p. Raniero Cantalamessa – Seconda Predica di Avvento 2023

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Alle ore 9.00 di questa mattina, nellโ€™Aula Paolo VI, alla presenza del Santo Padre Francesco, il Predicatore della Casa Pontificia, Em.mo Card. Raniero Cantalamessa, O.F.M. Cap., ha tenuto la prima Predica di Avvento sul tema: โ€œPreparate le vie del Signoreโ€.ย Verso il Natale in compagnia del Precursore e della Madre di Cristo.

Il testo della predica dopo il video

Beata colei che ha creduto

Dopo il Precursore Giovanni Battista, oggi ci facciamo prendere per mano dalla Madre di Gesรน per โ€œentrareโ€ nel mistero del Natale. Nel Vangelo della scorsa Domenica, la Quarta di Avvento, abbiamo ascoltato il racconto dellโ€™Annunciazione. Esso ci ricorda come Maria concepรฌ e diede alla luce il Cristo e come possiamo concepirlo e darlo alla luce noi, e cioรจ mediante la fede! Riferendosi a questo momento, Elisabetta, di lรฌ a poco esclamerร : โ€œBeata colei che ha credutoโ€ (Lc 1, 45).

Si รจ ripetuto, purtroppo, circa la fede di Maria, quello che era avvenuto con la persona di Gesรน. Siccome gli eretici ariani cercavano ogni pretesto per mettere in dubbio la piena divinitร  di Cristo, per togliere loro ogni appiglio, i Padri diedero a volte una spiegazione โ€œpedagogicaโ€ di tutti quei testi del Vangelo che sembravano ammettere un progresso di Gesรน nella conoscenza della volontร  del Padre e nellโ€™obbedienza ad essa. Uno di questi testi era quello della Lettera agli Ebrei, secondo cui Gesรน โ€œimparรฒ lโ€™obbedienza dalle cose che patรฌโ€ (Eb 5,8), un altro la preghiera di Gesรน nel Getsemani. In Gesรน, tutto doveva essere dato e perfetto in partenza. Da buoni Greci, pensavano che il divenire non puรฒ incidere sullโ€™essere delle cose.

Qualcosa di simile, dicevo, si รจ ripetuto, tacitamente, per la fede di Maria. Si dava per scontato che lei avesse compiuto il suo atto di fede al momento dellโ€™Annunciazione e in esso fosse rimasta stabile per tutta la vita, come chi, con la sua voce, ha raggiunto di slancio la nota piรน acuta e la mantiene poi interrottamente per tutto il resto del canto. Si dava una spiegazione rassicurante di tutte le parole che sembravano dire il contrario.

Il dono che lo Spirito Santo ha fatto alla Chiesa, con il rinnovamento della Mariologia, รจ stato la scoperta di una dimensione nuova della fede di Maria. La Madre di Dio โ€“ ha affermato il Concilio Vaticano II โ€“ โ€avanzรฒ nella peregrinazione della fedeโ€ (LG, 58). Non ha creduto una volta per tutte, ma ha camminato nella fede e progredito in essa. Lโ€™affermazione รจ stata ripresa e resa piรน esplicita da san Giovanni Paolo II nellโ€™enciclica Redemptoris Mater:
Le parole di Elisabetta: โ€œE beata colei che ha credutoโ€ non si applicano solo a quel particolare momento dellโ€™annunciazione. Certamente questa rappresenta il momento culminante della fede di Maria in attesa di Cristo, ma รจ anche il punto di partenza, da cui inizia tutto il suo itinerario verso Dio, tutto il suo cammino di fede. (RM, 14).

In questo cammino Maria รจ giunta, scriveva il papa, fino alla โ€œnotte della fedeโ€ (RM, 18). Sono note e spesso ripetute le parole di santโ€™Agostino sulla fede di Maria:
โ€œLa Vergine Maria partorรฌ credendo, quel che aveva concepito credendo (โ€œquem credendo peperit, credendo concepitโ€)โ€ฆ. Dopo che lโ€™angelo ebbe parlato, ella, piena di fede, concependo Cristo prima nel cuore che nel grembo, rispose: โ€œEccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua parolaโ€.

Dobbiamo completare la lista con quello che accadde dopo lโ€™Annunciazione e il Natale: per fede Maria presentรฒ il Bambino al tempio, per fede lo seguรฌ, tenendosi in disparte, nella sua vita pubblica, per fede stette sotto la croce, per fede attese la sua risurrezione.
Riflettiamo su alcuni momenti del cammino di fede della Madre di Dio. Ci sono fatti apparentemente contrastanti che Maria confronta dentro di sรฉ, senza comprendere. รˆ โ€œil Figlio di Dioโ€ e giace in una mangiatoia! Lei conserva tutto nel suo cuore e lascia che fermenti nellโ€™attesa. Sentirร  la profezia di Simeone e presto si accorgerร  di quanto fosse vera! Tutti gli alti e bassi della vita del figlio, tutte le incomprensioni, le progressive diserzioni intorno a lui, hanno avuto una profonda ripercussione nel suo cuore di Madre. Incomincia a farne esperienza dolorosa nello smarrimento di Gesรน al tempio: โ€œDisse loro: โ€˜Perchรฉ mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?โ€™ Ma essi non compresero ciรฒ che aveva detto loroโ€ (Lc 2,49-50).

Infine cโ€™รจ la croce. รˆ lร , impotente davanti al martirio del figlio, ma acconsente allโ€™amore. รˆ una replica del dramma di Abramo, ma quanto immensamente piรน esigente! Con Abramo Dio si ferma allโ€™ultimo momento, con lei no. Accetta che il figlio sia immolato, lo consegna al Padre, col cuore affranto, ma in piedi, forte della sua fede incrollabile. รˆ qui che la voce di Maria tocca la nota piรน alta. Di Maria si deve dire con ben maggiore ragione ciรฒ che lโ€™Apostolo dice di Abramo: Maria credette, sperando contro ogni speranza, e cosรฌ divenne madre di molti popoli (Rm 4,18).

Cโ€™รจ stato un tempo in cui la grandezza di Maria era vista soprattutto nei privilegi che si faceva a gara nel moltiplicare, con il risultato di distanziarla, anzichรฉ โ€œassociarlaโ€, a Cristo, il quale si era fatto โ€œin tutto simile a noiโ€, nulla escluso, neppure la tentazione, ma solo il peccato. Il Concilio ci ha orientato a vedere la sua grandezza soprattutto nella sua fede, speranza e caritร . Dice la Lumen gentium:
Concependo Cristo, generandolo, nutrendolo, presentandolo al Padre nel tempio, soffrendo col Figlio suo morente in croce, ella cooperรฒ in modo tutto speciale allโ€™opera del Salvatore, con lโ€™obbedienza, la fede, la speranza e lโ€™ardente caritร , per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo ella รจ diventata per noi madre nellโ€™ordine della grazia (LG, 61).

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โ€œCrediamo anche noi!โ€

Il rinnovamento della Mariologia operato dal Vaticano II deve molto (forse lโ€™essenziale) a santโ€™Agostino. Fu la sua autoritร  che spinse alcuni teologi e poi lโ€™assemblea conciliare a inserire il discorso su Maria allโ€™interno della costituzione sulla Chiesa, la Lumen gentium, anzichรฉ fare su di lei un discorso a parte. Partendo dal principio che โ€œil tutto รจ superiore a una parteโ€, Agostino aveva scritto:
Santa รจ Maria, beata รจ Maria, ma piรน importante รจ la Chiesa che non la Vergine Maria. Perchรฉ? Perchรฉ Maria รจ una parte della Chiesa, un membro santo, eccellente, superiore a tutti gli altri, ma tuttavia un membro di tutto il corpo. Se รจ un membro di tutto il corpo, senza dubbio piรน importante dโ€™un membro รจ il corpo .

Adesso รจ lo stesso santโ€™Agostino a suggerirci, la risoluzione da prendere dopo aver ripercorso a brevi tratti il cammino di fede della Madre di Dio. Alla fine del suo discorso sulla fede di Maria, egli rivolge ai suoi ascoltatori una vibrante esortazione che vale anche per noi: โ€œMaria credette, e in lei quel che credette si avverรฒ. Crediamo anche noi, perchรฉ quel che si avverรฒ in lei possa giovare anche a noi!โ€ .

Il Quarto centenario della nascita di Blaise Pascal โ€“ che il Santo Padre ha voluto ricordare alla Chiesa con la sua Lettera Apostolica del 19 Giugno scorso โ€“ ci aiuta a dare un contenuto attuale allโ€™esortazione: โ€œCrediamo anche a noiโ€. Tra i โ€œPensieriโ€ piรน famosi di Pascal cโ€™รจ il seguente:
Le coeur a ses raisons que la raison ne connaรฎt point. Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce [โ€ฆ]Cโ€™est le coeur qui sent Dieu et non la raison. Il cuore, e non la ragione, sente Dio. Ecco cosโ€™รจ la fede: Dio sentito dal cuore e non dalla ragione.
Questa affermazione รจ ardita, ma ha il piรน autorevole fondamento possibile, quello della Sacra Scrittura! Lโ€™apostolo Paolo conosce e usa spesso la parola nous, che corrisponde al moderno concetto di mente, intelligenza o ragione; ma, parlando della fede, non dice โ€œmente crediturโ€, con la mente si crede; dice corde creditur (kardia gar pisteรนetai), con il cuore si crede (Rom 10, 19).

Dio โ€œรจ sentito dal cuore e non dalla ragioneโ€, come dice Pascal, per il semplice motivo che โ€œDio รจ amoreโ€ e lโ€™amore non si percepisce con lโ€™intelletto, ma con il cuore. รˆ vero che Dio รจ anche veritร  (โ€œDio รจ luceโ€, scrive Giovanni nella stessa sua Prima Lettera) e la veritร  si percepisce con lโ€™intelletto; ma mentre lโ€™amore suppone la conoscenza, la conoscenza non suppone necessariamente lโ€™amore. Non si puรฒ amare senza conoscere, ma si puรฒ conoscere senza amare! Lo sa bene una civiltร  come la nostra, orgogliosa di aver inventato lโ€™intelligenza artificiale, ma cosรฌ povera di amore e di compassione.

Non sono, purtroppo, โ€œle ragioni del cuoreโ€ di Pascal che hanno plasmato il pensare laico e teologico degli ultimi tre secoli, ma piuttosto il โ€œpenso, perciรฒ esistoโ€ (cogito ergo sum) del suo compatriota Cartesio, anche se contro lโ€™intenzione di questโ€™ultimo che era e rimase sempre un pio cristiano e un credente. (Ricordo di aver letto il suo nome nella lista dei pellegrini famosi al santuario della Madonna di Loreto).

La conseguenza รจ stata che il razionalismo ha dominato e dettato legge, prima di approdare allโ€™attuale nichilismo. Tutti i discorsi e i dibattiti che si fanno, anche oggi, vertono su โ€œFede e Ragioneโ€, mai, che io sappia, su โ€œFede e cuoreโ€, o โ€œFede e volontร โ€. Lo stesso Pascal, tuttavia, in un altro suo pensiero, dice che la fede รจ abbastanza chiara per chi vuole credere, e abbastanza oscura per chi non vuole credere . Essa, in altre parole, รจ una questione di volontร , piรน che di ragione e intelletto.

Vorrei, a questo punto, accennare a una seconda lezione lasciataci da Pascal e che il Santo Padre mette fortemente in luce nella sua Lettera Apostolica: la centralitร  di Cristo per la fede cristiana: โ€œConosciamo Dio โ€“ scrive il filosofo โ€“ solo per mezzo di Gesรน Cristo. Senza questo mediatore รจ esclusa ogni comunicazione con Dioโ€ . E nel cosiddetto Memoriale, eco di una memorabile notte di luce, egli esclama: โ€œDio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, non dei filosofi e dei dottiโ€ฆLo si trova soltanto per le vie insegnate dal Vangeloโ€.

Pascal รจ spesso citato a proposito del โ€œrischio calcolatoโ€, o della scommessa vantaggiosa. Nellโ€™incertezza, scrive, scommetti sullโ€™esistenza di Dio, perchรฉ โ€œse vinci hai vinto tutto, se perdi, non hai perso nullaโ€: โ€œSi vous gagnez, vous gagnez tout ; si vous perdez, vous ne perdez rienโ€ . Ma il vero rischio della fede โ€“ anche lui lo sa โ€“ รจ un altro: รจ quello di mettere tra parentesi Gesรบ Cristo. Un rischio di lunga data! Ripensiamo a quello che avvenne ad Atene, in occasione del memorabile discorso tenuto dallโ€™apostolo Paolo allโ€™Areopago (Atti 17,16-33).

Lโ€™Apostolo comincia parlando del Dio unico che ha creato lโ€™universo e di cui โ€œnoi stessi siamo progenieโ€. I presenti colgono lโ€™allusione al verso di un loro poeta e lo seguono con attenzione. Ma ecco che Paolo arriva al punto. Parla di un uomo che Dio ha designato come giudice universale, dandone prova con il risuscitarlo dai morti. Finito lโ€™incantesimo! โ€œQuando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni lo deridevano, altri dicevano:โ€™Su questo ti sentiremo unโ€™altra voltaโ€™ โ€ (At 17, 32).

Che cosa li ha tanto disturbati? Certo, lโ€™idea della risurrezione dai morti, cosรฌ contraria a quello che, nello stesso luogo, aveva insegnato Platone: il corpo รจ โ€œla tomba dellโ€™animaโ€, non vale, perciรฒ, la pena di portarselo dietro anche dopo la morte. Ma forse ancora di piรน li ha sconcertati il fatto di far dipendere il destino dellโ€™umanitร  da un singolo evento storico e da un uomo concreto. Un secolo dopo, il filosofo platonico Celso getterร  in faccia ai cristiani i motivi dello scandalo dei greci: โ€œFiglio di Dio un uomo vissuto pochi anni fa? Uno di ieri o avantieri ? Un uomo nato in un borgo della Giudea da una povera filatrice?โ€ .

Il vero rischio della fede รจ quello di scandalizzarsi dellโ€™umanitร  e umiltร  di Cristo. Fu lo scoglio maggiore che Agostino dovette superare per aderire alla fede: โ€œNon essendo umile, non riuscivo ad accettare come mio Dio lโ€™umile Gesรนโ€, scrive nelle Confessioni . Gesรบ aveva parlato della possibilitร  di โ€œscandalizzarsiโ€ di lui, a motivo della sua distanza dallโ€™idea che gli uomini si erano fatti del Messia, e aveva concluso dicendo: โ€œBeato รจ colui che non trova in me motivo di scandaloโ€ (Mt 11,2-6).

Lo scandalo รจ oggi meno ostentato di quello degli areopagiti, ma non meno presente tra gli intellettuali. Lโ€™effetto โ€“ piรน dannoso del rifiuto โ€“ รจ il silenzio su di lui. Ho seguito, in Internet, molti dibattiti ad alto livello sullโ€™esistenza o meno di Dio: quasi mai in essi veniva pronunciato il nome di Gesรบ Cristo. Come se egli non rientrasse nel discorso su Dio!

Deve essere questo il nostro impegno principale nello sforzo per lโ€™evangelizzazione. Il mondo e i suoi media โ€“dicevo in altra occasione in questo stesso luogo โ€“ fanno del tutto (e purtroppo ci riescono!) per tenere separato, o taciuto, il nome di Cristo in ogni loro discorso sulla Chiesa. Noi dobbiamo fare del tutto per tenerlo ostinatamente presente. Non per ripararci dietro di esso e tacere dei nostri fallimenti, ma perchรฉ รจ lui โ€œla luce delle gentiโ€, il โ€œnome che รจ al disopra di ogni altro nomeโ€, โ€œla pietra angolareโ€ del mondo e della storia.

Tornare al cuore!

Torniamo, per finire, alla parola di Pascal su Dio che โ€œsi sente con il cuoreโ€. Non piรน per farne oggetto di considerazioni storiche e teologiche, ma personali e pratiche. Pascal fu un fervente discepolo di santโ€™Agostino, fino, purtroppo, a condividerne anche qualche eccesso ed errore, come quello, rilanciato dagli Giansenisti, della duplice predestinazione divina, alla gloria o alla dannazione! Anche lโ€™appello di Pascal al cuore risente (positivamente, questa volta) dellโ€™influenza del dottore dโ€™Ippona. Commentando il versetto di Isaia: โ€œTornate, o prevaricatori, al cuore (redite, praevaricatores ad cor)โ€ (Is 46, 8, Volgata), in un discorso al popolo santโ€™Agostino diceva:

Rientrate nel vostro cuore!โ€ฆ Rientrate dal vostro vagabondaggio che vi ha portato fuori strada; ritornate al Signore. Egli รจ pronto. Prima rientra nel tuo cuore, tu che sei diventato estraneo a te stesso, a forza di vagabondare fuori: non conosci te stesso, e cerchi colui che ti ha creato! Torna, torna al cuore, distaccati dal corpoโ€ฆ Rientra nel cuore: lรฌ esamina quel che forse percepisci di Dio, perchรฉ lรฌ si trova lโ€™immagine di Dio; nellโ€™interioritร  dellโ€™uomo abita Cristo.

Lโ€™uomo invia le sue sonde fino alla periferia del sistema solare ed oltre, ma ignora quello che avviene poche migliaia di metri sotto la crosta terrestre, da cui la difficoltร  di prevenire i terremoti. รˆ una immagine di quello che avviene anche nellโ€™ambito dello spirito, nella nostra stessa vita. Viviamo tutti proiettati allโ€™esterno, a quello che avviene intorno a noi, disattenti a ciรฒ che avviene dentro di noi. Il silenzio fa paura.

Greccio 1223

Nel Natale di questโ€™anno ricorre lโ€™ottavo centenario della prima realizzazione del presepio a Greccio. รˆ il primo dei tre centenari francescani, Ad esso seguirร , nel 2024, quello delle Stimmate del santo e, nel 2026, quello della sua morte. Anche questa circostanza ci puรฒ aiutare a ritornare al cuore. Il suo primo biografo, Tommaso da Celano, riporta le parole con cui il Poverello spiegava la sua iniziativa: โ€œVorrei, diceva, rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si รจ trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva tra il bue e lโ€™asinelloโ€ .

Purtroppo, con il passare del tempo, il presepio si รจ allontanato da quello che esso rappresentava per Francesco. รˆ diventato spesso una forma dโ€™arte o di spettacolo di cui si ammira lโ€™allestimento esterno, piรน che il significato mistico. Anche cosรฌ, tuttavia, esso assolve la sua funzione di segno e sarebbe stolto rinunciarvi. Nel nostro Occidente si moltiplicano le iniziative per eliminare dalle solennitร  natalizie ogni riferimento evangelico e religioso, riducendolo a una pura e semplice festa umana e familiare, con tante fiabe e personaggi inventati al posto dei personaggi veri del Natale. Qualcuno vorrebbe cambiare perfino il nome della festa.

Uno dei pretesti รจ di favorire, in questo modo, la convivenza pacifica con credenti di altre religioni, in pratica con gli islamici. In realtร  questo รจ il pretesto di un certo mondo laicista che non vuole questi simboli, non dei musulmani. Nel Corano cโ€™รจ una Sura dedicata alla nascita di Gesรบ che vale la pena conoscere. Dice:

Gli angeli dissero: โ€œO Maria, Iddio ti dร  la lieta novella di un Verbo da Lui. Il suo nome sarร  Gesรน [โ€˜Isร ] figlio di Maria. Sarร  illustre in questo mondo e nellโ€™altroโ€ฆ Parlerร  agli uomini dalla culla e da uomo maturo, e sarร  dei Santiโ€. Disse Maria: โ€œSignore mio, come potrรฒ avere un figlio, quando nessun uomo mi ha toccata?โ€. Rispose: โ€œProprio cosรฌ: Iddio crea ciรฒ che Egli vuole, e quando ha deciso una cosa, le dice soltanto โ€˜siiโ€™, ed essa รจ.

Una volta, al tempo in cui, il sabato sera, spiegavo il Vangelo domenicale nella rubrica RAI โ€œA Sua Immagineโ€ , feci leggere questa Sura da un islamico che si disse felice di contribuire in tal modo a dissipare un equivoco che li danneggia, con il pretesto di favorirli. La venerazione con cui il Corano ricorda la nascita di Gesรบ e il posto che occupa in essa la vergine Maria ha avuto qualche anno fa un riconoscimento inatteso e clamoroso. Lโ€™emiro di Abu Dhabi ha deciso di dedicare a Mariam, Umm Eisa , โ€Maria Madre di Gesรบโ€, una bellissima moschea dellโ€™emirato che prima portava il nome del suo fondatore, lo sceicco Mohammad Bin Zayed.

Il presepio รจ dunque una tradizione utile e bella, ma non possiamo accontentarci dei presepi esterni tradizionali. Dobbiamo allestire a Gesรน un presepio diverso, un presepio del cuore. Corde creditur: con il cuore si crede. Christum habitare per fidem in cordibus vestris: che Cristo venga ad abitare mediante la fede nei vostri cuori (Ef 3,17), ci esorta lโ€™Apostolo. Maria e il suo Sposo continuano, misticamente, a bussare alle porte, come fecero quella notte a Betlemme. Nellโ€™Apocalisse รจ il Risorto in persona che dice: โ€œIo sto alla porta e bussoโ€ (Ap 3,20). Apriamogli la porta del nostro cuore. Facciamo, di esso, una culla per Gesรน Bambino. Che senta, nel gelo del mondo, il calore del nostro amore e della nostra infinita gratitudine di redenti!

Questa non รจ una bella e poetica finzione mentale; รจ lโ€™impresa piรน ardua della vita. Nel nostro cuore cโ€™รจ posto infatti per molti ospiti, ma per un solo padrone. Far nascere Gesรบ significa far morire il proprio โ€œioโ€, o almeno rinnovare la decisione di non vivere piรน per noi stessi, ma per Colui che รจ nato, morto e risorto per noiโ€ (cf. Rom 14, 7-9). โ€œDove nasce Dio, muore lโ€™uomoโ€, ha affermato lโ€™esistenzialismo ateo. รˆ vero! Muore, perรฒ, lโ€™uomo vecchio, corrotto e destinato, in ogni caso, a finire con la morte, e nasce lโ€™uomo nuovo โ€œcreato nella giustizia e nella vera santitร โ€ (Ef 4,24), destinato alla vita eterna. รˆ una impresa che non finirร  con il Natale, ma puรฒ cominciare con esso.

Che la Madre di Dio che โ€œconcepรฌ Cristo nel suo cuore prima che nel suo corpoโ€ โ€“ ci aiuti a realizzare questo proposito.
Buon compleanno a Gesรบ! E a tutti voi โ€“ Santo e amato Padre papa Francesco, venerati Padri, fratelli e sorelle, Buon Natale!

1.Agostino, Discorsi, 215, 4.
2.Agostino, Discorso 72,7 (Miscellanea Agostiniana, I, Roma 1930, p.163).
3.Agostino, Discorsi, 215,4.
4.Pensieri, 277-278, ed. Brunschvicg.
5.Cf. Pensieri, 430, ed. Br.
6.Pensieri, n. 221, Br.
7.Pensieri, 233, Br.
8.In Origene, Contro Celso, I, 26.28; VI, 10.
9.Agostino, Confessioni, VII, 18,24.
10.Agostino, Trattati sul Vangelo di Giovanni, 18,10.
11.Tommaso da Celano, Vita Prima, 84-86.
12.Corano, Sura III, 46-47.

Fonte