Cari e venerati Confratelli,
il nostro convenire รจ espressione delle Chiese che sono in Italia, della loro vivacitร e del loro impegno, che prendono volto giร nelle comunitร parrocchiali: insieme ai loro sacerdoti, continuano a essere generosamente accanto alla gente, ne ascoltano la vita e ne condividono gioie e dolori, speranze e angosce. ร una prossimitร radicata nella storia del nostro Paese e si manifesta in una presenza capillare che innerva la nostra terra, prendendo il volto della storia, della cultura, di cittร , paesi e borghi. Ne รจ segno la condivisione della voglia di riscatto e di cambiamento โ piรน grande di ogni intimidazione โ che anima la societร : la nostra solidarietร in queste ore va, in particolare, a Mons. Francesco Oliva, Vescovo di Locri, a quanti con lui stanno facendo memoria delle vittime innocenti della mafia, e a tutta la cara popolazione calabra. Su un altro versante, รจ segno della prossimitร della Chiesa anche lโattenzione concreta alle ampie zone del Centro Italia colpite da unย sisma che ha cambiato profondamente il volto dei territori, ma non ha piegato popolazioni dignitose e fiere, capaci di sacrificio ed esempio per tutti. Accompagniamo con fiducia la realizzazione dei primi interventi dello Stato e il sollievo delle famiglie che finalmente hanno una casa. Grazie allโesempio di queste comunitร , allโimpegno instancabile di istituzioni e volontari, puรฒ crescere in tutti lโorgoglio e la gioia di appartenere al nostro popolo e alla nostra storia.
1. La Chiesa in Italia
Siamo una Chiesa che si sente costantemente accompagnata dal magistero del Santo Padre Francesco e incoraggiata dalla sua testimonianza apostolica. Gli siamo grati anche per la particolare attenzione che manifesta attraverso le sue visite pastorali: sabato prossimo sarร a Milano, il 2 aprile a Carpi, il 27 maggio a Genova.
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Personalmente, lo ringrazio pure per la fiducia che ha mostrato con la proroga alla mia presidenza, in modo da giungere alla prossima Assemblea Generale, che sarร chiamata a eleggere la terna relativa alla nomina del nuovo Presidente. Prepariamoci con una piรน intensa preghiera allo Spirito Santo, perchรฉ illumini i nostri cuori: presiedere la nostra Conferenza รจ certamente un compito, ma รจ innanzitutto una grazia. Richiede lโumiltร che non si compiace, ma serve e rende capaci di ascoltare veramente i Confratelli, nel segno della stima sincera e della reciproca fiducia, per tentare delle sintesi limpide e alte. Per questo chi presiede non ha bisogno di avere un proprio programma, ma โ in spirito di cordiale obbedienza โ accoglie prontamente le indicazioni del Papa, Primate dโItalia, e, insieme ai Confratelli e al vissuto delle Comunitร , le declina al meglio per le nostre Chiese. Sapendo anche che, quanto piรน la Comunitร cristiana รจ viva e vitale, tanto piรน รจ fermento benefico per la societร intera. Allโumiltร e allโobbedienza si accompagna la discrezione. Essa non cerca la ribalta, anche se lโaccetta quando sโimpone per dovere, e non esibisce quanto il ruolo richiede in termini di conoscenze e di relazioni. Lโinserimento nella Presidenza, poi, รจ un aiuto formidabile, insieme alla Segreteria generale e agli Uffici della CEI: nel suo complesso, questa struttura provvidenziale incoraggia e sostiene.
Al Papa rinnoviamo, quindi, la nostra disponibilitร e il nostro affetto. Come giร la scorsa settimana in occasione del quarto anniversario della sua elezione, come Pastori delle nostre Diocesi, gli rinnoviamo la nostra sincera gratitudine: per aver posto al centro del suo pontificato quella Misericordia che a noi viene incontro nel volto di Gesรน Cristo; per il suo esempio, fatto di semplicitร e vicinanza; per le sue instancabili esortazioni a non lasciarsi trascinare in una cultura dellโindifferenza, ma a vivere una prossimitร animata da fiducia e speranza; per la sua incessante richiesta di preghiera, strumento di benedizione e di beneficio spirituale per tutti.
Siamo ormai giunti a metร del cammino quaresimale. Secondo le esortazioni del Santo Padre, nelle nostre Diocesi intendiamo viverlo come tempo forte per ยซnon accontentarsi di una vita mediocreยป, ma per ยซtornare a Dio โcon tutto il cuore โ (Gl 2,12)ยป, e ยซcrescere nellโamicizia con il Signoreยป. Vogliamo arrivare alla Pasqua e lasciarci afferrare dalla mano stigmatizzata del Signore risorto, per vivere una fedeltร radicale e quindi missionaria. Questa รจ la strada per riscoprire la giusta relazione con le persone, fino a ยซcogliere lโaltro come un donoยป. ร una fraternitร concreta, che si manifesta anche con la partecipazione alle Campagne di Quaresima che molti organismi ecclesiali โ a partire dai nostri Centri Missionari diocesani โ promuovono per ยซfar crescere la cultura dellโincontro nellโunica famiglia umanaยป (Francesco, Messaggio per la Quaresima 2017).
Sullo sfondo della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi โ che Papa Francesco ha convocato per il mese di ottobre 2018 sul tema ยซI giovani, la fede e il discernimento vocazionaleยป โ e degli Orientamenti pastorali del decennio, nel Consiglio Permanente di gennaio abbiamo messo a fuoco il tema principale dellโAssemblea Generale di maggio. Per valorizzare un percorso comune, intendiamo affrontare la questione educativa e lโazione pastorale in riferimento proprio allโuniverso giovanile. Nei lavori di questi giorni avremo modo di confrontarci sulle modalitร con cui proporre tale riflessione allโAssemblea, attenti nel contempo a favorire il coinvolgimento di tutte le componenti ecclesiali in vista dellโappuntamento sinodale.
2. Lavoro e famiglia
Nel Paese si registrano segnali positivi centrali e periferici, e questo genera fiducia. Ma lโaffanno della gente permane: รจ lโaffanno per mantenere la propria famiglia ogni giorno, poichรฉ le esigenze primarie non ammettono rimandi a tempi migliori. La prima e assoluta urgenza resta ancora il lavoro: sono ormai lunghi anni che il problema taglia la carne viva di persone โ adulti e giovani โ e di famiglie. La vita della gente urla questa sofferenza insopportabile: deve avere la sicurezza nei fatti che questo grido รจ ascoltato e preso in seria e diuturna considerazione. Sarebbe nefasto che nei luoghi della responsabilitร la voce dei disoccupati e dei poveri arrivasse flebile e lontana. Semplificare le realtร difficili e complesse non รจ giusto: questo approccio genera populismo facile e superficiale, spesso urlato, a volte paludato, comunque ingannatore e inconcludente, e seriamente pericoloso! Altrettanto lo sono anche le scorciatoie a cui sempre piรน italiani ricorrono nellโillusione di risolvere crisi e problemi economici: si pensi ai 260 milioni di euro che ogni giorno in Italia si buttano nel gioco dโazzardo, distruggendo capitali e, piรน ancora, persone e relazioni.
Come sempre noi Pastori abbiamo ricordato, il primo e efficace ammortizzatore sociale รจ stata ed รจ la famiglia, nella quale i risparmi ancora rimasti e le pensioni dei nonni continuano ad essere lโancora per tutti โ figli e nipoti โ; dove, soprattutto, ciascuno puรฒ rigenerare le proprie energie spirituali e morali per non arrendersi e lottare. Nonostante tutto, la gente resta generosa, attenta ai piรน bisognosi, mostrando unโanima nobile che nessuna ombra puรฒ oscurare. Il popolo vuole vedere il mondo politico piegato su questo prioritario dramma, mentre invece lo vede continuamente distratto su altri fronti, nonchรฉ chiuso in una litigiositร dove non entra per nulla il bene del Paese.
Con questo, non rinunciamo a riconoscere nella politica una forma alta di caritร , cioรจ di servizio al popolo, attenta ad affrontare questioni quali il lavoro, la famiglia, i giovani, lโinverno demografico. Cโรจ bisogno di politica autentica, di pace istituzionale, ed รจ qualunquista ghigliottinare lo Stato.
3. Giovani, lavoro, famiglia
Nel recente Convegno delle Chiese del Sud, รจ emerso che nel nostro splendido Meridione la disoccupazione giovanile รจ arrivata al 57%, mentre la media italiana รจ del 40%: ogni anno emigrano dal nostro Paese circa trentamila giovani in cerca di fortuna! Se si considera che per portare un figlio da zero a 18 anni sono necessari mediamente 171 mila euro, si comprende quale capitale si impieghi โ oltre le energie spirituali, morali e sociali โ per preparare giovani che porteranno la loro formazione e competenza fuori dallโItalia. Altro fenomeno che sembra essere sconosciuto, riguarda coloro che โ non avendo un impegno di studio nรฉ unโoccupazione โ si rinchiudono in casa creandosi un mondo virtuale: in Italia si stima che siano almeno 6.000. Eppure, il 92% dei giovani dichiara il desiderio di farsi una propria famiglia e di avere due o piรน figli: รจ uno straordinario dato di fiducia, reso purtroppo vano dalla mancanza di lavoro stabile. Senza lavoro non cโรจ dignitร personale, non cโรจ sicurezza sociale, non cโรจ possibilitร di fare famiglia, non cโรจ futuro: il cammino verso la prossima Settimana Sociale dei Cattolici in Italia a Cagliari โ ne parleremo in questi giorni โ intende evidenziare questo stato di cose e, nel contempo, contribuire in maniera propositiva al loro superamento.
Altri Paesi da sempre vivono quella che potremmo chiamare la cultura del cambio di lavoro: sicuramente ha dei vantaggi, specialmente in tempi di forte crisi. Ma questa mentalitร non sembra appartenere alla nostra cultura, che โ a sua volta โ contiene altri vantaggi. La preparazione seria, la capacitร di relazione, il senso di squadra, lo spirito di adattamentoโฆ ed altro ancora, sono ingredienti qualificanti. Dโaltra parte sappiamo che lโaffezione al proprio lavoro e il senso di appartenenza a un ambiente, sono valori importanti per i lavoratori e per le aziende: richiedono una certa stabilitร .
Legata alla questione del lavoro, sta crescendo la preoccupazione per la continua decrescita demografica: nel 2015 le nascite erano 486.000, nel 2016 cโรจ stato il nuovo record negativo di 474.000 (- 2,4%), tenendo conto anche dei bambini nati da famiglie di immigrati, mentre lโetร media risulta crescere in maniera sensibile. Esiste una incisiva politica che incoraggi e sostenga la natalitร ? Sempre piรน siamo convinti che โ oltre al lavoro โ sia urgente incidere su unaย fiscalitร piรน umana, e chiediamo di giungere al cosiddetto ยซfattore famigliaยป che le Associazioni โ a partire dal Forum delle Famiglie โ propongono da anni. Un dato interessante riguarda le famiglie cosiddette numerose, cioรจ con quattro figli e oltre: in Italia sono 150.000, mentre quelle con almeno tre figli sono circa un milione. La comune testimonianza รจ che i figli rigenerano i genitori!
La bellezza e la necessitร della famiglia, fondata sul matrimonio e aperta alla vita, non verranno mai meno, anche se un certo pensiero unico continua a denigrare lโistituto familiare e a promuovere altri tipi di unione, che non sono paragonabili in ragione delle peculiaritร specifiche della famiglia, a partire dalla valenza educativa per i figli e dallโimportanza vitale che la famiglia costituisce per il tessuto sociale. Veramente non si comprende, al di fuori di una visione ideologica, la costante e crescente azione per screditarla e presentarla come un modello superato o fra altri, tutti equivalenti.
4. Bambini e famiglia
A questo riguardo, non possiamo non dire una parola โ sempre rispettosa, ma chiara e convinta โ circa il diritto dei figli ad essere allevati da papร e mamma, nella differenza dei generi che, come lโesperienza universale testimonia, completa lโidentitร fisica e psichica del bambino. Diversamente, si nega ai minori un diritto umano basilare, garantito dalle Carte internazionali e riconosciuto da sempre nella storia umana. Tale diritto non puรฒ essere schiacciato dagli adulti, neppure in nome dei propri desideri. Essere genitore รจ una cosa buona e naturale, ma non a qualunque condizione e a qualunque costo.
Una violenza discriminatoria viene esercitata anche verso le donne con la pratica della maternitร surrogata, comunemente chiamata ยซutero in affittoยป. In questo caso, avviene una duplice ingiustizia: innanzitutto รจ violata la Dichiarazione dei diritti del fanciullo (1959), che recita: ยซSalvo circostanze eccezionali, il bambino in tenera etร non deve essere separato dalla madreยป. Inoltre, sono negati i diritti delle madri surrogate, che diventano madri nascoste, anzi inesistenti, dopo essersi sottoposte โ spinte per lo piรน dalla povertร โ ad una nuova forma di colonialismo capitalistico: si commissiona un bambino, potendosi servire anche di elenchi โ si fa fatica perfino a dirlo โ di ยซcataloghiยป che indicano paesi, categorie di donne, opzioni e garanzie di riuscita del ยซprodottoยป che โ se non corrisponde โ viene scartato. ร questa la civiltร , รจ questo il progresso che si desidera raggiungere?
Spesso si sente dire che certe soluzioni sono auspicabili in rapporto alla triste realtร di tanti bambini senza famiglia in attesa di adozione. LโItalia รจ il secondo paese per numero di adozioni, dietro solamente agli Stati Uniti; ogni anno 10.000 famiglie chiedono di adottare un minore. Purtroppo, il tempo medio per lโadozione รจ di tre anni e tre mesi, con punte di cinque anni e mezzo! Bisogna prendere atto che le famiglie, che chiedono e attendono lโadozione in Italia sono una moltitudine, mentre lโinefficienza del sistema causa percorsi estremamente lunghi e difficoltosi, tali da mettere a dura prova quello slancio solidale dei genitori che รจ un altro segno dellโanima del nostro popolo.
5. Bambini e educazione
Nellโorizzonte dei bambini โ tanto piรน nel percorso pastorale del decennio sulla sfida educativa โ non possiamo non richiamare lโattenzione di tutti โ genitori e istituzioni โ sulle ripetute parole del Santo Padre, che rivelano una preoccupazione grave. Non di rado accade, in alcuni Paesi europei, che, con motivazioni condivisibili, si trasmettano visioni e categorie che riguardano la cultura del gender, e si banalizza la sessualitร umana ridotta ad un vestito da cambiare a piacimento: ยซEsiste una ecologia dellโuomo perchรฉ anche lโuomo possiede una natura che deve rispettare e che non puรฒ manipolare a piacereยป (Papa Francesco, Laudato sรฌ, 155). ยซMi domando โ afferma ancora il Papa โ se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perchรฉ non sa piรน confrontarsi con essa. Rischiamo di fare un passo indietro, la rimozione della differenza, infatti, รจ il problema, non la soluzioneยป (Papa Francesco, Udienza generale, 15.4.2015). Il Papa denuncia quello che chiama ยซindottrinamento della teoria del genderยป, per cui โ dice โ che ยซfare lโinsegnamento nelle scuole su questa linea per cambiare la mentalitร ยป รจ una inaccettabile ยซcolonizzazione ideologicaยป (Conferenza stampa al ritorno dal viaggio in Georgia e Azerbaijan, 2.10.2016). Nella prospettiva tracciata dal progetto ยซImmรฌschiatiยป promosso dal Forum delle associazioni familiari, docenti e genitori non possono stare a guardare o limitarsi alla lamentela. ร dunque necessario che gli adulti siano molto vigili; in particolare, i genitori, mentre si danno disponibili per gli Organi di partecipazione previsti dalla legge, si devono coinvolgere insieme agli altri genitori per il bene della scuola in ogni suo aspetto, sapendo che il Progetto Formativo annuale deve avere sempre il consenso informato della famiglia. Nessuna iniziativa, come nessun testo che promuova concezioni contrarie alle convinzioni dei genitori, deve condizionare โ in modo diretto o indiretto โ lo sviluppo affettivo armonico e la sessualitร dei minori che, in quanto tali, non possono difendersi. La Convenzione Europea (1950), del resto, sancisce il diritto nativo e inviolabile dei genitori allโeducazione dei figli.
6. Vita e autodeterminazione
Il nostro popolo, nella sua sapienza fatta di vissuto e di buon senso, รจ preso dallo smarrimento e da un senso di impotenza di fronte ad una cultura che, da un lato, inneggia alla vita e, dallโaltro, la disprezza, la trascura e ne favorisce la soppressione: basta pensare alle forme vecchie e nuove di schiavitรน, al commercio di organi, alle molte forme di tratta e di sfruttamento. Come abbiamo detto molte volte, siamo in presenza di una cultura che incide volutamente sul modo di pensare, esasperando alcuni aspetti come la libertร e lโindividualitร di ciascuna persona.
ร curioso come la Chiesa, sotto i regimi totalitari, abbia dovuto affermare a prezzo di persecuzioni e di martiri che ogni persona รจ unica e irripetibile, nativamente dotata di libertร e di autodeterminazione; che lโuomo non รจ il prodotto della collettivitร ; che la persona precede la societร . In altre epoche, invece, la Chiesa ha dovuto ricordare โ sempre a caro prezzo โ che la persona รจ sรฌ se stessa, ma non รจ unโisola autonoma dal resto, un mondo chiuso e sciolto da legami e responsabilitร . Che nella pluralitร il singolo non scompare, ma si raggiunge; che le regole e i legami non sono i nemici della libertร , ma โ al contrario โ sono le sue condizioni. Se il collettivismo rende lโuomo ostaggio della societร e dello Stato, lโindividualismo libertario lo rende ostaggio di se stesso, delle sue pulsioni e dei suoi sentimenti. In un modo o nellโaltro, lโuomo resta solo.
Oggi, sembra che la Chiesa debba tornare a ricordare e testimoniare che la persona รจ sรฌ individuo unico, ma non sciolto dagli altri; รจ in relazione con il mondo, in primo luogo con i suoi simili. Credo che sia necessario far emergere e raccontare le implicazioni dellโessere relazione in quanto persone: la relazione โ e questo ci distingue da ogni altro essere sulla terra โ si manifesta anche nellโavere tutti bisogno degli altri. Per questa ragione nulla della vita individuale รจ esclusivamente privato: momenti di gioia, di dolore, speranze e delusioni, lavoro, farsi una famiglia e avere dei figliโฆ Nulla riguarda solamente lโindividuo, poichรฉ ognuno รจ un bene prezioso non solo per sรฉ ma per tutti. La fragilitร stessa รจ un dono, poichรฉ interpella lโamore operoso degli altri, mette alla prova la comunitร e la fa crescere. Questa visione dellโuomo, che risplende in Gesรน Cristo ma che รจ scritta anche nellโesperienza quotidiana, chiede che ยซgli altriยป โ sia i familiari e gli amici e sia la societร nel suo complesso โ si facciano vicini, ognuno a proprio modo, nei diversi momenti della vita, poichรฉ โ come dicevo โ ognuno รจ un bene per tutti e nessuno deve essere e sentirsi solo. Tutto questo ha, certamente, anche dei costi in termini di risorse umane ed economiche, per cui โ almeno apparentemente โ รจ meno impegnativo per uno Stato che ognuno sia individuo affidato a se stesso.
La legge sul fine vita, di cui รจ in atto lโiter parlamentare, รจ lontana da unโimpostazione personalistica; รจ, piuttosto, radicalmente individualistica, adatta a un individuo che si interpreta a prescindere dalle relazioni, padrone assoluto di una vita che non si รจ dato. In realtร , la vita รจ un bene originario: se non fosse indisponibile tutti saremmo esposti allโarbitrio di chi volesse farsene padrone. Questa visione antropologica, oltre ad essere corrispondente allโesperienza, ha ispirato leggi, costituzioni e carte internazionali, ha reso le societร piรน vivibili, giuste e solidali. ร acquisito che lโaccanimento terapeutico โ di cui non si parla nel testo โ รจ una situazione precisa da escludere, ma รจ evidente che la categoria di ยซterapie proporzionate o sproporzionateยป si presta alla piรน ampia discrezionalitร soggettiva, distinguendo tra intervento terapeutico e sostegno alle funzioni vitali. Si rimane sconcertati anche vedendo il medico ridotto a un funzionario notarile, che prende atto ed esegue, prescindendo dal suo giudizio in scienza e coscienza; cosรฌ pure, sul versante del paziente, suscita forti perplessitร il valore praticamente definitivo delle dichiarazioni, senza tener conto delle etร della vita, della situazione, del momento di chi le redige: lโesperienza insegna che questi sono elementi che incidono non poco sul giudizio. La morte non deve essere dilazionata tramite lโaccanimento, ma neppure anticipata con lโeutanasia: il malato deve essere accompagnato con le cure, la costante vicinanza e lโamore. Ne รจ parte integrante la qualitร delle relazioni tra paziente, medico e familiari.
7. I migranti, lโItalia, lโEuropa
Continua lโattenzione e lโimpegno solidale del nostro Paese verso i flussi di tanta povera gente che fugge da guerra, fame, persecuzione religiosa ed etnica, alla ricerca di un futuro migliore. Sembrano essere in atto tentativi di cooperazione concreta che mirano a incentivare, in modo proporzionato e garantito, lo sviluppo e la pace in Paesi che si trovano da anni in gravi difficoltร .
Su questo sfondo, si colloca anche lโazione della nostra Chiesa. Essa si articola su piรน livelli.
Innanzitutto, con unโazione di sostegno direttamente nei Paesi di provenienza: per fermarci agli ultimi 4 anni, sono 2.727 i progetti di formazione e sviluppo sociale sostenuti con fondi 8xmille destinati alla Chiesa cattolica, con uno stanziamento pari a 370 milioni e 400 mila euro. In questโottica, va letta anche lโiniziativa straordinaria della CEI Liberi di partire, liberi di restare: punta a costruire un ponte tra le nostre Chiese e, in particolare, quelle dellโAfrica e ha per beneficiari principali i migranti minorenni; il progetto prevede un impegno complessivo di 30 milioni di euro, tratti anche in questo caso dai fondi 8xmille.
Un secondo livello di intervento riguarda il coinvolgimento diretto anche della CEI nella realizzazione di corridoi umanitari per lโarrivo in Italia di profughi, fuggiti da Paesi in conflitto: attraverso le diocesi si accompagnerร un adeguato processo di integrazione ed inclusione nella societร italiana.
Infine, il terzo livello, vede la presenza operosa della Chiesa, in collaborazione con le Autoritร locali competenti. Parrocchie, Istituti religiosi, associazioni e gruppi, Caritas diocesane e Uffici Migrantes: ogni risorsa รจ in campo nellโottica dellโaccoglienza sempre necessaria, ma anche nellโintento di integrare coloro che mostrano nei fatti di volerlo, di partecipare attivamente ai percorsi previsti, di imparare la lingua, di conoscere il nostro Paese e la sua cultura, di cominciare ad amarlo come il proprio, operando per il bene comune.
A sua volta, lโUnione Europea deve uscire dai propri ambienti chiusi, e arrivare idealmente fino alle nostre coste; deve farsi piรน responsabile e meno giudicante.
A giorni sarร celebrato qui a Roma il 60ยฐ anniversario dellโinizio dellโUnione Europea. Come Pastori di questo Paese che fu uno dei fondatori, siamo lieti e preghiamo perchรฉ il cammino intrapreso non solo prosegua e si allarghi, ma in primo luogo migliori. A fronte della Brexit e di altri movimenti populisti, noi crediamo che lโUnione sia un percorso necessario per il bene del Continente. Pertanto โ come ho avuto modo di dire in diverse sedi anche nella mia veste di Presidente del CCEE โ cโรจ ancora piรน bisogno dโEuropa, ma ad una condizione: che lโEuropa non diventi altro rispetto a se stessa, alle sue origini giudaico-cristiane, alla sua storia, alla sua identitร continentale, alla sua pluralitร di tradizioni e culture, ai suoi valori, alla sua missione. LโUnione non รจ fatta dai Capi di Stato, ma dai popoli degli Stati membri, ed รจ ai popoli che bisogna pensare con stima e rispetto senza imporsi. Accelerare i processi non puรฒ significare lโomologazione di culture e tradizioni, e neppure la ricerca di compromessi al ribasso, nรฉ aggirare le dichiarazioni e le leggi comuni. E neppure limitare le sovranitร nazionali. I Capi degli Stati e dei Governi sanno che essi sono delegati dei loro popoli e che nelle decisioni comuni devono tener conto delle loro Nazioni.
La Chiesa รจ presente in questo cammino con le sue comunitร e i suoi Pastori, in sinergia con le Chiese e le comunitร cristiane del Continente. A questo riguardo, nei miei recenti incontri a Mosca con il Patriarca Kirill e a Istanbul con il Patriarca Ecumenico Bartolomeo, abbiamo ringraziato il Signore per la ricchezza delle nostre tradizioni e confermato lโimpegno comune per il bene dellโintero Continente, e quindi anche dellโUnione Europea. A fronte del secolarismo che si insinua ovunque, abbiamo condiviso la convinzione che i cristiani siano interpellati ad annunciare nuovamente il Signore Gesรน, Redentore del mondo, epifania del Padre, splendente icona dellโuomo. Essendo il Cristianesimo la religione del Logos fatto carne, crediamo nel valore della ragione umana, strumento di dialogo tra le culture, e accettiamo la fatica di pensare la fede per comunicare con tutti, e partecipare alla costruzione di un Continente che promuova la vita in ogni sua fase e la famiglia come la cellula portante; un Continente che non abbia timore della religione, e riconosca la libertร religiosa come il fondamento piรน alto e la garanzia piรน sicura della dignitร di ogni uomo.
Cari Confratelli, come sempre ci attende un impegnativo lavoro: non solo in questi giorni di dialogo cordiale a servizio delle nostre Chiese, ma anche nel quotidiano delle nostre comunitร , insieme ai nostri amati sacerdoti e diaconi, con tutto il santo popolo di Dio. ร un tempo di grandi sfide ma anche di grandi opportunitร , quello che la Provvidenza divina ci pone innanzi. La necessitร di non perdere nessuna occasione โ e sono sconfinate โ per incontrare, ascoltare, testimoniare, dire le parole della fede e quelle della ragione, perchรฉ il cuore di tutti โ qualunque sia la loro posizione โ ritrovi calore, compagnia, luce e fiducia per vivere i giorni e le stagioni.
Tutto affidiamo alla Santa Vergine, Madre della Chiesa, e al suo castissimo Sposo, San Giuseppe, che celebriamo con nuovo affidamento.
Card. Angelo Bagnasco
Arcivescovo di Genova, Presidente della CEI
