Presentazione della Beatificazione di Papa Giovanni Paolo I

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Alle ore 11.30 di questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, si รจ svolta la Conferenza Stampa di presentazione della Beatificazione di Papa Giovanni Paolo I (al secolo Albino Luciani), che avrร  luogo domenica 4 settembre in Piazza San Pietro.

Sono intervenuti: lโ€™Em.mo Card. Beniamino Stella, Postulatore della Causa di Beatificazione; la Dott.ssa Stefania Falasca, Vice-Presidente della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I , Vice-Postulatrice della Causa; Don Davide Fiocco, Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I , in rappresentanza della Diocesi di Belluno-Feltre; la Dott.ssa Lina Petri, Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I , nipote del Pontefice; Suor Margherita Marin, delle Suore di Maria Bambina; Padre Juan Josรฉ Dabusti, Sacerdote dellโ€™Arcidiocesi di Buenos Aires.

Pubblichiamo di seguito lโ€™intervento del Cardinale Beniamino Stella e di Don Davide Fiocco, nonchรฉ la testimonianza della Dott.ssa Lina Petri, di Suor Margherita Marin e di Padre J. Josรฉ Dabusti:

Intervento dellโ€™Em.mo Card. Beniamino Stella

Allโ€™inizio di questa incontro mi sembra opportuno ricordare brevemente la storia della Causa di beatificazione e canonizzazione di Albino Luciani, Giovanni Paolo I.

Sono passati 44 anni dalla sua morte, da quel 1978 che vide tre Successori di Pietro susseguirsi alla guida della Chiesa. Sono passate diverse generazioni. Ma bisogna ricordare che giร  subito dopo la morte di Giovanni Paolo I โ€“ un Papa che in poco piรน di un mese aveva conquistato il cuore di credenti e non di tutto il mondo โ€“ la sua fama di santitร , giร  presente in vita, cominciรฒ a diffondersi. Tanti fedeli avevano cominciato a pregarlo. Lโ€™allora vescovo di Belluno-Feltre, diocesi natale di Albino Luciani, ricevette molte richieste affinchรฉ ne introducesse la Causa.

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La tappa piรน significativa di queste richieste รจ datata 1ยฐ giugno 1990, quando lโ€™intera Conferenza Episcopale del Brasile chiese a Giovanni Paolo II di iniziare il processo. Ho definito questa tappa come significativa perchรฉ attesta la fama di santitร  e la sua diffusione crescente nel tempo, ottemperando cosรฌ a una condizione fondamentale per lโ€™introduzione di una causa di canonizzazione. I 226 vescovi firmatari evidenziarono le motivazioni che li avevano portati allโ€™istanza solidale, considerato lโ€™esempio dellโ€™ habitus virtuoso del Vescovo di Roma, Albino Luciani, che si mostrรฒ ยซsintesi tipica dellโ€™uomo di Dio, il quale รจ pienezza di umanitร  e insieme pienezza di Cristoยป e come tale egli ยซfu apostolo del Concilio, di cui spiegรฒ con cristallina luciditร  gli insegnamenti e tradusse rettamente in pratica le direttiveยป. Pertanto ยซla nostra piรน intima convinzione โ€“ affermavano in conclusione i vescovi brasiliani โ€“ รจ che stiamo interpretando il giudizio favorevole di molti altri fratelli nellโ€™episcopato, e traducendo una vivissima aspirazione dei fedeli della Chiesa del Brasile, come dei cattolici di tutto il mondoยป.

I tempi perรฒ non erano evidentemente ancora maturi. Purtroppo quellโ€™importante petizione da parte di uno degli episcopati numericamente piรน importanti del mondo, non smosse nulla. Il Dicastero per le Cause dei Santi, rispose infatti al vescovo di Belluno-Feltre, Maffeo Ducoli, che lโ€™avvio del processo appariva prematuro, essendo giร  in corso le cause riguardanti altri Papi (Pio IX, Giovanni XXIII, Paolo VI).

Una svolta fu lโ€™iniziativa del secondo successore di Ducoli, il vescovo salesiano mons. Vincenzo Savio, che nel 2002, alla vigilia del venticinquesimo anniversario della morte di Giovanni Paolo I, ottenne il consenso di iniziare il processo a Belluno e non a Roma, sede competente in quanto luogo dove il Candidato agli Altari era morto. In effetti Luciani aveva vissuto la sua intera vita โ€“ tranne gli ultimi 34 giorni di pontificato โ€“ in Veneto, tra Canale dโ€™Agordo, Belluno, Vittorio Veneto e Venezia, e dunque questa deroga era piรน che giustificata. Lโ€™inchiesta prese dunque avvio il 22 novembre 2003 e si chiuse il 10 novembre 2006. Il processo diocesano si articolรฒ in 203 sessioni, durante le quali โ€“ nelle sedi episcopali di Belluno, Vittorio Veneto, Venezia e Roma โ€“ vennero escussi 167 testimoni, tutti de visu a eccezione di uno, dei quali nove ex officio e ai quali si aggiungono le deposizioni di tre periti della Commissione storica. A questa, nella fase romana della Causa, ne seguรฌ unโ€™altra suppletiva, nel 2007, condotta dalla vice postulatrice, dott.ssa Stefania Falasca, presso la sede patriarcale di Venezia per integrare lโ€™investigazione delle fonti con lโ€™acquisizione di ulteriore documentazione, in particolare le carte dellโ€™Archivio Privato di Albino Luciani, oggi patrimonio della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I. Furono inoltre acquisite nuove deposizioni extraprocessuali di altri v entuno testimoni con particolare riferimento al periodo del pontificato e alla morte di Giovanni Paolo I, dei quali unโ€™importanza del tutto eccezionale riveste la testimonianza di papa Benedetto XVI per il suo finora unicum storico, in quanto รจ la prima volta che un papa emette una testimonianza de visu su un altro Papa e quella di suor Margherita Marin, che visse con Giovanni Paolo I per un mese insieme alle altre tre consorelle che si occupavano dellโ€™appartamento papale.

Il 17 ottobre 2016 i cinque corposi volumi della Positio con un totale di oltre tremilacinquecento pagine furono depositati presso il Dicastero per le Cause dei Santi. Lโ€™8 novembre 2017 Papa Francesco autorizzava la pubblicazione del Decreto riguardante le virtรน eroiche di papa Luciani, che diventava cosรฌ โ€œVenerabileโ€.

Alla fine di novembre di quello stesso anno si concludeva a Buenos Aires in Argentina anche lโ€™Inchiesta diocesana, avviata lโ€™anno precedente dalla vice postulatrice, per il caso della presunta guarigione straordinaria, avvenuta nel 2011 di una bambina per la quale era stata prospettata la morte imminente a causa di una grave forma di epilessia refrattaria e shock settico. Abbiamo qui il sacerdote Josรฉ Dabusti che pregรฒ per la sua guarigione ottenendo il miracolo, e ne ascolteremo la testimonianza. Il 13 ottobre 2021 papa Francesco ha autorizzato il Dicastero a promulgare il Decreto riguardante il miracolo. La Consulta medica dello stesso Dicastero aveva previamente riconosciuto, allโ€™unanimitร , trattarsi di una vicenda inspiegabile per la scienza. รˆ stato il passo che ha aperto la strada alla beatificazione, che stiamo per celebrare.

Diciannove anni di lavoro: la causa di Papa Luciani, anche se si รจ aperta a 25 anni dalla morte, non รจ stata nรฉ piรน lunga di altre, nรฉ piรน breve e agevolata di altre, per essere lui un Pontefice della Chiesa. รˆ stata una ricerca senza sconti: accurata, coscienziosa, scrupolosa, condotta con metodo storico-critico, sulla base di una seria e omnino plena investigazione delle fonti archivistiche, di una mirata ricerca bibliografica e di un ricco panorama testimoniale. Tutto รจ stato fatto secondo le regole canoniche, con scienza e coscienza da parte di chi vi ha lavorato per anni con passione e dedizione. Le fonti hanno poi permesso di stendere la prima biografia completa 1

Permettetemi ora di spendere una parola sul cuore di questa Causa, cioรจ sulla santitร  di Albino Luciani, che ho conosciuto personalmente da seminarista e poi da sacerdote. Era il mio vescovo e di lui conservo il migliore ricordo: uomo di preghiera assidua e profonda, di attento ascolto e capace di sostegno umano e spirituale, come pastore di sacerdoti e di popolo di Dio, dotto e preparato come maestro della fede e buon comunicatore della Parola di Dio, amico e fratello dei sacerdoti, visitatore dei malati e catechista impareggiabile. Di Luciani metterei in evidenza tre caratteristiche: sacerdote che pregava, che viveva poveramente e che si sentiva bene con la gente. In relazione alla povertร  mia madre soleva citare, talvolta, monsignor Luciani, per dire che il sacerdote non doveva avere conti in banca e libretto di assegni. Penso che lo avesse sentito da lui stesso nelle periodiche visite ed incontri dei genitori in seminario.

La santitร  di vita cristiana di Giovanni Paolo I รจ quella che si vive nella umiltร  e nella dedizione quotidiana alla Chiesa e al prossimo, ispirate dalle virtรน teologali, praticate con fervore interiore, e dove la croce e il sacrificio, e talvolta lโ€™umiliazione, hanno da contribuire a rendere il discepolo di Gesรน piรน vicino al suo Signore. Una fede che va allโ€™essenziale del Vangelo, che รจ annuncio e pratica della caritร . Da prete, vescovo e Papa รจ stato capace di manifestare attraverso la sua vita la tenerezza di un Dio misericordioso e materno.

La santitร  di Papa Luciani รจ importante per la Chiesa e per il mondo di oggi perchรฉ attraverso il suo esempio siamo richiamati al cuore della vita cristiana: allโ€™umiltร  e alla bontร  di chi sa riconoscersi peccatore bisognoso di misericordia, di chi vuole servire con dedizione generosa e con opere di bene gli altri, annunciando la gioia del Vangelo. Luciani ci testimonia il volto di una Chiesa umile, laboriosa e serena, preoccupata della sequela del suo Signore, lontana dalla frequente tentazione di misurare lโ€™incidenza e il valore del Vangelo dallo stato di opinione della gente, o della societร , nei propri confronti.

Ma cโ€™รจ un ultimo elemento che vorrei segnalare: Albino Luciani ci ha insegnato attraverso la sua testimonianza di vescovo, che ha a cuore la dimensione universale della Chiesa, lโ€™importanza dellโ€™amore generoso e dellโ€™obbedienza incondizionata al Successore di Pietro, cosรฌ come il grande valore dellโ€™unitร  e della comunione episcopale. Diversi episodi della sua biografia ci parlano di questo suo atteggiamento, frutto della sua fede profonda, che riconosce lโ€™importanza della comunione ecclesiale, vissuta talvolta nel sacrificio e nella rinuncia a posizioni e percezioni personali, per il bene della Chiesa e della sua vocazione innata allโ€™unitร , tanto desiderata da Gesรน nellโ€™Ultima Cena. Nella prefazione al volume sul Magistero di Giovanni Paolo I โ€“ che presenta per la prima volta ora il corpus completo e integrale dei testi e documenti di Giovanni Paolo I nel corso del suo pontificato, un servizio fondamentale che รจ stato realizzato per la cura della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I โ€“ papa Francesco, riprendendo le parole del santo vescovo Oscar Romero, afferma che: ยซil Successore di Pietro รจ la pietra di consistenza sulla quale prende unitร  la Chiesa che Cristo stesso edifica, col dono della sua grazia. E se le porte dellโ€™inferno e la morte non prevarranno, questo non accade per le โ€œspalle fragiliโ€ del Papa, ma perchรฉ il Papa โ€œรจ sostenuto da Colui che รจ la vita eterna, lโ€™immortale, il santo, il divino: Gesรน Cristo, nostro Signoreโ€. E questo รจ il mistero che risplende anche nella vicenda e negli insegnamenti di Giovanni Paolo Iยป 2

1 Stefania FALASCA, Davide FIOCCO, Mauro VELATI, ยซIo sono la polvereยป Giovanni Paolo I 1912-1978, Biografia ex documentis , ed. San Paolo, Cinisello Balsamo 2022.

2 GIOVANNI PAOLO I, Il Magistero, Testi e documenti del Pontificato, a cura della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I, con Prefazione di Papa Francesco, ed LEV-San Paolo, Cittร  del Vaticano-Cinisello Balsamo 2022, p.7.

Intervento di Don Davide Fiocco

1. Un grande evento per una piccola diocesi

รˆ una piccola diocesi quella di Belluno-Feltre โ€“ circa 180.000 abitanti โ€“ ma in questi giorni vive con intima gioia questo evento che la riguarda.

Giunge alla meta un percorso iniziato parecchi anni fa, grazie allโ€™intuizione e alla lungimiranza di mons. Vincenzo Savio, vescovo dal 2001 al 2004. Aprendo il sinodo diocesano nel 2003, egli invitรฒ la sua diocesi a riscoprire la santitร  fiorita tra le sue vallate, in modo particolare il cammino di โ€œdon Albinoโ€ โ€“ come ancora รจ chiamato โ€“ che era la piรน evidente testimonianza. Il vescovo vi intravedeva ยซla possibilitร  di approfondire il contesto di fede familiare e locale in cui Albino Luciani era cresciutoยป; e ancora evidenziava ยซla particolaritร  della formazione dei seminari di Feltre e di Belluno, da cui uscirono in quegli anni figure di spicco, in particolare il gesuita padre Felice Cappello e padre Romano Bottegalยป. Da questโ€™impulso รจ nato il processo di canonizzazione, che eccezionalmente venne avviato nella diocesi natia, anzichรฉ in quella della morte.

2. La reliquia

La reliquia proviene dallโ€™Archivio Privato Albino Luciani, oggi patrimonio della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo, che verrร  portata al Papa nel corso della cerimonia di Beatificazione. รˆ lo schema di una riflessione che Luciani dettรฒ nel 1956 sulle tre virtรน teologali, che significativamente saranno riprese nelle udienze del settembre 1978.

Il reliquiario รจ stato ideato e realizzato dallo scultore Franco Murer, un artista di Falcade, conterraneo di Albino Luciani. Egli ha fatto una scelta di materiali altamente simbolica: per basamento ha scelto una pietra raccolta nel fondovalle di Canale dโ€™Agordo, simbolo di quel fondamento familiare e parrocchiale, su cui il giovane Albino ha fondato le sue scelte di vita. Il basamento รจ sormontato dalla rappresentazione di una croce scolpita in un ciocco di legno, ricavato dagli schianti della tempesta Vaia (ottobre 2018): rappresenta le traversie dellโ€™esistenza di Luciani, su cui la Provvidenza ha saputo tracciare un cammino di santitร . La semplicitร  della realizzazione dร  il dovuto risalto allo scritto autografo del futuro Beato, incastonato nel simbolo cristiano per eccellenza, la Croce.

Dopo la beatificazione la reliquia con il reliquiario saranno conservati nella Cattedrale di Belluno, nella quale Albino Luciani prestรฒ il suo ministero dal 1943 al 1958 e dove, il 23 novembre 2003, venne solennemente aperta la Causa di Beatificazione e Canonizzazione.

Un ritorno a casa, un ritorno alle origini della sua predicazione, un ritorno alle radici.

3. Le radici della santitร  di Papa Luciani

E infatti โ€“ sullโ€™onda di quanto indicava mons. Savio โ€“ la beatificazione di Giovanni Paolo I impone di riconsiderare anche il background , nel quale affondano le radici della sua santitร , con uno sguardo alla comunitร  parrocchiale di origine.

Sappiamo che in quei decenni a cavallo tra lโ€™Ottocento e il Novecento furono anni difficili, segnati dallโ€™emigrazione, dalla prima guerra mondiale, da unโ€™economia di sussistenza. Tuttavia โ€“ a dispetto di molte vulgate, che troppo spesso hanno decantato lโ€™umiltร  e la provincialitร  del paese natale โ€“ la ricerca storica racconta la vitalitร  di una terra di confine, che fu sede di iniziative economiche e sociali che vantano la primogenitura anche a livello nazionale e soprattutto fu fucina di personalitร  di un certo rilievo.

Non รจ un caso che durante il Concilio Vaticano II โ€“ caso forse unico al mondo โ€“ questa piccola parrocchia montana contasse tra i Padri conciliari ben tre prelati: mons. Luciani, vescovo di Vittorio Veneto; padre Saba De Rocco (โ€  1984), generale dei Somaschi; mons. Giovanni Battista Costa (โ€  1996), figlio di emigranti e primo vescovo di Porto Velho in Brasile.

Testimone della vitalitร  culturale della Pieve di Canale dโ€™Agordo รจ pure la biblioteca parrocchiale, formatasi con i lasciti dei vari pievani. Attesta una sorprendente varietร  di interessi, che spaziano dalla teologia alle scienze esatte, libri in tedesco, greco, arabo, ebraico, vocabolario e grammatica cinesi e anche opere che a rigor di canoni figuravano tra i โ€œlibri proibitiโ€.

A sostenere la vitalitร  sociale e culturale del contesto furono soprattutto i parroci. Va menzionato don Antonio Della Lucia (โ€  1906), portabandiera del cooperativismo sociale, che nel 1872 fondรฒ la prima latteria sociale cooperativa dโ€™Italia e fu propugnatore dellโ€™alfabetizzazione della popolazione; รจ il formatore dei formatori di Albino Luciani.

Va poi ricordato don Filippo Carli (โ€  1934), il maestro del futuro Beato. Fu lui che gli insegnรฒ la necessitร  di un linguaggio comprensibile, istanza che Luciani ebbe come stella polare fin nelle udienze della Sala Nervi. Fu lui che nel 1931 incaricรฒ il giovane chierico Albino Luciani di catalogare la biblioteca, compulsando e recensendo oltre 1.200 volumi: e questi lo fece da par suo, concedendosi anche qualche ambiziosa stroncatura, infiammato dallโ€™ardore dello studente neofita. Questa inventariazione fu un significativo tassello per la solida preparazione umanistica e teologica che Luciani, aiutato da una formidabile memoria, possederร  con padronanza per tutta la vita.

Infine, se don Filippo ha dato al futuro papa un imprinting pastorale, vanno ricordati anche i vescovi e i superiori del Seminario bellunese che sul giovane prete agordino investirono, incoraggiandolo a prepararsi a Roma. รˆ quanto la diocesi di Belluno-Feltre ricorda con gratitudine.

4. Il coinvolgimento della Chiesa locale

A queste giornate romane sarร  presente una folta rappresentanza di bellunesi, autoritร  e fedeli, che si uniranno alla diocesi di Roma nella veglia di sabato 3 settembre e soprattutto parteciperanno alla celebrazione di domenica mattina. Sarร  il vescovo Renato Marangoni a formulare la petizione per la beatificazione, a nome della diocesi che รจ stata attrice della Causa.

Durante la primavera e lโ€™estate ci sono stati vari momenti di preparazione a questo evento, di cui avvertiamo lโ€™importanza storica. Si pensi che nel martirologio finora cโ€™รจ soltanto un fedele originario della nostra diocesi, il beato Bernardino da Feltre (โ€  1494).

Domenica 11 settembre รจ prevista la celebrazione di ringraziamento sulla piazza del paese natale, Canale dโ€™Agordo. Sarร  presieduta dal Patriarca di Venezia con al fianco i vescovi di Belluno-Feltre e di Vittorio Veneto. Durante il prossimo autunno i vicariati in cui รจ suddivisa la diocesi sono stati invitati a indire un pellegrinaggio al paese natale.

Nel frattempo sono entrati in fase di esecuzione i lavori per lโ€™adeguamento liturgico della cattedrale di Belluno: รจ la chiesa in cui Luciani prestรฒ servizio per 15 anni. Nel 1980 venne elevata al rango di basilica minore da Giovanni Paolo II, in onore del suo predecessore. Proprio la beatificazione ha dato impulso a questo progetto artistico.

La diocesi sente inoltre lโ€™impegno a sostenere gli studi teologici nellโ€™Istituto Superiore di Scienze Religiose, che condivide con le diocesi di Treviso e Vittorio Veneto e che รจ intitolato alla memoria di Giovanni Paolo I.

Infine la beatificazione รจ soprattutto una consegna che la diocesi natale sente di ricevere, per assumere lo stile del nuovo beato. In modo particolare, essa raccoglie lo stile di vita e del ministero di Papa Luciani, solennemente confermati nella beatificazione. Su questo stile la diocesi vuole misurarsi nel cammino sinodale che sta compiendo insieme alla Chiesa universale, rinnovando in particolare โ€“ comโ€™รจ stato richiesto nei gruppi sinodali e nella sintesi diocesana โ€“ un impegno di annuncio e di catechesi.

Nella stessa direzione, dopo la pandemia, riprenderร  slancio anche il Centro Papa Luciani di Santa Giustina, una struttura nata 40 anni fa come centro di evangelizzazione: in linea con lo spirito di โ€œdon Albinoโ€, la nostra diocesi non gli dedicรฒ un monumento, ma un luogo di catechesi e di formazione cristiana.

Testimonianza della Dott.ssa Lina Petri

Da parte mia vorrei solo dire qualche ricordo.

Mio zio Albino รจ diventato vescovo quando io avevo due anni. Di quando ero molto piccola ricordo quindi ovviamente poco, ho ben presente perรฒ alcune volte che si fermava a casa nostra a Levico, di passaggio per qualche impegno in Trentino. Erano visite improvvise e brevi, ma lasciavano mamma contenta. Io e mio fratello possiamo dire che abbiamo conosciuto in quegli anni lo zio attraverso i racconti della mamma. Ci raccontava della loro infanzia a Canale e in particolare di tanti episodi del duro periodo della guerra e della resistenza. Sono tanti episodi che mi sono rimasti impressi, anche quello che lo zio fece a commento dellโ€™incontro tra Mussolini e Hitler che ebbero a villa Gaggia, tra Feltre e Belluno, nel luglio del 1943. A voce alta davanti altri disse: ยซ Siรฒn ente man de doi matt . Siamo nelle mani di due pazziยป. Nel corso di quegli anni terribili dellโ€™occupazione, dei rastrellamenti, so che lo zio si era adoperato a Belluno anche a nascondere persone in pericolo, ebrei.

Al tempo del Concilio la mamma ci faceva pregare perchรฉ ยซil Signore lo illuminasseยป. Ogni volta che era a Roma per una sessione, lo zio mandava una cartolina, solo la firma, spesso la frase ยซun saluto benedicenteยป. Mantenne sempre questโ€™abitudine, anche negli anni successivi. Ero giร  grande quando notai che spesso la cartolina era sempre la stessa e raffigurava la basilica di Santโ€™Antonio in via Merulana: una piccola attenzione verso mia madre che si chiamava Antonia.

Quando avevo 15 anni lo zio mi invitรฒ a trascorrere qualche giorno durante le vacanze di Natale da lui in patriarchio a Venezia. Quei giorni hanno segnato per me lโ€™inizio di unโ€™amicizia. Cosรฌ, negli anni del liceo e dellโ€™universitร , dal 1970 al 1978, sono stata tante volte da lui a Venezia. Mi sollecitava ad andare a trovarlo quando volevo. Si informava dei miei problemi, si interessava ai miei studi. Ricordo che allโ€™inizio del liceo mi chiese se mi piaceva di piรน san Tommaso o santโ€™Agostino e nel vedermi disorientata in merito, registrava con tristezza un decadimento dellโ€™insegnamento rispetto ai suoi tempiโ€ฆ Mi parlava spesso di santโ€™Agostino, diceva che lo sentiva piรน vicino, che per capire le sue opere bisognava conoscere la sua vita e lโ€™esperienza che aveva fatto del peccato e della misericordia di Dio. Quando mi spiegava anche cose profonde diceva i concetti con esempi chiari, come alle udienze generali del mercoledรฌ.

Spesso mi ripeteva che a me lo legava particolarmente lโ€™affetto per mia mamma, che tanto si era sacrificata per lui ed era dovuta emigrare per lavorare. Ma anche lo zio io lโ€™ho sempre conosciuto povero: nel patriarcato di Venezia, al di lร  degli arredi โ€œstoriciโ€ non cโ€™era nulla di sfarzoso o di particolare valore. Quando era arrivato a Venezia aveva dovuto arredare le camere degli ospiti, avendo i parenti del patriarca Urbani portato via quello che era proprietร  del cardinale. ยซVoi perรฒ โ€“ ci diceva โ€“ alla mia morte non portate via nulla, anche se sono cose che ho comprato di tasca miaยป. Anche nel vestire era estremamente sobrio. Succedeva che suor Vincenza qualche volta passasse a mia mamma le sue canottiere di lana, i calzini, le camicie, ormai consunte e rammendate piรน volte, che poi venivano usate da mio papร , muratore, sul lavoro. Diceva suor Vincenza, la suora che lo ha seguito da Vittorio Veneto a Roma, che era lโ€™unico modo di โ€œfar sparireโ€ quella biancheria lisa senza che lo zio reclamasse per continuare ad usarla.

Molte volte andavo a trovarlo da sola. Sempre in quegli anni invitava la mia famiglia (i miei genitori, mio fratello e me) a trascorrere il Natale e la Pasqua con lui. Durante quegli incontri, immancabilmente la mamma esternava tutte le sue preoccupazioni sul brutto momento che si stava vivendo: le proteste del post Sessantotto, il terrorismo, le contestazioni al Papa. E gli diceva: ยซรˆ tutto un rebaltรฒn โ€ฆ Albino, sono tanto preoccupata anche per teยป. Lo zio perรฒ si dimostrava sereno, la incoraggiava e le diceva: ยซNina stai tranquilla, la Chiesa nei secoli ha superato momenti anche piรน gravi e difficili perchรฉ รจ il Signore che la guida. Lui cโ€™รจ sempreยป. E aggiungeva: ยซCiรฒ che รจ Tradizione nei secoli rimane e ritorna, sempreยป. Suor Vincenza, mi raccontava che lo zio le diceva: ยซLe veritร  della fede le ho imparate da bambino, sono rimaste le stesse, sono sempre le stesse, e non sono cambiate da quando sono diventato prete a ora. Ed รจ questa Parola di Dio, che รจ immutabile, che dobbiamo proclamare, non la nostraยป. Ci diceva di continuare a recitare il Rosario in famiglia, ยซanche se tutti ora dicono che รจ una preghiera superataยป. Ci chiedeva in particolare di pregare per Paolo VI, che soffriva incomprensioni.

In patriarchio ospitava spesso cardinali provenienti da varie parti del mondo. Ricordo un suo scambio di visite con il cardinale Marty di Parigi. Una volta lo zio mi regalรฒ una statuina della Madonna, copia di quella di Notre Dame, avuta in dono dallโ€™arcivescovo di Parigi che era stato da lui il giorno precedente. Aveva ospitato piรน di una volta a Venezia il cardinale Thiandoum, e mi aveva parlato di quel vescovo africano. Mi diceva che queste visite gli aprivano un orizzonte di piรน grande respiro. Piรน di una volta mi disse pure che avrebbe desiderato vivere unโ€™esperienza di missione in Africa e che non gli sarebbe dispiaciuto imitare il cardinal Lรฉger che nel 1968 aveva rinunciato alla sede episcopale di Montrรฉal per servire i lebbrosi in Camerun. Diceva che piรน avanti pensava di chiederlo anche lui al Papa.

Nellโ€™autunno 1975 passai a salutarlo prima di partire per Roma, matricola allโ€™universitร  e prima che lui partisse per il viaggio in Brasile. Erano i primi giorni di novembre, uno o due giorni dopo lโ€™uccisione di Pier Paolo Pasolini. Gli telefonรฒ il vescovo di Udine, mons. Alfredo Battisti, per chiedere un consiglio sullโ€™opportunitร  o meno di celebrarne i funerali religiosi. Le circostanze della morte erano scandalose e a me colpรฌ molto come lo zio valutรฒ la situazione: ยซLa sua condotta di vita lasciamola al giudizio del Signore. Tutti noi, nessuno escluso, abbiamo bisogno della Sua misericordia. Le sue opere artistiche perรฒยป diceva ยซparlavano per lui e dโ€™altra parte, in Friuli, da giovane, era stato attaccato alla pratica cristiana, ed era giusto che tornando adesso alla sua terra, la Chiesa lo accogliesse con la sepoltura cristianaยป. Mi colpรฌ il suo criterio di valutazione che prima di tutto non condannava, ma salvava il buono e mi aveva colpito questa sua spiegazione limpida, da vero pastore.

Lo incontrai unโ€™ultima volta a Venezia la sera del 5 agosto 1978, io di passaggio verso una vacanza con amici universitari e lui appena rientrato in patriarcato da alcuni giorni trascorsi agli Alberoni, dove si recava sempre in estate per un poโ€™ di riposo. Durante la cena gli raccontai della morte per leucemia di un mio amico universitario. Ricordo il suo volto che mi diceva che bisogna stare sempre pronti, perchรฉ la morte puรฒ venire in qualunque momento: ยซ Lโ€™importante lโ€™รฉ sta semper col Signor ยป mi aveva detto quella sera, che peraltro era una frase abituale con cui mi salutava sempre nel momento in cui andavo via. Verso la fine della cena di quel 5 agosto lo chiamarono al telefono e tornando mi disse di aver avuto notizia che Paolo VI non stava bene. Rimasi a dormire in patriarcato. Al mattino lo zio mi disse di aver saputo da Roma che era peggiorato. Mi salutรฒ con la raccomandazione di pregare per il Papa. Lo rividi poi nellโ€™udienza ai familiari del 2 settembre e negli incontri ufficiali del giorno dopo. Come semplice fedele ero presente anche alla messa di presa di possesso a San Giovanni in Laterano il 23 settembre. Nel mese di pontificato il comportamento sereno e saggio dello zio era rimasto quello di sempre. Nellโ€™incontro privato con noi familiari, il 2 settembre, ci rassicurรฒ subito dicendo: ยซNon ho fatto niente per arrivare fin qui. Quindi state tranquilli voi come sto tranquillo ioยป. Del resto questo รจ stato sempre il suo atteggiamento in sintonia con il suo stile di vita.

Lo rividi infine disteso nel suo letto dopo la morte. Ricordo la sua camera nellโ€™appartamento papaleโ€ฆ da dove ero seduta lo guardavo e davanti a me sulla destra โ€“ tra le due finestre ad angolo della stanza โ€“ la scrivaniaโ€ฆ cโ€™erano solo un crocifisso e la fotografia dei suoi genitori, i miei nonni materni, con in braccio mia cugina Pia, la loro prima nipotina.

Testimonianza di Suor Margherita Marin

Religiosa della Congregazione delle Suore di Maria Bambina, assistente presso lโ€™appartamento papale durante il mese di pontificato di Giovanni Paolo I

Vidi per la prima volta Giovanni Paolo I due giorni dopo lโ€™elezione, insieme alle altre suore della nostra comunitร  chiamate a svolgere il servizio di assistenza presso lโ€™appartamento pontificio. Fino a quel momento non avevo avuto mai occasione di incontrarlo personalmente. Anche se Luciani era conosciuto da noi, perchรฉ fin dai tempi del suo episcopato a Vittorio Veneto aveva presso di sรฉ le suore di Maria Bambina.

Ci accolse con semplicitร , senza metterci in soggezione. Ci disse di pregare, che il Signore gli aveva dato un peso, ma che con il Suo aiuto e le nostre preghiere lo avrebbe portato avanti. Sapendo che ero la piรน giovane delle suore, avevo 37 anni, disse: ยซMi spiace di aver portato via qualche suora giovaneยป. Ci trattรฒ da subito con familiaritร . Ricordo che il giorno seguente al nostro arrivo mi mandarono insieme al segretario p. Magee a ritirare i paramenti e a chiudere la cappella privata del Papa, quella dove Paolo VI usava celebrare la messa al mattino con i suoi segretari, perchรฉ Giovanni Paolo I volle invece che la santa messa del mattino fosse celebrata nella cappellina privata allโ€™interno dellโ€™appartamento e fossimo presenti anche noi suore insieme ai segretari: ยซNoi siamo una famiglia e celebriamo assiemeยป disse.

Il giorno della messa solenne per lโ€™inizio di pontificato accolse a pranzo anche le suore che erano state con lui in patriarcato a Venezia. Mostrรฒ sempre molto riguardo verso noi suore. Io mi occupavo in particolare del guardaroba e della sacrestia, ma sbrigavo anche altri servizi quando cโ€™era bisogno. Suor Cecilia era la cuoca, suor Vincenza era infermiera, mentre suor Elena coordinava il nostro lavoro. Suor Vincenza era la piรน anziana, conosceva il Santo Padre da molti anni, lo aveva conosciuto a Belluno al tempo in cui, giovane prete, ebbe problemi di salute e gli prestรฒ assistenza come infermiera; quando poi divenne vescovo, egli richiese una piccola comunitร  di suore di Maria Bambina per lโ€™appartamento episcopale e desiderรฒ che ci fosse anche lei ad assisterlo. Suor Vincenza lo seguรฌ anche a Venezia e fu lโ€™unica delle suore che erano con lui a Venezia a venire in Vaticano. Suor Vincenza ci disse che non tanto volentieri aveva accettato di venire, perchรฉ si sentiva giร  anziana, ma che poi si trovava bene. Aveva avuto problemi di salute e il Santo Padre, ricordo, ci disse: ยซSapete, suor Vincenza รจ sofferente di cuore e le ho detto di non camminare tanto e di prendere anche lโ€™ascensore personale se ha bisognoยป.

Nel corso di quel mese io lโ€™ho veduto sempre tranquillo, sereno, sicuro. Sembrava che avesse fatto da sempre il Papa. Anche nella preghiera si vedeva che era unito al Signore. Sapeva trattare con i suoi collaboratori con molto rispetto, scusandosi per recare disturbo. Non lโ€™ho mai visto avere gesti di impazienza con qualcuno, mai. Infondeva coraggio. Era affabile con tutti.

Si alzava presto al mattino, intorno alle 5.00. Poi andava in cappella a pregare per unโ€™ora e mezza. Stando sempre lรฌ nelle vicinanze, noi suore da fuori lo vedevamo. Pregava sempre da solo, i segretari scendevano piรน tardi per la messa. La messa si celebrava alle 7.00. Mentre il Santo Padre era nella cappella noi suore recitavamo le lodi nel salottino accanto alla cucina, poi andavamo anche noi in cappella per la messa. Durante la celebrazione non faceva omelie. Ricordo invece che alcune volte, quando in quella giornata doveva celebrare la messa da qualche parte, lasciava il padre Magee celebrare al suo posto, e lui assisteva come semplice chierichetto. Rispettava il digiuno eucaristico, quindi solo dopo la messa faceva colazione. Terminata la colazione sโ€™intratteneva nel suo studio per la lettura dei quotidiani e verso le ore 9.00 scendeva per le udienze. Il pranzo era intorno alle 12.30, poi si ritirava per il riposo pomeridiano. Nel pomeriggio solitamente si fermava in appartamento; studiava, leggeva e passeggiava leggendo. Qualche volta andava anche di sopra nel giardino pensile, poche volte รจ sceso nei giardini vaticani. Il cardinale Villot una volta gli aveva detto: ยซSantitร , se lei scende nei giardini noi dobbiamo chiudere e non lasciar passare nessunoยป. ยซAlloraยป, rispose il Santo Padre, ยซse dovete chiudere… io rimango quaยป. E cosรฌ la maggior parte delle volte rimaneva in casa. Riceveva su sua richiesta alcune persone. Prima della cena recitava i Vespri con i segretari, spesso li recitava in inglese. La cena era verso le 19.30. Noi suore non servivamo a tavola, cโ€™era per questo lโ€™aiutante di camera Angelo Gugel. Diceva poi compieta con loro, e mentre noi eravamo ancora a riordinare il refettorio, veniva a salutarci. Tutte le sere. Ricordo che ci raccomandava sempre le preghiere per i tanti bisogni nel mondo, a me chiedeva sempre qualcosa riguardo alla preparazione della liturgia del giorno seguente; poi ci augurava la buona notte, salutandoci sempre con queste parole: ยซA domani, suore, se il Signore vuole celebriamo la messa assiemeยป. Si ritirava presto.

Lโ€™ultimo giorno fu come gli altri. Al mattino entrรฒ in cappella a pregare alla solita ora ed ha celebrato con noi la santa messa alle sette. Ha fatto normalmente colazione, poi si รจ fermato un poโ€™ a leggere i quotidiani, quindi รจ andato giรน per le udienze del mattino. Verso le 11.30 รจ ritornato su in appartamento e ricordo che รจ venuto in cucina, come spesso faceva, chiedendoci un caffรจ: ยซSuore, avete un caffรจ? Potreste prepararmi un caffรจ?ยป. Si sedette prese il caffรจ e andรฒ poi nel suo studio. Pranzรฒ con i segretari e poi si ritirรฒ per il solito riposo pomeridiano. Quel pomeriggio lรฌ rimase sempre in casa, non si mosse mai dallโ€™appartamento e non ricevette nessuno perchรฉ ci disse che stava preparando un documento ai vescovi. Io non so perรฒ a quali vescovi fosse indirizzato. Lo ricordo bene perchรฉ quel pomeriggio io ero a stirare nel guardaroba con la porta aperta e lo vedevo passare avanti e indietro. Camminava nellโ€™appartamento con i fogli in mano che stava leggendo, ogni tanto si fermava per qualche appunto e poi riprendeva a camminare leggendo e, camminando, passava davanti dove mi trovavo io. Ricordo che vedendomi stirare mi disse anche: ยซSuora, vi faccio lavorare tanto… ma non stia a stirare tanto ben la camicia perchรฉ รจ caldo, sudo e bisogna che le cambi spesso… stiri solo il colletto e i polsi che il resto non si vede mica sa…ยป. Me lo aveva detto in dialetto veneto, come spesso usava con noi.

Dopo cena ricevette la chiamata del cardinale di Milano Giovanni Colombo. Giร  al mattino avevo sentito il Santo Padre parlare con il padre Magee riguardo a questa telefonata. E dopo cena, il Santo Padre, andรฒ a rispondere al telefono e parlรฒ con il cardinale. Non ricordo esattamente quanto tempo rimase in quella conversazione, forse una mezza ora. Dopo venne da noi, come faceva sempre, per salutarci prima di ritirarsi nel suo studio. Ricordo che mi chiese quale messa gli avessi preparato per il giorno seguente e gli risposi: ยซQuella degli Angeliยป. Ci augurรฒ la buona notte con le parole che ogni sera ci ripeteva: ยซA domani, suore, se il Signore vuole, celebriamo la messa insiemeยป.

Ho impresso ancora nella memoria un particolare di quel momento lรฌ: eravamo tutte assieme nel salottino con la porta aperta, la porta era proprio davanti a quella dello studio privato, e quando, dopo averci giร  salutato, il Santo Padre รจ stato sulla porta dello studio, si รจ girato ancora una volta e ci ha salutato di nuovo, con un gesto della mano, sorridendo… mi sembra di vederlo ancora lรฌ sulla porta. Sereno come sempre. รˆ lโ€™ultima immagine che mi porto di lui.

Testimonianza di Padre Juan Josรฉ Dabusti

Una domanda mi รจ stata rivolta spesso โ€“ a cominciare dalla vicepostulatrice della Causa prima ancora che venisse a Buenos Aires per aprire il processo canonico per lโ€™accertamento del miracolo โ€“ e poi da tanti giornalisti che lโ€™hanno ripetuta anche a Roxana Sosa e a sua figlia Candela dal 13 ottobre 2021, da quando cioรจ la Chiesa ha riconosciuto il miracolo di guarigione compiuto per intercessione di Giovanni Paolo I. La domanda รจ questa: perchรฉ proprio Giovanni Paolo I? E altre che hanno accompagnato questa โ€œsana curiositร โ€:

Perchรฉ hai pregato proprio Giovanni Paolo I quando ci sono tanti santi in Argentina?

Perchรฉ quel giorno ti venne in mente di invocarlo?

Cosa ti ha ispirato, cosa ti ha spinto a pregarlo?

Certamente le domande non sono solo queste. Molte altre ne sono nate. E sono domande che mi hanno aiutato. In questi mesi, dallโ€™approvazione del miracolo e dallโ€™annuncio della beatificazione di Giovanni Paolo I, ho potuto approfondire nella mia preghiera personale, nei colloqui con tante persone, nelle testimonianze rese quanto accaduto in quel 22 luglio 2011.

Posso dirvi che tre linee si intersecano per tessere questo miracolo di Dio che ha avuto papa Luciani come intercessore. Mi piace chiamare queste tre linee in questo modo: una linea storica; una linea spirituale; una linea ecclesiale.

Queste tre linee che si incontrano sono incluse in questa semplice testimonianza per raccontare quella sera del 22 luglio del 2011 quando venni chiamato da una madre, Roxana, per recarmi al capezzale della figlia morente, e guardandola in quelle condizioni ebbi lโ€™ispirazione di rivolgermi a Giovanni Paolo I per chiedere la guarigione della sua bambina, e insieme a lei, e ad alcune infermiere presenti, lo pregai.

Io fino a quel momento non avevo mai pregato Giovanni Paolo I per una guarigione. Ma la sua figura ha avuto a che fare con la mia vocazione. Nellโ€™agosto del 1978, a soli 13 anni e allโ€™inizio della mia adolescenza, rimasi veramente colpito dallโ€™elezione e dalla persona di papa Luciani: vidi che era molto semplice e molto felice. Questi due tratti avevano catturato la mia attenzione e suscitato la mia ammirazione, soprattutto, il mio spontaneo affetto per lui.

Ricordo che, in quei primi giorni del suo pontificato, i media mandavano notizie, filmati e foto di Giovanni Paolo I. Fu cosรฌ che, su unโ€™anta di un armadio della mia stanza, collocai, insieme ad altre stampe, il suo ritratto. E a volte, guardando questo ritratto, ho pregato per lui.

Conservo anche nella mia memoria lโ€™impatto che la sua morte improvvisa mi ha causato.

Crescendo lโ€™ho pregato di aiutarmi a discernere la vocazione da seguire. Essere prete o cosa?… E sono certo che Albino Luciani fu un misterioso padre spirituale e un silenzioso ma efficace intercessore per me nel decidere di abbracciare la vocazione sacerdotale. Passati gli anni, diventato sacerdote nel 1991, la presenza di Giovanni Paolo I ha sempre avuto il suo posto nella mia spiritualitร , piรน o meno forte.

Le linee storiche ed ecclesiali iniziano a fondersi nellโ€™autunno del 2011, trovandomi, come parroco nella parrocchia di Nostra Signora di La Rรกbida al centro di Buenos Aires. In quei mesi notai una signora che frequentemente veniva a pregare e in diverse occasioni, a mezzogiorno, partecipava allโ€™Eucaristia. Era Roxana Sosa. Sua figlia di 11 anni era stata portata in gravi condizioni nel centro sanitario vicino alla parrocchia, un rinomato centro ospedaliero in Argentina e in tutta lโ€™America del Sud: la Fondazione Favaloro. Andavo nelle stanze di quellโ€™ospedale, visitando i malati e le loro famiglie, quando venivo da loro chiamato.

Fu allora che Roxana mi parlรฒ della grave malattia che aveva sua figlia Candela: una epilessia refrattaria maligna. Veniva dalla cittร  di Paranรก, a piรน di 500 km da Buenos Aires. Veniva sola a trovare la figlia durante la settimana. Il sabato e la domenica le altre due figlie gemelle viaggiavano con lei per fargli compagnia.

Cosรฌ ho iniziato ad accompagnare Roxana: abbiamo parlato e pregato insieme. In tutte le messe chiedevo alla comunitร  di pregare soprattutto per la salute di Candela. Ricordo di essermi avvicinato piรน volte al reparto di terapia intensiva pediatrica dove si trovava intubata la piccola. In quel quinto piano, con Roxana, abbiamo condiviso accanto al letto di Candela il sacramento dellโ€™unzione che le ho amministrato, le benedizioni e la tristezza per le condizioni disperate della bambina. Una forza esemplare ho visto scaturire dal cuore di questa madre.

Il 22 luglio verso mezzogiorno, mentre ero in parrocchia, Roxana รจ venuta a dirmi che i medici le avevano appena detto che Candela aveva contratto un virus in ospedale. Aveva la polmonite, uno shock settico e non pensavano che sarebbe sopravvissuta alla notte. Roxana mi ha chiesto di andare… a pregare ancora una volta… a benedirla…

Insieme siamo andati allโ€™ospedale e siamo entrati nel reparto di terapia intensiva. Non ricordo, in quel momento, quanto personale medico fosse vicino al letto di Candela. Ci siamo avvicinati al corpo di Candela, che era in posizione fetale, non pesava piรน di 19 chili. E qui mi fermo. Devo fermarmi perchรฉ queste tre linee che si sono intersecate si perdono in… come dirlo con parole? In pochi punti. E in unโ€™altra linea che รจ il mistero. Perchรฉ ho proposto a Roxana di pregare lรฌ Giovanni Paolo I affinchรฉ intercedesse per la vita e la guarigione di Candela? Non lo so. รˆ stato lo Spirito Santo.

Per noi sacerdoti รจ frequente trovarci in queste situazioni terminali nella vita delle persone. Quando visitiamo ospedali, case di cura siamo continuamente di fronte alla realtร  della morte. Per questo affermo che รจ stata certamente una mozione dello Spirito a spingermi a proporre in quel momento lรฌ questa preghiera a Giovanni Paolo I.

Roxana non sapeva nulla di papa Luciani. Dato che eravamo in terapia intensiva, la spiegazione che le ho dato per chiedere la sua intercessione per salvare la vita di Candela รจ stata molto breve. Cosรฌ insieme, io e lei e due infermiere presenti abbiamo messo le mani sul corpo di Candela e io ho pregato spontaneamente. Non ricordo esattamente le parole che ho detto. Chiesi al Signore, per intercessione di Giovanni Paolo I, di guarire Candela.

Il giorno dopo, Roxana venne in parrocchia e mi disse che sua figlia non solo aveva passato la notte, ma che cโ€™erano segni evidenti di miglioramento. Passarono i giorni e le settimane e Candela continuรฒ la sua guarigione. Fino a quando ho perso i contatti con loro perchรฉ รจ stata dimessa ed รจ tornata nel Paranรก. Voglio condividere con voi che ho sempre tenuto vivo questo fatto. Internamente ero certo di un intervento speciale di Giovanni Paolo I.

Le cose sono rimaste in un previdente silenzio fino alla fine del 2014, quando ho ritrovato Roxana e Candela nella parrocchia di La Rรกbida. รˆ stata per me una grande gioia vedere una ragazza di quasi 15 anni piena di vita che non riconoscevo e sua madre. Sono venute a salutarmi. Roxana voleva che Candela mi incontrasse e anche che vedessi come si fosse ripresa, guarita. Quel pomeriggio chiesi a Roxana se si ricordava per chi avevamo pregato. E poi ho aggiunto: ยซMi sembra che un giorno dovremo denunciare questo fatto meravigliosoยป.

Muchas gracias.

Fonte
Foto diย  Clarรญn Group – Published in Clarรญn, 27 agosto 1978., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10350655

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