Papa Leone XIV – Omelia e Angelus del 16 Novembre 2025 – Il testo, il video e il file mp3

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OMELIA DEL SANTO PADRE LEONE XIV

Giubileo dei Poveri

Cimitero del Verano, Roma
Domenica, 16 novembre 2025

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Saluto a braccio ai fedeli radunati in Piazza San Pietro prima della Messa
Omelia

Buongiorno, buona domenica!

Buongiorno a tutti e benvenuti!

Quando leggiamo il Vangelo, una delle frasi che tutti conosciamo รจ ยซBeati i poveri in spirito, perchรฉ di essi รจ il regno dei cieliยป (Mt 5,3). Noi tutti vogliamo essere fra i poveri del Signore, perchรฉ la nostra vita รจ un dono di Dio e lo riceviamo con tanta gratitudine.

Io vi ringrazio per la vostra presenza. La Basilica diventa un poโ€™ piccolaโ€ฆ Voi fate parte della Chiesa e potete seguire la Santa Messa anche dagli schermi. Partecipate con molto amore, con molta fede e sappiate che siamo tutti uniti in Cristo.

Allora, celebriamo lโ€™Eucaristia e dopo ci vediamo per lโ€™Angelus, qui in Piazza.

Dio vi benedica tutti. Buona domenica!

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Cari fratelli e sorelle,

le ultime domeniche dellโ€™anno liturgico ci sollecitano a guardare la storia nei suoi esiti finali. Nella prima Lettura, il profeta Malachia intravede nellโ€™arrivo del โ€œgiorno del Signoreโ€ lโ€™ingresso nel tempo nuovo. Esso viene descritto come il tempo di Dio, in cui, come unโ€™alba che fa sorgere un sole di giustizia, le speranze dei poveri e degli umili riceveranno dal Signore una risposta ultima e definitiva e verrร  sradicata, bruciata come paglia, lโ€™opera degli empi e della loro ingiustizia, soprattutto a danno degli indifesi e dei poveri.

Questo sole di giustizia che sorge, come sappiamo, รจ Gesรน stesso. Il giorno del Signore, infatti, รจ non solo il giorno ultimo della storia, ma รจ il Regno che si fa vicino a ogni uomo nel Figlio di Dio che viene. Nel Vangelo, usando il linguaggio apocalittico tipico del suo tempo, Gesรน annuncia e inaugura questo Regno: Lui stesso infatti รจ la signoria di Dio che si rende presente e si fa spazio negli accadimenti drammatici della storia. Essi, perciรฒ, non devono spaventare il discepolo, ma renderlo ancora piรน perseverante nella testimonianza e consapevole che sempre viva e fedele รจ la promessa di Gesรน: ยซNeppure un capello del capo perirร ยป (Lc 21,18).

Questa, fratelli e sorelle, รจ la speranza a cui siamo ancorati, pur dentro le vicende non sempre liete della vita. Anche oggi ยซla Chiesa prosegue il suo pellegrinaggio tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio, annunciando la morte del Signore finchรฉ Egli vengaยป (Lumen gentium, 8). E, dove sembrano esaurirsi tutte le speranze umane, si fa ancora piรน salda lโ€™unica certezza, piรน stabile del cielo e della terra, che il Signore non farร  perire neanche uno dei capelli del nostro capo.

Nelle persecuzioni, nelle sofferenze, nelle fatiche e nelle oppressioni della vita e della societร , Dio non ci lascia soli. Egli si manifesta come Colui che prende posizione per noi. Tutta la Scrittura รจ attraversata da questo filo rosso che narra un Dio che รจ sempre dalla parte del piรน piccolo, dalla parte dellโ€™orfano, dello straniero e della vedova(cfr Dt 10,17-19)E in Gesรน, suo Figlio, la vicinanza di Dio raggiunge il vertice dellโ€™amore: per questo la presenza e la parola di Cristo diventa giubilo e giubileo per i piรน poveri, essendo Egli venuto per annunciare ai poveri il lieto annuncio e predicare lโ€™anno di grazia del Signore (cfr Lc 4,18-19).

Di tale anno di grazia partecipiamo in modo speciale ancora noi, proprio oggi, mentre celebriamo, con questa Giornata mondiale, il Giubileo dei poveri. Tutta la Chiesa esulta e gioisce, e in primo luogo a voi, cari fratelli e sorelle, desidero trasmettere con forza le parole irrevocabili dello stesso Signore Gesรน: ยซDilexi te – Io ti ho amatoยป (Ap 3,9). Sรฌ, a fronte della nostra piccolezza e povertร , Dio ci guarda come nessun altro e ci ama di amore eterno. E la sua Chiesa, ancora oggi, forse soprattutto in questo nostro tempo ancora ferito da vecchie e nuove povertร , vuole essere ยซmadre dei poveri, luogo di accoglienza e di giustiziaยป (Esort. ap. Dilexi te, 39).

Quante povertร  opprimono il nostro mondo! Sono anzitutto povertร  materiali, ma vi sono anche tante situazioni morali e spirituali, che spesso riguardano soprattutto i piรน giovani. E il dramma che in modo trasversale le attraversa tutte รจ la solitudine. Essa ci sfida a guardare alla povertร  in modo integrale, perchรฉ certamente occorre a volte rispondere ai bisogni urgenti, ma piรน in generale รจ una cultura dellโ€™attenzione quella che dobbiamo sviluppare, proprio per rompere il muro della solitudine. Perciรฒ vogliamo essere attenti allโ€™altro, a ciascuno, lรฌ dove siamo, lรฌ dove viviamo, trasmettendo questo atteggiamento giร  in famiglia, per viverlo concretamente nei luoghi di lavoro e di studio, nelle diverse comunitร , nel mondo digitale, dovunque, spingendoci fino ai margini e diventando testimoni della tenerezza di Dio.

Oggi, soprattutto gli scenari di guerra, presenti purtroppo in diverse regioni nel mondo, sembrano confermarci in uno stato di impotenza. Ma la globalizzazione dellโ€™impotenza nasce da una menzogna, dal credere che questa storia รจ sempre andata cosรฌ e non potrร  cambiare. Il Vangelo, invece, ci dice che proprio negli sconvolgimenti della storia il Signore viene a salvarci. E noi, comunitร  cristiana, dobbiamo essere oggi, in mezzo ai poveri, segno vivo di questa salvezza.

La povertร  interpella i cristiani, ma interpella anche tutti coloro che nella societร  hanno ruoli di responsabilitร . Esorto perciรฒ i Capi degli Stati e i Responsabili delle Nazioni ad ascoltare il grido dei piรน poveri. Non ci potrร  essere pace senza giustizia e i poveri ce lo ricordano in tanti modi, con il loro migrare come pure con il loro grido tante volte soffocato dal mito del benessere e del progresso che non tiene conto di tutti, e anzi dimentica molte creature lasciandole al loro destino.

Agli operatori della caritร , ai tanti volontari, a quanti si occupano di alleviare le condizioni dei piรน poveri esprimo la mia gratitudine, e nel contempo il mio incoraggiamento ad essere sempre piรน coscienza critica nella societร . Voi sapete bene che la questione dei poveri riconduce allโ€™essenziale della nostra fede, che per noi essi sono la stessa carne di Cristo e non solo una categoria sociologica (cfr Dilexi te, 110). รˆ per questo che ยซla Chiesa come una madre cammina con coloro che camminano. Dove il mondo vede minacce, lei vede figli: dove si costruiscono muri, lei costruisce pontiยป (ivi, 75).

Impegniamoci tutti. Come scrive lโ€™Apostolo Paolo ai cristiani di Tessalonica (cfr 2Ts 3,6-13), nellโ€™attesa del ritorno glorioso del Signore non dobbiamo vivere una vita ripiegata su noi stessi e in un intimismo religioso che si traduce nel disimpegno nei confronti degli altri e della storia. Al contrario, cercare il Regno Dio implica il desiderio di trasformare la convivenza umana in uno spazio di fraternitร  e di dignitร  per tutti, nessuno escluso. รˆ sempre dietro lโ€™angolo il pericolo di vivere come dei viaggiatori distratti, noncuranti della meta finale e disinteressati verso quanti condividono con noi il cammino.

In questo Giubileo dei poveri lasciamoci ispirare dalla testimonianza dei Santi e delle Sante che hanno servito Cristo nei piรน bisognosi e lo hanno seguito nella via della piccolezza e della spogliazione. In particolare, vorrei riproporre la figura di San Benedetto Giuseppe Labre, che con la sua vita di โ€œvagabondo di Dioโ€ ha le caratteristiche per essere patrono di tutti i poveri senzatetto. La Vergine Maria, che nel Magnificat continua a ricordarci le scelte di Dio e si fa voce di chi non ha voce, ci aiuti ad entrare nella nuova logica del Regno, perchรฉ nella nostra vita di cristiani sia sempre presente lโ€™amore di Dio che accoglie, perdona, fascia le ferite, consola e risana.

Fonte

ANGELUS

Piazza San Pietro
Domenica, 16 novembre 2025

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Cari fratelli e sorelle, buona domenica!

Mentre lโ€™anno liturgico volge al termine, il Vangelo di oggi (Lc 21,5-19) ci fa riflettere sul travaglio della storia e sulla fine delle cose. Poichรฉ conosce il nostro cuore, Gesรน, guardando a questi eventi invita anzitutto a non lasciarsi vincere dalla paura: ยซQuando sentirete di guerre e di rivoluzioni โ€“ dice โ€“ non vi terrorizzateยป (v. 9).

Il suo appello รจ molto attuale: purtroppo, infatti, riceviamo quotidianamente notizie di conflitti, calamitร  e persecuzioni che tormentano milioni di uomini e donne. Sia davanti a queste afflizioni, sia davanti allโ€™indifferenza che le vuole ignorare, le parole di Gesรน annunciano perรฒ che lโ€™aggressione del male non puรฒ distruggere la speranza di chi confida in Lui. Piรน lโ€™ora รจ buia come la notte, piรน la fede brilla come il sole.

Per due volte, infatti, Cristo afferma che โ€œa causa del suo nomeโ€ molti subiranno violenze e tradimenti (cfr v. 12.17), ma proprio allora avranno lโ€™occasione di dare testimonianza (cfr v. 13). Sullโ€™esempio del Maestro, che sulla croce rivelรฒ lโ€™immensitร  del suo amore, tale incoraggiamento ci riguarda tutti. La persecuzione dei cristiani, infatti, non accade solo con le armi e i maltrattamenti, ma anche con le parole, cioรจ attraverso la menzogna e la manipolazione ideologica. Soprattutto quando siamo oppressi da questi mali, fisici e morali, siamo chiamati a dare testimonianza alla veritร  che salva il mondo, alla giustizia che riscatta i popoli dallโ€™oppressione, alla speranza che indica per tutti la via della pace.

Nel loro stile profetico, le parole di Gesรน attestano che i disastri e i dolori della storia hanno un termine, mentre รจ destinata a durare per sempre la gioia di coloro che riconoscono in Lui il Salvatore. ยซCon la vostra perseveranza salverete la vostra vitaยป (v. 19): questa promessa del Signore infonde in noi la forza di resistere agli eventi minacciosi della storia e ad ogni offesa; non restiamo impotenti davanti al dolore, perchรฉ Egli stesso ci dร  ยซparola e sapienzaยป (v.15), per operare sempre il bene con cuore ardente.

Carissimi, lungo tutta la storia della Chiesa, sono soprattutto i martiri a ricordarci che la grazia di Dio รจ capace di trasfigurare perfino la violenza in segno di redenzione. Perciรฒ, unendoci ai nostri fratelli e sorelle che soffrono per il nome di Gesรน, cerchiamo con fiducia lโ€™intercessione di Maria, aiuto dei cristiani. In ogni prova e difficoltร , la Vergine Santa ci consoli e ci sostenga.

Dopo l’Angelus

Cari fratelli e sorelle!

Come dicevo poco faย commentando il Vangelo, anche oggi, in diverse parti del mondo, i cristiani subiscono discriminazioni e persecuzioni. Penso, in particolare, a Bangladesh, Nigeria, Mozambico, Sudan e altri Paesi, dai quali giungono spesso notizie di attacchi a comunitร  e luoghi di culto. Dio รจ Padre misericordioso e vuole la pace tra tutti i suoi figli! Accompagno nella preghiera le famiglie in Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo, dove in questi giorni cโ€™รจ stato un massacro di civili, almeno venti vittime di un attacco terroristico. Preghiamo che cessi ogni violenza e i credenti collaborino per il bene comune.

Seguo con dolore le notizie degli attacchi che continuano a colpire numerose cittร  ucraine, compresa Kyiv. Essi causano vittime e feriti, tra cui anche bambini, e ingenti danni alle infrastrutture civili, lasciando le famiglie senza casa mentre il freddo avanza. Assicuro la mia vicinanza alla popolazione cosรฌ duramente provata. Non possiamo abituarci alla guerra e alla distruzione! Preghiamo insieme per una pace giusta e stabile nella martoriata Ucraina.

Desidero assicurare la mia preghiera anche per le vittime del grave incidente stradale avvenuto mercoledรฌ scorso nel sud del Perรน. Il Signore accolga i defunti, sostenga i feriti e conforti le famiglie in lutto.

Ieri, a Bari, รจ stato beatificato Carmelo De Palma, sacerdote diocesano, morto nel 1961 dopo una vita spesa con generositร  nel ministero della Confessione e dellโ€™accompagnamento spirituale. La sua testimonianza sproni i sacerdoti a donarsi senza riserve al servizio del popolo santo di Dio.

Oggi celebriamo la Giornata Mondiale dei Poveri. Ringrazio quanti, nelle diocesi e nelle parrocchie, hanno promosso iniziative di solidarietร  con i piรน disagiati. E idealmente, in questa Giornata, riconsegno lโ€™Esortazione apostolica Dilexi te, โ€œTi ho amatoโ€, sullโ€™amore verso i poveri, documento che Papa Francesco stava preparando negli ultimi mesi di vita e che con grande gioia ho portato a termine.

In questo giorno ricordiamo anche tutti coloro che sono morti in incidenti stradali, causati troppo spesso da comportamenti irresponsabili. Ognuno faccia su questo un esame di coscienza.

Mi unisco poi alla Chiesa in Italia che oggi ripropone la Giornata di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, perchรฉ cresca la cultura del rispetto come garanzia di tutela della dignitร  di ogni persona, specialmente dei minori e dei piรน vulnerabili.

E ora saluto con affetto tutti voi, romani e pellegrini dallโ€™Italia e da tante parti del mondo, in particolare i fedeli di Bar in Montenegro, Valencia in Spagna, Syros in Grecia, Portorico, Sofia in Bulgaria, Bismarck negli Stati Uniti dโ€™America, gli studenti della Catholic Theological Union di Chicago e il Coro โ€œEintracht Nentershausenโ€ dalla Germania.

Saluto i pellegrini polacchi, ricordando lโ€™anniversario del Messaggio di riconciliazione indirizzato dai Vescovi polacchi ai Vescovi tedeschi dopo la seconda guerra mondiale. Saluto infine la Famiglia Vincenziana e i gruppi di Lurago dโ€™Erba, Coiano, Cusago, Paderno Dugnano e Borno.

Grazie a tutti e buona domenica!

Fonte

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