Papa Francesco – Omelia della Santa Messa e Angelus del 20 Novembre 2022, Cristo Re – Il testo, il video e il file mp3

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SANTA MESSA

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Cattedrale di Asti
XXXIV Domenica del Tempo Ordinario – Cristo Re, 20 novembre 2022

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Abbiamo visto questo ragazzo, Stefano, che chiede di ricevere il ministero di accolito nel suo percorso verso il sacerdozio. Dobbiamo pregare per lui, perchรฉ vada avanti nella sua vocazione e sia fedele; ma anche dobbiamo pregare per questa Chiesa di Asti, perchรฉ il Signore invii vocazioni sacerdotali, perchรฉ come voi vedete la maggioranza sono vecchi, come me: ci vogliono preti giovani, come alcuni di qua che sono bravissimi. Preghiamo il Signore perchรฉ benedica questa terra.

E da queste terre mio padre รจ partito per emigrare in Argentina; e in queste terre, rese preziose da buoni prodotti del suolo e soprattutto dalla genuina laboriositร  della gente, sono venuto a ritrovare il sapore delle radici. Ma oggi รจ ancora una volta il Vangelo a riportarciย alleย radici della fede. Esse si trovano nellโ€™arido terreno del Calvario, dove il seme di Gesรน, morendo, ha fatto germogliare la speranza: piantato nel cuore della terra ci ha aperto la via al Cielo; con la sua morte ci ha dato la vita eterna; attraverso il legno della croce ci ha portato i frutti della salvezza. Guardiamo dunque a Lui, guardiamo al Crocifisso.

Sulla croce appare una sola frase: ยซCostui รจ il re dei Giudeiยป (Lcย 23,38). Ecco il titolo: Re. Perรฒ, osservando Gesรน, la nostra idea di re viene ribaltata. Proviamo a immaginare visivamente un re: ci verrร  in mente un uomo forte seduto su un trono con delle insegne preziose, uno scettro tra le mani e anelli luccicanti tra le dita, mentre proferisce ai sudditi parole solenni. Questa, grosso modo, รจ lโ€™immagine che abbiamo in testa. Ma guardando Gesรน, vediamo che รจ tutto il contrario. Egli non รจ seduto su un comodo trono, ma appeso ad un patibolo; il Dio che ยซrovescia i potenti dai troniยป (Lcย 1,52) opera come servo messo in croce dai potenti; ornato solo di chiodi e di spine, spogliato di tutto ma ricco di amore, dal trono della croce non ammaestra piรน le folle con la parola, non alza piรน la mano per insegnare. Fa di piรน: non punta il dito contro nessuno, ma apre le braccia a tutti. Cosรฌ si manifesta il nostro Re: a braccia aperte,ย a brasa aduerte.

Solo entrando nel suo abbraccio noi capiamo: capiamo che Dio si รจ spinto fino a lรฌ, fino al paradosso della croce, proprio per abbracciare tutto di noi, anche quanto di piรน distante cโ€™era da Lui: la nostra morte โ€“ Lui ha abbracciato la nostra morte -, il nostro dolore, le nostre povertร , le nostre fragilitร  e le nostre miserie. E Lui ha abbracciato tutto questo. Si รจ fatto servo perchรฉ ciascuno di noi si senta figlio: ha pagato con la sua servitรน la nostra figliolanza; si รจ lasciato insultare e deridere, perchรฉ in ogni umiliazione nessuno di noi sia piรน solo; si รจ lasciato spogliare, perchรฉ nessuno si senta spogliato della propria dignitร ; รจ salito sulla croce, perchรฉ in ogni crocifisso della storia vi sia la presenza di Dio. Ecco il nostro Re, Re di ognuno di noi, Re dellโ€™universo perchรฉ ha valicato i confini piรน remoti dellโ€™umano, รจ entrato nei buchi neri dellโ€™odio, nei buchi neri dellโ€™abbandono per illuminare ogni vita e abbracciare ogni realtร . Fratelli, sorelle, questo รจ il Re che oggi festeggiamo! Non รจ facile capirlo, ma รจ il nostro Re. E la domanda da farci รจ: questo Re dellโ€™universo รจ il Re della mia esistenza? Io credo a Lui? Come posso celebrarlo Signore di ogni cosa se non diventa anche il Signore della mia vita? E tu che oggi incominci questa strada verso il sacerdozio non dimenticarti che questo รจ il tuo modello: non aggrapparti agli onori, no. Questo รจ il tuo modello; se tu non pensi di essere sacerdote come questo Re, meglio fermati lรฌ.

Fissiamo perรฒ ancora gli occhi in Gesรน Crocifisso. Vedi, Lui non osserva la tua vita per un momento e basta, non ti dedica uno sguardo fugace come spesso facciamo noi con Lui, ma Lui rimane lรฌ,ย a brasa aduerte, a dirti nel silenzio che niente di te gli รจ estraneo, che vuole abbracciarti, rialzarti, salvarti cosรฌ come sei, con la tua storia, le tue miserie, i tuoi peccati. Ma Signore, รจ vero? Con le mie miserie tu mi ami cosรฌ? Ognuno in questo momento pensi alla propria povertร : โ€œMa, tu mi ami con queste povertร  spirituali che ho, con queste limitazioni?โ€. E Lui sorride e ci fa capire che ci ama e ha dato la vita per noi. Pensiamo un po’ ai nostri limiti, anche alle cose buone: Lui ci ama come noi siamo, come siamo adesso. Lui ci dร  la possibilitร  di regnare nella vita, se ti arrendi al suo amore mite che si propone ma non sโ€™impone – lโ€™amore di Dio non si impone mai – al suo amore che sempre ti perdona. Noi tante volte ci stanchiamo di perdonare la gente e facciamo la croce, facciamo la sepoltura sociale. Lui non si stanca mai di perdonare, mai, mai: sempre ti rimette in piedi, sempre ti restituisce la tua dignitร  regale. Sรฌ, la salvezza da dove viene? Dal lasciarci amare da Lui, perchรฉ solo cosรฌ veniamo liberati dalla schiavitรน del nostro io, dalla paura di essere soli, dal pensare di non farcela. Fratelli, sorelle, mettiamoci spesso davanti al Crocifisso, lasciamoci amare, perchรฉ quelleย brasa aduerteย dischiudono anche a noi il paradiso, come al โ€œbuon ladroneโ€. Sentiamo rivolta a noi quella frase, lโ€™unica che Gesรน dice oggi dalla croce: ยซCon me sarai nel paradisoยป (Lcย 23,43). Questo vuole e vuol dirci Dio, a tutti noi, ogni volta che ci lasciamo guardare da Lui. E allora capiamo di non avere un dio ignoto che sta lassรน nei cieli, potente e distante, no: un Dio vicino, la vicinanza รจ lo stile di Dio: la vicinanza, con tenerezza e misericordia. Questo รจ lo stile di Dio. non ha un altro stile. Vicino, misericordioso e tenero. Tenero e compassionevole, le cui braccia aperte consolano e accarezzano. Ecco il nostro Re!

Fratelli, sorelle, dopo averlo guardato, che cosa possiamo fare? Il Vangelo oggi ci pone davanti a due strade. Di fronte a Gesรน cโ€™รจ chi faย da spettatoreย e chiย si coinvolge. Gli spettatori sono molti, la maggioranza. Guardano, รจ uno spettacolo veder morire uno in croce. Infatti โ€“ dice il testo โ€“ ยซil popolo stava a vedereยป (v.ย 35). Non era gente cattiva, tanti erano credenti, ma alla vista del Crocifisso restano spettatori: non fanno un passo in avanti verso Gesรน, ma lo guardano da lontano, curiosi e indifferenti, senza interessarsi davvero, senza chiedersi che cosa poter fare. Avranno commentato, forse: โ€œMa guarda questoโ€ฆโ€ avranno espresso giudizi e pareri: โ€œMa รจ innocente, guarda questo cosรฌโ€ฆโ€ qualcuno si sarร  lamentato, ma tutti sono rimasti a guardare con le mani in mano, a braccia conserte. Ma anche vicino alla croce ci sono degli spettatori: i capi del popolo, che vogliono assistere allo spettacolo cruento della fine ingloriosa di Cristo; i soldati, i quali sperano che lโ€™esecuzione finisca presto, per andarsene a casa; uno dei malfattori, che scarica su Gesรน la sua rabbia. Deridono, insultano, si sfogano.

E tutti questi spettatori condividono un ritornello, che il testo riporta tre volte: โ€œSe sei re,ย salva te stesso!โ€ (cfr vv. 35.37.39) Lo insultano cosรฌ, lo sfidano!ย Salva te stesso, esattamente il contrario di quello che sta facendo Gesรน, che non pensa a sรฉ, ma a salvare loro, che lo insultano. Perรฒ ilย salva te stessoย contagia: dai capi ai soldati alla gente, lโ€™onda del male raggiunge quasi tutti. Ma pensiamo che il male รจ contagioso, ci contagia: come quando noi prendiamo una malattia infettiva, ci contagia subito. E quella gente parla di Gesรน ma non si sintonizza neanche un momento con Gesรน. Prende la distanza e parla. รˆ il contagio letale dellโ€™indifferenza. Una brutta malattia lโ€™indifferenza. โ€œQuesto non tocca me, non tocca meโ€. Indifferenza verso Gesรน e indifferenza anche verso i malati, verso i poveri, verso i miseri della terra. A me piace domandare alla gente, e domando ad ognuno di voi; so che ognuno di voi dร  lโ€™elemosina ai poveri, e io vi domando: โ€œQuando tu dai lโ€™elemosina ai poveri, li guardi negli occhi? Sei capace di guardare agli occhi di quel povero o quella povera che ti chiede lโ€™elemosina? Quando tu dai lโ€™elemosina ai poveri, tu butti la moneta o gli tocchi la mano? Sei capace di toccare una miseria umana?โ€. Ognuno poi si dia la risposta oggi. Quella gente era nellโ€™indifferenza. Quella gente parla di Gesรน ma non sintonizza con Gesรน. E questo รจ il contagio letale dellโ€™indifferenza: che crea delle distanze con le miserie. Lโ€™onda del male si propaga sempre cosรฌ: comincia dal prendere le distanze, dal guardare senza far nulla, dal non curarsi, poi si pensa solo a ciรฒ che interessa e ci abitua a girarsi dallโ€™altra parte. รˆ questo รจ un rischio anche per la nostra fede, che appassisce se resta una teoria non diventa pratica, se non cโ€™รจ coinvolgimento, se non ci si spende in prima persona, se non ci si mette in gioco. Allora si diventa cristiani allโ€™acqua di rose โ€“ come io ho sentito dire a casa mia – che dicono di credere in Dio e di volere la pace, ma non pregano e non si prendono cura del prossimo e anche, a loro non interessa Dio, nรฉ la pace. Questi cristiani soltanto di parola, superficiali!

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Questa era lโ€™onda cattiva, che era lรฌ al Calvario. Ma cโ€™รจ anche lโ€™onda benefica del bene. Tra tanti spettatori, uno si coinvolge, cioรจ il โ€œbuon ladroneโ€. Gli altri ridono del Signore, Lui gli parla e lo chiama per nome: โ€œGesรนโ€; tanti gli gettano addosso la loro rabbia, lui confessa a Cristo i suoi sbagli; molti dicono โ€œsalva te stessoโ€, Lui prega: ยซGesรน, ricordati di meยป (v. 42). Chiede soltanto questo al Signore. Bella preghiera questa. Se ognuno di noi la recita tutti i giorni รจ una bella strada: la strada della santitร : โ€œGesรน ricordati di me.โ€ Cosรฌ un malfattore diventa il primo santo: si fa vicino a Gesรน per un istante e il Signore lo tiene con sรฉ per sempre. Ora, il Vangelo parla del buon ladrone per noi, per invitarci a vincere il male smettendo di rimanere spettatori. Per favore, questo รจ peggio di fare il male, lโ€™indifferenza. Da dove cominciare? Dallaย confidenza, dal chiamare Dio per nome, proprio come ha fatto il buon ladrone, che alla fine della vita ritrova la fiducia coraggiosa dei bambini, che si fidano, chiedono, insistono. E nella confidenza ammette i suoi sbagli, piange ma non su sรฉ stesso, bensรฌ davanti al Signore. E noi, abbiamo questa fiducia, portiamo a Gesรน quello che abbiamo dentro o ci mascheriamo davanti a Dio, magari con un poโ€™ di sacralitร  e di incenso? Per favore, non fare la spiritualitร  del trucco: quella รจ noiosa. Davanti a Dio: acqua e sapone, soltanto, senza trucco, ma lโ€™anima cosรฌ comโ€™รจ. E da lรฌ viene la salvezza. Chi pratica la confidenza, come questo buon ladrone, imparaย lโ€™intercessione, impara a portare a Dio quello che vede, le sofferenze del mondo, le persone che incontra; a dirgli, come il buon ladrone: โ€œRicordati, Signore!โ€. Non siamo al mondo solo per salvare noi stessi, no: ma per portare i fratelli e le sorelle nellโ€™abbraccio del Re. Intercedere, ricordare al Signore, apre le porte del paradiso. Ma noi, quando preghiamo, intercediamo? โ€œRicordati Signore, ricordati di me, della mia famiglia, ricordati di questo problema, ricordati, ricordatiโ€ฆ.โ€ Attirare lโ€™attenzione del Signore.

Fratelli, sorelle, oggi il nostro Re dalla croce ci guardaย a brasa aduerte. Sta a noi scegliere se essereย spettatori o coinvolti. Sono spettatore o voglio essere coinvolto? Vediamo le crisi di oggi, il calo della fede, la mancanza di partecipazione… Che cosa facciamo? Ci limitiamo a fare teorie, ci limitiamo a criticare, o ci rimbocchiamo le maniche, prendiamo in mano la vita, passiamo dal โ€œseโ€ delle scuse al โ€œsรฌโ€ della preghiera e del servizio? Tutti pensiamo di sapere che cosa non va nella societร , tutti; parliamo tutti i giorni di che cosa non va nel mondo e anche nella Chiesa: tante cose non vanno nella Chiesa. Ma poi facciamo qualcosa? Ci sporchiamo le mani come il nostro Dio inchiodato al legno o stiamo con le mani in tasca a guardare? Oggi, mentre Gesรน, spogliato sulla croce, toglie ogni velo su Dio e distrugge ogni falsa immagine della sua regalitร , guardiamo a Lui, per trovare il coraggio di guardare a noi stessi, di percorrere le vie della confidenza e dellโ€™intercessione, di farci servi per regnare con Lui. โ€œRicordati Signore, ricordatiโ€: Facciamo questa preghiera piรน spesso. Grazie.

ANGELUS

Cattedrale di Asti
Domenica, 20 novembre 2022

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Al termine diย questa Celebrazioneย desidero esprimere la mia riconoscenza alla Diocesi, alla Provincia e alla Cittร  di Asti: grazie per lโ€™accoglienza calorosa che mi avete riservato! Sono tanto grato alle Autoritร  civili e religiose anche per i preparativi che hanno reso possibile questa desiderata visita. A tutti voi vorrei dire cheย a la fame propri piasiโ€™ encuntreve! [mi ha fatto piacere incontrarvi]; e augurarvi:ย chโ€™a staga bin!ย [state bene!]

Un pensiero e un abbraccio speciale vorrei rivolgere ai giovani โ€“ grazie di essere venuti cosรฌ numerosi โ€“. Dallo scorso anno, proprio nella Solennitร  di Cristo Re si celebra nelle Chiese particolari la Giornata Mondiale della Gioventรน. Il tema, lo stesso della prossima GMG di Lisbona, a cui rinnovo lโ€™invito a partecipare, รจ ยซMaria si alzรฒ e andรฒ in frettaยป (Lcย 1,39). La Madonna fece questo quandโ€™era giovane, e ci dice che il segreto per rimanere giovani sta proprio in quei due verbi,ย alzarsiย eย andare. A me piace pensare alla Madonna che andรฒ in fretta, andรฒ proprio di fretta, andรฒ in fretta e tante volte io la prego, la Madonna: โ€œMa, affrettati a risolvere questo problema!โ€. Alzarsi e andare: non restare fermi a pensare a sรฉ stessi, sprecando la vita a inseguire le comoditร  o lโ€™ultima moda, ma puntare verso lโ€™Alto, mettersi in cammino, uscire dalle proprie paure per tendere la mano a chi ha bisogno. E oggi ci vogliono giovani veramente โ€œtrasgressiviโ€, non conformisti, che non siano schiavi di un cellulare, ma cambino il mondo come Maria, portando Gesรน agli altri, prendendosi cura degli altri, costruendo comunitร  fraterne con gli altri, realizzando sogni di pace!

Il nostro tempo sta vivendo unaย carestia di pace: stiamo vivendo una carestia di pace. Pensiamo a tanti luoghi del mondo flagellati dalla guerra, in particolare alla martoriata Ucraina. Diamoci da fare e continuiamo a pregare per la pace! Preghiamo anche per le famiglie delle vittime del grave incendio avvenuto nei giorni scorsi in un campo di rifugiati a Gaza, in Palestina, dove sono morti anche diversi bambini. Il Signore accolga in cielo quanti hanno perso la vita e consoli quella popolazione cosรฌ provata da anni di conflitto. E invochiamo ora la Regina della pace, la Madonna, a cui รจ dedicata questa bella Cattedrale. A lei affido le nostre famiglie, i malati e ciascuno di voi, con le preoccupazioni e le buone intenzioni che portate nel cuore.

Fonte

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