione italiana ha segnato la cultura della societร , e nello stile culturale di Buenos Aires si nota molto la presenza di circa duecentomila ebrei. Gli immigrati, se li si aiuta a integrarsi, sono una benedizione, una ricchezza e un nuovo dono che invita una societร  a crescereยป.[118]

136. Allargando lo sguardo, con il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb abbiamo ricordato che ยซil rapporto tra Occidente e Oriente รจ unโ€™indiscutibile reciproca necessitร , che non puรฒ essere sostituita e nemmeno trascurata, affinchรฉ entrambi possano arricchirsi a vicenda della civiltร  dellโ€™altro, attraverso lo scambio e il dialogo delle culture. Lโ€™Occidente potrebbe trovare nella civiltร  dellโ€™Oriente rimedi per alcune sue malattie spirituali e religiose causate dal dominio del materialismo. E lโ€™Oriente potrebbe trovare nella civiltร  dellโ€™Occidente tanti elementi che possono aiutarlo a salvarsi dalla debolezza, dalla divisione, dal conflitto e dal declino scientifico, tecnico e culturale. รˆ importante prestare attenzione alle differenze religiose, culturali e storiche che sono una componente essenziale nella formazione della personalitร , della cultura e della civiltร  orientale; ed รจ importante consolidare i diritti umani generali e comuni, per contribuire a garantire una vita dignitosa per tutti gli uomini in Oriente e in Occidente, evitando lโ€™uso della politica della doppia misuraยป.[119]

Il fecondo interscambio

137. Lโ€™aiuto reciproco tra Paesi in definitiva va a beneficio di tutti. Un Paese che progredisce sulla base del proprio originale substrato culturale รจ un tesoro per tutta lโ€™umanitร . Abbiamo bisogno di far crescere la consapevolezza che oggi o ci salviamo tutti o nessuno si salva. La povertร , il degrado, le sofferenze di una zona della terra sono un tacito terreno di coltura di problemi che alla fine toccheranno tutto il pianeta. Se ci preoccupa lโ€™estinzione di alcune specie, dovrebbe assillarci il pensiero che dovunque ci sono persone e popoli che non sviluppano il loro potenziale e la loro bellezza a causa della povertร  o di altri limiti strutturali. Perchรฉ questo finisce per impoverirci tutti.

138. Se ciรฒ รจ stato sempre certo, oggi lo รจ piรน che mai a motivo della realtร  di un mondo cosรฌ interconnesso per la globalizzazione. Abbiamo bisogno che un ordinamento mondiale giuridico, politico ed economico ยซincrementi e orienti la collaborazione internazionale verso lo sviluppo solidale di tutti i popoliยป.[120] Questo alla fine andrร  a vantaggio di tutto il pianeta, perchรฉ ยซlโ€™aiuto allo sviluppo dei Paesi poveriยป implica ยซcreazione di ricchezza per tuttiยป.[121] Dal punto di vista dello sviluppo integrale, questo presuppone che si conceda ยซanche alle Nazioni piรน povere una voce efficace nelle decisioni comuniยป[122] e che ci si adoperi per ยซincentivare lโ€™accesso al mercato internazionale dei Paesi segnati da povertร  e sottosviluppoยป.[123]

Gratuitร  che accoglie

139. Tuttavia, non vorrei ridurre questa impostazione a una qualche forma di utilitarismo. Esiste la gratuitร . รˆ la capacitร  di fare alcune cose per il solo fatto che di per sรฉ sono buone, senza sperare di ricavarne alcun risultato, senza aspettarsi immediatamente qualcosa in cambio. Ciรฒ permette di accogliere lo straniero, anche se al momento non porta un beneficio tangibile. Eppure ci sono Paesi che pretendono di accogliere solo gli scienziati e gli investitori.

140. Chi non vive la gratuitร  fraterna fa della propria esistenza un commercio affannoso, sempre misurando quello che dร  e quello che riceve in cambio. Dio, invece, dร  gratis, fino al punto che aiuta persino quelli che non sono fedeli, e ยซfa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoniยป (Mt 5,45). Per questo Gesรน raccomanda: ยซMentre tu fai lโ€™elemosina, non sappia la tua sinistra ciรฒ che fa la tua destra, perchรฉ la tua elemosina resti nel segretoยป (Mt 6,3-4). Abbiamo ricevuto la vita gratis, non abbiamo pagato per essa. Dunque tutti possiamo dare senza aspettare qualcosa, fare il bene senza pretendere altrettanto dalla persona che aiutiamo. รˆ quello che Gesรน diceva ai suoi discepoli: ยซGratuitamente avete ricevuto, gratuitamente dateยป (Mt 10,8).

141. La vera qualitร  dei diversi Paesi del mondo si misura da questa capacitร  di pensare non solo come Paese, ma anche come famiglia umana, e questo si dimostra specialmente nei periodi critici. I nazionalismi chiusi manifestano in definitiva questa incapacitร  di gratuitร , lโ€™errata persuasione di potersi sviluppare a margine della rovina altrui e che chiudendosi agli altri saranno piรน protetti. Lโ€™immigrato รจ visto come un usurpatore che non offre nulla. Cosรฌ, si arriva a pensare ingenuamente che i poveri sono pericolosi o inutili e che i potenti sono generosi benefattori. Solo una cultura sociale e politica che comprenda lโ€™accoglienza gratuita potrร  avere futuro.

Locale e universale

142. Va ricordato che ยซtra la globalizzazione e la localizzazione si produce una tensione. Bisogna prestare attenzione alla dimensione globale per non cadere in una meschinitร  quotidiana. Al tempo stesso, non รจ opportuno perdere di vista ciรฒ che รจ locale, che ci fa camminare con i piedi per terra. Le due cose unite impediscono di cadere in uno di questi due estremi: lโ€™uno, che i cittadini vivano in un universalismo astratto e globalizzante, [โ€ฆ]; lโ€™altro, che diventino un museo folkloristico di eremiti localisti, condannati a ripetere sempre le stesse cose, incapaci di lasciarsi interpellare da ciรฒ che รจ diverso e di apprezzare la bellezza che Dio diffonde fuori dai loro confiniยป.[124] Bisogna guardare al globale, che ci riscatta dalla meschinitร  casalinga. Quando la casa non รจ piรน famiglia, ma รจ recinto, cella, il globale ci riscatta perchรฉ รจ come la causa finale che ci attira verso la pienezza. Al tempo stesso, bisogna assumere cordialmente la dimensione locale, perchรฉ possiede qualcosa che il globale non ha: essere lievito, arricchire, avviare dispositivi di sussidiarietร . Pertanto, la fraternitร  universale e lโ€™amicizia sociale allโ€™interno di ogni societร  sono due poli inseparabili e coessenziali. Separarli conduce a una deformazione e a una polarizzazione dannosa.

Il sapore locale

143. La soluzione non รจ unโ€™apertura che rinuncia al proprio tesoro. Come non cโ€™รจ dialogo con lโ€™altro senza identitร  personale, cosรฌ non cโ€™รจ apertura tra popoli se non a partire dallโ€™amore alla terra, al popolo, ai propri tratti culturali. Non mi incontro con lโ€™altro se non possiedo un substrato nel quale sto saldo e radicato, perchรฉ su quella base posso accogliere il dono dellโ€™altro e offrirgli qualcosa di autentico. รˆ possibile accogliere chi รจ diverso e riconoscere il suo apporto originale solo se sono saldamente attaccato al mio popolo e alla sua cultura. Ciascuno ama e cura con speciale responsabilitร  la propria terra e si preoccupa per il proprio Paese, cosรฌ come ciascuno deve amare e curare la propria casa perchรฉ non crolli, dato che non lo faranno i vicini. Anche il bene del mondo richiede che ognuno protegga e ami la propria terra. Viceversa, le conseguenze del disastro di un Paese si ripercuoteranno su tutto il pianeta. Ciรฒ si fonda sul significato positivo del diritto di proprietร : custodisco e coltivo qualcosa che possiedo, in modo che possa essere un contributo al bene di tutti.

144. Inoltre, questo รจ un presupposto degli interscambi sani e arricchenti. Lโ€™esperienza di vivere in un certo luogo e in una certa cultura รจ la base che rende capaci di cogliere aspetti della realtร , che quanti non hanno tale esperienza non sono in grado di cogliere tanto facilmente. Lโ€™universale non devโ€™essere il dominio omogeneo, uniforme e standardizzato di unโ€™unica forma culturale imperante, che alla fine perderร  i colori del poliedro e risulterร  disgustosa. รˆ la tentazione che emerge dallโ€™antico racconto della torre di Babele: la costruzione di una torre che arrivasse fino al cielo non esprimeva lโ€™unitร  tra vari popoli capaci di comunicare secondo la propria diversitร . Al contrario, era un tentativo fuorviante, nato dallโ€™orgoglio e dallโ€™ambizione umana, di creare unโ€™unitร  diversa da quella voluta da Dio nel suo progetto provvidenziale per le nazioni (cfr Gen 11,1-9).

145. Cโ€™รจ una falsa apertura allโ€™universale, che deriva dalla vuota superficialitร  di chi non รจ capace di penetrare fino in fondo nella propria patria, o di chi porta con sรฉ un risentimento non risolto verso il proprio popolo. In ogni caso, ยซbisogna sempre allargare lo sguardo per riconoscere un bene piรน grande che porterร  benefici a tutti noi. Perรฒ occorre farlo senza evadere, senza sradicamenti. รˆ necessario affondare le radici nella terra fertile e nella storia del proprio luogo, che รจ un dono di Dio. Si lavora nel piccolo, con ciรฒ che รจ vicino, perรฒ con una prospettiva piรน ampia. [โ€ฆ] Non รจ nรฉ la sfera globale che annulla, nรฉ la parzialitร  isolata che rende steriliยป[125], รจ il poliedro, dove, mentre ognuno รจ rispettato nel suo valore, ยซil tutto รจ piรน delle parti, ed รจ anche piรน della loro semplice sommaยป.[126]

Lโ€™orizzonte universale

146. Ci sono narcisismi localistici che non esprimono un sano amore per il proprio popolo e la propria cultura. Nascondono uno spirito chiuso che, per una certa insicurezza e un certo timore verso lโ€™altro, preferisce creare mura difensive per preservare sรฉ stesso. Ma non รจ possibile essere locali in maniera sana senza una sincera e cordiale apertura allโ€™universale, senza lasciarsi interpellare da ciรฒ che succede altrove, senza lasciarsi arricchire da altre culture e senza solidarizzare con i drammi degli altri popoli. Tale localismo si rinchiude ossessivamente tra poche idee, usanze e sicurezze, incapace di ammirazione davanti alle molteplici possibilitร  e bellezze che il mondo intero offre e privo di una solidarietร  autentica e generosa. Cosรฌ, la vita locale non รจ piรน veramente recettiva, non si lascia piรน completare dallโ€™altro; pertanto, si limita nelle proprie possibilitร  di sviluppo, diventa statica e si ammala. Perchรฉ, in realtร , ogni cultura sana รจ per natura aperta e accogliente, cosรฌ che ยซuna cultura senza valori universali non รจ una vera culturaยป.[127]

147. Riscontriamo che una persona, quanto minore ampiezza ha nella mente e nel cuore, tanto meno potrร  interpretare la realtร  vicina in cui รจ immersa. Senza il rapporto e il confronto con chi รจ diverso, รจ difficile avere una conoscenza chiara e completa di sรฉ stessi e della propria terra, poichรฉ le altre culture non sono nemici da cui bisogna difendersi, ma sono riflessi differenti della ricchezza inesauribile della vita umana. Guardando sรฉ stessi dal punto di vista dellโ€™altro, di chi รจ diverso, ciascuno puรฒ riconoscere meglio le peculiaritร  della propria persona e della propria cultura: le ricchezze, le possibilitร  e i limiti. Lโ€™esperienza che si realizza in un luogo si deve sviluppare โ€œin contrastoโ€ e โ€œin sintoniaโ€ con le esperienze di altri che vivono in contesti culturali differenti.[128]

148. In realtร , una sana apertura non si pone mai in contrasto con lโ€™identitร . Infatti, arricchendosi con elementi di diversa provenienza, una cultura viva non ne realizza una copia o una mera ripetizione, bensรฌ integra le novitร  secondo modalitร  proprie. Questo provoca la nascita di una nuova sintesi che alla fine va a beneficio di tutti, poichรฉ la cultura in cui tali apporti prendono origine risulta poi a sua volta alimentata. Perciรฒ ho esortato i popoli originari a custodire le loro radici e le loro culture ancestrali, ma ho voluto precisare che non era ยซmia intenzione proporre un indigenismo completamente chiuso, astorico, statico, che si sottragga a qualsiasi forma di meticciatoยป, dal momento che ยซla propria identitร  culturale si approfondisce e si arricchisce nel dialogo con realtร  differenti e il modo autentico di conservarla non รจ un isolamento che impoverisceยป.[129] Il mondo cresce e si riempie di nuova bellezza grazie a successive sintesi che si producono tra culture aperte, fuori da ogni imposizione culturale.

149. Per stimolare un rapporto sano tra lโ€™amore alla patria e la partecipazione cordiale allโ€™umanitร  intera, conviene ricordare che la societร  mondiale non รจ il risultato della somma dei vari Paesi, ma piuttosto รจ la comunione stessa che esiste tra essi, รจ la reciproca inclusione, precedente rispetto al sorgere di ogni gruppo particolare. In tale intreccio della comunione universale si integra ciascun gruppo umano e lรฌ trova la propria bellezza. Dunque, ogni persona che nasce in un determinato contesto sa di appartenere a una famiglia piรน grande, senza la quale non รจ possibile avere una piena comprensione di sรฉ.

150. Questo approccio, in definitiva, richiede di accettare con gioia che nessun popolo, nessuna cultura o persona puรฒ ottenere tutto da sรฉ. Gli altri sono costitutivamente necessari per la costruzione di una vita piena. La consapevolezza del limite o della parzialitร , lungi dallโ€™essere una minaccia, diventa la chiave secondo la quale sognare ed elaborare un progetto comune. Perchรฉ ยซlโ€™uomo รจ lโ€™essere-limite che non ha limiteยป.[130]

Dalla propria regione

151. Grazie allโ€™interscambio regionale, a partire dal quale i Paesi piรน deboli si aprono al mondo intero, รจ possibile che lโ€™universalitร  non dissolva le particolaritร . Unโ€™adeguata e autentica apertura al mondo presuppone la capacitร  di aprirsi al vicino, in una famiglia di nazioni. Lโ€™integrazione culturale, economica e politica con i popoli circostanti dovrebbe essere accompagnata da un processo educativo che promuova il valore dellโ€™amore per il vicino, primo esercizio indispensabile per ottenere una sana integrazione universale.

152. In alcuni quartieri popolari si vive ancora lo spirito del โ€œvicinatoโ€, dove ognuno sente spontaneamente il dovere di accompagnare e aiutare il vicino. In questi luoghi che conservano tali valori comunitari, si vivono i rapporti di prossimitร  con tratti di gratuitร , solidarietร  e reciprocitร , a partire dal senso di un โ€œnoiโ€ di quartiere.[131] Sarebbe auspicabile che ciรฒ si potesse vivere anche tra Paesi vicini, con la capacitร  di costruire una vicinanza cordiale tra i loro popoli. Ma le visioni individualistiche si traducono nelle relazioni tra Paesi. Il rischio di vivere proteggendoci gli uni dagli altri, vedendo gli altri come concorrenti o nemici pericolosi, si trasferisce al rapporto con i popoli della regione. Forse siamo stati educati in questa paura e in questa diffidenza.

153. Ci sono Paesi potenti e grandi imprese che traggono profitto da questo isolamento e preferiscono trattare con ciascun Paese separatamente. Al contrario, per i Paesi piccoli o poveri si apre la possibilitร  di raggiungere accordi regionali con i vicini, che permettano loro di trattare in blocco ed evitare di diventare segmenti marginali e dipendenti dalle grandi potenze. Oggi nessuno Stato nazionale isolato รจ in grado di assicurare il bene comune della propria popolazione.

CAPITOLO QUINTO

LA MIGLIORE POLITICA

154. Per rendere possibile lo sviluppo di una comunitร  mondiale, capace di realizzare la fraternitร  a partire da popoli e nazioni che vivano lโ€™amicizia sociale, รจ necessaria la migliore politica, posta al servizio del vero bene comune. Purtroppo, invece, la politica oggi spesso assume forme che ostacolano il cammino verso un mondo diverso.

Populismi e liberalismi

155. Il disprezzo per i deboli puรฒ nascondersi in forme populistiche, che li usano demagogicamente per i loro fini, o in forme liberali al servizio degli interessi economici dei potenti. In entrambi i casi si riscontra la difficoltร  a pensare un mondo aperto dove ci sia posto per tutti, che comprenda in sรฉ i piรน deboli e rispetti le diverse culture.

Popolare o populista

156. Negli ultimi anni lโ€™espressione โ€œpopulismoโ€ o โ€œpopulistaโ€ ha invaso i mezzi di comunicazione e il linguaggio in generale. Cosรฌ essa perde il valore che potrebbe possedere e diventa una delle polaritร  della societร  divisa. Ciรฒ รจ arrivato al punto di pretendere di classificare tutte le persone, i gruppi, le societร  e i governi a partire da una divisione binaria: โ€œpopulistaโ€ o โ€œnon populistaโ€. Ormai non รจ possibile che qualcuno si esprima su qualsiasi tema senza che tentino di classificarlo in uno di questi due poli, o per screditarlo ingiustamente o per esaltarlo in maniera esagerata.

157. La pretesa di porre il populismo come chiave di lettura della realtร  sociale contiene un altro punto debole: il fatto che ignora la legittimitร  della nozione di popolo. Il tentativo di far sparire dal linguaggio tale categoria potrebbe portare a eliminare la parola stessa โ€œdemocraziaโ€ (โ€œgoverno del popoloโ€). Ciรฒ nonostante, per affermare che la societร  รจ piรน della mera somma degli individui, รจ necessario il termine โ€œpopoloโ€. La realtร  รจ che ci sono fenomeni sociali che strutturano le maggioranze, ci sono mega-tendenze e aspirazioni comunitarie; inoltre, si puรฒ pensare a obiettivi comuni, al di lร  delle differenze, per attuare insieme un progetto condiviso; infine, รจ molto difficile progettare qualcosa di grande a lungo termine se non si ottiene che diventi un sogno collettivo. Tutto ciรฒ trova espressione nel sostantivo โ€œpopoloโ€ e nellโ€™aggettivo โ€œpopolareโ€. Se non li si includesse โ€“ insieme ad una solida critica della demagogia โ€“ si rinuncerebbe a un aspetto fondamentale della realtร  sociale.

158. Esiste infatti un malinteso. ยซPopolo non รจ una categoria logica, nรฉ รจ una categoria mistica, se la intendiamo nel senso che tutto quello che fa il popolo sia buono, o nel senso che il popolo sia una categoria angelicata. Ma no! รˆ una categoria mitica [โ€ฆ] Quando spieghi che cosโ€™รจ un popolo usi categorie logiche perchรฉ lo devi spiegare: ci vogliono, certo. Ma non spieghi cosรฌ il senso dellโ€™appartenenza al popolo. La parola popolo ha qualcosa di piรน che non puรฒ essere spiegato in maniera logica. Essere parte del popolo รจ far parte di unโ€™identitร  comune fatta di legami sociali e culturali. E questa non รจ una cosa automatica, anzi: รจ un processo lento, difficileโ€ฆ verso un progetto comuneยป.[132]

159. Ci sono leader popolari capaci di interpretare il sentire di un popolo, la sua dinamica culturale e le grandi tendenze di una societร . Il servizio che prestano, aggregando e guidando, puรฒ essere la base per un progetto duraturo di trasformazione e di crescita, che implica anche la capacitร  di cedere il posto ad altri nella ricerca del bene comune. Ma esso degenera in insano populismo quando si muta nellโ€™abilitร  di qualcuno di attrarre consenso allo scopo di strumentalizzare politicamente la cultura del popolo, sotto qualunque segno ideologico, al servizio del proprio progetto personale e della propria permanenza al potere. Altre volte mira ad accumulare popolaritร  fomentando le inclinazioni piรน basse ed egoistiche di alcuni settori della popolazione. Ciรฒ si aggrava quando diventa, in forme grossolane o sottili, un assoggettamento delle istituzioni e della legalitร .

160. I gruppi populisti chiusi deformano la parola โ€œpopoloโ€, poichรฉ in realtร  ciรฒ di cui parlano non รจ un vero popolo. Infatti, la categoria di โ€œpopoloโ€ รจ aperta. Un popolo vivo, dinamico e con un futuro รจ quello che rimane costantemente aperto a nuove sintesi assumendo in sรฉ ciรฒ che รจ diverso. Non lo fa negando sรฉ stesso, ma piuttosto con la disposizione ad essere messo in movimento e in discussione, ad essere allargato, arricchito da altri, e in tal modo puรฒ evolversi.

161. Unโ€™altra espressione degenerata di unโ€™autoritร  popolare รจ la ricerca dellโ€™interesse immediato. Si risponde a esigenze popolari allo scopo di garantirsi voti o appoggio, ma senza progredire in un impegno arduo e costante che offra alle persone le risorse per il loro sviluppo, per poter sostenere la vita con i loro sforzi e la loro creativitร . In questo senso ho affermato con chiarezza che รจ ยซlungi da me il proporre un populismo irresponsabileยป.[133] Da una parte, il superamento dellโ€™inequitร  richiede di sviluppare lโ€™economia, facendo fruttare le potenzialitร  di ogni regione e assicurando cosรฌ unโ€™equitร  sostenibile.[134] Dallโ€™altra, ยซi piani assistenziali, che fanno fronte ad alcune urgenze, si dovrebbero considerare solo come risposte provvisorieยป.[135]

162. Il grande tema รจ il lavoro. Ciรฒ che รจ veramente popolare โ€“ perchรฉ promuove il bene del popolo โ€“ รจ assicurare a tutti la possibilitร  di far germogliare i semi che Dio ha posto in ciascuno, le sue capacitร , la sua iniziativa, le sue forze. Questo รจ il miglior aiuto per un povero, la via migliore verso unโ€™esistenza dignitosa. Perciรฒ insisto sul fatto che ยซaiutare i poveri con il denaro devโ€™essere sempre un rimedio provvisorio per fare fronte a delle emergenze. Il vero obiettivo dovrebbe sempre essere di consentire loro una vita degna mediante il lavoroยป.[136] Per quanto cambino i sistemi di produzione, la politica non puรฒ rinunciare allโ€™obiettivo di ottenere che lโ€™organizzazione di una societร  assicuri ad ogni persona un modo di contribuire con le proprie capacitร  e il proprio impegno. Infatti, ยซnon esiste peggiore povertร  di quella che priva del lavoro e della dignitร  del lavoroยป.[137] In una societร  realmente progredita, il lavoro รจ una dimensione irrinunciabile della vita sociale, perchรฉ non solo รจ un modo di guadagnarsi il pane, ma anche un mezzo per la crescita personale, per stabilire relazioni sane, per esprimere sรฉ stessi, per condividere doni, per sentirsi corresponsabili nel miglioramento del mondo e, in definitiva, per vivere come popolo.

Valori e limiti delle visioni liberali

163. La categoria di popolo, a cui รจ intrinseca una valutazione positiva dei legami comunitari e culturali, รจ abitualmente rifiutata dalle visioni liberali individualistiche, in cui la societร  รจ considerata una mera somma di interessi che coesistono. Parlano di rispetto per le libertร , ma senza la radice di una narrativa comune. In certi contesti, รจ frequente lโ€™accusa di populismo verso tutti coloro che difendono i diritti dei piรน deboli della societร . Per queste visioni, la categoria di popolo รจ una mitizzazione di qualcosa che in realtร  non esiste. Tuttavia, qui si crea una polarizzazione non necessaria, poichรฉ nรฉ quella di popolo nรฉ quella di prossimo sono categorie puramente mitiche o romantiche, tali da escludere o disprezzare lโ€™organizzazione sociale, la scienza e le istituzioni della societร  civile.[138]

164. La caritร  riunisce entrambe le dimensioni โ€“ quella mitica e quella istituzionale โ€“ dal momento che implica un cammino efficace di trasformazione della storia che esige di incorporare tutto: le istituzioni, il diritto, la tecnica, lโ€™esperienza, gli apporti professionali, lโ€™analisi scientifica, i procedimenti amministrativi, e cosรฌ via. Perchรฉ ยซnon cโ€™รจ di fatto vita privata se non รจ protetta da un ordine pubblico; un caldo focolare domestico non ha intimitร  se non sta sotto la tutela della legalitร , di uno stato di tranquillitร  fondato sulla legge e sulla forza e con la condizione di un minimo di benessere assicurato dalla divisione del lavoro, dagli scambi commerciali, dalla giustizia sociale e dalla cittadinanza politicaยป.[139]

165. La vera caritร  รจ capace di includere tutto questo nella sua dedizione, e se deve esprimersi nellโ€™incontro da persona a persona, รจ anche in grado di giungere a un fratello e a una sorella lontani e persino ignorati, attraverso le varie risorse che le istituzioni di una societร  organizzata, libera e creativa sono capaci di generare. Nel caso specifico, anche il buon samaritano ha avuto bisogno che ci fosse una locanda che gli permettesse di risolvere quello che lui da solo in quel momento non era in condizione di assicurare. Lโ€™amore al prossimo รจ realista e non disperde niente che sia necessario per una trasformazione della storia orientata a beneficio degli ultimi. Per altro verso, a volte si hanno ideologie di sinistra o dottrine sociali unite ad abitudini individualistiche e procedimenti inefficaci che arrivano solo a pochi. Nel frattempo, la moltitudine degli abbandonati resta in balia dellโ€™eventuale buona volontร  di alcuni. Ciรฒ dimostra che รจ necessario far crescere non solo una spiritualitร  della fraternitร  ma nello stesso tempo unโ€™organizzazione mondiale piรน efficiente, per aiutare a risolvere i problemi impellenti degli abbandonati che soffrono e muoiono nei Paesi poveri. Ciรฒ a sua volta implica che non cโ€™รจ una sola via dโ€™uscita possibile, unโ€™unica metodologia accettabile, una ricetta economica che possa essere applicata ugualmente per tutti, e presuppone che anche la scienza piรน rigorosa possa proporre percorsi differenti.

166. Tutto ciรฒ potrebbe avere ben poca consistenza, se perdiamo la capacitร  di riconoscere il bisogno di un cambiamento nei cuori umani, nelle abitudini e negli stili di vita. รˆ quello che succede quando la propaganda politica, i media e i costruttori di opinione pubblica insistono nel fomentare una cultura individualistica e ingenua davanti agli interessi economici senza regole e allโ€™organizzazione delle societร  al servizio di quelli che hanno giร  troppo potere. Perciรฒ, la mia critica al paradigma tecnocratico non significa che solo cercando di controllare i suoi eccessi potremo stare sicuri, perchรฉ il pericolo maggiore non sta nelle cose, nelle realtร  materiali, nelle organizzazioni, ma nel modo in cui le persone le utilizzano. La questione รจ la fragilitร  umana, la tendenza umana costante allโ€™egoismo, che fa parte di ciรฒ che la tradizione cristiana chiama โ€œconcupiscenzaโ€: lโ€™inclinazione dellโ€™essere umano a chiudersi nellโ€™immanenza del proprio io, del proprio gruppo, dei propri interessi meschini. Questa concupiscenza non รจ un difetto della nostra epoca. Esiste da che lโ€™uomo รจ uomo e semplicemente si trasforma, acquisisce diverse modalitร  nel corso dei secoli, utilizzando gli strumenti che il momento storico mette a sua disposizione. Perรฒ รจ possibile dominarla con lโ€™aiuto di Dio.

167. Lโ€™impegno educativo, lo sviluppo di abitudini solidali, la capacitร  di pensare la vita umana piรน integralmente, la profonditร  spirituale sono realtร  necessarie per dare qualitร  ai rapporti umani, in modo tale che sia la societร  stessa a reagire di fronte alle proprie ingiustizie, alle aberrazioni, agli abusi dei poteri economici, tecnologici, politici e mediatici. Ci sono visioni liberali che ignorano questo fattore della fragilitร  umana e immaginano un mondo che risponde a un determinato ordine capace di per sรฉ stesso di assicurare il futuro e la soluzione di tutti i problemi.

168. Il mercato da solo non risolve tutto, benchรฉ a volte vogliano farci credere questo dogma di fede neoliberale. Si tratta di un pensiero povero, ripetitivo, che propone sempre le stesse ricette di fronte a qualunque sfida si presenti. Il neoliberismo riproduce sรฉ stesso tale e quale, ricorrendo alla magica teoria del โ€œtraboccamentoโ€ o del โ€œgocciolamentoโ€ โ€“ senza nominarla โ€“ come unica via per risolvere i problemi sociali. Non ci si accorge che il presunto traboccamento non risolve lโ€™inequitร , la quale รจ fonte di nuove forme di violenza che minacciano il tessuto sociale. Da una parte รจ indispensabile una politica economica attiva, orientata a ยซpromuovere unโ€™economia che favorisca la diversificazione produttiva e la creativitร  imprenditorialeยป,[140] perchรฉ sia possibile aumentare i posti di lavoro invece di ridurli. La speculazione finanziaria con il guadagno facile come scopo fondamentale continua a fare strage. Dโ€™altra parte, ยซsenza forme interne di solidarietร  e di fiducia reciproca, il mercato non puรฒ pienamente espletare la propria funzione economica.Ed oggi รจ questa fiducia che รจ venuta a mancareยป.[141] La fine della storia non รจ stata tale, e le ricette dogmatiche della teoria economica imperante hanno dimostrato di non essere infallibili. La fragilitร  dei sistemi mondiali di fronte alla pandemia ha evidenziato che non tutto si risolve con la libertร  di mercato e che, oltre a riabilitare una politica sana non sottomessa al dettato della finanza, ยซdobbiamo rimettere la dignitร  umana al centro e su quel pilastro vanno costruite le strutture sociali alternative di cui abbiamo bisognoยป.[142]

169. In certe visioni economicistiche chiuse e monocromatiche, sembra che non trovino posto, per esempio, i movimenti popolari che aggregano disoccupati, lavoratori precari e informali e tanti altri che non rientrano facilmente nei canali giร  stabiliti. In realtร , essi danno vita a varie forme di economia popolare e di produzione comunitaria. Occorre pensare alla partecipazione sociale, politica ed economica in modalitร  tali ยซche includano i movimenti popolari e animino le strutture di governo locali, nazionali e internazionali con quel torrente di energia morale che nasce dal coinvolgimento degli esclusi nella costruzione del destino comuneยป; al tempo stesso, รจ bene far sรฌ ยซche questi movimenti, queste esperienze di solidarietร  che crescono dal basso, dal sottosuolo del pianeta, confluiscano, siano piรน coordinati, sโ€™incontrinoยป.[143] Questo, perรฒ, senza tradire il loro stile caratteristico, perchรฉ essi sono ยซseminatori di cambiamento, promotori di un processo in cui convergono milioni di piccole e grandi azioni concatenate in modo creativo, come in una poesiaยป.[144] In questo senso sono โ€œpoeti socialiโ€, che a modo loro lavorano, propongono, promuovono e liberano. Con essi sarร  possibile uno sviluppo umano integrale, che richiede di superare ยซquellโ€™idea delle politiche sociali concepite come una politica verso i poveri, ma mai con i poveri, mai dei poveri e tanto meno inserita in un progetto che riunisca i popoliยป.[145] Benchรฉ diano fastidio, benchรฉ alcuni โ€œpensatoriโ€ non sappiano come classificarli, bisogna avere il coraggio di riconoscere che senza di loro ยซla democrazia si atrofizza, diventa un nominalismo, una formalitร , perde rappresentativitร , va disincarnandosi perchรฉ lascia fuori il popolo nella sua lotta quotidiana per la dignitร , nella costruzione del suo destinoยป.[146]

Il potere internazionale

170. Mi permetto di ripetere che ยซla crisi finanziaria del 2007-2008 era lโ€™occasione per sviluppare una nuova economia piรน attenta ai principi etici, e per una nuova regolamentazione dellโ€™attivitร  finanziaria speculativa e della ricchezza virtuale. Ma non cโ€™รจ stata una reazione che abbia portato a ripensare i criteri obsoleti che continuano a governare il mondoยป.[147] Anzi, pare che le effettive strategie sviluppatesi successivamente nel mondo siano state orientate a maggiore individualismo, minore integrazione, maggiore libertร  per i veri potenti, che trovano sempre il modo di uscire indenni.

171. Vorrei insistere sul fatto che ยซdare a ciascuno il suo, secondo la definizione classica di giustizia, significa che nessun individuo o gruppo umano si puรฒ considerare onnipotente, autorizzato a calpestare la dignitร  e i diritti delle altre persone singole o dei gruppi sociali. La distribuzione di fatto del potere โ€“ politico, economico, militare, tecnologico e cosรฌ via โ€“ tra una pluralitร  di soggetti e la creazione di un sistema giuridico di regolamentazione delle rivendicazioni e degli interessi, realizza la limitazione del potere. Oggi il panorama mondiale ci presenta, tuttavia, molti falsi diritti, e โ€“ nello stesso tempo โ€“ ampi settori senza protezione, vittime piuttosto di un cattivo esercizio del potereยป.[148]

172. Il secolo XXI ยซassiste a una perdita di potere degli Stati nazionali, soprattutto perchรฉ la dimensione economico-finanziaria, con caratteri transnazionali, tende a predominare sulla politica. In questo contesto, diventa indispensabile lo sviluppo di istituzioni internazionali piรน forti ed efficacemente organizzate, con autoritร  designate in maniera imparziale mediante accordi tra i governi nazionali e dotate del potere di sanzionareยป.[149] Quando si parla della possibilitร  di qualche forma di autoritร  mondiale regolata dal diritto,[150] non necessariamente si deve pensare a unโ€™autoritร  personale. Tuttavia, dovrebbe almeno prevedere il dare vita a organizzazioni mondiali piรน efficaci, dotate di autoritร  per assicurare il bene comune mondiale, lo sradicamento della fame e della miseria e la difesa certa dei diritti umani fondamentali.

173. In questa prospettiva, ricordo che รจ necessaria una riforma ยซsia dellโ€™Organizzazione delle Nazioni Unite che dellโ€™architettura economica e finanziaria internazionale, affinchรฉ si possa dare reale concretezza al concetto di famiglia di Nazioniยป.[151] Senza dubbio ciรฒ presuppone limiti giuridici precisi, per evitare che si tratti di unโ€™autoritร  cooptata solo da alcuni Paesi e, nello stesso tempo, impedire imposizioni culturali o la riduzione delle libertร  essenziali delle nazioni piรน deboli a causa di differenze ideologiche. Infatti, ยซquella internazionale รจ una comunitร  giuridica fondata sulla sovranitร  di ogni Stato membro, senza vincoli di subordinazione che ne neghino o ne limitino lโ€™indipendenzaยป.[152] Ma ยซil compito delle Nazioni Unite, a partire dai postulati del Preambolo e dei primi articoli della sua Carta costituzionale, puรฒ essere visto come lo sviluppo e la promozione della sovranitร  del diritto, sapendo che la giustizia รจ requisito indispensabile per realizzare lโ€™ideale della fraternitร  universale. [โ€ฆ] Bisogna assicurare il dominio incontrastato del diritto e lโ€™infaticabile ricorso al negoziato, ai buoni uffici e allโ€™arbitrato, come proposto dalla Carta delle Nazioni Unite, vera norma giuridica fondamentaleยป.[153] Occorre evitare che questa Organizzazione sia delegittimata, perchรฉ i suoi problemi e le sue carenze possono essere affrontati e risolti congiuntamente.

174. Ci vogliono coraggio e generositร  per stabilire liberamente determinati obiettivi comuni e assicurare lโ€™adempimento in tutto il mondo di alcune norme essenziali. Perchรฉ ciรฒ sia veramente utile, si deve sostenere ยซlโ€™esigenza di tenere fede agli impegni sottoscritti (pacta sunt servanda)ยป,[154] in modo da evitare ยซla tentazione di fare appello al diritto della forza piuttosto che alla forza del dirittoยป.[155] Ciรฒ richiede di potenziare ยซgli strumenti normativi per la soluzione pacifica delle controversie [โ€ฆ] in modo da rafforzarne la portata e lโ€™obbligatorietร ยป.[156] Tra tali strumenti normativi vanno favoriti gli accordi multilaterali tra gli Stati, perchรฉ garantiscono meglio degli accordi bilaterali la cura di un bene comune realmente universale e la tutela degli Stati piรน deboli.

175. Grazie a Dio tante aggregazioni e organizzazioni della societร  civile aiutano a compensare le debolezze della Comunitร  internazionale, la sua mancanza di coordinamento in situazioni complesse, la sua carenza di attenzione rispetto a diritti umani fondamentali e a situazioni molto critiche di alcuni gruppi. Cosรฌ acquista unโ€™espressione concreta il principio di sussidiarietร , che garantisce la partecipazione e lโ€™azione delle comunitร  e organizzazioni di livello minore, le quali integrano in modo complementare lโ€™azione dello Stato. Molte volte esse portano avanti sforzi lodevoli pensando al bene comune e alcuni dei loro membri arrivano a compiere gesti davvero eroici, che mostrano di quanta bellezza รจ ancora capace la nostra umanitร .

Una caritร  sociale e politica

176. Per molti la politica oggi รจ una brutta parola, e non si puรฒ ignorare che dietro questo fatto ci sono spesso gli errori, la corruzione, lโ€™inefficienza di alcuni politici. A ciรฒ si aggiungono le strategie che mirano a indebolirla, a sostituirla con lโ€™economia o a dominarla con qualche ideologia. E tuttavia, puรฒ funzionare il mondo senza politica? Puรฒ trovare una via efficace verso la fraternitร  universale e la pace sociale senza una buona politica?[157]

La politica di cui cโ€™รจ bisogno

177. Mi permetto di ribadire che ยซla politica non deve sottomettersi allโ€™economia e questa non deve sottomettersi ai dettami e al paradigma efficientista della tecnocraziaยป.[158] Benchรฉ si debba respingere il cattivo uso del potere, la corruzione, la mancanza di rispetto delle leggi e lโ€™inefficienza, ยซnon si puรฒ giustificare unโ€™economia senza politica, che sarebbe incapace di propiziare unโ€™altra logica in grado di governare i vari aspetti della crisi attualeยป.[159] Al contrario, ยซabbiamo bisogno di una politica che pensi con una visione ampia, e che porti avanti un nuovo approccio integrale, includendo in un dialogo interdisciplinare i diversi aspetti della crisiยป.[160] Penso a ยซuna sana politica, capace di riformare le istituzioni, coordinarle e dotarle di buone pratiche, che permettano di superare pressioni e inerzie vizioseยป.[161] Non si puรฒ chiedere ciรฒ allโ€™economia, nรฉ si puรฒ accettare che questa assuma il potere reale dello Stato.

178. Davanti a tante forme di politica meschine e tese allโ€™interesse immediato, ricordo che ยซla grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine. Il potere politico fa molta fatica ad accogliere questo dovere in un progetto di Nazioneยป[162] e ancora di piรน in un progetto comune per lโ€™umanitร  presente e futura. Pensare a quelli che verranno non serve ai fini elettorali, ma รจ ciรฒ che esige una giustizia autentica, perchรฉ, come hanno insegnato i Vescovi del Portogallo, la terra ยซรจ un prestito che ogni generazione riceve e deve trasmettere alla generazione successivaยป.[163]

179. La societร  mondiale ha gravi carenze strutturali che non si risolvono con rattoppi o soluzioni veloci meramente occasionali. Ci sono cose che devono essere cambiate con reimpostazioni di fondo e trasformazioni importanti. Solo una sana politica potrebbe averne la guida, coinvolgendo i piรน diversi settori e i piรน vari saperi. In tal modo, unโ€™economia integrata in un progetto politico, sociale, culturale e popolare che tenda al bene comune puรฒ ยซaprire la strada a opportunitร  differenti, che non implicano di fermare la creativitร  umana e il suo sogno di progresso, ma piuttosto di incanalare tale energia in modo nuovoยป.[164]

Lโ€™amore politico

180. Riconoscere ogni essere umano come un fratello o una sorella e ricercare unโ€™amicizia sociale che includa tutti non sono mere utopie. Esigono la decisione e la capacitร  di trovare i percorsi efficaci che ne assicurino la reale possibilitร . Qualunque impegno in tale direzione diventa un esercizio alto della caritร . Perchรฉ un individuo puรฒ aiutare una persona bisognosa, ma quando si unisce ad altri per dare vita a processi sociali di fraternitร  e di giustizia per tutti, entra nel ยซcampo della piรน vasta caritร , della caritร  politicaยป.[165] Si tratta di progredire verso un ordine sociale e politico la cui anima sia la caritร  sociale.[166] Ancora una volta invito a rivalutare la politica, che ยซรจ una vocazione altissima, รจ una delle forme piรน preziose della caritร , perchรฉ cerca il bene comuneยป.[167]

181. Tutti gli impegni che derivano dalla dottrina sociale della Chiesa ยซsono attinti alla caritร  che, secondo lโ€™insegnamento di Gesรน, รจ la sintesi di tutta la Legge (cfr Mt 22,36-40)ยป.[168] Ciรฒ richiede di riconoscere che ยซlโ€™amore, pieno di piccoli gesti di cura reciproca, รจ anche civile e politico, e si manifesta in tutte le azioni che cercano di costruire un mondo miglioreยป.[169] Per questa ragione, lโ€™amore si esprime non solo in relazioni intime e vicine, ma anche nelle ยซmacro-relazioni: rapporti sociali, economici, politiciยป.[170]

182. Questa caritร  politica presuppone di aver maturato un senso sociale che supera ogni mentalitร  individualistica: ยซLa caritร  sociale ci fa amare il bene comune e fa cercare effettivamente il bene di tutte le persone, considerate non solo individualmente, ma anche nella dimensione sociale che le unisceยป.[171] Ognuno รจ pienamente persona quando appartiene a un popolo, e al tempo stesso non cโ€™รจ vero popolo senza rispetto per il volto di ogni persona. Popolo e persona sono termini correlativi. Tuttavia, oggi si pretende di ridurre le persone a individui, facilmente dominabili da poteri che mirano a interessi illeciti. La buona politica cerca vie di costruzione di comunitร  nei diversi livelli della vita sociale, in ordine a riequilibrare e riorientare la globalizzazione per evitare i suoi effetti disgreganti.

Amore efficace

183. A partire dallโ€™ยซamore socialeยป[172] รจ possibile progredire verso una civiltร  dellโ€™amore alla quale tutti possiamo sentirci chiamati. La caritร , col suo dinamismo universale, puรฒ costruire un mondo nuovo,[173] perchรฉ non รจ un sentimento sterile, bensรฌ il modo migliore di raggiungere strade efficaci di sviluppo per tutti. Lโ€™amore sociale รจ una ยซforza capace di suscitare nuove vie per affrontare i problemi del mondo dโ€™oggi e per rinnovare profondamente dallโ€™interno strutture, organizzazioni sociali, ordinamenti giuridiciยป.[174]

184. La caritร  รจ al cuore di ogni vita sociale sana e aperta. Tuttavia, oggi ยซne viene dichiarata facilmente lโ€™irrilevanza a interpretare e a dirigere le responsabilitร  moraliยป.[175] รˆ molto di piรน che un sentimentalismo soggettivo, se essa si accompagna allโ€™impegno per la veritร , cosรฌ da non essere facile ยซpreda delle emozioni e delle opinioni contingenti dei soggettiยป.[176] Proprio il suo rapporto con la veritร  favorisce nella caritร  il suo universalismo e cosรฌ la preserva dallโ€™essere ยซrelegata in un ambito ristretto e privato di relazioniยป.[177] Altrimenti, sarร  ยซesclusa dai progetti e dai processi di costruzione di uno sviluppo umano di portata universale, nel dialogo tra i saperi e le operativitร ยป.[178] Senza la veritร , lโ€™emotivitร  si vuota di contenuti relazionali e sociali. Perciรฒ lโ€™apertura alla veritร  protegge la caritร  da una falsa fede che resta ยซpriva di respiro umano e universaleยป.[179]

185. La caritร  ha bisogno della luce della veritร  che costantemente cerchiamo e ยซquesta luce รจ, a un tempo, quella della ragione e della fedeยป,[180] senza relativismi. Ciรฒ implica anche lo sviluppo delle scienze e il loro apporto insostituibile al fine di trovare i percorsi concreti e piรน sicuri per raggiungere i risultati sperati. Infatti, quando รจ in gioco il bene degli altri, non bastano le buone intenzioni, ma si tratta di ottenere effettivamente ciรฒ di cui essi e le loro nazioni hanno bisogno per realizzarsi.

Lโ€™attivitร  dellโ€™amore politico

186. Cโ€™รจ un cosiddetto amore โ€œelicitoโ€, vale a dire gli atti che procedono direttamente dalla virtรน della caritร , diretti a persone e a popoli. Cโ€™รจ poi un amore โ€œimperatoโ€: quegli atti della caritร  che spingono a creare istituzioni piรน sane, ordinamenti piรน giusti, strutture piรน solidali.[181] Ne consegue che รจ ยซun atto di caritร  altrettanto indispensabile lโ€™impegno finalizzato ad organizzare e strutturare la societร  in modo che il prossimo non abbia a trovarsi nella miseriaยป.[182] รˆ caritร  stare vicino a una persona che soffre, ed รจ pure caritร  tutto ciรฒ che si fa, anche senza avere un contatto diretto con quella persona, per modificare le condizioni sociali che provocano la sua sofferenza. Se qualcuno aiuta un anziano ad attraversare un fiume โ€“ e questo รจ squisita caritร  โ€“, il politico gli costruisce un ponte, e anche questo รจ caritร . Se qualcuno aiuta un altro dandogli da mangiare, il politico crea per lui un posto di lavoro, ed esercita una forma altissima di caritร  che nobilita la sua azione politica.

I sacrifici dellโ€™amore

187. Questa caritร , cuore dello spirito della politica, รจ sempre un amore preferenziale per gli ultimi, che sta dietro ogni azione compiuta in loro favore.[183] Solo con uno sguardo il cui orizzonte sia trasformato dalla caritร , che lo porta a cogliere la dignitร  dellโ€™altro, i poveri sono riconosciuti e apprezzati nella loro immensa dignitร , rispettati nel loro stile proprio e nella loro cultura, e pertanto veramente integrati nella societร . Tale sguardo รจ il nucleo dellโ€™autentico spirito della politica. A partire da lรฌ, le vie che si aprono sono diverse da quelle di un pragmatismo senzโ€™anima. Per esempio, ยซnon si puรฒ affrontare lo scandalo della povertร  promuovendo strategie di contenimento che unicamente tranquillizzano e trasformano i poveri in esseri addomesticati e inoffensivi. Che triste vedere che, dietro a presunte opere altruistiche, si riduce lโ€™altro alla passivitร ยป.[184] Quello che occorre รจ che ci siano diversi canali di espressione e di partecipazione sociale. Lโ€™educazione รจ al servizio di questo cammino, affinchรฉ ogni essere umano possa diventare artefice del proprio destino. Qui mostra il suo valore il principio di sussidiarietร , inseparabile dal principio di solidarietร .

188. Da ciรฒ risulta lโ€™urgenza di trovare una soluzione per tutto quello che attenta contro i diritti umani fondamentali. I politici sono chiamati a prendersi ยซcura della fragilitร , della fragilitร  dei popoli e delle persone. Prendersi cura della fragilitร  dice forza e tenerezza, dice lotta e feconditร  in mezzo a un modello funzionalista e privatista che conduce inesorabilmente alla โ€œcultura dello scartoโ€. [โ€ฆ] Significa farsi carico del presente nella sua situazione piรน marginale e angosciante ed essere capaci di ungerlo di dignitร ยป.[185] Cosรฌ certamente si dร  vita a unโ€™attivitร  intensa, perchรฉ ยซtutto devโ€™essere fatto per tutelare la condizione e la dignitร  della persona umanaยป.[186] Il politico รจ un realizzatore, รจ un costruttore con grandi obiettivi, con sguardo ampio, realistico e pragmatico, anche al di lร  del proprio Paese. Le maggiori preoccupazioni di un politico non dovrebbero essere quelle causate da una caduta nelle inchieste, bensรฌ dal non trovare unโ€™effettiva soluzione al ยซfenomeno dellโ€™esclusione sociale ed economica, con le sue tristi conseguenze di tratta degli esseri umani, commercio di organi e tessuti umani, sfruttamento sessuale di bambini e bambine, lavoro schiavizzato, compresa la prostituzione, traffico di droghe e di armi, terrorismo e crimine internazionale organizzato. รˆ tale lโ€™ordine di grandezza di queste situazioni e il numero di vite innocenti coinvolte, che dobbiamo evitare qualsiasi tentazione di cadere in un nominalismo declamatorio con effetto tranquillizzante sulle coscienze. Dobbiamo aver cura che le nostre istituzioni siano realmente efficaci nella lotta contro tutti questi flagelliยป.[187] Questo si fa sfruttando con intelligenza le grandi risorse dello sviluppo tecnologico.

189. Siamo ancora lontani da una globalizzazione dei diritti umani piรน essenziali. Perciรฒ la politica mondiale non puรฒ tralasciare di porre tra i suoi obiettivi principali e irrinunciabili quello di eliminare effettivamente la fame. Infatti, ยซquando la speculazione finanziaria condiziona il prezzo degli alimenti trattandoli come una merce qualsiasi, milioni di persone soffrono e muoiono di fame. Dallโ€™altra parte si scartano tonnellate di alimenti. Ciรฒ costituisce un vero scandalo. La fame รจ criminale, lโ€™alimentazione รจ un diritto inalienabileยป.[188] Tante volte, mentre ci immergiamo in discussioni semantiche o ideologiche, lasciamo che ancora oggi ci siano fratelli e sorelle che muoiono di fame e di sete, senza un tetto o senza accesso alle cure per la loro salute. Insieme a questi bisogni elementari non soddisfatti, la tratta di persone รจ unโ€™altra vergogna per lโ€™umanitร  che la politica internazionale non dovrebbe continuare a tollerare, al di lร  dei discorsi e delle buone intenzioni. รˆ il minimo indispensabile.

Amore che integra e raduna

190. La caritร  politica si esprime anche nellโ€™apertura a tutti. Specialmente chi ha la responsabilitร  di governare, รจ chiamato a rinunce che rendano possibile lโ€™incontro, e cerca la convergenza almeno su alcuni temi. Sa ascoltare il punto di vista dellโ€™altro consentendo che tutti abbiano un loro spazio. Con rinunce e pazienza un governante puรฒ favorire la creazione di quel bel poliedro dove tutti trovano un posto. In questo ambito non funzionano le trattative di tipo economico. รˆ qualcosa di piรน, รจ un interscambio di offerte in favore del bene comune. Sembra unโ€™utopia ingenua, ma non possiamo rinunciare a questo altissimo obiettivo.

191. Mentre vediamo che ogni genere di intolleranza fondamentalista danneggia le relazioni tra persone, gruppi e popoli, impegniamoci a vivere e insegnare il valore del rispetto, lโ€™amore capace di accogliere ogni differenza, la prioritร  della dignitร  di ogni essere umano rispetto a qualunque sua idea, sentimento, prassi e persino ai suoi peccati. Mentre nella societร  attuale proliferano i fanatismi, le logiche chiuse e la frammentazione sociale e culturale, un buon politico fa il primo passo perchรฉ risuonino le diverse voci. รˆ vero che le differenze generano conflitti, ma lโ€™uniformitร  genera asfissia e fa sรฌ che ci fagocitiamo culturalmente. Non rassegniamoci a vivere chiusi in un frammento di realtร .

192. In tale contesto, desidero ricordare che, insieme con il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, abbiamo chiesto ยซagli artefici della politica internazionale e dellโ€™economia mondiale, di impegnarsi seriamente per diffondere la cultura della tolleranza, della convivenza e della pace; di intervenire, quanto prima possibile, per fermare lo spargimento di sangue innocenteยป.[189] E quando una determinata politica semina lโ€™odio e la paura verso altre nazioni in nome del bene del proprio Paese, bisogna preoccuparsi, reagire in tempo e correggere immediatamente la rotta.

Piรน feconditร  che risultati

193. Mentre porta avanti questa attivitร  instancabile, ogni politico รจ pur sempre un essere umano. รˆ chiamato a vivere lโ€™amore nelle sue quotidiane relazioni interpersonali. รˆ una persona, e ha bisogno di accorgersi che ยซil mondo moderno, con la sua stessa perfezione tecnica, tende a razionalizzare sempre di piรน la soddisfazione dei desideri umani, classificati e suddivisi tra diversi servizi. Sempre meno si chiama un uomo col suo nome proprio, sempre meno si tratterร  come persona questo essere unico al mondo, che ha il suo cuore, le sue sofferenze, i suoi problemi, le sue gioie e la sua famiglia. Si conosceranno soltanto le sue malattie per curarle, la sua mancanza di denaro per fornirglielo, il suo bisogno di casa per dargli un alloggio, il suo desiderio di svago e di distrazioni per organizzarliยป. Perรฒ, ยซamare il piรน insignificante degli esseri umani come un fratello, come se al mondo non ci fosse altri che lui, non รจ perdere tempoยป.[190]

194. Anche nella politica cโ€™รจ spazio per amare con tenerezza. ยซCosโ€™รจ la tenerezza? รˆ lโ€™amore che si fa vicino e concreto. รˆ un movimento che parte dal cuore e arriva agli occhi, alle orecchie, alle mani. [โ€ฆ] La tenerezza รจ la strada che hanno percorso gli uomini e le donne piรน coraggiosi e fortiยป.[191] In mezzo allโ€™attivitร  politica, ยซi piรน piccoli, i piรน deboli, i piรน poveri debbono intenerirci: hanno โ€œdirittoโ€ di prenderci lโ€™anima e il cuore. Sรฌ, essi sono nostri fratelli e come tali dobbiamo amarli e trattarliยป.[192]

195. Questo ci aiuta a riconoscere che non sempre si tratta di ottenere grandi risultati, che a volte non sono possibili. Nellโ€™attivitร  politica bisogna ricordare che ยซal di lร  di qualsiasi apparenza, ciascuno รจ immensamente sacro e merita il nostro affetto e la nostra dedizione. Perciรฒ, se riesco ad aiutare una sola persona a vivere meglio, questo รจ giร  sufficiente a giustificare il dono della mia vita. รˆ bello essere popolo fedele di Dio. E acquistiamo pienezza quando rompiamo le pareti e il nostro cuore si riempie di volti e di nomi!ยป.[193] I grandi obiettivi sognati nelle strategie si raggiungono parzialmente. Al di lร  di questo, chi ama e ha smesso di intendere la politica come una mera ricerca di potere, ยซha la sicurezza che non va perduta nessuna delle sue opere svolte con amore, non va perduta nessuna delle sue sincere preoccupazioni per gli altri, non va perduto nessun atto dโ€™amore per Dio, non va perduta nessuna generosa fatica, non va perduta nessuna dolorosa pazienza. Tutto ciรฒ circola attraverso il mondo come una forza di vitaยป.[194]

196. Dโ€™altra parte, รจ grande nobiltร  esser capaci di avviare processi i cui frutti saranno raccolti da altri, con la speranza riposta nella forza segreta del bene che si semina. La buona politica unisce allโ€™amore la speranza, la fiducia nelle riserve di bene che ci sono nel cuore della gente, malgrado tutto. Perciรฒ, ยซla vita politica autentica, che si fonda sul diritto e su un dialogo leale tra i soggetti, si rinnova con la convinzione che ogni donna, ogni uomo e ogni generazione racchiudono in sรฉ una promessa che puรฒ sprigionare nuove energie relazionali, intellettuali, culturali e spiritualiยป.[195]

197. Vista in questo modo, la politica รจ piรน nobile dellโ€™apparire, del marketing, di varie forme di maquillage mediatico. Tutto ciรฒ non semina altro che divisione, inimicizia e uno scetticismo desolante incapace di appellarsi a un progetto comune. Pensando al futuro, in certi giorni le domande devono essere: โ€œA che scopo? Verso dove sto puntando realmente?โ€. Perchรฉ, dopo alcuni anni, riflettendo sul proprio passato, la domanda non sarร : โ€œQuanti mi hanno approvato, quanti mi hanno votato, quanti hanno avuto unโ€™immagine positiva di me?โ€. Le domande, forse dolorose, saranno: โ€œQuanto amore ho messo nel mio lavoro? In che cosa ho fatto progredire il popolo? Che impronta ho lasciato nella vita della societร ? Quali legami reali ho costruito? Quali forze positive ho liberato? Quanta pace sociale ho seminato? Che cosa ho prodotto nel posto che mi รจ stato affidato?โ€.

CAPITOLO SESTO

DIALOGO E AMICIZIA SOCIALE

198. Avvicinarsi, esprimersi, ascoltarsi, guardarsi, conoscersi, provare a comprendersi, cercare punti di contatto, tutto questo si riassume nel verbo โ€œdialogareโ€. Per incontrarci e aiutarci a vicenda abbiamo bisogno di dialogare. Non cโ€™รจ bisogno di dire a che serve il dialogo. Mi basta pensare che cosa sarebbe il mondo senza il dialogo paziente di tante persone generose che hanno tenuto unite famiglie e comunitร . Il dialogo perseverante e coraggioso non fa notizia come gli scontri e i conflitti, eppure aiuta discretamente il mondo a vivere meglio, molto piรน di quanto possiamo rendercene conto.

Il dialogo sociale verso una nuova cultura

199. Alcuni provano a fuggire dalla realtร  rifugiandosi in mondi privati, e altri la affrontano con violenza distruttiva, ma ยซtra lโ€™indifferenza egoista e la protesta violenta cโ€™รจ unโ€™opzione sempre possibile: il dialogo. Il dialogo tra le generazioni, il dialogo nel popolo, perchรฉ tutti siamo popolo, la capacitร  di dare e ricevere, rimanendo aperti alla veritร . Un Paese cresce quando dialogano in modo costruttivo le sue diverse ricchezze culturali: la cultura popolare, la cultura universitaria, la cultura giovanile, la cultura artistica e la cultura tecnologica, la cultura economica e la cultura della famiglia, e la cultura dei mediaยป.[196]

200. Spesso si confonde il dialogo con qualcosa di molto diverso: un febbrile scambio di opinioni nelle reti sociali, molte volte orientato da unโ€™informazione mediatica non sempre affidabile. Sono solo monologhi che procedono paralleli, forse imponendosi allโ€™attenzione degli altri per i loro toni alti e aggressivi. Ma i monologhi non impegnano nessuno, a tal punto che i loro contenuti non di rado sono opportunistici e contraddittori.

201. La risonante diffusione di fatti e richiami nei media, in realtร  chiude spesso le possibilitร  del dialogo, perchรฉ permette che ciascuno, con la scusa degli errori altrui, mantenga intatti e senza sfumature le idee, gli interessi e le scelte propri. Predomina lโ€™abitudine di screditare rapidamente lโ€™avversario, attribuendogli epiteti umilianti, invece di affrontare un dialogo aperto e rispettoso, in cui si cerchi di raggiungere una sintesi che vada oltre. Il peggio รจ che questo linguaggio, consueto nel contesto mediatico di una campagna politica, si รจ talmente generalizzato che lo usano quotidianamente tutti. Il dibattito molte volte รจ manipolato da determinati interessi che hanno maggior potere e cercano in maniera disonesta di piegare lโ€™opinione pubblica a loro favore. Non mi riferisco soltanto al governo di turno, perchรฉ tale potere manipolatore puรฒ essere economico, politico, mediatico, religioso o di qualsiasi genere. A volte lo si giustifica o lo si scusa quando la sua dinamica corrisponde ai propri interessi economici o ideologici, ma prima o poi si ritorce contro questi stessi interessi.

202. La mancanza di dialogo comporta che nessuno, nei singoli settori, si preoccupa del bene comune, bensรฌ di ottenere i vantaggi che il potere procura, o, nel migliore dei casi, di imporre il proprio modo di pensare. Cosรฌ i colloqui si ridurranno a mere trattative affinchรฉ ciascuno possa accaparrarsi tutto il potere e i maggiori vantaggi possibili, senza una ricerca congiunta che generi bene comune. Gli eroi del futuro saranno coloro che sapranno spezzare questa logica malsana e decideranno di sostenere con rispetto una parola carica di veritร , al di lร  degli interessi personali. Dio voglia che questi eroi stiano silenziosamente venendo alla luce nel cuore della nostra societร .

Costruire insieme

203. Lโ€™autentico dialogo sociale presuppone la capacitร  di rispettare il punto di vista dellโ€™altro, accettando la possibilitร  che contenga delle convinzioni o degli interessi legittimi. A partire dalla sua identitร , lโ€™altro ha qualcosa da dare ed รจ auspicabile che approfondisca ed esponga la sua posizione perchรฉ il dibattito pubblico sia ancora piรน completo. รˆ vero che quando una persona o un gruppo รจ coerente con quello che pensa, aderisce saldamente a valori e convinzioni, e sviluppa un pensiero, ciรฒ in un modo o nellโ€™altro andrร  a beneficio della societร . Ma questo avviene effettivamente solo nella misura in cui tale sviluppo si realizza nel dialogo e nellโ€™apertura agli altri. Infatti, ยซin un vero spirito di dialogo si alimenta la capacitร  di comprendere il significato di ciรฒ che lโ€™altro dice e fa, pur non potendo assumerlo come una propria convinzione. Cosรฌ diventa possibile essere sinceri, non dissimulare ciรฒ in cui crediamo, senza smettere di dialogare, di cercare punti di contatto, e soprattutto di lavorare e impegnarsi insiemeยป.[197] La discussione pubblica, se veramente dร  spazio a tutti e non manipola nรฉ nasconde lโ€™informazione, รจ uno stimolo costante che permette di raggiungere piรน adeguatamente la veritร , o almeno di esprimerla meglio. Impedisce che i vari settori si posizionino comodi e autosufficienti nel loro modo di vedere le cose e nei loro interessi limitati. Pensiamo che ยซle differenze sono creative, creano tensione e nella risoluzione di una tensione consiste il progresso dellโ€™umanitร ยป.[198]

204. Oggi esiste la convinzione che, oltre agli sviluppi scientifici specializzati, occorre la comunicazione tra discipline, dal momento che la realtร  รจ una, benchรฉ possa essere accostata da diverse prospettive e con differenti metodologie. Non va trascurato il rischio che un progresso scientifico venga considerato lโ€™unico approccio possibile per comprendere un aspetto della vita, della societร  e del mondo. Invece, un ricercatore che avanza fruttuosamente nella sua analisi ed รจ anche disposto a riconoscere altre dimensioni della realtร  che indaga, grazie al lavoro di altre scienze e altri saperi si apre a conoscere la realtร  in maniera piรน integra e piena.

205. In questo mondo globalizzato ยซi media possono aiutare a farci sentire piรน prossimi gli uni agli altri; a farci percepire un rinnovato senso di unitร  della famiglia umana che spinge alla solidarietร  e allโ€™impegno serio per una vita piรน dignitosa. [โ€ฆ] Possono aiutarci in questo, particolarmente oggi, quando le reti della comunicazione umana hanno raggiunto sviluppi inauditi. In particolare internet puรฒ offrire maggiori possibilitร  di incontro e di solidarietร  tra tutti, e questa รจ una cosa buona, รจ un dono di Dioยป.[199] รˆ perรฒ necessario verificare continuamente che le attuali forme di comunicazione ci orientino effettivamente allโ€™incontro generoso, alla ricerca sincera della veritร  piena, al servizio, alla vicinanza con gli ultimi, allโ€™impegno di costruire il bene comune. Nello stesso tempo, come hanno indicato i Vescovi dellโ€™Australia, ยซnon possiamo accettare un mondo digitale progettato per sfruttare la nostra debolezza e tirare fuori il peggio dalla genteยป.[200]

Il fondamento dei consensi

206. Il relativismo non รจ la soluzione. Sotto il velo di una presunta tolleranza, finisce per favorire il fatto che i valori morali siano interpretati dai potenti secondo le convenienze del momento. Se in definitiva ยซnon ci sono veritร  oggettive nรฉ principi stabili, al di fuori della soddisfazione delle proprie aspirazioni e delle necessitร  immediate, [โ€ฆ] non possiamo pensare che i programmi politici o la forza della legge basteranno. [โ€ฆ] Quando รจ la cultura che si corrompe e non si riconosce piรน alcuna veritร  oggettiva o principi universalmente validi, le leggi verranno intese solo come imposizioni arbitrarie e come ostacoli da evitareยป.[201]

207. รˆ possibile prestare attenzione alla veritร , cercare la veritร  che risponde alla nostra realtร  piรน profonda? Che cosโ€™รจ la legge senza la convinzione, raggiunta attraverso un lungo cammino di riflessione e di sapienza, che ogni essere umano รจ sacro e inviolabile? Affinchรฉ una societร  abbia futuro, รจ necessario che abbia maturato un sentito rispetto verso la veritร  della dignitร  umana, alla quale ci sottomettiamo. Allora non ci si asterrร  dallโ€™uccidere qualcuno solo per evitare il disprezzo sociale e il peso della legge, bensรฌ per convinzione. รˆ una veritร  irrinunciabile che riconosciamo con la ragione e accettiamo con la coscienza. Una societร  รจ nobile e rispettabile anche perchรฉ coltiva la ricerca della veritร  e per il suo attaccamento alle veritร  fondamentali.

208. Occorre esercitarsi a smascherare le varie modalitร  di manipolazione, deformazione e occultamento della veritร  negli ambiti pubblici e privati. Ciรฒ che chiamiamo โ€œveritร โ€ non รจ solo la comunicazione di fatti operata dal giornalismo. รˆ anzitutto la ricerca dei fondamenti piรน solidi che stanno alla base delle nostre scelte e delle nostre leggi. Questo implica accettare che lโ€™intelligenza umana puรฒ andare oltre le convenienze del momento e cogliere alcune veritร  che non mutano, che erano veritร  prima di noi e lo saranno sempre. Indagando sulla natura umana, la ragione scopre valori che sono universali, perchรฉ da essa derivano.

209. Diversamente, non potrebbe forse succedere che i diritti umani fondamentali, oggi considerati insormontabili, vengano negati dai potenti di turno, dopo aver ottenuto il โ€œconsensoโ€ di una popolazione addormentata e impaurita? E nemmeno sarebbe sufficiente un mero consenso tra i vari popoli, ugualmente manipolabile. Giร  abbiamo in abbondanza prove di tutto il bene che siamo capaci di compiere, perรฒ, al tempo stesso, dobbiamo riconoscere la capacitร  di distruzione che cโ€™รจ in noi. Lโ€™individualismo indifferente e spietato in cui siamo caduti, non รจ anche il risultato della pigrizia nel ricercare i valori piรน alti, che vadano al di lร  dei bisogni momentanei? Al relativismo si somma il rischio che il potente o il piรน abile riesca a imporre una presunta veritร . Invece, ยซdi fronte alle norme morali che proibiscono il male intrinseco non ci sono privilegi nรฉ eccezioni per nessuno. Essere il padrone del mondo o lโ€™ultimo โ€œmiserabileโ€ sulla faccia della terra non fa alcuna differenza: davanti alle esigenze morali siamo tutti assolutamente ugualiยป.[202]

210. Quello che oggi ci accade, trascinandoci in una logica perversa e vuota, รจ che si verifica unโ€™assimilazione dellโ€™etica e della politica alla fisica. Non esistono il bene e il male in sรฉ, ma solamente un calcolo di vantaggi e svantaggi. Lo spostamento della ragione morale ha per conseguenza che il diritto non puรฒ riferirsi a una concezione fondamentale di giustizia, ma piuttosto diventa uno specchio delle idee dominanti. Entriamo qui in una degenerazione: un andare โ€œlivellando verso il bassoโ€ mediante un consenso superficiale e compromissorio. Cosรฌ, in definitiva, la logica della forza trionfa.

Il consenso e la veritร 

211. In una societร  pluralista, il dialogo รจ la via piรน adatta per arrivare a riconoscere ciรฒ che devโ€™essere sempre affermato e rispettato, e che va oltre il consenso occasionale. Parliamo di un dialogo che esige di essere arricchito e illuminato da ragioni, da argomenti razionali, da varietร  di prospettive, da apporti di diversi saperi e punti di vista, e che non esclude la convinzione che รจ possibile giungere ad alcune veritร  fondamentali che devono e dovranno sempre essere sostenute. Accettare che ci sono alcuni valori permanenti, benchรฉ non sia sempre facile riconoscerli, conferisce soliditร  e stabilitร  a unโ€™etica sociale. Anche quando li abbiamo riconosciuti e assunti grazie al dialogo e al consenso, vediamo che tali valori di base vanno al di lร  di ogni consenso, li riconosciamo come valori che trascendono i nostri contesti e mai negoziabili. Potrร  crescere la nostra comprensione del loro significato e della loro importanza โ€“ e in questo senso il consenso รจ una realtร  dinamica โ€“ ma in sรฉ stessi sono apprezzati come stabili per il loro significato intrinseco.

212. Se una certa cosa rimane sempre conveniente per il buon funzionamento della societร , non รจ forse perchรฉ dietro ad essa cโ€™รจ una veritร  perenne, che lโ€™intelligenza puรฒ cogliere? Nella realtร  stessa dellโ€™essere umano e della societร , nella loro natura intima, vi รจ una serie di strutture di base che sostengono il loro sviluppo e la loro sopravvivenza. Da lรฌ derivano determinate esigenze che si possono scoprire grazie al dialogo, anche se non sono costruite in senso stretto dal consenso. Il fatto che certe norme siano indispensabili per la vita sociale stessa รจ un indizio esterno di come esse siano qualcosa di intrinsecamente buono. Di conseguenza, non รจ necessario contrapporre la convenienza sociale, il consenso, e la realtร  di una veritร  obiettiva. Tuttโ€™e tre possono unirsi armoniosamente quando, attraverso il dialogo, le persone hanno il coraggio di andare fino in fondo a una questione.

213. Se bisogna rispettare in ogni situazione la dignitร  degli altri, รจ perchรฉ noi non inventiamo o supponiamo tale dignitร , ma perchรฉ cโ€™รจ effettivamente in essi un valore superiore rispetto alle cose materiali e alle circostanze, che esige siano trattati in un altro modo. Che ogni essere umano possiede una dignitร  inalienabile รจ una veritร  corrispondente alla natura umana al di lร  di qualsiasi cambiamento culturale. Perciรฒ lโ€™essere umano possiede la medesima dignitร  inviolabile in qualunque epoca storica e nessuno puรฒ sentirsi autorizzato dalle circostanze a negare questa convinzione o a non agire di conseguenza. Lโ€™intelligenza puรฒ dunque scrutare nella realtร  delle cose, attraverso la riflessione, lโ€™esperienza e il dialogo, per riconoscere in tale realtร  che la trascende la base di certe esigenze morali universali.

214. Agli agnostici, questo fondamento potrร  sembrare sufficiente per conferire una salda e stabile validitร  universale ai principi etici basilari e non negoziabili, cosรฌ da poter impedire nuove catastrofi. Per i credenti, la natura umana, fonte di principi etici, รจ stata creata da Dio, il quale, in ultima istanza, conferisce un fondamento solido a tali principi.[203] Ciรฒ non stabilisce un fissismo etico nรฉ apre la strada allโ€™imposizione di alcun sistema morale, dal momento che i principi morali fondamentali e universalmente validi possono dar luogo a diverse normative pratiche. Perciรฒ rimane sempre uno spazio per il dialogo.

Una nuova cultura

215. ยซLa vita รจ lโ€™arte dellโ€™incontro, anche se tanti scontri ci sono nella vitaยป.[204] Tante volte ho invitato a far crescere una cultura dellโ€™incontro, che vada oltre le dialettiche che mettono lโ€™uno contro lโ€™altro. รˆ uno stile di vita che tende a formare quel poliedro che ha molte facce, moltissimi lati, ma tutti compongono unโ€™unitร  ricca di sfumature, perchรฉ ยซil tutto รจ superiore alla parteยป.[205] Il poliedro rappresenta una societร  in cui le differenze convivono integrandosi, arricchendosi e illuminandosi a vicenda, benchรฉ ciรฒ comporti discussioni e diffidenze. Da tutti, infatti, si puรฒ imparare qualcosa, nessuno รจ inutile, nessuno รจ superfluo. Ciรฒ implica includere le periferie. Chi vive in esse ha un altro punto di vista, vede aspetti della realtร  che non si riconoscono dai centri di potere dove si prendono le decisioni piรน determinanti.

Lโ€™incontro fatto cultura

216. La parola โ€œculturaโ€ indica qualcosa che รจ penetrato nel popolo, nelle sue convinzioni piรน profonde e nel suo stile di vita. Se parliamo di una โ€œculturaโ€ nel popolo, ciรฒ รจ piรน di unโ€™idea o di unโ€™astrazione. Comprende i desideri, lโ€™entusiasmo e in definitiva un modo di vivere che caratterizza quel gruppo umano. Dunque, parlare di โ€œcultura dellโ€™incontroโ€ significa che come popolo ci appassiona il volerci incontrare, il cercare punti di contatto, gettare ponti, progettare qualcosa che coinvolga tutti. Questo รจ diventato unโ€™aspirazione e uno stile di vita. Il soggetto di tale cultura รจ il popolo, non un settore della societร  che mira a tenere in pace il resto con mezzi professionali e mediatici.

217. La pace sociale รจ laboriosa, artigianale. Sarebbe piรน facile contenere le libertร  e le differenze con un poโ€™ di astuzia e di risorse. Ma questa pace sarebbe superficiale e fragile, non il frutto di una cultura dellโ€™incontro che la sostenga. Integrare le realtร  diverse รจ molto piรน difficile e lento, eppure รจ la garanzia di una pace reale e solida. Ciรฒ non si ottiene mettendo insieme solo i puri, perchรฉ ยซpersino le persone che possono essere criticate per i loro errori hanno qualcosa da apportare che non deve andare perdutoยป.[206] E nemmeno consiste in una pace che nasce mettendo a tacere le rivendicazioni sociali o evitando che facciano troppo rumore, perchรฉ non รจ ยซun consenso a tavolino o unโ€™effimera pace per una minoranza feliceยป.[207] Quello che conta รจ avviare processi di incontro, processi che possano costruire un popolo capace di raccogliere le differenze. Armiamo i nostri figli con le armi del dialogo! Insegniamo loro la buona battaglia dellโ€™incontro!

Il gusto di riconoscere lโ€™altro

218. Questo implica la capacitร  abituale di riconoscere allโ€™altro il diritto di essere sรฉ stesso e di essere diverso. A partire da tale riconoscimento fattosi cultura, si rende possibile dar vita ad un patto sociale. Senza questo riconoscimento emergono modi sottili di far sรฌ che lโ€™altro perda ogni significato, che diventi irrilevante, che non gli si riconosca alcun valore nella societร . Dietro al rifiuto di certe forme visibili di violenza, spesso si nasconde unโ€™altra violenza piรน subdola: quella di coloro che disprezzano il diverso, soprattutto quando le sue rivendicazioni danneggiano in qualche modo i loro interessi.

219. Quando una parte della societร  pretende di godere di tutto ciรฒ che il mondo offre, come se i poveri non esistessero, questo a un certo punto ha le sue conseguenze. Ignorare lโ€™esistenza e i diritti degli altri, prima o poi provoca qualche forma di violenza, molte volte inaspettata. I sogni della libertร , dellโ€™uguaglianza e della fraternitร  possono restare al livello delle mere formalitร , perchรฉ non sono effettivamente per tutti. Pertanto, non si tratta solamente di cercare un incontro tra coloro che detengono varie forme di potere economico, politico o accademico. Un incontro sociale reale pone in un vero dialogo le grandi forme culturali che rappresentano la maggioranza della popolazione. Spesso le buone proposte non sono fatte proprie dai settori piรน impoveriti perchรฉ si presentano con una veste culturale che non รจ la loro e con la quale non possono sentirsi identificati. Di conseguenza, un patto sociale realistico e inclusivo devโ€™essere anche un โ€œpatto culturaleโ€, che rispetti e assuma le diverse visioni del mondo, le culture e gli stili di vita che coesistono nella societร .

220. Per esempio, i popoli originari non sono contro il progresso, anche se hanno unโ€™idea di progresso diversa, molte volte piรน umanistica di quella della cultura moderna dei popoli sviluppati. Non รจ una cultura orientata al vantaggio di quanti hanno potere, di quanti hanno bisogno di creare una specie di paradiso sulla terra. Lโ€™intolleranza e il disprezzo nei confronti delle culture popolari indigene รจ una vera forma di violenza, propria degli โ€œeticistiโ€ senza bontร  che vivono giudicando gli altri. Ma nessun cambiamento autentico, profondo e stabile รจ possibile se non si realizza a partire dalle diverse culture, principalmente dei poveri. Un patto culturale presuppone che si rinunci a intendere lโ€™identitร  di un luogo in modo monolitico, ed esige che si rispetti la diversitร  offrendole vie di promozione e di integrazione sociale.

221. Questo patto richiede anche di accettare la possibilitร  di cedere qualcosa per il bene comune. Nessuno potrร  possedere tutta la veritร , nรฉ soddisfare la totalitร  dei propri desideri, perchรฉ questa pretesa porterebbe a voler distruggere lโ€™altro negando i suoi diritti. La ricerca di una falsa tolleranza deve cedere il passo al realismo dialogante, di chi crede di dover essere fedele ai propri principi, riconoscendo tuttavia che anche lโ€™altro ha il diritto di provare ad essere fedele ai suoi. รˆ il vero riconoscimento dellโ€™altro, che solo lโ€™amore rende possibile e che significa mettersi al posto dellโ€™altro per scoprire che cosa cโ€™รจ di autentico, o almeno di comprensibile, tra le sue motivazioni e i suoi interessi.

Recuperare la gentilezza

222. Lโ€™individualismo consumista provoca molti soprusi. Gli altri diventano meri ostacoli alla propria piacevole tranquillitร . Dunque si finisce per trattarli come fastidi e lโ€™aggressivitร  aumenta. Ciรฒ si accentua e arriva a livelli esasperanti nei periodi di crisi, in situazioni catastrofiche, in momenti difficili, quando emerge lo spirito del โ€œsi salvi chi puรฒโ€. Tuttavia, รจ ancora possibile scegliere di esercitare la gentilezza. Ci sono persone che lo fanno e diventano stelle in mezzo allโ€™oscuritร .

223. San Paolo menzionava un frutto dello Spirito Santo con la parola greca chrestotes (Gal 5,22), che esprime uno stato dโ€™animo non aspro, rude, duro, ma benigno, soave, che sostiene e conforta. La persona che possiede questa qualitร  aiuta gli altri affinchรฉ la loro esistenza sia piรน sopportabile, soprattutto quando portano il peso dei loro problemi, delle urgenze e delle angosce. รˆ un modo di trattare gli altri che si manifesta in diverse forme: come gentilezza nel tratto, come attenzione a non ferire con le parole o i gesti, come tentativo di alleviare il peso degli altri. Comprende il ยซdire parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolanoยป, invece di ยซparole che umiliano, che rattristano, che irritano, che disprezzanoยป.[208]

224. La gentilezza รจ una liberazione dalla crudeltร  che a volte penetra le relazioni umane, dallโ€™ansietร  che non ci lascia pensare agli altri, dallโ€™urgenza distratta che ignora che anche gli altri hanno diritto a essere felici. Oggi raramente si trovano tempo ed energie disponibili per soffermarsi a trattare bene gli altri, a dire โ€œpermessoโ€, โ€œscusaโ€, โ€œgrazieโ€. Eppure ogni tanto si presenta il miracolo di una persona gentile, che mette da parte le sue preoccupazioni e le sue urgenze per prestare attenzione, per regalare un sorriso, per dire una parola di stimolo, per rendere possibile uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza. Questo sforzo, vissuto ogni giorno, รจ capace di creare quella convivenza sana che vince le incomprensioni e previene i conflitti. La pratica della gentilezza non รจ un particolare secondario nรฉ un atteggiamento superficiale o borghese. Dal momento che presuppone stima e rispetto, quando si fa cultura in una societร  trasforma profondamente lo stile di vita, i rapporti sociali, il modo di dibattere e di confrontare le idee. Facilita la ricerca di consensi e apre strade lร  dove lโ€™esasperazione distrugge tutti i ponti.

CAPITOLO SETTIMO

PERCORSI DI UN NUOVO INCONTRO

225. In molte parti del mondo occorrono percorsi di pace che conducano a rimarginare le ferite, cโ€™รจ bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia.

Ricominciare dalla veritร 

226. Nuovo incontro non significa tornare a un momento precedente ai conflitti. Col tempo tutti siamo cambiati. Il dolore e le contrapposizioni ci hanno trasformato. Inoltre, non cโ€™รจ piรน spazio per diplomazie vuote, per dissimulazioni, discorsi doppi, occultamenti, buone maniere che nascondono la realtร . Quanti si sono confrontati duramente si parlano a partire dalla veritร , chiara e nuda. Hanno bisogno di imparare ad esercitare una memoria penitenziale, capace di assumere il passato per liberare il futuro dalle proprie insoddisfazioni, confusioni e proiezioni. Solo dalla veritร  storica dei fatti potranno nascere lo sforzo perseverante e duraturo di comprendersi a vicenda e di tentare una nuova sintesi per il bene di tutti. La realtร  รจ che ยซil processo di pace รจ quindi un impegno che dura nel tempo. รˆ un lavoro paziente di ricerca della veritร  e della giustizia, che onora la memoria delle vittime e che apre, passo dopo passo, a una speranza comune, piรน forte della vendettaยป.[209] Come hanno affermato i Vescovi del Congo a proposito di un conflitto che si ripete, ยซgli accordi di pace sulla carta non saranno mai sufficienti. Occorrerร  andare piรน lontano, includendo lโ€™esigenza di veritร  sulle origini di questa crisi ricorrente. Il popolo ha il diritto di sapere che cosa รจ successoยป.[210]

227. In effetti, ยซla veritร  รจ una compagna inseparabile della giustizia e della misericordia. Tuttโ€™e tre unite, sono essenziali per costruire la pace e, dโ€™altra parte, ciascuna di esse impedisce che le altre siano alterate. [โ€ฆ] La veritร  non deve, di fatto, condurre alla vendetta, ma piuttosto alla riconciliazione e al perdono. Veritร  รจ raccontare alle famiglie distrutte dal dolore quello che รจ successo ai loro parenti scomparsi. Veritร  รจ confessare che cosa รจ successo ai minori reclutati dagli operatori di violenza. Veritร  รจ riconoscere il dolore delle donne vittime di violenza e di abusi. [โ€ฆ] Ogni violenza commessa contro un essere umano รจ una ferita nella carne dellโ€™umanitร ; ogni morte violenta ci โ€œdiminuisceโ€ come persone. [โ€ฆ] La violenza genera violenza, lโ€™odio genera altro odio, e la morte altra morte. Dobbiamo spezzare questa catena che appare ineluttabileยป.[211]

Lโ€™architettura e lโ€™artigianato della pace

228. Il percorso verso la pace non richiede di omogeneizzare la societร , ma sicuramente ci permette di lavorare insieme. Puรฒ unire molti nel perseguire ricerche congiunte in cui tutti traggono profitto. Di fronte a un determinato obiettivo condiviso, si potranno offrire diverse proposte tecniche, varie esperienze, e lavorare per il bene comune. Occorre cercare di identificare bene i problemi che una societร  attraversa per accettare che esistano diversi modi di guardare le difficoltร  e di risolverle. Il cammino verso una migliore convivenza chiede sempre di riconoscere la possibilitร  che lโ€™altro apporti una prospettiva legittima โ€“ almeno in parte โ€“, qualcosa che si possa rivalutare, anche quando possa essersi sbagliato o aver agito male. Infatti, ยซlโ€™altro non va mai rinchiuso in ciรฒ che ha potuto dire o fare, ma va considerato per la promessa che porta in sรฉยป,[212] promessa che lascia sempre uno spiraglio di speranza.

229. Come hanno insegnato i Vescovi del Sudafrica, la vera riconciliazione si raggiunge in maniera proattiva, ยซformando una nuova societร  basata sul servizio agli altri, piรน che sul desiderio di dominare; una societร  basata sul condividere con altri ciรฒ che si possiede, piรน che sulla lotta egoistica di ciascuno per la maggior ricchezza possibile; una societร  in cui il valore di stare insieme come esseri umani รจ senzโ€™altro piรน importante di qualsiasi gruppo minore, sia esso la famiglia, la nazione, lโ€™etnia o la culturaยป.[213] I Vescovi della Corea del Sud hanno segnalato che unโ€™autentica pace ยซsi puรฒ ottenere solo quando lottiamo per la giustizia attraverso il dialogo, perseguendo la riconciliazione e lo sviluppo reciprocoยป.[214]

230. Lโ€™impegno arduo per superare ciรฒ che ci divide senza perdere lโ€™identitร  di ciascuno presuppone che in tutti rimanga vivo un fondamentale senso di appartenenza. Infatti, ยซla nostra societร  vince quando ogni persona, ogni gruppo sociale, si sente veramente a casa. In una famiglia, i genitori, i nonni, i bambini sono di casa; nessuno รจ escluso. Se uno ha una difficoltร , anche grave, anche quando โ€œse lโ€™รจ cercataโ€, gli altri vengono in suo aiuto, lo sostengono; il suo dolore รจ di tutti. [โ€ฆ] Nelle famiglie, tutti contribuiscono al progetto comune, tutti lavorano per il bene comune, ma senza annullare lโ€™individuo; al contrario, lo sostengono, lo promuovono. Litigano, ma cโ€™รจ qualcosa che non si smuove: quel legame familiare. I litigi di famiglia dopo sono riconciliazioni. Le gioie e i dolori di ciascuno sono fatti propri da tutti. Questo sรฌ รจ essere famiglia! Se potessimo riuscire a vedere lโ€™avversario politico o il vicino di casa con gli stessi occhi con cui vediamo i bambini, le mogli, i mariti, i padri e le madri. Che bello sarebbe! Amiamo la nostra societร , o rimane qualcosa di lontano, qualcosa di anonimo, che non ci coinvolge, non ci tocca, non ci impegna?ยป.[215]

231. Molte volte cโ€™รจ un grande bisogno di negoziare e cosรฌ sviluppare percorsi concreti per la pace. Tuttavia, i processi effettivi di una pace duratura sono anzitutto trasformazioni artigianali operate dai popoli, in cui ogni persona puรฒ essere un fermento efficace con il suo stile di vita quotidiana. Le grandi trasformazioni non si costruiscono alla scrivania o nello studio. Dunque, ยซognuno svolge un ruolo fondamentale, in un unico progetto creativo, per scrivere una nuova pagina di storia, una pagina piena di speranza, piena di pace, piena di riconciliazioneยป.[216] Cโ€™รจ una โ€œarchitetturaโ€ della pace, nella quale intervengono le varie istituzioni della societร , ciascuna secondo la propria competenza, perรฒ cโ€™รจ anche un โ€œartigianatoโ€ della pace che ci coinvolge tutti. A partire da diversi processi di pace che si sviluppano in vari luoghi del mondo, ยซabbiamo imparato che queste vie di pacificazione, di primato della ragione sulla vendetta, di delicata armonia tra la politica e il diritto, non possono ovviare ai percorsi della gente. Non รจ sufficiente il disegno di quadri normativi e accordi istituzionali tra gruppi politici o economici di buona volontร . [โ€ฆ] Inoltre, รจ sempre prezioso inserire nei nostri processi di pace lโ€™esperienza di settori che, in molte occasioni, sono stati resi invisibili, affinchรฉ siano proprio le comunitร  a colorare i processi di memoria collettivaยป.[217]

232. Non cโ€™รจ un punto finale nella costruzione della pace sociale di un Paese, bensรฌ si tratta di ยซun compito che non dร  tregua e che esige lโ€™impegno di tutti. Lavoro che ci chiede di non venir meno nello sforzo di costruire lโ€™unitร  della nazione e, malgrado gli ostacoli, le differenze e i diversi approcci sul modo di raggiungere la convivenza pacifica, persistere nella lotta per favorire la cultura dellโ€™incontro, che esige di porre al centro di ogni azione politica, sociale ed economica la persona umana, la sua altissima dignitร , e il rispetto del bene comune. Che questo sforzo ci faccia rifuggire da ogni tentazione di vendetta e ricerca di interessi solo particolari e a breve termineยป.[218] Le manifestazioni pubbliche violente, da una parte e dallโ€™altra, non aiutano a trovare vie dโ€™uscita. Soprattutto perchรฉ, come bene hanno osservato i Vescovi della Colombia, quando si incoraggiano ยซmobilitazioni cittadine, non sempre risultano chiari le loro origini e i loro obiettivi, ci sono alcune forme di manipolazione politica e si riscontrano appropriazioni a favore di interessi particolariยป.[219]

Soprattutto con gli ultimi

233. La promozione dellโ€™amicizia sociale implica non solo lโ€™avvicinamento tra gruppi sociali distanti a motivo di qualche periodo storico conflittuale, ma anche la ricerca di un rinnovato incontro con i settori piรน impoveriti e vulnerabili. La pace ยซnon รจ solo assenza di guerra, ma lโ€™impegno instancabile โ€“ soprattutto di quanti occupiamo un ufficio di maggiore responsabilitร  โ€“ di riconoscere, garantire e ricostruire concretamente la dignitร , spesso dimenticata o ignorata, dei nostri fratelli, perchรฉ possano sentirsi protagonisti del destino della propria nazioneยป.[220]

234. Spesso gli ultimi della societร  sono stati offesi con generalizzazioni ingiuste. Se talvolta i piรน poveri e gli scartati reagiscono con atteggiamenti che sembrano antisociali, รจ importante capire che in molti casi tali reazioni dipendono da una storia di disprezzo e di mancata inclusione sociale. Come hanno insegnato i Vescovi latinoamericani, ยซsolo la vicinanza che ci rende amici ci permette di apprezzare profondamente i valori dei poveri di oggi, i loro legittimi aneliti e il loro specifico modo di vivere la fede. Lโ€™opzione per i poveri deve portarci allโ€™amicizia con i poveriยป.[221]

235. Quanti pretendono di portare la pace in una societร  non devono dimenticare che lโ€™inequitร  e la mancanza di sviluppo umano integrale non permettono che si generi pace. In effetti, ยซsenza uguaglianza di opportunitร , le diverse forme di aggressione e di guerra troveranno un terreno fertile che prima o poi provocherร  lโ€™esplosione. Quando la societร  โ€“ locale, nazionale o mondiale โ€“ abbandona nella periferia una parte di sรฉ, non vi saranno programmi politici, nรฉ forze dellโ€™ordine o di intelligence che possano assicurare illimitatamente la tranquillitร ยป.[222] Se si tratta di ricominciare, sarร  sempre a partire dagli ultimi.

Il valore e il significato del perdono

236. Alcuni preferiscono non parlare di riconciliazione, perchรฉ ritengono che il conflitto, la violenza e le fratture fanno parte del funzionamento normale di una societร . Di fatto, in qualunque gruppo umano ci sono lotte di potere piรน o meno sottili tra vari settori. Altri sostengono che ammettere il perdono equivale a cedere il proprio spazio perchรฉ altri dominino la situazione. Perciรฒ ritengono che sia meglio mantenere un gioco di potere che permetta di sostenere un equilibrio di forze tra i diversi gruppi. Altri credono che la riconciliazione sia una cosa da deboli, che non sono capaci di un dialogo fino in fondo e perciรฒ scelgono di sfuggire ai problemi nascondendo le ingiustizie: incapaci di affrontare i problemi, preferiscono una pace apparente.

Il conflitto inevitabile

237. Il perdono e la riconciliazione sono temi di grande rilievo nel cristianesimo e, con varie modalitร , in altre religioni. Il rischio sta nel non comprendere adeguatamente le convinzioni dei credenti e presentarle in modo tale che finiscano per alimentare il fatalismo, lโ€™inerzia o lโ€™ingiustizia, oppure, dallโ€™altro lato, lโ€™intolleranza e la violenza.

238. Mai Gesรน Cristo ha invitato a fomentare la violenza o lโ€™intolleranza. Egli stesso condannava apertamente lโ€™uso della forza per imporsi agli altri: ยซVoi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarร  cosรฌยป (Mt 20,25-26). Dโ€™altra parte, il Vangelo chiede di perdonare ยซsettanta volte setteยป (Mt 18,22) e fa lโ€™esempio del servo spietato, che era stato perdonato ma a sua volta non รจ stato capace di perdonare gli altri (cfr Mt 18,23-35).

239. Se leggiamo altri testi del Nuovo Testamento, possiamo notare che di fatto le prime comunitร , immerse in un mondo pagano colmo di corruzione e di aberrazioni, vivevano un senso di pazienza, tolleranza, comprensione. Alcuni testi sono molto chiari al riguardo: si invita a riprendere gli avversari con dolcezza (cfr 2 Tm 2,25). Si raccomanda ยซdi non parlare male di nessuno, di evitare le liti, di essere mansueti, mostrando ogni mitezza verso tutti gli uomini. Anche noi un tempo eravamo insensatiยป (Tt 3,2-3). Il libro degli Atti degli Apostoli afferma che i discepoli, perseguitati da alcune autoritร , โ€œgodevano il favore di tutto il popoloโ€ (cfr 2,47; 4,21.33; 5,13).

240. Tuttavia, quando riflettiamo sul perdono, sulla pace e sulla concordia sociale, ci imbattiamo in unโ€™espressione di Cristo che ci sorprende: ยซNon crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare lโ€™uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dellโ€™uomo saranno quelli della sua casaยป (Mt 10,34-36). รˆ importante situarla nel contesto del capitolo in cui รจ inserita. Lรฌ รจ chiaro che il tema di cui si tratta รจ quello della fedeltร  alla propria scelta, senza vergogna, benchรฉ ciรฒ procuri contrarietร , e anche se le persone care si oppongono a tale scelta. Pertanto, tali parole non invitano a cercare conflitti, ma semplicemente a sopportare il conflitto inevitabile, perchรฉ il rispetto umano non porti a venir meno alla fedeltร  in ossequio a una presunta pace familiare o sociale. San Giovanni Paolo II ha affermato che la Chiesa ยซnon intende condannare ogni e qualsiasi forma di conflittualitร  sociale: la Chiesa sa bene che nella storia i conflitti di interessi tra diversi gruppi sociali insorgono inevitabilmente e che di fronte ad essi il cristiano deve spesso prender posizione con decisione e coerenzaยป.[223]

Le lotte legittime e il perdono

241. Non si tratta di proporre un perdono rinunciando ai propri diritti davanti a un potente corrotto, a un criminale o a qualcuno che degrada la nostra dignitร . Siamo chiamati ad amare tutti, senza eccezioni, perรฒ amare un oppressore non significa consentire che continui ad essere tale; e neppure fargli pensare che ciรฒ che fa รจ accettabile. Al contrario, il modo buono di amarlo รจ cercare in vari modi di farlo smettere di opprimere, รจ togliergli quel potere che non sa usare e che lo deforma come essere umano. Perdonare non vuol dire permettere che continuino a calpestare la dignitร  propria e altrui, o lasciare che un criminale continui a delinquere. Chi patisce ingiustizia deve difendere con forza i diritti suoi e della sua famiglia, proprio perchรฉ deve custodire la dignitร  che gli รจ stata data, una dignitร  che Dio ama. Se un delinquente ha fatto del male a me o a uno dei miei cari, nulla mi vieta di esigere giustizia e di adoperarmi affinchรฉ quella persona โ€“ o qualunque altra โ€“ non mi danneggi di nuovo nรฉ faccia lo stesso contro altri. Mi spetta farlo, e il perdono non solo non annulla questa necessitร  bensรฌ la richiede.

242. Ciรฒ che conta รจ non farlo per alimentare unโ€™ira che fa male allโ€™anima della persona e allโ€™anima del nostro popolo, o per un bisogno malsano di distruggere lโ€™altro scatenando una trafila di vendette. Nessuno raggiunge la pace interiore nรฉ si riconcilia con la vita in questa maniera. La veritร  รจ che ยซnessuna famiglia, nessun gruppo di vicini, nessuna etnia e tanto meno un Paese ha futuro, se il motore che li unisce, li raduna e copre le differenze รจ la vendetta e lโ€™odio. Non possiamo metterci dโ€™accordo e unirci per vendicarci, per fare a chi รจ stato violento la stessa cosa che lui ha fatto a noi, per pianificare occasioni di ritorsione sotto forme apparentemente legaliยป.[224] Cosรฌ non si guadagna nulla e alla lunga si perde tutto.

243. Certo, ยซnon รจ un compito facile quello di superare lโ€™amara ereditร  di ingiustizie, ostilitร  e diffidenze lasciata dal conflitto. Si puรฒ realizzare soltanto superando il male con il bene (cfr Rm 12,21) e coltivando quelle virtรน che promuovono la riconciliazione, la solidarietร  e la paceยป.[225] In tal modo, ยซa chi la fa crescere dentro di sรฉ, la bontร  dona una coscienza tranquilla, una gioia profonda anche in mezzo a difficoltร  e incomprensioni. Persino di fronte alle offese subite, la bontร  non รจ debolezza, ma vera forza, capace di rinunciare alla vendettaยป.[226] Occorre riconoscere nella propria vita che ยซquel giudizio duro che porto nel cuore contro mio fratello o mia sorella, quella ferita non curata, quel male non perdonato, quel rancore che mi farร  solo male, รจ un pezzetto di guerra che porto dentro, รจ un focolaio nel cuore, da spegnere perchรฉ non divampi in un incendioยป.[227]

Il vero superamento

244. Quando i conflitti non si risolvono ma si nascondono o si seppelliscono nel passato, ci sono silenzi che possono significare il rendersi complici di gravi errori e peccati. Invece la vera riconciliazione non rifugge dal conflitto, bensรฌ si ottiene nel conflitto, superandolo attraverso il dialogo e la trattativa trasparente, sincera e paziente. La lotta tra diversi settori, ยซquando si astenga dagli atti di inimicizia e dallโ€™odio vicendevole, si trasforma a poco a poco in una onesta discussione, fondata nella ricerca della giustiziaยป.[228]

245. Piรน volte ho proposto ยซun principio che รจ indispensabile per costruire lโ€™amicizia sociale: lโ€™unitร  รจ superiore al conflitto. [โ€ฆ] Non significa puntare al sincretismo, nรฉ allโ€™assorbimento di uno nellโ€™altro, ma alla risoluzione su di un piano superiore che conserva in sรฉ le preziose potenzialitร  delle polaritร  in contrastoยป.[229] Sappiamo bene che ยซogni volta che, come persone e comunitร , impariamo a puntare piรน in alto di noi stessi e dei nostri interessi particolari, la comprensione e lโ€™impegno reciproci si trasformano [โ€ฆ] in un ambito dove i conflitti, le tensioni e anche quelli che si sarebbero potuti considerare opposti in passato, possono raggiungere unโ€™unitร  multiforme che genera nuova vitaยป.[230]

La memoria

246. Da chi ha sofferto molto in modo ingiusto e crudele, non si deve esigere una specie di โ€œperdono socialeโ€. La riconciliazione รจ un fatto personale, e nessuno puรฒ imporla allโ€™insieme di una societร , anche quando abbia il compito di promuoverla. Nellโ€™ambito strettamente personale, con una decisione libera e generosa, qualcuno puรฒ rinunciare ad esigere un castigo (cfr Mt 5,44-46), benchรฉ la societร  e la sua giustizia legittimamente tendano ad esso. Tuttavia non รจ possibile decretare una โ€œriconciliazione generaleโ€, pretendendo di chiudere le ferite per decreto o di coprire le ingiustizie con un manto di oblio. Chi puรฒ arrogarsi il diritto di perdonare in nome degli altri? รˆ commovente vedere la capacitร  di perdono di alcune persone che hanno saputo andare al di lร  del danno patito, ma รจ pure umano comprendere coloro che non possono farlo. In ogni caso, quello che mai si deve proporre รจ il dimenticare.

247. La Shoah non va dimenticata. รˆ il ยซsimbolo di dove puรฒ arrivare la malvagitร  dellโ€™uomo quando, fomentata da false ideologie, dimentica la dignitร  fondamentale di ogni persona, la quale merita rispetto assoluto qualunque sia il popolo a cui appartiene e la religione che professaยป.[231] Nel ricordarla, non posso fare a meno di ripetere questa preghiera: ยซRicordati di noi nella tua misericordia. Dacci la grazia di vergognarci di ciรฒ che, come uomini, siamo stati capaci di fare, di vergognarci di questa massima idolatria, di aver disprezzato e distrutto la nostra carne, quella che tu impastasti dal fango, quella che tu vivificasti col tuo alito di vita. Mai piรน, Signore, mai piรน!ยป.[232]

248. Non vanno dimenticati i bombardamenti atomici a Hiroshima e Nagasaki. Ancora una volta ยซfaccio memoria qui di tutte le vittime e mi inchino davanti alla forza e alla dignitร  di coloro che, essendo sopravvissuti a quei primi momenti, hanno sopportato nei propri corpi per molti anni le sofferenze piรน acute e, nelle loro menti, i germi della morte che hanno continuato a consumare la loro energia vitale. [โ€ฆ] Non possiamo permettere che le attuali e le nuove generazioni perdano la memoria di quanto accaduto, quella memoria che รจ garanzia e stimolo per costruire un futuro piรน giusto e fraternoยป.[233] E nemmeno vanno dimenticati le persecuzioni, il traffico di schiavi e i massacri etnici che sono avvenuti e avvengono in diversi Paesi, e tanti altri fatti storici che ci fanno vergognare di essere umani. Vanno ricordati sempre, sempre nuovamente, senza stancarci e senza anestetizzarci.

249. รˆ facile oggi cadere nella tentazione di voltare pagina dicendo che ormai รจ passato molto tempo e che bisogna guardare avanti. No, per amor di Dio! Senza memoria non si va mai avanti, non si cresce senza una memoria integra e luminosa. Abbiamo bisogno di mantenere ยซla fiamma della coscienza collettiva, testimoniando alle generazioni successive lโ€™orrore di ciรฒ che accaddeยป, che ยซrisveglia e conserva in questo modo la memoria delle vittime, affinchรฉ la coscienza umana diventi sempre piรน forte di fronte ad ogni volontร  di dominio e di distruzioneยป.[234] Ne hanno bisogno le vittime stesse โ€“ persone, gruppi sociali o nazioni โ€“ per non cedere alla logica che porta a giustificare la rappresaglia e ogni violenza in nome del grande male subito. Per questo, non mi riferisco solo alla memoria degli orrori, ma anche al ricordo di quanti, in mezzo a un contesto avvelenato e corrotto, sono stati capaci di recuperare la dignitร  e con piccoli o grandi gesti hanno scelto la solidarietร , il perdono, la fraternitร . Fa molto bene fare memoria del bene.

Perdono senza dimenticanze

250. Il perdono non implica il dimenticare. Diciamo piuttosto che quando cโ€™รจ qualcosa che in nessun modo puรฒ essere negato, relativizzato o dissimulato, tuttavia, possiamo perdonare. Quando cโ€™รจ qualcosa che mai devโ€™essere tollerato, giustificato o scusato, tuttavia, possiamo perdonare. Quando cโ€™รจ qualcosa che per nessuna ragione dobbiamo permetterci di dimenticare, tuttavia, possiamo perdonare. Il perdono libero e sincero รจ una grandezza che riflette lโ€™immensitร  del perdono divino. Se il perdono รจ gratuito, allora si puรฒ perdonare anche a chi stenta a pentirsi ed รจ incapace di chiedere perdono.

251. Quanti perdonano davvero non dimenticano, ma rinunciano ad essere dominati dalla stessa forza distruttiva che ha fatto loro del male. Spezzano il circolo vizioso, frenano lโ€™avanzare delle forze della distruzione. Decidono di non continuare a inoculare nella societร  lโ€™energia della vendetta, che prima o poi finisce per ricadere ancora una volta su loro stessi. Infatti, la vendetta non sazia mai veramente lโ€™insoddisfazione delle vittime. Ci sono crimini cosรฌ orrendi e crudeli, che far soffrire chi li ha commessi non serve per sentire che si รจ riparato il delitto; e nemmeno basterebbe uccidere il criminale, nรฉ si potrebbero trovare torture equiparabili a ciรฒ che ha potuto soffrire la vittima. La vendetta non risolve nulla.

252. Neppure stiamo parlando di impunitร . Ma la giustizia la si ricerca in modo adeguato solo per amore della giustizia stessa, per rispetto delle vittime, per prevenire nuovi crimini e in ordine a tutelare il bene comune, non come un presunto sfogo della propria ira. Il perdono รจ proprio quello che permette di cercare la giustizia senza cadere nel circolo vizioso della vendetta nรฉ nellโ€™ingiustizia di dimenticare.

253. Quando vi sono state ingiustizie da ambo le parti, va riconosciuto con chiarezza che possono non aver avuto la stessa gravitร  o non essere comparabili. La violenza esercitata da parte delle strutture e del potere dello Stato non sta allo stesso livello della violenza di gruppi particolari. In ogni caso, non si puรฒ pretendere che vengano ricordate solamente le sofferenze ingiuste di una sola delle parti. Come hanno insegnato i Vescovi della Croazia, ยซnoi dobbiamo ad ogni vittima innocente il medesimo rispetto. Non vi possono essere differenze etniche, confessionali, nazionali o politicheยป.[235]

254. Chiedo a Dio ยซdi preparare i nostri cuori allโ€™incontro con i fratelli al di lร  delle differenze di idee, lingua, cultura, religione; di ungere tutto il nostro essere con lโ€™olio della sua misericordia che guarisce le ferite degli errori, delle incomprensioni, delle controversie; la grazia di inviarci con umiltร  e mitezza nei sentieri impegnativi ma fecondi della ricerca della paceยป.[236]

La guerra e la pena di morte

255. Ci sono due situazioni estreme che possono arrivare a presentarsi come soluzioni in circostanze particolarmente drammatiche, senza avvisare che sono false risposte, che non risolvono i problemi che pretendono di superare e che in definitiva non fanno che aggiungere nuovi fattori di distruzione nel tessuto della societร  nazionale e mondiale. Si tratta della guerra e della pena di morte.

Lโ€™ingiustizia della guerra

256. ยซLโ€™inganno รจ nel cuore di chi trama il male, la gioia invece รจ di chi promuove la paceยป (Pr 12,20). Tuttavia, cโ€™รจ chi cerca soluzioni nella guerra, che spesso ยซsi nutre del pervertimento delle relazioni, di ambizioni egemoniche, di abusi di potere, di paura dellโ€™altro e della diversitร  vista come ostacoloยป.[237] La guerra non รจ un fantasma del passato, ma รจ diventata una minaccia costante. Il mondo sta trovando sempre piรน difficoltร  nel lento cammino della pace che aveva intrapreso e che cominciava a dare alcuni frutti.

257. Poichรฉ si stanno creando nuovamente le condizioni per la proliferazione di guerre, ricordo che ยซla guerra รจ la negazione di tutti i diritti e una drammatica aggressione allโ€™ambiente. Se si vuole un autentico sviluppo umano integrale per tutti, occorre proseguire senza stancarsi nellโ€™impegno di evitare la guerra tra le nazioni e tra i popoli.

A tal fine bisogna assicurare il dominio incontrastato del diritto e lโ€™infaticabile ricorso al negoziato, ai buoni uffici e allโ€™arbitrato, come proposto dalla Carta delle Nazioni Unite, vera norma giuridica fondamentaleยป.[238] Voglio rilevare che i 75 anni delle Nazioni Unite e lโ€™esperienza dei primi 20 anni di questo millennio mostrano che la piena applicazione delle norme internazionali รจ realmente efficace, e che il loro mancato adempimento รจ nocivo. La Carta delle Nazioni Unite, rispettata e applicata con trasparenza e sinceritร , รจ un punto di riferimento obbligatorio di giustizia e un veicolo di pace. Ma ciรฒ esige di non mascherare intenzioni illegittime e di non porre gli interessi particolari di un Paese o di un gruppo al di sopra del bene comune mondiale. Se la norma viene considerata uno strumento a cui ricorrere quando risulta favorevole e da eludere quando non lo รจ, si scatenano forze incontrollabili che danneggiano gravemente le societร , i piรน deboli, la fraternitร , lโ€™ambiente e i beni culturali, con perdite irrecuperabili per la comunitร  globale.

258. รˆ cosรฌ che facilmente si opta per la guerra avanzando ogni tipo di scuse apparentemente umanitarie, difensive o preventive, ricorrendo anche alla manipolazione dellโ€™informazione. Di fatto, negli ultimi decenni tutte le guerre hanno preteso di avere una โ€œgiustificazioneโ€. Il Catechismo della Chiesa Cattolica parla della possibilitร  di una legittima difesa mediante la forza militare, con il presupposto di dimostrare che vi siano alcune ยซrigorose condizioni di legittimitร  moraleยป.[239] Tuttavia si cade facilmente in una interpretazione troppo larga di questo possibile diritto. Cosรฌ si vogliono giustificare indebitamente anche attacchi โ€œpreventiviโ€ o azioni belliche che difficilmente non trascinano ยซmali e disordini piรน gravi del male da eliminareยป.[240] La questione รจ che, a partire dallo sviluppo delle armi nucleari, chimiche e biologiche, e delle enormi e crescenti possibilitร  offerte dalle nuove tecnologie, si รจ dato alla guerra un potere distruttivo incontrollabile, che colpisce molti civili innocenti. In veritร , ยซmai lโ€™umanitร  ha avuto tanto potere su sรฉ stessa e niente garantisce che lo utilizzerร  beneยป.[241] Dunque non possiamo piรน pensare alla guerra come soluzione, dato che i rischi probabilmente saranno sempre superiori allโ€™ipotetica utilitร  che le si attribuisce. Davanti a tale realtร , oggi รจ molto difficile sostenere i criteri razionali maturati in altri secoli per parlare di una possibile โ€œguerra giustaโ€. Mai piรน la guerra![242]

259. รˆ importante aggiungere che, con lo sviluppo della globalizzazione, ciรฒ che puรฒ apparire come una soluzione immediata o pratica per una determinata regione, dร  adito a una catena di fattori violenti molte volte sotterranei che finisce per colpire lโ€™intero pianeta e aprire la strada a nuove e peggiori guerre future. Nel nostro mondo ormai non ci sono solo โ€œpezziโ€ di guerra in un Paese o nellโ€™altro, ma si vive una โ€œguerra mondiale a pezziโ€, perchรฉ le sorti dei Paesi sono tra loro fortemente connesse nello scenario mondiale.

260. Come diceva San Giovanni XXIII, ยซriesce quasi impossibile pensare che nellโ€™era atomica la guerra possa essere utilizzata come strumento di giustiziaยป.[243] Lo affermava in un periodo di forte tensione internazionale, e cosรฌ diede voce al grande anelito alla pace che si diffondeva ai tempi della guerra fredda. Rafforzรฒ la convinzione che le ragioni della pace sono piรน forti di ogni calcolo di interessi particolari e di ogni fiducia posta nellโ€™uso delle armi. Perรฒ non si colsero pienamente le occasioni offerte dalla fine della guerra fredda, per la mancanza di una visione del futuro e di una consapevolezza condivisa circa il nostro destino comune. Invece si cedette alla ricerca di interessi particolari senza farsi carico del bene comune universale. Cosรฌ si รจ fatto di nuovo strada lโ€™ingannevole fantasma della guerra.

261. Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra รจ un fallimento della politica e dellโ€™umanitร , una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male. Non fermiamoci su discussioni teoriche, prendiamo contatto con le ferite, tocchiamo la carne di chi subisce i danni. Rivolgiamo lo sguardo a tanti civili massacrati come โ€œdanni collateraliโ€. Domandiamo alle vittime. Prestiamo attenzione ai profughi, a quanti hanno subito le radiazioni atomiche o gli attacchi chimici, alle donne che hanno perso i figli, ai bambini mutilati o privati della loro infanzia. Consideriamo la veritร  di queste vittime della violenza, guardiamo la realtร  coi loro occhi e ascoltiamo i loro racconti col cuore aperto. Cosรฌ potremo riconoscere lโ€™abisso del male nel cuore della guerra e non ci turberร  il fatto che ci trattino come ingenui perchรฉ abbiamo scelto la pace.

262. Neppure le norme saranno sufficienti, se si pensa che la soluzione ai problemi attuali consista nel dissuadere gli altri mediante la paura, minacciandoli con lโ€™uso delle armi nucleari, chimiche o biologiche. Infatti, ยซse si prendono in considerazione le principali minacce alla pace e alla sicurezza con le loro molteplici dimensioni in questo mondo multipolare del XXI secolo, come, ad esempio, il terrorismo, i conflitti asimmetrici, la sicurezza informatica, le problematiche ambientali, la povertร , non pochi dubbi emergono circa lโ€™inadeguatezza della deterrenza nucleare a rispondere efficacemente a tali sfide. Siffatte preoccupazioni assumono ancor piรน consistenza quando consideriamo le catastrofiche conseguenze umanitarie e ambientali che derivano da qualsiasi utilizzo degli ordigni nucleari con devastanti effetti indiscriminati e incontrollabili nel tempo e nello spazio. [โ€ฆ] Dobbiamo anche chiederci quanto sia sostenibile un equilibro basato sulla paura, quando esso tende di fatto ad aumentare la paura e a minare le relazioni di fiducia fra i popoli. La pace e la stabilitร  internazionali non possono essere fondate su un falso senso di sicurezza, sulla minaccia di una distruzione reciproca o di totale annientamento, sul semplice mantenimento di un equilibrio di potere. [โ€ฆ] In tale contesto, lโ€™obiettivo finale dellโ€™eliminazione totale delle armi nucleari diventa sia una sfida sia un imperativo morale e umanitario. [โ€ฆ] La crescente interdipendenza e la globalizzazione significano che qualunque risposta diamo alla minaccia delle armi nucleari, essa debba essere collettiva e concertata, basata sulla fiducia reciproca. Questโ€™ultima puรฒ essere costruita solo attraverso un dialogo che sia sinceramente orientato verso il bene comune e non verso la tutela di interessi velati o particolariยป.[244] E con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari costituiamo un Fondo mondiale[245] per eliminare finalmente la fame e per lo sviluppo dei Paesi piรน poveri, cosรฌ che i loro abitanti non ricorrano a soluzioni violente o ingannevoli e non siano costretti ad abbandonare i loro Paesi per cercare una vita piรน dignitosa.

La pena di morte

263. Cโ€™รจ un altro modo di eliminare lโ€™altro, non destinato ai Paesi ma alle persone. รˆ la pena di morte. San Giovanni Paolo II ha dichiarato in maniera chiara e ferma che essa รจ inadeguata sul piano morale e non รจ piรน necessaria sul piano penale.[246] Non รจ possibile pensare a fare passi indietro rispetto a questa posizione. Oggi affermiamo con chiarezza che ยซla pena di morte รจ inammissibileยป[247] e la Chiesa si impegna con determinazione a proporre che sia abolita in tutto il mondo.[248]

264. Nel Nuovo Testamento, mentre si chiede ai singoli di non farsi giustizia da sรฉ stessi (cfr Rm 12,17.19), si riconosce la necessitร  che le autoritร  impongano pene a coloro che fanno il male (cfr Rm 13,4; 1 Pt 2,14). In effetti, ยซla vita in comune, strutturata intorno a comunitร  organizzate, ha bisogno di regole di convivenza la cui libera violazione richiede una risposta adeguataยป.[249] Ciรฒ comporta che lโ€™autoritร  pubblica legittima possa e debba ยซcomminare pene proporzionate alla gravitร  dei delittiยป[250] e che garantisca al potere giudiziario ยซlโ€™indipendenza necessaria nellโ€™ambito della leggeยป.[251]

265. Fin dai primi secoli della Chiesa, alcuni si mostrarono chiaramente contrari alla pena capitale. Ad esempio, Lattanzio sosteneva che ยซnon va fatta alcuna distinzione: sempre sarร  un crimine uccidere un uomoยป.[252] Papa Nicola I esortava: ยซSforzatevi di liberare dalla pena di morte non solo ciascuno degli innocenti, ma anche tutti i colpevoliยป.[253] In occasione del giudizio contro alcuni omicidi che avevano assassinato dei sacerdoti, Santโ€™Agostino chiese al giudice di non togliere la vita agli assassini, e lo giustificava in questo modo: ยซNon che vogliamo con ciรฒ impedire che si tolga a individui scellerati la libertร  di commettere delitti, ma desideriamo che allo scopo basti che, lasciandoli in vita e senza mutilarli in alcuna parte del corpo, applicando le leggi repressive siano distolti dalla loro insana agitazione per esser ricondotti a una vita sana e, tranquilla, o che, sottratti alle loro opere malvage, siano occupati in qualche lavoro utile. Anche questa รจ bensรฌ una condanna, ma chi non capirebbe che si tratta piรน di un benefizio che di un supplizio, dal momento che non รจ lasciato campo libero allโ€™audacia della ferocia nรฉ si sottrae la medicina del pentimento? [โ€ฆ] Sdegnati contro lโ€™iniquitร  in modo perรฒ da non dimenticare lโ€™umanitร ; non sfogare la voluttร  della vendetta contro le atrocitร  dei peccatori, ma rivolgi la volontร  a curarne le feriteยป.[254]

266. Le paure e i rancori facilmente portano a intendere le pene in modo vendicativo, quando non crudele, invece di considerarle come parte di un processo di guarigione e di reinserimento sociale. Oggi, ยซtanto da alcuni settori della politica come da parte di alcuni mezzi di comunicazione, si incita talvolta alla violenza e alla vendetta, pubblica e privata, non solo contro quanti sono responsabili di aver commesso delitti, ma anche contro coloro sui quali ricade il sospetto, fondato o meno, di aver infranto la legge. [โ€ฆ]

Cโ€™รจ la tendenza a costruire deliberatamente dei nemici: figure stereotipate, che concentrano in sรฉ stesse tutte le caratteristiche che la societร  percepisce o interpreta come minacciose. I meccanismi di formazione di queste immagini sono i medesimi che, a suo tempo, permisero lโ€™espansione delle idee razzisteยป.[255] Ciรฒ ha reso particolarmente rischiosa lโ€™abitudine sempre piรน presente in alcuni Paesi di ricorrere a carcerazioni preventive, a reclusioni senza giudizio e specialmente alla pena di morte.

267. Desidero sottolineare che ยซรจ impossibile immaginare che oggi gli Stati non possano disporre di un altro mezzo che non sia la pena capitale per difendere dallโ€™aggressore ingiusto la vita di altre personeยป. Particolare gravitร  rivestono le cosiddette esecuzioni extragiudiziarie o extralegali, che ยซsono omicidi deliberati commessi da alcuni Stati e dai loro agenti, spesso fatti passare come scontri con delinquenti o presentati come conseguenze indesiderate dellโ€™uso ragionevole, necessario e proporzionato della forza per far applicare la leggeยป.[256]

268. ยซGli argomenti contrari alla pena di morte sono molti e ben conosciuti. La Chiesa ne ha opportunamente sottolineato alcuni, come la possibilitร  dellโ€™esistenza dellโ€™errore giudiziario, e lโ€™uso che di tale pena fanno i regimi totalitari e dittatoriali, che la utilizzano come strumento di soppressione della dissidenza politica o di persecuzione delle minoranze religiose e culturali, tutte vittime che per le loro rispettive legislazioni sono โ€œdelinquentiโ€. Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontร  sono dunque chiamati oggi a lottare non solo per lโ€™abolizione della pena di morte, legale o illegale che sia, e in tutte le sue forme, ma anche al fine di migliorare le condizioni carcerarie, nel rispetto della dignitร  umana delle persone private della libertร . E questo, io lo collego con lโ€™ergastolo. [โ€ฆ] Lโ€™ergastolo รจ una pena di morte nascostaยป.[257]

269. Ricordiamo che ยซneppure lโ€™omicida perde la sua dignitร  personale e Dio stesso se ne fa garanteยป.[258] Il fermo rifiuto della pena di morte mostra fino a che punto รจ possibile riconoscere lโ€™inalienabile dignitร  di ogni essere umano e ammettere che abbia un suo posto in questo mondo. Poichรฉ, se non lo nego al peggiore dei criminali, non lo negherรฒ a nessuno, darรฒ a tutti la possibilitร  di condividere con me questo pianeta malgrado ciรฒ che possa separarci.

270. I cristiani che dubitano e si sentono tentati di cedere a qualsiasi forma di violenza, li invito a ricordare lโ€™annuncio del libro di Isaia: ยซSpezzeranno le loro spade e ne faranno aratriยป (2,4). Per noi questa profezia prende carne in Gesรน Cristo, che di fronte a un discepolo eccitato dalla violenza disse con fermezza: ยซRimetti la tua spada al suo posto, perchรฉ tutti quelli che prendono la spada, di spada morirannoยป (Mt 26,52). Era unโ€™eco di quellโ€™antico ammonimento: ยซDomanderรฒ conto della vita dellโ€™uomo allโ€™uomo, a ognuno di suo fratello. Chi sparge il sangue dellโ€™uomo, dallโ€™uomo il suo sangue sarร  sparsoยป (Gen 9,5-6). Questa reazione di Gesรน, che uscรฌ spontanea dal suo cuore, supera la distanza dei secoli e giunge fino a oggi come un costante richiamo.

CAPITOLO OTTAVO

LE RELIGIONI AL SERVIZIO DELLA FRATERNITร€ NEL MONDO

271. Le diverse religioni, a partire dal riconoscimento del valore di ogni persona umana come creatura chiamata ad essere figlio o figlia di Dio, offrono un prezioso apporto per la costruzione della fraternitร  e per la difesa della giustizia nella societร . Il dialogo tra persone di religioni differenti non si fa solamente per diplomazia, cortesia o tolleranza. Come hanno insegnato i Vescovi dellโ€™India, ยซlโ€™obiettivo del dialogo รจ stabilire amicizia, pace, armonia e condividere valori ed esperienze morali e spirituali in uno spirito di veritร  e amoreยป.[259]

Il fondamento ultimo

272. Come credenti pensiamo che, senza unโ€™apertura al Padre di tutti, non ci possano essere ragioni solide e stabili per lโ€™appello alla fraternitร . Siamo convinti che ยซsoltanto con questa coscienza di figli che non sono orfani si puรฒ vivere in pace fra noiยป.[260] Perchรฉ ยซla ragione, da sola, รจ in grado di cogliere lโ€™uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternitร ยป.[261]

273. In questa prospettiva, desidero ricordare un testo memorabile: ยซSe non esiste una veritร  trascendente, obbedendo alla quale lโ€™uomo acquista la sua piena identitร , allora non esiste nessun principio sicuro che garantisca giusti rapporti tra gli uomini. Il loro interesse di classe, di gruppo, di Nazione li oppone inevitabilmente gli uni agli altri. Se non si riconosce la veritร  trascendente, allora trionfa la forza del potere, e ciascuno tende a utilizzare fino in fondo i mezzi di cui dispone per imporre il proprio interesse o la propria opinione, senza riguardo ai diritti dellโ€™altro. [โ€ฆ] La radice del moderno totalitarismo, dunque, รจ da individuare nella negazione della trascendente dignitร  della persona umana, immagine visibile del Dio invisibile e, proprio per questo, per sua natura stessa, soggetto di diritti che nessuno puรฒ violare: nรฉ l’individuo, nรฉ il gruppo, nรฉ la classe, nรฉ la Nazione o lo Stato. Non puรฒ farlo nemmeno la maggioranza di un corpo sociale, ponendosi contro la minoranzaยป.[262]

274. A partire dalla nostra esperienza di fede e dalla sapienza che si รจ andata accumulando nel corso dei secoli, imparando anche da molte nostre debolezze e cadute, come credenti delle diverse religioni sappiamo che rendere presente Dio รจ un bene per le nostre societร . Cercare Dio con cuore sincero, purchรฉ non lo offuschiamo con i nostri interessi ideologici o strumentali, ci aiuta a riconoscerci compagni di strada, veramente fratelli. Crediamo che ยซquando, in nome di unโ€™ideologia, si vuole estromettere Dio dalla societร , si finisce per adorare degli idoli, e ben presto lโ€™uomo smarrisce sรฉ stesso, la sua dignitร  รจ calpestata, i suoi diritti violati. Voi sapete bene a quali brutalitร  puรฒ condurre la privazione della libertร  di coscienza e della libertร  religiosa, e come da tale ferita si generi una umanitร  radicalmente impoverita, perchรฉ priva di speranza e di riferimenti idealiยป.[263]

275. Va riconosciuto come ยซtra le piรน importanti cause della crisi del mondo moderno vi siano una coscienza umana anestetizzata e lโ€™allontanamento dai valori religiosi, nonchรฉ il predominio dellโ€™individualismo e delle filosofie materialistiche che divinizzano lโ€™uomo e mettono i valori mondani e materiali al posto dei principi supremi e trascendentiยป.[264] Non รจ accettabile che nel dibattito pubblico abbiano voce soltanto i potenti e gli scienziati. Devโ€™esserci uno spazio per la riflessione che procede da uno sfondo religioso che raccoglie secoli di esperienza e di sapienza. ยซI testi religiosi classici possono offrire un significato destinato a tutte le epoche,posseggono una forza motivanteยป, ma di fatto ยซvengono disprezzati per la ristrettezza di visione dei razionalismiยป.[265]

276. Per queste ragioni, benchรฉ la Chiesa rispetti lโ€™autonomia della politica, non relega la propria missione allโ€™ambito del privato. Al contrario, ยซnon puรฒ e non deve neanche restare ai marginiยป nella costruzione di un mondo migliore, nรฉ trascurare di ยซrisvegliare le forze spiritualiยป[266] che possano fecondare tutta la vita sociale. รˆ vero che i ministri religiosi non devono fare politica partitica, propria dei laici, perรฒ nemmeno possono rinunciare alla dimensione politica dellโ€™esistenza[267] che implica una costante attenzione al bene comune e la preoccupazione per lo sviluppo umano integrale. La Chiesa ยซha un ruolo pubblico che non si esaurisce nelle sue attivitร  di assistenza o di educazioneยป ma che si adopera per la ยซpromozione dellโ€™uomo e della fraternitร  universaleยป.[268] Non aspira a competere per poteri terreni, bensรฌ ad offrirsi come ยซuna famiglia tra le famiglie โ€“ questo รจ la Chiesa โ€“, aperta a testimoniare [โ€ฆ] al mondo odierno la fede, la speranza e lโ€™amore verso il Signore e verso coloro che Egli ama con predilezione. Una casa con le porte aperte. La Chiesa รจ una casa con le porte aperte, perchรฉ รจ madreยป.[269] E come Maria, la Madre di Gesรน, ยซvogliamo essere una Chiesa che serve, che esce di casa, che esce dai suoi templi, dalle sue sacrestie, per accompagnare la vita, sostenere la speranza, essere segno di unitร  [โ€ฆ] per gettare ponti, abbattere muri, seminare riconciliazioneยป.[270]

Lโ€™identitร  cristiana

277. La Chiesa apprezza lโ€™azione di Dio nelle altre religioni, e ยซnulla rigetta di quanto รจ vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che [โ€ฆ] non raramente riflettono un raggio di quella veritร  che illumina tutti gli uominiยป.[271] Tuttavia come cristiani non possiamo nascondere che ยซse la musica del Vangelo smette di vibrare nelle nostre viscere, avremo perso la gioia che scaturisce dalla compassione, la tenerezza che nasce dalla fiducia, la capacitร  della riconciliazione che trova la sua fonte nel saperci sempre perdonati-inviati. Se la musica del Vangelo smette di suonare nelle nostre case, nelle nostre piazze, nei luoghi di lavoro, nella politica e nellโ€™economia, avremo spento la melodia che ci provocava a lottare per la dignitร  di ogni uomo e donnaยป.[272] Altri bevono ad altre fonti. Per noi, questa sorgente di dignitร  umana e di fraternitร  sta nel Vangelo di Gesรน Cristo. Da esso ยซscaturisce per il pensiero cristiano e per lโ€™azione della Chiesa il primato dato alla relazione, allโ€™incontro con il mistero sacro dellโ€™altro, alla comunione universale con lโ€™umanitร  intera come vocazione di tuttiยป.[273]

278. Chiamata a incarnarsi in ogni situazione e presente attraverso i secoli in ogni luogo della terra โ€“ questo significa โ€œcattolicaโ€ โ€“, la Chiesa puรฒ comprendere, a partire dalla propria esperienza di grazia e di peccato, la bellezza dellโ€™invito allโ€™amore universale. Infatti, ยซtutto ciรฒ chโ€™รจ umano ci riguarda. [โ€ฆ] Dovunque i consessi dei popoli si riuniscono per stabilire i diritti e i doveri dellโ€™uomo, noi siamo onorati, quando ce lo consentono, di assiderci fra loroยป.[274] Per molti cristiani, questo cammino di fraternitร  ha anche una Madre, di nome Maria. Ella ha ricevuto sotto la Croce questa maternitร  universale (cfr Gv 19,26) e la sua attenzione รจ rivolta non solo a Gesรน ma anche al ยซresto della sua discendenzaยป (Ap 12,17). Con la potenza del Risorto, vuole partorire un mondo nuovo, dove tutti siamo fratelli, dove ci sia posto per ogni scartato delle nostre societร , dove risplendano la giustizia e la pace.

279. Come cristiani chiediamo che, nei Paesi in cui siamo minoranza, ci sia garantita la libertร , cosรฌ come noi la favoriamo per quanti non sono cristiani lร  dove sono minoranza. Cโ€™รจ un diritto umano fondamentale che non va dimenticato nel cammino della fraternitร  e della pace: รจ la libertร  religiosa per i credenti di tutte le religioni. Tale libertร  manifesta che possiamo ยซtrovare un buon accordo tra culture e religioni differenti; testimonia che le cose che abbiamo in comune sono cosรฌ tante e importanti che รจ possibile individuare una via di convivenza serena, ordinata e pacifica, nellโ€™accoglienza delle differenze e nella gioia di essere fratelli perchรฉ figli di un unico Dioยป.[275]

280. Nello stesso tempo, chiediamo a Dio di rafforzare lโ€™unitร  nella Chiesa, unitร  arricchita da diversitร  che si riconciliano per lโ€™azione dello Spirito Santo. Infatti ยซsiamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpoยป (1 Cor 12,13), dove ciascuno dร  il suo apporto peculiare. Come diceva Santโ€™Agostino, ยซlโ€™orecchio vede attraverso lโ€™occhio, e lโ€™occhio ode attraverso lโ€™orecchioยป.[276] รˆ urgente inoltre continuare a dare testimonianza di un cammino di incontro tra le diverse confessioni cristiane. Non possiamo dimenticare il desiderio espresso da Gesรน: che ยซtutti siano una sola cosaยป (Gv 17,21). Ascoltando il suo invito, riconosciamo con dolore che al processo di globalizzazione manca ancora il contributo profetico e spirituale dellโ€™unitร  tra tutti i cristiani. Ciรฒ nonostante, ยซpur essendo ancora in cammino verso la piena comunione, abbiamo sin dโ€™ora il dovere di offrire una testimonianza comune allโ€™amore di Dio verso tutti, collaborando nel servizio allโ€™umanitร ยป.[277]

Religione e violenza

281. Tra le religioni รจ possibile un cammino di pace. Il punto di partenza devโ€™essere lo sguardo di Dio. Perchรฉ ยซDio non guarda con gli occhi, Dio guarda con il cuore. E lโ€™amore di Dio รจ lo stesso per ogni persona, di qualunque religione sia. E se รจ ateo, รจ lo stesso amore. Quando arriverร  lโ€™ultimo giorno e ci sarร  sulla terra la luce sufficiente per poter vedere le cose come sono, avremo parecchie sorprese!ยป.[278]

282. Anche ยซi credenti hanno bisogno di trovare spazi per dialogare e agire insieme per il bene comune e la promozione dei piรน poveri. Non si tratta di renderci tutti piรน light o di nascondere le convinzioni proprie, alle quali siamo piรน legati, per poterci incontrare con altri che pensano diversamente. [โ€ฆ] Perchรฉ tanto piรน profonda, solida e ricca รจ unโ€™identitร , tanto piรน potrร  arricchire gli altri con il suo peculiare contributoยป.[279] Come credenti ci vediamo provocati a tornare alle nostre fonti per concentrarci sullโ€™essenziale: lโ€™adorazione di Dio e lโ€™amore del prossimo, in modo tale che alcuni aspetti della nostra dottrina, fuori dal loro contesto, non finiscano per alimentare forme di disprezzo, di odio, di xenofobia, di negazione dellโ€™altro. La veritร  รจ che la violenza non trova base alcuna nelle convinzioni religiose fondamentali, bensรฌ nelle loro deformazioni.

283. Il culto a Dio, sincero e umile, ยซporta non alla discriminazione, allโ€™odio e alla violenza, ma al rispetto per la sacralitร  della vita, al rispetto per la dignitร  e la libertร  degli altri e allโ€™amorevole impegno per il benessere di tuttiยป.[280] In realtร , ยซchi non ama non ha conosciuto Dio, perchรฉ Dio รจ amoreยป (1 Gv 4,8). Pertanto, ยซil terrorismo esecrabile che minaccia la sicurezza delle persone, sia in Oriente che in Occidente, sia a Nord che a Sud, spargendo panico, terrore e pessimismo non รจ dovuto alla religione โ€“ anche se i terroristi la strumentalizzano โ€“ ma รจ dovuto alle accumulate interpretazioni errate dei testi religiosi, alle politiche di fame, di povertร , di ingiustizia, di oppressione, di arroganza; per questo รจ necessario interrompere il sostegno ai movimenti terroristici attraverso il rifornimento di denaro, di armi, di piani o giustificazioni e anche la copertura mediatica, e considerare tutto ciรฒ come crimini internazionali che minacciano la sicurezza e la pace mondiale. Occorre condannare un tale terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioniยป.[281] Le convinzioni religiose riguardo al senso sacro della vita umana ci permettono di ยซriconoscere i valori fondamentali della comune umanitร , valori in nome dei quali si puรฒ e si deve collaborare, costruire e dialogare, perdonare e crescere, permettendo allโ€™insieme delle diverse voci di formare un nobile e armonico canto, piuttosto che urla fanatiche di odioยป.[282]

284. Talvolta la violenza fondamentalista viene scatenata in alcuni gruppi di qualsiasi religione dallโ€™imprudenza dei loro leader. Tuttavia, ยซil comandamento della pace รจ inscritto nel profondo delle tradizioni religiose che rappresentiamo. [โ€ฆ] Come leader religiosi siamo chiamati ad essere veri โ€œdialogantiโ€, ad agire nella costruzione della pace non come intermediari, ma come autentici mediatori. Gli intermediari cercano di fare sconti a tutte le parti, al fine di ottenere un guadagno per sรฉ. Il mediatore, invece, รจ colui che non trattiene nulla per sรฉ, ma si spende generosamente, fino a consumarsi, sapendo che lโ€™unico guadagno รจ quello della pace. Ciascuno di noi รจ chiamato ad essere un artigiano della pace, unendo e non dividendo, estinguendo lโ€™odio e non conservandolo, aprendo le vie del dialogo e non innalzando nuovi muri!ยป.[283]

Appello

285. In quellโ€™incontro fraterno, che ricordo con gioia, con il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, ยซdichiariamo โ€“ fermamente โ€“ che le religioni non incitano mai alla guerra e non sollecitano sentimenti di odio, ostilitร , estremismo, nรฉ invitano alla violenza o allo spargimento di sangue. Queste sciagure sono frutto della deviazione dagli insegnamenti religiosi, dellโ€™uso politico delle religioni e anche delle interpretazioni di gruppi di uomini di religione che hanno abusato โ€“ in alcune fasi della storia โ€“ dellโ€™influenza del sentimento religioso sui cuori degli uomini [โ€ฆ]. Infatti Dio, lโ€™Onnipotente, non ha bisogno di essere difeso da nessuno e non vuole che il suo nome venga usato per terrorizzare la genteยป.[284] Perciรฒ desidero riprendere qui lโ€™appello alla pace, alla giustizia e alla fraternitร  che abbiamo fatto insieme:

ยซIn nome di Dio che ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignitร , e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro, per popolare la terra e diffondere in essa i valori del bene, della caritร  e della pace.

In nome dellโ€™innocente anima umana che Dio ha proibito di uccidere, affermando che chiunque uccide una persona รจ come se avesse ucciso tutta lโ€™umanitร  e chiunque ne salva una รจ come se avesse salvato lโ€™umanitร  intera.

In nome dei poveri, dei miseri, dei bisognosi e degli emarginati che Dio ha comandato di soccorrere come un dovere richiesto a tutti gli uomini e in particolar modo a ogni uomo facoltoso e benestante.

In nome degli orfani, delle vedove, dei rifugiati e degli esiliati dalle loro dimore e dai loro paesi; di tutte le vittime delle guerre, delle persecuzioni e delle ingiustizie; dei deboli, di quanti vivono nella paura, dei prigionieri di guerra e dei torturati in qualsiasi parte del mondo, senza distinzione alcuna.

In nome dei popoli che hanno perso la sicurezza, la pace e la comune convivenza, divenendo vittime delle distruzioni, delle rovine e delle guerre.

In nome dellaโ€…fratellanza umana che abbraccia tutti gli uomini, li unisce e li rende uguali.

In nome di questa fratellanza lacerata dalle politiche di integralismo e divisione e dai sistemi di guadagno smodato e dalle tendenze ideologiche odiose, che manipolano le azioni e i destini degli uomini.

In nome della libertร , che Dio ha donato a tutti gli esseri umani, creandoli liberi e distinguendoli con essa.

In nome della giustizia e della misericordia, fondamenti della prosperitร  e cardini della fede.

In nome di tutte le persone di buona volontร , presenti in ogni angolo della terra.

In nome di Dio e di tutto questo, [โ€ฆ] [dichiariamo] di adottare la cultura del dialogo come via, la collaborazione comune come condotta, la conoscenza reciproca come metodo e criterioยป.[285]

* * *

286. In questo spazio di riflessione sulla fraternitร  universale, mi sono sentito motivato specialmente da San Francesco dโ€™Assisi, e anche da altri fratelli che non sono cattolici: Martin Luther King, Desmond Tutu, il Mahatma Gandhi e molti altri. Ma voglio concludere ricordando unโ€™altra persona di profonda fede, la quale, a partire dalla sua intensa esperienza di Dio, ha compiuto un cammino di trasformazione fino a sentirsi fratello di tutti. Mi riferisco al Beato Charles de Foucauld.

287. Egli andรฒ orientando il suo ideale di una dedizione totale a Dio verso unโ€™identificazione con gli ultimi, abbandonati nel profondo del deserto africano. In quel contesto esprimeva la sua aspirazione a sentire qualunque essere umano come un fratello,[286] e chiedeva a un amico: ยซPregate Iddio affinchรฉ io sia davvero il fratello di tutte le anime di questo paeseยป.[287] Voleva essere, in definitiva, ยซil fratello universaleยป.[288] Ma solo identificandosi con gli ultimi arrivรฒ ad essere fratello di tutti. Che Dio ispiri questo ideale in ognuno di noi. Amen.

Preghiera al Creatore

Signore e Padre dellโ€™umanitร ,
che hai creato tutti gli esseri umani con la stessa dignitร ,
infondi nei nostri cuori uno spirito fraterno.
Ispiraci il sogno di un nuovo incontro, di dialogo, di giustizia e di pace.
Stimolaci a creare societร  piรน sane e un mondo piรน degno,
senza fame, senza povertร , senza violenza, senza guerre.

Il nostro cuore si apra
a tutti i popoli e le nazioni della terra,
per riconoscere il bene e la bellezza
che hai seminato in ciascuno di essi,
per stringere legami di unitร , di progetti comuni,
di speranze condivise. Amen.


Preghiera cristiana ecumenica

Dio nostro, Trinitร  dโ€™amore,
dalla potente comunione della tua intimitร  divina
effondi in mezzo a noi il fiume dellโ€™amore fraterno.
Donaci lโ€™amore che traspariva nei gesti di Gesรน,
nella sua famiglia di Nazaret e nella prima comunitร  cristiana.

Concedi a noi cristiani di vivere il Vangelo
e di riconoscere Cristo in ogni essere umano,
per vederlo crocifisso nelle angosce degli abbandonati
e dei dimenticati di questo mondo
e risorto in ogni fratello che si rialza in piedi.

Vieni, Spirito Santo! Mostraci la tua bellezza
riflessa in tutti i popoli della terra,
per scoprire che tutti sono importanti,
che tutti sono necessari, che sono volti differenti
della stessa umanitร  amata da Dio. Amen.

Dato ad Assisi, presso la tomba di San Francesco, il 3 ottobre, vigilia della Festa del Poverello, dellโ€™anno 2020, ottavo del mio Pontificato


Francesco

[1] Ammonizioni, 6, 1: FF 155.

[2] Ibid., 25: FF 175.

[3] S. Francesco di Assisi, Regola non bollata, 16, 3.6: FF 42-43.

[4] Eloi Leclerc, O.F.M., Exilio y ternura, ed. Marova, Madrid 1987, 205.

[5] Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, Abu Dhabi (4 febbraio 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 4-5 febbraio 2019, p. 6.

[6] Discorso nellโ€™Incontro ecumenico e interreligioso con i giovani, Skopje โ€“ Macedonia del Nord (7 maggio 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 9 maggio 2019, p. 9.

[7] Discorso al Parlamento Europeo, Strasburgo (25 novembre 2014): AAS 106 (2014), 996.

[8] Incontro con le Autoritร , la societร  civile e il Corpo diplomatico, Santiago del Cile (16 gennaio 2018): AAS 110 (2018), 256.

[9] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 19: AAS 101 (2009), 655.

[10] Esort. ap. postsin. Christus vivit (25 marzo 2019), 181.

[11] Card. Raรบl Silva Henrรญquez, S.D.B., Omelia al Te Deum a Santiago del Cile (18 settembre 1974).

[12] Lett. enc. Laudato siโ€™ (24 maggio 2015), 57: AAS 107 (2015), 869.

[13] Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (11 gennaio 2016): AAS 108 (2016), 120.

[14] Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (13 gennaio 2014): AAS 106 (2014), 83-84.

[15] Cfr Discorso alla Fondazione โ€œCentesimus annus pro Pontificeโ€ (25 maggio 2013): Insegnamenti, I, 1 (2013), 238.

[16] Cfr S. Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio (26 marzo 1967), 14: AAS 59 (1967), 264.

[17] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 22: AAS 101 (2009), 657.

[18] Discorso alle Autoritร , Tirana โ€“ Albania (21 settembre 2014): AAS 106 (2014), 773.

[19] Messaggio ai partecipanti alla Conferenza internazionale โ€œI diritti umani nel mondo contemporaneo: conquiste, omissioni, negazioniโ€ (10 dicembre 2018): Lโ€™Osservatore Romano, 10-11 dicembre 2018, p. 8.

[20] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 212: AAS 105 (2013), 1108.

[21] Messaggio per la 48ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2015 (8 dicembre 2014), 3-4: AAS 107 (2015), 69-71.

[22] Ibid., 5: AAS (107 (2015), 72.

[23] Messaggio per la 49ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2016 (8 dicembre 2015), 2: AAS 108 (2016), 49.

[24] Messaggio per la 53ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2020 (8 dicembre 2019), 1: Lโ€™Osservatore Romano, 13 dicembre 2019, p. 8.

[25] Discorso sulle armi nucleari, Nagasaki โ€“ Giappone (24 novembre 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 25-26 novembre 2019, p. 6.

[26] Discorso a professori e studenti del Collegio โ€œSan Carloโ€ di Milano (6 aprile 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 8-9 aprile 2019, p. 6.

[27] Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, Abu Dhabi (4 febbraio 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 4-5 febbraio 2019, p. 6.

[28] Discorso al mondo della cultura, Cagliari โ€“ Italia (22 settembre 2013): Lโ€™Osservatore Romano, 23-24 settembre 2013, p. 7.

[29] Humana communitas. Lettera al Presidente della Pontificia Accademia per la Vita in occasione del XXV anniversario della sua istituzione (6 gennaio 2019), 2.6: Lโ€™Osservatore Romano, 16 gennaio 2019, pp. 6-7.

[30] Videomessaggio al TED2017 di Vancouver (26 aprile 2017): Lโ€™Osservatore Romano, 27 aprile 2017, p. 7.

[31] Momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia (27 marzo 2020): Lโ€™Osservatore Romano, 29 marzo 2020, p. 10.

[32] Omelia nella S. Messa, Skopje โ€“ Macedonia del Nord (7 maggio 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 8 maggio 2019, p. 12.

[33] Cfr Aeneis, I, 462: ยซSunt lacrimae rerum et mentem mortalia tanguntยป.

[34] ยซHistoria [โ€ฆ] magistra vitaeยป (M.T. Cicerone, De Oratore, II, 36).

[35] Lett. enc. Laudato siโ€™ (24 maggio 2015), 204: AAS 107 (2015), 928.

[36] Esort. ap. postsin. Christus vivit (25 marzo 2019), 91.

[37] Ibid., 92.

[38] Ibid., 93.

[39] Benedetto XVI, Messaggio per la 99ยช Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (12 ottobre 2012): AAS 104 (2012), 908.

[40] Esort. ap. postsin. Christus vivit (25 marzo 2019), 92.

[41] Cfr Messaggio per la 106ยช Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2020 (13 maggio 2020): Lโ€™Osservatore Romano, 16 maggio 2020, p. 8.

[42] Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (11 gennaio 2016): AAS 108 (2016), 124.

[43] Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (13 gennaio 2014): AAS 106 (2014), 84.

[44] Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (11 gennaio 2016): AAS 108 (2016), 123.

[45] Messaggio per la 105ยช Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (27 maggio 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 27-28 maggio 2019, p. 8.

[46] Esort. ap. postsin. Christus vivit (25 marzo 2019), 88.

[47] Ibid., 89.

[48] Esort. ap. Gaudete et exsultate (19 marzo 2018), 115.

[49] Dal film Papa Francesco โ€“ Un uomo di parola. La speranza รจ un messaggio universale, di Wim Wenders (2018).

[50] Discorso alle Autoritร , alla societร  civile e al Corpo diplomatico, Tallin โ€“ Estonia (25 settembre 2018): Lโ€™Osservatore Romano, 27 settembre 2018, p. 7.

[51] Cfr Momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia (27 marzo 2020): Lโ€™Osservatore Romano, 29 marzo, p. 10; Messaggio per la 4ยช Giornata Mondiale dei Poveri (13 giugno 2020), 6: Lโ€™Osservatore Romano, 14 giugno 2020, p. 8.

[52] Saluto ai giovani del Centro Culturale Padre Fรฉlix Varela, Lโ€™Avana โ€“ Cuba (20 settembre 2015): Lโ€™Osservatore Romano, 21-22 settembre 2015, p. 6.

[53] Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, 1.

[54] S. Ireneo di Lione, Adversus haereses, II, 25, 2: PG 7/1, 798-s.

[55] Talmud Bavli (Talmud di Babilonia), Shabbat, 31 a.

[56] Discorso agli assistiti delle opere di caritร  della Chiesa, Tallin โ€“ Estonia (25 settembre 2018): Lโ€™Osservatore Romano, 27 settembre 2018, p. 8.

[57] Videomessaggio al TED2017 di Vancouver (26 aprile 2017): Lโ€™Osservatore Romano, 27 aprile 2017, p. 7.

[58] Homiliae in Mattheum, 50, 3-4: PG 58, 508.

[59] Messaggio in occasione dellโ€™Incontro dei movimenti popolari, Modesto โ€“ USA (10 febbraio 2017): AAS 109 (2017), 291.

[60] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 235: AAS 105 (2013), 1115.

[61] S. Giovanni Paolo II, Messaggio alle persone disabili. Angelus a Osnabrรผck โ€“ Germania (16 novembre1980): Lโ€™Osservatore Romano, 19 novembre 1980, Supplemento, p. XIII.

[62] Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, 24.

[63] Gabriel Marcel, Du refus ร  lโ€™invocation, ed. NRF, Parรญs 1940, 50 (ed. it. Dal rifiuto allโ€™invocazione, Cittร  Nuova, Roma 1976, 62).

[64] Angelus (10 novembre 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 11-12 novembre 2019, p. 8.

[65] Cfr S. Tommaso dโ€™Aquino, Scriptum super libros Sententiarum, III, Dist. 27, q. 1, a. 1, ad 4: ยซDicitur amor extasim facere, et fervere, quia quod fervet extra se bullit, et exhalatยป.

[66] Karol Wojtyล‚a, Amore e responsabilitร , Marietti, Casale Monferrato 1983, 90.

[67] Karl Rahner, S.I., Kleines Kirchenjahr. Ein Gang durch den Festkreis, Herder, Friburgo 1981, 30 (ed. it.
Lโ€™anno liturgico, Morcelliana, Brescia 1964, 34).

[68] Regula, 53, 15: ยซPauperum et peregrinorum maxime susceptioni cura sollicite exhibeaturยป.

[69] Cfr Summa Theologiae II-II, q. 23, art. 7; S. Agostino, Contra Julianum, 4, 18: PL 44, 748: ยซEssi [gli avari] si astengono dai piaceri sia per lโ€™aviditร  di accrescere il guadagno, sia per il timore di diminuirloยป.

[70] ยซSecundum acceptionem divinamยป (Commentaria in III librum Sententiarum Petri Lombardi, Dist. 27, a. 1, q. 1, concl. 4).

[71] Benedetto XVI, Lett. enc. Deus caritas est (25 dicembre 2005), 15: AAS 98 (2006), 230.

[72] Summa Theologiae II-II, q. 27, art. 2, resp.

[73] Cfr ibid. I-II, q. 26, a. 3, resp.

[74] Ibid., q. 110, a. 1, resp.

[75] Messaggio per la 47ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2014 (8 dicembre 2013), 1: AAS 106 (2014), 22.

[76] Cfr Angelus (29 dicembre 2013): Lโ€™Osservatore Romano, 30-31 dicembre 2013, p. 7; Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (12 gennaio 2015): AAS 107 (2015), 165.

[77] Messaggio per la Giornata mondiale delle persone con disabilitร  (3 dicembre 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 4 dicembre 2019, p. 7.

[78] Discorso nellโ€™Incontro per la libertร  religiosa con la comunitร  ispanica e altri immigrati, Filadelfia โ€“ USA (26 settembre 2015): AAS 107 (2015), 1050-1051.

[79] Discorso ai giovani, Tokyo โ€“ Giappone (25 novembre 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 25-26 novembre 2019, p. 10.

[80] In queste considerazioni mi lascio ispirare dal pensiero di Paul Ricoeur, โ€œIl socio ed il prossimoโ€, in Histoire et vรฉritรฉ, Ed. du Seuil, Paris 1967, 113-127.

[81] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 190: AAS 105 (2013), 1100.

[82] Ibid., 209: AAS 105 (2013), 1107.

[83] Lett. enc. Laudato siโ€™ (24 maggio 2015), 129: AAS 107 (2015), 899.

[84] Messaggio per lโ€™evento โ€œEconomy of Francescoโ€ (1 maggio 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 12 maggio 2019, p. 8.

[85] Discorso al Parlamento Europeo, Strasburgo (25 novembre 2014): AAS 106 (2014), 997.

[86] Lett. enc. Laudato siโ€™ (24 maggio 2015), 229: AAS 107 (2015), 937.

[87] Messaggio per la 49ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2016 (8 dicembre 2015), 6: AAS 108 (2016), 57-58.

[88] La soliditร  si trova nella radice etimologica della parola solidarietร . La solidarietร , nel significato etico-politico che essa ha assunto negli ultimi due secoli, dร  luogo a una costruzione sociale sicura e salda.

[89] Omelia nella S. Messa, Lโ€™Avana โ€“ Cuba (20 settembre 2015): Lโ€™Osservatore Romano, 21-22 settembre 2015, p. 8.

[90] Discorso ai partecipanti allโ€™Incontro mondiale dei movimenti popolari (28 ottobre 2014): AAS 106 (2014), 851-852.

[91] Cfr S. Basilio, Homilia 21. Quod rebus mundanis adhaerendum non sit, 3.5: PG 31, 545-549; Regulae brevius tractatae, 92: PG 31, 1145-1148; S. Pietro Crisologo, Sermo 123: PL 52, 536-540; S. Ambrogio, De Nabuthe, 27.52: PL 14, 738s; S. Agostino, In Iohannis Evangelium, 6, 25: PL 35, 1436s.

[92] De Lazaro, II, 6: PG 48, 992D.

[93] Regula pastoralis, III, 21: PL 77, 87.

[94] Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991), 31: AAS 83 (1991), 831.

[95] Lett. enc. Laudato siโ€™ (24 maggio 2015), 93: AAS 107 (2015), 884.

[96] S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Laborem exercens (14 settembre 1981), 19: AAS 73 (1981), 626.

[97] Cfr Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 172.

[98] Lett. enc. Populorum progressio (26 marzo 1967), 22: AAS 59 (1967), 268.

[99] S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis (30 dicembre 1987), 33: AAS 80 (1988), 557.

[100] Lett. enc. Laudato siโ€™ (24 maggio 2015), 95: AAS 107 (2015), 885.

[101] Ibid., 129: AAS 107 (2015), 899.

[102] Cfr S. Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio (26 marzo 1967), 15: AAS 59 (1967), 265; Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 16: AAS 101 (2009), 652.

[103] Cfr Lett. enc. Laudato siโ€™ (24 maggio 2015), 93: AAS 107 (2015), 884-885; Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 189-190: AAS 105 (2013), 1099-1100.

[104] Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti, Open wide our Hearts: The enduring Call to Love. A Pastoral Letter against Racism (Novembre 2018).

[105] Lett. enc. Laudato siโ€™ (24 maggio 2015), 51: AAS 107 (2015), 867.

[106] Cfr Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 6: AAS 101 (2009), 644.

[107] S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991), 35: AAS 83 (1991), 838.

[108] Discorso sulle armi nucleari, Nagasaki โ€“ Giappone (24 novembre 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 25-26 novembre 2019, p. 6.

[109] Cfr Vescovi Cattolici del Messico e degli Stati Uniti, Lettera pastorale Strangers no longer: together on the journey of hope (Gennaio 2003).

[110] Udienza generale (3 aprile 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 4 aprile 2019, p. 8.

[111] Cfr Messaggio per la 104ยช Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (14 gennaio 2018): AAS 109 (2017), 918-923).

[112] Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, Abu Dhabi (4 febbraio 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 4-5 febbraio 2019, p. 7.

[113] Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (11 gennaio 2016): AAS 108 (2016), 124.

[114] Ibid.: AAS 108 (2016), 122.

[115] Esort. ap. postsin. Christus vivit (25 marzo 2019), 93.

[116] Ibid., 94.

[117] Discorso alle Autoritร , Sarajevo โ€“ Bosnia-Erzegovina (6 giugno 2015): Lโ€™Osservatore Romano, 7 giugno 2015, p. 7.

[118] Latinoamรฉrica. Conversaciones con Hernรกn Reyes Alcaide, Ed. Planeta, Buenos Aires 2017, 105.

[119] Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, Abu Dhabi (4 febbraio 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 4-5 febbraio 2019, p. 7.

[120] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 67: AAS 101 (2009), 700.

[121] Ibid., 60: AAS 101 (2009), 695.

[122] Ibid., 67: AAS 101 (2009), 700.

[123] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 447.

124] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 234: AAS 105 (2013), 1115.

[125] Ibid., 235: AAS 105 (2013), 1115.

[126] Ibid.

[127] S. Giovanni Paolo II, Discorso ai rappresentanti del mondo della cultura argentina, Buenos Aires โ€“ Argentina (12 aprile 1987), 4: Lโ€™Osservatore Romano, 14 aprile 1987, p. 7.

[128] Cfr Id., Discorso ai Cardinali (21 dicembre 1984), 4: AAS 76 (1984), 506.

[129] Esort. ap. postsin. Querida Amazonia (2 febbraio 2020), 37.

[130] Georg Simmel, Brรผcke und Tรผr. Essays des Philosophen zur Geschichte, Religion, Kunst und Gesellschaft, Kรถhler-Verlag, Stuttgart 1957, p. 6 (ed. it. Ponte e porta, in Saggi di estetica, a cura di M. Cacciari, Liviana, Padova 1970, 8).

[131] Cfr Jaime Hoyos-Vรกsquez, S.I., Lรณgica de las relaciones sociales. Reflexiรณn ontolรณgica, in Revista Universitas Philosophica, 15-16, dicembre 1990 – giugno 1991, Bogotรก, 95-106.

[132] Antonio Spadaro, S.I., Le orme di un pastore. Una conversazione con Papa Francesco, in Jorge Mario Bergoglio/Papa Francesco, Nei tuoi occhi รจ la mia parola. Omelie e discorsi di Buenos Aires 1999-2013, Rizzoli, Milano 2016, XVI; cfr Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 220-221: AAS 105 (2013), 1110-1111.

[133] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 204: AAS 105 (2013), 1106.

[134] Cfr ibid.: AAS 105 (2013), 1105-1106.

[135] Ibid., 202: AAS 105 (2013), 1105.

[136] Lett. enc. Laudato siโ€™ (24 maggio 2015), 128: AAS 107 (2015), 898.

[137] Discorso ai membri del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (12 gennaio 2015): AAS (107) (2015), 165; cfr Discorso ai partecipanti allโ€™Incontro mondiale dei movimenti popolari(28 ottobre 2014): AAS 106 (2014), 851-859.

[138] Qualcosa di simile si puรฒ dire della categoria biblica di โ€œRegno di Dioโ€.

[139] Paul Ricoeur, Histoire et vรฉritรฉ, Ed. du Seuil, Paris 1967, 122 (ed. it. A. Plรฉ et al., Lโ€™amore del prossimo, Paoline, Alba 1958, 247).

[140] Lett. enc. Laudato siโ€™ (24 maggio 2015), 129: AAS 107 (2015), 899.

[141] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 35: AAS 101 (2009), 670.

[142] Discorso ai partecipanti allโ€™Incontro mondiale dei movimenti popolari (28 ottobre 2014): AAS 106 (2014), 858.

[143] Ibid.

[144] Discorso ai partecipanti allโ€™Incontro mondiale dei movimenti popolari (5 novembre 2016): Lโ€™Osservatore Romano, 7-8 novembre 2016, pp. 4-5.

[145] Ibid.

[146] Ibid.

[147] Lett. enc. Laudato siโ€™ (24 maggio 2015), 189: AAS 107 (2015), 922.

[148] Discorso allโ€™Organizzazione delle Nazioni Unite, New York (25 settembre 2015): AAS 107 (2015), 1037.

[149] Lett. enc. Laudato siโ€™ (24 maggio 2015), 175: AAS 107 (2015), 916-917.

[150] Cfr Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 67: AAS 101 (2009), 700-701.

[151] Ibid.: AAS 101 (2009), 700.

[152] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 434.

[153] Discorso allโ€™Organizzazione delle Nazioni Unite, New York (25 settembre 2015): AAS 107 (2015), 1037.1041.

[154] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 437.

[155] S. Giovanni Paolo II, Messaggio per la 37ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2004, 5: AAS 96 (2004), 117.

[156] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 439.

[157] Cfr Commissione Sociale dei Vescovi di Francia, Dich. Rรฉhabiliter la politique (17 febbraio 1999).

[158] Lett. enc. Laudato siโ€™ (24 maggio 2015), 189: AAS 107 (2015), 922.

[159] Ibid., 196: AAS 107 (2015), 925.

[160] Ibid., 197: AAS 107 (2015), 925.

[161] Ibid., 181: AAS 107 (2015), 919.

[162] Ibid., 178: AAS 107 (2015), 918.

[163] Conferenza Episcopale Portoghese, Lett. past. Responsabilidade solidรกria pelo bem comum (15 settembre 2003), 20; cfr Lett. enc. Laudato siโ€™, 159: AAS 107 (2015), 911.

[164] Lett. enc. Laudato siโ€™ (24 maggio 2015), 191: AAS 107 (2015), 923.

[165] Pio XI, Discorso alla Federazione Universitaria Cattolica Italiana (18 dicembre 1927): Lโ€™Osservatore Romano (23 dicembre 1927), 3.

[166] Cfr Id., Lett. enc. Quadragesimo anno (15 maggio 1931), 88: AAS 23 (1931), 206-207.

[167] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 205: AAS 105 (2013), 1106.

[168] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 2: AAS 101 (2009), 642.

[169] Lett. enc. Laudato siโ€™ (24 maggio 2015), 231: AAS 107 (2015), 937.

[170] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 2: AAS 101 (2009), 642.

[171] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 207.

[172] S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptor hominis (4 marzo 1979), 15: AAS 71 (1979), 288.

[173] Cfr S. Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio (26 marzo 1967), 44: AAS 59 (1967), 279.

[174] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 207.

[175] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 2: AAS 101 (2009), 642.

[176] Ibid., 3: AAS 101 (2009), 643.

[177] Ibid., 4: AAS 101 (2009), 643.

[178] Ibid.

[179] Ibid., 3: AAS 101 (2009), 643.

[180] Ibid.: AAS 101 (2009), 642.

[181] La dottrina morale cattolica, seguendo lโ€™insegnamento di San Tommaso dโ€™Aquino, distingue tra lโ€™atto โ€œelicitoโ€ e lโ€™atto โ€œimperatoโ€ (cfr Summa Theologiae, I-II, q. 8-17; Marcellino Zalba, S.J., Theologiae moralis summa. Theologia moralis fundamentalis. Tractatus de virtutibus theologicis, ed. BAC, Madrid 1952, vol. 1, 69; Antonio Royo Marรญn, Teologรญa de la Perfecciรณn cristiana, ed. BAC, Madrid 1962, 192-196).

[182] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 208.

[183] Cfr S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis (30 dicembre 1987), 42: AAS 80 (1988), 572-574; Id. Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991), 11: AAS 83 (1991), 806-807.

[184] Discorso ai partecipanti allโ€™Incontro mondiale dei movimenti popolari (28 ottobre 2014): AAS 106 (2014), 852.

[185] Discorso al Parlamento Europeo, Strasburgo (25 novembre 2014): AAS 106 (2014), 999.

[186] Discorso alla classe dirigente e al Corpo diplomatico, Bangui โ€“ Repubblica Centrafricana (29 novembre 2015): AAS 107 (2015), 1320.

[187] Discorso allโ€™Organizzazione delle Nazioni Unite, New York (25 settembre 2015): AAS 107 (2015), 1039.

[188] Discorso ai partecipanti allโ€™Incontro mondiale dei movimenti popolari (28 ottobre 2014): AAS 106 (2014), 853.

[189] Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, Abu Dhabi (4 febbraio 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 4-5 febbraio 2019, p. 6.

[190] Renรฉ Voillaume, Frรจre de tous, Ed. du Cerf, Paris 1968, 12-13.

[191] Videomessaggio al TED2017 di Vancouver (26 aprile 2017): Lโ€™Osservatore Romano (27 aprile 2017), p. 7.

[192] Udienza generale (18 febbraio 2015): Lโ€™Osservatore Romano, 19 febbraio 2015, p. 8.

[193] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 274: AAS 105 (2013), 1130.

[194] Ibid., 279: AAS 105 (2013), 1132.

[195] Messaggio per la 52ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2019 (8 dicembre 2018), 5: Lโ€™Osservatore Romano, 19 dicembre 2018, p. 8.

[196] Discorso nellโ€™Incontro con la classe dirigente, Rio de Janeiro โ€“ Brasile (27 luglio 2013): AAS 105 (2013), 683-684.

[197] Esort. ap. postsin. Querida Amazonia (2 febbraio 2020), 108.

[198] Dal film Papa Francesco โ€“ Un uomo di parola. La speranza รจ un messaggio universale, di Wim Wenders (2018).

[199] Messaggio per la 48ยช Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (24 gennaio 2014): AAS 106 (2014), 113.

[200] Conferenza dei Vescovi Cattolici di Australia, Dipartimento di Giustizia sociale, Making it real: genuine human encounter in our digital world (novembre 2019), 5.

[201] Lett. enc. Laudato siโ€™ (24 maggio 2015), 123: AAS 107 (2015), 896.

[202] S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Veritatis splendor (6 agosto 1993), 96: AAS 85 (1993), 1209.

[203] Come cristiani crediamo, inoltre, che Dio dona la sua grazia affinchรฉ sia possibile agire come fratelli.

[204] Vinicius De Moraes, Samba della benedizione (Samba da Bรชnรงรฃo), nel disco Um encontro no Au bon Gourmet, Rio de Janeiro (2 agosto 1962).

[205] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 237: AAS 105 (2013), 1116.

[206] Ibid., 236: AAS 105 (2013), 1115.

[207] Ibid., 218: AAS 105 (2013), 1110.

[208] Esort. ap. postsin. Amoris laetitia (19 marzo 2016), 100: AAS 108 (2016), 351.

[209] Messaggio per la 53ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2020 (8 dicembre 2019), 2: Lโ€™Osservatore Romano, 13 dicembre 2019, p. 8.

[210] Conferenza Episcopale del Congo, Message au Peuple de Dieu et aux femmes et aux hommes de bonne volontรฉ (9 maggio 2018).

[211] Discorso nel grande incontro di preghiera per la riconciliazione nazionale, Villavicencio โ€“ Colombia (8 settembre 2017): AAS 109 (2017), 1063-1064. 1066.

[212] Messaggio per la 53ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2020 (8 dicembre 2019), 3: Lโ€™Osservatore Romano, 13 dicembre 2019, p. 8.

[213] Conferenza dei Vescovi del Sudafrica, Pastoral letter on christian hope in the current crisis (maggio 1986).

[214] Conferenza dei Vescovi Cattolici della Corea, Appeal of the Catholic Church in Korea for Peace on the Korean Peninsula (15 agosto 2017).

[215] Discorso alla societร  civile, Quito โ€“ Ecuador (7 luglio 2015): Lโ€™Osservatore Romano, 9 luglio 2015, p. 9.

[216] Discorso nellโ€™Incontro interreligioso con i giovani, Maputo โ€“ Mozambico (5 settembre 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 6 settembre 2019, p. 7.

[217] Omelia nella S. Messa, Cartagena de Indias โ€“ Colombia (10 settembre 2017): AAS 109 (2017), 1086.

[218] Discorso alle Autoritร , al Corpo diplomatico e a rappresentanti della societร  civile, Bogotรก โ€“ Colombia (7 settembre 2017): AAS 109 (2017), 1029.

[219] Conferenza Episcopale della Colombia, Por el bien de Colombia: diรกlogo, reconciliaciรณn y desarrollo integral (26 novembre 2019), 4.

[220] Discorso alle Autoritร , alla societร  civile e al Corpo diplomatico, Maputo โ€“ Mozambico (5 settembre 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 6 settembre 2019, p. 6.

[221] V Conferenza Generale dellโ€™Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi, Documento di Aparecida (29 giugno 2007), 398 (ed. it. EDB, Bologna 2014).

[222] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 59: AAS 105 (2013), 1044.

[223] Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991), 14: AAS 83 (1991), 810.

[224] Omelia nella S. Messa per lo sviluppo dei popoli, Maputo โ€“ Mozambico (6 settembre 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 7 settembre 2019, p. 8.

[225] Discorso nella cerimonia di benvenuto, Colombo โ€“ Sri Lanka (13 gennaio 2015): Lโ€™Osservatore Romano, 14 gennaio 2015, p. 7.

[226] Discorso ai bambini del Centro Betania e a una rappresentanza di assistiti di altri centri caritativi dellโ€™Albania, Tirana โ€“ Albania (21 settembre 2014): Insegnamenti, II, 2 (2014), 288.

[227] Videomessaggio al TED2017 di Vancouver (26 aprile 2017): Lโ€™Osservatore Romano (27 aprile 2017), p. 7.

[228] Pio XI, Lett. enc. Quadragesimo anno (15 maggio 1931), 114: AAS 23 (1931), 213.[229] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 228: AAS 105 (2013), 1113.

[230] Discorso alle Autoritร , alla societร  civile e al Corpo diplomatico, Riga โ€“ Lettonia (24 settembre 2018): Lโ€™Osservatore Romano, 24-25 settembre 2018, p. 7.

[231] Discorso nella Cerimonia di benvenuto, Tel Aviv โ€“ Israele (25 maggio 2014): Insegnamenti, II, 1 (2014), 604.

[232] Discorso presso il Memoriale di Yad Vashem, Gerusalemme (26 maggio 2014): AAS 106 (2014), 228.

[233] Discorso presso il Memoriale della Pace, Hiroshima โ€“ Giappone (24 novembre 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 25-26 novembre 2019, p. 8.

[234] Messaggio per la 53ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2020 (8 dicembre 2019), 2: Lโ€™Osservatore Romano, 13 dicembre 2019, p. 8.

[235] Conferenza dei Vescovi della Croazia, Letter on the Fiftieth Anniversary of the End of the Second World War (1 maggio 1995).

[236] Omelia nella S. Messa, Amman โ€“ Giordania (24 maggio 2014): Insegnamenti, II, 1 (2014), 593.

[237] Messaggio per la 53ยช Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2020 (8 dicembre 2019), 1: Lโ€™Osservatore Romano, 13 dicembre 2019, p. 8.

[238] Discorso allโ€™Organizzazione delle Nazioni Unite, New York (25 settembre 2015): AAS 107 (2015), 1041-1042.

[239] N. 2309.

[240] Ibid.

[241] Lett. enc. Laudato siโ€™ (24 maggio 2015), 104: AAS 107 (2015), 888.

[242] Anche Santโ€™Agostino, che elaborรฒ unโ€™idea della โ€œguerra giustaโ€ che oggi ormai non sosteniamo, disse che ยซdare la morte alla guerra con la parola, e raggiungere e ottenere la pace con la pace e non con la guerra, รจ maggior gloria che darla agli uomini con la spadaยป (Epistula 229, 2: PL 33, 1020).

[243] Lett. enc. Pacem in terris (11 aprile 1963), 67: AAS 55 (1963), 291.

[244] Messaggio alla Conferenza dellโ€™ONU per la negoziazione di uno strumento giuridicamente vincolante sulla proibizione delle armi nucleari (23 marzo 2017): AAS 109 (2017), 394-396.

[245] Cfr S. Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio (26 marzo 1967), 51: AAS 59 (1967), 282.

[246] Cfr Lett. enc.โ€ฏEvangelium vitae (25 marzo 1995), 56: AAS 87 (1995), 463-464.

[247] Discorso in occasione del 25ยบ anniversario del Catechismo della Chiesa Cattolica (11 ottobre 2017): AAS 109 (2017), 1196.

[248] Cfr Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera ai Vescovi circa la nuova redazione del n. 2267 del Catechismo della Chiesa Cattolica sulla pena di morte (1 agosto 2018): Lโ€™Osservatore Romano, 3 agosto 2018, p. 8.

[249] Discorso a una delegazione dellโ€™Associazione Internazionale di Diritto Penale (23 ottobre 2014): AAS 106 (2014), 840.

[250] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 402.

[251] S. Giovanni Paolo II, Discorso allโ€™Associazione Nazionale Magistrati (31 marzo 2000), 4: AAS 92 (2000), 633.

[252] Divinae Institutiones VI, 20, 17: PL 6, 708.

[253] Epistula 97 (responsa ad consulta bulgarorum), 25: PL 119, 991.

[254] Epistula ad Marcellinum, 133, 1.2: PL 33, 509.

[255] Discorso alla delegazione dellโ€™Associazione Internazionale di Diritto Penale (23 ottobre 2014): AAS 106 (2014), 840-841.

[256] Ibid.: AAS 106 (2014), 842.

[257] Ibid.

[258] S. Giovanni Paolo II, Lett. enc.โ€ฏEvangelium vitae (25 marzo 1995), 9: AAS 87 (1995), 411.

[259] Conferenza dei Vescovi Cattolici dellโ€™India, Response of the Church in India to the present day challenges (9 marzo 2016).

[260] Omelia nella S. Messa, Domus Sanctae Marthae (17 maggio 2020).

[261] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 19: AAS 101 (2009), 655.

[262] S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991), 44: AAS 83 (1991), 849.

[263] Discorso ai leader di altre religioni e altre denominazioni cristiane, Tirana โ€“ Albania (21 settembre 2014): Insegnamenti, II, 2 (2014), 277.

[264] Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, Abu Dhabi (4 febbraio 2019), Lโ€™Osservatore Romano, 4-5 febbraio 2019, p. 6.

[265] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 256: AAS 105 (2013), 1123.

[266] Benedetto XVI, Lett. enc. Deus caritas est (25 dicembre 2005), 28: AAS 98 (2006), 240.

[267] ยซLโ€™essere umano รจ un animale politicoยป (Aristotele, Politica, 1253a 1-3).

[268] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 11: AAS 101 (2009), 648.

[269] Discorso alla comunitร  cattolica, Rakovsky โ€“ Bulgaria (6 maggio 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 8 maggio 2019, p. 9.

[270] Omelia nella S. Messa, Santiago di Cuba (22 settembre 2015): AAS 107 (2015), 1005.

[271] Conc. Ecum. Vat. II, Dich. Nostra aetate, 2.

[272] Discorso nellโ€™Incontro ecumenico, Riga โ€“ Lettonia (24 settembre 2018): Lโ€™Osservatore Romano, 24-25 settembre 2018, p. 8.

[273] Lectio divina alla Pontificia Universitร  Lateranense (26 marzo 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 27 marzo 2019, p. 10.

[274] S. Paolo VI, Lett. enc. Ecclesiam suam (6 agosto 1964), 101: AAS 56 (1964), 650.

[275] Discorso alle Autoritร  palestinesi, Betlemme โ€“ Palestina (25 maggio 2014): Insegnamenti, II, 1 (2014), 597.

[276] Enarrationes in Psalmos, 130, 6: PL 37, 1707.

[277] Dichiarazione congiunta del Santo Padre Francesco e del Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, Gerusalemme (25 maggio 2014), 5: Lโ€™Osservatore Romano, 26-27 maggio 2014, p. 6.

[278] Dal film Papa Francesco. Un uomo di parola. La speranza รจ un messaggio universale, di Wim Wenders (2018).

[279] Esort. ap. postsin. Querida Amazonia (2 febbraio 2020), 106.

[280] Omelia nella S. Messa, Colombo โ€“ Sri Lanka (14 gennaio 2015): AAS 107 (2015), 139.

[281] Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, Abu Dhabi (4 febbraio 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 4-5 febbraio 2019, p. 7.

[282] Discorso alle Autoritร , Sarajevo โ€“ Bosnia-Erzegovina (6 giugno 2015): Lโ€™Osservatore Romano, 7 giugno 2015, p. 7.

[284] Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, Abu Dhabi (4 febbraio 2019): Lโ€™Osservatore Romano, 4-5 febbraio 2019, p. 6.

[286] Cfr B. Charles de Foucauld, Meditazione sul Padre nostro (23 gennaio 1897): Opere spirituali, Ed. Paoline, Roma 1983, 555-562.

[287] Id., Lettera a Henry de Castries (29 novembre 1901): Id., Solo con Dio in compagnia dei fratelli, a cura di E. Bolis, Ed. Paoline, Milano 2002, 254.

[288] Id., Lettera a Madame de Bondy (7 gennaio 1902): cit. in P. Sourisseau, Charles de Foucauld 1858-1916. Biografia, trad. a cura delle Discepole del Vangelo e A. Mandonico, Effatร , Cantalupa (TO), 359. Cosรฌ lo chiamava anche S. Paolo VI elogiando il suo impegno: Enc. Populorum progressio (26 marzo 1967), 12: AAS 59 (1967), 263.

Fonte

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