Alle ore 9 di questa mattina, nella Cappella Redemptoris Mater, alla presenza del Santo Padre, il Predicatore della Casa Pontificia, Rev.do P. Raniero Cantalamessa, O.F.M. Cap., ha tenuto la quarta Predica di Quaresima.
Tema delle meditazioni quaresimali รจ il seguente:
โIl Concilio Vaticano II, 50 anni dopo. Una rivisitazione dal punto di vista spiritualeโ.
La successiva predica di Quaresima avrร luogo venerdรฌ 18 marzo.
Testo della predica
Matrimonio e Famiglia nella Gaudium et Spes e nell’oggi
Dedico questa meditazione a una riflessione spirituale sulla Gaudium et spes, la costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo. Dei vari problemi della societร trattati in questo testo conciliare โcultura, economia, giustizia sociale, pace โ, il piรน attuale e problematico รจ quello relativo a matrimonio e famiglia. Ad esso la Chiesa ha dedicato gli ultimi due sinodi dei vescovi. La maggioranza di noi qui presenti non vive direttamente questo stato di vita, ma tutti dobbiamo conoscerne i problemi, per capire e aiutare la stragrande maggioranza del popolo di Dio che vive nel matrimonio, oggi specialmente che esso รจ al centro di attacchi e minacce da tutte le parti.
La Gaudium et spes tratta a lungo della famiglia allโinizio della Seconda Parte (nrr. 46-53). Non รจ il caso di citare le sue affermazioni, perchรฉ non รจ che la dottrina cattolica tradizionale che tutti conosciamo, a parte il rilievo nuovo dato al mutuo amore tra i coniugi, riconosciuto ormai apertamente come un bene, anchโesso primario, del matrimonio, accanto alla procreazione.
A proposito di matrimonio e famiglia, la Gaudium et spes, secondo il suo ben noto procedimento, mette in luce anzitutto le conquiste positive del mondo moderno (โle gioie e le speranzeโ), e in secondo luogo i problemi e i pericoli (โle tristezze e le angosceโ). Io mi propongo di seguire lo stesso metodo, tenendo conto perรฒ dei cambiamenti drammatici avvenuti, in questo campo, nel mezzo secolo trascorso da allora. Richiamerรฒ velocemente il progetto di Dio su matrimonio e famiglia, perchรฉ รจ sempre da esso che noi credenti dobbiamo partire, per poi vedere cosa la rivelazione biblica puรฒ apportare alla soluzione dei problemi attuali. Mi astengo volutamente dal toccare alcuni problemi particolari discussi nel sinodo dei vescovi, sui quali solo il papa ha ormai il diritto di dire ancora una parola.
1. Matrimonio e famiglia nel progetto divino e nel Vangelo di Cristo
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[ads2]Il libro della Genesi ha due racconti distinti della creazione della prima coppia umana, risalenti a due tradizioni diverse: quella jahwista (X sec a.C.) e quella piรน recente (VI sec. a.C.) detta โsacerdotaleโ. Nella tradizione sacerdotale (Gen 1, 26-28) lโuomo e la donna sono creati simultaneamente, non uno dallโaltro; si pone in rapporto lโessere maschio e femmina con lโessere a immagine di Dio: โDio creรฒ lโuomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creรฒ; maschio e femmina li creรฒโ. Il fine primario dellโunione tra lโuomo e la donna รจ visto nellโessere fecondi e riempire la terra.
Nella tradizione jahwista che รจ la piรน antica (Gen 2, 18-25), la donna รจ tratta dallโuomo; la creazione dei due sessi รจ vista come rimedio alla solitudine (โNon รจ bene che lโuomo sia solo; gli voglio fare un aiuto che gli sia simileโ); piรน che il fattore procreativo, si accentua il fattore unitivo (โlโuomo si unirร a sua moglie e i due saranno una sola carneโ); ognuno รจ libero di fronte alla propria sessualitร e a quella dellโaltro: โOra tutti e due erano nudi, lโuomo e sua moglie, ma non ne provavano vergognaโ.
La spiegazione piรน convincente del perchรฉ di questa โinvenzioneโ divina della distinzione dei sessi lโho trovata non in un esegeta, ma in un poeta, Paul Claudel:
โLโuomo รจ un essere orgoglioso non cโera altro modo di fargli comprendere il prossimo che quello di farglielo entrare nella carne; non cโera altro mezzo per fargli capire la dipendenza, la necessitร e il bisogno se non mediante la legge su di lui di questo essere differente [la donna], dovuta al semplice fatto che esso esisteโ .
Aprirsi allโaltro sesso รจ il primo passo per aprirsi allโaltro che รจ il prossimo, fino allโAltro con la lettera maiuscola che รจ Dio. Il matrimonio nasce nel segno dellโumiltร ; รจ riconoscimento di dipendenza e quindi della propria condizione di creatura. Innamorarsi di una donna o di un uomo รจ fare il piรน radicale atto di umiltร . ร un farsi mendicante e dire allโaltro: โIo non basto a me stesso, ho bisogno del tuo essereโ. Se, come pensava Schleiermacher, lโessenza della religione consiste nel โsentimento di dipendenzaโ (Abhaengigheitsgefรผhl) di fronte a Dio, allora, possiamo dire che la sessualitร umana รจ la prima scuola di religione.
Fin qui il progetto di Dio. Non si spiega perรฒ il seguito della Bibbia se, insieme con il racconto della creazione, non si tiene conto anche di quello della caduta, soprattutto di quello che viene detto alla donna: โMoltiplicherรฒ i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarร il tuo istinto, ma egli ti dominerร โ (Gen 3,16). Il predominio dellโuomo sulla donna fa parte del peccato dellโuomo, non del progetto di Dio; con quelle parole, Dio lo preannuncia, non lo approva.
La Bibbia รจ un libro divino โ umano non solo perchรฉ ha per autori Dio e lโuomo, ma anche perchรฉ descrive, frammiste insieme, la fedeltร di Dio e lโinfedeltร dellโuomo. Questo appare particolarmente evidente quando si confronta il progetto di Dio sul matrimonio e la famiglia con la sua attuazione pratica nella storia del popolo eletto. Per rimanere nel libro della Genesi, giร il figlio di Caino Lamech viola la legge della monogamia prendendo due mogli. Noรจ con la sua famiglia appare unโeccezione in mezzo alla generale corruzione del suo tempo. Gli stessi patriarchi Abramo e Giacobbe hanno figli da piรน donne. Mosรจ sancisce la pratica del divorzio; David e Salomone mantengono un vero harem di donne.
Piรน che nelle singole trasgressioni pratiche, il distacco dallโideale iniziale รจ visibile nella concezione di fondo che si ha del matrimonio in Israele. Lโoscuramento principale riguarda due punti cardini. Il primo รจ che il matrimonio, da fine, diventa mezzo. LโAntico Testamento, nel suo insieme, considera il matrimonio come una struttura dโautoritร di tipo patriarcale, destinata principalmente alla perpetuazione del clan. In questo senso vanno comprese le istituzioni del levirato (Dt 25, 5-10), del concubinaggio (Gen 16) e della poligamia provvisoria. Lโideale di una comunione di vita tra lโuomo e la donna, fondata su un rapporto personale e reciproco, non รจ dimenticata, ma passa in secondo ordine rispetto al bene della prole. Il secondo grave oscuramento riguarda la condizione della donna: da compagna dellโuomo, dotata di pari dignitร , essa appare sempre piรน subordinata allโuomo e in funzione dellโuomo.
Un ruolo importante, nel mantenere vivo il progetto iniziale di Dio sul matrimonio, lo svolsero i profeti, in particolare Osea, Isaia, Geremia e il Cantico dei cantici. Assumendo lโunione dellโuomo e della donna come simbolo dellโalleanza tra Dio e il suo popolo, di riflesso, essi rimettevano in primo piano i valori dellโamore mutuo, della fedeltร e dellโindissolubilitร che caratterizzano lโatteggiamento di Dio verso Israele.
Gesรบ, venuto a โricapitolareโ la storia umana, attua questa ricapitolazione anche a proposito del matrimonio.
โAllora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: ร lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo? Ed egli rispose: ยซNon avete letto che il Creatore da principio li creรฒ maschio e femmina (Gen 1, 27) e disse: Per questo lโuomo lascerร suo padre e sua madre e si unirร a sua moglie e i due saranno una carne sola? (Gen 2, 24). Cosรฌ che non sono piรน due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, lโuomo non lo separiโ (Mt 19,3-6).
Gli avversari si muovono nellโambito ristretto della casistica di scuola (se รจ lecito ripudiare la moglie per qualsiasi motivo, o se occorre un motivo specifico e serio), Gesรบ risponde riprendendo il problema alla radice, dallโinizio. Nella sua citazione, Gesรบ si riferisce a entrambi i racconti dellโistituzione del matrimonio, prende elementi dallโuno e dallโaltro, ma di essi mette in luce, come si vede, soprattutto lโaspetto di comunione delle persone.
Quello che segue nel testo, sul problema del divorzio, va anchโesso in questa direzione; riafferma infatti la fedeltร e indissolubilitร del vincolo matrimoniale al di sopra del bene stesso della prole, con il quale si erano giustificati in passato poligamia, levirato e divorzio:
โGli obiettarono: Perchรฉ allora Mosรจ ha ordinato di darle lโatto di ripudio e mandarla via? Rispose loro Gesรน: Per la durezza del vostro cuore Mosรจ vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu cosรฌ. Perciรฒ io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa unโaltra commette adulterioโ (Mt 19, 7-9).
Il testo parallelo di Marco mostra come, anche in caso di divorzio, uomo e donna si collocano, secondo Gesรบ, su un piano di assoluta paritร : โChi ripudia la propria moglie e ne sposa unโaltra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterioโ (Mc 10, 11-12).
Con le parole: โQuello dunque che Dio ha congiunto, lโuomo non lo separiโ, Gesรบ afferma che cโรจ un intervento diretto di Dio in ogni unione matrimoniale. Lโelevazione del matrimonio a โsacramentoโ, cioรจ a segno di un azione di Dio, non riposa dunque soltanto sul debole argomento della presenza di Gesรบ alle nozze di Cana e sul testo di Efesini che parla del matrimonio come di un riflesso dellโunione tra Cristo e la Chiesa (cf. Ef 5, 32); comincia, implicitamente, con il Gesรบ terreno e fa parte anchโessa del suo riportare le cose allโinizio. Giovanni Paolo II definisce il matrimonio โil sacramento piรน anticoโ .
2. Cosa lโinsegnamento biblico dice a noi oggi
Questa, per sommi capi, la dottrina della Bibbia, ma non possiamo fermarci ad essa. โLa Scrittura, diceva san Gregorio Magno, cresce con chi la leggeโ (cum legentibus crescit) ; rivela implicazioni nuove a mano a mano che le vengono poste domande nuove. E oggi di domande, o provocazioni, nuove su matrimonio e famiglia ce ne sono tante.
Ci troviamo di fronte a una contestazione apparentemente globale del progetto biblico su sessualitร , matrimonio e famiglia. Come comportarsi di fronte a questo inquietante fenomeno? Il concilio ha inaugurato un metodo nuovo che รจ di dialogo, non di scontro con il mondo; un metodo che non esclude neppure lโautocritica. Dobbiamo, credo, applicare questo metodo anche nella discussione dei problemi del matrimonio e della famiglia. Applicare questo metodo di dialogo significa cercare di vedere se al fondo anche delle contestazioni piรน radicali non cโรจ una istanza positiva da accogliere.
La critica al modello tradizionale di matrimonio e di famiglia che ha portato alle odierne, inaccettabili, proposte del decostruzionismo, รจ iniziata con lโilluminismo e il romanticismo. Con intenti diversi, questi due movimenti si sono espressi contro il matrimonio tradizionale, in quanto visto esclusivamente nei suoi โfiniโ oggettivi: la prole, la societร , la Chiesa, e troppo poco in se stesso, nel suo valore soggettivo e interpersonale. Tutto si richiedeva ai futuri sposi eccetto che si amassero e si scegliessero liberamente tra di loro. Anche oggi, in tante parti del mondo ci sono sposi che si conoscono e si vedono per la prima volta il giorno delle nozze. A tale modello, lโIlluminismo oppose il matrimonio come patto tra i coniugi e il Romanticismo il matrimonio come comunione dโamore tra gli sposi.
Ma questa critica va nel senso originario della Bibbia, non contro di essa! Il concilio Vaticano II ha recepito questa istanza quando, come dicevo, ha riconosciuto come bene ugualmente primario del matrimonio il mutuo amore e aiuto tra i coniugi. San Giovanni Paolo II, nella linea della Gaudium et spes, in una sua catechesi del Mercoledรฌ, diceva:
โIl corpo umano, con il suo sesso, e la sua mascolinitร e femminilitร ,โฆรจ non soltanto sorgente di feconditร e di procreazione, come in tutto lโordine naturale, ma racchiude fin dal principio lโattributo sponsale, cioรจ di esprimere lโamore: quellโamore appunto nel quale lโuomo-persona diventa dono e, mediante questo dono, attua il senso stesso del suo essere ed esistereโ .
Nella sua enciclica โDeus caritas estโ, il papa Benedetto XVI รจ andato oltre, scrivendo cose profonde e nuove a proposito dellโeros nel matrimonio e negli stessi rapporti tra Dio e lโuomo. โQuesto stretto nesso tra eros e matrimonio nella Bibbia quasi non trova paralleli โscriveva โ nella letteratura, al di fuori di essaโ . Uno dei torti piรน grandi che facciamo a Dio รจ di aver finito per fare di tutto ciรฒ che riguarda lโamore e la sessualitร un ambito saturo di malizia, dove Dio non deve entrare ed รจ di troppo. Come se satana, e non Dio, fosse il creatore dei sessi e lo specialista dellโamore.
Noi credenti โ e anche tanti non credenti โ siamo lontani dallโaccettare le conseguenze che alcuni traggono oggi da queste premesse: per esempio che basti qualsiasi tipo di eros a costituire un matrimonio, compreso quello tra persone dello stesso sesso, ma questo rifiuto acquista unโaltra forza e credibilitร se unito al riconoscimento della bontร di fondo dellโistanza, e anche a una sana autocritica.
Non possiamo infatti tacere il contributo che i cristiani avevano dato al formarsi di quella visione puramente oggettivista del matrimonio contro la quale la cultura moderna occidentale si รจ scagliata con veemenza. Lโautoritร di Agostino, rinforzata su questo punto da Tommaso dโAquino, aveva finito per gettare una luce negativa sullโunione carnale dei coniugi, considerata il tramite di trasmissione del peccato originale e non priva, essa stessa, di peccato โalmeno venialeโ. Secondo il dottore di Ippona, i coniugi dovevano venire allโatto coniugale โcon dispiacereโ (cum dolore) e solo perchรฉ non cโera altro modo di dare cittadini allo stato e membri alla Chiesa .
Unโaltra istanza moderna che possiamo fare nostra รจ quella della pari dignitร della donna nel matrimonio. Essa, abbiamo visto, รจ nel cuore stesso del progetto originario di Dio e del pensiero di Cristo, ma รจ stata spesso disattesa lungo i secoli. La parola di Dio a Eva: โVerso lโuomo sarร la tua brama ed egli ti dominerร โ, ha avuto un tragico avveramento nella storia.
Nei rappresentanti della cosiddetta โGender revolutionโ, rivoluzione dei generi, questa istanza ha portato a proposte folli, come quella di abolire la distinzione dei sessi e sostituirla con la piรน elastica e soggettiva distinzione dei โgeneriโ (maschile, femminile, variabile), o quella di liberare la donna dalla โschiavitรน della maternitร โ provvedendo in altri modi, inventati dallโuomo, alla nascita dei figli. In questi ultimi mesi รจ un rincorrersi di notizie di uomini che fra poco potranno diventare incinti e dare alla luce un figlio. โAdamo da alla luce Evaโ, si scrive sorridendo, mentre ci si sarebbe da piangere. Gli antichi avrebbero definito tutto ciรฒ con un termine: Hybris, arroganza dellโuomo nei confronti di Dio.
Proprio la scelta del dialogo e dellโautocritica ci da il diritto di denunciare questi progetti come โdisumaniโ, contrari, cioรจ, non solo alla volontร di Dio, ma anche al bene dellโumanitร . Tradotti in pratica su larga scala, essi porterebbero a guasti umani e sociali imprevedibili. Lโunica nostra speranza รจ che il buon senso della gente, unito al โdesiderioโ naturale dellโaltro sesso e allโistinto di maternitร e di paternitร che Dio ha inscritto nella natura umana, resistano a questi tentativi di sostituirsi a Dio, dettati piรน da tardivi sensi di colpa dellโuomo, che da genuino rispetto e amore per la donna.
3. Un ideale da riscoprire
Non meno importante del compito di difendere lโideale biblico del matrimonio e della famiglia รจ il compito di riscoprirlo e viverlo in pienezza da parte dei cristiani, in modo da riproporlo al mondo con i fatti, piรน che con le parole. I primi cristiani, con i loro costumi, cambiarono le leggi dello stato sulla famiglia; noi non possiamo pensare di poter fare il contrario, e cioรจ cambiare i costumi della gente con le leggi dello stato, anche se come cittadini abbiamo il dovere di contribuire a che lo stato faccia leggi giuste.
Dopo Cristo, noi leggiamo giustamente il racconto della creazione dellโuomo e della donna alla luce della rivelazione della Trinitร . In questa luce, la frase: โDio creรฒ lโuomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creรฒ; maschio e femmina li creรฒโ rivela finalmente il suo significato rimasto enigmatico e incerto prima di Cristo. Che rapporto ci puรฒ essere tra lโessere โa immagine di Dioโ e lโessere โmaschio e femminaโ? Il Dio biblico non ha connotati sessuali, non รจ nรฉ maschio nรฉ femmina.
La somiglianza consiste in questo. Dio รจ amore e lโamore esige comunione, scambio interpersonale; richiede che ci siano un โioโ e un โtuโ. Non cโรจ amore che non sia amore di qualcuno; dove non cโรจ che un solo soggetto, non ci puรฒ essere amore, ma solo egoismo o narcisismo. Lร dove Dio รจ concepito come Legge o come Potenza assoluta non cโรจ bisogno di una pluralitร di persone (il potere si puรฒ esercitare anche da soli!). Il Dio rivelato da Gesรบ Cristo, essendo amore, รจ unico e solo, ma non รจ solitario; รจ uno e trino. In lui coesistono unitร e distinzione: unitร di natura, di volere, di intenti, e distinzione di caratteristiche e di persone.
Due persone che si amano โ e quello dellโuomo e la donna nel matrimonio ne รจ il caso piรน forte โ riproducono qualcosa di ciรฒ che avviene nella Trinitร . Lรฌ due persone โil Padre e il Figlio โ amandosi, producono (โspiranoโ) lo Spirito che รจ lโamore che li fonde. Qualcuno ha definito lo Spirito Santo il โNoiโ divino, cioรจ non la โterza persona della Trinitร โ, ma la prima persona plurale . Proprio in questo, la coppia umana รจ immagine di Dio. Marito e moglie sono infatti una carne sola, un cuore solo, unโanima sola, pur nella diversitร di sesso e di personalitร . Nella coppia si riconciliano tra loro unitร e diversitร .
In questa luce si scopre il senso profondo del messaggio dei profeti circa il matrimonio umano: che cioรจ esso รจ simbolo e riflesso di un altro amore, quello di Dio per il suo popolo. Questo non significava sovraccaricare di un significato mistico una realtร puramente mondana. Non รจ fare solo del simbolismo; รจ piuttosto rivelare il vero volto e lo scopo ultimo della creazione dellโuomo maschio e femmina.
Qual รจ la causa della incompiutezza e dellโinappagamento che lascia lโunione sessuale, dentro e fuori del matrimonio? Perchรฉ questo slancio ricade sempre su se stesso e perchรฉ questa promessa di infinito e di eterno rimane sempre delusa? A questa frustrazione si cerca un rimedio che perรฒ non fa che accrescerla. Anzichรฉ cambiare la qualitร dellโatto, se ne aumenta la quantitร , passando da un partner allโaltro. Si arriva cosรฌ allo scempio del dono di Dio della sessualitร , in atto nella cultura e nella societร di oggi.
Vogliamo una buona volta, come cristiani, cercare una spiegazione a questa devastante disfunzione? La spiegazione รจ che lโunione sessuale non รจ vissuta nel modo e con lโintenzione intesa da Dio. Questo scopo era che, attraverso questa estasi e fusione dโamore, lโuomo e la donna si elevassero al desiderio e avessero una certa pregustazione dellโamore infinito; si ricordassero da dove venivano e dove erano diretti.
Il peccato, a cominciare da quello dellโAdamo ed Eva biblici, ha attraversato questo progetto; ha โprofanatoโ quel gesto, cioรจ lo ha spogliato della sua valenza religiosa. Ne ha fatto un gesto fine a se stesso, concluso in se stesso, e perciรฒ โinsoddisfacenteโ. Il simbolo รจ stato staccato dalla realtร simboleggiata, privato del suo dinamismo intrinseco e quindi mutilato. Mai come in questo caso si sperimenta la veritร del detto di Agostino: โTu ci hai fatti per te, o Dio, e il nostro cuore รจ insoddisfatto finchรฉ non riposa in teโ. Noi infatti non siamo stati creati per vivere in un eterno rapporto di coppia, ma per vivere in un eterno rapporto con Dio, con lโAssoluto. Lo scopre perfino il Faust di Goethe, al termine del suo lungo vagare; ripensando al suo amore per Margherita, al termine del poema egli esclama: โTutto ciรฒ che passa รจ solo una parabola. Solo qui [in cielo] lโirraggiungibile diventa realtร โ .
Nella testimonianza di alcune coppie che hanno fatto lโesperienza rinnovatrice dello Spirito Santo e vivono la vita cristiana carismaticamente si ritrova qualcosa del significato originale dellโatto coniugale. Non cโรจ da stupirsi che sia cosรฌ. Il matrimonio รจ il sacramento del dono reciproco che gli sposi fanno di se stessi lโuno allโaltro, e lo Spirito Santo รจ, nella Trinitร , il โdonoโ, o meglio il โdomarsiโ reciproco del Padre e del Figlio, non un atto passeggero, ma uno stato permanente. Dove arriva lo Spirito Santo, nasce, o rinasce, la capacitร di farsi dono. ร cosรฌ che opera la โgrazia di statoโ nel matrimonio.
4. Sposati e consacrati nella Chiesa
Anche se noi consacrati non viviamo la realtร del matrimonio, ho detto allโinizio, dobbiamo conoscerla per aiutare coloro che vivono in essa. Aggiungo ora un ulteriore motivo: abbiamo bisogno di conoscerla per essere, anche noi, aiutati da essi! Parlando di matrimonio e verginitร lโApostolo dice: โCiascuno ha il proprio dono (chรกrisma) da Dio, chi in un modo chi in un altroโ (1 Cor 7, 7); cioรจ: lo sposato ha il suo carisma e chi non si sposa โper il Signoreโ ha il suo carisma.
Il carisma โ dice lo stesso Apostolo โ รจ โuna manifestazione particolare dello Spirito, per lโutilitร comuneโ (1 Cor 12, 7). Applicato al rapporto tra sposati e consacrati nella Chiesa, questo significa che il celibato e la verginitร sono anche per gli sposati e che il matrimonio รจ anche per i consacrati, cioรจ a loro vantaggio. Tale รจ lโintrinseca natura del carisma, apparentemente contraddittoria: qualcosa di โparticolareโ (โuna manifestazione particolare dello Spiritoโ) che perรฒ serve a tutti (โper lโutilitร comuneโ).
Nella comunitร cristiana consacrati e sposati possono โedificarsiโ a vicenda. Gli sposati sono richiamati, dai consacrati, al primato di Dio e di ciรฒ che non passa; sono introdotti allโamore per la parola di Dio che essi possono meglio approfondire e โspezzareโ ai laici. Ma anche i consacrati imparano qualcosa dagli sposati. Imparano la generositร , la dimenticanza di sรฉ, il servizio alla vita e, spesso, una certa โumanitร โ che viene dal duro contatto con le realtร dellโesistenza.
Ne parlo per esperienza. Io appartengo a un ordine religioso dove, fino a qualche decennio fa, ci si alzava di notte per recitare lโufficio del โMattutinoโ, che durava circa unโora. Poi ci fu la grande svolta nella vita religiosa, a seguito del Concilio. Sembrรฒ che il ritmo della vita moderna โ lo studio per i giovani e il ministero apostolico per i sacerdoti โ non consentissero piรน quellโalzata notturna che interrompeva il sonno, e a poco a poco essa fu abbandonata, a parte qualche luogo di formazione.
Quando, piรน tardi, il Signore mi ha fatto conoscere da vicino, nel mio ministero, diverse giovani famiglie, ho scoperto una cosa che mi ha salutarmente scosso. Quei giovani papร e mamme dovevano alzarsi non una, ma due, tre o anche piรน volte per notte, per dare da mangiare, somministrare la medicina, cullare il bambino se piangeva, vegliarlo se aveva la febbre. E al mattino uno dei due, o tutti e due, alla stessa ora, di corsa al lavoro, dopo aver portato il bambino o la bambina dai nonni o allโasilo. Cโera un cartellino da timbrare e questo sia con il buono che con il cattivo tempo, sia con la buona che con la cattiva salute.
Allora mi sono detto: se non corriamo ai ripari, siamo in un grave pericolo! Il nostro genere di vita, se non รจ sorretto da autentica osservanza della Regola e da un certo rigore di orario e di abitudini, rischia di diventare una vita allโacqua di rose e di portarci alla durezza del cuore. Quello che dei buoni genitori sono capaci di fare per i loro figli carnali; il grado di dimenticanza di sรฉ a cui sono capaci di giungere per provvedere alla loro salute, ai loro studi e alla loro felicitร , deve essere la misura di ciรฒ che dovremmo fare noi per i figli o i fratelli spirituali. Ci รจ di esempio in ciรฒ proprio lโapostolo Paolo che diceva di volere โprodigarsi, anzi consumarsiโ, per i suoi figli di Corinto (cf 2 Cor 12, 15).
Che lo Spirito Santo, datore dei carismi, aiuti tutti noi, sposati e consacrati, a mettere in pratica lโesortazione dellโapostolo Pietro:
โCiascuno viva secondo il dono ricevuto, mettendolo a servizio degli altri, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio [โฆ], perchรฉ in tutto sia glorificato Dio per mezzo di Gesรน Cristo, al quale appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen!โ (1Pt 4, 10-11).
1.P. Claudel, Le soulier de satin, a.III. sc.8 (รฉd. La Plรฉiade, II, Parigi 1956, p. 804).
2.Giovanni Paolo II, Uomo e donna lo creรฒ. Catechesi sullโamore umano, Roma 1985, p. 365.
3.Gregorio Magno, Moralia in Job, 20, 1, 1.
4.Giovanni Paolo II, Discorso allโudienza del 16 gennaio 1980 (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, Libreria Editrice Vaticana 1980, p. 148).
5.Benedetto XVI, Enc. Deus caritas est, 11.
6.Cf. S. Agostino, Discorsi, 51, 25 (PL 38, 348).
7.Cf. Cf. H. Mรผhlen , Der Heilige Geist als Person. Ich โ Du โ Wir, Mรผnster in W., 1963.
8.W. Goethe, Faust, finale, parte seconda: โAlles Vergรคngliche / Ist nur ein Gleichnis; /Das Unzulรคngliche,/Hier wirdโs Ereignisโ.
