Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo – Schede dei paesi

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โ€œCosa posso fare io per la pace?โ€

Schede paese

SUD SUDAN

Nel 2011, dopo oltre 20 anni di guerriglia e un referendum, le popolazioni dei territori del Sudan meridionale ottennero lโ€™indipendenza e nacque il piรน giovane Stato al mondo: Repubblica del Sudan del Sud. Fu subito chiaro che il processo di pace non sarebbe stato facile, vista la disomogeneitร  di questa terra dove convivono piรน di 60 etnie diverse e ci sono da sempre grandi interessi che ruotano intorno a un sottosuolo ricco di risorse, come il petrolio. Dal 2013 le tensioni interne sono sfociate in una guerra civile tra le truppe del presidente Salva Kiir e quelle dellโ€™ex vicepresidente Riek Machar, strumentalizzando le divisioni tra i Dinka e i Nuer e alimentando rivendicazioni storiche. Nellโ€™agosto 2015 fu siglato un accordo di pace che non รจ mai rispettato. Un ultimo tentativo รจ stato fatto lo scorso 22 dicembre ad Addis Abeba, nella vicina Etiopia, quando le parti si sono impegnate a rilanciare il precedente accordo di pace firmando unโ€™intesa per il โ€œcessate il fuocoโ€, purtroppo ancora disattesa.

Il paese che confina con Sudan, Etiopia, Kenya, Uganda, Repubblica Democratica del Congo e Repubblica Centrafricana si trova anche in una delle regioni, lโ€™Africa dellโ€™est, ย piรน colpite da una perdurante crisi ambientale. La combinazione di instabilitร , guerra, siccitร  e una grave crisi economica, ha provocato una disperata mancanza di cibo, violenze diffuse e un massiccio esodo umano tantโ€™รจ che a febbraio 2017 รจ stato dichiarato lo stato piรน grave di “carestia” nelle contee di Leer e Mayendit, nello Stato di Unity, a nord del Paese. Una crisi definita โ€œman madeโ€, cioรจ creata dallโ€™uomo che dopo gli appelli internazionali e un intervento umanitario tempestivo, ha ridotto il grado di gravitร  dallo stato peggiore di โ€œcarestiaโ€ a quello di โ€œemergenzaโ€, pur restando la situazione molto critica. Le Agenzie delle Nazioni Unite stimano che piรน di 7 milioni di persone necessitano urgentemente di assistenza umanitaria. Lโ€™Alto Commissariato delle Nazione Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha reso noto che dallโ€™inizio del conflitto 1 sud sudanese su 3 ha cercato protezione sia allโ€™estero sia entro i confini nazionali, il 90% sono donne e bambini. Solo nel 2017 in Uganda sono stati registrati 194.000 rifugiati e richiedenti asilo. In totale, dal 2013, circa 2.5 milioni di persone sono fuggite allโ€™estero verso i sei Paesi confinanti dove, peraltro, la situazione politica ed economica era giร  difficile. Gli sfollati interni sono ormai 2.1 milioni. Come ha affermato Filippo Grandi, Alto Commissario dellโ€™UNHCR, โ€œil costo umano del conflitto in Sud Sudan ha raggiunto proporzioni epicheโ€, soprattutto se si pensa che il numero dei rifugiati non รจ destinato a diminuire ma a raggiungere i 3 milioni entro il 2018, โ€œrendendo la crisi sud sudanese la piรน grave dai tempi del genocidio in Ruandaโ€.ย Secondo i dati pubblicati a dicembre 2017 dallโ€™Unicef, circaย 3 milioni di bambiniย sono in condizioni di graveย insicurezza alimentare, oltreย 1 milioneย soffre diย malnutrizione acuta, ย 2.4 milioniย hanno dovutoย abbandonare le proprie case, 2 milioni non frequentano le scuole e, in prospettiva, solo 1 bambino su 13 avrร  la possibilitร  di finire la scuola primaria. Moltissimi gli orfani.

Le atrocitร  continuano e gli episodi di violenza e ruberia sono allโ€™ordine del giorno, costringendo famiglie intere, anziani, disabili, giovani e bambini a spostarsi continuamente senza trovare stabilitร . Molti raccontano di aver visto la loro casa bruciare, i familiari feriti o uccisi e perdere terreni e bestiame. Le vie di comunicazione funzionano a singhiozzo, a causa dellโ€™insicurezza e delle condizioni ambientali. Essendo il conflitto sempre in atto, mentre gli equilibri militari sul terreno cambiano costantemente, non ci sono zone in cui vi sia la certezza di un passaggio sicuro. I mezzi di trasporto scarseggiano, le strade sono in pessime condizioni

Solo nelle aree urbane la povertร  รจ cresciuta dal 49% al 70% in un anno. Il deficit fiscale, lโ€™inflazione che raggiunge livelli altissimi, la corruzione e il mercato โ€œneroโ€ rendono quasi impossibile sia in aree rurali sia in aree urbane mettere insieme il minimo indispensabile per mangiare ogni giorno. In alcune aree solo il 3.1% della popolazione riesce ad avere 3 pasti al giorno.

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Nel mese di febbraio, in occasione della giornata internazionale contro lโ€™utilizzo dei bambini soldato, Human Right Watch ha pubblicato un rapporto con dati allarmanti sul Sud Sudan. Come stimato dallโ€™Unicef, piรน diย 19.000 bambini sono statiย reclutatiย da forze e gruppi armatiย e almenoย 2.300ย sono rimastiย uccisiย oย feritiย dallโ€™inizio del conflitto. Sono state realizzate 25 interviste a ex-bambini soldato che raccontano di essere stati rapiti dai soldati di entrambe le fazioni in lotta nelle loro case o mentre si trovavano in strada, trattenendoli per giorni o intere settimane in celle sovraffollate.ย Diversi di loro testimoniano di essere stati sottoposti a un duro addestramento e di aver subito brutali punizioni fisiche, talvolta culminate in una prolungata detenzione in celle dโ€™isolamento. Tra le vittime anche bambini di 13 anni. Lโ€™Unicef ha, per ora, potuto identificare solo 400 di essi che verranno ricongiunti con le famiglie dโ€™origine se ancora rintracciabili.

Sono stati riferiti anche centinaia diย violenze sessualiย su donne e minori in tutto il Paese. Un giudice internazionale con molta esperienza in crimini di guerra, ha dichiarato che in Sud Sudan si ricorre alla violenza sessuale come mai prima eย Amnesty International ha fatto un appello al Governo perchรฉ intervenga.

Lโ€™impegno della Chiesa

I Vescovi cattolici hanno alzato la voce, denunciando gli abusi che la popolazione continua a subire anche quando trovano rifugio in chiese o campi per sfollati delle Nazioni Unite. In una lettera pastorale hanno definito โ€œcrimine di guerraโ€ ogni tipo di violenza, omicidio, tortura e stupro di civili, preoccupandosi fortemente per la totale mancanza di rispetto per la vita umana.ย  La Conferenza Episcopale e la Caritas del Sud Sudan insieme a tutta la rete internazionale delle Caritas nel mondo sono impegnate sul campo per portare assistenza spirituale e materiale alla popolazione. Nel 2017, grazie al programma di emergenza implementato nellโ€™Arcidiocesi di Juba e nelle diocesi di Tombura-Yambio, Torit, Yei e Rumbek, 82.250 tra uomini, donne, bambini, anziani e disabili hanno beneficiato della distribuzione di: cibo e beni di prima necessitร , strumenti utili a migliorare la loro sicurezza alimentare come sementi e altri strumenti agricoli, strutture abitative. Fondamentale รจ stato lโ€™impegno di moltissimi volontari nelle parrocchie che hanno affiancato lo staff professionale locale e internazionale.

FONTI:

  • โ€œLโ€™UNHCR fa appello per lo stanziamento di 3 miliardi di dollari per la crisi in Sud Sudan, destinata ad essere la piรน grande crisi umanitaria e di rifugiati dellโ€™Africaโ€, Comunicato stampa congiunto UNHCR / UNOCHA, Ginevra 01 febbraio 2018
  • Rapporto UNICEF โ€œChildhood under attackโ€, dicembre 2017.
  • โ€œAncora troppi bambini armatiโ€, di Marco Cochi in Nigrizia, 12 febbraio 2018 http://www.nigrizia.it/notizia/ancora-troppi-bambini-armati
  • โ€œSouth Sudan: Warring Parties Break Promises on Child Soldiers. UN, AU Need to Impose Sanctions, Get Court Runningโ€, Human Right Watch, 05 febbraio 2018
  • https://www.hrw.org/news/2018/02/05/south-sudan-warring-parties-break-promises-child-soldiers
  • Africa, โ€œSud Sudan, la violenza sessuale come armaโ€, 18 Settembre 2017
  • FIDES, โ€œAfrica/Sud Sudan – I Vescovi: violenze, omicidi, torture e stupri di civili sono โ€œcrimini di guerraโ€, 19 Settembre 2017
  • Dati forniti da Caritas Sud Sudan e dal Dossier con Dati e Testimonianze di Caritas Italiana โ€œFame di pace. Cibo negato da iniquitร  e guerraโ€, n. 32, gennaio 2018

Repubblica Democratica del Congo (Rdc)

La Repubblica Democratica del Congo (Rdc) , ex-Zaire,ย  รจ il secondo paese piรน vasto dellโ€™Africa, vi vivono circa 80 milioni di abitantiย  appartenenti a 300 principali etnie.

Il paese รจ tra i piรน ricchi al mondo di risorse naturali, attraversato da grandi fiumi e immense foreste che appartengono ai cosรฌ detti polmoni del mondo,ย  contenti legni pregiati e una ricchissima biodiversitร . Anche il sottosuolo รจ tra i piรน ricchi al mondo di minerali di ogni tipo, alcune fondamentali per lโ€™industria elettronica come il coltan. La Rdc possiede la metร  della riserva mondiale di cobalto utilizzata per le fibre ottiche e per la produzione di armamenti, รจ il quarto produttore di diamanti, ha immense riserve di uranio, oro, coltan, rame e petrolio. La storia del paese รจ stata da sempre condizionata da queste ricchezze e gli interessi ad esse correlati rappresentano il principale motivo dei conflitti che lโ€™hanno contraddistinta fomentando appetiti di elite locali e potentati stranieri. Colonia belga sino al ย 1960, dopo lโ€™indipendenza La Rdc il paese ha tuttavia continuato a subire la pesante ereditร  del colonialismo, con elevati livelli di violenza interna e ripetute violazioni dei diritti umani. Sin dalla sua indipendenza il paese รจ stato tormentato a piรน riperse da forti conflitti interni con tentativi di separazione di alcune regioni e di rovesciamento del governo in carica con coinvolgimento diretto o indiretto di forze esterne sino ad arrivare al 1997ย quando un ribellione armata appoggiata dal Rwanda e dallโ€™Uganda, riuscรฌ a rovesciare il Presidente Mobutu.ย 

A questo seguรฌย  una sanguinosissima guerra, conosciuta anche con il nome di Prima Guerra Mondiale Africana, che ha coinvolto attivamente almeno sette diversi paesi. Dopo anni di negoziati nel 2003 si giunse ad un accordo di pace, a cui seguirono nelย 2006ย le prime elezioni democratiche in 40 anni di vita del paese. La guerra ha provocato oltre 5 milioni di morti e milioni di sfollati che ancora risiedono soprattutto nelle regioni orientali dove instabilitร  e tensioni non si sono mai sopiti con fasi alterne di intensitร  del conflitto. Le ricchezze minerarie sono oggetto di contesa e di traffici illegali da parte di milizie mercenarie di vario genere cheย  controllano porzioni di territorio e provocano continui scontri e violenze ย di cui la popolazione civile, giร  poverissima, ne fa le spese. Tra questi gruppi รจ diffuso il fenomeno dei bambini soldato. Oltre alle regioni orientali del Nord e Sud Kivu, tensioni e violenze a partire dal 2016 hanno colpito anche la regione del Kasai. Allo stesso tempo รจ scoppiata una crisi politica generalizzata coincidente con la conclusione del mandato presidenziale previsto dalla costituzione che coinvolge in modo particolare la chiesa cattolica.

Crisi politica e posizione della Chiesa

La famiglia Kabila รจ al potere in Repubblica Democratica del Congo dal 1997. Infatti, lโ€™attuale presidente, Joseph kabila, รจ salito al potere nel 2001 a seguito dellโ€™uccisione del padre Laurent-Dรฉsirรฉ nel 2001, a seguito di un tentativo di colpo di stato contro di lui. Il figlio divenne capo di un governo di transizione fino al 2006, anno in cui divenne Presidente della Repubblica.ย  La costituzione congolese stabilisce che un presidente eletto rimanga in carica per 5 anni e possa al massimo rimanere in carica per due mandati. Dunque Kabila avrebbe dovuto lasciare il potere nel 2016 ma di fatto non avendo indetto nuove elezioni รจ rimasto al potere. Quando interpellato sul perchรฉ, il presidente ha risposto che le elezioni non potevano avere luogo a causa della crisi in corso nella regione del Kasai (vedi sotto). In questo contesto, il Centre interdiocรฉsain de la Confรฉrence Episcopale Nationale du Congo (CENCO), organo della Conferenza Episcopale congolese, si รจ fatto promotore di un lungo processo di dialogo tra tutte le forze politiche per porre fine allโ€™impasse politica. Il risultato di tale processo รจ conosciuto come lโ€™โ€Accordo di San Silvestroโ€, firmato il 31 dicembre 2016, dalle maggiori parti politiche congolesi: lโ€™accordo prevede che il presidente Kabila rimanga al in carica fino allโ€™elezione del nuovo presidente ma non modifichi la Costituzione e non si candidi alle prossime elezioni generali, da organizzare entro dicembre 2017.

La crisi politica attualmente in corso รจ cominciata con un discorso del presidente il 26 giugno che dichiarava che il citato Accordo fosse solo una formalitร  firmata con i vescovi per calmare lโ€™umore della popolazione surriscaldato dal dicembre 2016. Inoltre, nel novembre di questโ€™anno la commissione elettorale congolese ha deciso la nuova data per le elezioni, il 23 settembre 2018, in violazione dellโ€™accordo di San Silvestro. Infine, il presidente Kabila dal luglio 2017 รจ diventato sempre meno netto nel garantire che non si sarebbe ripresentato per un terzo mandato. Questa serie di prese di posizione hanno fatto intuire a molti la riluttanza da parte del presidente in carica di lasciare il potere. Il mancato rispetto degli accordi ha scatenato a partire dal novembre 2017 unโ€™ondata di proteste in tutte le principali cittร  del paese, duramente represse dalla polizia congolese. Durante una giornata di protesta il 30 novembre, sono state arrestate piรน di 200 persone tra Kinshasa e Goma, un manifestante รจ rimasto ucciso e diverse decine feriti. La Chiesa congolese ha preso una posizione molto netta contro il presidente Kabila, facendosi promotrice delle manifestazioni e invitando pubblicamente il presidente ad andarsene. Il bilancio dellโ€™ultima manifestazione del 21 gennaio, la โ€œMarcia Pacifica dei Cristianiโ€, per chiedere il rispetto dellโ€™applicazione degli accordi di San Silvestro e le dimissioni di Kabila รจ di 5 morti, un centinaio di arresti, 134 parrocchie accerchiate dalla polizia o dallโ€™esercito di cui una decina con lancio di lacrimogeni, celebrazioni di messe impedite o interrotte dalla polizia. Lโ€™arcivescovo di Kinshasa, Laurent Monsengwo, 78 anni, ha invitato la popolazione a manifestare pacificamente perchรฉ i mediocri se ne vadano. Dal 31 dicembre 2017, giorno di una grande manifestazione organizzata sempre dalla CENCO, sono numerosi gli esponenti del clero minacciati quotidianamente dalla polizia o dallโ€™esercito congolese, uffici delle parrocchie o centri diocesani saccheggiati o attaccati. In un messaggio del 10 febbraio 2018 indirizzato a tutti i dirigenti politici del paese, presuli e autoritร  della chiesa congolese denunciano il clima di terrore nel quale vivono le comunitร  cristiane a causa della loro opposizione pubblica al regime di Kabila. ย 

Conflitti nel Kasai e nelle regioni orientali

Nella Repubblica Democratica del Congo vi รจ una delle crisi umanitarie piรน complesse e impegnative a livello ondiale, con molteplici conflitti che interessano diverse parti del suo vasto territorio.

Il Kasai รจ una regione molto ricca di diamanti nel sud-ovest del paese, vicino al confine con lโ€™Angola. Lโ€™evento scatenante dellโ€™attuale crisi in corso nella regione risale allโ€™8 agosto 2016: a Tshimbulu lโ€™esercito governativo uccise il leader locale Kamuina Nsapu, conosciuto oppositore di Kabila per le sue prese di posizione contro il presidente accusato di essere corrotto e di prendere decisioni politiche in maniera arbitraria. Tale atto ha scatenato la reazione della popolazione che ha attaccato vari posti di polizia locale. I disordini si sono velocemente espansi ad altri distretti della regione, in particolare in Kasaรฏ orientale, Lomani e Sankuru. Il governo centrale ha inviato massicci rinforzi dellโ€™esercito (FARDC – Forces armรฉes de la Rรฉpublique dรฉmocratique du Congo), che oltre a reprimere la rivolta e cercare di disperdere le milizie, ha messo in atto pesanti ritorsioni anche contro le popolazioni locali, creando una situazione di insicurezza generalizzata. Le milizie dal canto loro, hanno messo in atto comportamenti lesivi dei diritti umani, facendo largo ricorso al reclutamento di minori per fronteggiare i militari governativi. Inoltre, questo conflitto, di natura squisitamente politica, si รจ intrecciato con vecchi rancori inter-etnici che si sono ravvivati, portando ad ulteriori scontri tra le etnie Luba, Tuhokue e Penda. Si stima che questa crisi abbia causato lโ€™esodo di circa 1,4 milioni di persone. Parte della popolazione ha abbandonato i propri villaggi ma si รจ spostata allโ€™interno della regione, parte si รจ diretta verso il confine con lโ€™Angola. Dallโ€™inizio delle ostilitร  si stimano almeno 3000 morti, migliaia di abitazioni date alle fiamme, centinaia di scuole e centri di salute danneggiati o saccheggiati, e 62 fosse comuni trovate. Ad oggi la presenza delle forze governative in tutta la regione รจ sentita come molto pesante e invadente e costituisce parte delle ragioni che fanno esitare gli sfollati a fare ritorno presso i propri villaggi. Oltre a fenomeni di violenza, la popolazione ha paura di passare attraverso i numerosi posti di blocco lungo le strade, ad ognuno dei quali bisogna pagare per poter continuare il viaggio, e una volta rientrata di essere arrestata sotto il pretesto di legami con qualche milizia. In alcuni villaggi remoti si riportano ancora notizie di saccheggi, attacchi a case private eย  violenze, in particolare contro donne e ragazze. Nella cittร  di Tsikapa i prezzi delle derrate alimentari sono aumentati del 30%, mettendo in grave difficoltร  molti nuclei familiari nel soddisfare i loro bisogni primari. Permangono inoltre continue tensioni nelle regioni orientali del nord e sud Kivu provocando sfollati interni e fuga nei paesi limitrofi. Anche il 2018 รจ iniziato con unโ€™escalation di violenza nella provincia del Sud Kivuย  che sta spingendo migliaia di persone a spostarsi verso est nei confinanti Burundi, Tanzania e Uganda. Secondo lโ€™UNHCR (lโ€™Agenzia ONU per i Rifugiati) i profughi sono fuggiti dallโ€™arruolamento forzato, dalle violenze dirette e da altri abusi da parte dei gruppi armati o perchรฉ spaventati in vista delle operazioni militari. Mentre molti congolesi fuggono dalle loro case, il paese ospita anche oltre mezzo milione di rifugiati dai paesi vicini e continua a vedere nuovi arrivi dal Burundi, dalla Repubblica Centrafricana e dal Sud Sudan. Nel 2017, complessivamente sono 4,25 milioni gli sfollati interni di cui 1,9 provocati nel 2017, 600.000 i profughi congolesiย  in altri paesi africani e 526.000 i profughi di altri paesi ospitati in Rdc.

FONTI:

  • Luca Attanasio – Vaticanย Insiderย –ย 22ย gennaioย 2018ย ย – In Congo continua la repressione dei cattoliciย 
  • Giulio Albanese – Avvenireย –ย 25 gennaio 2018ย ย – Un paradiso reso inferno e la nostra colpevole indifferenzaย di
  • UNCHR โ€“ unchr.org
  • Osservatorio permanente conflitti dimenticati confittidimenticati.it , Caritas Italiana, Pax-Christi
  • Caritas Internationalis, caritas.org
  • Africanews, www.africanews.com
  • Cenco, cenco.org
  • Agenzia Fides, fides.org

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