Papa Francesco – Omelia e Angelus del 22 Novembre 2020 – Il testo, il video e il file mp3

Data:

- Pubblicitร  -

Alle ore 10.00 di questa mattina, allโ€™Altare della Cattedra della Basilica Vaticana, il Santo Padre Francesco ha presieduto la Santa Messa in occasione della Solennitร  di Nostro Signore Gesรน Cristo Re dellโ€™universo.

Al termine della celebrazione, prima della benedizione finale, ha avuto luogo il passaggio della Croce e dellโ€™Icona di Maria Salus Populi Romani, simboli delle Giornate Mondiali della Gioventรน, dalla rappresentanza dei giovani panamensi ai giovani portoghesi.

Omelia del Santo Padre

Link al video

Scarica il file mp3

- Pubblicitร  -

Quella che abbiamo appena ascoltato รจ lโ€™ultima pagina del Vangelo di Matteo prima della Passione: prima di donarci il suo amore sulla croce, Gesรน ci dร  le sue ultime volontร . Ci dice che il bene che faremo a uno dei suoi fratelli piรน piccoli โ€“ affamati, assetati, stranieri, bisognosi, malati, carcerati โ€“ sarร  fatto a Lui (cfr Mt 25,37-40). Il Signore ci consegna cosรฌ la lista dei doni che desidera per le nozze eterne con noi in Cielo. Sono le opere di misericordia, che rendono eterna la nostra vita. Ciascuno di noi puรฒ chiedersi: le metto in pratica? Faccio qualcosa per chi ha bisogno? O compio del bene solo per le persone care e per gli amici? Aiuto qualcuno che non puรฒ restituirmi? Sono amico di una persona povera? E cosรฌ via, tante domande che possiamo farci. โ€œIo sono lรฌโ€, ti dice Gesรน, โ€œti aspetto lรฌ, dove non immagini e dove magari non vorresti nemmeno guardare, lรฌ nei poveriโ€. Io sono lรฌ, dove il pensiero dominante, secondo cui la vita va bene se va bene a me, non รจ interessato. Io sono lรฌ, dice Gesรน anche a te, giovane che cerchi di realizzare i sogni della vita.

Io sono lรฌ, disse Gesรน, secoli fa, a un giovane soldato. Era un diciottenne non ancora battezzato. Un giorno vide un povero che chiedeva aiuto alla gente, ma non ne riceveva, perchรฉ ยซtutti passavano oltreยป. E quel giovane, ยซvedendo che gli altri non erano mossi a compassione, comprese che quel povero gli era stato riservatoยป, per lui. Perรฒ non aveva niente con sรฉ, solo la sua divisa di lavoro. Allora tagliรฒ il suo mantello e ne diede metร  al povero, subendo le risa di scherno di alcuni lรฌ attorno. La notte seguente fece un sogno: vide Gesรน, rivestito della parte di mantello con cui aveva avvolto il povero. E lo sentรฌ dire: ยซMartino mi ha coperto con questa vesteยป (cfr Sulpicio Severo, Vita Martini, III). San Martino era un giovane che fece quel sogno perchรฉ lo aveva vissuto, pur senza saperlo, come i giusti del Vangelo di oggi.

Cari giovani, cari fratelli e sorelle, non rinunciamo ai grandi sogni. Non accontentiamoci del dovuto. Il Signore non vuole che restringiamo gli orizzonti, non ci vuole parcheggiati ai lati della vita, ma in corsa verso traguardi alti, con gioia e con audacia. Non siamo fatti per sognare le vacanze o il fine settimana, ma per realizzare i sogni di Dio in questo mondo. Egli ci ha reso capaci di sognare per abbracciare la bellezza della vita. E le opere di misericordia sono le opere piรน belle della vita. Le opere di misericordia vanno proprio al centro dei nostri sogni grandi. Se hai sogni di vera gloria, non della gloria del mondo che viene e va, ma della gloria di Dio, questa รจ la strada. Leggi il brano del Vangelo di oggi, riflettici su. Perchรฉ le opere di misericordia danno gloria a Dio piรน di ogni altra cosa. Ascoltate bene questo: le opere di misericordia danno gloria a Dio piรน di ogni altra cosa. Sulle opere di misericordia alla fine saremo giudicati.

Ma da dove si parte per realizzare grandi sogni? Dalle grandi scelte. Il Vangelo oggi ci parla anche di questo. Infatti, nel momento del giudizio finale il Signore si basa sulle nostre scelte. Sembra quasi non giudicare: separa le pecore dalle capre, ma essere buoni o cattivi dipende da noi. Egli trae solo le conseguenze delle nostre scelte, le porta alla luce e le rispetta. La vita, allora, รจ il tempo delle scelte forti, decisive, eterne. Scelte banali portano a una vita banale, scelte grandi rendono grande la vita. Noi, infatti, diventiamo quello che scegliamo, nel bene e nel male. Se scegliamo di rubare diventiamo ladri, se scegliamo di pensare a noi stessi diventiamo egoisti, se scegliamo di odiare diventiamo arrabbiati, se scegliamo di passare ore davanti al cellulare diventiamo dipendenti. Ma se scegliamo Dio diventiamo ogni giorno piรน amati e se scegliamo di amare diventiamo felici. รˆ cosรฌ, perchรฉ la bellezza delle scelte dipende dallโ€™amore: non dimenticare questo. Gesรน sa che se viviamo chiusi e indifferenti restiamo paralizzati, ma se ci spendiamo per gli altri diventiamo liberi. Il Signore della vita ci vuole pieni di vita e ci dร  il segreto della vita: la si possiede solo donandola. E questa รจ una regola di vita: la vita si possiede, adesso e eternamente, solo donandola.

รˆ vero che ci sono degli ostacoli che rendono ardue le scelte: spesso il timore, lโ€™insicurezza, i perchรฉ senza risposta, tanti perchรฉ. Lโ€™amore, perรฒ, chiede di andare oltre, di non restare appesi ai perchรฉ della vita aspettando che dal Cielo arrivi una risposta. La risposta รจ arrivata: รจ lo sguardo del Padre che ci ama e ci ha inviato il Figlio. No, lโ€™amore spinge a passare dai perchรฉ al per chi, dal perchรฉ vivo al per chi vivo, dal perchรฉ mi capita questo al per chi posso fare del bene. Per chi? Non solo per me: la vita รจ giร  piena di scelte che facciamo per noi stessi, per avere un titolo di studio, degli amici, una casa, per soddisfare i propri interessi, i propri hobby. Ma rischiamo di passare anni a pensare a noi stessi senza cominciare ad amare. Il Manzoni diede un bel consiglio: ยซSi dovrebbe pensare piรน a far bene, che a star bene: e cosรฌ si finirebbe anche a star meglioยป (I Promessi Sposi, cap. XXXVIII).

Ma non ci sono solo i dubbi e i perchรฉ a insidiare le grandi scelte generose, ci sono tanti altri ostacoli, tutti i giorni. Cโ€™รจ la febbre dei consumi, che narcotizza il cuore di cose superflue. Cโ€™รจ lโ€™ossessione del divertimento, che sembra lโ€™unica via per evadere dai problemi e invece รจ solo un rimandare il problema. Cโ€™รจ il fissarsi sui propri diritti da reclamare, dimenticando il dovere di aiutare. E poi cโ€™รจ la grande illusione sullโ€™amore, che sembra qualcosa da vivere a colpi di emozioni, mentre amare รจ soprattutto dono, scelta e sacrificio. Scegliere, soprattutto oggi, รจ non farsi addomesticare dallโ€™omologazione, รจ non lasciarsi anestetizzare dai meccanismi dei consumi che disattivano lโ€™originalitร , รจ saper rinunciare alle apparenze e allโ€™apparire. Scegliere la vita รจ lottare contro la mentalitร  dellโ€™usa-e-getta e del tutto-e-subito, per pilotare lโ€™esistenza verso il traguardo del Cielo, verso i sogni di Dio. Scegliere la vita รจ vivere, e noi siamo nati per vivere, non per vivacchiare. Questo lo ha detto un giovane come voi [il Beato Pier Giorgio Frassati]: โ€œIo voglio vivere, non vivacchiareโ€.

Ogni giorno, tante scelte si affacciano sul cuore. Vorrei darvi un ultimo consiglio per allenarsi a scegliere bene. Se ci guardiamo dentro, vediamo che in noi sorgono spesso due domande diverse. Una รจ: che cosa mi va di fare? รˆ una domanda che spesso inganna, perchรฉ insinua che lโ€™importante รจ pensare a sรฉ stessi e assecondare tutte le voglie e le pulsioni che vengono. Ma la domanda che lo Spirito Santo suggerisce al cuore รจ unโ€™altra: non che cosa ti va? ma che cosa ti fa bene? Qui sta la scelta quotidiana, che cosa mi va di fare o che cosa mi fa bene? Da questa ricerca interiore possono nascere scelte banali o scelte di vita, dipende da noi. Guardiamo a Gesรน, chiediamogli il coraggio di scegliere quello che ci fa bene, per camminare dietro a Lui, nella via dellโ€™amore. E trovare la gioia. Per vivere, e non vivacchiare.

Parole del Santo Padre al termine della Messa

Al termine di questa celebrazioneย eucaristica, saluto cordialmente tutti voi qui presenti e quanti ci seguono attraverso i media. Un saluto particolare va a voi giovani, giovani panamensi e portoghesi, rappresentati da due delegazioni che, tra poco, faranno il significativo gesto del passaggio della Croce e dellโ€™icona di Maria Salus Populi Romani, simboli delle Giornate Mondiali della Gioventรน. รˆ un passaggio importante nelย pellegrinaggio che ci condurrร  a Lisbona nel 2023.

E mentre ci prepariamo alla prossima edizione intercontinentale della GMG, vorrei rilanciare anche la sua celebrazione nelle Chiese locali. Trascorsi trentacinque anni dallโ€™istituzione della GMG, dopo aver ascoltato diversi pareri e il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, competente sulla pastorale giovanile, ho deciso di trasferire, a partire dal prossimo anno, la celebrazione diocesana della GMG dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Cristo Re. Al centro rimane il Mistero di Gesรน Cristo Redentore dellโ€™uomo, come ha sempre sottolineato San Giovanni Paolo II, iniziatore e patrono delle GMG.

Cari giovani, gridate con la vostra vita che Cristo vive, che Cristo regna, che Cristo รจ il Signore! Se voi tacerete, vi assicuro che grideranno le pietre (cfr Lc 19,40).

ANGELUS

Piazza San Pietro
Domenica, 22 Novembre 2020

Scarica il file mp3

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi celebriamo la solennitร  di Nostro Signore Gesรน Cristo Re dellโ€™universo, con la quale si chiude lโ€™anno liturgico, la grande parabola in cui si dispiega il mistero di Cristo: tutto lโ€™anno liturgico. Egli รจ lโ€™Alfa e lโ€™Omega, lโ€™inizio e il compimento della storia; e la liturgia odierna si concentra sullโ€™โ€œomegaโ€, cioรจ sul traguardo finale. Il senso della storia lo si capisce tenendo davanti agli occhi il suo culmine: la fine รจ anche il fine. Ed รจ proprio questo che fa Matteo, nel Vangelo di questa domenica (25,31-46), ponendo il discorso di Gesรน sul giudizio universale allโ€™epilogo della sua vita terrena: Lui, che gli uomini stanno per condannare, รจ in realtร  il supremo giudice. Nella sua morte e risurrezione, Gesรน si mostrerร  il Signore della storia, il Re dellโ€™universo, il Giudice di tutti. Ma il paradosso cristiano รจ che il Giudice non riveste una regalitร  temibile, ma รจ un pastore pieno di mitezza e di misericordia.

Gesรน, infatti, in questa parabola del giudizio finale, si serve dellโ€™immagine del pastore. Prende le immagini dal profeta Ezechiele, che aveva parlato dellโ€™intervento di Dio in favore del popolo, contro i cattivi pastori dโ€™Israele (cfr 34,1-10). Questi erano stati crudeli, sfruttatori, preferendo pascere sรฉ stessi piuttosto che il gregge; pertanto Dio stesso promette di prendersi cura personalmente del suo gregge, difendendolo dalle ingiustizie e dai soprusi. Questa promessa di Dio per il suo popolo si รจ realizzata pienamente in Gesรน Cristo, il Pastore: proprio Lui รจ il Buon Pastore. Anche Lui stesso dice di sรฉ: ยซIo sono il buon pastoreยป (Gv 10,11.14).

Nella pagina evangelica di oggi, Gesรน si identifica non solo col re-pastore, ma anche con le pecore perdute. Potremmo parlare come di una โ€œdoppia identitร โ€: il re-pastore, Gesรน, si identifica anche con le pecore, cioรจ con i fratelli piรน piccoli e bisognosi. E indica cosรฌ il criterio del giudizio: esso sarร  preso in base allโ€™amore concreto dato o negato a queste persone, perchรฉ Lui stesso, il giudice, รจ presente in ciascuna di esse. Lui รจ giudice, Lui รจ Dio-uomo, ma Lui รจ anche il povero, Lui รจ nascosto, รจ presente nella persona dei poveri che Lui menziona proprio lรฌ. Dice Gesรน: ยซIn veritร  io vi dico: tutto quello che avete fatto (o non avete fatto) a uno solo di questi miei fratelli piรน piccoli, lโ€™avete (o non lโ€™avete) fatto a meยป (vv. 40.45). Saremo giudicati sullโ€™amore. Il giudizio sarร  sullโ€™amore. Non sul sentimento, no: saremo giudicati sulle opere, sulla compassione che si fa vicinanza e aiuto premuroso.

Io mi avvicino a Gesรน presente nella persona dei malati, dei poveri, dei sofferenti, dei carcerati, di coloro che hanno fame e sete di giustizia? Mi avvicino a Gesรน presente lรฌ? Questa รจ la domanda di oggi.

Dunque, il Signore, alla fine del mondo, passerร  in rassegna il suo gregge, e lo farร  non solo dalla parte del pastore, ma anche dalla parte delle pecore, con le quali Lui si รจ identificato. E ci chiederร : โ€œSei stato un poโ€™ pastore come me?โ€. โ€œSei stato pastore di me che ero presente in questa gente che era nel bisogno, o sei stato indifferente?โ€. Fratelli e sorelle, guardiamoci dalla logica dellโ€™indifferenza, di quello che ci viene in mente subito: guardare da unโ€™altra parte quando vediamo un problema. Ricordiamo la parabola del Buon Samaritano. Quel povero uomo, ferito dai briganti, buttato per terra, fra la vita e la morte, era lรฌ solo. Passรฒ un sacerdote, vide, e se ne andรฒ, guardรฒ da unโ€™altra parte. Passรฒ un levita, vide e guardรฒ da unโ€™altra parte. Io, davanti ai miei fratelli e sorelle nel bisogno, sono indifferente come questo sacerdote, come questo levita, e guardo da unโ€™altra parte? Sarรฒ giudicato su questo: su come mi sono avvicinato, di come ho guardato Gesรน presente nei bisognosi. Questa รจ la logica, e non lo dico io, lo dice Gesรน: โ€œQuello che avete fatto a questo, a questo, a questo, lo avete fatto a me. E quello che non avete fatto a questo, a questo, a questo, non lo avete fatto a me, perchรฉ io ero lรฌโ€. Che Gesรน ci insegni questa logica, questa logica della prossimitร , dellโ€™avvicinarsi a Lui, con amore, nella persona dei piรน sofferenti.

Chiediamo alla Vergine Maria di insegnarci a regnare nel servire. La Madonna, assunta in Cielo, ha ricevuto dal suo Figlio la corona regale, perchรฉ lo ha seguito fedelmente โ€“ รจ la prima discepola – nella via dellโ€™Amore. Impariamo da lei a entrare fin da ora nel Regno di Dio, attraverso la porta del servizio umile e generoso. E torniamo a casa soltanto con questa frase: โ€œIo ero presente lรฌ. Grazie!โ€ oppure: โ€œTi sei scordato di meโ€.

Dopo l’Angelus

Cari fratelli e sorelle!

Desidero inviare un pensiero speciale alle popolazioni della Campania e della Basilicata, a quarantโ€™anni dal disastroso terremoto, che ebbe il suo epicentro in Irpinia e seminรฒ morte e distruzione. Quarantโ€™anni giร ! Quellโ€™evento drammatico, le cui ferite anche materiali non sono ancora del tutto rimarginate, ha evidenziato la generositร  e la solidarietร  degli italiani. Ne sono testimonianza tanti gemellaggi tra i paesi terremotati e quelli del nord e del centro, i cui legami ancora sussistono. Queste iniziative hanno favorito il faticoso cammino della ricostruzione e, soprattutto, la fraternitร  tra le diverse comunitร  della Penisola.

Saluto tutti voi, romani e pellegrini, che malgrado le difficoltร  attuali, e sempre nel rispetto delle regole, siete venuti in Piazza San Pietro. Un saluto speciale alle famiglie, che in questo periodo fanno piรน fatica. Su questo, pensate a tante famiglie che sono in difficoltร  in questo momento, perchรฉ non hanno il lavoro, hanno perso il lavoro, hanno uno, due figliโ€ฆ; e a volte, con un poโ€™ di vergogna, non fanno sapere questo. Ma siate voi ad andare a cercare dove cโ€™รจ necessitร . Dove รจ Gesรน, dove รจ Gesรน nel bisogno. Fate questo!

A tutti auguro una buona domenica โ€“ anche a quelli dellโ€™Immacolata, che sono forti! โ€“. E per favore,

Link al video

Fonte

ยฉ Copyright – Libreria Editrice Vaticana

Altri Articoli
Related

don Andrea Vena – Commento al Vangelo di giovedรฌ 25 Dicembre 2025

Carissimi amici,il cammino liturgico dellโ€™Avvento ci porta alla grotta...

Sr. Palmarita Guida – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2025

Maria ha giร  detto sรฌ.Non chiede prove per credere.Eppure Dio,...

Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2025

Beati coloro che vivono e sentono l'amore di Dio....

Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 22 dicembre 2025

Cristo Signore รจ la pietra angolare, la roccia su...