Il Vangelo del Giorno, 3 febbario 2016 – Mc 6, 1-6

Il testo ed il commento al Vangelo del 3 febbario 2016 – Mc 6, 1-6,  Tempo Ordinario – Anno II, Quarta settimana del Tempo Ordinario.

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  • Colore liturgico: rosso
  • Le letture del giorno: 2 Sam 24.2.9-17; Sal 31; Mc 6, 1-6

Mc 6, 1-6
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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Papa Francesco РIl nome di Dio ̬ Misericordia

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Commenti al Vangelo di Mc 6, 1-6

 Mc 6, 1-6

Commento a cura dei giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)

[ads2]Nessuno è profeta in patria!
Quanto Gesù fa è sotto gli occhi di tutti, le sue parole tutti l’ascoltano, gli stessi testimoni però giungono spesso a conclusioni contrastanti ed opposte. Lo stupore e la meraviglia non costituiscono da soli un valido elemento di giudizio, occorre ben altro per comprendere il messaggio di Cristo. Senza la fede tutto viene ridotto a categorie umane, troppo al disotto delle dimensioni di Dio. Le affermazioni degli ascoltatori di Cristo sembrerebbero inizialmente scaturire da valutazioni positive: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani?». Vengono quindi riconosciute al Figlio di Dio doti eccezionali ed incomprensibili di sapienza, le sue mani òperano evidenti ed incontestabili prodigi, ma poi, nonostante ciò, tutto viene fatto ripiombare pesantemente entro i limiti umani: «Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». Gesù non è più il Messia, l’inviato del Padre, non è più colui che compie prodigi ed è adorno di divina sapienza, ma semplicemente il «figlio del carpentiere». Molti di coloro che giungono a tale mortificante conclusione sono tra l’altro compatrioti e conoscenti di Gesù e alcuni della sua famiglia. Dovrebbero quindi essere più ben disposti ad ascoltarlo ed accoglierlo, ma nessuno è profeta in patria. È l’errore che ancora ai nostri giorni càpita a chi vorrebbe ridurre tutto ciò che è di Dio ai limiti angusti della ragione umana. Sono ancora molti coloro che, privi di fede, azzardano giudizi e sentenze sull’operato di Dio, di Cristo e dalla sua Chiesa. Assomigliano a degli astròlogi sprovveduti, che pretendono di scrutare i cieli senza dotarsi di strumenti idonei.

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Santi del giorno: San Biagio e Sant’Oscar

Dal Martirologio

San Biagio, vescovo e martire, che in quanto cristiano subì a Sivas nell’antica Armenia il martirio sotto l’imperatore Licinio.

Sant’Oscar, vescovo di Amburgo e poi insieme di Brema in Sassonia: dapprima monaco di Corbie, fu nominato da papa Gregorio IV suo legato in tutto il Settentrione; in Danimarca e Svezia annunciò il Vangelo a una moltitudine di popoli e vi fondò la Chiesa di Cristo, superando con forza d’animo molte difficoltà, finché, sfinito dalle fatiche, a Brema trovò riposo.

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