Papa Francesco – Udienza ai Fedeli delle zone terremotate del Centro Italia

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Alle ore 11.30 di questa mattina, nellโ€™Aula Paolo VI, il Santo Padre Francesco ha incontrato i fedeli delle zone terremotate del Centro Italia, accompagnate dai loro Vescovi e presbiteri.

Nel corso dellโ€™udienza, il Papa ha rivolto ai presenti un discorso a braccio.

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Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

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Io ho scritto qui le due testimonianze che abbiamo ascoltato, e ho sottolineato qualche espressione, qualche parola, che mi ha toccato il cuore, e di questo voglio parlare.

Una parola che รจ stata come un ritornello, quella del ricostruire. Quello che Raffaele ha detto molto concisamente e molto forte: โ€œRicostruire i cuori ancor prima delle caseโ€. Ricostruire i cuori. โ€œRicostruire โ€“ ha detto Don Luciano โ€“ il tessuto sociale e umano della comunitร  ecclesialeโ€. Ri-costruire. Mi viene in mente quellโ€™uomo che ho trovato, non ricordo in quale dei paesi che ho visitato in quella giornata [quando si รจ recato nei luoghi terremotati, il 4 ottobre 2016], ha detto: โ€œPer la terza volta incomincerรฒ a costruire la mia casaโ€. Ricominciare, non lasciarsi andare โ€“ โ€œho perso tuttoโ€ โ€“, amareggiareโ€ฆ Il dolore รจ grande! E ricostruire col doloreโ€ฆ Le ferite del cuore ci sono! Qui, alcune settimane fa, ho incontrato la piccola Giulia, con i suoi genitori, che aveva perso il fratello, con la sorellinaโ€ฆ Poi ho incontrato quella coppia di sposi che ha perso i gemelliniโ€ฆ E adesso incontro voi che avete perso gente della vostra famiglia. I cuori sono feriti. Ma cโ€™รจ la parola che abbiamo sentito oggi da Raffaele: ricostruire i cuori, che non รจ โ€œdomani sarร  meglioโ€, non รจ ottimismo, no, non cโ€™รจ posto per lโ€™ottimismo qui: sรฌ per la speranza, ma non per lโ€™ottimismo. Lโ€™ottimismo รจ un atteggiamento che serve un poโ€™ in un momento, ti porta avanti, ma non ha sostanza. Oggi serve la speranza, per ricostruire, e questo si fa con le mani, unโ€™altra parola che mi ha toccato.

Raffaele ha parlato delle โ€œmaniโ€: il primo abbraccio con le mani a sua moglie; poi quando prende i bambini per tirarli fuori dalla casa: le mani. Quelle mani che aiutano i famigliari a liberarsi dai calcinacci; quella mano che lascia il suo figlio in braccio, nelle mani di non so chi per andare ad aiutare un altro. โ€œPoi cโ€™era la mano di qualcuno che mi ha guidatoโ€, ha detto. Le mani. Ricostruire, e per ricostruire ci vogliono il cuore e le mani, le nostre mani, le mani di tutti. Quelle mani con le quali noi diciamo che Dio, come un artigiano, ha fatto il mondo. Le mani che guariscono. A me piace, agli infermieri, ai medici, benedire le mani, perchรฉ servono per guarire. Le mani di tanta gente che ha aiutato a uscire da questo incubo, da questo dolore; le mani dei Vigili del Fuoco, tanto bravi, tanto bravi… E le mani di tutti quelli che hanno detto: โ€œNo, io do del mio, do il meglioโ€. E la mano di Dio alla domanda โ€œperchรฉ?โ€ โ€“ ma sono domande che non hanno risposta, la cosa รจ andata cosรฌ.

Unโ€™altra parola che รจ uscita รจ la ferita, ferire: โ€œNoi siamo rimasti lรฌ per non ferire di piรน la nostra terraโ€, ha detto il parroco. Bello. Non ferire di piรน quello che รจ ferito. E non ferire con parole vuote, tante volte, o con notizie che non hanno il rispetto, che non hanno la tenerezza davanti al dolore. Non ferire. Ognuno ha sofferto qualcosa. Alcuni hanno perso tanto, non so, la casa, anche i figli o i genitori, quel coniugeโ€ฆ Ma non ferire. Il silenzio, le carezze, la tenerezza del cuore ci aiuta a non ferire.

E poi si fanno miracoli nel momento del dolore: โ€œCi sono state riconciliazioniโ€, ha detto il parroco. Si lasciano da parte antiche storie e ci ritroviamo insieme in unโ€™altra situazione. Ritrovarsi: col bacio, con lโ€™abbraccio, con lโ€™aiuto mutuoโ€ฆ, anche con il pianto. Piangere da soli fa bene, รจ unโ€™espressione davanti a noi stessi e a Dio; ma piangere insieme รจ meglio, ci ritroviamo piangendo insieme.

Queste sono le cose che mi sono venute al cuore quando ho letto e sentito queste testimonianze.

Unโ€™altra frase, detta anchโ€™essa da Raffaele: โ€œOggi la nostra vita non รจ la stessa. Eโ€™ vero, siamo usciti salvi, ma abbiamo persoโ€. Salvi, ma sconfitti. Eโ€™ una cosa nuova questa strada di vita. La ferita si guarisce, le ferite guariranno, ma le cicatrici rimarranno per tutta la vita, e saranno un ricordo di questo momento di dolore; sarร  una vita con una cicatrice in piรน. Non รจ la stessa di prima. Sรฌ, cโ€™รจ la fortuna di essere usciti vivi, ma non รจ lo stesso di prima.

Poi, Don Luciano ha fatto accenno alle virtรน, alle virtรน vostre: โ€œVoglio testimoniare โ€“ ha detto โ€“ la fortezza dโ€™animo, il coraggio, la tenacia e insieme la pazienza, la solidarietร  nellโ€™aiuto vicendevole della mia genteโ€. E questo si chiama essere โ€œben natiโ€, non so se in italiano si usa questo [modo di dire], in spagnolo si usa โ€œbien nacidoโ€, nato bene, una persona che รจ nata bene. E lui, come pastore, dice: โ€œSono orgoglioso della mia genteโ€. Anchโ€™io devo dire che sono orgoglioso dei parroci che non hanno lasciato la terra, e questo รจ buono: avere pastori che quando vedono il lupo non fuggono.

Abbiamo perso, sรฌ, abbiamo perso tante cose: casa, famiglie, ma siamo diventati una grande famiglia in un altro modo.

E cโ€™รจ unโ€™altra parola che รจ stata detta due volte soltanto, un poโ€™ di passaggio, ma era un poโ€™ il nocciolo di queste due testimonianze: vicinanza. โ€œSiamo stati vicini e rimaniamo vicini lโ€™uno allโ€™altroโ€. E la vicinanza ci fa piรน umani, piรน persone di bene, piรน coraggiosi. Una cosa รจ andare soli, sulla strada della vita, e una cosa รจ andare per mano con lโ€™altro, vicino allโ€™altro. E questa vicinanza voi lโ€™avete sperimentata.

E poi unโ€™altra parola che si รจ perduta nel discorso, ricominciare, senza perdere la capacitร  di sognare, sognare il riprendersi, avere il coraggio di sognare una volta in piรน.

Queste sono le cose che piรน hanno toccato il cuore delle due testimonianze, e per questo ho voluto prendere le vostre parole per farle mie, perchรฉ nella vostra situazione il peggio che si puรฒ fare รจ fare un sermone, il peggio. Soltanto, [ho voluto] prendere quello che dice il vostro cuore e farlo proprio e dirlo con voi, e fare una riflessione un poโ€™ su questo.

Voi sapete che vi sono vicino. E vi dico una cosa: quando mi sono accorto di quello che era accaduto quella mattina, appena svegliato ho trovato un biglietto dove si parlava delle due scosse; due cose ho sentito: ci devo andare, ci devo andare; e poi ho sentito dolore, molto dolore. E con questo dolore sono andato a celebrare la Messa quel giorno.

Grazie per essere venuti oggi e in alcune udienze di questi mesi. Grazie per tutto quello che voi avete fatto per aiutarci, per costruire, ricostruire i cuori, le case, il tessuto sociale; anche per ricostruire [riparare] col vostro esempio lโ€™egoismo che รจ nel nostro cuore che non abbiamo sofferto questo. Grazie tante a voi. E sono vicino a voi.

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