Lo scenario è quello di ingiustizie e corruzioni dilaganti. Il Salmo 94 (93) esprime tutto il nostro sdegno e si appella allora al Signore come all’unico sovrano/giudice al quale sta davvero a cuore la giustizia. Se l’uomo non è indifferente all’ingiustizia, a maggior ragione chi ha stabilito la Legge non può essere indifferente alla causa di chi subisce l’iniquità terrena.

Fino a quando – si domanda il salmista – dovremmo attendere il Suo intervento per vendicare la sorte del giusto? I versetti di oggi hanno anche un sapore sapienziale. YHWH interverrà sia perché ama personalmente e realmente il suo popolo, sia perché Egli è giusto e non può essere omertoso né connivente con il male. Per questo proclamano beato chi, già su questa terra, si lascia conformare dalla Torah alla giustizia amata dal Signore, perché avrà solamente da esultare di fronte a un tribunale finalmente giusto.

Questa logica appare qui ancora grezza – basata su vendette e retribuzioni, premi e castighi – eppure rivela il fondamento della speranza futura: dai miei innumerevoli incubi – e dai miei silenzi omertosi – ne sono sempre uscito, per amore del Signore. Per questo voglio avvicinare sempre più la giustizia alla mia vita.

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Beato l’uomo da te illuminato
cui la legge tu stesso insegni.
Per i giorni bui quiete gli dai […]

non rigetta Iddio il suo popolo,
ne rifiuta la sua porzione.
Tornerà in mano al Giusto il giudizio,
i perfetti vi andranno insieme!

a dir solo: «Mi trema il piede»,
tu correvi amoroso a salvarmi.
Quando angosce mi serravano il cuore,
sempre tu eri il mio conforto.

«Le idee fondamentali del Sal 94 non sono estranee al cuore e alle labbra di Gesù. La violazione della giustizia divina nel suo popolo lo sconvolgeva profondamente e spesso egli ha manifestato il dolore che· ne provava (Mt 23). È per questo che la sua predicazione sulla giustizia era improntata a una straordinaria gravità» (Alfons Deissler).

Fonte: Buttadentro, canale Telegram gestito da Piotr Zygulski

Foto di Joshua Lindsey da PixabayÂ