padre Raniero Cantalamessa – Terza Predica di Quaresima 2018

Data:

- Pubblicitร  -

Alle ore 9 di questa mattina, nella Cappella Redemptoris Mater, il Predicatore della Casa Pontificia, Rev.do P. Raniero Cantalamessa, O.F.M. Cap., ha tenuto la terza Predica di Quaresima.

Tema delle meditazioni quaresimali รจ il seguente:

โ€œRivestitevi del Signore Gesรน Cristoโ€ (Romani 13,14).

Le successive prediche di Quaresima avranno luogo venerdรฌ 16 e 23 marzo.

[wpdm_package id=87422 template=”link-template-calltoaction3.php”]

โ€œNON FATEVI UNโ€™IDEA TROPPO ALTA DI VOI STESSIโ€ โ€“ La umiltร  cristiana

Testo della predica

Lโ€™esortazione alla caritร  che abbiamo raccolto dalla bocca dellโ€™Apostolo, nella precedente meditazione, รจ racchiusa tra due brevi esortazioni allโ€™umiltร  che si richiamano con evidenza tra di loro, in modo da formare una specie di cornice al discorso sulla caritร . Lette di seguito, omettendo ciรฒ che vi รจ di mezzo, le due esortazioni suonano cosรฌ:
โ€œNon valutatevi piรน di quanto รจ conveniente valutarsi ma valutatevi in maniera da avere di voi una giusta valutazione. […] Non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi unโ€™idea troppo alta di voi stessiโ€ (Rm 12, 3.16).

- Pubblicitร  -

[better-ads type=”banner” banner=”84722″ campaign=”none” count=”2″ columns=”1″ orderby=”rand” order=”ASC” align=”right” show-caption=”1″][/better-ads]

Non si tratta di raccomandazioni spicciole alla moderazione e alla modestia; attraverso queste poche parole la parenesi apostolica ci apre dinanzi tutto il vasto orizzonte dellโ€™umiltร . Accanto alla caritร , san Paolo individua nellโ€™umiltร  il secondo valore fondamentale, la seconda direzione in cui si deve lavorare per rinnovare, nello Spirito, la propria vita ed edificare la comunitร .

Mai come in questo campo le virtรน cristiane ci appaiono come un fare propri โ€œi sentimenti che furono in Cristo Gesรบโ€. Egli, ricorda altrove lโ€™Apostolo, pur essendo di natura divina, โ€œumiliรฒ se stesso facendosi obbediente fino alla morteโ€ (Fil 2, 5-8) e ai suoi discepoli disse egli stesso: โ€œImparate da me che sono mite ed umile di cuoreโ€ (Mt 11,29). Dellโ€™umiltร  si puรฒ parlare da diversi punti di vista, come vedremo farร  lโ€™Apostolo, ma nel suo significato piรน profondo lโ€™umiltร  รจ solo quella di Cristo. Umile davvero รจ chi si sforza di avere il cuore di Cristo.

1. Lโ€™umiltร  come sobrietร 

Nella parenesi della Lettera ai Romani, san Paolo applica alla vita della comunitร  cristiana lโ€™insegnamento biblico tradizionale sullโ€™umiltร  che si esprime costantemente attraverso la metafora spaziale dellโ€™โ€œinnalzarsiโ€ e dellโ€™โ€œabbassarsiโ€, del tendere allโ€™alto e del tendere al basso. Si puรฒ โ€œaspirare a cose troppo alteโ€ o con la propria intelligenza, con un indagare smodato che non tiene conto del proprio limite di fronte al mistero, oppure con la volontร , ambendo a posizioni e mansioni di prestigio. Lโ€™Apostolo ha di mira entrambe queste due possibilitร  e, in ogni caso, le sue parole colpiscono lโ€™una e lโ€™altra cosa insieme: sia la presunzione della mente che lโ€™ambizione della volontร .

Nel trasmettere perรฒ lโ€™insegnamento biblico tradizionale sullโ€™umiltร , san Paolo dร  una motivazione in parte nuova e originale di questa virtรน. Nellโ€™Antico Testamento, il motivo o la ragione che giustifica lโ€™umiltร  รจ che Dio โ€œrespinge i superbi e dona la sua grazia agli umiliโ€ (cf Prv 3, 34; Gb 22, 29), che egli โ€œguarda verso lโ€™umile, ma al superbo volge lo sguardo da lontanoโ€ (Sal 137,6). Non si diceva, perรฒ โ€“ almeno esplicitamente โ€“ perchรฉ Dio fa questo, cioรจ perchรฉ โ€œinnalza gli umili e abbassa i superbiโ€. A questo fatto si possono dare infatti diverse spiegazioni: per esempio, la gelosia o โ€œinvidia di Dioโ€ (sphonos Theou), come pensavano certi scrittori greci, oppure semplicemente la volontร  divina di punire lโ€™arroganza umana, la hybris.

Il concetto decisivo che san Paolo introduce nel discorso intorno allโ€™umiltร  รจ il concetto di veritร . Dio ama lโ€™umile perchรฉ lโ€™umile รจ nella veritร ; รจ un uomo vero, autentico. Egli punisce la superbia, perchรฉ la superbia, prima ancora che arroganza, รจ menzogna. Tutto ciรฒ infatti che, nellโ€™uomo, non รจ umiltร  รจ menzogna.

Questo spiega perchรฉ i filosofi greci, che pure conobbero ed esaltarono quasi tutte le altre virtรน, non conobbero lโ€™umiltร . La parola umiltร  (tapeinosis) conservรฒ sempre, presso di loro, un significato prevalentemente negativo di bassezza, di piccineria, di meschinitร  e pusillanimitร . I filosofi greci ignoravano i due capisaldi che permettono di associare tra loro umiltร  e veritร : lโ€™idea di creazione e lโ€™idea biblica di peccato. Lโ€™idea di creazione fonda la certezza che tutto ciรฒ che vi รจ di buono e di bello nellโ€™uomo viene da Dio, niente escluso; lโ€™idea biblica di peccato fonda la certezza che tutto ciรฒ che vi รจ di male, in senso morale nellโ€™uomo, viene dalla sua libertร , da lui stesso. Lโ€™uomo biblico รจ spinto allโ€™umiltร  sia dal bene che dal male che scopre in sรฉ.

Ma veniamo al pensiero dellโ€™Apostolo. La parola usata da lui nel nostro testo per indicare lโ€™umiltร -veritร  รจ la parola sobrietร  o saggezza. Egli esorta i cristiani a non farsi unโ€™idea sbagliata ed esagerata di se stessi, ma ad avere piuttosto, di sรฉ, una valutazione giusta, sobria, potremmo quasi dire oggettiva. Nella ripresa dellโ€™esortazione, al versetto 16, il โ€œfarsi unโ€™idea sobria di sรฉโ€, trova il suo equivalente nellโ€™espressione โ€œtendere alle cose umiliโ€. Con ciรฒ egli viene a dire che lโ€™uomo รจ saggio quando รจ umile e che รจ umile quando รจ saggio.

Abbassandosi, lโ€™uomo si avvicina alla veritร . โ€œDio รจ luceโ€, dice san Giovanni (1 Gv 1, 5), รจ veritร , e non puรฒ incontrare lโ€™uomo se non nella veritร . Egli dร  la sua grazia allโ€™umile perchรฉ solo lโ€™umile รจ capace di riconoscere la grazia; non dice: โ€œIl mio braccio, o la mia mente, ha fatto questo!โ€ (cf Dt 8, 17; Is 10, 13). Santa Teresa dโ€™Avila ha scritto: โ€œMi domandavo un giorno per quale motivo il Signore ama tanto lโ€™umiltร  e mi venne in mente dโ€™improvviso, senza alcuna mia riflessione, che ciรฒ deve essere perchรฉ egli รจ somma Veritร  e lโ€™umiltร  รจ veritร โ€.

2. Che cosโ€™hai che non hai ricevuto?

Lโ€™Apostolo non ci lascia ora nel vago o in superficie, a proposito di questa veritร  su noi stessi. Alcune sue frasi lapidarie, contenute in altre lettere ma appartenenti a questo stesso ordine di idee, hanno il potere di sottrarci ogni โ€œappiglioโ€ e farci andare veramente a fondo nella scoperta della veritร .

Una di tali frasi dice: โ€œChe cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se lโ€™hai ricevuto, perchรฉ te ne vanti come se non lโ€™avessi ricevuto?โ€ (1 Cor 4, 7). Cโ€™รจ una sola cosa che non ho ricevuto, che รจ tutta e solo mia, ed รจ il peccato. Questo so e sento che viene da me, che trova la sua sorgente in me, o, comunque, nellโ€™uomo e nel mondo, non in Dio, mentre tutto il resto โ€“ compreso il fatto di riconoscere che il peccato viene da me โ€“ e da Dio. Unโ€™altra frase dice: โ€œSe qualcuno pensa di essere qualcosa, mentre รจ nulla, inganna se stesso!โ€ (Gal 6, 3).

La โ€œgiusta valutazioneโ€ di se stessi รจ, dunque, questa: riconoscere il nostro nulla! Questo รจ quel terreno solido, a cui tende lโ€™umiltร ! La perla preziosa รจ proprio la sincera e pacifica persuasione che, per noi stessi, noi non siamo nulla, non possiamo pensare nulla, non possiamo fare nulla. Senza di me non potete โ€œfareโ€ nulla dice Gesรน (Gv 15, 5) e lโ€™Apostolo aggiunge: โ€œNon che da noi stessi siamo capaci di pensare qualcosaโ€ฆโ€ (2 Cor 3, 5). Noi possiamo, allโ€™occasione, usare lโ€™una o lโ€™altra di queste parole per troncare una tentazione, un pensiero, una compiacenza, come una vera โ€œspada dello Spiritoโ€: โ€œChe cosโ€™hai che non hai ricevuto?โ€. Lโ€™efficacia della parola di Dio si sperimenta soprattutto in questo caso: quando la si usa su di sรฉ, piรน che quando la si usa sugli altri.

In tal modo siamo avviati a scoprire la vera natura del nostro nulla, che non รจ un nulla puro e semplice, un โ€œinnocente nonnullaโ€. Intravediamo il traguardo ultimo a cui la parola di Dio ci vuole condurre che รจ di riconoscere quello che veramente siamo: un nulla superbo! Io sono quel qualcuno che โ€œcrede di essere qualcosaโ€, mentre sono nulla; io sono quello che non ha nulla che non abbia ricevuto, ma che sempre si vanta โ€“ o รจ tentato di vantarsi โ€“ di qualcosa, come se non lโ€™avesse ricevuto!

Questa non รจ una situazione di alcuni, ma una miseria di tutti. รˆ la definizione stessa dellโ€™uomo vecchio: un nulla che crede di essere qualcosa, un nulla superbo. Lโ€™Apostolo stesso confessa cosa scopriva, quando anche lui scendeva nel fondo del suo cuore: โ€œScopro in me โ€“ diceva โ€“ unโ€™altra leggeโ€ฆ, scopro che il peccato abita in meโ€ฆ Sono uno sventurato! Chi mi libererร ?โ€ (cf Rm 7, 14-25). Quellโ€™โ€œaltra leggeโ€, il โ€œpeccato che abita in noiโ€ รจ, per san Paolo, come si sa, anzitutto lโ€™autoglorificazione, lโ€™orgoglio, il menar vanto di sรฉ.

Al termine del nostro cammino di discesa, non scopriamo, dunque, in noi lโ€™umiltร , ma la superbia. Ma proprio questo scoprire che siamo radicalmente superbi e che lo siamo per colpa nostra, non di Dio, perchรฉ lo siamo diventati facendo cattivo uso della nostra libertร , proprio questo รจ lโ€™umiltร , perchรฉ questo รจ la veritร . Aver scoperto questo traguardo, o anche soltanto lโ€™averlo intravisto come da lontano, attraverso la parola di Dio, รจ una grazia grande. Dร  una pace nuova. Come chi, in tempo di guerra, ha scoperto che possiede sotto la sua stessa casa, senza neppure dover uscire fuori, un rifugio sicuro contro i bombardamenti, assolutamente irraggiungibile.

Una grande maestra di spirito โ€“ santa Angela da Foligno โ€“, vicina a morire, esclamรฒ: โ€œO nulla sconosciuto, o nulla sconosciuto! Lโ€™anima non puรฒ avere migliore visione in questo mondo che contemplare il proprio nulla e abitare in esso come nella cella di un carcereโ€ .La stessa Santa esortava i suoi figli spirituali a fare il possibile per rientrare subito in quella cella, appena, per qualsiasi motivo, ne fossero usciti fuori. Bisogna fare come certe bestiole molto pavide che non si allontanano mai dal buco della loro tana tanto da non potervi rientrare subito, alla prima avvisaglia di pericolo.

Cโ€™รจ un grande segreto nascosto in questo consiglio, una veritร  misteriosa che si sperimenta provando. Si scopre allora che esiste davvero questa cella e che vi si puรฒ entrare davvero ogni volta che lo si vuole. Essa consiste nel quieto e tranquillo sentimento di essere un nulla, e un nulla superbo. Quando si รจ dentro la cella di questo carcere, non si vedono piรน i difetti del prossimo, o si vedono in unโ€™altra luce. Si capisce che รจ possibile, con la grazia e con lโ€™esercizio, realizzare ciรฒ che dice lโ€™Apostolo e che sembra, a prima vista, eccessivo e cioรจ di โ€œconsiderare tutti gli altri superiori a sรฉโ€ (cf Fil 2, 3), o almeno si capisce come esso possa essere stato possibile ai santi.

Chiudersi in quel carcere รจ tuttโ€™altro, dunque, che chiudersi in se stessi; รจ, invece, aprirsi agli altri, allโ€™essere, allโ€™oggettivitร  delle cose. Il contrario di quello che hanno sempre pensato i nemici dellโ€™umiltร  cristiana. รˆ chiudersi allโ€™egoismo, non nellโ€™egoismo. รˆ la vittoria su uno dei mali che anche la moderna psicologia giudica esiziale per la persona umana: il narcisismo.

In quella cella, inoltre, non penetra il nemico. Un giorno, Antonio il Grande ebbe una visione; vide, in un attimo, tutti gli infiniti lacci del nemico spiegati per terra e disse gemendo: โ€œChi potrร  dunque evitare tutti questi lacci?โ€ e intese una voce rispondergli: โ€œLโ€™umiltร !โ€ .

Il Vangelo ci presenta un modello insuperabile di questa lโ€™umiltร -veritร , ed รจ Maria. Dio โ€“ canta Maria nel Magnificat โ€“ โ€œha guardato lโ€™umiltร  della sua servaโ€ (Lc 1, 48). Ma cosa intende qui la Vergine con โ€œumiltร โ€? Non la virtรน dellโ€™umiltร , ma la sua condizione umile o, al massimo, la sua appartenenza alla categoria degli umili e dei poveri di cui si parla nel seguito del cantico. Lo conferma il rimando esplicito al cantico di Anna, la madre di Samuele, dove la stessa parola usata da Maria (tapeinosis) significa chiaramente miseria, sterilitร , condizione umile, non sentimento di umiltร .

Ma la cosa รจ chiara di per sรฉ. Come si puรฒ pensare che Maria esalti la sua umiltร , senza, con ciรฒ stesso, distruggere lโ€™umiltร  di Maria? Come si puรฒ pensare che Maria attribuisca alla sua umiltร  la scelta di Dio, senza, con ciรฒ, distruggere la gratuitร  di tale scelta e rendere incomprensibile tutta la vita di Maria a partire dalla sua immacolata concezione? Per sottolineare lโ€™importanza dellโ€™umiltร , qualcuno ha scritto incautamente che Maria โ€œnon si vanta di nessunโ€™altra virtรน se non della sua umiltร โ€, come se, in tal modo, si facesse un grande onore, e non invece un grande torto, a tale virtรน. La virtรน dellโ€™umiltร  ha uno statuto tutto speciale: ce lโ€™ha chi non crede di averla, non ce lโ€™ha chi crede di averla. Solo Gesรน puรฒ dichiararsi โ€œumile di cuoreโ€ ed esserlo veramente; questa รจ la caratteristica unica e irripetibile dellโ€™umiltร  dellโ€™uomo-Dio.

Maria non aveva, dunque, la virtรน dellโ€™umiltร ? Certo che lโ€™aveva e in grado sommo, ma questo lo sapeva solo Dio, lei no. Proprio questo, infatti costituisce il pregio ineguagliabile della vera umiltร : che il suo profumo รจ colto soltanto da Dio, non da chi lo emana. Lโ€™anima di Maria, libera da ogni vera e peccaminosa concupiscenza, davanti alla situazione nuova creata dalla sua divina maternitร , si รจ portata, con tutta rapiditร  e naturalezza, al suo punto di veritร  โ€“ al suo nulla โ€“ e di lรฌ niente e nessuno lโ€™ha piรน potuta smuovere.

In ciรฒ lโ€™umiltร  della Madre di Dio appare un prodigio unico della grazia. Ella ha strappato a Lutero questo elogio: โ€œSebbene Maria avesse accolto in sรฉ quella grande opera di Dio, ebbe e mantenne un tale sentimento di sรฉ da non elevarsi sopra il minimo uomo della terra […]. Qui va celebrato lo spirito di Maria meravigliosamente puro, chรฉ mentre le viene fatto un onore sรฌ grande, non si lascia indurre in tentazione, ma come se non vedesse, rimane sulla giusta viaโ€ .

La sobrietร  di Maria รจ al di sopra di ogni paragone anche tra i santi. Ella ha retto alla tensione tremenda di questo pensiero: โ€œTu sei la madre del Messia, la madre di Dio! Tu sei quello che ogni donna del tuo popolo avrebbe desiderato essere!โ€. โ€œA che debbo che la madre del mio Signore venga a me?โ€, aveva esclamato Elisabetta, ed ella risponde: โ€œHa guardato la piccolezza della sua serva!โ€. Ella si inabissรฒ nel suo nulla ed โ€œelevรฒโ€ solo Dio, dicendo: โ€œLโ€™anima mia magnifica il Signoreโ€. Il Signore, non la serva. Maria รจ davvero il capolavoro della grazia divina.

3. Umiltร  e umiliazioni

Non ci dobbiamo illudere di aver raggiunto lโ€™umiltร  solo perchรฉ la parola di Dio e lโ€™esempio di Maria ci ha condotti a scoprire il nostro nulla. A che punto siamo giunti in fatto di umiltร , si vede quando lโ€™iniziativa passa da noi agli altri, cioรจ quando non siamo piรน noi a riconoscere i nostri difetti e torti, ma sono gli altri a farlo; quando non siamo solo capaci di dirci la veritร , ma anche di lasciarcela dire, di buon grado, da altri. Si vede, in altre parole, nei rimproveri, nelle correzioni, nelle critiche e nelle umiliazioni. โ€œSpesso giova molto a conservarci nellโ€™umiltร  โ€“dice lโ€™autore dellโ€™Imitazione di Cristo โ€“ che gli altri conoscano e riprendano i nostri difettiโ€.

Pretendere di uccidere il proprio orgoglio colpendolo da soli, senza che nessuno intervenga dal di fuori, รจ come usare il proprio braccio per punire se stesso: non ci si farร  mai veramente male. รˆ come volersi asportare da soli un tumore. Vi sono persone (e io sono certamente tra queste) le quali sono capaci di dire di sรฉ โ€“ e anche sinceramente โ€“ tutto il male possibile e immaginabile; persone che, durante una liturgia penitenziale, fanno delle autoaccuse di una schiettezza e di un coraggio ammirevoli, ma appena qualcuno intorno a loro accenna a prendere sul serio le loro confessioni, o si azzarda a dire di esse una piccola parte di quello che si son dette da sole, sono scintille. Evidentemente cโ€™รจ ancora tanta strada da fare per arrivare alla vera umiltร  e allโ€™umile veritร .

Quando io cerco di ricevere gloria da un uomo per qualcosa che dico o che faccio, รจ quasi certo che quello stesso uomo cerca di ricevere gloria da me per quello che dice o fa in risposta. E cosรฌ avviene che ognuno cerca la propria gloria e nessuno la ottiene e se, per caso, la ottiene non รจ che โ€œvanagloriaโ€, cioรจ gloria vuota, destinata a dissolversi in fumo con la morte. Ma lโ€™effetto รจ ugualmente terribile; Gesรน attribuiva alla ricerca della propria gloria addirittura lโ€™impossibilitร  di credere. Diceva ai farisei: โ€œCome potete credere voi che prendete gloria gli uni dagli altri e non cercate la gloria che viene da Dio solo?โ€ (Gv 5, 44).

Quando ci ritroviamo invischiati in pensieri e aspirazioni di gloria umana, gettiamo nella mischia di tali pensieri, come una torcia ardente, la parola che Gesรน stesso usรฒ e che ha lasciato a noi: โ€œIo non cerco la mia gloria!โ€ (Gv 8, 50). Essa ha il potere quasi sacramentale di realizzare ciรฒ che significa, di dissipare tali pensieri.

Quella dellโ€™umiltร  รจ una lotta che dura tutta la vita e si estende a ogni aspetto della vita. Lโ€™orgoglio รจ capace di nutrirsi sia del male che del bene e di sopravvivere, quindi, in ogni situazione e in ogni โ€œclimaโ€. Anzi, a differenza di ciรฒ che avviene per ogni altro vizio, il bene, non il male, รจ il terreno di coltura preferito di questo terribile โ€œvirusโ€.
โ€œLa vanitร  ha cosรฌ profonde radici nel cuore dellโ€™uomo che un soldato, un servo di milizie, un cuoco, un facchino, si vanta e pretende di avere i suoi ammiratori e gli stessi filosofi ne vogliono. E coloro che scrivono contro la vanagloria aspirano al vanto di aver scritto bene, e coloro che li leggono, al vanto di averli letti; io, che scrivo questo, nutro forse lo stesso desiderio e forse anche coloro che mi leggerannoโ€ .

La vanagloria รจ capace di trasformare in atto di orgoglio il nostro stesso tendere allโ€™umiltร . Ma con la grazia, noi possiamo uscire vincitori anche da questa terribile battaglia. Se infatti il tuo uomo vecchio riesce a trasformare in atti di orgoglio i tuoi stessi atti di umiltร , tu, con la grazia, trasforma in atti di umiltร  anche i tuoi atti di orgoglio, riconoscendoli. Riconoscendo, umilmente, che sei un nulla superbo. Cosรฌ Dio viene glorificato anche dal nostro stesso orgoglio.

In questa battaglia Dio รจ solito venire in soccorso ai suoi con un rimedio quanto mai efficace e singolare. Scrive san Paolo: โ€œPerchรฉ non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni mi รจ stata messa una spina nella carne un inviato di Satana incaricato di schiaffeggiarmi: perchรฉ io non vada in superbiaโ€ (2 Cor 12, 7).

Perchรฉ lโ€™uomo โ€œnon monti in superbiaโ€, Dio lo fissa al suolo con una specie di ร ncora; gli mette dei โ€œpesi ai fianchiโ€ (cf Sal 66, 11). Noi non sappiamo cosa fosse esattamente questa โ€œspina nella carneโ€ e questo โ€œinviato di Satanaโ€ per Paolo, ma sappiamo bene cosโ€™รจ per noi! Ognuno che vuole seguire il Signore e servire la Chiesa ce lโ€™ha. Sono situazioni umilianti dalle quali si รจ richiamati costantemente, talvolta notte e giorno, alla dura realtร  di quello che siamo. Puรฒ essere un difetto, una malattia, una debolezza, unโ€™impotenza, che il Signore ci lascia, nonostante tutte le suppliche. Una tentazione persistente e umiliante, forse proprio una tentazione di superbia! Una persona con cui si รจ costretti a vivere e che, nonostante la rettitudine di entrambe le parti, ha il potere di mettere a nudo la nostra fragilitร , di demolire la nostra presunzione.

Talvolta si tratta di qualcosa di piรน pesante ancora: sono situazioni in cui il servitore di Dio รจ costretto ad assistere impotente al fallimento di tutti i suoi sforzi e a cose troppo piรน grandi di lui, che gli fanno toccare con mano la sua impotenza di fronte al potere del male e delle tenebre. รˆ qui soprattutto che egli impara cosa vuol dire โ€œumiliarsi sotto la potente mano di Dioโ€ (cf 1 Pt 5, 6).

Lโ€™umiltร  non รจ solo importante per il progresso personale nella via della santitร ; รจ essenziale anche per il buon funzionamento della vita di comunitร , per lโ€™edificazione della Chiesa. Io dico che lโ€™โ€™umiltร  รจ lโ€™isolante nella vita della Chiesa. Lโ€™isolante รจ importantissimo e vitale per il progresso nel campo dellโ€™elettricitร . Piรน, infatti, รจ alta la tensione e potente la corrente elettrica che passa attraverso un filo, piรน deve essere resistente lโ€™isolante che impedisce alla corrente di scaricarsi al suolo o di provocare corti circuiti. Al progresso nel campo dellโ€™elettricitร  deve corrispondere un analogo progresso nella tecnica dellโ€™isolante. Lโ€™umiltร  รจ, nella vita spirituale, il grande isolante che permette alla corrente divina della grazia di passare attraverso una persona senza dissiparsi, o, peggio, provocare fiammate di orgoglio e di rivalitร .

Terminiamo con le parole di un salmo che ci permette di trasformare in preghiera lโ€™esortazione che lโ€™Apostolo ci ha rivolto con il suo insegnamento sullโ€™umiltร :

Signore, non si inorgoglisce il mio cuore
e non si leva con superbia il mio sguardo;
non vado in cerca di cose grandi,
superiori alle mie forze.
Io sono tranquillo e sereno
come bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato รจ lโ€™anima mia.
(Sal 130).

1.S.Teresa dโ€™Avila, Castello Interiore, VI dim., cap. 10.
2.Il libro della Beata Angela da Foligno, ed. critica a cura di L. Thier e A. Calufetti, Quaracchi 1985, p. 734.
3.Apophtegmata Patrum, 7 (PG 65, 77).
4.M. Lutero, Commento al Magnificat, ed. Weimar 7, p. 555 s.
5.Imitazione di Cristo, II,2.
6.B. Pascal, Pensieri, n. 150 Br.

Altri Articoli
Related

Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2025

Beati coloro che vivono e sentono l'amore di Dio....

Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 22 dicembre 2025

Cristo Signore รจ la pietra angolare, la roccia su...

p. Luca Arzenton – Commento al Vangelo di oggi, 22 dicembre 2025

FAI SPAZIO A DIO NEL TUO CUORE! (Lc 1,46-55) https://youtu.be/ChKBm8ofSpE Maria...

La Parola in centoparole – Commento al Vangelo del 22 dicembre 2025

Nel Magnificat, Maria fa una cosa semplicissima: concentra il...