CONVEGNO PASTORALE DIOCESANO SUL TEMA
โNON LASCIAMOLI SOLI! ACCOMPAGNARE I GENITORI NELLโEDUCAZIONE DEI FIGLI ADOLESCENTIโ
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Basilica di San Giovani in Laterano
Lunedรฌ, 19 giugno 2017
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Come diceva quel prete: โPrima di parlare, dirรฒ due paroleโ.
Voglio ringraziare il cardinale Vallini per le sue parole e vorrei dire una cosa che lui non poteva dire, perchรฉ รจ sotto segreto, ma il Papa puรฒ dirlo. Quando, dopo lโelezione, mi hanno detto che dovevo andare prima alla Cappella Paolina e poi sul balcone a salutare la gente, subito mi รจ venuto in mente il nome del cardinale Vicario: โIo sono vescovo, cโรจ un vicario generaleโฆโ. Subito. Lโho sentito anche con simpatia. E lโho chiamato. E dallโaltra parte il cardinale Hummes, che era accanto a me durante gli scrutini e mi diceva cose che mi hanno aiutato. Questi due mi hanno accompagnato, e da quel momento ho detto: โSul balcone con il mio vicarioโ. Lรฌ, al balcone. Da quel momento mi ha accompagnato, e lo voglio ringraziare. Lui ha tante virtรน e anche un senso dellโoggettivitร che mi ha aiutato tante volte, perchรฉ a volte io โvoloโ e lui mi faceva โatterrareโ con tanta caritร โฆ La ringrazio, Eminenza, per la compagnia. Ma il cardinale Vallini non va in pensione, perchรฉ appartiene a sei Congregazioni e continuerร a lavorare, ed รจ meglio cosรฌ, perchรฉ un napoletano senza lavoro sarebbe una calamitร , in diocesiโฆ [ride, ridono, applausi] Voglio ringraziare in pubblico per il suo aiuto. Grazie!
E a voi, buonasera!
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Ringrazio per lโopportunitร di poter dare inizio a questo Convegno diocesano, nel quale tratterete un tema importante per la vita delle nostre famiglie: accompagnare i genitori nellโeducazione dei figli adolescenti.
In queste giornate rifletterete su alcuni argomenti-chiave che corrispondono in qualche modo ai luoghi in cui si gioca il nostro essere famiglia: la casa, la scuola, le reti sociali, la relazione intergenerazionale, la precarietร della vita e lโisolamento familiare. Ci sono i laboratori su questi temi.
Mi piacerebbe condividere con voi alcuni โpresuppostiโ che ci possono aiutare in questa riflessione. Spesso non ce ne rendiamo conto, ma lo spirito con cui riflettiamo รจ altrettanto importante dei contenuti (un bravo sportivo sa che il riscaldamento conta tanto quanto la prestazione successiva). Perciรฒ, questa conversazione vuole aiutarci in tal senso: un โriscaldamentoโ, e poi starร a voi โgiocare tutto sul campoโ. Lโesposizione la farรฒ in piccoli capitoli.
1. In romanesco!
La prima delle chiavi per entrare in questo tema ho voluto chiamarla โin romanescoโ: il dialetto proprio dei romani. Non di rado cadiamo nella tentazione di pensare o riflettere sulle cose โin genereโ, โin astrattoโ. Pensare ai problemi, alle situazioni, agli adolescentiโฆ E cosรฌ, senza accorgercene, cadiamo in pieno nel nominalismo. Vorremmo abbracciare tutto ma non arriviamo a nulla. Oggi su questo tema vi invito a pensare โin dialettoโ. E per questo bisogna fare uno sforzo notevole, perchรฉ ci รจ chiesto di pensare alle nostre famiglie nel contesto di una grande cittร come Roma. Con tutta la sua ricchezza, le opportunitร , la varietร , e nello stesso tempo con tutte le sue sfide. Non per rinchiudersi e ignorare il resto (siamo sempre italiani), ma per affrontare la riflessione, e persino i momenti di preghiera, con un sano e stimolante realismo. Niente astrazione, niente generalizzazione, niente nominalismo.
La vita delle famiglie e lโeducazione degli adolescenti in una grande metropoli come questa esige alla base unโattenzione particolare e non possiamo prenderla alla leggera. Perchรฉ non รจ la stessa cosa educare o essere famiglia in un piccolo paese e in una metropoli. Non dico che sia meglio o peggio, รจ semplicemente diverso. La complessitร della capitale non ammette sintesi riduttive, piuttosto ci stimola a un modo di pensare poliedrico, per cui ogni quartiere e zona trova eco nella diocesi e cosรฌ la diocesi puรฒ farsi visibile, palpabile in ogni comunitร ecclesiale, con il suo proprio modo di essere. Lโuniformitร รจ un grande nemico.
Voi vivete le tensioni di questa grande cittร . In molte delle visite pastorali che ho compiuto mi hanno presentato alcune delle vostre esperienze quotidiane, concrete: le distanze tra casa e lavoro (in alcuni casi fino a 2 ore per arrivare); la mancanza di legami familiari vicini, a causa del fatto di essersi dovuti spostare per trovare lavoro o per poter pagare un affitto; il vivere sempre โal centesimoโ per arrivare alla fine del mese, perchรฉ il ritmo di vita รจ di per sรฉ piรน costoso (nel paese ci si arrangia meglio); il tempo tante volte insufficiente per conoscere i vicini lร dove viviamo; il dover lasciare in moltissimi casi i figli soliโฆ E cosรฌ potremmo andare avanti elencando una grande quantitร di situazioni che toccano la vita delle nostre famiglie. Perciรฒ la riflessione, la preghiera, fatela โin romanescoโ, in concreto, con tutte queste cose concrete, con volti di famiglie ben concreti e pensando come aiutarvi tra voi a formare i vostri figli allโinterno di questa realtร . Lo Spirito Santo รจ il grande iniziatore e generatore di processi nelle nostre societร e situazioni. Eโ la grande guida delle dinamiche trasformatrici e salvatrici. Con Lui non abbiate paura di โcamminareโ per i vostri quartieri, e pensare a come dare impulso a un accompagnamento per i genitori e gli adolescenti. Cioรจ, in concreto.
2. Connessi
[ads2]Insieme al precedente, mi soffermo su un altro aspetto importante. La situazione attuale a poco a poco sta facendo crescere nella vita di tutti noi, e specialmente nelle nostre famiglie, lโesperienza di sentirci โsradicatiโ. Si parla di โsocietร liquidaโ โ ed รจ cosรฌ โ ma oggi mi piacerebbe, in questo contesto, presentarvi il fenomeno crescente della societร sradicata. Vale a dire persone, famiglie che a poco a poco vanno perdendo i loro legami, quel tessuto vitale cosรฌ importante per sentirci parte gli uni degli altri, partecipi con gli altri di un progetto comune. Eโ lโesperienza di sapere che โapparteniamoโ ad altri (nel senso piรน nobile del termine). Eโ importante tenere conto di questo clima di sradicamento, perchรฉ a poco a poco passa nei nostri sguardi e specialmente nella vita dei nostri figli. Una cultura sradicata, una famiglia sradicata รจ una famiglia senza storia, senza memoria, senza radici, appunto. E quando non ci sono radici, qualsiasi vento finisce per trascinarti. Per questo una delle prime cose a cui dobbiamo pensare come genitori, come famiglie, come pastori sono gli scenari dove radicarci, dove generare legami, trovare radici, dove far crescere quella rete vitale che ci permetta di sentirci โcasaโ. Oggi le reti sociali sembrerebbero offrirci questo spazio di โreteโ, di connessione con altri, e anche i nostri figli li fanno sentire parte di un gruppo. Ma il problema che comportano, per la loro stessa virtualitร , รจ che ci lasciano come โper ariaโ โ ho detto โsocietร liquidaโ; possiamo dire โsocietร gassosaโ โ e perciรฒ molto โvolatiliโ: โsocietร volatileโ.Non cโรจ peggior alienazione per una persona di sentire che non ha radici, che non appartiene a nessuno. Questo principio รจ molto importante per accompagnare gli adolescenti.
Tante volte esigiamo dai nostri figli unโeccessiva formazione in alcuni campi che consideriamo importanti per il loro futuro. Li facciamo studiare una quantitร di cose perchรฉ diano il โmassimoโ. Ma non diamo altrettanta importanza al fatto che conoscano la loro terra, le loro radici. Li priviamo della conoscenza dei geni e dei santi che ci hanno generato. So che avete un laboratorio dedicato al dialogo intergenerazionale, allo spazio dei nonni. So che puรฒ risultare ripetitivo ma lo sento come qualcosa che lo Spirito Santo preme nel mio cuore: affinchรฉ i nostri giovani abbiano visioni, siano โsognatoriโ, possano affrontare con audacia e coraggio i tempi futuri, รจ necessario che ascoltino i sogni profetici dei loro padri (cfr Gl 3,2). Se vogliamo che i nostri figli siano formati e preparati per il domani, non รจ solo imparando lingue (per fare un esempio) che ci riusciranno. Eโ necessario che si connettano, che conoscano le loro radici. Solo cosรฌ potranno volare alto, altrimenti saranno presi dalle โvisioniโ di altri. E torno su questo; sono ossessionato, forse, maโฆ I genitori devono fare spazio ai figli per parlare con i nonni. Tante volte il nonno o la nonna รจ nella casa di riposo e non vanno a trovarliโฆ Devono parlare. Anche scavalcare i genitori, ma prendere le radici dei nonni. I nonni hanno questa qualitร della trasmissione della storia, della fede, dellโappartenenza. E lo fanno con saggezza di chi รจ sulla soglia, pronto ad andarsene. Torno, lโho detto, qualche volta, sul passo di Gioele 3,2: โI vostri anziani sogneranno e i vostri figli profetizzerannoโ. E voi siete il ponte. Oggi i nonni non li lasciamo sognare, li scartiamo. Questa cultura scarta i nonni perchรฉ i nonni non producono: questo รจ โcultura dello scartoโ. Ma i nonni possono sognare solo quando si incontrano con la vita nuova, allora sognano, parlanoโฆ Ma pensate a Simeone, pensate a quella santa chiacchierona di Anna che andava da una parte allโaltra dicendo: โEโ quello! Eโ quello!โ. E questo รจ bello, questo รจ bello. Sono i nonni che sognano e danno ai bambini una appartenenza della quale hanno bisogno. Mi piacerebbe che in questo laboratorio intergenerazionale facciate un esame di coscienza su questo. Trovare la storia concreta nei nonni. E non lasciarli da parte. Non so se questo lโho detto una volta, ma a me viene alla memoria una storia che da bambino mi aveva insegnato una delle mie due nonne. Cโera una volta in una famiglia il nonno vedovo: abitava in una famiglia, ma era invecchiato e quando mangiavano un poโ gli cadeva la zuppa o la bava e si sporcava un poโ. E il papร ha deciso di farlo mangiare da solo in cucina, โcosรฌ possiamo invitare amiciโฆโ. Cosรฌ รจ stato. Alcuni giorni dopo, torna dal lavoro e trova il bambino che giocava con un martello, i chiodi, i legniโฆ โMa cosa stai facendo?โ โ โUn tavoloโ โ โUn tavolo, perchรฉ?โ โ โUn tavolo per mangiareโ โ โMa perchรฉ?โ โ โPerchรฉ quando tu invecchi, possa mangiare da solo, lรฌโ. Questo bambino aveva capito con intuizione dove cโerano le radici.
3. In movimento
Educare gli adolescenti in movimento. Lโadolescenza รจ una fase di passaggio nella vita non solo dei vostri figli, ma di tutta la famigliaย โ รจ tutta la famiglia che รจ in fase di passaggio โ, voi lo sapete bene e lo vivete; e come tale, nella sua globalitร , dobbiamo affrontarla. Eโ una fase-ponte, e per questo motivo gli adolescenti non sono nรฉ di qua nรฉ di lร , sono in cammino, in transito. Non sono bambini (e non vogliono essere trattati come tali) e non sono adulti (ma vogliono essere trattati come tali, specialmente a livello di privilegi). Vivono proprio questa tensione, prima di tutto in sรฉ stessi e poi con chi li circonda.[1] Cercano sempre il confronto, domandano, discutono tutto, cercano risposte; e a volte non ascoltano le risposte e fanno unโaltra domanda prima che i genitori dicano la rispostaโฆ Passano attraverso vari stati dโanimo, e le famiglie con loro. Perรฒ, permettetemi di dirvi che รจ un tempo prezioso nella vita dei vostri figli. Un tempo difficile, sรฌ. Un tempo di cambiamenti e di instabilitร , sรฌ. Una fase che presenta grandi rischi, senza dubbio. Ma, soprattutto, รจ un tempo di crescita per loro e per tutta la famiglia. Lโadolescenza non รจ una patologia e non possiamo affrontarla come se lo fosse. Un figlio che vive la sua adolescenza (per quanto possa essere difficile per i genitori) รจ un figlio con futuro e speranza. Mi preoccupa tante volte la tendenza attuale a โmedicalizzareโ precocemente i nostri ragazzi. Sembra che tutto si risolva medicalizzando, o controllando tutto con lo slogan โsfruttare al massimo il tempoโ, e cosรฌ risulta che lโagenda dei ragazzi รจ peggio di quella di un alto dirigente.
Pertanto insisto: lโadolescenza non รจ una patologia che dobbiamo combattere. Fa parte della crescita normale, naturale della vita dei nostri ragazzi. Dove cโรจ vita cโรจ movimento, dove cโรจ movimento ci sono cambiamenti, ricerca, incertezze, cโรจ speranza, gioia e anche angoscia e desolazione. Inquadriamo bene i nostri discernimenti allโinterno di processi vitali prevedibili. Esistono margini che รจ necessario conoscere per non allarmarsi, per non essere nemmeno negligenti, ma per saper accompagnare e aiutare a crescere. Non รจ tutto indifferente, ma nemmeno tutto ha la stessa importanza. Perciรฒ bisogna discernere quali battaglie sono da fare e quali no. In questo serve molto ascoltare coppie con esperienza, che se pure non ci daranno mai una ricetta, ci aiuteranno con la loro testimonianza a conoscere questo o quel margine o gamma di comportamenti.
I nostri ragazzi e le nostre ragazze cercano di essere e vogliono sentirsi โ logicamente โ protagonisti. Non amano per niente sentirsi comandati o rispondere a โordiniโ che vengano dal mondo adulto (seguono le regole di gioco dei loro โcompliciโ). Cercano quellโautonomia complice che li fa sentire di โcomandarsi da soliโ. E qui dobbiamo stare attenti agli zii, soprattutto a quegli zii che non hanno figli o che non sono sposatiโฆ Le prime parolacce, io le ho imparate da uno zio โzitelloโ [ridono]. Gli zii, per guadagnare la simpatia dei nipoti, tante volte non fanno bene. Cโera lo zio che ci dava di nascosto le sigarette, a noiโฆ Cose di quei tempi. E adessoโฆ Non dico che siano cattivi, ma bisogna stare attenti.ย In questa ricerca di autonomia che vogliono avere i ragazzi e le ragazze troviamo una buona opportunitร , specialmente per le scuole, le parrocchie e i movimenti ecclesiali. Stimolare attivitร che li mettano alla prova, che li facciano sentire protagonisti. Hanno bisogno di questo, aiutiamoli! Loro cercano in molti modi la โvertigineโ che li faccia sentire vivi. Dunque, diamogliela! Stimoliamo tutto quello che li aiuta a trasformare i loro sogni in progetti, e che possano scoprire che tutto il potenziale che hanno รจ un ponte, un passaggio verso una vocazione (nel senso piรน ampio e bello della parola). Proponiamo loro mete ampie, grandi sfide e aiutiamoli a realizzarle, a raggiungere le loro mete. Non lasciamoli soli. Perciรฒ, sfidiamoli piรน di quanto loro ci sfidano. Non lasciamo che la โvertigineโ la ricevano da altri, i quali non fanno che mettere a rischio la loro vita: diamogliela noi. Ma la vertigine giusta, che soddisfi questo desiderio di muoversi, di andare avanti. Noi vediamo in tante parrocchie, che hanno questa capacitร di โprendereโ gli adolescentiโฆ: โQuesti tre giorni di vacanza, andiamo in montagna, facciamo qualcosaโฆ; o andiamo a imbiancare quella scuola di un quartiere povero che ha bisognoโฆโ. Farli protagonisti di qualcosa.
Questo richiede di trovare educatori capaci di impegnarsi nella crescita dei ragazzi. Richiede educatori spinti dallโamore e dalla passione di far crescere in loro la vita dello Spirito di Gesรน, di far vedere che essere cristiani esige coraggio ed รจ una cosa bella. Per educare gli adolescenti di oggi non possiamo continuare a utilizzare un modello di istruzione meramente scolastico, solo di idee. No. Bisogna seguire il ritmo della loro crescita. Eโ importante aiutarli ad acquisire autostima, a credere che realmente possono riuscire in ciรฒ che si propongono. In movimento, sempre.
4. Una educazione integrata
Questo processo esige di sviluppare in maniera simultanea e integrata i diversi linguaggi che ci costituiscono come persone. Vale a dire insegnare ai nostri ragazzi a integrare tutto ciรฒ che sono e che fanno. Potremmo chiamarla una alfabetizzazione socio-integrata, cioรจ unโeducazione basata sullโintelletto (la testa), gli affetti (il cuore) e lโagire (le mani). Questo offrirร ai nostri ragazzi la possibilitร di una crescita armonica a livello non solo personale, ma al tempo stesso sociale. Urge creare luoghi dove la frammentazione sociale non sia lo schema dominante. A tale scopo occorre insegnare a pensare ciรฒ che si sente e si fa, a sentire ciรฒ che si pensa e si fa, a fare ciรฒ che si pensa e si sente. Cioรจ, integrare i tre linguaggi. Un dinamismo di capacitร posto al servizio della persona e della societร . Questo aiuterร a far sรฌ che i nostri ragazzi si sentano attivi e protagonisti nei loro processi di crescita e li porterร anche a sentirsi chiamati a partecipare alla costruzione della comunitร .
Vogliono essere protagonisti: diamo loro spazio perchรฉ siano protagonisti, orientandoli โ ovviamente โ e dando loro gli strumenti per sviluppare tutta questa crescita. Per questo ritengo che lโintegrazione armonica dei diversi saperi โ della mente, del cuore e delle mani โ li aiuterร a costruire la loro personalitร . Spesso pensiamo che lโeducazione sia impartire conoscenze e lungo il cammino lasciamo degli analfabeti emotivi e ragazzi con tanti progetti incompiuti perchรฉ non hanno trovato chi insegnasse loro a โfareโ. Abbiamo concentrato lโeducazione nel cervello trascurando il cuore e le mani. E questa รจ anche una forma di frammentazione sociale.
In Vaticano, quando le guardie si congedano, io li ricevo, uno a uno, quelli che si congedano. Lโaltro ieri ne ho ricevuti sei. Uno a uno. โCosa fai, cosa fareteโฆโ. Ringrazio per il servizio. E uno mi ha detto cosรฌ: โIo andrรฒ a fare il carpentiere. Vorrei fare il falegname, ma farรฒ il carpentiere. Perchรฉ mio papร mi ha insegnato tante cose di questo, e mioย nonno ancheโ. Il desiderio di โfareโ: questo ragazzo รจ stato bene educato con il linguaggio del fare; e anche il cuore รจ buono, perchรฉ pensava al papร e al nonno: un cuore affettivo buono. Imparare โcome si faโโฆ Questo mi ha colpito.
5. Sรฌ allโadolescenza, no alla competizione
Come ultimo elemento, รจ importante che riflettiamo su una dinamica ambientale che ci interpella tutti. Eโ interessante osservare come i ragazzi e le ragazze vogliono essere โgrandiโ e i โgrandiโ vogliono essere o sono diventati adolescenti.
Non possiamo ignorare questa cultura, dal momento che รจ un’aria che tutti respiriamo. Oggi cโรจ una specie di competizione tra genitori e figli; diversa da quella di altre epoche in cui normalmente si verificava il confronto tra gli uni e gli altri. Oggi siamo passati dal confronto alla competizione, che sono due cose diverse. Sono due dinamiche diverse dello spirito. I nostri ragazzi oggi trovano molta competizione e poche persone con cui confrontarsi. Il mondo adulto ha accolto come paradigma e modello di successo lโโeterna giovinezzaโ. Sembra che crescere, invecchiare, โstagionarsiโ sia un male. Eโ sinonimo di vita frustrata o esaurita. Oggi sembra che tutto vada mascherato e dissimulato. Come se il fatto stesso di vivere non avesse senso. Lโapparenza, non invecchiare, truccarsiโฆ A me fa pena quando vedo quelli che si tingono i capelli.
Comโรจ triste che qualcuno voglia fare il โliftingโ al cuore! E oggi si usa piรน la parola โliftingโ che la parola โcuoreโ! Comโรจ doloroso che qualcuno voglia cancellare le โrugheโ di tanti incontri, di tante gioie e tristezze! Mi viene in mente quando alla grande Anna Magnani hanno consigliato di fare il lifting, ha detto: โNo, queste rughe mi sono costate tutta la vita: sono preziose!โ.
In un certo senso questa รจ una delle minacce โinconsapevoliโ piรน pericolose nellโeducazione dei nostri adolescenti: escluderli dai loro processi di crescita perchรฉ gli adulti occupano il loro posto. E troviamo tanti genitori adolescenti, tanti. Adulti che non vogliono essere adulti e vogliono giocare a essere adolescenti per sempre. Questa โemarginazioneโ puรฒ aumentare una tendenza naturale che hanno i ragazzi a isolarsi o a frenare i loro processi di crescita per mancanza di confronto. Cโรจ la competizione, ma non il confronto.
6. La โgolositร โ spirituale
Non vorrei concludere senza questo aspetto che puรฒ essere un argomento-chiave che attraversa tutti i laboratori che farete: รจ trasversale. Eโ il tema dellโausteritร . Viviamo in un contesto di consumismo molto forteโฆ E facendo un collegamento tra il consumismo e quello che ho appena detto: dopo il cibo, le medicine e i vestiti, che sono essenziali per la vita, le spese piรน forti sono i prodotti di bellezza, i cosmetici. Questo รจ statistica! I cosmetici. Eโ brutto dire questo. E la cosmetica, che era una cosa piรน delle donne, adesso รจ uguale in entrambi i sessi. Dopo le spese di base, la prima รจ la cosmetica; e poi, le mascotte [gli animali da compagnia]: alimentazione, veterinarioโฆ Queste sono statistiche. Ma questo รจ un altro argomento, quello delle mascotte, che non toccherรฒ adesso: penseremo piรน avanti a questo. Ma torniamo al tema dellโausteritร . Viviamo, ho detto, in un contesto di consumismo molto forte; sembra che siamo spinti a consumare consumo, nel senso che lโimportante รจ consumare sempre. Un tempo, alle persone che avevano questo problema si diceva che avevano una dipendenza dalla spesa. Oggi non si dice piรน: tutti siamo in questo ritmo di consumismo. Perciรฒ, รจ urgente recuperare quel principio spirituale cosรฌ importante e svalutato: lโausteritร . Siamo entrati in una voragine di consumo e siamo indotti a credere che valiamo per quanto siamo capaci di produrre e di consumare, per quanto siamo capaci di avere. Educare allโausteritร รจ una ricchezza incomparabile. Risveglia lโingegno e la creativitร , genera possibilitร per lโimmaginazione e specialmente apre al lavoro in รฉquipe, in solidarietร . Apre agli altri. Esiste una specie di โgolositร spiritualeโ. Quellโatteggiamento dei golosi che, invece di mangiare, divorano tutto ciรฒ che li circonda (sembrano ingozzarsi mangiando).
Credo che ci faccia bene educarci meglio, come famiglia, in questa โgolositร โ e dare spazio allโausteritร come via per incontrarsi, gettare ponti, aprire spazi, crescere con gli altri e per gli altri. Questo lo puรฒ fare solo chi sa essere austero; altrimenti รจ un semplice โgolosoโ.
In Amoris laetitia vi dicevo: ยซLa storia di una famiglia รจ solcata da crisi di ogni genere, che sono anche parte della sua drammatica bellezza. Bisogna aiutare a scoprire che una crisi superata non porta ad una relazione meno intensa, ma a migliorare, a sedimentare e a maturare il vino dellโunione.
Non si vive insieme per essere sempre meno felici, ma per imparare ad essere felici in modo nuovo, a partire dalle possibilitร aperte da una nuova tappaยป (n. 232). Mi sembra importante vivere lโeducazione dei figli a partire da questa prospettiva, come una chiamata che il Signore ci fa, come famiglia, a fare di questo passaggio un passaggio di crescita, per imparare ad assaporare meglio la vita che Lui ci regala.
Questo รจ quello che mi รจ sembrato di dirvi su questo tema.
(Parole di ringraziamento del cardinale Vallini)
[Benedizione]
Grazie tante! Lavorate bene. Vi auguro il meglio. E avanti!
[1] ยซPer i giovani lโavvenire รจ lungo e il passato breve; infatti allโinizio del mattino non vโรจ nulla della giornata che si possa ricordare, mentre si puรฒ sperare tutto. Essi sono facili a lasciarsi ingannare, per il motivo che dicemmo, cioรจ perchรฉ sperano facilmente. E sono piรน coraggiosi; poichรฉ sono impetuosi e facili a sperare e di queste due qualitร la prima impedisce loro di aver paura, la seconda li rende fiduciosi; infatti nessuno teme quando รจ adirato, e lo sperare qualche bene dona fiducia. E sono indignabiliยป (Aristotele, La retorica, II, 12, 2).ย
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