Papa Francesco – Apertura del Convegno Pastorale Diocesano 2017

Data:

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CONVEGNO PASTORALE DIOCESANO SUL TEMA
โ€œNON LASCIAMOLI SOLI! ACCOMPAGNARE I GENITORI NELLโ€™EDUCAZIONE DEI FIGLI ADOLESCENTIโ€

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Basilica di San Giovani in Laterano
Lunedรฌ, 19 giugno 2017

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Come diceva quel prete: โ€œPrima di parlare, dirรฒ due paroleโ€.

Voglio ringraziare il cardinale Vallini per le sue parole e vorrei dire una cosa che lui non poteva dire, perchรฉ รจ sotto segreto, ma il Papa puรฒ dirlo. Quando, dopo lโ€™elezione, mi hanno detto che dovevo andare prima alla Cappella Paolina e poi sul balcone a salutare la gente, subito mi รจ venuto in mente il nome del cardinale Vicario: โ€œIo sono vescovo, cโ€™รจ un vicario generaleโ€ฆโ€. Subito. Lโ€™ho sentito anche con simpatia. E lโ€™ho chiamato. E dallโ€™altra parte il cardinale Hummes, che era accanto a me durante gli scrutini e mi diceva cose che mi hanno aiutato. Questi due mi hanno accompagnato, e da quel momento ho detto: โ€œSul balcone con il mio vicarioโ€. Lรฌ, al balcone. Da quel momento mi ha accompagnato, e lo voglio ringraziare. Lui ha tante virtรน e anche un senso dellโ€™oggettivitร  che mi ha aiutato tante volte, perchรฉ a volte io โ€œvoloโ€ e lui mi faceva โ€œatterrareโ€ con tanta caritร โ€ฆ La ringrazio, Eminenza, per la compagnia. Ma il cardinale Vallini non va in pensione, perchรฉ appartiene a sei Congregazioni e continuerร  a lavorare, ed รจ meglio cosรฌ, perchรฉ un napoletano senza lavoro sarebbe una calamitร , in diocesiโ€ฆ [ride, ridono, applausi] Voglio ringraziare in pubblico per il suo aiuto. Grazie!

E a voi, buonasera!

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Ringrazio per lโ€™opportunitร  di poter dare inizio a questo Convegno diocesano, nel quale tratterete un tema importante per la vita delle nostre famiglie: accompagnare i genitori nellโ€™educazione dei figli adolescenti.

In queste giornate rifletterete su alcuni argomenti-chiave che corrispondono in qualche modo ai luoghi in cui si gioca il nostro essere famiglia: la casa, la scuola, le reti sociali, la relazione intergenerazionale, la precarietร  della vita e lโ€™isolamento familiare. Ci sono i laboratori su questi temi.

Mi piacerebbe condividere con voi alcuni โ€œpresuppostiโ€ che ci possono aiutare in questa riflessione. Spesso non ce ne rendiamo conto, ma lo spirito con cui riflettiamo รจ altrettanto importante dei contenuti (un bravo sportivo sa che il riscaldamento conta tanto quanto la prestazione successiva). Perciรฒ, questa conversazione vuole aiutarci in tal senso: un โ€œriscaldamentoโ€, e poi starร  a voi โ€œgiocare tutto sul campoโ€. Lโ€™esposizione la farรฒ in piccoli capitoli.

1. In romanesco!

La prima delle chiavi per entrare in questo tema ho voluto chiamarla โ€œin romanescoโ€: il dialetto proprio dei romani. Non di rado cadiamo nella tentazione di pensare o riflettere sulle cose โ€œin genereโ€, โ€œin astrattoโ€. Pensare ai problemi, alle situazioni, agli adolescentiโ€ฆ E cosรฌ, senza accorgercene, cadiamo in pieno nel nominalismo. Vorremmo abbracciare tutto ma non arriviamo a nulla. Oggi su questo tema vi invito a pensare โ€œin dialettoโ€. E per questo bisogna fare uno sforzo notevole, perchรฉ ci รจ chiesto di pensare alle nostre famiglie nel contesto di una grande cittร  come Roma. Con tutta la sua ricchezza, le opportunitร , la varietร , e nello stesso tempo con tutte le sue sfide. Non per rinchiudersi e ignorare il resto (siamo sempre italiani), ma per affrontare la riflessione, e persino i momenti di preghiera, con un sano e stimolante realismo. Niente astrazione, niente generalizzazione, niente nominalismo.

La vita delle famiglie e lโ€™educazione degli adolescenti in una grande metropoli come questa esige alla base unโ€™attenzione particolare e non possiamo prenderla alla leggera. Perchรฉ non รจ la stessa cosa educare o essere famiglia in un piccolo paese e in una metropoli. Non dico che sia meglio o peggio, รจ semplicemente diverso. La complessitร  della capitale non ammette sintesi riduttive, piuttosto ci stimola a un modo di pensare poliedrico, per cui ogni quartiere e zona trova eco nella diocesi e cosรฌ la diocesi puรฒ farsi visibile, palpabile in ogni comunitร  ecclesiale, con il suo proprio modo di essere. Lโ€™uniformitร  รจ un grande nemico.

Voi vivete le tensioni di questa grande cittร . In molte delle visite pastorali che ho compiuto mi hanno presentato alcune delle vostre esperienze quotidiane, concrete: le distanze tra casa e lavoro (in alcuni casi fino a 2 ore per arrivare); la mancanza di legami familiari vicini, a causa del fatto di essersi dovuti spostare per trovare lavoro o per poter pagare un affitto; il vivere sempre โ€œal centesimoโ€ per arrivare alla fine del mese, perchรฉ il ritmo di vita รจ di per sรฉ piรน costoso (nel paese ci si arrangia meglio); il tempo tante volte insufficiente per conoscere i vicini lร  dove viviamo; il dover lasciare in moltissimi casi i figli soliโ€ฆ E cosรฌ potremmo andare avanti elencando una grande quantitร  di situazioni che toccano la vita delle nostre famiglie. Perciรฒ la riflessione, la preghiera, fatela โ€œin romanescoโ€, in concreto, con tutte queste cose concrete, con volti di famiglie ben concreti e pensando come aiutarvi tra voi a formare i vostri figli allโ€™interno di questa realtร . Lo Spirito Santo รจ il grande iniziatore e generatore di processi nelle nostre societร  e situazioni. Eโ€™ la grande guida delle dinamiche trasformatrici e salvatrici. Con Lui non abbiate paura di โ€œcamminareโ€ per i vostri quartieri, e pensare a come dare impulso a un accompagnamento per i genitori e gli adolescenti. Cioรจ, in concreto.

2. Connessi

[ads2]Insieme al precedente, mi soffermo su un altro aspetto importante. La situazione attuale a poco a poco sta facendo crescere nella vita di tutti noi, e specialmente nelle nostre famiglie, lโ€™esperienza di sentirci โ€œsradicatiโ€. Si parla di โ€œsocietร  liquidaโ€ โ€“ ed รจ cosรฌ โ€“ ma oggi mi piacerebbe, in questo contesto, presentarvi il fenomeno crescente della societร  sradicata. Vale a dire persone, famiglie che a poco a poco vanno perdendo i loro legami, quel tessuto vitale cosรฌ importante per sentirci parte gli uni degli altri, partecipi con gli altri di un progetto comune. Eโ€™ lโ€™esperienza di sapere che โ€œapparteniamoโ€ ad altri (nel senso piรน nobile del termine). Eโ€™ importante tenere conto di questo clima di sradicamento, perchรฉ a poco a poco passa nei nostri sguardi e specialmente nella vita dei nostri figli. Una cultura sradicata, una famiglia sradicata รจ una famiglia senza storia, senza memoria, senza radici, appunto. E quando non ci sono radici, qualsiasi vento finisce per trascinarti. Per questo una delle prime cose a cui dobbiamo pensare come genitori, come famiglie, come pastori sono gli scenari dove radicarci, dove generare legami, trovare radici, dove far crescere quella rete vitale che ci permetta di sentirci โ€œcasaโ€. Oggi le reti sociali sembrerebbero offrirci questo spazio di โ€œreteโ€, di connessione con altri, e anche i nostri figli li fanno sentire parte di un gruppo. Ma il problema che comportano, per la loro stessa virtualitร , รจ che ci lasciano come โ€œper ariaโ€ โ€“ ho detto โ€œsocietร  liquidaโ€; possiamo dire โ€œsocietร  gassosaโ€ โ€“ e perciรฒ molto โ€œvolatiliโ€: โ€œsocietร  volatileโ€.Non cโ€™รจ peggior alienazione per una persona di sentire che non ha radici, che non appartiene a nessuno. Questo principio รจ molto importante per accompagnare gli adolescenti.

Tante volte esigiamo dai nostri figli unโ€™eccessiva formazione in alcuni campi che consideriamo importanti per il loro futuro. Li facciamo studiare una quantitร  di cose perchรฉ diano il โ€œmassimoโ€. Ma non diamo altrettanta importanza al fatto che conoscano la loro terra, le loro radici. Li priviamo della conoscenza dei geni e dei santi che ci hanno generato. So che avete un laboratorio dedicato al dialogo intergenerazionale, allo spazio dei nonni. So che puรฒ risultare ripetitivo ma lo sento come qualcosa che lo Spirito Santo preme nel mio cuore: affinchรฉ i nostri giovani abbiano visioni, siano โ€œsognatoriโ€, possano affrontare con audacia e coraggio i tempi futuri, รจ necessario che ascoltino i sogni profetici dei loro padri (cfr Gl 3,2). Se vogliamo che i nostri figli siano formati e preparati per il domani, non รจ solo imparando lingue (per fare un esempio) che ci riusciranno. Eโ€™ necessario che si connettano, che conoscano le loro radici. Solo cosรฌ potranno volare alto, altrimenti saranno presi dalle โ€œvisioniโ€ di altri. E torno su questo; sono ossessionato, forse, maโ€ฆ I genitori devono fare spazio ai figli per parlare con i nonni. Tante volte il nonno o la nonna รจ nella casa di riposo e non vanno a trovarliโ€ฆ Devono parlare. Anche scavalcare i genitori, ma prendere le radici dei nonni. I nonni hanno questa qualitร  della trasmissione della storia, della fede, dellโ€™appartenenza. E lo fanno con saggezza di chi รจ sulla soglia, pronto ad andarsene. Torno, lโ€™ho detto, qualche volta, sul passo di Gioele 3,2: โ€œI vostri anziani sogneranno e i vostri figli profetizzerannoโ€. E voi siete il ponte. Oggi i nonni non li lasciamo sognare, li scartiamo. Questa cultura scarta i nonni perchรฉ i nonni non producono: questo รจ โ€œcultura dello scartoโ€. Ma i nonni possono sognare solo quando si incontrano con la vita nuova, allora sognano, parlanoโ€ฆ Ma pensate a Simeone, pensate a quella santa chiacchierona di Anna che andava da una parte allโ€™altra dicendo: โ€œEโ€™ quello! Eโ€™ quello!โ€. E questo รจ bello, questo รจ bello. Sono i nonni che sognano e danno ai bambini una appartenenza della quale hanno bisogno. Mi piacerebbe che in questo laboratorio intergenerazionale facciate un esame di coscienza su questo. Trovare la storia concreta nei nonni. E non lasciarli da parte. Non so se questo lโ€™ho detto una volta, ma a me viene alla memoria una storia che da bambino mi aveva insegnato una delle mie due nonne. Cโ€™era una volta in una famiglia il nonno vedovo: abitava in una famiglia, ma era invecchiato e quando mangiavano un poโ€™ gli cadeva la zuppa o la bava e si sporcava un poโ€™. E il papร  ha deciso di farlo mangiare da solo in cucina, โ€œcosรฌ possiamo invitare amiciโ€ฆโ€. Cosรฌ รจ stato. Alcuni giorni dopo, torna dal lavoro e trova il bambino che giocava con un martello, i chiodi, i legniโ€ฆ โ€œMa cosa stai facendo?โ€ โ€“ โ€œUn tavoloโ€ โ€“ โ€œUn tavolo, perchรฉ?โ€ โ€“ โ€œUn tavolo per mangiareโ€ โ€“ โ€œMa perchรฉ?โ€ โ€“ โ€œPerchรฉ quando tu invecchi, possa mangiare da solo, lรฌโ€. Questo bambino aveva capito con intuizione dove cโ€™erano le radici.

3. In movimento

Educare gli adolescenti in movimento. Lโ€™adolescenza รจ una fase di passaggio nella vita non solo dei vostri figli, ma di tutta la famigliaย โ€“ รจ tutta la famiglia che รจ in fase di passaggio โ€“, voi lo sapete bene e lo vivete; e come tale, nella sua globalitร , dobbiamo affrontarla. Eโ€™ una fase-ponte, e per questo motivo gli adolescenti non sono nรฉ di qua nรฉ di lร , sono in cammino, in transito. Non sono bambini (e non vogliono essere trattati come tali) e non sono adulti (ma vogliono essere trattati come tali, specialmente a livello di privilegi). Vivono proprio questa tensione, prima di tutto in sรฉ stessi e poi con chi li circonda.[1] Cercano sempre il confronto, domandano, discutono tutto, cercano risposte; e a volte non ascoltano le risposte e fanno unโ€™altra domanda prima che i genitori dicano la rispostaโ€ฆ Passano attraverso vari stati dโ€™animo, e le famiglie con loro. Perรฒ, permettetemi di dirvi che รจ un tempo prezioso nella vita dei vostri figli. Un tempo difficile, sรฌ. Un tempo di cambiamenti e di instabilitร , sรฌ. Una fase che presenta grandi rischi, senza dubbio. Ma, soprattutto, รจ un tempo di crescita per loro e per tutta la famiglia. Lโ€™adolescenza non รจ una patologia e non possiamo affrontarla come se lo fosse. Un figlio che vive la sua adolescenza (per quanto possa essere difficile per i genitori) รจ un figlio con futuro e speranza. Mi preoccupa tante volte la tendenza attuale a โ€œmedicalizzareโ€ precocemente i nostri ragazzi. Sembra che tutto si risolva medicalizzando, o controllando tutto con lo slogan โ€œsfruttare al massimo il tempoโ€, e cosรฌ risulta che lโ€™agenda dei ragazzi รจ peggio di quella di un alto dirigente.

Pertanto insisto: lโ€™adolescenza non รจ una patologia che dobbiamo combattere. Fa parte della crescita normale, naturale della vita dei nostri ragazzi. Dove cโ€™รจ vita cโ€™รจ movimento, dove cโ€™รจ movimento ci sono cambiamenti, ricerca, incertezze, cโ€™รจ speranza, gioia e anche angoscia e desolazione. Inquadriamo bene i nostri discernimenti allโ€™interno di processi vitali prevedibili. Esistono margini che รจ necessario conoscere per non allarmarsi, per non essere nemmeno negligenti, ma per saper accompagnare e aiutare a crescere. Non รจ tutto indifferente, ma nemmeno tutto ha la stessa importanza. Perciรฒ bisogna discernere quali battaglie sono da fare e quali no. In questo serve molto ascoltare coppie con esperienza, che se pure non ci daranno mai una ricetta, ci aiuteranno con la loro testimonianza a conoscere questo o quel margine o gamma di comportamenti.

I nostri ragazzi e le nostre ragazze cercano di essere e vogliono sentirsi โ€“ logicamente โ€“ protagonisti. Non amano per niente sentirsi comandati o rispondere a โ€œordiniโ€ che vengano dal mondo adulto (seguono le regole di gioco dei loro โ€œcompliciโ€). Cercano quellโ€™autonomia complice che li fa sentire di โ€œcomandarsi da soliโ€. E qui dobbiamo stare attenti agli zii, soprattutto a quegli zii che non hanno figli o che non sono sposatiโ€ฆ Le prime parolacce, io le ho imparate da uno zio โ€œzitelloโ€ [ridono]. Gli zii, per guadagnare la simpatia dei nipoti, tante volte non fanno bene. Cโ€™era lo zio che ci dava di nascosto le sigarette, a noiโ€ฆ Cose di quei tempi. E adessoโ€ฆ Non dico che siano cattivi, ma bisogna stare attenti.ย In questa ricerca di autonomia che vogliono avere i ragazzi e le ragazze troviamo una buona opportunitร , specialmente per le scuole, le parrocchie e i movimenti ecclesiali. Stimolare attivitร  che li mettano alla prova, che li facciano sentire protagonisti. Hanno bisogno di questo, aiutiamoli! Loro cercano in molti modi la โ€œvertigineโ€ che li faccia sentire vivi. Dunque, diamogliela! Stimoliamo tutto quello che li aiuta a trasformare i loro sogni in progetti, e che possano scoprire che tutto il potenziale che hanno รจ un ponte, un passaggio verso una vocazione (nel senso piรน ampio e bello della parola). Proponiamo loro mete ampie, grandi sfide e aiutiamoli a realizzarle, a raggiungere le loro mete. Non lasciamoli soli. Perciรฒ, sfidiamoli piรน di quanto loro ci sfidano. Non lasciamo che la โ€œvertigineโ€ la ricevano da altri, i quali non fanno che mettere a rischio la loro vita: diamogliela noi. Ma la vertigine giusta, che soddisfi questo desiderio di muoversi, di andare avanti. Noi vediamo in tante parrocchie, che hanno questa capacitร  di โ€œprendereโ€ gli adolescentiโ€ฆ: โ€œQuesti tre giorni di vacanza, andiamo in montagna, facciamo qualcosaโ€ฆ; o andiamo a imbiancare quella scuola di un quartiere povero che ha bisognoโ€ฆโ€. Farli protagonisti di qualcosa.

Questo richiede di trovare educatori capaci di impegnarsi nella crescita dei ragazzi. Richiede educatori spinti dallโ€™amore e dalla passione di far crescere in loro la vita dello Spirito di Gesรน, di far vedere che essere cristiani esige coraggio ed รจ una cosa bella. Per educare gli adolescenti di oggi non possiamo continuare a utilizzare un modello di istruzione meramente scolastico, solo di idee. No. Bisogna seguire il ritmo della loro crescita. Eโ€™ importante aiutarli ad acquisire autostima, a credere che realmente possono riuscire in ciรฒ che si propongono. In movimento, sempre.

4. Una educazione integrata

Questo processo esige di sviluppare in maniera simultanea e integrata i diversi linguaggi che ci costituiscono come persone. Vale a dire insegnare ai nostri ragazzi a integrare tutto ciรฒ che sono e che fanno. Potremmo chiamarla una alfabetizzazione socio-integrata, cioรจ unโ€™educazione basata sullโ€™intelletto (la testa), gli affetti (il cuore) e lโ€™agire (le mani). Questo offrirร  ai nostri ragazzi la possibilitร  di una crescita armonica a livello non solo personale, ma al tempo stesso sociale. Urge creare luoghi dove la frammentazione sociale non sia lo schema dominante. A tale scopo occorre insegnare a pensare ciรฒ che si sente e si fa, a sentire ciรฒ che si pensa e si fa, a fare ciรฒ che si pensa e si sente. Cioรจ, integrare i tre linguaggi. Un dinamismo di capacitร  posto al servizio della persona e della societร . Questo aiuterร  a far sรฌ che i nostri ragazzi si sentano attivi e protagonisti nei loro processi di crescita e li porterร  anche a sentirsi chiamati a partecipare alla costruzione della comunitร .

Vogliono essere protagonisti: diamo loro spazio perchรฉ siano protagonisti, orientandoli โ€“ ovviamente โ€“ e dando loro gli strumenti per sviluppare tutta questa crescita. Per questo ritengo che lโ€™integrazione armonica dei diversi saperi โ€“ della mente, del cuore e delle mani โ€“ li aiuterร  a costruire la loro personalitร . Spesso pensiamo che lโ€™educazione sia impartire conoscenze e lungo il cammino lasciamo degli analfabeti emotivi e ragazzi con tanti progetti incompiuti perchรฉ non hanno trovato chi insegnasse loro a โ€œfareโ€. Abbiamo concentrato lโ€™educazione nel cervello trascurando il cuore e le mani. E questa รจ anche una forma di frammentazione sociale.

In Vaticano, quando le guardie si congedano, io li ricevo, uno a uno, quelli che si congedano. Lโ€™altro ieri ne ho ricevuti sei. Uno a uno. โ€œCosa fai, cosa fareteโ€ฆโ€. Ringrazio per il servizio. E uno mi ha detto cosรฌ: โ€œIo andrรฒ a fare il carpentiere. Vorrei fare il falegname, ma farรฒ il carpentiere. Perchรฉ mio papร  mi ha insegnato tante cose di questo, e mioย  nonno ancheโ€. Il desiderio di โ€œfareโ€: questo ragazzo รจ stato bene educato con il linguaggio del fare; e anche il cuore รจ buono, perchรฉ pensava al papร  e al nonno: un cuore affettivo buono. Imparare โ€œcome si faโ€โ€ฆ Questo mi ha colpito.

5. Sรฌ allโ€™adolescenza, no alla competizione

Come ultimo elemento, รจ importante che riflettiamo su una dinamica ambientale che ci interpella tutti. Eโ€™ interessante osservare come i ragazzi e le ragazze vogliono essere โ€œgrandiโ€ e i โ€œgrandiโ€ vogliono essere o sono diventati adolescenti.

Non possiamo ignorare questa cultura, dal momento che รจ un’aria che tutti respiriamo. Oggi cโ€™รจ una specie di competizione tra genitori e figli; diversa da quella di altre epoche in cui normalmente si verificava il confronto tra gli uni e gli altri. Oggi siamo passati dal confronto alla competizione, che sono due cose diverse. Sono due dinamiche diverse dello spirito. I nostri ragazzi oggi trovano molta competizione e poche persone con cui confrontarsi. Il mondo adulto ha accolto come paradigma e modello di successo lโ€™โ€œeterna giovinezzaโ€. Sembra che crescere, invecchiare, โ€œstagionarsiโ€ sia un male. Eโ€™ sinonimo di vita frustrata o esaurita. Oggi sembra che tutto vada mascherato e dissimulato. Come se il fatto stesso di vivere non avesse senso. Lโ€™apparenza, non invecchiare, truccarsiโ€ฆ A me fa pena quando vedo quelli che si tingono i capelli.

Comโ€™รจ triste che qualcuno voglia fare il โ€œliftingโ€ al cuore! E oggi si usa piรน la parola โ€œliftingโ€ che la parola โ€œcuoreโ€! Comโ€™รจ doloroso che qualcuno voglia cancellare le โ€œrugheโ€ di tanti incontri, di tante gioie e tristezze! Mi viene in mente quando alla grande Anna Magnani hanno consigliato di fare il lifting, ha detto: โ€œNo, queste rughe mi sono costate tutta la vita: sono preziose!โ€.

In un certo senso questa รจ una delle minacce โ€œinconsapevoliโ€ piรน pericolose nellโ€™educazione dei nostri adolescenti: escluderli dai loro processi di crescita perchรฉ gli adulti occupano il loro posto. E troviamo tanti genitori adolescenti, tanti. Adulti che non vogliono essere adulti e vogliono giocare a essere adolescenti per sempre. Questa โ€œemarginazioneโ€ puรฒ aumentare una tendenza naturale che hanno i ragazzi a isolarsi o a frenare i loro processi di crescita per mancanza di confronto. Cโ€™รจ la competizione, ma non il confronto.

6. La โ€œgolositร โ€ spirituale

Non vorrei concludere senza questo aspetto che puรฒ essere un argomento-chiave che attraversa tutti i laboratori che farete: รจ trasversale. Eโ€™ il tema dellโ€™austeritร . Viviamo in un contesto di consumismo molto forteโ€ฆ E facendo un collegamento tra il consumismo e quello che ho appena detto: dopo il cibo, le medicine e i vestiti, che sono essenziali per la vita, le spese piรน forti sono i prodotti di bellezza, i cosmetici. Questo รจ statistica! I cosmetici. Eโ€™ brutto dire questo. E la cosmetica, che era una cosa piรน delle donne, adesso รจ uguale in entrambi i sessi. Dopo le spese di base, la prima รจ la cosmetica; e poi, le mascotte [gli animali da compagnia]: alimentazione, veterinarioโ€ฆ Queste sono statistiche. Ma questo รจ un altro argomento, quello delle mascotte, che non toccherรฒ adesso: penseremo piรน avanti a questo. Ma torniamo al tema dellโ€™austeritร . Viviamo, ho detto, in un contesto di consumismo molto forte; sembra che siamo spinti a consumare consumo, nel senso che lโ€™importante รจ consumare sempre. Un tempo, alle persone che avevano questo problema si diceva che avevano una dipendenza dalla spesa. Oggi non si dice piรน: tutti siamo in questo ritmo di consumismo. Perciรฒ, รจ urgente recuperare quel principio spirituale cosรฌ importante e svalutato: lโ€™austeritร . Siamo entrati in una voragine di consumo e siamo indotti a credere che valiamo per quanto siamo capaci di produrre e di consumare, per quanto siamo capaci di avere. Educare allโ€™austeritร  รจ una ricchezza incomparabile. Risveglia lโ€™ingegno e la creativitร , genera possibilitร  per lโ€™immaginazione e specialmente apre al lavoro in รฉquipe, in solidarietร . Apre agli altri. Esiste una specie di โ€œgolositร  spiritualeโ€. Quellโ€™atteggiamento dei golosi che, invece di mangiare, divorano tutto ciรฒ che li circonda (sembrano ingozzarsi mangiando).

Credo che ci faccia bene educarci meglio, come famiglia, in questa โ€œgolositร โ€ e dare spazio allโ€™austeritร  come via per incontrarsi, gettare ponti, aprire spazi, crescere con gli altri e per gli altri. Questo lo puรฒ fare solo chi sa essere austero; altrimenti รจ un semplice โ€œgolosoโ€.

In Amoris laetitia vi dicevo: ยซLa storia di una famiglia รจ solcata da crisi di ogni genere, che sono anche parte della sua drammatica bellezza. Bisogna aiutare a scoprire che una crisi superata non porta ad una relazione meno intensa, ma a migliorare, a sedimentare e a maturare il vino dellโ€™unione.

Non si vive insieme per essere sempre meno felici, ma per imparare ad essere felici in modo nuovo, a partire dalle possibilitร  aperte da una nuova tappaยป (n. 232). Mi sembra importante vivere lโ€™educazione dei figli a partire da questa prospettiva, come una chiamata che il Signore ci fa, come famiglia, a fare di questo passaggio un passaggio di crescita, per imparare ad assaporare meglio la vita che Lui ci regala.

Questo รจ quello che mi รจ sembrato di dirvi su questo tema.

(Parole di ringraziamento del cardinale Vallini)

[Benedizione]

Grazie tante! Lavorate bene. Vi auguro il meglio. E avanti!

[1] ยซPer i giovani lโ€™avvenire รจ lungo e il passato breve; infatti allโ€™inizio del mattino non vโ€™รจ nulla della giornata che si possa ricordare, mentre si puรฒ sperare tutto. Essi sono facili a lasciarsi ingannare, per il motivo che dicemmo, cioรจ perchรฉ sperano facilmente. E sono piรน coraggiosi; poichรฉ sono impetuosi e facili a sperare e di queste due qualitร  la prima impedisce loro di aver paura, la seconda li rende fiduciosi; infatti nessuno teme quando รจ adirato, e lo sperare qualche bene dona fiducia. E sono indignabiliยป (Aristotele, La retorica, II, 12, 2).ย 

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