Il video documenta un incontro di formazione unitaria con Sabino Chialàm priore di Bose. Il discorso centrale si concentra sul racconto dei discepoli di Emmaus dal Vangelo di Luca, interpretandolo come un’allegoria della trasformazione interiore ed esteriore della comunità e del singolo fedele.
Viene enfatizzata la liturgia eucaristica come luogo privilegiato in cui questa risurrezione e rinnovamento spirituale si manifestano. L’oratore sottolinea l’importanza di una liturgia incarnata che dialoghi con la realtà quotidiana e le sofferenze umane, promuovendo un cuore ardente e un desiderio di restare con il Signore, culminando nell’esperienza del pane spezzato che porta al riconoscimento e all’annuncio missionario. L’intera discussione mira a fornire spunti per vivere l’Eucaristia non come un semplice rito, ma come un evento trasformativo che alimenta la fede e l’impegno comunitario.
“Tutte le direzioni per il Regno di Dio” – V Incontro di Formazione Unitaria
Questo briefing riassume i punti salienti dell’ultimo incontro di formazione unitaria del percorso, con un focus sulla riflessione di Sabino Chialà sul racconto di Emmaus nel Vangelo di Luca, e sulle direttive pastorali del nuovo Papa Leone X. L’incontro sottolinea l’importanza della sinodalità, della pace, del dialogo e della celebrazione eucaristica come esperienza di trasformazione e rinascita comunitaria.
1. Temi Pastorali e Nuove Direttive (Papa Leone X)
L’introduzione all’incontro delinea tre sottolineature chiave dalla prima benedizione del nuovo Papa Leone X:
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- Pace Disarmata e Disarmante: Papa Leone X ha augurato “la pace di Cristo risorto”, descrivendola come “una pace disarmata e una pace disarmante”. Viene richiamata la lettera di Papa Francesco che invita a “disarmare le parole per disarmare le menti e disarmare la terra”. Questo concetto implica un profondo bisogno di “riflessione, pacatezza, senso della complessità” per essere costruttori di pace.
- Costruire Ponti, Non Muri: Un altro tema caro a Papa Francesco ripreso da Papa Leone X è l’invito a “costruire ponti” anziché muri. Questo si realizza attraverso il “dialogo e l’incontro”, elementi essenziali per la costruzione di relazioni significative e per superare le divisioni.
- Chiesa Sinodale: Papa Leone X esprime il desiderio di “essere una chiesa sinodale”, una chiesa che “cammina”, “cerca” (pace, carità, vicinanza a chi soffre). Viene riconosciuto che la Chiesa sta compiendo i “primi passi” in questo stile sinodale, imparando a camminare insieme, anche attraverso le cadute e la necessità di rialzarsi.
2. Il Racconto di Emmaus (Luca 24,13-35) come “Racconto di Trasformazione”
Fratel Sabino Chialà, priore della comunità di Bose, incentra la sua riflessione sull’ultima grande scena narrata nel Vangelo di Luca: il racconto dei discepoli di Emmaus. Questo brano è definito un “capolavoro straordinariamente efficace” e il “cuore del suo annuncio pasquale”.
- Esperienza della Resurrezione: Chialà sottolinea che i racconti della resurrezione nei Vangeli, in particolare quello di Luca, non si concentrano tanto sul “fatto della resurrezione di Gesù” quanto sull'”esperienza della resurrezione di Gesù fatta dai discepoli e dalle discepole”. È un “racconto di trasformazione”, un passaggio che si manifesta a due livelli:
- Livello Interiore: I discepoli passano da uno stato di “delusione, tristezza, scoraggiamento” a “sentire il cuore bruciare” e il bisogno di “annunciare quello che hanno vissuto”.
- Livello Esteriore: Da un allontanamento “dalla comunità da Gerusalemme verso Emmaus”, i discepoli “ritornano non più con parole di delusione ma con parole di annuncio”.
- Resurrezione della Comunità: Il testo parla della “resurrezione della comunità”, non solo di 2000 anni fa, ma anche della comunità odierna che può apparire “delusa, smarrita, afflitta, spaesata”. Come c’è stata una passione di Gesù, c’è stata anche una “passione della comunità”, e analogamente, alla resurrezione di Gesù corrisponde una “resurrezione della comunità”.
3. L’Eucaristia come Luogo di Resurrezione e Trasformazione
Il racconto di Emmaus è plasmato su una celebrazione eucaristica, rendendola una chiave di lettura e un “canovaccio sul quale misurare il modo in cui viviamo le nostre eucarestie”.
- Struttura Eucaristica: La scena si svolge intorno ai due nodi principali dell’Eucaristia: “l’ascolto delle Scritture (la liturgia della parola) e la condivisione del pane (la liturgia del pane del vino)”.
- Eucaristia come Evento, non Rito: “L’eucarestia che celebriamo ci sta dicendo Luca non è un rito non è una pratica religiosa non è neanche la soluzione di un compito ma è il luogo il momento per eccellenza dove ogni volta che essa accade la comunità ferita e spaesata rinasce e risorge.” Questo dovrebbe portare a un'”esperienza di rinascita” per ogni singolo credente, un luogo dove “deporre i pesi”, “ritrovare la forza”, “rimettersi in movimento” e “riscoprire la presenza del risorto”.
- Percorso dei Discepoli e la Celebrazione:Punto di Partenza: La Strada (Quotidinità e Delusione): I due discepoli (Cleopa e l’anonimo lettore) si allontanano da Gerusalemme, “il loro cuore è abitato dalla tristezza”. Tuttavia, sono ancora insieme e parlano delle loro delusioni, creando uno “briciolo di comunità” in crisi dove il Signore può farsi presente. Gesù li “interroga”, spingendoli a “raccontare le sue pene, raccontare le sue angosce, raccontare le sue ferite”. La liturgia “inizia dalla terra, inizia dalla storia degli uomini e delle donne”. La preghiera dei fedeli è la “finestra attraverso la quale il mondo… entra” nella celebrazione.
- L’Annuncio della Parola (Spiegazione delle Scritture): Gesù interviene spiegando le Scritture, “cominciando da Mosè da tutti i profeti spiegò… in tutte le scritture ciò che si riferiva a lui”. Non si tratta di aggiungere un’altra storia, ma di “leggere la [loro] storia [segnata da tristezze, delusioni, ferite] a partire dalle Scritture”, rendendola una “storia di vita”. L’effetto è un “cuore che arde”, che si sente “toccato, raggiunto nel suo bisogno di senso”. Questo ascolto della parola genera il “desiderio che il Signore resti”.
- Lo Spezzare il Pane (Intimità e Riconoscimento): Si passa “dalla strada alla casa”, un “ambiente accogliente” per un “pasto”, una “tavola condivisa” che richiede “intimità”. È al culmine di questo momento, quando Gesù “prese il pane recitò la benedizione lo spezzò e lo diede loro”, che “si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero”. Il riconoscimento del Risorto avviene nel gesto silenzioso del pane spezzato, e “la presenza ti trasforma immediatamente in assenza” poiché Gesù scompare, indicando che “il segno e la presenza del risorto ormai sono sulla tavola” e “nella vita di quei due discepoli, sono risorti”.
- L’Esito Missionario (Il Ritorno alla Comunità): Il racconto non si conclude a tavola. I discepoli “partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme” per annunciare ciò che era accaduto. Questo non deriva da un mandato esplicito, ma da una “esigenza” sentita internamente. L’Eucaristia diventa il “movente dell’annuncio” e il suo “contenuto”. Ogni Eucaristia dovrebbe essere “occasione di passaggio progressivo dall’incredulità alla fede”, ravvivando la relazione con il Signore e immettendo “nuova linfa nella vita delle nostre comunità”.
4. Implicazioni per la Liturgia e la Vita Cristiana Oggi:
Il relatore conclude con quattro indicazioni pratiche per le nostre liturgie e la vita cristiana:
- Topografia della Liturgia (Dalla strada alla casa, alla strada): La liturgia “inizia per strada”, nella quotidianità e nei drammi umani. Non deve essere una “fuga dalla realtà” o una “celebrazione di mondi alieni”. Il mistero del Dio incarnato si invera nella storia, “il cielo si piega sulla terra”. Le celebrazioni devono essere “eloquenti della vita dei credenti”.
- Annuncio Efficace della Parola: La spiegazione della Parola di Dio deve illuminare le nostre storie e le vicende del mondo, contrastando una lettura “sconsolata e triste”. L’effetto desiderato è un “cuore che arde” e un “desiderio che il Signore resti”.
- Intimità nello Spezzare il Pane: La frazione del pane richiede un “ambiente accogliente”, una “tavola condivisa da uomini e donne che vivono una reale esperienza di comunità”, non un “anonimo partecipare a un qualcosa di massa” o un “fast food”. La diminuzione delle celebrazioni può essere un’opportunità per recuperare questo senso di intimità e pasto comunitario.
- Esito Missionario: L’Eucaristia è un “movimento” che porta all’annuncio. Non termina con il congedo, ma si traduce in “testimoniare di una esperienza di incontro del Risorto”. L’esperienza dei discepoli è dare “una nuova vita a un’amicizia e a un progetto ai quali la morte aveva brutalmente posto fine”.
In sintesi, l’incontro e la riflessione di Fratel Sabino Chialà invitano a vivere la fede e la liturgia eucaristica come un percorso dinamico di trasformazione interiore ed esteriore, che parte dalle sfide della quotidianità, trova senso nella Parola e nel sacramento, e culmina nell’annuncio gioioso del Risorto, rinnovando la comunità e la relazione con Dio.
