Papa Francesco – Udienza Generale del 8 giugno 2016 – Il testo, il video e il file mp3

1963

PAPA FRANCESCO

UDIENZA GENERALE

Piazza San Pietro
Mercoledì, 8 giugno 2016

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22. Il primo segno della Misericordia: Cana (Gv 2,1-11)

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Prima di incominciare la catechesi, vorrei salutare un gruppo di coppie, che celebrano il cinquantesimo di matrimonio. Quello si che è “il vino buono” della famiglia! La vostra è una testimonianza che gli sposi novelli – che saluterò dopo – e i giovani devono imparare. È una bella tetimonianza. Grazie per la vostra testimonianza. Dopo aver commentato alcune parabole della misericordia, oggi ci soffermiamo sul primo dei miracoli di Gesù, che l’evangelista Giovanni chiama “segni”, perché Gesù non li fece per suscitare meraviglia, ma per rivelare l’amore del Padre. Il primo di questi segni prodigiosi è raccontato proprio da Giovanni (2,1-11) e si compie a Cana di Galilea. Si tratta di una sorta di “portale d’ingresso”, in cui sono scolpite parole ed espressioni che illuminano l’intero mistero di Cristo e aprono il cuore dei discepoli alla fede. Vediamone alcune.

[ads2]Nell’introduzione troviamo l’espressione «Gesù con i suoi discepoli» (v. 2). Coloro che Gesù ha chiamato a seguirlo li ha legati a sé in una comunità e ora, come un’unica famiglia, sono invitati tutti alle nozze. Dando avvio al suo ministero pubblico nelle nozze di Cana, Gesù si manifesta come lo sposo del popolo di Dio, annunciato dai profeti, e ci rivela la profondità della relazione che ci unisce a Lui: è una nuova Alleanza di amore. Cosa c’è a fondamento della nostra fede? Un atto di misericordia con cui Gesù ci ha legati a sé. E la vita cristiana è la risposta a questo amore, è come la storia di due innamorati. Dio e l’uomo si incontrano, si cercano, si trovano, si celebrano e si amano: proprio come l’amato e l’amata nel Cantico dei Cantici. Tutto il resto viene come conseguenza di questa relazione. La Chiesa è la famiglia di Gesù in cui si riversa il suo amore; è questo amore che la Chiesa custodisce e vuole donare a tutti.

Nel contesto dell’Alleanza si comprende anche l’osservazione della Madonna: «Non hanno vino» (v. 3). Come è possibile celebrare le nozze e fare festa se manca quello che i profeti indicavano come un elemento tipico del banchetto messianico (cfr Am 9,13-14; Gl 2,24; Is 25,6)? L’acqua è necessaria per vivere, ma il vino esprime l’abbondanza del banchetto e la gioia della festa. È una festa di nozze nella quale manca il vino; i novelli sposi provano vergogna di questo. Ma immaginate voi finire una festa di nozze bevendo thé; sarebbe una vergogna. Il vino è necessario per la festa. Trasformando in vino l’acqua delle anfore utilizzate «per la purificazione rituale dei Giudei» (v. 6), Gesù compie un segno eloquente: trasforma la Legge di Mosè in Vangelo, portatore di gioia. Come dice altrove lo stesso Giovanni: «La Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo» (1,17).

Le parole che Maria rivolge ai servitori vengono a coronare il quadro sponsale di Cana: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (v. 5). È curioso: sono le ultime sue parole riportate dai Vangeli: sono la sua eredità che consegna a tutti noi. Anche oggi la Madonna dice a noi tutti: “Qualsiasi cosa vi dica – Gesù vi dica -, fatela”. È l’eredità che ci ha lasciato: è bello! Si tratta di un’espressione che richiama la formula di fede utilizzata dal popolo di Israele al Sinai in risposta alle promesse dell’alleanza: «Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!» (Es 19,8). E in effetti a Cana i servitori ubbidiscono. «Gesù disse loro: Riempite d’acqua le anfore. E le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto. Ed essi gliene portarono» (vv. 7-8). In queste nozze, davvero viene stipulata una Nuova Alleanza e ai servitori del Signore, cioè a tutta la Chiesa, è affidata la nuova missione: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela!». Servire il Signore significa ascoltare e mettere in pratica la sua Parola. E’ la raccomandazione semplice ma essenziale della Madre di Gesù ed è il programma di vita del cristiano. Per ognuno di noi, attingere dall’anfora equivale ad affidarsi alla Parola di Dio  per sperimentare la sua efficacia nella vita. Allora, insieme al capo del banchetto che ha assaggiato l’acqua diventata vino, anche noi possiamo esclamare: “Tu hai tenuto da parte il vino buono finora” (v. 10). Sì, il Signore continua a riservare quel vino buono per la nostra salvezza, così come continua a sgorgare dal costato trafitto del Signore.

La conclusione del racconto suona come una sentenza: «Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui» (v. 11). Le nozze di Cana sono molto più che il semplice racconto del primo miracolo di Gesù. Come uno scrigno, Egli custodisce il segreto della sua persona e lo scopo della sua venuta: l’atteso Sposo dà avvio alle nozze che si compiono nel Mistero pasquale. In queste nozze Gesù lega a sé i suoi discepoli con una Alleanza nuova e definitiva. A Cana i discepoli di Gesù diventano la sua famiglia e a Cana nasce la fede della Chiesa. A quelle nozze tutti noi siamo invitati, perché il vino nuovo non viene più a mancare!

Saluti:

[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare il pellegrinaggio della Diocesi di Besançon, con Mons. Jean-Luc Bouilleret, la Confederazione Internazionale della Società San Vincenzo de’ Paoli, il Seminario del Prado di Lione come pure i fedeli della Svizzera, del Belgio e del Canada.
Cari fratelli e sorelle, Gesù ci invita alla gioia di conoscere ciascuno e di amarlo. Per intercessione della Vergine Maria possiamo sempre ascoltare la sua voce ed avere il coraggio di seguirla. Che Dio vi benedica!]

[Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Francia, Paesi Bassi, Cina, India, Indonesia, Malaysia, Singapore e Stati Uniti d’America. Con fervidi auguri che il presente Giubileo della Misericordia sia per voi e per le vostre famiglie un tempo di grazia e di rinnovamento spirituale, invoco su voi tutti la gioia e pace del Signore Gesù!]

[Rivolgo un cordiale saluto a tutti i pellegrini di lingua tedesca, in particolare ai sacerdoti dell’Arcidiocesi di Paderborn che celebrano il loro 25° anniversario di ordinazione, e ai numerosi studenti dalla Germania. Vi auguro un buon soggiorno a Roma e di cuore vi benedico tutti.]

[Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua portoghese, in particolare ai fedeli di Curitiba e al gruppo di magistrati brasiliani. Cari amici, siete chiamati ad essere testimoni del Vangelo nel mondo, trasfigurati dalla gioia e dalla grazia misericordiosa di Dio. Scenda su di voi e sulle vostre famiglie la sua benedizione. ]

[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, il racconto delle nozze di Cana ci invita a riscoprire Gesù come Salvatore dell’umanità, e come Colui che risponde alle attese e alle promesse di gioia che abitano nel cuore di ognuno di noi. La Vergine Maria, modello di meditazione delle parole e dei gesti del Signore, ci aiuti a riscoprire con fede la bellezza dell’amore fedele di Dio per noi. Il Signore vi benedica!]

[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Fratelli e sorelle, nei momenti di angoscia, preoccupazione e inquietudine non dimentichiamo l’evento che ebbe luogo a Cana di Galilea, l’esperienza di una famiglia in difficoltà. Su richiesta di Sua Madre Maria, Gesù compì un miracolo. La Madonna vigila incessantemente anche su di noi, vuole il nostro bene, è pronta a intercedere per noi presso il Suo Figlio. Affidiamo a Lei noi stessi e i nostri problemi di ogni giorno. Non vi manchi mai la fiducia nel Suo aiuto e la Sua protezione. Sia lodato Gesù Cristo.]

[Di cuore do il benvenuto ai pellegrini slovacchi, specialmente ai gruppi parrocchiali come pure al personale infermieristico del Centro geriatrico di San Luca in Košice. Fratelli e sorelle, auguro che il vostro soggiorno a Roma, nell’Anno giubilare della Misericordia, sia una significativa occasione di crescita nella fede ed un incoraggiamento a proseguire con generosità nella testimonianza cristiana. Volentieri imparto a tutti voi ed ai vostri cari la Benedizione Apostolica.]

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Cari pellegrini di lingua italiana: benvenuti!

Sono lieto di accogliere il pellegrinaggio della Diocesi di Asti, accompagnato del Vescovo Mons. Ravinale; i giovani atleti del Pellegrinaggio Macerata-Loreto con la “fiaccola della pace”, accompagnati da Mons. Marconi e Mons. Vecerrica; l’Associazione “Migranti San Francesco” della Diocesi di Siena; il gruppo S.O.S. Villaggi dei Bambini di Ostuni e l’Unitalsi della Toscana. A tutti auguro che questo incontro con il Successore di Pietro susciti un rinnovato impegno in favore della pace e della solidarietà verso i più bisognosi.

Saluto con particolare affetto l’Associazione Internazionale delle Università Lasalliane; i Delegati della Società di San Vincenzo de’ Paoli riuniti in Assemblea Generale; come pure i Padri Bianchi, durante il loro capitolo generale. Vi esorto a vivere con gioia la missione in fedeltà al Vangelo e ai rispettivi carismi.

Un saluto speciale rivolgo all’Azione Cattolica Italiana che oggi rilancia l’esperienza di preghiera “Un minuto per la pace”, culminante nella Celebrazione Eucaristica nella Basilica di Santo Spirito in Sassia.

Esorto i giovani, gli ammalati e gli sposi novelli a pregare con particolare intensità i Sacri Cuori di Gesù e di Maria affinché ci insegnino ad amare con piena dedizione Dio e il prossimo.

Fonte: Radio Vaticana via FeedRss
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