Una domenica a Sant’Agostino (Reggio Calabria)

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Alle prime note del canto i quattro Araldi di Cristo avanzavano solenni. Lunghi mantelli bianchi, grandi croci rosse sul petto, aria composta e seriosa, sembravano degli angeli custodi per il corteo che seguiva: chierichetti, ministranti, incenso, candelieri e padre Thao, giovane missionario vietnamita. Una processione regale.

Una domenica a Sant'Agostino (Reggio Calabria)

Sì, è la domenica di Cristo “Re dell’universo” alla chiesa di sant’Agostino di Reggio Calabria.

Cavalieri di un antico passato, ma senza  spada, gli Araldi si metteranno poi di guardia e di accoglienza  ai portoni spalancati della chiesa, come sentinelle di fronte a una piazza a volte turbolenta.

La celebrazione avanza spedita e solenne, mentre l’ intenso profumo di incenso impregna l’aria, rasserena l’anima ed eleva verso Dio.  “Salga a te la nostra preghiera come quest’incenso” sembra mormorare  ognuno dei fedeli. Silenziosamente

L’omelia, come sempre con padre Thao, prende una piega più informale, fatta di dialogo, interazione, domande e risposte. Non è un monologo. Ma un coinvolgimento attivo dell’assemblea, dove il sacerdote, con il suo abituale sorriso, regalerà poi del cioccolato ai ragazzi che rispondono correttamente. Ciò stimola, evidentemente, un’attenzione di tutti, ragazzi e adulti, più vivida alla liturgia della Parola.

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Ed ecco avanzare come un vero protagonista, alla processione dei doni dell’offertorio, un enorme cesto di agrumi portato con energia da tre giovani scouts. Grossi limoni, arance, rotondi bergamotti fanno bella vista di sè, con orgoglio. Al termine del rito saranno poi benedetti e distribuiti ai numerosi fedeli. È la domenica dei frutti, ultima dell’anno liturgico. Per ricordare a tutti i frutti di bene, da presentare, un giorno, al Re dell’universo. Unicamente. “Ricordati di me, Signore, quando sarai nel tuo Regno” sembra, così, ripetere ognuno in cuor suo, litanicamente. Mentre lo sguardo contempla l’enorme cesto davanti all’altare, dalle calde tonalità giallo-verde-arancio.

La distribuzione della Comunione, poi, in questa solennità avviene sotto le due specie, per rispondere al doppio comando del Signore: “Prendete e mangiate… prendete e bevete!”

Come leggendari cavalieri del Santo Graal, due Araldi di Cristo sostengono due calici di un dolcissimo bianco zibibbo, mentre a coloro che si comunicano, sembra con emozione di essere non solo “invitati alla cena dell’ Agnello”, ma al banchetto del Re. Noblesse oblige.

Infine, padre Thao benedice il cesto di agrumi in un gesto simbolico, che affonda le sue radici nella cultura biblica dell’antico Testamento. Dove proprio l’agrume, che cresce lentamente nel tempo e si carica della luce del sole, diventa simbolo di risveglio.

“Sii benedetto, Dio nostro Padre, creatore del cielo e della terra: in questi agrumi tu ci doni un segno della tua bontà, i sapori e i profumi essenziali della tavola di famiglia. Stendi la tua mano su di noi,…” saranno le ultime parole del sacerdote. La celebrazione, con un grosso bergamotto  in mano benedetto, continuerà nelle proprie case… Sì, come un autentico dono di Dio.

Gianluca LISERRA

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