p. Raniero Cantalamessa – Seconda predica di Avvento 2019

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L’anima mia magnifica il Signore – Maria nella visitazione

In questa meditazione saliamo con Maria โ€œverso la montagnaโ€ ed entriamo nella casa di Elisabetta. La Madre di Dio ci parlerร  in prima persona con il suo cantico di lode che รจ il Magnificat. Oggi tutta la Chiesa si stringe intorno al successore di Pietro che celebra il suo 50ยฐ di sacerdozio e il cantico della Vergine รจ la preghiera che piรน spontaneamente sale dal cuore in circostanze come questa. Una meditazione su di esso รจ un nostro piccolo modo di partecipare anche in questo momento a tale ricorrenza.

Per comprendere il posto e lo scopo che il cantico della Vergine ha nel vangelo di Luca, รจ necessario premettere qualche cenno sui cantici evangelici in genere. Gli inni disseminati nei vangeli dellโ€™infanzia โ€“ Benedictus, Magnificat, Nunc dimittis โ€“ hanno la funzione di spiegare poeticamente il senso spirituale degli eventi narrati -Annunciazione, Visitazione, Natale -, conferendo a essi la forma di una confessione di fede e di lode.

Come tali, essi sono parte integrante della narrazione storica. Non sono degli intermezzi o dei brani staccati, perchรฉ ogni evento storico รจ costituito da due elementi: dal fatto e dal significato del fatto. I cantici inseriscono giร  la liturgia nella storia. โ€œLa liturgia cristiana โ€“ รจ stato scritto โ€“ ha i suoi inizi negli inni della storia dellโ€™infanziaโ€ . Noi abbiamo, in altre parole, in questi cantici, un embrione della liturgia natalizia. Essi realizzano lโ€™elemento essenziale della liturgia che รจ di essere celebrazione festosa e credente dellโ€™evento di salvezza.

Molti problemi rimangono insoluti circa questi cantici, secondo gli studiosi: gli autori reali, le fonti, la struttura internaโ€ฆ Noi possiamo prescindere, fortunatamente, da tutti questi problemi critici e lasciare che essi continuino a essere studiati con frutto da quelli che si occupano di questo genere di problemi. Non dobbiamo attendere che siano risolti tutti questi punti oscuri, per poterci giร  edificare con questi cantici. Non perchรฉ tali problemi non siano importanti, ma perchรฉ esiste una certezza che relativizza tutte quelle incertezze: Luca ha accolto questi cantici nel suo vangelo e la Chiesa ha accolto il Vangelo di Luca nel suo canone.

Questi cantici sono โ€œparola di Dioโ€, ispirata dallo Spirito Santo. Il Magnificat รจ di Maria perchรฉ a essa lo ha โ€œattribuitoโ€ lo Spirito Santo e questo fa sรฌ che esso sia piรน โ€œsuoโ€ che se lo avesse scritto materialmente di suo pugno! Infatti a noi non interessa tanto sapere se il Magnificat lโ€™ha composto Maria, quanto sapere se lโ€™ha composto per ispirazione dello Spirito Santo. Se anche fossimo certissimi che esso fu composto direttamente da Maria, esso non ci interesserebbe per questo, ma perchรฉ in esso parla lo Spirito Santo.
Il cantico di Maria contiene uno sguardo nuovo su Dio e sul mondo; nella prima parte, che abbraccia i versetti 46-50, lo sguardo di Maria si porta su Dio; nella seconda parte, che abbraccia i restanti versetti, il suo sguardo si porta sul mondo e la storia.

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Un nuovo sguardo su Dio

Il primo movimento del Magnificat รจ verso Dio; Dio ha il primato assoluto su tutto. Maria non si attarda a rispondere al saluto di Elisabetta; non entra in dialogo con gli uomini, ma con Dio. Ella raccoglie la sua anima e la inabissa nellโ€™infinito che รจ Dio. Nel Magnificat รจ stata โ€œfissataโ€ per sempre unโ€™esperienza di Dio senza precedenti e senza paragoni nella storia. รˆ lโ€™esempio piรน sublime del linguaggio cosiddetto numinoso. รˆ stato osservato che lโ€™affacciarsi della realtร  divina allโ€™orizzonte di una creatura produce, di solito, due sentimenti contrapposti: uno di timore e uno di amore. Dio si presenta come โ€œil mistero tremendo e affascinanteโ€, tremendo per la sua maestร , affascinante per la sua bontร . Quando la luce di Dio, per la prima volta, brillรฒ nellโ€™anima di Agostino, egli confessa che โ€œtremรฒ di amore e di terroreโ€ e che anche in seguito il contatto con Dio lo faceva โ€œrabbrividire e ardereโ€ insieme .

Troviamo qualcosa di simile nel cantico di Maria, espresso in modo biblico, attraverso i titoli. Dio รจ visto come โ€œAdonaiโ€ (che dice molto di piรน del nostro โ€œSignoreโ€ con cui viene tradotto), come โ€œDioโ€, come โ€œPotenteโ€ e soprattutto come Qadosh, โ€œSantoโ€: Santo รจ il suo nome! Nello stesso tempo, perรฒ, questo Dio santo e potente, รจ visto, con infinita fiducia, come โ€œmio Salvatoreโ€, come realtร  benevola, amabile, come โ€œproprioโ€ Dio, come un Dio per la creatura. Ma รจ soprattutto lโ€™insistenza di Maria sulla misericordia che mette in luce questo aspetto benevolo e โ€œaffascinanteโ€ della realtร  divina. โ€œLa sua misericordia si stende di generazione in generazioneโ€: queste parole suggeriscono lโ€™idea di un fiume maestoso che sgorga dal cuore di Dio e attraversa tutta la storia umana. Ora questo fiume รจ giunto a una โ€œchiusaโ€ e riparte a un livello superiore. โ€œSi รจ ricordato della sua misericordiaโ€: la promessa ad Abramo e ai Padri si รจ compiuta.

La conoscenza di Dio provoca, per reazione e contrasto, una nuova percezione o conoscenza di sรฉ e del proprio essere, che รจ quella vera. Lโ€™io non si coglie che di fronte a Dio, โ€œcoram Deo. In presenza di Dio, la creatura, dunque, conosce finalmente se stessa nella veritร . E cosรฌ vediamo che avviene anche nel Magnificat. Maria si sente โ€œguardataโ€ da Dio, entra ella stessa in quello sguardo, si vede come la vede Dio. E come vede se stessa in questa luce divina? Come โ€œpiccolaโ€ (โ€œumiltร โ€ qui significa reale piccolezza e bassezza, non la virtรน dellโ€™umiltร !) e come โ€œservaโ€. Si percepisce come un piccolo nulla che Dio si รจ degnato di guardare. Maria non attribuisce lโ€™elezione divina alla sua virtรน dellโ€™umiltร , ma al favore divino, alla grazia. Pensare diversamente (come hanno fatto certi autori famosi) significa distruggere di colpo lโ€™umiltร  di Maria. Lโ€™umiltร  ha uno statuto tutto speciale: ce lโ€™ha chi non crede di averla; non ce lโ€™ha chi crede di averla.

Da questo riconoscimento di Dio, di sรฉ e della veritร , si sprigiona la gioia e lโ€™esultanza: โ€œIl mio spirito esultaโ€ฆโ€. Gioia prorompente della veritร , gioia per lโ€™agire divino, gioia della lode pura e gratuita. Maria magnifica Dio per se stesso, anche se lo magnifica per ciรฒ che ha fatto in lei, cioรจ a partire dalla propria esperienza, come fanno tutti i grandi oranti della Bibbia. Il giubilo di Maria รจ il giubilo escatologico per lโ€™agire definitivo di Dio ed รจ il giubilo creaturale di sentirsi creatura amata dal Creatore, al servizio del Santo, dellโ€™amore, della bellezza, dellโ€™eternitร . รˆ la pienezza della gioia. San Bonaventura, che aveva esperienza diretta degli effetti trasformanti della visita di Dio allโ€™anima, parla della venuta dello Spirito Santo in Maria, al momento dellโ€™Annunciazione, come di un fuoco che la infiamma tutta:
Sopravvenne in lei โ€“ scrive โ€“ lo Spirito Santo come fuoco divino che infiammรฒ la sua mente e santificรฒ la sua carne conferendole una perfettissima puritร  […]. Oh, se tu fossi capace di sentire, in qualche misura, quale e quanto grande fu lโ€™incendio disceso dal cielo, quale refrigerio recato […]. Se potessi udire il canto giubilante della Vergine!

Anche lโ€™esegesi scientifica piรน esigente e rigorosa si rende conto che qui ci troviamo davanti a parole che non si possono capire con i normali mezzi di analisi filologica e confessa: โ€œChi legge queste righe รจ chiamato a condividere il giubilo; solo la comunitร  concelebrante dei credenti in Cristo e dei suoi fedeli รจ allโ€™altezza di questi testiโ€ . รˆ un parlare โ€œnello Spiritoโ€ che non si puรฒ capire se non nello Spirito.

Un nuovo sguardo sul mondo

Il Magnificat si compone di due parti. Quello che cambia, nel passaggio dalla prima alla seconda parte, non รจ nรฉ il mezzo espressivo nรฉ il tono; da questo punto di vista, il cantico รจ un flusso continuo che non presenta cesure; continua la serie dei verbi al passato che narrano ciรฒ che Dio ha fatto, o meglio ha โ€œcominciato a fareโ€. Quello che cambia รจ solo lโ€™ambito dellโ€™agire di Dio: dalle cose che ha fatto โ€œin leiโ€, si passa a osservare le cose che ha fatto nel mondo e nella storia. Si considerano gli effetti del definitivo manifestarsi di Dio, i suoi riflessi sullโ€™umanitร  e sulla storia. Qui osserviamo una seconda caratteristica della sapienza evangelica che consiste nellโ€™unire allโ€™ebbrezza del contatto con Dio la sobrietร  nel guardare il mondo, nel conciliare tra loro il piรน grande trasporto e abbandono nei confronti di Dio al piรน grande realismo critico nei confronti della storia e degli uomini.

Con una serie di potenti verbi allโ€™aoristo, Maria descrive, a partire dal versetto 51, un rovesciamento e un radicale mutamento delle parti tra gli uomini: โ€œHa rovesciato โ€“ ha innalzato; ha ricolmato โ€“ ha rimandato a mani vuoteโ€. Una svolta improvvisa e irreversibile, perchรฉ opera di Dio che non cambia e non torna indietro, come invece fanno gli uomini nelle loro cose. In questo mutamento emergono due categorie di persone: da una parte la categoria dei superbi-potenti-ricchi, dallโ€™altra la categoria degli umili-affamati.
รˆ importante che noi comprendiamo in che consiste un tale rovesciamento e dove si produce, perchรฉ diversamente cโ€™รจ il rischio di fraintendere tutto il cantico e con esso le beatitudini evangeliche che sono qui anticipate quasi con le stesse parole. Guardiamo alla storia: che cosa รจ accaduto, di fatto, quando ha preso a realizzarsi lโ€™avvenimento cantato da Maria? Cโ€™รจ forse stata una rivoluzione sociale ed esterna, per cui i ricchi sono, di colpo, impoveriti e gli affamati sono stati saziati di cibo? Cโ€™รจ stata forse una piรน giusta distribuzione dei beni tra le classi? No. Forse che i potenti sono stati rovesciati materialmente dai troni e gli umili innalzati? No; Erode ha continuato a essere chiamato โ€œil Grandeโ€ e Maria e Giuseppe sono dovuti fuggire in Egitto a causa sua.

Se dunque quello che ci si aspettava era un cambiamento sociale e visibile, cโ€™รจ stata una smentita totale da parte della storia. Allora dove รจ accaduto quel rovesciamento? (Perchรฉ esso รจ accaduto!). รˆ accaduto nella fede! Si รจ manifestato il regno di Dio e questa cosa ha provocato una silenziosa, ma radicale rivoluzione. Come se si fosse scoperto un bene che, di colpo, ha svalutato la moneta corrente. Il ricco appare come un uomo che ha messo da parte unโ€™ingente somma di denaro, ma nella notte cโ€™รจ stata una svalutazione del cento per cento e al mattino si รจ alzato che era un povero miserabile. I poveri e gli affamati, al contrario, sono avvantaggiati, perchรฉ sono piรน pronti ad accogliere la nuova realtร , non temono il cambiamento; hanno il cuore pronto. Il rovesciamento cantato da Maria รจ dello stesso tipo โ€“ dicevo โ€“ di quello proclamato da Gesรน con le beatitudini e con la parabola del ricco epulone.

Maria parla di ricchezza e povertร  a partire da Dio; ancora una volta, parla โ€œcoram Deoโ€, prende come misura Dio, non lโ€™uomo. Stabilisce il criterio โ€œdefinitivoโ€, escatologico. Dire dunque che si tratta di un rovesciamento avvenuto โ€œnella fedeโ€, non significa dire che esso รจ meno reale e radicale, meno serio, ma che lo รจ infinitamente di piรน. Questo non รจ un disegno creato dallโ€™onda sulla sabbia del mare che lโ€™onda successiva cancella. Si tratta di una ricchezza eterna e di una povertร  ugualmente eterna.

Il Magnificat sulla bocca della Chiesa

Santโ€™Ireneo, commentando lโ€™Annunciazione, dice che โ€œMaria, piena di esultanza, gridรฒ profeticamente in nome della Chiesa: โ€œLโ€™anima mia magnifica il Signoreโ€ . Maria รจ come la voce solista che intona per prima unโ€™aria che deve essere poi ripetuta dal coro. รˆ questa una pacifica convinzione della Tradizione. Anche Origene la fa sua: โ€œรˆ per costoro (cioรจ per quelli che credono) che Maria magnifica il Signoreโ€15. Anche lui parla di una โ€œprofezia di Mariaโ€, a proposito del Magnificat16. Questo vuol dire lโ€™espressione โ€œMaria figura della Chiesaโ€ (typus Ecclesiae), usata dai Padri e accolta dal concilio Vaticano II (cf LG 63). Dire che Maria รจ โ€œfigura della Chiesaโ€ significa dire che ne รจ la personificazione, la rappresentazione in forma sensibile di una realtร  spirituale; significa dire che รจ modello della Chiesa. Ella รจ figura della Chiesa anche nel senso che nella sua persona si realizza, fin dallโ€™inizio e in maniera perfetta, lโ€™idea di Chiesa; che ella ne costituisce, sotto il capo che รจ Cristo, il membro principale, e la primizia.

Ma cosa vuol dire qui โ€œChiesaโ€ e al posto di quale Chiesa Ireneo dice che Maria intona il Magnificat? Non al posto della Chiesa nominale, ma della Chiesa reale, cioรจ non della Chiesa in astratto, ma della Chiesa concreta, delle persone e delle anime che compongono la Chiesa. Il Magnificat non รจ solo da recitare, ma da vivere, da far proprio da ciascuno di noi; รจ il โ€œnostroโ€ cantico. Quando diciamo: โ€œLโ€™anima mia magnifica il Signoreโ€, quel โ€œmiaโ€ รจ da prendere in senso diretto, non riportato.

Sia in ciascuno โ€“ scrive santโ€™Ambrogio โ€“ lโ€™anima di Maria per magnificare il Signore, sia in ciascuno lo spirito di Maria per esultare in Dio […]. Se infatti secondo la carne una sola รจ la madre di Cristo, secondo la fede tutte le anime generano Cristo; ognuna infatti accoglie in sรฉ il Verbo di Dio .

Alla luce di questi princรฌpi, proviamo ora ad applicare a noi โ€“ alla Chiesa e allโ€™anima โ€“ il cantico di Maria, e vedere cosa dobbiamo fare per โ€œsomigliareโ€ a Maria non solo nelle parole, ma anche nei fatti.

Una scuola di conversione evangelica

Lร  dove Maria proclama il rovesciamento dei potenti e dei superbi, il Magnificat ricorda alla Chiesa qual รจ lโ€™annuncio essenziale che deve proclamare al mondo. Le insegna a essere anchโ€™essa โ€œprofeticaโ€. La Chiesa vive e attua il cantico della Vergine quando ripete con Maria: โ€œHa rovesciato i potenti, ha rimandato i ricchi a mani vuote!โ€, e lo ripete con fede, distinguendo questo annuncio da tutti gli altri pronunciamenti che pure ha diritto di fare, in materia di giustizia, di pace, di ordine sociale, in quanto interprete qualificata della legge naturale e custode del comandamento di Cristo dellโ€™amore fraterno.

Se le due prospettive sono distinte, non sono perรฒ separate e senza alcun influsso reciproco. Al contrario, lโ€™annuncio di fede di ciรฒ che Dio ha fatto nella storia della salvezza (che รจ la prospettiva in cui si colloca il Magnificat) diventa la migliore indicazione di ciรฒ che lโ€™uomo deve fare, a sua volta, nella propria storia umana e, anzi, di ciรฒ che la Chiesa stessa ha il compito di fare, in forza della caritร  che deve avere anche per il ricco, in vista della sua salvezza. Piรน che โ€œun incitamento a rovesciare i potenti dai troni per innalzare gli umiliโ€, il Magnificat รจ un salutare ammonimento rivolto ai ricchi e ai potenti circa il tremendo pericolo che corrono, esattamente come sarร , nelle intenzioni di Gesรน, la parabola del ricco epulone.

Quello del Magnificat non รจ dunque lโ€™unico modo di affrontare il problema, oggi cosรฌ sentito, di ricchezza e povertร , fame e sazietร ; ce ne sono altri anchโ€™essi legittimi che partono dalla storia, e non dalla fede, e ai quali giustamente i cristiani danno il loro appoggio e la Chiesa il suo discernimento. Ma questo modo evangelico รจ quello che la Chiesa deve proclamare sempre e a tutti come suo mandato specifico e con il quale deve sostenere lo sforzo comune di tutti gli uomini di buona volontร . Esso รจ universalmente valido e sempre attuale. Se per ipotesi (ahimรจ, remota!) ci fossero un tempo e un luogo in cui non ci fossero piรน ingiustizie e disuguaglianze sociali tra gli uomini, ma tutti fossero ricchi e sazi, non per questo la Chiesa dovrebbe cessare di proclamare lรฌ, con Maria, che Dio rimanda i ricchi a mani vuote. Anzi, lรฌ dovrebbe proclamarlo con ancora maggiore forza. Il Magnificat รจ attuale nei paesi ricchi, non meno che nei paesi del terzo mondo.

Ci sono piani e aspetti della realtร  che non si colgono a occhio nudo, ma solo con lโ€™ausilio di una luce speciale: o con i raggi infrarossi, o con i raggi ultravioletti. Lโ€™immagine ottenuta con questa luce speciale รจ molto diversa e sorprendente per chi รจ abituato a vedere quello stesso panorama alla luce naturale. La Chiesa possiede, grazie alla parola di Dio, unโ€™immagine diversa della realtร  del mondo, lโ€™unica definitiva, perchรฉ ottenuta con la luce di Dio e perchรฉ รจ quella stessa che ha Dio. Essa non puรฒ occultare tale immagine. Deve anzi diffonderla, senza mai stancarsi, renderla nota agli uomini, perchรฉ ne va del loro destino eterno. รˆ lโ€™immagine che alla fine resterร  quando sarร  passato โ€œlo schema di questo mondoโ€. Renderla nota, a volte, con parole semplici, dirette e profetiche, come quelle di Maria, come si dicono le cose di cui si รจ intimamente e tranquillamente persuasi. E questo anche a costo di sembrare ingenua e fuori dal mondo, di fronte allโ€™opinione dominante e allo spirito del tempo.

Lโ€™Apocalisse ci dร  un esempio di questo linguaggio profetico, diretto e coraggioso, in cui, allโ€™opinione umana, viene contrapposta la veritร  divina: โ€œTu dici [e questo โ€œtuโ€ puรฒ essere la singola persona, come puรฒ essere unโ€™intera societร ]: โ€œSono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla!โ€, ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudoโ€ (Ap 3, 17).

In una celebre favola di Andersen, si parla di un re a cui รจ stato fatto credere, da lestofanti, che esiste una stoffa meravigliosa che ha la prerogativa di essere invisibile agli sciocchi e inetti e visibile solo ai savi. Egli, per primo, naturalmente, non la vede, ma ha paura di dirlo, per tema di passare per uno degli sciocchi, e cosรฌ fan tutti i suoi ministri e tutto il popolo. Il re sfila per le strade senza nulla addosso, ma tutti, per non tradirsi, fingono di ammirare il bellissimo vestito, finchรฉ si ode la vocina di un bambino che grida tra la folla: โ€œMa il re รจ nudo!โ€, rompendo lโ€™incantesimo, e tutti finalmente hanno il coraggio di ammettere che quel famoso vestito non esiste.

La Chiesa deve essere come la vocina di quel bambino, la quale, a un certo mondo tutto infatuato delle proprie ricchezze e che induce a ritenere pazzo e sciocco chi mostra di non credere in esse, ripete, con le parole dellโ€™Apocalisse: โ€œTu non sai di essere nudo!โ€. Qui si vede come davvero Maria, nel Magnificat, โ€œparla profeticamente per la Chiesaโ€: ella, per prima, partendo da Dio, ha messo a nudo la grande povertร  della ricchezza di questo mondo. Il Magnificat, da solo, giustifica il titolo di โ€œStella dellโ€™evangelizzazioneโ€ che san Paolo VI ha attribuito a Maria nella sua โ€œEvangelii nuntiandiโ€.

Il Magnificat, richiamo alla conversione

Sarebbe fraintendere completamente questa parte del Magnificat che parla dei superbi e degli umili, dei ricchi e degli affamati, se la confinassimo solo nellโ€™ambito delle cose che la Chiesa e il credente devono predicare al mondo. Qui non si tratta di qualcosa che si deve solo predicare, ma di qualcosa che si deve anzitutto praticare. Maria puรฒ proclamare la beatitudine degli umili e dei poveri perchรฉ รจ lei stessa tra gli umili e i poveri. Il rovesciamento da lei prospettato deve avvenire anzitutto nellโ€™intimo di chi ripete il Magnificat e prega con esso. Dio โ€“ dice Maria โ€“ ha rovesciato i superbi โ€œnei pensieri del loro cuoreโ€.

Di colpo, il discorso รจ portato da fuori a dentro, dalle discussioni teologiche, in cui tutti hanno ragione, ai pensieri del cuore, in cui tutti abbiamo torto. Lโ€™uomo che vive โ€œper se stessoโ€, il cui Dio non รจ il Signore, ma il proprio โ€œioโ€, รจ un uomo che si รจ costruito un trono e vi siede sopra dettando legge agli altri. Ora Dio โ€“ dice Maria โ€“ rovescia questi tali dal loro trono; mette a nudo la loro non-veritร  e ingiustizia. Cโ€™รจ un mondo interiore, fatto di pensieri, volontร , desideri e passioni, dal quale โ€“ dice san Giacomo โ€“ provengono le guerre e le liti, le ingiustizie e i soprusi che sono in mezzo a noi (cf Gc 4, 1) e finchรฉ nessuno comincia con il risanare questa radice, nulla cambia veramente nel mondo e se qualcosa cambia รจ per riprodurre, di lรฌ a poco, la stessa situazione di prima.

Come ci raggiunge da vicino il cantico di Maria, come ci scruta a fondo e come mette davvero โ€œla scure alla radiceโ€! Che stoltezza e incoerenza sarebbe mai la mia, se ogni giorno, ai Vespri, ripetessi, con Maria, che Dio โ€œha rovesciato i potenti dai troniโ€ e intanto continuassi a bramare il potere, un posto piรน alto, una promozione umana, un avanzamento di carriera e perdessi la pace se esso tarda ad arrivare; se ogni giorno proclamassi, con Maria, che Dio โ€œha rimandato i ricchi a mani vuoteโ€ e intanto bramassi senza posa di arricchire e di possedere sempre piรน cose e cose sempre piรน raffinate; se preferissi essere a mani vuote davanti a Dio, anzichรฉ a mani vuote davanti al mondo, vuote dei beni di Dio, piuttosto che vuote dei beni di questo mondo. Che stoltezza sarebbe la mia se continuassi a ripetere, con Maria, che Dio โ€œguarda verso gli umiliโ€, che si accosta a loro, mentre tiene a distanza i superbi e i ricchi di tutto, e poi fossi di quelli che fanno esattamente il contrario.

Tutti i giorni โ€“ ha scritto Lutero commentando il Magnificat โ€“ dobbiamo constatare che ognuno si sforza di elevarsi al di sopra di sรฉ, a una posizione dโ€™onore, di potenza, di ricchezza, di dominio, a una vita agiata e a tutto ciรฒ che รจ grande e superbo. E ognuno vuole stare con tali persone, corre loro dietro, le serve volentieri, ognuno vuol partecipare alla loro grandezza […]. Nessuno vuole guardare in basso, dove cโ€™รจ povertร , vituperio, bisogno, afflizione e angoscia, anzi tutti distolgono lo sguardo da una tale condizione. Ognuno sfugge le persone cosรฌ provate, le scansa, le lascia sole, nessuno pensa di aiutarle, di assisterle e di far sรฌ che esse pure divengano qualche cosa: devono rimanere in basso ed essere disprezzate .

Dio โ€“ ci ricorda Maria โ€“ fa lโ€™opposto di questo: tiene a distanza i superbi e innalza fino a sรฉ gli umili e i piccoli; sta piรน volentieri con i bisognosi e gli affamati che lo tempestano di suppliche e di richieste, che non con i ricchi e i sazi che non hanno bisogno di lui e non gli chiedono nulla. Cosรฌ facendo, Maria ci esorta, con dolcezza materna, a imitare Dio, a far nostra la sua scelta. Ci insegna le vie di Dio. Il Magnificat รจ davvero una meravigliosa scuola di sapienza evangelica. Una scuola di conversione continua.

Come tutta la Scrittura, esso รจ uno specchio (cf Gc 1, 23) e sappiamo che dello specchio si possono fare due usi molto diversi. Lo si puรฒ usare rivolto verso lโ€™esterno, verso gli altri, come specchio ustorio, proiettando la luce del sole verso un punto lontano fino a incendiarlo, come fece Archimede con le navi romane, oppure lo si puรฒ usare tenendolo rivolto verso di sรฉ, per vedere in esso il proprio volto e correggerne i difetti e le brutture. San Giacomo ci esorta a usarlo soprattutto in questo secondo modo, per mettere โ€œa fuocoโ€ noi stessi, prima che gli altri.

โ€œLa Scrittura โ€“ diceva san Gregorio Magno โ€“ cresce a forza di essere lettaโ€ . Lo stesso avviene del Magnificat, le sue parole sono arricchite, non consunte, dallโ€™uso. Prima di noi schiere di santi o di semplici credenti hanno pregato con queste parole, ne hanno assaporato la veritร , messo in pratica il contenuto. Per la comunione dei santi nel corpo mistico, tutto questo immenso patrimonio aderisce ora al Magnificat. รˆ bene pregarlo cosรฌ, in coro, con tutti gli oranti della Chiesa. Dio lo ascolta cosรฌ.

Per entrare in questo coro che attraversa i secoli, basta che noi intendiamo ripresentare a Dio i sentimenti e il trasporto di Maria che per prima lo intonรฒ โ€œin nome della Chiesaโ€, dei dottori che lo commentarono, degli artisti che lo musicarono con fede, dei pii e degli umili di cuore che lo vissero. Grazie a questo meraviglioso cantico, Maria continua a magnificare il Signore per tutte le generazioni; la sua voce, come quella di una corifea, sostiene e trascina quella della Chiesa.

Un orante del salterio invita tutti a unirsi a lui, dicendo: โ€œMagnificate il Signore con meโ€ (Sal 34, 4). Maria ripete ai suoi figli le stesse parole. Se posso osare interpretare il suo pensiero, il Santo Padre, nel giorno del suo Giubileo sacerdotale, rivolge a tutti noi lo stesso invito: โ€œMagnificate il Signore con meโ€. E noi, Santitร , promettiamo di farlo.

p. Raniero Cantalamessa – 13 dicembre 2019

1 H. Schรผrmann, Il Vangelo di Luca, I, Paideia, Brescia 1983, p. 251.
2. Cf S. Agostino, Confessioni, VII, 16; XI, 9.
3.S. Bonaventura, Lignum vitae, I, 3.
4.H. Schรผrmann, Il Vangelo di Luca, cit., p. 172.
5.S. Ireneo, Contro le eresie, III, 10, 2 (SCh 211, p. 118).
6.S. Ambrogio, Commento al Vangelo di Luca, II, 26 (CC 14, p. 42).
7.Ed. Weimar, 7, p. 547.
8.S. Gregorio Magno, Moralia, 20, 1 (PL 76, 135).

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