CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA
OMELIA DEL SANTO PADRE
Porto di Molfetta
Venerdรฌ, 20 aprile 2018
Le Letture che abbiamo ascoltato presentano due elementi centrali per la vita cristiana: il Pane e la Parola.
Il Pane. Il pane รจ il cibo essenziale per vivere e Gesรน nel Vangelo si offre a noi come Pane di vita, come a dirci: โdi me non potete fare a menoโ. E usa espressioni forti: โmangiate la mia carne e bevete il mio sangueโ (cfr Gv 6,53). Che cosa significa? Che per la nostra vita รจ essenziale entrare in una relazione vitale, personale con Lui. Carne e sangue. LโEucaristia รจ questo: non un bel rito, ma la comunione piรน intima, piรน concreta, piรน sorprendente che si possa immaginare con Dio: una comunione dโamore tanto reale che prende la forma del mangiare. La vita cristiana riparte ogni volta da qui, da questa mensa, dove Dio ci sazia dโamore. Senza di Lui, Pane di vita, ogni sforzo nella Chiesa รจ vano, come ricordava don Tonino Bello: ยซNon bastano le opere di caritร , se manca la caritร delle opere. Se manca lโamore da cui partono le opere, se manca la sorgente, se manca il punto di partenza che รจ lโEucaristia, ogni impegno pastorale risulta solo una girandola di coseยป[1].
Gesรน nel Vangelo aggiunge: ยซColui che mangia me vivrร per meยป (v. 57). Come a dire: chi si nutre dellโEucaristia assimila la stessa mentalitร del Signore. Egli รจ Pane spezzato per noi e chi lo riceve diventa a sua volta pane spezzato, che non lievita dโorgoglio, ma si dona agli altri: smette di vivere per sรฉ, per il proprio successo, per avere qualcosa o per diventare qualcuno, ma vive per Gesรน e come Gesรน, cioรจ per gli altri. Vivere per รจ il contrassegno di chi mangia questo Pane, il โmarchio di fabbricaโ del cristiano. Vivere per. Si potrebbe esporre come avviso fuori da ogni chiesa: โDopo la Messa non si vive piรน per sรฉ stessi, ma per gli altriโ. Sarebbe bello che in questa diocesi di Don Tonino Bello ci fosse questo avviso, alla porta delle chiese, perchรฉ sia letto da tutti: โDopo la Messa non si vive piรน per sรฉ stessi, ma per gli altriโ. Don Tonino ha vissuto cosรฌ: tra voi รจ stato un Vescovo-servo, un Pastore fattosi popolo, che davanti al Tabernacolo imparava a farsi mangiare dalla gente. Sognava una Chiesa affamata di Gesรน e intollerante ad ogni mondanitร , una Chiesa che ยซsa scorgere il corpo di Cristo nei tabernacoli scomodi della miseria, della sofferenza, della solitudineยป[2]. Perchรฉ, diceva, ยซlโEucarestia non sopporta la sedentarietร ยป e senza alzarsi da tavola resta ยซun sacramento incompiutoยป[3]. Possiamo chiederci: in me, questo Sacramento si realizza? Piรน concretamente: mi piace solo essere servito a tavola dal Signore o mi alzo per servire come il Signore? Dono nella vita quello che ricevo a Messa? E come Chiesa potremmo domandarci: dopo tante Comunioni, siamo diventati gente di comunione?
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Il Pane di vita, il Pane spezzato รจ infatti anche Pane di pace. Don Tonino sosteneva che ยซla pace non viene quando uno si prende solo il suo pane e va a mangiarselo per conto suo. [โฆ] La pace รจ qualche cosa di piรน: รจ convivialitร ยป. ร ยซmangiare il pane insieme con gli altri, senza separarsi, mettersi a tavola tra persone diverseยป, dove ยซlโaltro รจ un volto da scoprire, da contemplare, da accarezzareยป[4]. Perchรฉ i conflitti e tutte le guerre ยซtrovano la loro radice nella dissolvenza dei voltiยป[5]. E noi, che condividiamo questo Pane di unitร e di pace, siamo chiamati ad amare ogni volto, a ricucire ogni strappo; ad essere, sempre e dovunque, costruttori di pace.
Insieme col Pane, la Parola. Il Vangelo riporta aspre discussioni attorno alle parole di Gesรน: ยซCome puรฒ costui darci la sua carne da mangiare?ยป (v. 52). Cโรจ unโaria di disfattismo in queste parole. Tante nostre parole assomigliano a queste: come puรฒ il Vangelo risolvere i problemi del mondo? A che serve fare del bene in mezzo a tanto male? E cosรฌ cadiamo nellโerrore di quella gente, paralizzata dal discutere sulle parole di Gesรน, anzichรฉ pronta ad accogliere il cambiamento di vita chiesto da Lui. Non capivano che la Parola di Gesรน รจ per camminare nella vita, non per sedersi a parlare di ciรฒ che va o non va. Don Tonino, proprio nel tempo di Pasqua, augurava di accogliere questa novitร di vita, passando finalmente dalle parole ai fatti. Perciรฒ esortava accoratamente chi non aveva il coraggio di cambiare: ยซgli specialisti della perplessitร . I contabili pedanti dei pro e dei contro. I calcolatori guardinghi fino allo spasimo prima di muoversiยป[6]. A Gesรน non si risponde secondo i calcoli e le convenienze del momento; gli si risponde col โsรฌโ di tutta la vita. Egli non cerca le nostre riflessioni, ma la nostra conversione. Punta al cuore.
ร la stessa Parola di Dio a suggerirlo. Nella prima Lettura, Gesรน risorto si rivolge a Saulo e non gli propone sottili ragionamenti, ma gli chiede di mettere in gioco la vita. Gli dice: ยซAlzati ed entra nella cittร e ti sarร detto ciรฒ che devi fareยป (At 9,6). Anzitutto: ยซAlzatiยป. La prima cosa da evitare รจ rimanere a terra, subire la vita, restare attanagliati dalla paura. Quante volte don Tonino ripeteva: โIn piedi!โ, perchรฉ ยซdavanti al Risorto non รจ lecito stare se non in piediยป[7]. Rialzarsi sempre, guardare in alto, perchรฉ lโapostolo di Gesรน non puรฒ vivacchiare di piccole soddisfazioni.
Il Signore poi dice a Saulo: ยซEntra in cittร ยป. Anche a ciascuno di noi dice: โVaโ, non rimanere chiuso nei tuoi spazi rassicuranti, rischia!โ. โRischia!โ. La vita cristiana va investita per Gesรน e spesa per gli altri. Dopo aver incontrato il Risorto non si puรฒ attendere, non si puรฒ rimandare; bisogna andare, uscire, nonostante tutti i problemi e le incertezze. Vediamo ad esempio Saulo che, dopo aver parlato con Gesรน, sebbene cieco, si alza e va in cittร . Vediamo Anania che, sebbene pauroso e titubante, dice: ยซEccomi, Signore!ยป (v. 10) e subito va da Saulo. Siamo chiamati tutti, in qualsiasi situazione ci troviamo, a essere portatori di speranza pasquale, โcirenei della gioiaโ, come diceva don Tonino; servitori del mondo, ma da risorti, non da impiegati. Senza mai contristarci, senza mai rassegnarci. ร bello essere โcorrieri di speranzaโ, distributori semplici e gioiosi dellโalleluia pasquale.
Infine Gesรน dice a Saulo: ยซTi sarร detto ciรฒ che devi fareยป. Saulo, uomo deciso e affermato, tace e va, docile alla Parola di Gesรน. Accetta di obbedire, diventa paziente, capisce che la sua vita non dipende piรน da lui. Impara lโumiltร . Perchรฉ umile non vuol dire timido o dimesso, ma docile a Dio e vuoto di sรฉ. Allora anche le umiliazioni, come quella provata da Saulo per terra sulla via di Damasco, diventano provvidenziali, perchรฉ spogliano della presunzione e permettono a Dio di rialzarci. E la Parola di Dio fa cosรฌ: libera, rialza, fa andare avanti, umili e coraggiosi al tempo stesso. Non fa di noi dei protagonisti affermati e campioni della propria bravura, no, ma dei testimoni genuini di Gesรน, morto e risorto, nel mondo.
Pane e Parola. Cari fratelli e sorelle, ad ogni Messa ci nutriamo del Pane di vita e della Parola che salva: viviamo ciรฒ che celebriamo! Cosรฌ, come don Tonino, saremo sorgenti di speranza, di gioia e di pace.
- [1] ยซConfigurati a Cristo capo e sacerdoteยป, Cirenei della gioia, 2004, 54-55.
- [2] ยซSono credibili le nostre Eucarestie?ยป, Articoli, corrispondenze, lettere, 2003, 236.
- [3] ยซServi nella Chiesa per il mondoยป, ivi, 103-104.
- [4] ยซLa non violenza in una societร violentaยป, Scritti di pace, 1997, 66-67.
- [5] ยซLa pace come ricerca del voltoยป, Omelie e scritti quaresimali, 1994, 317.
- [6] ยซLievito vecchio e pasta nuovaยป, Vegliare nella notte, 1995, 91.
- [7] Ultimo saluto al termine della Messa Crismale, 8 aprile 1993.
