Cari Confratelli,
sono rientrato ieri da Filadelfia, dove ho preso parte โ anche a nome vostro โ allโVIII Incontro mondiale delle Famiglie, culminato con la parte conclusiva del viaggio di Papa Francesco a Cuba e negli Stati Uniti: un viaggio che puรฒ essere raccontato con la profonditร dei discorsi offerti dal Santo Padre nelle piรน alte sedi, ma โ e piรน ancora โ con la veritร dei suoi gesti, la sua disponibilitร e attenzione per la gente di tutti i giorni. Personalmente, sono rimasto molto colpito da quanto ha detto a noi Vescovi domenica scorsa. Ci ha ricordato che โvivere lo spirito di gioiosa familiaritร con Dio, diffonderne lโemozionante feconditร evangelica, รจ il tratto fondamentale dello stile del Vescovoโ. Ci ha esortati a โmostrare che il Vangelo della famiglia รจ davvero buona notizia in un mondo dove lโattenzione verso sรฉ stessi sembra regnare sovranaโ. E ci ha richiamati ad accettare, a nostra volta, โumilmente lโapprendistato cristiano delle virtรน familiari del popolo di Dioโ per โassomigliare sempre di piรน a padri e madriโ. Al riguardo, sono state veramente significative le testimonianze offerte durante la Veglia di preghiera: hanno raccontato come, con lโaiuto della grazia, sia possibile e affascinante vivere la vocazione della famiglia anche nelle situazioni piรน difficili.
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[ads2]Quelli del Santo Padre sono testi che ci impegniamo a riprendere in mano e che, nel frattempo, ci spingono ora a riprendere con gioia i lavori del Consiglio Permanente, dopo i mesi estivi nei quali lโimpegno pastorale รจ continuato, oltre che nella vita ordinaria delle Parrocchie, anche nei gruppi e campi estivi. Grazie ai nostri Sacerdoti, Religiosi e Religiose, e a tanti educatori, migliaia di ragazzi, giovani, famiglie, si sono ritrovati per esperienze di preghiera, vita fraterna, servizio, ossigenando le arterie pulsanti della fede e gustando la vita buona del Vangelo.
Ora ci troviamo di fronte ad un nuovo anno pastorale, un anno ricco di grazie e di responsabilitร : il Sinodo Ordinario che si apre domenica prossima, preceduto dalla โnostraโ Veglia delle famiglie in preghiera con il Papa; il Giubileo straordinario della Misericordia, che apriremo lโ8 dicembre; lโAssemblea generale del prossimo maggio sulla vita e la formazione permanente del Clero, quindi la Giornata Mondiale della Gioventรน a Cracovia in luglio e, in settembre, il Congresso Eucaristico Nazionale a Genova.
Siamo qui a Firenze โ cittร dโarte e di storia, di fede e di caritร โ non a caso: siamo venuti per sottolineare lโimportanza che ha per la Chiesa che รจ in Italia il Convegno Ecclesiale di metร decennio. ร una tradizione che continuiamo non tanto per consuetudine, ma convinti della opportunitร di fare il punto sui primi cinque anni del decennio, che abbiamo dedicato alla responsabilitร e alla missione educativa. In particolare, se nella prima parte abbiamo voluto guardare in modo prevalente allโinterno delle comunitร cristiane, nella seconda intendiamo intensificare alleanze rispettose e collaborative con la societร civile. Ringraziamo il Pastore di questa Chiesa, Cardinale Giuseppe Betori, per la fraterna accoglienza e per il grande lavoro che, insieme al Comitato preparatorio del Convegno presieduto da S.E. Mons. Cesare Nosiglia, ha seguito. Ai Presidenti delle Commissioni Episcopali, che rinnovano il nostro Consiglio, giunga il benvenuto piรน cordiale.
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1. Il Giubileo della misericordia: il grande orizzonte
Ci prepariamo a entrare in un tempo di grazia: lโAnno giubilare, che coinvolgerร anzitutto la Chiesa, ma che sarร un segno forte per tutta la societร . Nella Bolla di indizione, Papa Francesco ne rivela il significato profondo: ยซtenere fisso lo sguardo sulla misericordia, per diventare noi stessi segno efficace dellโagire del Padreยป. Il nostro รจ un momento โ secondo la lettura offertaci dal Santo Padre โ nel quale ciรฒ รจ particolarmente urgente.
Il nostro mondo rimane spesso avvinto dentro logiche individualistiche e fatica a scrollarsi quellโegoismo che, se apparentemente rende piรน forti, in realtร riveste di vulnerabilitร ogni iniziativa, segnata da scarsa progettualitร , dal perseguimento di interessi di parte, dallโoblio delle generazioni future e della sostenibilitร del sistema. Questa, quindi, รจ la medicina prescritta dal Santo Padre: fermarsi a contemplare la misericordia che รจ stata usata verso di noi, e della quale sempre abbiamo bisogno, per non diventare insensati e illudersi che tutto ci appartenga, chiudendoci nellโindifferenza di un mondo sempre meno solidale. Lโesperienza di essere continuamente rinnovati dal perdono ci spinge a usare a nostra volta misericordia verso chi ha sbagliato e verso chi รจ in difficoltร . Una comunitร che giudica ed esclude non ha futuro, ma si condanna alla divisione sociale che non giova ad alcuno. Tanto piรน che โ come diceva domenica scorsa il Papa incontrando un gruppo di carcerati โ โtutti abbiamo bisogno di essere purificati, di essere lavatiโ per โandare a tavolaโ, โuna tavola dalla quale il Signore vuole che nessuno rimanga fuoriโ .
Ecco allora il grande orizzonte che ci รจ posto davanti: ricostruire la nostra societร alla luce della misericordia, rivedendo le logiche che la reggono. Si tratta di ri-progettare, ri-fondare e ri-costruire un tessuto piรน umano, fondato sulla fiducia e sulla comprensione. Ciรฒ non significa abdicare alla giustizia, ma renderla piรน giusta e umana. In questo processo di rinnovamento e di autentica rinascita, la Chiesa sente di avere un fondamentale ruolo di testimonianza e di richiamo ai valori del rispetto vicendevole e della promozione umana. ร una missione nella quale Papa Francesco apre la cordata e ci trascina con il suo esempio e la sua inesauribile carica interiore, con il suo desiderio di incontrare tutti e di annunciare a tutti โ nessuno escluso โ che Dio ci ama e ci accompagna, e per questo un mondo migliore รจ veramente possibile.
2. Parlare dellโuomo allโuomo contemporaneo
Il fenomeno migratorio non รจ lโunico segno del cambiamento epocale in atto. Il Santo Padre, nella recente Enciclica, ha sottolineato che โnon cโรจ ecologia senza unโadeguata antropologiaโ, affermando cosรฌ la radicalitร della questione antropologica: questa, a seconda dei contenuti, ispira una civiltร umana o antiumana. E aggiunge con chiarezza che โlโantropocentrismo moderno, paradossalmente, ha finito per collocare la ragione tecnica al di sopra della realtร โ.
Proprio questo vuol essere il centro del Convegno Ecclesiale di novembre: le parole del Papa non solo confermano, ma illuminano la nostra riflessione e incoraggiano la strada del decennio sul tema educativo. Educare, infatti, richiede un fulcro da cui partire e a cui tornare, richiede cioรจ una visione antropologica vera e completa, aperta alla trascendenza, alla relazione e alla unitarietร della persona. La crisi antropologica sta allโinterno di quella che il Papa chiama โcultura del relativismoโ: โQuesta รจ la stessa patologia che spinge una persona ad approfittare di unโaltra e a trattarla come un mero oggetto, obbligandola a lavori forzati o riducendola in schiavitรนโ . La distorsione antropologica porta a uno squilibrio sempre piรน vasto nelle relazioni con gli altri, con lโambiente e con il mondo, con la vita. E, innanzitutto, con se stessi, giungendo a quella cultura dellโ โusa e gettaโ che porta a scartare tutto ciรฒ che non rientra nei propri scopi: โSe lโessere umano si dichiara autonomo dalla realtร e si costituisce dominatore assoluto, la stessa base della sua esistenza si sgretolaโ , e cosรฌ la stessa vita sociale, ritenendosi ciascuno in diritto di decidere qualunque cosa a prescindere. Quando la cultura si corrompe, non si riconosce piรน alcuna veritร oggettiva nรฉ principi universalmente validi.
ร significativo che i Presidenti delle Conferenze Episcopali dโEuropa abbiano affermato la centralitร e lโurgenza della questione antropologica, rispetto alle derive che si moltiplicano e dilagano nei rispettivi Paesi. Tutti si sono chiesti come poter operare affinchรฉ il rinnovato annuncio del Signore Gesรน possa toccare i cuori e illuminare le menti, per non essere omologati dalla dittatura del pensiero unico di cui spesso parla il Santo Padre. In questa prospettiva, non pochi di loro guardano con interesse al nostro prossimo Convegno nazionale, dove, al di lร di analisi giร note, come Chiesa italiana ci impegniamo a individuare strade da percorrere e obiettivi da perseguire.
3. Un esodo di disperazione
A metร settembre si รจ riunita la Plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE) in Terra Santa, in segno di solidale vicinanza ai Pastori, alle comunitร cristiane e alle popolazioni di quel martoriato territorio, dove il Figlio di Dio si รจ incarnato e ci ha redenti. Abbiamo vissuto toccanti momenti di preghiera, di ampio scambio tra gli Episcopati del nostro Continente, e di ascolto delle molteplici realtร locali. Il Consiglio, inoltre, ha prestato attento ascolto alla disperazione incarnata da migranti, profughi e rifugiati: โNon dobbiamo lasciarci spaventare dal loro numero โ avvertiva il Papa intervenendo al Congresso degli Stati Uniti โ ma piuttosto vederle come persone, guardando i loro volti e ascoltando le loro storie, tentando di rispondere meglio che possiamo alle loro situazioni. Rispondere in un modo che sia sempre umano, giusto e fraternoโ.
โLa complessitร di questo esodo, con le sue inevitabili differenziazioni โ abbiamo evidenziato a nostra volta nel Messaggio finale โ richiede da parte dei singoli Stati, le cui situazioni sono radicalmente diverse, molta attenzione al fine di rispondere tempestivamente alle necessitร di aiuto immediato e di accoglienza (โฆ). Gli Stati devono mantenere lโordine pubblico, garantire la giustizia per tutti e offrire una generosa disponibilitร per chi ha veramente bisogno, nella prospettiva di una integrazione rispettosa e collaborativaโ . Nello stesso tempo, รจ stato riconosciuto il โgrande impegno delle Chiese che, seguendo le indicazioni del Santo Padre Francesco, collaborano con gli Stati i quali restano i primi responsabili della vita sociale ed economica dei loro popoliโ.
Poichรฉ il fenomeno costituisce una svolta storica, anche lโOnu รจ chiamato in causa: allโAssise, che rappresenta al massimo livello le Nazioni della Terra, si รจ fatto riferimento auspicando che โprenda in deciso esame la situazione e giunga ad efficaci soluzioni non solo rispetto alla prima accoglienza, ma anche ai Paesi di provenienza dei migranti, adottando misure adeguate per fermare la violenza e costruire la pace e lo sviluppo di tutti i popoliโ. In sostanza, di fronte a persone che per fuggire alla disperazione rischiano la vita, non si puรฒ nรฉ stare a guardare con fastidio โ come lโEuropa ha fatto per anni โ nรฉ fare i sofisti. La coscienza umana esige di intervenire: รจ quanto ha fatto lโItalia fin dalla prima ora, e continua con impegno, generositร , al meglio del possibile. Nessuno puรฒ dar lezione o muovere rimproveri: in prima linea sulle coste lโItalia cโera, a differenza di altri. Ora lโonda di piena si allarga poichรฉ, come ho detto in altre sedi, il Sud del mondo si รจ messo in marcia e non รจ disposto a fermarsi. Sembra essere giunta lโora della concertazione: vogliamo sperare che tale processo non si fermi e sia nel segno di una gratuitร senza calcoli. Cosรฌ come speriamo che โ senza bisogno di barriere โ si progetti un futuro sicuro, produttivo e sereno per tutti, per chi ospita come per chi arriva.
Il fenomeno richiede di intervenire su un triplice fronte: lโoggi, il domani e i Paesi di provenienza. A chi ha fame bisogna, innanzitutto, dar da mangiare con urgenti interventi. Le comunitร cristiane lo sanno e operano con trasparenza, lontane da qualunque basso interesse, seguendo le normative delle Prefetture. Del resto, da ben prima dellโonda migratoria, sono impegnate sulla frontiera della povertร nostrana che non sembra avere termine. Il secondo fronte รจ quello di un futuro di dignitร , poichรฉ non si puรฒ vivere perennemente da assistiti: ciรฒ richiede condivisione della stessa lingua, lavoro e casa. Infine, la Comunitร internazionale deve concretamente intervenire favorendo lo sviluppo dei Paesi di provenienza, perchรฉ nessuno sia costretto a fuggire da guerra, persecuzione e miseria. Tale impegno necessita di risorse ingenti, tempi lunghi e volontร politiche certe. La sfida รจ grande, ma ineludibile: chi credesse di porvi rimedio attraverso improbabili scorciatoie, sbaglierebbe sul piano etico e sarebbe miope su quello politico.
Vogliamo rinnovare il nostro grazie al Santo Padre per il recente invito ad accogliere una famiglia di immigrati in ogni Parrocchia, comunitร religiosa, santuario, monastero dโEuropa. Lo ringraziamo perchรฉ, anche nelle situazioni piรน complesse, Egli ci indica la via del Vangelo. Vogliamo essere in prima fila nel rispondere a questo pressante appello. Giร lo siamo con la generosa collaborazione con le Amministrazioni locali; in questi giorni cercheremo le vie piรน sicure e praticabili per corrispondere allโappello del Papa, facendo anche una mappa dei migranti che giร sono ospitati nelle strutture ecclesiali o sono accompagnati dai nostri volontari in enti non diocesani. E โ nella responsabilitร dei singoli Vescovi โ prenderemo in attento esame le norme civili, alle quali attenerci in vista di una accoglienza piรน capillare.
4. Le persecuzioni
Parlando dellโonda migratoria, abbiamo accennato anche alla fuga da sanguinarie persecuzioni di ordine religioso o etnico. La maggior parte colpiscono i cristiani, come ha denunciato Papa Francesco nel suo intervento alle Nazioni Unite: โI cristiani, insieme ad altri gruppi culturali o etnici e anche con quella parte dei membri della religione maggioritaria che non vuole lasciarsi coinvolgere dallโodio e dalla pazzia, sono stati obbligati ad essere testimoni della distruzione dei loro luoghi di culto, del loro patrimonio culturale e religioso, delle loro case ed averi e sono stati posti nellโalternativa di fuggire o di pagare lโadesione al bene e alla pace con la loro stessa vita o con la schiavitรนโ.
La mattanza continua, programmata e feroce sia in Terra Santa che in altri Paesi del Medio Oriente e del Continente africano: sembra che qualcuno abbia deciso di sradicare i cristiani per bonificare il territorio! Colpevoli di che cosa? Forse di portare il sigillo di Cristo? Forse di essere operatori di pace e di bene senza colori, come si vede nelle mille istituzioni e opere di bontร che anche noi โ Vescovi italiani โ colร sosteniamo? Perchรฉ, domandiamo al mondo occidentale, perchรฉ non alza la voce su tanta ferocia e ingiustizia? E, allargando la domanda, chi procura armi per alimentare i molti conflitti? Chi compera petrolio da chi taglia le gole o affama o violenta senza pietร ? Chi vuole la destabilizzazione sistematica di intere aree servendosi di ogni pretesto, religioso, politico, culturale? Chi soffia sul fuoco della confusione, della paura, del fanatismo, dellโignoranza, e manipola gruppi, etnie, popoli? Chi sono i grandi burattinai che โ dietro la maschera del perbenismo โ decidono le sorti dei poveri e dei deboli con il criterio di incrementare il proprio lucro e il proprio potere? Questi due idoli non hanno colore e trovano facili alleanze! Ma ricordiamo: la disperazione umana ha una soglia di limite, che โ una volta raggiunta โ nessuno potrร fermare.
5. La famiglia
โLa famiglia, per la Chiesa, non รจ prima di tutto un motivo di preoccupazione, ma la felice conferma della benedizione di Dio al capolavoro della creazione โ ha sottolineato domenica scorsa Papa Francesco โ per cui la stima e la gratitudine devono prevalere sul lamento, nonostante tutti gli ostacoli che abbiamo di fronteโ.
Riuniti attorno al Papa, da domenica prossima la famiglia โ papร , mamma, figli โ sarร il fulcro della riflessione dei Padri: una considerazione a tutto campo, ancorata alla fede cattolica, attenta al popolo di Dio e alle dinamiche di questo tempo, e insieme libera dalle logiche del mondo.
Anche il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee ne ha parlato con grande attenzione: โLa Chiesa crede nella famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna: essa รจ la cellula basilare della societร umana e della stessa comunitร cristiana. Non si vede perchรฉ realtร diverse di convivenza debbano essere trattate nello stesso modo. Particolare preoccupazione desta il tentativo di applicare la โteoria del genderโ: รจ un progetto del pensiero unico che tende a colonizzare anche lโEuropa, e di cui spesso ha parlato Papa Francescoโ.
Il Santo Padre, parlando dellโecologia umana, fa sue le parole di Benedetto XVI โโAnche lโuomo possiede una natura che deve rispettare e che non puรฒ manipolare a piacereโ โ e le commenta dicendo che โanche apprezzare il proprio corpo nella sua femminilitร o mascolinitร รจ necessario per poter riconoscere se stessi nellโincontro con lโaltro diverso da sรฉ (โฆ). Pertanto non รจ sano un atteggiamento che pretenda di cancellare la differenza sessuale perchรฉ non sa piรน confrontarsi con essaโ . Le parole piรน sacre della vita e della storia umana โ come persona e libertร , amore e famiglia, vita e morte, sessualitร e generazione โ sono sottoposte da decenni a forti pressioni culturali. Cosรฌ che ciรฒ che fino a ieri era impensabile oggi diventa plausibile e addirittura oggetto di legislazione. In diversi Paesi europei, perfino certe aberrazioni come la pedofilia, lโincesto, lโinfanticidio, il suicidio assistito sono motivo di discussioni e di interrogativi non astratti.
ร risaputo che tutto ciรฒ non รจ casuale: attraverso alcune tecniche di persuasione delle masse โ la piรน nota รจ la cosiddetta โfinestra di Overtonโ, una finestra mentale che si allarga sempre di piรน attraverso sei fasi precise โ si riesce a far accettare lโintroduzione e la successiva legalizzazione di qualsiasi idea o fatto sociale, fosse anche la pratica che, al momento, lโopinione pubblica ritiene maggiormente inaccettabile. Uno di questi passaggi รจ quello che potremmo chiamare la โcultura degli eufemismiโ: consiste nel chiamare le cose peggiori con nomi meno brutali e respingenti per la sensibilitร generale.
In questa prospettiva, lโeducazione delle giovani generazioni deve nascere in famiglia ed essere in ogni modo custodita e vigilata dai genitori nelle istituzioni e in particolare nella scuole. Come prevede il Ministero, infatti, โle famiglie hanno il diritto, ma anche il dovere, di conoscere prima dellโiscrizione dei propri figli a scuola i contenuti del Piano dellโofferta formativa (POF)โ. Quindi le scuole sono chiamate ad โassumere le iniziative utili per assicurare da parte delle famiglie una conoscenza effettiva e dettagliata del POFโ; la stessa โpartecipazione a tutte le attivitร extracurriculari, anchโesse inserite nel POF, prevede la richiesta del consenso dei genitori per gli studentiโ.
Le pressioni europee sono sempre piรน pesanti e insistenti anche in materie che non competono allโUnione, come il diritto di famiglia e โ piรน ampiamente โ i valori morali e spirituali che hanno formato la coscienza e la storia delle singole Nazioni. Anche a tale proposito sono illuminanti le parole del Papa: โLa visione consumistica dellโessere umano, favorita dagli ingranaggi dellโattuale economia globalizzata, tende a rendere omogenee le culture e a indebolire lโimmensa varietร culturale, che รจ un tesoro dellโumanitร โ. Veramente tra i luoghi deteriorati dallโindividualismo, laddove sono custodite le fondamenta dellโumanitร , cโรจ la famiglia, ancor prima che il sociale e il politico: โUna societร cresce forte, cresce buona, cresce bella e cresce sana se si edifica sulla base della famigliaโ. Rispetto a tali problemi, a volte si sente parlare di โirrilevanzaโ dei cattolici nella societร : la vera questione non รจ perรฒ essere rilevanti per il mondo, ma il rimanere fedeli a Cristo. Lโesempio di tanti martiri del nostro tempo ce ne dร ampia testimonianza.
6. La missione educativa
Molti sono i fatti tristi di cronaca che ogni giorno invadono le nostre case: violenze, soppressione di vite umane, corruzione, un potere mafioso sempre piรน arrogante e sfidante, il malaffare, la vergogna del caporalato, la speculazione sui poveri, la prevaricazione verso chi non puรฒ difendersi, il bullismo fisico o cibernetico, il traffico di droghe sempre piรน sofisticate, il rifiuto del diverso, la piaga tollerata e โintoccabileโ del gioco dโazzardoโฆ Tale spettacolo non deve farci dimenticare il popolo degli onesti, popolo grande, maggioritario, che porta avanti non solo la propria esistenza con dignitร , ma anche le proprie famiglie e la vita della Nazione. Senza questo popolo, nessuna legge o programmazione potrebbe avere risultati. A questa moltitudine rendiamo onore e vorremmo che sentisse la nostra vicinanza di Pastori e di cittadini, unita alla gratitudine e allโincoraggiamento a non cedere mai alla sfiducia e ai cattivi esempi.
Lo spettacolo a cui siamo sottoposti ogni giorno, dovrebbe perรฒ provocare tutto il Paese ad un serio esame di coscienza a partire da una veritร molto semplice: si raccoglie ciรฒ che si semina. Le buone leggi sono necessarie e doverose, devono mirare al bene comune, non allโinteresse di pochi; ma non bastano senza unโintensa, costante, vera opera educativa. Se si semina lโidea che esistono solo diritti ma non anche doveri; se si afferma che ogni desiderio individuale deve essere riconosciuto da tutti e diventare legge; se chi รจ piรน forte e ha piรน voce vince sugli altri; se la fatica e il sacrificio, la fedeltร e il quotidiano vengono di fatto negati e sbeffeggiati come negazione dellโaffermazione di sรฉ e della propria felicitร , allora si sta seminando vento: si raccoglierร tempesta!
Educare integralmente significa non solo puntare al meglio โ spirituale e morale, sociale e lavorativo โ ma anche riconoscere che il limite, la misura, la prova, lโimpossibilitร , lโinsuccesso e la sofferenza, fanno parte della vita. E che accettarli non significa cedere a un atteggiamento rinunciatario, ma partire col piede giusto.
Ritorna la bellezza e preziositร della famiglia, cellula sorgiva di relazioni, il piรน efficace modello di societร , dove si scopre che gli altri sono la condizione affinchรฉ si possa vivere liberi e felici. Ogni sfida, dunque, in ultima analisi arriva a questo snodo, quello educativo. Noi Vescovi non abbiamo particolari competenze in certi ambiti, ma in quello educativo riconosciamo la missione che il Signore ci ha affidato con assoluta chiarezza: essa รจ parte integrante della evangelizzazione, consapevoli che รจ in Gesรน Cristo la possibilitร di un umanesimo vero e pieno. E quindi di un vivere insieme autenticamente umano. Sappiamo che sono in causa i primi e insostituibili maestri dei figli, i genitori e le famiglie, a cui la Chiesa โ esperta in umanitร โ continuerร ad affiancarsi con il suo patrimonio di sapienza educativa. Lo stesso riteniamo che sarร per la scuola italiana, grazie soprattutto a docenti competenti e dediti, ai quali rinnoviamo la nostra stima e incoraggiamento con lโauspicio che la loro missione sia sempre meglio riconosciuta da tutti.
Vorremmo dire una parola anche alla societร intera, senza la quale lโopera educativa risulterร un insieme di voci discordi e di esempi contradditori. Incisive sono le parole di un grande educatore del secolo scorso, Romano Guardini: โSi puรฒ dire che il primo fattore รจ ciรฒ che lโeducatore รจ; il secondo ciรฒ che lโeducatore fa; solo il terzo, ciรฒ che egli diceโ.
7. Il Paese
Prima di concludere, come non far nostro lโappello che Papa Francesco ha rivolto ai governanti perchรฉ facciano โtutto il possibile affinchรฉ tutti possano disporre della base minima materiale e spirituale per rendere effettiva la loro dignitร e per formare e mantenere una famiglia, che รจ la cellula primaria di qualsiasi sviluppo socialeโ.
La gente chiede lavoro per tutti, a cominciare dai giovani che, senza, non possono fare un progetto di vita, e cosรฌ per coloro che, piรน avanti negli anni, lโhanno perso pur avendo famiglia da mantenere e impegni da onorare. Gli esperti ripetono che i segnali positivi sono cominciati; nellโagone politico e mediatico, perรฒ, le informazioni e i dati forniti si rincorrono e non di rado si contraddicono. Ciรฒ non giova a restituire fiducia. ร soprattutto lโeconomia reale che deve fornire dati certi e concreti. Molti guardano al nostro Paese con interesse sia politico che economico: ma lโItalia non รจ nรฉ una โprovinciaโ di qualche impero, nรฉ un โprotettoratoโ, nรฉ un โlaboratorioโ. La globalizzazione non sia, quindi, lโoccasione per allargare gli orizzonti industriali a scapito della proprietร e del patrimonio professionale dei lavoratori, patrimonio che รจ frutto di studio serio e di apprendimento sul campo, in un passaggio di esperienza, valori, partecipazione, che non ha confronti nรฉ prezzo.
Insieme al dato dellโoccupazione โ legato alla produzione e allo sviluppo โ vi รจ un altro indicatore che, almeno nei Paesi occidentali, rivela lo stato di salute di una societร : i figli. Quando un Paese assicura casa e lavoro sufficiente, e quando il suo quadro culturale e valoriale, la sua filosofia di vita รจ sana, allora nel cuore della gente nasce la fiducia e nuove vite germogliano benvenute, accolte come un dono per tutti. La natalitร รจ la prova piรน evidente e sicura dello sviluppo e del futuro, almeno per i nostri Paesi. In questa direzione singoli, famiglie, istituzioni civili e religiose devono remare con lealtร e forza, senza distrazioni su problemi secondari.
Come Chiesa offriamo un leale contributo di speranza e di condivisione operosa alla gente, senza distinzioni. Non รจ inutile riaffermare anche che le strutture che sono riconducibili a realtร ecclesiastiche e che svolgono attivitร di natura commerciale, rispettano gli impegni a cui per legge sono tenute. Cerchiamo di rispondere in ogni modo ai bisogni crescenti delle persone โ provate da un welfare sempre meno organico โ mettendo in campo volontari, risorse e servizi. Ne sono un esempio i sei milioni di pasti assicurati ogni anno dalle nostre mense e i 15.000 servizi rivolti ai piรน indigenti, quali i senza dimora, i coniugi impoveriti dalla separazione, le vittime del disagio psichico e molti altri. In una cultura dello scarto e della fretta, dove tutto diventa anonimo, รจ importante che le persone si sentano accolte e ascoltate: in questa prospettiva, ai nostri centri di ascolto ogni giorno approdano almeno 500.000 solitudini, bisognose di uno sguardo, di un sorriso, di considerazione.
โIl mondo contemporaneo apparentemente connesso, sperimenta una crescente e consistente e continua frammentazione sociale che pone in pericolo ยซogni fondamento della vita socialeยป e pertanto ยซfinisce col metterci lโuno contro lโaltro per difendere i propri interessiยปโ, notava il Papa nel suo intervento allโOnu. Come Chiesa che vive in Italia non rinunciamo a confrontarci e impegnarci per โprivilegiare azioni che possano generare nuovi dinamismi nella societร e che portino frutto in importanti e positivi avvenimenti storiciโ.
A Santa Maria del Fiore affidiamo con fiducia i nostri lavori, il nostro confronto fraterno e la vita delle nostre Comunitร cristiane.
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