Alle ore 10.00 di questa mattina, allโAltare della Cattedra della Basilica Vaticana, il Santo Padre Francesco ha presieduto la Santa Messa in occasione della Solennitร di Nostro Signore Gesรน Cristo Re dellโuniverso.
Al termine della celebrazione, prima della benedizione finale, ha avuto luogo il passaggio della Croce e dellโIcona di Maria Salus Populi Romani, simboli delle Giornate Mondiali della Gioventรน, dalla rappresentanza dei giovani panamensi ai giovani portoghesi.
Omelia del Santo Padre
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Quella che abbiamo appena ascoltato รจ lโultima pagina del Vangelo di Matteo prima della Passione: prima di donarci il suo amore sulla croce, Gesรน ci dร le sue ultime volontร . Ci dice che il bene che faremo a uno dei suoi fratelli piรน piccoli โ affamati, assetati, stranieri, bisognosi, malati, carcerati โ sarร fatto a Lui (cfr Mt 25,37-40). Il Signore ci consegna cosรฌ la lista dei doni che desidera per le nozze eterne con noi in Cielo. Sono le opere di misericordia, che rendono eterna la nostra vita. Ciascuno di noi puรฒ chiedersi: le metto in pratica? Faccio qualcosa per chi ha bisogno? O compio del bene solo per le persone care e per gli amici? Aiuto qualcuno che non puรฒ restituirmi? Sono amico di una persona povera? E cosรฌ via, tante domande che possiamo farci. โIo sono lรฌโ, ti dice Gesรน, โti aspetto lรฌ, dove non immagini e dove magari non vorresti nemmeno guardare, lรฌ nei poveriโ. Io sono lรฌ, dove il pensiero dominante, secondo cui la vita va bene se va bene a me, non รจ interessato. Io sono lรฌ, dice Gesรน anche a te, giovane che cerchi di realizzare i sogni della vita.
Io sono lรฌ, disse Gesรน, secoli fa, a un giovane soldato. Era un diciottenne non ancora battezzato. Un giorno vide un povero che chiedeva aiuto alla gente, ma non ne riceveva, perchรฉ ยซtutti passavano oltreยป. E quel giovane, ยซvedendo che gli altri non erano mossi a compassione, comprese che quel povero gli era stato riservatoยป, per lui. Perรฒ non aveva niente con sรฉ, solo la sua divisa di lavoro. Allora tagliรฒ il suo mantello e ne diede metร al povero, subendo le risa di scherno di alcuni lรฌ attorno. La notte seguente fece un sogno: vide Gesรน, rivestito della parte di mantello con cui aveva avvolto il povero. E lo sentรฌ dire: ยซMartino mi ha coperto con questa vesteยป (cfr Sulpicio Severo, Vita Martini, III). San Martino era un giovane che fece quel sogno perchรฉ lo aveva vissuto, pur senza saperlo, come i giusti del Vangelo di oggi.
Cari giovani, cari fratelli e sorelle, non rinunciamo ai grandi sogni. Non accontentiamoci del dovuto. Il Signore non vuole che restringiamo gli orizzonti, non ci vuole parcheggiati ai lati della vita, ma in corsa verso traguardi alti, con gioia e con audacia. Non siamo fatti per sognare le vacanze o il fine settimana, ma per realizzare i sogni di Dio in questo mondo. Egli ci ha reso capaci di sognare per abbracciare la bellezza della vita. E le opere di misericordia sono le opere piรน belle della vita. Le opere di misericordia vanno proprio al centro dei nostri sogni grandi. Se hai sogni di vera gloria, non della gloria del mondo che viene e va, ma della gloria di Dio, questa รจ la strada. Leggi il brano del Vangelo di oggi, riflettici su. Perchรฉ le opere di misericordia danno gloria a Dio piรน di ogni altra cosa. Ascoltate bene questo: le opere di misericordia danno gloria a Dio piรน di ogni altra cosa. Sulle opere di misericordia alla fine saremo giudicati.
Ma da dove si parte per realizzare grandi sogni? Dalle grandi scelte. Il Vangelo oggi ci parla anche di questo. Infatti, nel momento del giudizio finale il Signore si basa sulle nostre scelte. Sembra quasi non giudicare: separa le pecore dalle capre, ma essere buoni o cattivi dipende da noi. Egli trae solo le conseguenze delle nostre scelte, le porta alla luce e le rispetta. La vita, allora, รจ il tempo delle scelte forti, decisive, eterne. Scelte banali portano a una vita banale, scelte grandi rendono grande la vita. Noi, infatti, diventiamo quello che scegliamo, nel bene e nel male. Se scegliamo di rubare diventiamo ladri, se scegliamo di pensare a noi stessi diventiamo egoisti, se scegliamo di odiare diventiamo arrabbiati, se scegliamo di passare ore davanti al cellulare diventiamo dipendenti. Ma se scegliamo Dio diventiamo ogni giorno piรน amati e se scegliamo di amare diventiamo felici. ร cosรฌ, perchรฉ la bellezza delle scelte dipende dallโamore: non dimenticare questo. Gesรน sa che se viviamo chiusi e indifferenti restiamo paralizzati, ma se ci spendiamo per gli altri diventiamo liberi. Il Signore della vita ci vuole pieni di vita e ci dร il segreto della vita: la si possiede solo donandola. E questa รจ una regola di vita: la vita si possiede, adesso e eternamente, solo donandola.
ร vero che ci sono degli ostacoli che rendono ardue le scelte: spesso il timore, lโinsicurezza, i perchรฉ senza risposta, tanti perchรฉ. Lโamore, perรฒ, chiede di andare oltre, di non restare appesi ai perchรฉ della vita aspettando che dal Cielo arrivi una risposta. La risposta รจ arrivata: รจ lo sguardo del Padre che ci ama e ci ha inviato il Figlio. No, lโamore spinge a passare dai perchรฉ al per chi, dal perchรฉ vivo al per chi vivo, dal perchรฉ mi capita questo al per chi posso fare del bene. Per chi? Non solo per me: la vita รจ giร piena di scelte che facciamo per noi stessi, per avere un titolo di studio, degli amici, una casa, per soddisfare i propri interessi, i propri hobby. Ma rischiamo di passare anni a pensare a noi stessi senza cominciare ad amare. Il Manzoni diede un bel consiglio: ยซSi dovrebbe pensare piรน a far bene, che a star bene: e cosรฌ si finirebbe anche a star meglioยป (I Promessi Sposi, cap. XXXVIII).
Ma non ci sono solo i dubbi e i perchรฉ a insidiare le grandi scelte generose, ci sono tanti altri ostacoli, tutti i giorni. Cโรจ la febbre dei consumi, che narcotizza il cuore di cose superflue. Cโรจ lโossessione del divertimento, che sembra lโunica via per evadere dai problemi e invece รจ solo un rimandare il problema. Cโรจ il fissarsi sui propri diritti da reclamare, dimenticando il dovere di aiutare. E poi cโรจ la grande illusione sullโamore, che sembra qualcosa da vivere a colpi di emozioni, mentre amare รจ soprattutto dono, scelta e sacrificio. Scegliere, soprattutto oggi, รจ non farsi addomesticare dallโomologazione, รจ non lasciarsi anestetizzare dai meccanismi dei consumi che disattivano lโoriginalitร , รจ saper rinunciare alle apparenze e allโapparire. Scegliere la vita รจ lottare contro la mentalitร dellโusa-e-getta e del tutto-e-subito, per pilotare lโesistenza verso il traguardo del Cielo, verso i sogni di Dio. Scegliere la vita รจ vivere, e noi siamo nati per vivere, non per vivacchiare. Questo lo ha detto un giovane come voi [il Beato Pier Giorgio Frassati]: โIo voglio vivere, non vivacchiareโ.
Ogni giorno, tante scelte si affacciano sul cuore. Vorrei darvi un ultimo consiglio per allenarsi a scegliere bene. Se ci guardiamo dentro, vediamo che in noi sorgono spesso due domande diverse. Una รจ: che cosa mi va di fare? ร una domanda che spesso inganna, perchรฉ insinua che lโimportante รจ pensare a sรฉ stessi e assecondare tutte le voglie e le pulsioni che vengono. Ma la domanda che lo Spirito Santo suggerisce al cuore รจ unโaltra: non che cosa ti va? ma che cosa ti fa bene? Qui sta la scelta quotidiana, che cosa mi va di fare o che cosa mi fa bene? Da questa ricerca interiore possono nascere scelte banali o scelte di vita, dipende da noi. Guardiamo a Gesรน, chiediamogli il coraggio di scegliere quello che ci fa bene, per camminare dietro a Lui, nella via dellโamore. E trovare la gioia. Per vivere, e non vivacchiare.
Parole del Santo Padre al termine della Messa
Al termine di questa celebrazioneย eucaristica, saluto cordialmente tutti voi qui presenti e quanti ci seguono attraverso i media. Un saluto particolare va a voi giovani, giovani panamensi e portoghesi, rappresentati da due delegazioni che, tra poco, faranno il significativo gesto del passaggio della Croce e dellโicona di Maria Salus Populi Romani, simboli delle Giornate Mondiali della Gioventรน. ร un passaggio importante nelย pellegrinaggio che ci condurrร a Lisbona nel 2023.
E mentre ci prepariamo alla prossima edizione intercontinentale della GMG, vorrei rilanciare anche la sua celebrazione nelle Chiese locali. Trascorsi trentacinque anni dallโistituzione della GMG, dopo aver ascoltato diversi pareri e il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, competente sulla pastorale giovanile, ho deciso di trasferire, a partire dal prossimo anno, la celebrazione diocesana della GMG dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Cristo Re. Al centro rimane il Mistero di Gesรน Cristo Redentore dellโuomo, come ha sempre sottolineato San Giovanni Paolo II, iniziatore e patrono delle GMG.
Cari giovani, gridate con la vostra vita che Cristo vive, che Cristo regna, che Cristo รจ il Signore! Se voi tacerete, vi assicuro che grideranno le pietre (cfr Lc 19,40).
ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica, 22 Novembre 2020
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi celebriamo la solennitร di Nostro Signore Gesรน Cristo Re dellโuniverso, con la quale si chiude lโanno liturgico, la grande parabola in cui si dispiega il mistero di Cristo: tutto lโanno liturgico. Egli รจ lโAlfa e lโOmega, lโinizio e il compimento della storia; e la liturgia odierna si concentra sullโโomegaโ, cioรจ sul traguardo finale. Il senso della storia lo si capisce tenendo davanti agli occhi il suo culmine: la fine รจ anche il fine. Ed รจ proprio questo che fa Matteo, nel Vangelo di questa domenica (25,31-46), ponendo il discorso di Gesรน sul giudizio universale allโepilogo della sua vita terrena: Lui, che gli uomini stanno per condannare, รจ in realtร il supremo giudice. Nella sua morte e risurrezione, Gesรน si mostrerร il Signore della storia, il Re dellโuniverso, il Giudice di tutti. Ma il paradosso cristiano รจ che il Giudice non riveste una regalitร temibile, ma รจ un pastore pieno di mitezza e di misericordia.
Gesรน, infatti, in questa parabola del giudizio finale, si serve dellโimmagine del pastore. Prende le immagini dal profeta Ezechiele, che aveva parlato dellโintervento di Dio in favore del popolo, contro i cattivi pastori dโIsraele (cfr 34,1-10). Questi erano stati crudeli, sfruttatori, preferendo pascere sรฉ stessi piuttosto che il gregge; pertanto Dio stesso promette di prendersi cura personalmente del suo gregge, difendendolo dalle ingiustizie e dai soprusi. Questa promessa di Dio per il suo popolo si รจ realizzata pienamente in Gesรน Cristo, il Pastore: proprio Lui รจ il Buon Pastore. Anche Lui stesso dice di sรฉ: ยซIo sono il buon pastoreยป (Gv 10,11.14).
Nella pagina evangelica di oggi, Gesรน si identifica non solo col re-pastore, ma anche con le pecore perdute. Potremmo parlare come di una โdoppia identitร โ: il re-pastore, Gesรน, si identifica anche con le pecore, cioรจ con i fratelli piรน piccoli e bisognosi. E indica cosรฌ il criterio del giudizio: esso sarร preso in base allโamore concreto dato o negato a queste persone, perchรฉ Lui stesso, il giudice, รจ presente in ciascuna di esse. Lui รจ giudice, Lui รจ Dio-uomo, ma Lui รจ anche il povero, Lui รจ nascosto, รจ presente nella persona dei poveri che Lui menziona proprio lรฌ. Dice Gesรน: ยซIn veritร io vi dico: tutto quello che avete fatto (o non avete fatto) a uno solo di questi miei fratelli piรน piccoli, lโavete (o non lโavete) fatto a meยป (vv. 40.45). Saremo giudicati sullโamore. Il giudizio sarร sullโamore. Non sul sentimento, no: saremo giudicati sulle opere, sulla compassione che si fa vicinanza e aiuto premuroso.
Io mi avvicino a Gesรน presente nella persona dei malati, dei poveri, dei sofferenti, dei carcerati, di coloro che hanno fame e sete di giustizia? Mi avvicino a Gesรน presente lรฌ? Questa รจ la domanda di oggi.
Dunque, il Signore, alla fine del mondo, passerร in rassegna il suo gregge, e lo farร non solo dalla parte del pastore, ma anche dalla parte delle pecore, con le quali Lui si รจ identificato. E ci chiederร : โSei stato un poโ pastore come me?โ. โSei stato pastore di me che ero presente in questa gente che era nel bisogno, o sei stato indifferente?โ. Fratelli e sorelle, guardiamoci dalla logica dellโindifferenza, di quello che ci viene in mente subito: guardare da unโaltra parte quando vediamo un problema. Ricordiamo la parabola del Buon Samaritano. Quel povero uomo, ferito dai briganti, buttato per terra, fra la vita e la morte, era lรฌ solo. Passรฒ un sacerdote, vide, e se ne andรฒ, guardรฒ da unโaltra parte. Passรฒ un levita, vide e guardรฒ da unโaltra parte. Io, davanti ai miei fratelli e sorelle nel bisogno, sono indifferente come questo sacerdote, come questo levita, e guardo da unโaltra parte? Sarรฒ giudicato su questo: su come mi sono avvicinato, di come ho guardato Gesรน presente nei bisognosi. Questa รจ la logica, e non lo dico io, lo dice Gesรน: โQuello che avete fatto a questo, a questo, a questo, lo avete fatto a me. E quello che non avete fatto a questo, a questo, a questo, non lo avete fatto a me, perchรฉ io ero lรฌโ. Che Gesรน ci insegni questa logica, questa logica della prossimitร , dellโavvicinarsi a Lui, con amore, nella persona dei piรน sofferenti.
Chiediamo alla Vergine Maria di insegnarci a regnare nel servire. La Madonna, assunta in Cielo, ha ricevuto dal suo Figlio la corona regale, perchรฉ lo ha seguito fedelmente โ รจ la prima discepola – nella via dellโAmore. Impariamo da lei a entrare fin da ora nel Regno di Dio, attraverso la porta del servizio umile e generoso. E torniamo a casa soltanto con questa frase: โIo ero presente lรฌ. Grazie!โ oppure: โTi sei scordato di meโ.
Dopo l’Angelus
Cari fratelli e sorelle!
Desidero inviare un pensiero speciale alle popolazioni della Campania e della Basilicata, a quarantโanni dal disastroso terremoto, che ebbe il suo epicentro in Irpinia e seminรฒ morte e distruzione. Quarantโanni giร ! Quellโevento drammatico, le cui ferite anche materiali non sono ancora del tutto rimarginate, ha evidenziato la generositร e la solidarietร degli italiani. Ne sono testimonianza tanti gemellaggi tra i paesi terremotati e quelli del nord e del centro, i cui legami ancora sussistono. Queste iniziative hanno favorito il faticoso cammino della ricostruzione e, soprattutto, la fraternitร tra le diverse comunitร della Penisola.
Saluto tutti voi, romani e pellegrini, che malgrado le difficoltร attuali, e sempre nel rispetto delle regole, siete venuti in Piazza San Pietro. Un saluto speciale alle famiglie, che in questo periodo fanno piรน fatica. Su questo, pensate a tante famiglie che sono in difficoltร in questo momento, perchรฉ non hanno il lavoro, hanno perso il lavoro, hanno uno, due figliโฆ; e a volte, con un poโ di vergogna, non fanno sapere questo. Ma siate voi ad andare a cercare dove cโรจ necessitร . Dove รจ Gesรน, dove รจ Gesรน nel bisogno. Fate questo!
A tutti auguro una buona domenica โ anche a quelli dellโImmacolata, che sono forti! โ. E per favore,
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