p. Raniero Cantalamessa – Terza predica di Avvento 2019

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โ€œ SI COMPIRONO PER LEI I GIORNI DEL PARTO โ€œ – Maria nel Natale

p. Raniero Cantalamessa – Venerdรฌ 20 Dicembre 2019

I ยซ passi ยป che stiamo compiendo sulle orme di Maria corrispondono, abbastanza fedelmente, allo svolgersi anche storico della vita di lei, come esso risulta dai Vangeli. La meditazione su Maria ยซ piena di fede ยป ci ha riportato al mistero dellโ€™Annunciazione; quella sul Magnificat, al mistero della Visitazione, e ora quella di Maria ยซ Madre di Dio ยป al Natale. Fu nel Natale, infatti, nel momento in cui diede alla luce il suo figlio primogenito (Lc 2, 7), non prima, che Maria divenne veramente e pienamente Madre di Dio.

Nel parlare di Maria, la Scrittura mette costantemente in risalto due elementi, o momenti, fondamentali, che corrispondono, del resto, a quelli che anche la comune esperienza umana considera essenziali perchรฉ si abbia una vera e piena maternitร . Essi sono: concepire e partorire. Ecco โ€“ dice lโ€™angelo a Maria โ€“ concepirai nel seno e partorirai un figlio (Lc 1, 31). Questi due momenti sono presenti anche nel racconto di Matteo: Quel che รจ ยซ generato ยป in lei, รจ dallo Spirito Santo ed essa ยซ partorirร  ยป un figlio (cf Mt 1, 20 s). La profezia di Isaia, in cui tutto ciรฒ era stato preannunciato, si esprimeva allo stesso modo: Una vergine concepirร  e partorirร  un figlio (Is 7, 14). Ecco perchรฉ dicevo che solo a Natale, quando dร  alla luce Gesรน, Maria diventa, in senso pieno, Madre di Dio.

Dei due momenti, il titolo in uso nella Chiesa latina ยซ Genitrice di Dio ยป (Dei Genitrix) mette piรน in rilievo il primo momento, quello relativo alla concezione; il titolo Theotรณkos, in uso nella Chiesa greca, mette piรน in rilievo il secondo momento, il partorire (tรญkto significa infatti, in greco, partorisco). Il primo momento (fuori del caso unico di Maria) รจ comune sia al padre che alla madre, mentre il secondo, il partorire, รจ esclusivo della madre.

Madre di Dio รจ il titolo che esprime uno dei misteri e, per la ragione, uno dei paradossi piรน alti del cristianesimo. รˆ il piรน antico e importante titolo dogmatico della Madonna, essendo stato definito dalla Chiesa nel Concilio di Efeso nel 431, come veritร  di fede da credersi da tutti i cristiani. รˆ il fondamento di tutta la grandezza di Maria. รˆ il principio stesso della mariologia. Per esso, Maria non รจ, nel cristianesimo, solo oggetto di devozione, ma anche di teologia; entra cioรจ nel discorso stesso su Dio, perchรฉ Dio รจ direttamente implicato nella maternitร  divina di Maria.

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Uno sguardo storico al formarsi del dogma

Nel Nuovo Testamento non troviamo esplicitamente il titolo ยซ Madre di Dio ยป dato a Maria. Vi troviamo perรฒ delle affermazioni che, nella riflessione della Chiesa, sotto la guida dello Spirito Santo, mostreranno, in seguito, di contenere giร , in nuce, tale veritร . Di Maria si dice che ha concepito e generato un figlio, il quale รจ Figlio dellโ€™Altissimo, santo e Figlio di Dio (cf Lc 1, 31-32.35). Dai Vangeli risulta, dunque, che Maria รจ la madre di un figlio, di cui si sa che รจ il Figlio di Dio. Ella รจ chiamata correntemente nei Vangeli: la madre di Gesรน, la madre del Signore (cf Lc 1, 43), o semplicemente ยซ la madre ยป e ยซ sua madre ยป (cf Gv 2, 1-3).

Bisognerร  che la Chiesa, nello sviluppo della sua fede, chiarisca a se stessa chi รจ Gesรน, prima di sapere di chi รจ madre Maria. Maria non comincia certo a essere Madre di Dio nel concilio di Efeso del 431, come Gesรน non comincia a essere Dio nel concilio di Nicea del 325, che lo definรฌ tale. Lo era anche prima. Quello รจ piuttosto il momento in cui la Chiesa, nello svilupparsi ed esplicitarsi della sua fede, sotto la spinta dellโ€™eresia, prende piena coscienza di questa veritร  e prende posizione a suo riguardo. Avviene come nella scoperta di una nuova stella: essa non nasce nel momento in cui la sua luce giunge sulla terra ed รจ vista dallโ€™osservatore, ma esisteva giร  da prima, forse da migliaia di anni luce. La definizione conciliare รจ il momento in cui la lucerna viene messa sul candelabro che รจ il credo della Chiesa.

In questo processo che porta alla proclamazione solenne di Maria Madre di Dio, possiamo distinguere tre grandi fasi. Allโ€™inizio e per tutto il periodo dominato dalla lotta contro lโ€™eresia gnostica e docetista, la maternitร  di Maria viene vista quasi solo come maternitร  fisica. Questi eretici negavano che Gesรน avesse un vero corpo umano, o, se lโ€™aveva, che questo corpo umano fosse nato da una donna, o, se era nato da una donna, che fosse tratto veramente dalla carne e dal sangue di lei. Contro di essi bisognava dunque affermare con forza che Gesรน era figlio di Maria e ยซ frutto del suo grembo ยป (Lc 1, 42), e che Maria era vera e naturale Madre di Gesรน.

La maternitร  di Maria, in questa fase piรน antica, serve, piรน che altro, a dimostrare la vera umanitร  di Gesรน. Fu in questo periodo e in questo clima che si formรฒ lโ€™articolo del credo: ยซ Nato (o incarnato) per opera dello Spirito Santo da Maria Vergine ยป. Esso, allโ€™origine, voleva dire semplicemente che Gesรน รจ Dio e uomo: Dio, in quanto generato secondo lo Spirito, cioรจ da Dio, e uomo in quanto generato secondo la carne, cioรจ da Maria.
In questa fase antica, giร  con Origene, fa la sua comparsa il titolo di Theotรณkos. Dโ€™ora in poi, sarร  proprio lโ€™uso di questo titolo a condurre la Chiesa alla scoperta di una maternitร  divina piรน profonda. Avvenne durante lโ€™epoca delle grandi controversie cristologiche del V secolo, quando il problema centrale, intorno a Gesรน Cristo, non รจ piรน quello della sua vera umanitร , ma quello dellโ€™unitร  della sua persona. La maternitร  di Maria non viene piรน vista solo in riferimento alla natura umana di Cristo, ma, comโ€™รจ piรน giusto, in riferimento allโ€™unica persona del Verbo fatto uomo. E siccome questโ€™unica persona che Maria genera secondo la carne non รจ altro che la persona divina del Figlio, di conseguenza, ella appare vera ยซ Madre di Dio ยป.

Tra Maria e Cristo non cโ€™รจ piรน solo una relazione di ordine fisico, ma anche di ordine metafisico, e questo la colloca a una altezza vertiginosa, creando un rapporto singolare anche tra lei e il Padre. Con il Concilio di Efeso, questa cosa diventa per sempre una conquista della Chiesa. In un testo da esso approvato si dice:
ยซ Se qualcuno non confessa che Dio รจ veramente lโ€™Emmanuele e che perciรฒ la Santa Vergine, avendo generato secondo la carne il Verbo di Dio fatto carne, รจ la Theotรณkos, sia anatemaยป.

Fu un momento di grande giubilo per tutto il popolo di Efeso, che aspettรฒ i Padri fuori dellโ€™aula conciliare e li accompagnรฒ, con fiaccole e canti, alle loro dimore. Tale proclamazione determinรฒ una esplosione di venerazione verso la Madre di Dio che non venne meno mai piรน, nรฉ in Oriente nรฉ in Occidente, e che si tradusse in feste liturgiche, icone, inni e nella costruzione di innumerevoli chiese a lei dedicate. Fu in questo clima che fu costruita la Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma.

Ma anche questo traguardo non era definitivo. Cโ€™era un altro livello da scoprire nella maternitร  divina di Maria, dopo quello fisico e quello metafisico. Nelle controversie cristologiche, il titolo di Theotรณkos era valorizzato piรน in funzione della persona di Cristo che di quella di Maria, pur essendo un titolo mariano. Da tale titolo non si tiravano ancora le conseguenze logiche riguardanti la persona di Maria e, in particolare, la sua santitร  unica. Theotรณkos rischiava di divenire unโ€™arma di battaglia tra opposte correnti teologiche, anzichรฉ lโ€™espressione della fede e della pietร  della Chiesa verso Maria.

Fu questo il grande apporto degli autori latini e in particolare di santโ€™Agostino. La maternitร  di Maria รจ vista come una maternitร  nella fede, come maternitร  anche spirituale. Siamo allโ€™epopea della fede di Maria. A proposito della parola di Gesรน: Chi รจ mia Madreโ€ฆ, Agostino risponde attribuendo a Maria, in grado sommo, quella maternitร  spirituale che viene dal fare la volontร  del Padre:
ยซ Forse che non fece la volontร  del Padre la Vergine Maria, che per fede credette, per fede concepรฌ, che fu scelta perchรฉ da lei nascesse per gli uomini la salvezza, che fu creata da Cristo, prima che in essa venisse creato Cristo? Certo che fece la volontร  del Padre santa Maria e perciรฒ รจ cosa piรน grande per Maria essere stata discepola di Cristo, che essere stata Madre di Cristoยป .

La maternitร  fisica di Maria e quella metafisica vengono ora coronate dal riconoscimento di una maternitร  spirituale, o di fede, che fa di Maria la prima e la piรน santa figlia di Dio, la prima e piรน docile discepola di Cristo, la creatura della quale โ€“ scrive ancora santโ€™Agostino โ€“ ยซper lโ€™onore dovuto al Signore, non si deve neppure far menzione quando si parla del peccato ยป . La maternitร  fisica o reale di Maria, con lโ€™eccezionale e unico rapporto che crea tra lei e Gesรน e tra lei e la Trinitร  tutta intera resta, da un punto di vista oggettivo, la cosa piรน grande e il privilegio ineguagliabile, ma essa รจ tale proprio perchรฉ trova un riscontro soggettivo nellโ€™umile fede di Maria. Per Eva costituiva certo un privilegio unico essere la ยซ madre di tutti i viventi ยป; ma poichรฉ non ebbe fede, a nulla le giovรฒ e anzichรฉ beata, divenne sventurata.

Madre di Dio, titolo ecumenico

Maria รจ lโ€™unica, nellโ€™universo, a poter dire, rivolta a Gesรน, ciรฒ che dice a lui il Padre celeste: ยซ Tu sei mio figlio; io ti ho generato! ยป (cf Sal 2, 7; Eb 1, 5). Santโ€™Ignazio dโ€™Antiochia dice, con tutta semplicitร , quasi senza accorgersi in che dimensione sta proiettando una creatura, che Gesรน รจ ยซ da Dio e da Maria ยป . Quasi come noi diciamo di un uomo che รจ figlio del tale e della tale. Dante Alighieri ha racchiuso il duplice paradosso di Maria che รจ ยซ Vergine e Madre ยป e ยซ madre e figlia ยป, in un solo verso: ยซ Vergine Madre, figlia del tuo Figlio! ยป

Il titolo ยซ Madre di Dio ยป basta da solo a fondare la grandezza di Maria e a giustificare lโ€™onore a lei tributato. Si rimprovera talvolta ai cattolici di esagerare nellโ€™onore e nellโ€™importanza attribuiti a Maria e a volte bisogna riconoscere che il rimprovero era giustificato, almeno per il modo e lo spirito con cui ciรฒ avveniva. Ma non si pensa a ciรฒ che ha fatto Dio. Dio si รจ portato talmente avanti nellโ€™onorare Maria facendola Madre di Dio, che nessuno puรฒ dire di piรน, โ€œanche se avesse tante lingue quante sono le foglie dโ€™erba .
Il titolo di ยซ Madre di Dio ยป รจ anche oggi il punto dโ€™incontro e la base comune a tutti i cristiani, da cui ripartire per ritrovare lโ€™intesa intorno al posto di Maria nella fede. Esso รจ lโ€™unico titolo ecumenico, non solo di diritto, perchรฉ definito in un Concilio ecumenico, ma anche di fatto perchรฉ riconosciuto da tutte le Chiese. Lutero ha scritto: ยซLโ€™articolo che afferma che Maria รจ Madre di Dio รจ vigente nella Chiesa fin dagli inizi e il Concilio di Efeso non lโ€™ha definito come nuovo, perchรฉ รจ giร  una veritร  sostenuta nel Vangelo e nella Sacra Scritturaโ€ฆ Queste parole (Lc 1, 32; Gal 4, 4) con molta fermezza sostengono che Maria รจ veramente la Madre di Dioยป .

Un altro iniziatore della Riforma, Zuinglio, scrive: ยซ Maria รจ giustamente chiamata, a mio giudizio, Genitrice di Dio, Theotรณkosยป. Egli chiama altrove Maria ยซla divina Theotรณkos, eletta prima ancora di avere la fedeยป . Calvino, a sua volta, scrive: ยซ La Scrittura ci dichiara esplicitamente che colui che dovrร  nascere dalla Vergine .Maria sarร  chiamato Figlio di Dio (Lc 1, 32) e che la Vergine stessa รจ Madre del nostro Signore ยป .

Madre di Dio, Theotรณkos, รจ dunque il titolo al quale bisogna sempre ritornare, distinguendolo da tutta lโ€™infinita serie di altri nomi e titoli mariani. Se esso fosse preso sul serio da tutte le Chiese e valorizzato di fatto, oltre che riconosciuto di diritto in sede dogmatica, basterebbe a creare una fondamentale unitร  intorno a Maria ed ella, anzichรฉ occasione di divisione tra i cristiani, diventerebbe, dopo lo Spirito Santo, il piรน importante fattore di unitร  ecumenica, colei che, con il suo carisma materno, aiuta a ยซ riunire tutti i figli di Dio che sono dispersiยป (cf Gv 11, 52).

Madri di Cristo: lโ€™imitazione della Madre di Dio

Il nostro modo di procedere, in questo cammino verso Natale sulle orme di Maria, consiste nel contemplare i singoli ยซpassiยป da lei compiuti per poi imitarli nella nostra vita. Ma come imitare questo tratto della Madonna di essere Madre di Dio? Puรฒ Maria essere ยซ figura della Chiesa ยป, cioรจ suo modello, anche in questo punto?

Non solo ciรฒ รจ possibile, ma ci sono stati uomini, come Origene, santโ€™Agostino, san Bernardo, i quali sono arrivati a dire che, senza questa imitazione, il titolo di Maria sarebbe inutile per me: ยซ Che giova a me โ€“ dicevano โ€“ che Cristo sia nato una volta da Maria a Betlemme, se non nasce anche per fede nella mia anima? ยป .

Dobbiamo richiamare alla mente che la maternitร  divina di Maria si realizza su due piani: su un piano fisico e su un piano spirituale. Maria รจ Madre di Dio non solo perchรฉ lโ€™ha portato fisicamente nel grembo, ma anche perchรฉ lโ€™ha concepito prima nel cuore con la fede. Noi non possiamo, naturalmente, imitare Maria nel primo senso, generando di nuovo Cristo, ma possia-mo imitarla nel secondo senso, che รจ quello della fede. Gesรน stesso iniziรฒ questa applicazione alla Chiesa del titolo di ยซ Madre di Cristo ยป, quando dichiarรฒ: Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica (Lc 8, 21; cf Mc 3, 31 s; Mt 12, 49).

Nella tradizione, questa veritร  ha conosciuto due livelli di apยฌplicazione complementari tra di loro. In un caso, si vede realizzata questa maternitร , nella Chiesa presa nel suo insieme, in quanto ยซ sacramento universale di salvezza ยป; nellโ€™altro, tale maternitร  si vede realizzata in ogni singola persona o anima che crede. Il Concilio Vaticano II si colloca nella prima prospettiva quando scrive: ยซ La Chiesaโ€ฆ diventa essa pure madre, poichรฉ con la predicazione e il battesimo genera a una vita nuova e immortale i figlioli, concepiti ad opera dello Spirito Santo e nati da Dioยป .

Ma ancora piรน chiara รจ, nella tradizione, lโ€™applicazione personale ad ogni anima: ยซ Ogni anima che crede, concepisce e genera il Verbo di Dioโ€ฆ Se secondo la carne una sola รจ la Madre di Cristo, secondo la fede, tutte le anime generano Cristo quando accolgono la parola di Dioยป . Un altro Padre fa eco dallโ€™oriente: ยซ Il Cristo nasce sempre misticamente nellโ€™anima, prendendo carne da coloro che sono salvati e facendo dellโ€™anima che lo genera una madre vergineยป .

Come concepire e partorire di nuovo Cristo

Concentriamoci sullโ€™applicazione del titolo Madre di Dio che ci riguarda anche singolarmente. Proviamo a vedere come si diventa, in concreto, madre di Gesรน. Come ci dice Gesรน che si diventa sua madre? Attraverso due operazioni: ascoltando la Parola e mettendola in pratica. Ripensiamo, per capire, a come divenne madre Maria: concependo Gesรน e partorendolo.

Vi sono due maternitร  incomplete o due tipi di interruzione di maternitร . Una รจ quella, antica e nota, dellโ€™aborto. Essa avviene quando si concepisce una vita, ma non si partorisce, perchรฉ, nel frattempo, o per cause naturali o per il peccato degli uomini, il feto รจ morto. Fino a poco fa, questo era lโ€™unico caso che si conosceva di maternitร  incompleta. Oggi se ne conosce un altro che consiste, allโ€™opposto, nel partorire un figlio senza averlo concepito. Cosรฌ avviene nel caso di figli conยฌcepiti in provetta e immessi, in un secondo momento, nel seno di una donna, e nel caso desolante e squallido dellโ€™utero dato in prestito per ospitare, magari a pagamento, vite umane concepite altrove. In questo caso, quello che la donna partorisce, non viene da lei, non รจ concepito ยซ prima nel cuore che nel corpo ยป.

Purtroppo anche sul piano spirituale ci sono queste due tristi possibilitร . Concepisce Gesรน senza partorirlo chi accoglie la Parola, senza metterla in pratica, chi continua a fare un aborto spiยฌrituale dietro lโ€™altro, formulando propositi di conversione che vengono poi sistematicamente dimenticati e abbandonati a metร  strada; chi si comporta verso la Parola come lโ€™osservatore frettoloso che guarda il suo volto nello specchio e poi se ne va dimenticando subito comโ€™era (cf Gc 1, 23-24). Insomma, chi ha la fede, ma non ha le opere.

Partorisce, al contrario, Cristo senza averlo concepito chi fa tante opere, anche buone, ma che non vengono dal cuore, da amore per Dio e da retta intenzione, ma piuttosto dallโ€™abitudine, dallโ€™ipocrisia, dalla ricerca della propria gloria e del proprio interesse, o semplicemente dalla soddisfazione che dร  il fare. Insomma, chi ha le opere, ma non ha la fede.

Le cinque feste di Gesรน Bambino

Abbiamo considerato il caso negativo della maternitร  incompleta o per mancanza di fede o per mancanza di opere. Consideriamo ora il caso positivo di una vera e completa maternitร  che ci fa somigliare a Maria. San Francesco dโ€™Assisi ha una parola che riassume bene ciรฒ che mi preme mettere in luce:

ยซ Siamo madri di Cristo โ€“ dice โ€“ quando lo portiamo nel cuore e nel corpo nostro per mezzo del divino amore e della pura e sincera coscienza; lo generiamo attraverso le opere sante, che devono risplendere agli altri in esempioโ€ฆ Oh, come รจ santo e come รจ caro, piacevole, umile, pacifico, dolce, amabile e desiderabile sopra ogni cosa, avere un tale fratello e un tale figlio, il Signore Nostro Gesรน Cristo!ยป .
Noi โ€“ viene a dire il santo โ€“ concepiamo Cristo quando lo amiamo in sinceritร  di cuore e con rettitudine di coscienza, e lo diamo alla luce quando compiamo opere sante che lo manifestano al mondo. E unโ€™eco delle parole di Gesรน: Cosรฌ risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perchรฉ vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che รจ nei cieli (Mt 5, 16).

San Bonaventura, discepolo e figlio del Poverello, ha sviluppato questo pensiero in un opuscolo intitolato ยซ Le cinque feste di Gesรน Bambino ยป e spiega come fare per rivivere ognuna di esse nella propria vita. Le cinque feste sono: il concepimento, la nascita, la circoncisione, lโ€™Epifania e la Presentazione al tempio.

Di queste cinque feste, ci interessano soprattutto le prime due: il concepimento e la nascita. Per san Bonaventura, lโ€™anima concepisce Gesรน quando, scontenta della vita che conduce, stimolata da sante ispirazioni e accendendosi di santo ardore, infine staccandosi risolutamente dalle sue vecchie abitudini e difetti, รจ come fecondata spiritualmente dalla grazia dello Spirito Santo e concepisce il proposito di una vita nuova. รˆ avvenuta la concezione di Cristo! Una volta concepito, il benedetto Figlio di Dio nasce nel cuore, allorchรฉ, dopo aver fatto un sano discernimento, chiesto opportuno consiglio, invocato lโ€™aiuto di Dio, lโ€™anima mette immediatamente in opera il suo santo proposito, cominciando a realizzare quello che da tempo andava maturando, ma che aveva sempre rimandato per paura di non esserne capace.

Ma รจ necessario insistere su una cosa: questo proposito di vita nuova deve tradursi, senza indugio, in qualcosa di concreto, in un cambiamento, possibilmente anche esterno e visibile, nella nostra vita e nelle nostre abitudini. Se il proposito non e messo in atto, Gesรน รจ concepito, ma non รจ partorito. E uno dei tanti aborti spirituali. Non si celebrerร  mai ยซ la seconda festa ยป di Gesรน Bambino che รจ il Natale! รˆ uno dei tanti rinvii, di cui รจ forse stata punteggiata la nostra vita e che sono una delle ragioni principali per cui cosรฌ pochi si fanno santi.

Se decidi di cambiare stile di vita ed entrare a far parte di quella categoria di poveri ed umili, che, come Maria, cercano solo di trovare grazia presso Dio, senza curarsi di piacere agli uomini, allora devi armarti di coraggio, perchรฉ ce ne sarร  bisogno. Dovrai affrontare due tipi di tentazione. Ti si presenteranno dapprima โ€“ dice san Bonaventura โ€“ gli uomini carnali del tuo ambiente a dirti: ยซ รˆ troppo arduo ciรฒ che intraprendi; non ce la farai mai, ti mancheranno le forze, ne andrร  di mezzo la tua salute; queste cose non si addicono al tuo stato, comprometti il tuo buon nome e la dignitร  della tua caricaโ€ฆ ยป.
Superato questo ostacolo, si presenteranno altri che hanno fama di essere e, forse, sono anche di fatto, persone pie religiose, ma che non credono veramente nella potenza di Dio e del suo Spirito. Queste ti diranno che, se cominci a vivere in questo modo โ€“ dando tanto spazio alla preghiera, evitando le chiacchiere inutili, facendo opere di caritร  -, sarai ritenuto presto un santo, un uomo devoto, spirituale, e poichรฉ tu sai benissimo di non esserlo anยฌcora, finirai per ingannare la gente ed essere un ipocrita, attirando su di te lโ€™ira di Dio che scruta i cuori.

A tutte queste tentazioni, bisogna rispondere con fede: Non รจ divenuta troppo corta la mano del Signore da non poter salvare! (Is 59, 1) e, quasi adirandoci con noi stessi, esclamare, come Agostino alla vigilia della sua conversione: ยซ Se questi e queste ce la fanno, perchรฉ non anchโ€™io? Si isti et istae, cur non ego? ยป .
Abbiamo cercato, in queste tre meditazione di Avvento, di prepararci al Natale sotto la guida della Madre di Dio. Ora che siamo giunti alla fine non ci resta che unirci a lei nella contemplazione silenziosa ed estasiata del Dio fatto uomo per noi. La liturgia bizantina dei vespri della vigilia di Natale contiene una preghiera piena di santo orgoglio, che possiamo fare nostra davanti al presepio:
Che cosa possiamo offrirti in dono, o Cristo nostro Dio, per essere apparso sulla terra assumendo la nostra stessa umanitร ? Ognuna delle creature plasmate dalle tue mani ti offre qualcosa per renderti grazie: gli angeli ti offrono il loro canto, i cieli la stella, i magi i loro doni, i pastori il loro stupore, la terra una grotta, il deserto una mangiatoia. Ma noi ti offriamo una Madre vergine!
Santo Padre, Venerabili Padri, fratelli e sorelle, BUON NATALE A TUTTI.

1.S. Cirillo Alessandrino, Anatematismo I contro Nestorio, en Enchiridion Symbolorum, nr. 252.
2.S. Agostino, Discorsi 72 A (=Denis 25), 7 (Miscelรกnea Agustiniana, I, p. 162).
3.S. Agostino, De natura et gratia 36, 42 (CSEL 60, p. 263 s).
4.S. Ignazio dโ€™Antiochia, Lettera agli Efesini 7, 2.
5.Dante Alighieri, Paradiso XXXIII, 1
6.Lutero, Commento al Magnificat (ed. Weimar 7, p. 572 s).
7.Lutero, Dei Concili della Chiesa (ed. Weimar, 50, p. 591 s).
8.H. Zwingli, Expositio fidei, en Zwingli Hauptschriften, der Theologe III, Zurigo 1948, p. 319.
9.Calvino, Institutiones II, 14, 4 .
10.Cfr. Origene, Commento al Vangelo di Luca, 22, 3 (SCh 87, p. 302).
11.Lumen Gentium 64
12.S. Ambrogio, Expositio in Lucam, II, 26.
13.S. Massimo Confessore, Commento al Padre nostro (PG 90, 889).
14.S. Francesco dโ€™Assisi, Lettera a tutti i fedeli, 1 (Fonti Francescane nr. 178).
15.S. Bonaventura, De quinque festivitatibus Pueri Jesu (ed. Quaracchi 1949, pp. 207 ss).
16.S. Agostino, Confessioni, VIII, 8, 19

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