SESTA CATECHESI
LA CULTURA DELLA SPERANZA
โSUA MADRE CUSTODIVA TUTTE QUESTE COSE NEL SUO CUOREโ (LC 2,51)
Gesรน, Maria e Giuseppe, in voi contempliamo
lo splendore del vero amore, a voi, fiduciosi, ci affidiamo. Santa Famiglia di Nazaret, rendi anche le nostre famiglie
luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole di Vangelo
e piccole Chiese domestiche. Santa Famiglia di Nazaret, mai piรน ci siano nelle famiglie
episodi di violenza, di chiusura e di divisione; che chiunque sia stato ferito o scandalizzato venga prontamente confortato e guarito.
Santa Famiglia di Nazaret,
faโ che tutti ci rendiamo consapevoli
del carattere sacro e inviolabile della famiglia, della sua bellezza nel progetto di Dio.
Gesรน, Maria e Giuseppe,
ascoltateci e accogliete la nostra supplica. Amen.
(Papa Francesco, Preghiera per il Sinodo sulla Famiglia 25 marzo 2015)
Spesso, dinanzi a quelle vicende umane improvvise, inaspettate, sorprendenti, in cui non si scorge un benchรฉ minimo senso logico, e da cui non si riesce a trarre alcun beneficio, la reazione del cuore รจ quella della repulsione, della ribellione per giungere a volte allโesasperazione, sprofondando cosรฌ nella rabbia piรน totale. Per nessuna persona sulla terra la vita si svolge secondo i piani e programmi desiderati. Vivere diventa cosรฌ unโeterna lotta, fatta spesso di compromessi e di equilibrismi, e dove a denti stretti si cerca sempre di conquistare quanto sembra dovuto. La parola โsperareโ nel linguaggio corrente diventa cosรฌ ambire di raggiungere con tutto se stessi quanto il cuore desidera augurandosi di riuscirci veramente. Allora non puรฒ non sorgere la domanda: Ma รจ possibile che sperare voglia dire entrare in questo vortice di incertezza e al contempo di lotta continua per un ideale che ogni giorno debba essere nuovamente affermato e conquistato? Vale la pena vivere la propria vita spendendosi totalmente per un qualcosa che appare sempre irraggiungibile? Davanti a questa logica imperante che abita e domina la terra si fa avanti la figura di Maria, di colei che, avendo vissuto lo stesso e identico dinamismo delle vicende umane toccandone persino il fondo, si pone in modo del tutto diverso o, per dir meglio, opposto. Se guardiamo la storia della sua vita trasmessa dai racconti evangelici, vediamo che anche Maria vive quanto mai avrebbe potuto immaginare.
Le sue prime parole che conosciamo sono infatti proprio queste: โComโรจ possibile?โ. Forse nella fede popolare si รจ eccessivamente affermata unโimmagine di Maria che in modo docile e accondiscendente accoglie automaticamente il disegno di Dio e le vicende che la vita le offre. Ci si dimentica che anche lei ha un cuore umano e che in quanto creatura non puรฒ non interrogarsi, domandarsi o chiedersi il senso del suo personale corso storico. I Vangeli non dicono mai che Maria abbia delle chiare ed evidenti risposte alle sue domande. Una sola cosa, perรฒ, piรน volte detta di lei รจ espressa con questa frase: โSua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuoreโ (Lc 2,51). Lei, dinanzi agli eventi inaspettati, inimmaginabili e a volte non desiderati, mostra ed insegna a tutti lโarte del custodire nel cuore tutto ciรฒ che le accade. Che vuol dire? Significa che di quanto si vive nella vita non va scartato nulla, anzi, va tutto conservato integralmente dentro di sรฉ, perchรฉ nel tempo possa rendersi chiaro il senso di ogni cosa e in esso rivelarsi la grandezza del disegno di Dio. ร certamente umano non comprendere pienamente le vicende della vita. Ed รจ ancora piรน umano sorprendersene. ร disumano, invece, rigettarle e cercare di dimenticare quanto la vita ci pone dinanzi. Qui non si vuole affatto affermare una sorta di fatalismo divino, secondo cui tutto ciรฒ che si vive รจ giร prestabilito e si rende comprensibile alla mente limitata dellโuomo nello scorrere del tempo. Significherebbe annullare totalmente la libertร umana. La storia di ciascuna persona รจ, invece, lโaffermazione piรน grandiosa e straordinaria della libertร della creatura umana. Infatti, lโangelo Gabriele chiede a Maria la sua personale disponibilitร al disegno divino. A lei รจ data la totale libertร di dire il suo โsรฌโ o il suo โnoโ.
Medesimo dinamismo si compie nella storia di Giuseppe. Dio non obbliga mai nessuno a fare qualcosa, e neppure manipola dallโalto le vicende umane. Se tutto, dunque, รจ lasciato alla libertร dellโuomo, in quale modo Dio entra ed interagisce nella sua vita? Papa Francesco invita sempre a cercare luce nella Parola di Dio, la quale ยซnon si mostra come una sequenza di tesi astratte, bensรฌ come una compagna di viaggio anche per le famiglie che sono in crisi o attraversano qualche dolore, e indica loro la meta del cammino, quando Dio โasciugherร ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarร piรน la morte nรฉ lutto nรฉ lamento nรฉ affannoโ (Ap 21,4)ยป (AL 22). La Parola รจ essenzialmente una compagna di viaggio per tutti, non esclude nessuno. Non esiste alcuna situazione critica coniugale e familiare in cui la Parola di Dio non sappia mostrare la sua vicinanza e la sua prossimitร . La domanda fondamentale perรฒ รจ questa: Cosa rivela Dio con la luce della Sua Parola? Papa Francesco non parla di spiegazione del senso delle singole vicende umane, che รจ quanto si รจ piรน tentati di trovare. Egli evidenzia una sola cosa che รจ, al contempo, una certezza piรน volte affermata in diversi passi della Scrittura: โla meta del camminoโ. La questione fondamentale dei nostri tempi รจ proprio questa: lโuomo vive la sua vita conoscendo e guardando il punto di arrivo del suo pellegrinare nel mondo? Quando un arciere tira la freccia per colpire il bersaglio, per lui non รจ tanto importante da quale posizione far partire laย freccia o quale percorso farle fare per raggiungere il suo obiettivo. Certamente questi elementi sono parte integrante dellโarte del tiro con lโarco, ma non ne costituiscono parte essenziale. Ciรฒ che piรน conta, invece, รจ proprio colpire il bersaglio. Oggi per molti non funziona cosรฌ. Si รจ piรน presi dal guardare il punto di partenza degenerando spesso in facili vittimismi perchรฉ si รจ nati in contesti familiari di origine nรฉ scelti nรฉ mai apprezzati. Come anche si tende piรน a curare ciรฒ che si va costruendo nella vita in ogni singolo passo senza perรฒ mai domandarsi o interessarsi veramente dove si vada a finire.
Raramente si vive guardando il bersaglio della propria vita. Sembra unโassurditร ma รจ la piรน concreta e comune realtร . Solo la Parola divina รจ in grado di offrire una luce autorevole riguardo la meta del vivere umano, ed รจ a partire da questo unico e solo punto finale che tutte le vicende umane della vita acquistano vero gusto e sapore. In tal modo, sperare significa una cosa molto piรน grande e profonda: non preoccuparsi piรน di guardare secondo i canoni umani il modo in cui si svolgono le singole vicende, ma scorgere come in ogni singolo fatto รจ sempre presente la tensione verso il vero destino ultimo dellโuomo. Qual รจ allora la vera palestra della cultura della speranza? Solo la famiglia รจ il luogo originario e primordiale in cui tutto diventa pane quotidiano, a cominciare dalla relazione fondamentale dei coniugi. A tal proposito Papa Francesco offre alle coppie un suggerimento alquanto concreto: ยซCโรจ un punto in cui lโamore della coppia raggiunge la massima liberazione e diventa uno spazio di sana autonomia: quando ognuno scopre che lโaltro non รจ suo, ma ha un proprietario molto piรน importante, il suo unico Signore. Nessuno puรฒ pretendere di possedere lโintimitร piรน personale e segreta della persona amata e solo Lui puรฒ occupare il centro della sua vitaยป (AL 320). Il coniuge non รจ e non deve essere mai la felicitร finale della propria esistenza ma rappresenta solo la strada, certamente fondamentale, che conduce a questa pienezza di vita: quanta grazia, quanta pace e quanta gioia riceverebbero le coppie se vivessero la loro relazione coniugale secondo tale prospettiva piuttosto concreta. Cercare la gioia della propria vita nel coniuge รจ la menzogna e al contempo il pericolo piรน grande per un matrimonio. La persona che si sposa non รจ il tutto della vita ma รจ la via maestra per condurre a quel Tutto cui da sempre si รจ chiamati. Solo vivendo in tale prospettiva la speranza si afferma anche in quelle situazioni in cui potrebbe sembrare una parola inopportuna ed insignificante, soprattutto quando ยซla vita familiare si vede interpellata dalla morte di una persona caraยป (Al 253).
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Soprattutto in tale contesto ยซnon possiamo tralasciare di offrire la luce della fede per accompagnare le famiglie che soffrono in questi momenti. Abbandonare una famiglia quando una morte la ferisce sarebbe una mancanza di misericordia, perdere unโopportunitร pastorale, e questo atteggiamento puรฒ chiuderci le porte per qualsiasi altra azione evangelizzatriceยป (Al 253). Quale annunzio di speranza รจ possibile allora dare in queste situazioni drammatiche? Certamente la presenza fisica del familiare ยซnon รจ piรน possibile, ma, se la morte รจ qualcosa di potente, โforte come la morte รจ lโamoreโ (Ct 8,6). Lโamore possiede unโintuizione che gli permette di ascoltare senza suoni e di vedere nellโinvisibile. Questo non รจ immaginare la persona cara cosรฌ comโera, bensรฌ poterla accettare trasformata, come รจ ora. Gesรน risorto, quando la sua amica Maria volle abbracciarlo con forza, le chiese di non toccarlo (cfr. Gv 20,17), per condurla a un incontro differenteยป (Al 255). La morte non รจ lo scacco matto, la sconfitta dellโesistenza umana come รจ spesso percepita dal mondo odierno. Se da un lato essa ricorda il limite dellโuomo, dallโaltro proietta oltre lo stesso limite. Infatti, ยซse accettiamo la morte possiamo prepararci ad essa. La via รจ crescere nellโamore verso coloro che camminano con noi, fino al giorno in cui โnon ci sarร piรน la morte, nรฉ lutto nรฉ lamento nรฉ affannoโ (Ap 21,4). In questo modo ci prepareremo anche a ritrovare i nostri cari che sono morti. Come Gesรน restituรฌ a sua madre il figlio che era morto (cfr. Lc 7,15), similmente farร con noi. Non sprechiamo energie fermandoci anni e anni nel passato. Quanto meglio viviamo su questa terra, tanto maggiore felicitร potremo condividere con i nostri cari nel cielo. Quanto piรน riusciremo a maturare e a crescere, tanto piรน potremo portare cose belle al banchetto celesteยป (Al 258).
Non esiste affatto una dicotomia tra la vita terrena e lโaldilร . ร insensato pensare di disprezzare la vita terrena con la convinzione di guadagnarsi lโaldilร ; come anche, nel tentativo di esorcizzare la morte, รจ assurdo fare della vita attuale il proprio tutto a causa dellโincertezza del dopo (questa รจ la tendenza piรน comune oggi). Entrambi gli stili di vita sono la distorsione del senso profondo del vivere. Bisogna invece annunziare con forza che quanto di piรน umano si vive nellโoggi รจ giร santo e benedetto da Dio e non vai mai disprezzato; esso, perรฒ, non รจ il tutto della nostra vita, ma รจ lโantipasto di quel banchetto eterno celeste di cui spesso parla la Sacra Scrittura. Ciรฒ significa che tale antipasto di gioia che la vita terrena offre va vissuto integralmente e profondamente, perchรฉ sarร proprio esso a preparare in modo adeguato la persona a ciรฒ che รจย eterno. Lo sguardo della Chiesa deve allora rivolgersi con tenerezza a tutte quelle famiglie ferite dalla morte di un loro caro. ยซComprendo lโangoscia di chi ha perso una persona molto amata, un coniuge con cui ha condiviso tante cose. Gesรน stesso si รจ commosso e ha pianto alla veglia funebre di un amico (cfr Gv 11,33.35). E come non comprendere il lamento di chi ha perso un figlio? Infatti, โรจ come se si fermasse il tempo: si apre un abisso che ingoia il passato e anche il futuro. [โฆ] E a volte si arriva anche ad accusare Dio. Quanta gente โ li capisco โ si arrabbia con Dioโ. โLa vedovanza รจ unโesperienza particolarmente difficile [โฆ] alcuni mostrano di saper riversare le proprie energie con ancor piรน dedizione sui figli e i nipoti, trovando in questa espressione di amore una nuova missione educativa. [โฆ] Coloro che non possono contare sulla presenza di familiari a cui dedicarsi e dai quali ricevere affetto e vicinanza devono essere sostenuti dalla comunitร cristiana con particolare attenzione e disponibilitร , soprattutto se si trovano in condizioni di indigenzaโยป (Al 254).
A tutti costoro la Chiesa รจ chiamata ad annunziare con forza e convinzione che la gioia non รจ stata loro tolta o rubata, perchรฉ ยซtutti siamo chiamati a tenere viva la tensione verso qualcosa che va oltre noi stessi e i nostri limiti, e ogni famiglia deve vivere in questo stimolo costanteยป (Al 324). Non a caso Papa Francesco conclude proprio lโAmoris laetitia con queste parole a significare che ยซla gioia dellโamore che si vive nelle famiglieยป (Al 1) (sono le primissime parole di questa medesima esortazione) ci chiama alla promessa di una gioia grande che non verrร mai tolta in eterno: ยซCamminiamo, famiglie, continuiamo a camminare! Quello che ci viene promesso รจ sempre di piรน. Non perdiamo la speranza a causa dei nostri limiti, ma neppure rinunciamo a cercare la pienezza di amore e di comunione che ci รจ stata promessaยป (Al 324). Questa รจ la vera speranza cristiana che la Chiesa รจ chiamata a far diventare cultura nel mondo di oggi: tutto ciรฒ si gusta, si realizza e si rende manifesto soprattutto nella famiglia, in tutte quelle relazioni fondamentali in cui lโesperienza basilare dellโamore ci prepara a quellโAmore eterno di Cristo Sposo al quale tutti ci ricongiungeremo nella comunione dei santi.
In Famiglia
Riflettiamo
- Nelle nostre famiglie spesso alla parola โsperanzaโ รจ attribuito il significato del compimento dei propri desideri. ร totalmente errato pensare cosรฌ alla luce della fede cristiana?
- Il luogo primordiale ed originario della speranza รจ la famiglia. Che significa questa affermazione, e cosa bisogna fare perchรฉ questo possa concretamente attuarsi?
Viviamo
- Non esiste una famiglia che non viva il dramma della morte di un proprio caro. Come poter annunziare concretamente il senso vero e profondo della speranza cristiana in tali contesti familiari?
- Come puรฒ un genitore che ha prematuramente perso un figlio o una persona a cui in modo improvviso รจ venuto a mancare il proprio coniuge, diventare portatore di speranza cristiana?
In Chiesa
Riflettiamo
- Quando si usa la parola โsperanzaโ lo si fa spesso per indicare qualcosa di incerto o di improbabile da raggiungere fino a significare il totale scetticismo. Chiaramente non รจ questo il senso propriamente cristiano della speranza. Perchรฉ questo divario di senso che predomina spesso nella mente e nei cuori dei cristiani? Cosa la Chiesa รจ chiamata a fare per annunziare la vera speranza cristiana?
- Oggi nellโevangelizzazione della Chiesa si tocca raramente la questione dellโeternitร , dellโaldilร fino a diventare quasi un vero e proprio tabรน. Perchรฉ succede questo? Cosa รจ mancato? Cosa รจ opportuno fare?
Viviamo
- Il grande problema non รจ solo parlare di speranza ma vivere la speranza. Come puรฒ concretamente una comunitร cristiana nelle varie attivitร pastorali vivere la speranza?
- La presenza di una persona nello stato vedovile o di chi ha perso un figlio prematuramente potrebbe essere fondamentale per la crescita e la maturitร delle coppie che stanno facendo un cammino in preparazione alla vita consacrata nel sacramento del matrimonio. Come potrebbe tutto questo diventare pastorale ordinaria delle nostre comunitร cristiane?
