โCosa posso fare io per la pace?โ
Schede paese
SUD SUDAN
Nel 2011, dopo oltre 20 anni di guerriglia e un referendum, le popolazioni dei territori del Sudan meridionale ottennero lโindipendenza e nacque il piรน giovane Stato al mondo: Repubblica del Sudan del Sud. Fu subito chiaro che il processo di pace non sarebbe stato facile, vista la disomogeneitร di questa terra dove convivono piรน di 60 etnie diverse e ci sono da sempre grandi interessi che ruotano intorno a un sottosuolo ricco di risorse, come il petrolio. Dal 2013 le tensioni interne sono sfociate in una guerra civile tra le truppe del presidente Salva Kiir e quelle dellโex vicepresidente Riek Machar, strumentalizzando le divisioni tra i Dinka e i Nuer e alimentando rivendicazioni storiche. Nellโagosto 2015 fu siglato un accordo di pace che non รจ mai rispettato. Un ultimo tentativo รจ stato fatto lo scorso 22 dicembre ad Addis Abeba, nella vicina Etiopia, quando le parti si sono impegnate a rilanciare il precedente accordo di pace firmando unโintesa per il โcessate il fuocoโ, purtroppo ancora disattesa.

Le atrocitร continuano e gli episodi di violenza e ruberia sono allโordine del giorno, costringendo famiglie intere, anziani, disabili, giovani e bambini a spostarsi continuamente senza trovare stabilitร . Molti raccontano di aver visto la loro casa bruciare, i familiari feriti o uccisi e perdere terreni e bestiame. Le vie di comunicazione funzionano a singhiozzo, a causa dellโinsicurezza e delle condizioni ambientali. Essendo il conflitto sempre in atto, mentre gli equilibri militari sul terreno cambiano costantemente, non ci sono zone in cui vi sia la certezza di un passaggio sicuro. I mezzi di trasporto scarseggiano, le strade sono in pessime condizioni
Solo nelle aree urbane la povertร รจ cresciuta dal 49% al 70% in un anno. Il deficit fiscale, lโinflazione che raggiunge livelli altissimi, la corruzione e il mercato โneroโ rendono quasi impossibile sia in aree rurali sia in aree urbane mettere insieme il minimo indispensabile per mangiare ogni giorno. In alcune aree solo il 3.1% della popolazione riesce ad avere 3 pasti al giorno.
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Nel mese di febbraio, in occasione della giornata internazionale contro lโutilizzo dei bambini soldato, Human Right Watch ha pubblicato un rapporto con dati allarmanti sul Sud Sudan. Come stimato dallโUnicef, piรน diย 19.000 bambini sono statiย reclutatiย da forze e gruppi armatiย e almenoย 2.300ย sono rimastiย uccisiย oย feritiย dallโinizio del conflitto. Sono state realizzate 25 interviste a ex-bambini soldato che raccontano di essere stati rapiti dai soldati di entrambe le fazioni in lotta nelle loro case o mentre si trovavano in strada, trattenendoli per giorni o intere settimane in celle sovraffollate.ย Diversi di loro testimoniano di essere stati sottoposti a un duro addestramento e di aver subito brutali punizioni fisiche, talvolta culminate in una prolungata detenzione in celle dโisolamento. Tra le vittime anche bambini di 13 anni. LโUnicef ha, per ora, potuto identificare solo 400 di essi che verranno ricongiunti con le famiglie dโorigine se ancora rintracciabili.
Sono stati riferiti anche centinaia diย violenze sessualiย su donne e minori in tutto il Paese. Un giudice internazionale con molta esperienza in crimini di guerra, ha dichiarato che in Sud Sudan si ricorre alla violenza sessuale come mai prima eย Amnesty International ha fatto un appello al Governo perchรฉ intervenga.
Lโimpegno della Chiesa
I Vescovi cattolici hanno alzato la voce, denunciando gli abusi che la popolazione continua a subire anche quando trovano rifugio in chiese o campi per sfollati delle Nazioni Unite. In una lettera pastorale hanno definito โcrimine di guerraโ ogni tipo di violenza, omicidio, tortura e stupro di civili, preoccupandosi fortemente per la totale mancanza di rispetto per la vita umana.ย La Conferenza Episcopale e la Caritas del Sud Sudan insieme a tutta la rete internazionale delle Caritas nel mondo sono impegnate sul campo per portare assistenza spirituale e materiale alla popolazione. Nel 2017, grazie al programma di emergenza implementato nellโArcidiocesi di Juba e nelle diocesi di Tombura-Yambio, Torit, Yei e Rumbek, 82.250 tra uomini, donne, bambini, anziani e disabili hanno beneficiato della distribuzione di: cibo e beni di prima necessitร , strumenti utili a migliorare la loro sicurezza alimentare come sementi e altri strumenti agricoli, strutture abitative. Fondamentale รจ stato lโimpegno di moltissimi volontari nelle parrocchie che hanno affiancato lo staff professionale locale e internazionale.
FONTI:
- โLโUNHCR fa appello per lo stanziamento di 3 miliardi di dollari per la crisi in Sud Sudan, destinata ad essere la piรน grande crisi umanitaria e di rifugiati dellโAfricaโ, Comunicato stampa congiunto UNHCR / UNOCHA, Ginevra 01 febbraio 2018
- Rapporto UNICEF โChildhood under attackโ, dicembre 2017.
- โAncora troppi bambini armatiโ, di Marco Cochi in Nigrizia, 12 febbraio 2018 http://www.nigrizia.it/notizia/ancora-troppi-bambini-armati
- โSouth Sudan: Warring Parties Break Promises on Child Soldiers. UN, AU Need to Impose Sanctions, Get Court Runningโ, Human Right Watch, 05 febbraio 2018
- https://www.hrw.org/news/2018/02/05/south-sudan-warring-parties-break-promises-child-soldiers
- Africa, โSud Sudan, la violenza sessuale come armaโ, 18 Settembre 2017
- FIDES, โAfrica/Sud Sudan – I Vescovi: violenze, omicidi, torture e stupri di civili sono โcrimini di guerraโ, 19 Settembre 2017
- Dati forniti da Caritas Sud Sudan e dal Dossier con Dati e Testimonianze di Caritas Italiana โFame di pace. Cibo negato da iniquitร e guerraโ, n. 32, gennaio 2018
Repubblica Democratica del Congo (Rdc)
La Repubblica Democratica del Congo (Rdc) , ex-Zaire,ย รจ il secondo paese piรน vasto dellโAfrica, vi vivono circa 80 milioni di abitantiย appartenenti a 300 principali etnie.
Il paese รจ tra i piรน ricchi al mondo di risorse naturali, attraversato da grandi fiumi e immense foreste che appartengono ai cosรฌ detti polmoni del mondo,ย contenti legni pregiati e una ricchissima biodiversitร . Anche il sottosuolo รจ tra i piรน ricchi al mondo di minerali di ogni tipo, alcune fondamentali per lโindustria elettronica come il coltan. La Rdc possiede la metร della riserva mondiale di cobalto utilizzata per le fibre ottiche e per la produzione di armamenti, รจ il quarto produttore di diamanti, ha immense riserve di uranio, oro, coltan, rame e petrolio. La storia del paese รจ stata da sempre condizionata da queste ricchezze e gli interessi ad esse correlati rappresentano il principale motivo dei conflitti che lโhanno contraddistinta fomentando appetiti di elite locali e potentati stranieri. Colonia belga sino al ย 1960, dopo lโindipendenza La Rdc il paese ha tuttavia continuato a subire la pesante ereditร del colonialismo, con elevati livelli di violenza interna e ripetute violazioni dei diritti umani. Sin dalla sua indipendenza il paese รจ stato tormentato a piรน riperse da forti conflitti interni con tentativi di separazione di alcune regioni e di rovesciamento del governo in carica con coinvolgimento diretto o indiretto di forze esterne sino ad arrivare al 1997ย quando un ribellione armata appoggiata dal Rwanda e dallโUganda, riuscรฌ a rovesciare il Presidente Mobutu.ย

Crisi politica e posizione della Chiesa
La famiglia Kabila รจ al potere in Repubblica Democratica del Congo dal 1997. Infatti, lโattuale presidente, Joseph kabila, รจ salito al potere nel 2001 a seguito dellโuccisione del padre Laurent-Dรฉsirรฉ nel 2001, a seguito di un tentativo di colpo di stato contro di lui. Il figlio divenne capo di un governo di transizione fino al 2006, anno in cui divenne Presidente della Repubblica.ย La costituzione congolese stabilisce che un presidente eletto rimanga in carica per 5 anni e possa al massimo rimanere in carica per due mandati. Dunque Kabila avrebbe dovuto lasciare il potere nel 2016 ma di fatto non avendo indetto nuove elezioni รจ rimasto al potere. Quando interpellato sul perchรฉ, il presidente ha risposto che le elezioni non potevano avere luogo a causa della crisi in corso nella regione del Kasai (vedi sotto). In questo contesto, il Centre interdiocรฉsain de la Confรฉrence Episcopale Nationale du Congo (CENCO), organo della Conferenza Episcopale congolese, si รจ fatto promotore di un lungo processo di dialogo tra tutte le forze politiche per porre fine allโimpasse politica. Il risultato di tale processo รจ conosciuto come lโโAccordo di San Silvestroโ, firmato il 31 dicembre 2016, dalle maggiori parti politiche congolesi: lโaccordo prevede che il presidente Kabila rimanga al in carica fino allโelezione del nuovo presidente ma non modifichi la Costituzione e non si candidi alle prossime elezioni generali, da organizzare entro dicembre 2017.
La crisi politica attualmente in corso รจ cominciata con un discorso del presidente il 26 giugno che dichiarava che il citato Accordo fosse solo una formalitร firmata con i vescovi per calmare lโumore della popolazione surriscaldato dal dicembre 2016. Inoltre, nel novembre di questโanno la commissione elettorale congolese ha deciso la nuova data per le elezioni, il 23 settembre 2018, in violazione dellโaccordo di San Silvestro. Infine, il presidente Kabila dal luglio 2017 รจ diventato sempre meno netto nel garantire che non si sarebbe ripresentato per un terzo mandato. Questa serie di prese di posizione hanno fatto intuire a molti la riluttanza da parte del presidente in carica di lasciare il potere. Il mancato rispetto degli accordi ha scatenato a partire dal novembre 2017 unโondata di proteste in tutte le principali cittร del paese, duramente represse dalla polizia congolese. Durante una giornata di protesta il 30 novembre, sono state arrestate piรน di 200 persone tra Kinshasa e Goma, un manifestante รจ rimasto ucciso e diverse decine feriti. La Chiesa congolese ha preso una posizione molto netta contro il presidente Kabila, facendosi promotrice delle manifestazioni e invitando pubblicamente il presidente ad andarsene. Il bilancio dellโultima manifestazione del 21 gennaio, la โMarcia Pacifica dei Cristianiโ, per chiedere il rispetto dellโapplicazione degli accordi di San Silvestro e le dimissioni di Kabila รจ di 5 morti, un centinaio di arresti, 134 parrocchie accerchiate dalla polizia o dallโesercito di cui una decina con lancio di lacrimogeni, celebrazioni di messe impedite o interrotte dalla polizia. Lโarcivescovo di Kinshasa, Laurent Monsengwo, 78 anni, ha invitato la popolazione a manifestare pacificamente perchรฉ i mediocri se ne vadano. Dal 31 dicembre 2017, giorno di una grande manifestazione organizzata sempre dalla CENCO, sono numerosi gli esponenti del clero minacciati quotidianamente dalla polizia o dallโesercito congolese, uffici delle parrocchie o centri diocesani saccheggiati o attaccati. In un messaggio del 10 febbraio 2018 indirizzato a tutti i dirigenti politici del paese, presuli e autoritร della chiesa congolese denunciano il clima di terrore nel quale vivono le comunitร cristiane a causa della loro opposizione pubblica al regime di Kabila. ย
Conflitti nel Kasai e nelle regioni orientali
Nella Repubblica Democratica del Congo vi รจ una delle crisi umanitarie piรน complesse e impegnative a livello ondiale, con molteplici conflitti che interessano diverse parti del suo vasto territorio.
Il Kasai รจ una regione molto ricca di diamanti nel sud-ovest del paese, vicino al confine con lโAngola. Lโevento scatenante dellโattuale crisi in corso nella regione risale allโ8 agosto 2016: a Tshimbulu lโesercito governativo uccise il leader locale Kamuina Nsapu, conosciuto oppositore di Kabila per le sue prese di posizione contro il presidente accusato di essere corrotto e di prendere decisioni politiche in maniera arbitraria. Tale atto ha scatenato la reazione della popolazione che ha attaccato vari posti di polizia locale. I disordini si sono velocemente espansi ad altri distretti della regione, in particolare in Kasaรฏ orientale, Lomani e Sankuru. Il governo centrale ha inviato massicci rinforzi dellโesercito (FARDC – Forces armรฉes de la Rรฉpublique dรฉmocratique du Congo), che oltre a reprimere la rivolta e cercare di disperdere le milizie, ha messo in atto pesanti ritorsioni anche contro le popolazioni locali, creando una situazione di insicurezza generalizzata. Le milizie dal canto loro, hanno messo in atto comportamenti lesivi dei diritti umani, facendo largo ricorso al reclutamento di minori per fronteggiare i militari governativi. Inoltre, questo conflitto, di natura squisitamente politica, si รจ intrecciato con vecchi rancori inter-etnici che si sono ravvivati, portando ad ulteriori scontri tra le etnie Luba, Tuhokue e Penda. Si stima che questa crisi abbia causato lโesodo di circa 1,4 milioni di persone. Parte della popolazione ha abbandonato i propri villaggi ma si รจ spostata allโinterno della regione, parte si รจ diretta verso il confine con lโAngola. Dallโinizio delle ostilitร si stimano almeno 3000 morti, migliaia di abitazioni date alle fiamme, centinaia di scuole e centri di salute danneggiati o saccheggiati, e 62 fosse comuni trovate. Ad oggi la presenza delle forze governative in tutta la regione รจ sentita come molto pesante e invadente e costituisce parte delle ragioni che fanno esitare gli sfollati a fare ritorno presso i propri villaggi. Oltre a fenomeni di violenza, la popolazione ha paura di passare attraverso i numerosi posti di blocco lungo le strade, ad ognuno dei quali bisogna pagare per poter continuare il viaggio, e una volta rientrata di essere arrestata sotto il pretesto di legami con qualche milizia. In alcuni villaggi remoti si riportano ancora notizie di saccheggi, attacchi a case private eย violenze, in particolare contro donne e ragazze. Nella cittร di Tsikapa i prezzi delle derrate alimentari sono aumentati del 30%, mettendo in grave difficoltร molti nuclei familiari nel soddisfare i loro bisogni primari. Permangono inoltre continue tensioni nelle regioni orientali del nord e sud Kivu provocando sfollati interni e fuga nei paesi limitrofi. Anche il 2018 รจ iniziato con unโescalation di violenza nella provincia del Sud Kivuย che sta spingendo migliaia di persone a spostarsi verso est nei confinanti Burundi, Tanzania e Uganda. Secondo lโUNHCR (lโAgenzia ONU per i Rifugiati) i profughi sono fuggiti dallโarruolamento forzato, dalle violenze dirette e da altri abusi da parte dei gruppi armati o perchรฉ spaventati in vista delle operazioni militari. Mentre molti congolesi fuggono dalle loro case, il paese ospita anche oltre mezzo milione di rifugiati dai paesi vicini e continua a vedere nuovi arrivi dal Burundi, dalla Repubblica Centrafricana e dal Sud Sudan. Nel 2017, complessivamente sono 4,25 milioni gli sfollati interni di cui 1,9 provocati nel 2017, 600.000 i profughi congolesiย in altri paesi africani e 526.000 i profughi di altri paesi ospitati in Rdc.
FONTI:
- Luca Attanasio – Vaticanย Insiderย –ย 22ย gennaioย 2018ย ย – In Congo continua la repressione dei cattoliciย
- Giulio Albanese – Avvenireย –ย 25 gennaio 2018ย ย – Un paradiso reso inferno e la nostra colpevole indifferenzaย di
- UNCHR โ unchr.org
- Osservatorio permanente conflitti dimenticati confittidimenticati.it , Caritas Italiana, Pax-Christi
- Caritas Internationalis, caritas.org
- Africanews, www.africanews.com
- Cenco, cenco.org
- Agenzia Fides, fides.org
