Alle ore 9 di questa mattina, nella Cappella Redemptoris Mater, il Predicatore della Casa Pontificia, Rev.do P. Raniero Cantalamessa, O.F.M. Cap., ha tenuto la prima Predica di Quaresima.
Tema delle meditazioni quaresimali รจ il seguente:
โRivestitevi del Signore Gesรน Cristoโ (Romani 13,14).
Le successive prediche di Quaresima avranno luogo venerdรฌ 2, 9, 16 e 23 marzo.
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Testo della predica
โNon conformatevi a questo mondo, ma trasformatevi rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontร di Dio, ciรฒ che รจ buono, a lui gradito e perfettoโ (Rom 12, 2).
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In una societร in cui ognuno si sente investito del compito di trasformare il mondo e la Chiesa, cade questa parola di Dio che invita a trasformare se stessi. โNon conformatevi a questo mondoโ: dopo queste parole ci saremmo aspettati di sentirci dire: โma trasformatelo!โ; invece ci si dice: โma trasformatevi!โ. Trasformate, sรฌ, il mondo, ma il mondo che รจ dentro di voi, prima di credere di poter trasformare il mondo che รจ fuori di voi.
Sarร questa parola di Dio, tratta dalla Lettera ai Romani, che ci introdurrร questโanno nello spirito della Quaresima. Come da qualche anno, dedichiamo la prima meditazione a una introduzione generale alla Quaresima, senza entrare nel tema specifico in programma, anche per lโassenza di parte dellโuditorio impegnato altrove negli Esercizi spirituali.
1. I cristiani e il mondo
Diamo anzitutto uno sguardo a come questo ideale del distacco dal mondo รจ stato compreso e vissuto dal Vangelo ai nostri giorni. Giova sempre tener conto delle esperienze del passato se si vogliono comprendere le esigenze del presente.
Nei vangeli sinottici la parola โmondoโ (kosmos) รจ quasi sempre intesa in senso moralmente neutro. Preso in senso spaziale, mondo indica la terra e lโuniverso (โandate in tutto il mondoโ), preso in senso temporale, indica il tempo o il โsecoloโ (aion) presente. ร con Paolo e piรน ancora con Giovanni che la parola โmondoโ, si carica di una valenza morale e viene a significare, il piรน delle volte, il mondo come esso รจ divenuto in seguito al peccato e sotto il dominio di satana, โil dio di questo mondoโ (2 Cor 4,4). Di qui lโesortazione di Paolo da cui siamo partiti e quella, quasi identica, di Giovanni nella sua Prima Lettera:
โ Non amate il mondo, nรฉ le cose del mondo! Se uno ama il mondo, lโamore del Padre non รจ in lui; perchรฉ tutto quello che รจ nel mondo โ la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita โ non viene dal Padre, ma viene dal mondoโ (1 Gv 2, 15-16).
Tutto questo non porta mai a perdere di vista che il mondo in se stesso, nonostante tutto, รจ, e resta, la realtร buona creata da Dio, che Dio ama e che รจ venuto a salvare, non a giudicare: โDio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perchรฉ chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eternaโ (Gv 3, 16).
Lโatteggiamento verso il mondo che Gesรบ propone ai suoi discepoli racchiuso in due preposizioni: essere nel mondo, ma non essere del mondo: โIo non sono piรน nel mondo โ dice rivolto al Padre โ ; essi invece sono nel mondo [โฆ]. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondoโ (Gv 17, 11. 16).
Nei primi tre secoli i discepoli si mostrano ben consapevoli di questa loro posizione unica. La Lettera a Diogneto , uno scritto anonimo della fine del II secolo, cosรฌ descrive il sentimento che i cristiani avevano di se stessi nel mondo:
โI cristiani non si differenziano dal resto degli uomini nรฉ per territorio, nรฉ per lingua, nรฉ per consuetudini di vita. Infatti non abitano cittร particolari, nรฉ usano di un qualche strano linguaggio, nรฉ conducono uno speciale genere di vita [โฆ].Abitano in cittร sia greche che barbare, come capita, e pur seguendo nel vestito, nel vitto e nel resto della vita le usanze del luogo, si propongono una forma di vita meravigliosa e, per ammissione di tutti, paradossale. Abitano ciascuno la loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutte le attivitร di buoni cittadini e accettano tutti gli oneri come ospiti di passaggio. Ogni terra straniera รจ patria per loro, mentre ogni patria รจ per essi terra straniera. Come tutti gli altri si sposano e hanno figli, ma non espongono i loro bambini. Hanno in comune la mensa, ma non il talamo. Vivono nella carne, ma non secondo la carneโ .
Sintetizziamo al massimo il seguito della storia. Quando il cristianesimo diventa religione tollerata e poi ben presto protetta e favorita, la tensione tra il cristiano e il mondo tende inevitabilmente ad attenuarsi, perchรฉ il mondo ormai รจ diventato, o almeno รจ ritenuto, โun mondo cristianoโ. Si assiste cosรฌ a un duplice fenomeno. Da una parte schiere di credenti desiderosi di rimanere il sale della terra e non perdere il sapore, fuggono, anche fisicamente, dal mondo e si ritirano nel deserto. Nasce il monachesimo allโinsegna del motto rivolto al monaco Arsenio: โFuge, tace, quiesceโ, โFuggi, taci, vivi ritiratoโ .
Contemporaneamente, i pastori della Chiesa e gli spiriti piรน illuminati cercano di adattare lโideale del distacco dal mondo a tutti i credenti, proponendo una fuga non materiale, ma spirituale dal mondo. San Basilio in oriente e santโAgostino in occidente conoscono il pensiero di Platone soprattutto nella versione ascetica che esso aveva preso con il discepolo Plotino. In questa atmosfera culturale era vivo lโideale della fuga dal mondo. Si trattava perรฒ di una fuga, per cosรฌ dire, in verticale, non in orizzontale, verso lโalto, non verso il deserto. Essa consiste nellโelevarsi al di sopra della molteplicitร delle cose materiali e delle passioni umane, per unirsi a ciรฒ che รจ divino, incorruttibile ed eterno.
I Padri della Chiesa โ i Cappadoci in prima linea โ propongono una ascetica cristiana che risponde a questa esigenza religiosa e ne adotta il linguaggio, senza perรฒ mai sacrificare ad essa i valori propri del Vangelo. Tanto per cominciare, la fuga dal mondo da essi inculcata รจ opera della grazia piรน che dello sforzo umano. Lโatto fondamentale non รจ alla fine del cammino, ma al suo inizio, nel battesimo. Non รจ perciรฒ riservata a pochi spiriti colti, ma aperta a tutti. SantโAmbrogio scriverร un trattatello โSulla fuga dal mondoโ, indirizzandolo a tutti i neofiti . La separazione dal mondo che egli propone รจ soprattutto affettiva: โLa fuga โ dice โ non consiste nellโabbandonare la terra, ma, rimanendo nella terra, a osservare la giustizia e la sobrietร , a rinunciare ai vizi e non allโuso degli alimentiโ .
Questo ideale di distacco e di fuga dal mondo accompagnerร , in forme diverse, tutta la storia della spiritualitร cristiana. Una preghiera della liturgia lo riassume nel motto: โterrena despicere et amare caelestiaโ, โdisprezzare le cose della terra e amare quelle del cieloโ.
2. La crisi dellโideale della โfuga mundiโ
Le cose sono cambiate in epoca a noi vicina. Noi abbiamo attraversato, a proposito dellโideale della separazione dal mondo, una fase โcriticaโ, cioรจ un periodo in cui tale ideale รจ stato โcriticatoโ e guardato con sospetto. Tale crisi ha radici remote. Comincia โ almeno a livello teorico- con lโumanesimo rinascimentale che riporta in auge lโinteresse e lโentusiasmo, a volte di stampo paganeggiante, per i valori mondani. Ma il fattore determinante della crisi รจ da vedere nel fenomeno della cosiddetta โsecolarizzazioneโ, cominciato con lโilluminismo e che ha raggiunto il suo apice nel secolo XX.
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Il cambiamento piรน evidente riguarda proprio il concetto di mondo o di secolo. In tutta la storia della spiritualitร cristiana, la parola saeculum, aveva avuto una connotazione tendenzialmente negativa, o almeno ambigua. Indicava il tempo presente sottoposto al peccato, in opposizione al secolo futuro o allโeternitร . Nel giro di pochi decenni, esso ha cambiato segno, fino ad assumere, negli anni โ60 e โ70, un significato decisamente positivo. Alcuni titoli di libri usciti in quegli anni, come Il significato secolare del Vangelo di Paul van Buren e La cittร secolare di Harvey Cox, mettono in luce, da soli, questo significato nuovo, ottimistico, di โsecoloโ e di โsecolareโ. Nacque una โteologia della secolarizzazioneโ.
Tutto questo ha contribuito perรฒ ad alimentare in alcuni un ottimismo esagerato nei confronti del mondo, che non tiene abbastanza conto dellโaltra sua faccia: quella per cui esso รจ โsotto il malignoโ e si oppone allo spirito di Cristo (cf. Gv 14,17). A un certo momento ci si รจ accorti che allโideale tradizionale della fuga โdalโ mondo, si era sostituito, nella mente di molti (anche tra il clero e i religiosi), lโideale di una fuga โversoโ il mondo, cioรจ una mondanizzazione.
In questo contesto sono state scritte alcune delle cose piรน assurde e piรน deliranti che mai siano passate sotto il nome di โteologiaโ. La prima di esse รจ lโidea che Dio stesso si secolarizza e si mondanizza, quando si annulla come Dio per farsi uomo. Siamo alla cosiddetta โTeologia della morte di Dioโ. Esiste anche una sana teologia della secolarizzazione in cui essa non รจ vista come qualcosa di opposto al Vangelo ma piuttosto come un prodotto di esso. Non รจ perรฒ questa la teologia di cui stiamo parlando.
Qualcuno ha fatto notare che le โteologie della secolarizzazioneโ menzionate altro non erano che un tentativo apologetico teso โa fornire una giustificazione ideologica dellโindifferenza religiosa dellโuomo modernoโ ; erano anche โlโideologia di cui le Chiese avevano bisogno per giustificare la loro crescente emarginazioneโ . Divenne presto chiaro che ci si era messi in un vicolo cieco; in pochi anni non si parlรฒ quasi piรน di teologia della secolarizzazione e alcuni degli stessi suoi promotori ne presero le distanze.
Come sempre, toccare il fondo di una crisi รจ lโoccasione per tornare a interrogare la parola di Dio โviva ed eternaโ. Riascoltiamo dunque lโesortazione di Paolo: โNon conformatevi a questo mondo, ma trasformatevi rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontร di Dio, ciรฒ che รจ buono, a lui gradito e perfettoโ .
Sappiamo giร qual รจ, per il Nuovo Testamento, il mondo al quale non dobbiamo conformarci: non il mondo creato e amato da Dio, non gli uomini del mondo ai quali, anzi, dobbiamo andare sempre incontro, specialmente i poveri, gli ultimi, i sofferenti. Il โmescolarsiโ con questo mondo della sofferenza e dellโemarginazione รจ, paradossalmente, il miglior modo di โsepararsiโ dal mondo, perchรฉ รจ andare lร , da dove il mondo rifugge con tutte le sue forze. ร separarsi dal principio stesso che regge il mondo, che รจ lโegoismo.
Soffermiamoci piuttosto sul significato di quello che segue: trasformarsi rinnovando lโintimo della nostra mente. Tutto in noi comincia dalla mente, dal pensiero. Cโuna massima di saggezza che dice:
Sorveglia i pensieri perchรฉ diventano parole.
Sorveglia le parole perchรฉ diventano azioni.
Sorveglia le azioni perchรฉ diventano abitudini.
Sorveglia le abitudini perchรฉ diventano il tuo carattere.
Sorveglia il tuo carattere perchรฉ diventa il tuo destino.
Prima che nelle opere, il cambiamento deve avvenire dunque nel modo di pensare, cioรจ nella fede. Allโorigine della mondanizzazione ci sono tante cause, ma la principale รจ la crisi di fede. In questo senso lโesortazione dellโApostolo non fa che rilanciare quella di Cristo allโinizio del suo Vangelo: โConvertitevi e credeteโ, convertitevi, cioรจ credete! Cambiate modo di pensare; smettete di pensare โsecondo gli uominiโ e cominciate a pensare โsecondo Dioโ (cf Mt 16,23). Aveva ragione san Tommaso dโAquino di dire che โla prima conversione si attua credendoโ: prima conversio fit per fidem.
ร la fede il terreno di scontro primario tra il cristiano e il mondo. Eโ per la fede che il cristiano non รจ piรน โdelโ mondo. Quando leggo le conclusioni che tirano gli scienziati non credenti dallโosservazione dellโuniverso, la visione del mondo che ci danno scrittori e cineasti, dove , nel migliore dei casi, Dio รจ ridotto a una vago e soggettivo senso del mistero e Gesรน Cristo non รจ neppure preso in considerazione, sento di appartenere, grazie alla fede, a un altro mondo. Sperimento la veritร di quelle parole di Gesรน: โBeati gli occhi che vedono quello che voi vedeteโ e resto attonito nel costatare come Gesรน ha preveduto questa situazione e ne dato in anticipo la spiegazione: โHai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoliโ (Lc 10,21-23).
Inteso in senso morale, il โmondoโ รจ per definizione ciรฒ che rifiuta di credere. Il peccato, di cui Gesรบ dice che il Paraclito โconvincerร il mondoโ, รจ di non aver creduto in lui (cf. Gv 16, 8-9). Giovanni scrive: โQuesta รจ la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fedeโ (1 Gv 5, 4). Nella Lettera agli Efesini si legge: โAnche voi eravate morti per le vostre colpe e i vostri peccati, nei quali un tempo viveste alla maniera di questo mondo, seguendo il principe delle potenze dellโaria, quello spirito che ora opera negli uomini ribelliโ (Ef 2,1-2). Lโesegeta Heinrich Schlier ha fatto unโanalisi penetrante di questo โspirito del mondoโ considerato da Paolo il diretto antagonista dello โSpirito di Dioโ (1 Cor 2, 12). Un ruolo decisivo svolge in esso lโopinione pubblica, oggi anche letteralmente spirito โche รจ nellโariaโ perchรฉ si diffonde via etere.
โSi determina โ scrive โ uno spirito di grande intensitร storica, a cui il singolo difficilmente puรฒ sottrarsi. Ci si attiene allo spirito generale, lo si reputa ovvio. Agire o pensare o dire qualcosa contro di esso รจ considerato cosa insensata o addirittura unโingiustizia o un delitto. Allora non si osa piรน porsi di fronte alle cose e alle situazione e soprattutto alla vita in modo diverso da come esso le presentaโฆLoro caratteristica รจ di interpretare il mondo e lโesistenza umana allo loro manieraโ .
ร quello che chiamiamo โadattamento allo spirito dei tempiโ. Esso opera come il vampiro della leggenda. Il vampiro si attacca alle persone che dormono e mentre succhia loro il sangue, contemporaneamente inietta in esse un liquido soporifero che fa trovare loro ancora piรน dolce il sonno, sicchรฉ quelle sprofondano sempre piรน nel sonno ed esso puรฒ succhiare tutto il sangue che vuole. Il mondo perรฒ รจ peggiore del vampiro, perchรฉ il vampiro non puรฒ addormentare la preda, ma si accosta a quelli che giร dormono. Il mondo invece prima addormenta le persone e poi succhia loro tutte le energie spirituali, iniettando anchโessa una specie di liquido soporifero che fa trovare il sonno ancora piรน dolce.
Il rimedio in questa situazione รจ che qualcuno ci gridi allโorecchio: โSvegliati!โ. ร quello che la parola di Dio fa in tante occasioni e che la liturgia della Chiesa ci fa riascoltare puntualmente allโinizio della Quaresima: โSvegliati tu che dormiโ (Ef 5,14); โร tempo di svegliarvi dal sonno!โ (Rom 13,11).
3. Passa la scena di questo mondo
Ma interroghiamoci sul motivo per cui il cristiano non deve conformarsi al mondo. Esso non รจ di natura ontologica, ma escatologica. Non si deve prendere le distanze dal mondo perchรฉ la materia รจ intrinsecamente cattiva e nemica dello spirito, come pensavano i platonici e alcuni Padri influenzati da essi, ma perchรฉ, come dice la Scrittura, โpassa la scena di questo mondoโ (1 Cor 7, 31); โil mondo passa con la sua concupiscenza, ma chi fa la volontร di Dio rimane in eternoโ (1 Gv 2, 17).
Basta fermarsi un istante e guardarsi intorno per rendersi conto della veritร di queste parole. Succede nella vita come sullo schermo televisivo: i programmi, i cosiddetti palinsesti, si susseguono rapidamente e ognuno cancella il precedente. Lo schermo resta lo stesso, ma i programmi e le immagini cambiano. Cosรฌ รจ di noi: il mondo rimane, ma noi ce ne andiamo uno dopo lโaltro. Di tutti i nomi, i volti, le notizie che riempiono i giornali e i telegiornali di oggi โ di tutti noi โ cosa resterร da qui a qualche anno o decennio? Nulla di nulla.
Pensiamo a cosa resta dei miti di 40 anni fa e a che cosa resterร fra 40 anni dei miti e delle celebritร di oggi. โAvverrร โ si legge in Isaia โ come quando un affamato sogna di mangiare, come quando un assetato sogna di bere, ma si sveglia stanco, con la gola riarsaโ (Is 29,8). Cosa sono ricchezze, salute, gloria, se non un sogno che svanisce allo spuntare del giorno? Ecco che un povero, diceva santโAgostino, una notte fa un bellissimo sogno. Sogna che gli รจ piovuta addosso unโingente ereditร . Nel sonno si vede ricoperto di splendide vesti, circondato di oro e argento, possessore di campi e vigne; nel suo orgoglio disprezza il proprio padre e fa finta di non riconoscerloโฆMa si sveglia al mattino e si ritrova come si era addormentato .
โNudo uscii dal grembo di mia madre, e nudo vi ritornerรฒโ, dice Giobbe (Gb 1, 21). Succederร la stessa cosa ai miliardari di oggi con il loro denaro e ai potenti che oggi fanno tremare il mondo con il loro potere. Lโuomo, visto fuori della fede, non รจ che โun disegno creato dallโonda sulla spiaggia del mare che lโonda successiva cancellaโ.
Oggi cโรจ un ambito nuovo in cui รจ particolarmente necessario non conformarsi a questo mondo: le immagini. Gli antichi avevano coniato il motto: โDigiunare dal mondoโ (nesteuein tou kosmou) ; oggi esso andrebbe inteso nel senso di digiunare dalle immagini del mondo. Una volta quello dei cibi e delle bevande era considerato il digiuno piรน efficace e necessario. Non รจ piรน cosรฌ. Oggi si digiuna per tanti altri motivi: soprattutto per mantenere la linea. Nessun cibo, dice la Scrittura, รจ per sรฉ impuro, mentre molte immagini lo sono. Esse sono diventate uno dei veicoli privilegiati con cui il mondo diffonde il suo antivangelo. Un inno della Quaresima esorta:
Utamur ergo parcius Usiamo parcamente
Verbis, cibis et potibus, di parole, cibi e bevande,
Somno, iocis et arctius del sonno e dei divertimenti.
Perstemus in custodia. Siamo piรน vigili nel custodire i sensi.
Alla lista delle cose da usare parcamente โ parole, cibi, bevande e sonno โ bisognerebbe aggiungere, le immagini. Tra le cose che vengono dal mondo e non dal Padre, accanto alla concupiscenza della carne e la superbia della vita, san Giovanni pone significativamente โla concupiscenza degli occhiโ (1 Gv 2,16). Ricordiamo come cadde il re DavidโฆQuello che successe a lui guardando sul terrazzo della casa accanto, succede oggi spesso aprendo certi siti in internet.
Se in qualche momento ci sentiamo turbati da immagini impure, sia per imprudenza propria, sia per lโinvadenza del mondo che caccia a forza le sue immagini negli occhi della gente, imitiamo quello che fecero nel deserto gli ebrei che erano morsi dai serpenti. Anzichรฉ perderci in sterili rimpianti, o cercare scuse nella nostra solitudine e nellโincomprensione degli altri, guardiamo un Crocifisso o andiamo davanti al Santissimo. โCome Mosรจ innalzรฒ il serpente nel deserto, cosรฌ bisogna che sia innalzato il Figlio dellโuomo, perchรฉ chiunque crede in lui abbia la vita eternaโ (Gv 3,14-15). Che il rimedio passi per dove รจ passato il veleno, cioรจ dagli occhi.
Con questi propositi suggeriti dalla parola di san Paolo ai Romani, e soprattutto con la grazia di Dio, iniziamo, Venerabili padri, fratelli e sorelle, la nostra preparazione alla Santa Pasqua. Fare la Pasqua, diceva santโAgostino, significa โpassare da questo mondo al Padreโ (Gv 13, 1), cioรจ passare a ciรฒ che non passa ! ร necessario passare dal mondo per non passare con il mondo .
Buona e santa Quaresima.
1.Lettera a Diogneto, V, 1-8 (Die Apostolischen Vaeter, ed. Kunk โBihlmeyer, Tubingen 1856, pp. 143-144)
2.Cf. Vita e Detti dei Padri del deserto, a cura di L. Mortari, I, Roma 1986, p. 97.
3.Cf. De fuga saeculi, 1 (CSEL, 32, 2, p. 251).
4.S. Ambrogio, Espos. del Vang. sec. Luca, IX, 36; De Isaac et anima, 3, 6.
5.Cf C. Geffrรฉ, art. Sรฉcularisation, in Dictionnaire de Spiritualitรฉ, 15, 1989, pp. 502 s.
6.S. Tommaso dโAquino, Summa theologiae, I-IIae, q.113,a,4.
7.H. Schlier, Demoni e spiriti maligni nel Nuovo Testamento, in Riflessioni sul Nuovo Testamento Paideia, Brescia 1976, pp. 194 s.
8.Cf. S. Agostino, Sermo 39,5 (PL 38, 242).
9.Il motto risale a un detto non canonico attribuito a Gesรน stesso: โSe non digiunerete dal mondo, non scoprirete il regno di Dioโ. Cf Clemente Al., Stromati, 111, 15 (GCS, 52, p. 242, 2); A. Resch, Agrapha, 48 (TU, 30, 1906, p. 68).
