Prolusione del presidente dei vescovi italiani, card. Angelo Bagnsco, al Consiglio permanente della Cei (Roma 20-22 marzo 2017)

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Cari e venerati Confratelli,

il nostro convenire รจ espressione delle Chiese che sono in Italia, della loro vivacitร  e del loro impegno, che prendono volto giร  nelle comunitร  parrocchiali: insieme ai loro sacerdoti, continuano a essere generosamente accanto alla gente, ne ascoltano la vita e ne condividono gioie e dolori, speranze e angosce. รˆ una prossimitร  radicata nella storia del nostro Paese e si manifesta in una presenza capillare che innerva la nostra terra, prendendo il volto della storia, della cultura, di cittร , paesi e borghi. Ne รจ segno la condivisione della voglia di riscatto e di cambiamento โ€“ piรน grande di ogni intimidazione โ€“ che anima la societร : la nostra solidarietร  in queste ore va, in particolare, a Mons. Francesco Oliva, Vescovo di Locri, a quanti con lui stanno facendo memoria delle vittime innocenti della mafia, e a tutta la cara popolazione calabra. Su un altro versante, รจ segno della prossimitร  della Chiesa anche lโ€™attenzione concreta alle ampie zone del Centro Italia colpite da unย  sisma che ha cambiato profondamente il volto dei territori, ma non ha piegato popolazioni dignitose e fiere, capaci di sacrificio ed esempio per tutti. Accompagniamo con fiducia la realizzazione dei primi interventi dello Stato e il sollievo delle famiglie che finalmente hanno una casa. Grazie allโ€™esempio di queste comunitร , allโ€™impegno instancabile di istituzioni e volontari, puรฒ crescere in tutti lโ€™orgoglio e la gioia di appartenere al nostro popolo e alla nostra storia.

1. La Chiesa in Italia

Siamo una Chiesa che si sente costantemente accompagnata dal magistero del Santo Padre Francesco e incoraggiata dalla sua testimonianza apostolica. Gli siamo grati anche per la particolare attenzione che manifesta attraverso le sue visite pastorali: sabato prossimo sarร  a Milano, il 2 aprile a Carpi, il 27 maggio a Genova.

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Personalmente, lo ringrazio pure per la fiducia che ha mostrato con la proroga alla mia presidenza, in modo da giungere alla prossima Assemblea Generale, che sarร  chiamata a eleggere la terna relativa alla nomina del nuovo Presidente. Prepariamoci con una piรน intensa preghiera allo Spirito Santo, perchรฉ illumini i nostri cuori: presiedere la nostra Conferenza รจ certamente un compito, ma รจ innanzitutto una grazia. Richiede lโ€™umiltร  che non si compiace, ma serve e rende capaci di ascoltare veramente i Confratelli, nel segno della stima sincera e della reciproca fiducia, per tentare delle sintesi limpide e alte. Per questo chi presiede non ha bisogno di avere un proprio programma, ma โ€“ in spirito di cordiale obbedienza โ€“ accoglie prontamente le indicazioni del Papa, Primate dโ€™Italia, e, insieme ai Confratelli e al vissuto delle Comunitร , le declina al meglio per le nostre Chiese. Sapendo anche che, quanto piรน la Comunitร  cristiana รจ viva e vitale, tanto piรน รจ fermento benefico per la societร  intera. Allโ€™umiltร  e allโ€™obbedienza si accompagna la discrezione. Essa non cerca la ribalta, anche se lโ€™accetta quando sโ€™impone per dovere, e non esibisce quanto il ruolo richiede in termini di conoscenze e di relazioni. Lโ€™inserimento nella Presidenza, poi, รจ un aiuto formidabile, insieme alla Segreteria generale e agli Uffici della CEI: nel suo complesso, questa struttura provvidenziale incoraggia e sostiene.

Al Papa rinnoviamo, quindi, la nostra disponibilitร  e il nostro affetto. Come giร  la scorsa settimana in occasione del quarto anniversario della sua elezione, come Pastori delle nostre Diocesi, gli rinnoviamo la nostra sincera gratitudine: per aver posto al centro del suo pontificato quella Misericordia che a noi viene incontro nel volto di Gesรน Cristo; per il suo esempio, fatto di semplicitร  e vicinanza; per le sue instancabili esortazioni a non lasciarsi trascinare in una cultura dellโ€™indifferenza, ma a vivere una prossimitร  animata da fiducia e speranza; per la sua incessante richiesta di preghiera, strumento di benedizione e di beneficio spirituale per tutti.

Siamo ormai giunti a metร  del cammino quaresimale. Secondo le esortazioni del Santo Padre, nelle nostre Diocesi intendiamo viverlo come tempo forte per ยซnon accontentarsi di una vita mediocreยป, ma per ยซtornare a Dio โ€˜con tutto il cuore โ€™ (Gl 2,12)ยป, e ยซcrescere nellโ€™amicizia con il Signoreยป. Vogliamo arrivare alla Pasqua e lasciarci afferrare dalla mano stigmatizzata del Signore risorto, per vivere una fedeltร  radicale e quindi missionaria. Questa รจ la strada per riscoprire la giusta relazione con le persone, fino a ยซcogliere lโ€™altro come un donoยป. รˆ una fraternitร  concreta, che si manifesta anche con la partecipazione alle Campagne di Quaresima che molti organismi ecclesiali โ€“ a partire dai nostri Centri Missionari diocesani โ€“ promuovono per ยซfar crescere la cultura dellโ€™incontro nellโ€™unica famiglia umanaยป (Francesco, Messaggio per la Quaresima 2017).

Sullo sfondo della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi โ€“ che Papa Francesco ha convocato per il mese di ottobre 2018 sul tema ยซI giovani, la fede e il discernimento vocazionaleยป โ€“ e degli Orientamenti pastorali del decennio, nel Consiglio Permanente di gennaio abbiamo messo a fuoco il tema principale dellโ€™Assemblea Generale di maggio. Per valorizzare un percorso comune, intendiamo affrontare la questione educativa e lโ€™azione pastorale in riferimento proprio allโ€™universo giovanile. Nei lavori di questi giorni avremo modo di confrontarci sulle modalitร  con cui proporre tale riflessione allโ€™Assemblea, attenti nel contempo a favorire il coinvolgimento di tutte le componenti ecclesiali in vista dellโ€™appuntamento sinodale.

2. Lavoro e famiglia

Nel Paese si registrano segnali positivi centrali e periferici, e questo genera fiducia. Ma lโ€™affanno della gente permane: รจ lโ€™affanno per mantenere la propria famiglia ogni giorno, poichรฉ le esigenze primarie non ammettono rimandi a tempi migliori. La prima e assoluta urgenza resta ancora il lavoro: sono ormai lunghi anni che il problema taglia la carne viva di persone โ€“ adulti e giovani โ€“ e di famiglie. La vita della gente urla questa sofferenza insopportabile: deve avere la sicurezza nei fatti che questo grido รจ ascoltato e preso in seria e diuturna considerazione. Sarebbe nefasto che nei luoghi della responsabilitร  la voce dei disoccupati e dei poveri arrivasse flebile e lontana. Semplificare le realtร  difficili e complesse non รจ giusto: questo approccio genera populismo facile e superficiale, spesso urlato, a volte paludato, comunque ingannatore e inconcludente, e seriamente pericoloso! Altrettanto lo sono anche le scorciatoie a cui sempre piรน italiani ricorrono nellโ€™illusione di risolvere crisi e problemi economici: si pensi ai 260 milioni di euro che ogni giorno in Italia si buttano nel gioco dโ€™azzardo, distruggendo capitali e, piรน ancora, persone e relazioni.

Come sempre noi Pastori abbiamo ricordato, il primo e efficace ammortizzatore sociale รจ stata ed รจ la famiglia, nella quale i risparmi ancora rimasti e le pensioni dei nonni continuano ad essere lโ€™ancora per tutti โ€“ figli e nipoti โ€“; dove, soprattutto, ciascuno puรฒ rigenerare le proprie energie spirituali e morali per non arrendersi e lottare. Nonostante tutto, la gente resta generosa, attenta ai piรน bisognosi, mostrando unโ€™anima nobile che nessuna ombra puรฒ oscurare. Il popolo vuole vedere il mondo politico piegato su questo prioritario dramma, mentre invece lo vede continuamente distratto su altri fronti, nonchรฉ chiuso in una litigiositร  dove non entra per nulla il bene del Paese.

Con questo, non rinunciamo a riconoscere nella politica una forma alta di caritร , cioรจ di servizio al popolo, attenta ad affrontare questioni quali il lavoro, la famiglia, i giovani, lโ€™inverno demografico. Cโ€™รจ bisogno di politica autentica, di pace istituzionale, ed รจ qualunquista ghigliottinare lo Stato.

3. Giovani, lavoro, famiglia

Nel recente Convegno delle Chiese del Sud, รจ emerso che nel nostro splendido Meridione la disoccupazione giovanile รจ arrivata al 57%, mentre la media italiana รจ del 40%: ogni anno emigrano dal nostro Paese circa trentamila giovani in cerca di fortuna! Se si considera che per portare un figlio da zero a 18 anni sono necessari mediamente 171 mila euro, si comprende quale capitale si impieghi โ€“ oltre le energie spirituali, morali e sociali โ€“ per preparare giovani che porteranno la loro formazione e competenza fuori dallโ€™Italia. Altro fenomeno che sembra essere sconosciuto, riguarda coloro che โ€“ non avendo un impegno di studio nรฉ unโ€™occupazione โ€“ si rinchiudono in casa creandosi un mondo virtuale: in Italia si stima che siano almeno 6.000. Eppure, il 92% dei giovani dichiara il desiderio di farsi una propria famiglia e di avere due o piรน figli: รจ uno straordinario dato di fiducia, reso purtroppo vano dalla mancanza di lavoro stabile. Senza lavoro non cโ€™รจ dignitร  personale, non cโ€™รจ sicurezza sociale, non cโ€™รจ possibilitร  di fare famiglia, non cโ€™รจ futuro: il cammino verso la prossima Settimana Sociale dei Cattolici in Italia a Cagliari โ€“ ne parleremo in questi giorni โ€“ intende evidenziare questo stato di cose e, nel contempo, contribuire in maniera propositiva al loro superamento.

Altri Paesi da sempre vivono quella che potremmo chiamare la cultura del cambio di lavoro: sicuramente ha dei vantaggi, specialmente in tempi di forte crisi. Ma questa mentalitร  non sembra appartenere alla nostra cultura, che โ€“ a sua volta โ€“ contiene altri vantaggi. La preparazione seria, la capacitร  di relazione, il senso di squadra, lo spirito di adattamentoโ€ฆ ed altro ancora, sono ingredienti qualificanti. Dโ€™altra parte sappiamo che lโ€™affezione al proprio lavoro e il senso di appartenenza a un ambiente, sono valori importanti per i lavoratori e per le aziende: richiedono una certa stabilitร .

Legata alla questione del lavoro, sta crescendo la preoccupazione per la continua decrescita demografica: nel 2015 le nascite erano 486.000, nel 2016 cโ€™รจ stato il nuovo record negativo di 474.000 (- 2,4%), tenendo conto anche dei bambini nati da famiglie di immigrati, mentre lโ€™etร  media risulta crescere in maniera sensibile. Esiste una incisiva politica che incoraggi e sostenga la natalitร ? Sempre piรน siamo convinti che โ€“ oltre al lavoro โ€“ sia urgente incidere su unaย  fiscalitร  piรน umana, e chiediamo di giungere al cosiddetto ยซfattore famigliaยป che le Associazioni โ€“ a partire dal Forum delle Famiglie โ€“ propongono da anni. Un dato interessante riguarda le famiglie cosiddette numerose, cioรจ con quattro figli e oltre: in Italia sono 150.000, mentre quelle con almeno tre figli sono circa un milione. La comune testimonianza รจ che i figli rigenerano i genitori!

La bellezza e la necessitร  della famiglia, fondata sul matrimonio e aperta alla vita, non verranno mai meno, anche se un certo pensiero unico continua a denigrare lโ€™istituto familiare e a promuovere altri tipi di unione, che non sono paragonabili in ragione delle peculiaritร  specifiche della famiglia, a partire dalla valenza educativa per i figli e dallโ€™importanza vitale che la famiglia costituisce per il tessuto sociale. Veramente non si comprende, al di fuori di una visione ideologica, la costante e crescente azione per screditarla e presentarla come un modello superato o fra altri, tutti equivalenti.

4. Bambini e famiglia

A questo riguardo, non possiamo non dire una parola โ€“ sempre rispettosa, ma chiara e convinta โ€“ circa il diritto dei figli ad essere allevati da papร  e mamma, nella differenza dei generi che, come lโ€™esperienza universale testimonia, completa lโ€™identitร  fisica e psichica del bambino. Diversamente, si nega ai minori un diritto umano basilare, garantito dalle Carte internazionali e riconosciuto da sempre nella storia umana. Tale diritto non puรฒ essere schiacciato dagli adulti, neppure in nome dei propri desideri. Essere genitore รจ una cosa buona e naturale, ma non a qualunque condizione e a qualunque costo.

Una violenza discriminatoria viene esercitata anche verso le donne con la pratica della maternitร  surrogata, comunemente chiamata ยซutero in affittoยป. In questo caso, avviene una duplice ingiustizia: innanzitutto รจ violata la Dichiarazione dei diritti del fanciullo (1959), che recita: ยซSalvo circostanze eccezionali, il bambino in tenera etร  non deve essere separato dalla madreยป. Inoltre, sono negati i diritti delle madri surrogate, che diventano madri nascoste, anzi inesistenti, dopo essersi sottoposte โ€“ spinte per lo piรน dalla povertร  โ€“ ad una nuova forma di colonialismo capitalistico: si commissiona un bambino, potendosi servire anche di elenchi โ€“ si fa fatica perfino a dirlo โ€“ di ยซcataloghiยป che indicano paesi, categorie di donne, opzioni e garanzie di riuscita del ยซprodottoยป che โ€“ se non corrisponde โ€“ viene scartato. รˆ questa la civiltร , รจ questo il progresso che si desidera raggiungere?

Spesso si sente dire che certe soluzioni sono auspicabili in rapporto alla triste realtร  di tanti bambini senza famiglia in attesa di adozione. Lโ€™Italia รจ il secondo paese per numero di adozioni, dietro solamente agli Stati Uniti; ogni anno 10.000 famiglie chiedono di adottare un minore. Purtroppo, il tempo medio per lโ€™adozione รจ di tre anni e tre mesi, con punte di cinque anni e mezzo! Bisogna prendere atto che le famiglie, che chiedono e attendono lโ€™adozione in Italia sono una moltitudine, mentre lโ€™inefficienza del sistema causa percorsi estremamente lunghi e difficoltosi, tali da mettere a dura prova quello slancio solidale dei genitori che รจ un altro segno dellโ€™anima del nostro popolo.

5. Bambini e educazione

Nellโ€™orizzonte dei bambini โ€“ tanto piรน nel percorso pastorale del decennio sulla sfida educativa โ€“ non possiamo non richiamare lโ€™attenzione di tutti โ€“ genitori e istituzioni โ€“ sulle ripetute parole del Santo Padre, che rivelano una preoccupazione grave. Non di rado accade, in alcuni Paesi europei, che, con motivazioni condivisibili, si trasmettano visioni e categorie che riguardano la cultura del gender, e si banalizza la sessualitร  umana ridotta ad un vestito da cambiare a piacimento: ยซEsiste una ecologia dellโ€™uomo perchรฉ anche lโ€™uomo possiede una natura che deve rispettare e che non puรฒ manipolare a piacereยป (Papa Francesco, Laudato sรฌ, 155). ยซMi domando โ€“ afferma ancora il Papa โ€“ se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perchรฉ non sa piรน confrontarsi con essa. Rischiamo di fare un passo indietro, la rimozione della differenza, infatti, รจ il problema, non la soluzioneยป (Papa Francesco, Udienza generale, 15.4.2015). Il Papa denuncia quello che chiama ยซindottrinamento della teoria del genderยป, per cui โ€“ dice โ€“ che ยซfare lโ€™insegnamento nelle scuole su questa linea per cambiare la mentalitร ยป รจ una inaccettabile ยซcolonizzazione ideologicaยป (Conferenza stampa al ritorno dal viaggio in Georgia e Azerbaijan, 2.10.2016). Nella prospettiva tracciata dal progetto ยซImmรฌschiatiยป promosso dal Forum delle associazioni familiari, docenti e genitori non possono stare a guardare o limitarsi alla lamentela. รˆ dunque necessario che gli adulti siano molto vigili; in particolare, i genitori, mentre si danno disponibili per gli Organi di partecipazione previsti dalla legge, si devono coinvolgere insieme agli altri genitori per il bene della scuola in ogni suo aspetto, sapendo che il Progetto Formativo annuale deve avere sempre il consenso informato della famiglia. Nessuna iniziativa, come nessun testo che promuova concezioni contrarie alle convinzioni dei genitori, deve condizionare โ€“ in modo diretto o indiretto โ€“ lo sviluppo affettivo armonico e la sessualitร  dei minori che, in quanto tali, non possono difendersi. La Convenzione Europea (1950), del resto, sancisce il diritto nativo e inviolabile dei genitori allโ€™educazione dei figli.

6. Vita e autodeterminazione

Il nostro popolo, nella sua sapienza fatta di vissuto e di buon senso, รจ preso dallo smarrimento e da un senso di impotenza di fronte ad una cultura che, da un lato, inneggia alla vita e, dallโ€™altro, la disprezza, la trascura e ne favorisce la soppressione: basta pensare alle forme vecchie e nuove di schiavitรน, al commercio di organi, alle molte forme di tratta e di sfruttamento. Come abbiamo detto molte volte, siamo in presenza di una cultura che incide volutamente sul modo di pensare, esasperando alcuni aspetti come la libertร  e lโ€™individualitร  di ciascuna persona.

รˆ curioso come la Chiesa, sotto i regimi totalitari, abbia dovuto affermare a prezzo di persecuzioni e di martiri che ogni persona รจ unica e irripetibile, nativamente dotata di libertร  e di autodeterminazione; che lโ€™uomo non รจ il prodotto della collettivitร ; che la persona precede la societร . In altre epoche, invece, la Chiesa ha dovuto ricordare โ€“ sempre a caro prezzo โ€“ che la persona รจ sรฌ se stessa, ma non รจ unโ€™isola autonoma dal resto, un mondo chiuso e sciolto da legami e responsabilitร . Che nella pluralitร  il singolo non scompare, ma si raggiunge; che le regole e i legami non sono i nemici della libertร , ma โ€“ al contrario โ€“ sono le sue condizioni. Se il collettivismo rende lโ€™uomo ostaggio della societร  e dello Stato, lโ€™individualismo libertario lo rende ostaggio di se stesso, delle sue pulsioni e dei suoi sentimenti. In un modo o nellโ€™altro, lโ€™uomo resta solo.

Oggi, sembra che la Chiesa debba tornare a ricordare e testimoniare che la persona รจ sรฌ individuo unico, ma non sciolto dagli altri; รจ in relazione con il mondo, in primo luogo con i suoi simili. Credo che sia necessario far emergere e raccontare le implicazioni dellโ€™essere relazione in quanto persone: la relazione โ€“ e questo ci distingue da ogni altro essere sulla terra โ€“ si manifesta anche nellโ€™avere tutti bisogno degli altri. Per questa ragione nulla della vita individuale รจ esclusivamente privato: momenti di gioia, di dolore, speranze e delusioni, lavoro, farsi una famiglia e avere dei figliโ€ฆ Nulla riguarda solamente lโ€™individuo, poichรฉ ognuno รจ un bene prezioso non solo per sรฉ ma per tutti. La fragilitร  stessa รจ un dono, poichรฉ interpella lโ€™amore operoso degli altri, mette alla prova la comunitร  e la fa crescere. Questa visione dellโ€™uomo, che risplende in Gesรน Cristo ma che รจ scritta anche nellโ€™esperienza quotidiana, chiede che ยซgli altriยป โ€“ sia i familiari e gli amici e sia la societร  nel suo complesso โ€“ si facciano vicini, ognuno a proprio modo, nei diversi momenti della vita, poichรฉ โ€“ come dicevo โ€“ ognuno รจ un bene per tutti e nessuno deve essere e sentirsi solo. Tutto questo ha, certamente, anche dei costi in termini di risorse umane ed economiche, per cui โ€“ almeno apparentemente โ€“ รจ meno impegnativo per uno Stato che ognuno sia individuo affidato a se stesso.

La legge sul fine vita, di cui รจ in atto lโ€™iter parlamentare, รจ lontana da unโ€™impostazione personalistica; รจ, piuttosto, radicalmente individualistica, adatta a un individuo che si interpreta a prescindere dalle relazioni, padrone assoluto di una vita che non si รจ dato. In realtร , la vita รจ un bene originario: se non fosse indisponibile tutti saremmo esposti allโ€™arbitrio di chi volesse farsene padrone. Questa visione antropologica, oltre ad essere corrispondente allโ€™esperienza, ha ispirato leggi, costituzioni e carte internazionali, ha reso le societร  piรน vivibili, giuste e solidali. รˆ acquisito che lโ€™accanimento terapeutico โ€“ di cui non si parla nel testo โ€“ รจ una situazione precisa da escludere, ma รจ evidente che la categoria di ยซterapie proporzionate o sproporzionateยป si presta alla piรน ampia discrezionalitร  soggettiva, distinguendo tra intervento terapeutico e sostegno alle funzioni vitali. Si rimane sconcertati anche vedendo il medico ridotto a un funzionario notarile, che prende atto ed esegue, prescindendo dal suo giudizio in scienza e coscienza; cosรฌ pure, sul versante del paziente, suscita forti perplessitร  il valore praticamente definitivo delle dichiarazioni, senza tener conto delle etร  della vita, della situazione, del momento di chi le redige: lโ€™esperienza insegna che questi sono elementi che incidono non poco sul giudizio. La morte non deve essere dilazionata tramite lโ€™accanimento, ma neppure anticipata con lโ€™eutanasia: il malato deve essere accompagnato con le cure, la costante vicinanza e lโ€™amore. Ne รจ parte integrante la qualitร  delle relazioni tra paziente, medico e familiari.

7. I migranti, lโ€™Italia, lโ€™Europa

Continua lโ€™attenzione e lโ€™impegno solidale del nostro Paese verso i flussi di tanta povera gente che fugge da guerra, fame, persecuzione religiosa ed etnica, alla ricerca di un futuro migliore. Sembrano essere in atto tentativi di cooperazione concreta che mirano a incentivare, in modo proporzionato e garantito, lo sviluppo e la pace in Paesi che si trovano da anni in gravi difficoltร .

Su questo sfondo, si colloca anche lโ€™azione della nostra Chiesa. Essa si articola su piรน livelli.

Innanzitutto, con unโ€™azione di sostegno direttamente nei Paesi di provenienza: per fermarci agli ultimi 4 anni, sono 2.727 i progetti di formazione e sviluppo sociale sostenuti con fondi 8xmille destinati alla Chiesa cattolica, con uno stanziamento pari a 370 milioni e 400 mila euro. In questโ€™ottica, va letta anche lโ€™iniziativa straordinaria della CEI Liberi di partire, liberi di restare: punta a costruire un ponte tra le nostre Chiese e, in particolare, quelle dellโ€™Africa e ha per beneficiari principali i migranti minorenni; il progetto prevede un impegno complessivo di 30 milioni di euro, tratti anche in questo caso dai fondi 8xmille.

Un secondo livello di intervento riguarda il coinvolgimento diretto anche della CEI nella realizzazione di corridoi umanitari per lโ€™arrivo in Italia di profughi, fuggiti da Paesi in conflitto: attraverso le diocesi si accompagnerร  un adeguato processo di integrazione ed inclusione nella societร  italiana.

Infine, il terzo livello, vede la presenza operosa della Chiesa, in collaborazione con le Autoritร  locali competenti. Parrocchie, Istituti religiosi, associazioni e gruppi, Caritas diocesane e Uffici Migrantes: ogni risorsa รจ in campo nellโ€™ottica dellโ€™accoglienza sempre necessaria, ma anche nellโ€™intento di integrare coloro che mostrano nei fatti di volerlo, di partecipare attivamente ai percorsi previsti, di imparare la lingua, di conoscere il nostro Paese e la sua cultura, di cominciare ad amarlo come il proprio, operando per il bene comune.

A sua volta, lโ€™Unione Europea deve uscire dai propri ambienti chiusi, e arrivare idealmente fino alle nostre coste; deve farsi piรน responsabile e meno giudicante.

A giorni sarร  celebrato qui a Roma il 60ยฐ anniversario dellโ€™inizio dellโ€™Unione Europea. Come Pastori di questo Paese che fu uno dei fondatori, siamo lieti e preghiamo perchรฉ il cammino intrapreso non solo prosegua e si allarghi, ma in primo luogo migliori. A fronte della Brexit e di altri movimenti populisti, noi crediamo che lโ€™Unione sia un percorso necessario per il bene del Continente. Pertanto โ€“ come ho avuto modo di dire in diverse sedi anche nella mia veste di Presidente del CCEE โ€“ cโ€™รจ ancora piรน bisogno dโ€™Europa, ma ad una condizione: che lโ€™Europa non diventi altro rispetto a se stessa, alle sue origini giudaico-cristiane, alla sua storia, alla sua identitร  continentale, alla sua pluralitร  di tradizioni e culture, ai suoi valori, alla sua missione. Lโ€™Unione non รจ fatta dai Capi di Stato, ma dai popoli degli Stati membri, ed รจ ai popoli che bisogna pensare con stima e rispetto senza imporsi. Accelerare i processi non puรฒ significare lโ€™omologazione di culture e tradizioni, e neppure la ricerca di compromessi al ribasso, nรฉ aggirare le dichiarazioni e le leggi comuni. E neppure limitare le sovranitร  nazionali. I Capi degli Stati e dei Governi sanno che essi sono delegati dei loro popoli e che nelle decisioni comuni devono tener conto delle loro Nazioni.

La Chiesa รจ presente in questo cammino con le sue comunitร  e i suoi Pastori, in sinergia con le Chiese e le comunitร  cristiane del Continente. A questo riguardo, nei miei recenti incontri a Mosca con il Patriarca Kirill e a Istanbul con il Patriarca Ecumenico Bartolomeo, abbiamo ringraziato il Signore per la ricchezza delle nostre tradizioni e confermato lโ€™impegno comune per il bene dellโ€™intero Continente, e quindi anche dellโ€™Unione Europea. A fronte del secolarismo che si insinua ovunque, abbiamo condiviso la convinzione che i cristiani siano interpellati ad annunciare nuovamente il Signore Gesรน, Redentore del mondo, epifania del Padre, splendente icona dellโ€™uomo. Essendo il Cristianesimo la religione del Logos fatto carne, crediamo nel valore della ragione umana, strumento di dialogo tra le culture, e accettiamo la fatica di pensare la fede per comunicare con tutti, e partecipare alla costruzione di un Continente che promuova la vita in ogni sua fase e la famiglia come la cellula portante; un Continente che non abbia timore della religione, e riconosca la libertร  religiosa come il fondamento piรน alto e la garanzia piรน sicura della dignitร  di ogni uomo.

Cari Confratelli, come sempre ci attende un impegnativo lavoro: non solo in questi giorni di dialogo cordiale a servizio delle nostre Chiese, ma anche nel quotidiano delle nostre comunitร , insieme ai nostri amati sacerdoti e diaconi, con tutto il santo popolo di Dio. รˆ un tempo di grandi sfide ma anche di grandi opportunitร , quello che la Provvidenza divina ci pone innanzi. La necessitร  di non perdere nessuna occasione โ€“ e sono sconfinate โ€“ per incontrare, ascoltare, testimoniare, dire le parole della fede e quelle della ragione, perchรฉ il cuore di tutti โ€“ qualunque sia la loro posizione โ€“ ritrovi calore, compagnia, luce e fiducia per vivere i giorni e le stagioni.

Tutto affidiamo alla Santa Vergine, Madre della Chiesa, e al suo castissimo Sposo, San Giuseppe, che celebriamo con nuovo affidamento.

 

Card. Angelo Bagnasco
Arcivescovo di Genova, Presidente della CEI

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