Prolusione del card. Bassetti al Consiglio Permanente della CEI 22/24 Gennaio 2018

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Cari confratelli ed amici,

tra i tanti frutti che ci ha lasciato il recente viaggio di Papa Francesco in Cile e in Perรน ce nโ€™รจ uno che chiama direttamente in causa il nostro ministero episcopale: รจ lโ€™invito a ยซchiedere a Dio che ci dia la luciditร  di chiamare la realtร  col suo nome, il coraggio di chiedere perdono e la capacitร  di imparare ad ascoltare quello che Lui ci sta dicendoยป. Essere padri nella fede significa essere umili servitori di tutto il popolo cristiano; pastori che sanno ascoltare, perdonare e, soprattutto, affrontare ยซla realtร  cosรฌ come ci si presentaยป e non come vorremmo che fosse, in base alle nostre idee o ai nostri progetti[1].

Paolo VI diceva che ยซuno degli atteggiamenti caratteristici della Chiesa dopo il Concilio รจ quello dโ€™una particolare attenzione sopra la realtร  umana, considerata storicamente; cioรจ sopra i fatti, gli avvenimenti, i fenomeni del nostro tempoยป. Non a caso, ยซuna parola del Concilioยป che รจ ormai ยซentrata nelle nostre abitudiniยป consiste nello scrutare ยซi segni dei tempiยป. Attraverso questa locuzione, concludeva Montini, ยซil mondo per noi diventa libroยป perchรฉ la ยซscoperta dei โ€œsegni dei tempiโ€ รจ un fatto di coscienza cristiana; risulta da un confronto della fede con la vitaยป[2].

La nostra lettura del libro del mondo, ieri come oggi, non รจ, in alcun modo, quella dei politici, degli scienziati o degli intellettuali, ma รจ quella di pastori che si impegnano a discernere questo libro con la luce di Cristo. Del resto, sono proprio la nostra esperienza cristiana, la frequentazione del Vangelo e la celebrazione dei sacramenti a chiederci โ€“ vorrei dire: a imporci โ€“ di non restare ai margini di quanto vivono la nostra gente e il nostro Paese.

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Ricostruire, ricucire, pacificare

Una sapienza antica ci insegna che ยซper ogni cosa cโ€™รจ il suo momentoยป: cโ€™รจ ยซun tempo per demolire e un tempo per costruireยป, un ยซtempo per stracciare e un tempo per cucireยป e, infine, un ยซtempo per la guerra e un tempo per la paceยป[3]. Questi passi del Qoรจlet vanno oggi riformulati con tre verbi che ci guideranno nella riflessione di questi giorni e nellโ€™azione pastorale del prossimo futuro: ricostruire, ricucire e pacificare.

Cโ€™รจ unโ€™urgenza morale di ricostruire ciรฒ che รจ distrutto. Lโ€™Italia รจ il Paese di una bellezza antica e prodigiosa, ricca di umanitร  e fede, di paesaggi incantevoli e con un patrimonio culturale unico al mondo. Una bellezza, perรฒ, estremamente fragile nel suo territorio, nei suoi borghi medievali, nelle sue cittร . Tra lโ€™altro, ancora oggi non possiamo dimenticare quelle migliaia di persone che hanno perso tutto con il terremoto. Sentiamo una vicinanza intima e profonda con questi uomini e queste donne. Ricostruire quelle case, riedificare quelle cittร , significa donare un futuro a quelle famiglie e vuol dire ricostruire la speranza per lโ€™Italia intera.

Cโ€™รจ poi unโ€™urgenza spirituale di ricucire ciรฒ che รจ sfilacciato. Ricucire la comunitร  ecclesiale italiana, esortandola a interpretarsi nellโ€™orizzonte della Chiesa universale. Ricucire la societร  italiana, aiutandola a vivere come corpo vivo che cammina assieme. Occorre riprendere la trama dei fili che si dipana per tutto il Paese con lโ€™attenzione a valorizzarne le tradizioni, le sensibilitร  e i talenti. Ricucire significa, quindi, unire. Unire la comunitร  ecclesiale, unire il Paese: da Lampedusa ad Aosta, da Trieste a Santa Maria di Leuca.

Cโ€™รจ infine unโ€™urgenza sociale di pacificare ciรฒ che รจ nella discordia. Il nostro Paese sembra segnato da un clima di ยซrancore socialeยป, alimentato da una complessa congiuntura economica, da una diffusa precarietร  lavorativa e dallโ€™emergere di paure collettive. Pacificare la societร  significa incamminarsi con spirito profetico lungo una strada nuova: quella strada che Giorgio La Pira chiamava ยซil sentiero di Isaiaยป. Un sentiero di pace che si propone di abbattere ยซil muro della diffidenzaยป e di costruire ponti di dialogo.

Ricostruire la speranza, ricucire il Paese, pacificare la societร . Tre verbi, tre azioni pastorali, tre sfide concrete per il futuro.

Unโ€™unica famiglia umana

รˆ un futuro che si misura direttamente anche con un fenomeno globale che ha ormai assunto unโ€™enorme rilevanza: mi riferisco alle migrazioni internazionali. Un tema complesso e cruciale, la cui discussione pubblica, perรฒ, รจ troppo spesso influenzata da equivoci, incomprensioni e contese politiche. Per fugare ogni dubbio e per amore alla veritร , mi sembra opportuno richiamare un aspetto per noi decisivo. La Chiesa cattolica, sin dalla fondazione, si prende cura dei poveri, degli ยซscartatiยป e degli ยซsconfitti della storiaยป, con uno spirito di totale obbedienza al Vangelo, perchรฉ vede nelle loro piaghe il riflesso di quelle di Cristo sulla Croce. I poveri, tutti i poveri, anche quelli forestieri di cui non sappiamo nulla,Q appartengono alla Chiesa ยซper diritto evangelicoยป come disse Paolo VI nel discorso di apertura della II sessione del Concilio Vaticano II. In virtรน di questo ยซdiritto evangelicoยป โ€“ e non certo in nome di una rivendicazione sociale โ€“ ogni cristiano รจ chiamato ad andare verso di loro con un atteggiamento di comprensione e compassione.

Proprio per questo, bisogna reagire a una ยซcultura della pauraยป che, seppur in taluni casi comprensibile, non puรฒ mai tramutarsi in xenofobia o addirittura evocare discorsi sulla razza che pensavamo fossero sepolti definitivamente. Non รจ chiudendo che si migliora la situazione del Paese. ยซAvere dubbi e timori non รจ un peccatoยป ha affermato Papa Francesco nella Giornata del migrante. Tuttavia, ยซil peccato รจ lasciare che queste paure determinino le nostre risposteยป.

Questโ€™anno, in particolare, ci ricorda una pagina buia della storia del nostro Paese: le leggi razziali del 1938. In quellโ€™occasione, in un clima di pavida indifferenza collettiva, Pio XI ebbe il coraggio di affermare che ยซlโ€™antisemitismo รจ inammissibileยป e poi aggiunse: ยซnoi siamo spiritualmente semitiยป. Oggi, in un contesto estremamente differente, noi possiamo far nostre, senza esitazioni, le parole di Paolo VI nella Populorum progressio. Di fronte allโ€™ostacolo del ยซrazzismoยป che impediva di edificare ยซun mondo piรน giusto e piรน strutturato secondo una solidarietร  universaleยป, Montini invocรฒ la ยซcaritร  universale che abbraccia tutti i membri della famiglia umanaยป[4]. E anche noi, oggi, in nome di Dio e della giustizia, possiamo riconoscerci con gioia come fratelli e sorelle di unโ€™ยซunica famiglia umanaยป[5].

In questa direzione non mancano, infatti, risposte positive e generose. Papa Francesco ha voluto parlarne con gratitudine al corpo diplomatico, auspicando che ยซle difficoltร  che il Paese ha attraversato in questi anni, le cui conseguenze permangono, non portino a chiusure e preclusioni, ma anzi ad una riscoperta di quelle radici e tradizioni che hanno nutrito la ricca storia della Nazione e che costituiscono un inestimabile tesoro da offrire al mondo interoยป. Sono grato di questo bel riconoscimento del Papa al nostro Paese.

Lavoro, famiglia, giovani

Nel contempo, sono grato anche al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel suo discorso di fine anno, ha sottolineato con forza che il lavoro resta la prioritร  per lโ€™Italia. Ormai da molto tempo anche come Chiesa italiana stiamo insistendo su questo tema, considerandolo una delle ยซprioritร  irrinunciabiliยป. Da Cagliari, dove lo scorso ottobre abbiamo vissuto la 48ยช Settimana sociale dei cattolici italiani, siamo ripartiti con alcune proposte concrete sul lavoro. Questโ€™esperienza, ampiamente positiva, non va sprecata, ma rafforzata e fatta crescere insieme con tutti coloro che vorranno impegnarsi in questo campo. Gli obiettivi sono grandi e impellenti: creare lavoro, combattere la precarietร  e rendere compatibile il tempo di lavoro con il tempo degli affetti e del riposo. Come ha detto Francesco, ยซil lavoro รจ sacroยป, fornisce ยซdignitร ยป ad ogni ยซpersona umanaยป e alla ยซfamigliaยป. Vorrei riassumere questi obiettivi con unโ€™affermazione ambiziosa: lavorare meglio, lavorare tutti.

Il lavoro รจ dunque una prioritร  ma รจ soprattutto una vera emergenza sociale. Unโ€™emergenza resa ancora piรน impellente dai dati relativi alla disoccupazione giovanile: sono troppi i nostri ragazzi che vengono ingiustamente mortificati nel loro talento e duramente provati nelle loro aspettative di vita, costringendoli spesso ad unโ€™amara e dolorosa emigrazione. รˆ un grido di dolore e di aiuto quello che viene dai nostri giovani. Che va raccolto e va fatto nostro. Come faremo nel prossimo Sinodo dei Vescovi.

Un altro dato che inquieta รจ quello relativo alla condizione di povertร  assoluta delle famiglie โ€“ si parla di oltre un milione e mezzo โ€“ con un aumento di ben il 97% rispetto a dieci anni fa. Se si fermano le famiglie, si ferma il motore sociale del Paese. Smette di battere il cuore della societร . รˆ necessario ripeterlo con forza: รจ urgente e doveroso aiutare, curare e sostenere, in ogni modo possibile, le famiglie italiane. Perchรฉ nelle famiglie risiede la struttura portante della nostra societร  e si pongono le basi del futuro. Da questo punto di vista, fa ben sperare lโ€™ampia condivisione che il โ€œPatto per la natalitร โ€, presentato la scorsa settimana dal Forum delle Associazioni Familiari, ha raccolto tra tutti gli esponenti di partito: chiediamo che alle dichiarazioni compiaciute segua la volontร  concreta di porre le politiche familiari come prioritร  allโ€™interno dei vari programmi in vista delle elezioni.

Un appuntamento per lโ€™Italia

Il riferimento appena fatto mi permette di toccare lโ€™ultimo spunto di riflessione: le prossime elezioni politiche. Come Vescovi ci uniamo innanzitutto allโ€™appello del Capo dello Stato a superare ogni motivo di sfiducia e di disaffezione per partecipare alle urne con senso di responsabilitร  nei confronti della comunitร  nazionale.

Richiamato il valore morale e democratico del voto, voglio essere altrettanto chiaro sul fatto che la Chiesa non รจ un partito e non stringe accordi con alcun soggetto politico. Il ยซrisveglio della Chiesa nelle animeยป evocato da Romano Guardini, lo ยซsviluppo integrale dellโ€™uomoยป promosso da Paolo VI e il dialogo con tutti costituiscono il nostro orizzonte di riferimento. Con unโ€™ulteriore specificazione riguardo al dialogo. Come ha detto Papa Francesco al Convegno ecclesiale di Firenze ยซdialogare non รจ negoziareยป. Negoziare, infatti, consiste soltanto nel ยซcercare di ricavare la propria โ€œfettaโ€ della torta comuneยป. Ma non รจ questo, ovviamente, ciรฒ che intendiamo. Dialogare significa, invece, ยซcercare il bene comune per tuttiยป.

Il bene comune per tutti: in questa prospettiva โ€“ la sola che ci sta a cuore โ€“ possiamo tracciare un orizzonte di idee e proposte che vogliono essere un contributo fattivo e concreto alla discussione pubblica.

Con questo spirito, voglio rivolgere a tutti i candidati un invito a riflettere sulla natura della vocazione politica. Perchรฉ di questo si tratta: una vocazione, una missione e non un trampolino di lancio verso il potere. Come ha scritto Francesco, ยซla politica, tanto denigrata, รจ una vocazione altissima, รจ una delle forme piรน preziose di caritร , perchรฉ cerca il bene comuneยป[6].

In secondo luogo, un invito alla sobrietร . Una sobrietร  nelle parole e nei comportamenti. La campagna elettorale sta rendendo serrato il dibattito, ma non si puรฒ comunque scordare quanto rimanga immorale lanciare promesse che giร  si sa di non riuscire a mantenere. Altrettanto immorale รจ speculare sulle paure della gente: al riguardo, bisogna essere coscienti che quando si soffia sul fuoco le scintille possono volare lontano e infiammare la casa comune, la casa di tutti.

In terzo luogo, la ricerca sincera del bene comune. Non a parole ma con i fatti. Per il futuro del Paese e dellโ€™intera sua popolazione, da Nord a Sud, occorre mettere da parte le vecchie pastoie ideologiche del Novecento e abitare questo tempo con occhi sapienti e nuovi propositi di ricostruzione del tessuto sociale ed economico dellโ€™Italia. In questa grande opera, รจ auspicabile lโ€™impegno di tutte le persone di buona volontร , chiamate a superare le pur giustificate differenze ideologiche per raggiungere una reale collaborazione nel servizio del bene comune. E, se posso indicare un ambito privilegiato su cui impegnarsi, raccomando la scuola, dove si gioca la partita decisiva del percorso formativo dei nostri ragazzi. Di questa scuola sono parte integrante e qualificata le scuole pubbliche paritarie, ancora in attesa dellโ€™adempimento di promesse relative a sostegni doverosi, da cui dipende la loro stessa sopravvivenza.

Vorrei, infine, rivolgere tre indicazioni ai cattolici in politica.

La prima: vivete la politica con gratuitร  e spirito di servizio. Testimoniate questa gratuitร  con gesti concreti e con una vita politica degna della vostra missione, ricordando che i cristiani di ogni tempo ยซvivono sulla terra, ma hanno la loro cittadinanza in cieloยป[7].

La seconda: guardate al passato per costruire il futuro. Guardate ad una stagione alta e nobile del cattolicesimo politico italiano. Prendete come esempi uomini e donne di diverso schieramento politico che, nella storia della Repubblica, hanno saputo indicare percorsi concreti e interventi mirati per affrontare le questioni e i problemi della nostra gente.

La terza: abbiate cura, senza intermittenza, dei poveri e della difesa della vita. Sono due temi speculari, due facce della stessa medaglia, due campi complementari e non scindibili. Non รจ in alcun modo giustificabile chiudere gli occhi su un aspetto e considerare una parte come il tutto. Un bambino nel grembo materno e un clochard, un migrante e una schiava della prostituzione hanno la stessa necessitร  di essere difesi nella loro incalpestabile dignitร  personale. E di essere liberati dalla schiavitรน del commercio del corpo umano, dallโ€™affermazione di una tecnoscienza pervasiva e dalla diffusione di una mentalitร  nichilista e consumista. Lo dico anche a riguardo delle recenti ยซNorme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamentoยป: ci preoccupa la salvaguardia della speciale relazione tra paziente e medico, la giusta proporzionalitร  delle cure โ€“ che non deve mai dar luogo alla cultura dello scarto โ€“, la possibilitร  di salvaguardare lโ€™obiezione di coscienza del singolo medico e di evitare il rischio di ยซaziendalismoยป per gli ospedali cattolici.

In definitiva, vorrei ricordare a tutti: la vita non si uccide, non si compra, non si sfrutta e non si odia!

Un ultimo punto โ€“ che accenno soltanto, ripromettendomi di affrontarlo nel corso dei nostri lavori โ€“ รจ una proposta che mi sta particolarmente a cuore e che, in un orizzonte davvero europeo, riguarda il rilancio dellโ€™impegno per la pace nel Mediterraneo: ne riparleremo in queste giornate.

Cari confratelli, lo Spirito Santo ci sostenga nellโ€™affrontare con umiltร  la nostra chiamata ad essere docili servitori della Chiesa e dellโ€™intera famiglia umana; la Vergine Maria ci assista e ci protegga sempre, donandoci lโ€™amore per Suo figlio e un autentico spirito missionario!

[1] ย  Francesco, Incontro con sacerdoti, religiosi e religiose, consacrati e seminaristi, Santiago del Cile, 16 gennaio 2018.

[2] ย  Paolo VI, Udienza generale, 16 aprile 1969.

[3] ย  Qoรจlet 3, 1-8.

[4] ย  Populorum progressio, 62, 1967.

[5] ย  Cfr. Benedetto XVI, Messaggio per la XLI giornata mondiale della pace, 1ยฐ gennaio 2008.

[6] ย  Evangelii gaudium, 205.

[7] ย  Epistola a Diogneto, 5, 9.

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