Papa Francesco: Omelia del 2 giugno 2014 a Casa Santa Marta

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MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA
DOMUS SANCTAE MARTHAE

Tre amori per un matrimonio

Lunedì, 2 giugno 2014

(da: L’Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLIV, n. 124, Mart. 03/06/2014)

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È stata una piccola festa, per quindici coppie di sposi che hanno ricordato l’anniversario di matrimonio, la messa celebrata dal Papa lunedì mattina, 2 giugno, nella cappella della Casa Santa Marta. Proprio prendendo spunto dall’esperienza vissuta da queste famiglie, il Pontefice ha indicato le linee essenziali del sacramento del matrimonio e «dell’amore sponsale di Gesù per la Chiesa», cioè «per tutti noi»: fedeltà, perseveranza, fecondità.

Una riflessione sull’amore scaturita anzitutto dal discorso di congedo di Gesù agli apostoli, proposto dal vangelo di Giovanni (16, 29-33). Gesù, ha spiegato il Papa, «torna sullo stesso argomento: il mondo, lo spirito del mondo, che ci fa tanto male, e lo Spirito che lui porta, lo Spirito delle beatitudini, lo Spirito del Padre». Egli dice espressamente: «Il Padre è con me». Ed è per questo che «vince il mondo».

«Il Padre ha inviato Gesù a noi», ha affermato il vescovo di Roma, perché «ha tanto amato il mondo che, per salvarlo, ha inviato il suo Figlio, per amore». Dunque «Gesù viene inviato per amore e Gesù ama». Ma qual è l’amore di Gesù? «Tante volte — ha fatto notare — abbiamo letto stupidaggini sull’amore di Gesù! Ma l’amore di Gesù è grande». E, in particolare, ha indicato «tre amori di Gesù».

Innanzitutto Gesù «ama tanto il Padre nello Spirito Santo». È un amore «misterioso» ed «eterno». Tanto che «noi non possiamo immaginare quanto grande, quanto bello sia questo amore»; possiamo «soltanto chiedere la grazia di poterlo vedere una volta, quando noi saremo là». Il «secondo amore di Gesù è sua Madre». Lo vediamo «alla fine: con tanti dolori, tante sofferenze, dalla croce ha pensato alla sua mamma e ha detto: “Prenditi cura di lei!”». Infine, «il terzo amore di Gesù è la Chiesa, la sua sposa per amore: bella, santa, peccatrice, ma la ama lo stesso».

La presenza delle quindici coppie ha ispirato al Papa la seconda parte della meditazione. «San Paolo — ha spiegato — quando si riferisce al sacramento del matrimonio, lo chiama sacramento grande, perché Gesù ha sposato la sua Chiesa e ogni matrimonio cristiano è un riflesso di queste nozze di Gesù con la Chiesa».

Il Papa ha poi confidato di voler chiedere a ciascuna coppia di raccontare «cosa è successo in questo tempo, in questi sessant’anni, cinquant’anni, venticinque anni». Ma, ha subito aggiunto, «non finiremmo nemmeno a mezzogiorno: così lasciamo stare!». Però, ha proseguito, «possiamo dire qualcosa sull’amore sponsale di Gesù con la Chiesa». Un amore che ha «tre caratteristiche: è fedele; è perseverante, non si stanca mai di amare la sua Chiesa; è fecondo».

Anzitutto «è un amore fedele. Gesù è il fedele», come ci ricorda anche san Paolo. «La fedeltà — ha affermato il Pontefice — è proprio l’essere dell’amore di Gesù. E l’amore di Gesù nella sua Chiesa è fedele. Questa fedeltà è come una luce sul matrimonio: la fedeltà dell’amore, sempre!». Il Papa ha riconosciuto che «ci sono momenti brutti, tante volte si litiga. Ma alla fine si torna, si chiede perdono e l’amore matrimoniale va avanti, come l’amore di Gesù con la Chiesa».

La vita matrimoniale, poi, è «anche un amore perseverante», perché se manca questa determinazione «l’amore non può andare avanti». Ci vuole «la perseveranza nell’amore, nei momenti belli e nei momenti difficili, quando ci sono i problemi con i figli, i problemi economici». Anche in questi frangenti «l’amore persevera, va avanti sempre, cercando di risolvere le cose per salvare la famiglia». E rivolgendosi nuovamente agli sposi presenti, soprattutto a quelli che hanno festeggiato i loro sessant’anni di vita matrimoniale, il vescovo di Roma ha rimarcato che è bella questa esperienza della perseveranza, testimoniata dall’«uomo e la donna che si alzano ogni mattina e portano avanti la famiglia».

Il Pontefice ha quindi indicato nella fecondità «il terzo tratto dell’amore di Gesù con la sua sposa, la Chiesa. L’amore di Gesù fa feconda la sua sposa, fa feconda la Chiesa con nuovi figli, battesimi. E la Chiesa cresce con questa fecondità nuziale dell’amore di Gesù». Però «alcune volte il Signore non invia figli: è una prova». E «ci sono altre prove: quando viene un figlio ammalato, tanti problemi». E «queste prove portano avanti i matrimoni, quando guardano Gesù e prendono la forza della fecondità che Gesù ha con la sua Chiesa, dell’amore che Gesù ha con la sua Chiesa».

Papa Francesco ha ricordato in proposito «che a Gesù non piacciono questi matrimoni che non vogliono i figli, che vogliono rimanere senza fecondità». Sono il prodotto della «cultura del benessere di dieci anni fa», secondo cui «è meglio non avere figli, così puoi andare a conoscere il mondo in vacanza, puoi avere una villa in campagna e stai tranquillo!». È una cultura che suggerisce che «è più comodo avere un cagnolino e due gatti», così «l’amore va ai due gatti e al cagnolino». Però così facendo «alla fine questo matrimonio arriva alla vecchiaia in solitudine, con l’amarezza della cattiva solitudine: non è fecondo, non fa quello che Gesù fa con la sua Chiesa».

In conclusione il Papa ha pregato per le coppie di sposi chiedendo «al Signore che il vostro matrimonio sia bello, con le croci ma bello, come quello di Gesù con la Chiesa: fedele, perseverante e fecondo».