Il testo dell’omelia che Papa Francesco ha letto durante la Santa Messa a Ecatepec.
Mercoledรฌ scorso abbiamo iniziato il tempo liturgico della Quaresima, nel quale la Chiesa ci invita a prepararci per celebrare la grande festa della Pasqua. Tempo speciale per ricordare il dono del nostro Battesimo, quando siamo stati fatti figli di Dio. La Chiesa ci invita a ravvivare il dono che ci ha elargito per non lasciarlo nellโoblio come qualcosa di passato o in qualche โcassetto dei ricordiโ questo regalo. Questo tempo di Quaresima รจ un buon momento per recuperare la gioia e la speranza che ci dร il sentirci figli amati dal Padre. Questo Padre che ci aspetta per toglierci le vesti della stanchezza, dellโapatia, della sfiducia e rivestirci con la dignitร che solo una vero padre e una vera madre sanno dare ai loro figli, i vestiti che nascono dalla tenerezza e dallโamore.
[ads2]Il nostro Padre รจ il Padre di una grande famiglia, รจ Padre nostro. Sa avere un amore, ma non sa generare e creare โfigli uniciโ tra di noi. Eโ un Dio che sa di famiglia, di fraternitร , di pane spezzato e condiviso. Eโ il Dio del โPadre nostroโ, non del โpadre mioโ e โpatrigno vostroโ.
In ognuno di noi si annida, vive quel sogno di Dio che in ogni Pasqua, in ogni Eucaristia ritorniamo a celebrare: siamo figli di Dio. Sogno che hanno vissuto tanti nostri fratelli nel corso della storia. Sogno testimoniato dal sangue di tanti martiri di ieri e di oggi.
Quaresima, tempo di conversione perchรฉ quotidianamente faccio esperienza nella nostra vita di come quel sogno si trova sempre minacciato dal padre della menzogna โ ascoltiamo nel Vangelo quello che succede con Gesรน – da colui che vuole dividerci, generando una societร famiglia divisa e conflittuale, una societร divisa e conflittuale. Una societร di pochi e per pochi. Quante volte sperimentiamo nella nostra carne, o nella nostra famiglia, in quella dei nostri amici o vicini, il dolore che nasce dal non sentire riconosciuta quella dignitร che tutti portiamo dentro. Quante volte abbiamo dovuto piangere e pentirci, perchรฉ ci siamo resi conto di non aver riconosciuto tale dignitร negli altri. Quante volte โ e lo dico con dolore โ siamo ciechi e insensibili davanti al mancato riconoscimento della dignitร propria e altrui.
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Quaresima, tempo per regolare i sensi, aprire gli occhi di fronte a tante ingiustizie che attentano direttamente al sogno e al progetto di Dio. Tempo per smascherare quelle tre grandi forme di tentazione che rompono, dividono lโimmagine che Dio ha voluto plasmare.
Le tre tentazioni che ha sofferto Cristoโฆ
Tre tentazioni del cristiano che cercano di rovinare la veritร alla quale siamo stati chiamati.
Tre tentazioni che cercano di degradare e di degradarci.
La prima, la ricchezza, impossessandoci di beni che sono stati dati per tutti, utilizzandoli solo per me o per โi mieiโ. Eโ procurarsi il pane con il sudore altrui, o persino con la vita altrui. Quella ricchezza che รจ il pane che sa di dolore, di amarezza, di sofferenza. In una famiglia o in una societร corrotta questo รจ il pane che si dร da mangiare ai propri figli.
La seconda tentazione: la vanitร . Quella ricerca di prestigio basata sulla squalifica continua e costante di quelli che โnon sono nessunoโ. La ricerca esasperata di quei cinque minuti di fama che non perdona la โfamaโ degli altri. โFacendo legna dellโalbero cadutoโ, lascia spazio alla terza tentazione, la peggiore, quella dellโorgoglio, ossia il porsi su un piano di superioritร di qualunque tipo, sentendo che non si condivide la โvita dei comuni mortaliโ e pregando tutti i giorni: โGrazie Signore perchรฉ non mi hai fatto come loroโ.
Tre tentazioni di Cristoโฆ
Tre tentazioni con cui il cristiano si confronta quotidianamente.
Tre tentazioni che cercano di degradare, di distruggere e di togliere la gioia e la freschezza del Vangelo. Che ci chiudono in un cerchio di distruzione e di peccato.
Vale la pena che ci domandiamo: fino a che punto siamo consapevoli di queste tentazioni nella nostra persona, in noi stessi?
Fino a che punto ci siamo abituati a uno stile di vita che pensa che nella ricchezza, nella vanitร e nellโorgoglio stanno la fonte e la forza della vita?
Fino a che punto crediamo che il prenderci cura dellโaltro, il nostro preoccuparci e occuparci per il pane, il buon nome e la dignitร degli altri sono fonti di gioia e di speranza?
Abbiamo scelto Gesรน e non il demonio. Se ci ricordiamo di quello che abbiamo ascoltato nel Vangelo, Gesรน non risponde al demonio non nessuna parola propria, ma gli risponde con la Parola di Dio, con la Parola delle Scritture. Perchรฉ, fratelli e sorelle, mettiamocelo bene in testa: con il demonio non si parla! Non si puรฒ dialogare! Perchรฉ ci vince sempreโฆ Solamente la forza della Parola di Dio lo puรฒ sconfiggere! Abbiamo scelto Gesรน e non il demonio:ย vogliamo seguire le sue orme, ma sappiamo che non รจ facile. Sappiamo che cosa significa essere sedotti dal denaro, dalla fama e dal potere. Perciรฒ la Chiesa ci dona questo tempo, ci invita alla conversione con una sola certezza: Lui ci sta aspettando e vuole guarire il nostro cuore da tutto ciรฒ che lo degrada, degradandosi o degradando altri. Eโ il Dio che ha un nome: misericordia. Il Suo nome รจ la nostra ricchezza, il Suo nome รจ la nostra fama, il Suo nome รจ il nostro potere; e nel Suo nome ancora una volta ripetiamo con il salmo: ยซMio Dio in cui confidoยป (91/90,2). Lo vogliamo ripetere insieme, tre volte? โTu sei il mio Dio e in te confidoโ; โTu sei il mio Dio e in te confidoโ; โTu sei il mio Dio e in te confidoโ.
Che in questa Eucaristia lo Spirito Santo rinnovi in noi la certezza che il Suo nome รจ misericordia e ci faccia sperimentare ogni giorno che il Vangelo ยซriempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesรนยป sapendo che con Lui e in Lui ยซsempre nasce e rinasce la gioiaยป (Esort. ap. Evangelii gaudium, 1).
