PAPA FRANCESCO
ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica, 12 giugno 2016
Cari fratelli e sorelle!
Ieri, a Vercelli, รจ stato proclamato Beato il sacerdote Giacomo Abbondo, vissuto nel Settecento, innamorato di Dio, colto, sempre disponibile per i suoi parrocchiani. Ci uniamo alla gioia e al rendimento di grazie della Diocesi di Vercelli. E anche di quella di Monreale, dove oggi viene beatificata suor Carolina Santocanale, fondatrice delle Suore Cappuccine dellโImmacolata di Lourdes. Nata in una famiglia nobile di Palermo, abbandonรฒ le comoditร e si fece povera tra i poveri. Da Cristo, specialmente nellโEucaristia, attinse la forza per la sua maternitร spirituale e la sua tenerezza con i piรน deboli.
Nel contesto del Giubileo dei malati si รจ svolto nei giorni scorsi a Roma un Convegno internazionale dedicato alla cura delle persone affette dal morbo di Hansen. Saluto con riconoscenza gli organizzatori e i partecipanti ed auspico un fruttuoso impegno nella lotta contro questa malattia.
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Oggi ricorre la Giornata mondiale contro il lavoro minorile. Rinnoviamo tutti uniti lo sforzo per rimuovere le cause di questa schiavitรน moderna, che priva milioni di bambini di alcuni diritti fondamentali e li espone a gravi pericoli. Oggi ci sono nel mondo tanti bambini schiavi!
Saluto con affetto tutti i pellegrini venuti dallโItalia e da vari Paesi per questa giornata giubilare. Ringrazio in modo speciale voi, che avete voluto essere presenti nella vostra condizione di malattia o disabilitร . Un grazie sentito va anche ai medici e agli operatori sanitari che, nei โPunti della saluteโ allestiti presso le quattro Basiliche Papali, stanno offrendo visite specialistiche a centinaia di persone che vivono ai margini della cittร di Roma. Grazie tante a voi!
La Vergine Maria, alla quale ci rivolgiamo ora in preghiera, ci accompagni sempre nel nostro cammino.
GIUBILEO STRAORDINARIO DELLA MISERICORDIA
GIUBILEO DEGLI AMMALATI E DELLE PERSONE DISABILI
OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Piazza San Pietro
Domenica, 12 giugno 2016
ยซSono stato crocifisso con Cristo, e non vivo piรน io, ma Cristo vive in meยป (Gal 2,19). Lโapostolo Paolo usa parole molto forti per esprimere il mistero della vita cristiana: tutto si riassume nel dinamismo pasquale di morte e risurrezione, ricevuto nel Battesimo. Infatti, con lโimmersione nellโacqua ognuno รจ come se fosse morto e sepolto con Cristo (cfr Rm 6,3-4), mentre, quando riemerge da essa, manifesta la vita nuova nello Spirito Santo. Questa condizione di rinascita coinvolge lโintera esistenza, in ogni suo aspetto: anche la malattia, la sofferenza e la morte sono inserite in Cristo, e trovano in Lui il loro senso ultimo. Oggi, nella giornata giubilare dedicata a quanti portano i segni della malattia e della disabilitร , questa Parola di vita trova nella nostra Assemblea una particolare risonanza.
In realtร , tutti prima o poi siamo chiamati a confrontarci, talvolta a scontrarci, con le fragilitร e le malattie nostre e altrui. E quanti volti diversi assumono queste esperienze cosรฌ tipicamente e drammaticamente umane! In ogni caso, esse pongono in maniera piรน acuta e pressante lโinterrogativo sul senso dellโesistenza. Nel nostro animo puรฒ subentrare anche un atteggiamento cinico, come se tutto si potesse risolvere subendo o contando solo sulle proprie forze. Altre volte, allโopposto, si ripone tutta la fiducia nelle scoperte della scienza, pensando che certamente in qualche parte del mondo esiste una medicina in grado di guarire la malattia. Purtroppo non รจ cosรฌ, e anche se quella medicina ci fosse, sarebbe accessibile a pochissime persone.
La natura umana, ferita dal peccato, porta inscritta in sรฉ la realtร del limite. Conosciamo lโobiezione che, soprattutto in questi tempi, viene mossa davanti a unโesistenza segnata da forti limitazioni fisiche. Si ritiene che una persona malata o disabile non possa essere felice, perchรฉ incapace di realizzare lo stile di vita imposto dalla cultura del piacere e del divertimento. Nellโepoca in cui una certa cura del corpo รจ divenuta mito di massa e dunque affare economico, ciรฒ che รจ imperfetto deve essere oscurato, perchรฉ attenta alla felicitร e alla serenitร dei privilegiati e mette in crisi il modello dominante. Meglio tenere queste persone separate, in qualche โrecintoโ โ magari dorato โ o nelle โriserveโ del pietismo e dellโassistenzialismo, perchรฉ non intralcino il ritmo del falso benessere. In alcuni casi, addirittura, si sostiene che รจ meglio sbarazzarsene quanto prima, perchรฉ diventano un peso economico insostenibile in un tempo di crisi. Ma, in realtร , quale illusione vive lโuomo di oggi quando chiude gli occhi davanti alla malattia e alla disabilitร ! Egli non comprende il vero senso della vita, che comporta anche lโaccettazione della sofferenza e del limite. Il mondo non diventa migliore perchรฉ composto soltanto da persone apparentemente โperfetteโ, per non dire โtruccateโ, ma quando crescono la solidarietร tra gli esseri umani, lโaccettazione reciproca e il rispetto. Come sono vere le parole dellโapostolo: ยซQuello che รจ debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i fortiยป (1 Cor 1,27)!
Anche il Vangelo di questa domenica (Lc 7,36โ8,3) presenta una particolare situazione di debolezza. La donna peccatrice viene giudicata ed emarginata, mentre Gesรน la accoglie e la difende: ยซHa molto amatoยป (v. 47). Eโ questa la conclusione di Gesรน, attento alla sofferenza e al pianto di quella persona. La sua tenerezza รจ segno dellโamore che Dio riserva per coloro che soffrono e sono esclusi. Non esiste solo la sofferenza fisica; oggi, una delle patologie piรน frequenti รจ anche quella che tocca lo spirito. Eโ una sofferenza che coinvolge lโanimo e lo rende triste perchรฉ privo di amore. La patologia della tristezza. Quando si fa esperienza della delusione o del tradimento nelle relazioni importanti, allora ci si scopre vulnerabili, deboli e senza difese. La tentazione di rinchiudersi in sรฉ stessi si fa molto forte, e si rischia di perdere lโoccasione della vita: amare nonostante tutto. Amare nonostante tutto!
La felicitร che ognuno desidera, dโaltronde, puรฒ esprimersi in tanti modi e puรฒ essere raggiunta solo se siamo capaci di amare. Questa รจ la strada. Eโ sempre una questione di amore, non cโรจ unโaltra strada. La vera sfida รจ quella di chi ama di piรน. Quante persone disabili e sofferenti si riaprono alla vita appena scoprono di essere amate! E quanto amore puรฒ sgorgare da un cuore anche solo per un sorriso! La terapia del sorriso. Allora la fragilitร stessa puรฒ diventare conforto e sostegno alla nostra solitudine. Gesรน, nella sua passione, ci ha amato sino alla fine (cfr Gv 13,1); sulla croce ha rivelato lโAmore che si dona senza limiti. Che cosa potremmo rimproverare a Dio per le nostre infermitร e sofferenze che non sia giร impresso sul volto del suo Figlio crocifisso? Al suo dolore fisico si aggiungono la derisione, lโemarginazione e il compatimento, mentre Egli risponde con la misericordia che tutti accoglie e tutti perdona: ยซper le sue piaghe siamo stati guaritiยป (Is 53,5; 1 Pt 2,24). Gesรน รจ il medico che guarisce con la medicina dellโamore, perchรฉ prende su di sรฉ la nostra sofferenza e la redime. Noi sappiamo che Dio sa comprendere le nostre infermitร , perchรฉ Lui stesso le ha provate in prima persona (cfr Eb 4,15).
Il modo in cui viviamo la malattia e la disabilitร รจ indice dellโamore che siamo disposti a offrire. Il modo in cui affrontiamo la sofferenza e il limite รจ criterio della nostra libertร di dare senso alle esperienze della vita, anche quando ci appaiono assurde e non meritate. Non lasciamoci turbare, pertanto, da queste tribolazioniย (cfr 1 Ts 3,3). Sappiamo che nella debolezza possiamo diventare forti (cfr 2 Cor 12,10), e ricevere la grazia di completare ciรฒ che manca in noi delle sofferenze di Cristo, a favore della Chiesa suo corpo (cfr Col 1,24); un corpo che, ad immagine di quello del Signore risorto, conserva le piaghe, segno della dura lotta, ma sono piaghe trasfigurate per sempre dallโamore.
- Fonte ยฉ Copyright 2016 – Libreria Editrice Vaticana
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Fonte: Radio Vaticana via FeedRss
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