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21/11/2012 – Toscana Oggi – articolo diย Lorella Pellis
Che cosโรจ Gerusalemme? Una grande cittร , che il governo israeliano ha proclamato sua capitale ยซeterna e indivisibileยป ma che le Nazioni Unite considerano ancora per metร palestinese. Una grande metropoli cosmopolita moderna, affascinante, tra il mediorientale, lโamericano e il mitteleuropeo, con un traffico caotico alla mediterranea gestito da una polizia dโinflessibilitร germanica: una cittร alta quasi ottocento metri sul livello del mare (per un paio di mesi allโanno ci si gela) e abitata da quasi 800.000 persone fra ebrei โ in crescita โ ed arabi โ in calo โ, con presenze religiose complesse tra ebraiche, musulmane (soprattutto sunnite) e cristiane di varia confessione (in caduta libera).
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Una cittร bellissima, nella quale hanno lavorato i piรน prestigiosi architetti del mondo. Il candido ponte di Calatrava, che ne domina lโaccesso occidentale, mozza il fiato. E quartieri eleganti, e grandi alberghi, e splendidi giardini. Ma, proprio nel mezzo di Megalopoli, ecco il misterioso cuore antico: un dedalo di strette viuzze orientali in un quadrato di mura di pietra rosata dalla quale emergono campanili, minareti, cupole dโoro; e, ad est, la ferita profonda della Valle di Josafat piena di chiese e di cimiteri che la separa dal monte degli Olivi.
Dentro, ci vivono accatastati una cinquantina di migliaia di arabi e di ebrei oltre a un certo numero di religiosi, anche cattolici (molti dei quali italiani). Lโequilibrio รจ delicato, fragile: la gioia di vivere dei mercati e delle botteghe dove si mangiano dolci e si beve tรจ e si รจ tutti amici, anche i vecchi arabi in keffyyeh e gli ashkenaziti osservanti dagli abiti neri e dai tefileh ben in vista, puรฒ esser turbata da un momento allโaltro: basta una notizia che arriva dalla ยซspianata del Tempioยป, dalle grandi moschee, e quel paradiso per turisti e per cercatori di Dio si trasforma in un inferno di guerriglia urbana.
Gerusalemme, la Santa. La Cittร di David, per gli ebrei; quella dovโรจ nata Maria ed รจ morto e risorto il Signore, per i cristiani; quella dalla quale in unโarcana notte il Profeta Muhammad รจ stato portato in volo fino allโalto dei cieli, per i musulmani.
Ma รจ anche una cittร terribile: fondata a quel che pare circa cinquemila anni fa e piรน, e da allora si puรฒ dire quasi mai in pace; conquistata piรน di tremila anni or sono dagli ebrei, e quindi dagli assiri, dai babilonesi, dai grecosiriani, dai romani, dai persiani, dagli arabi, dai crociati, dai turco-arabi del Saladino, dai turco-ottomani del sultano Selim I, dagli inglesi del generale Allenby, dai transgiordani di re Abdullah, dagli israeliani. Sono in troppi a volerla: e ciรฒ perchรฉ sono in troppi ad amarla. Ma รจ possibile che da tanto amore scaturisca una colata cosรฌ incandescente e continua dโodio?
Franco Cardini, medievista di fama internazionale, conosce bene Gerusalemme. Quando vi รจ approdato la prima volta a trentasei anni, nel 1977, la studiava giร da circa un quindicennio come cittร protagonista delle sue ricerche sui pellegrinaggi e le crociate; ora, dร la netta impressione (โฆperรฒ sbagliata, dice luiโฆ) di conoscerla come le sue tasche. Ci รจ andato ormai un numero di volte e ha soggiornato un numero di settimane e di mesi di cui ha perso il conto. Notoriamente nomade โ i suoi studenti lo inseguono per mezzo mondo โ, e nonostante la sua inarginabile fiorentinitร , se cโรจ una cittร che egli puรฒ dir ยซsuaยป รจ proprio Gerusalemme. Piรน di Firenze? Chissร . Certo, ama dire della bella sinagoga di Via Farini che ยซstarebbe bene a Gerusalemmeยป; e ci tiene a ricordare che a Gerusalemme, un poโ a nord della fatidica Porta di Damasco, al principio del Novecento due geniacci dโarchitetti romani, Giulio e Antonio Barluzzi, incaricati di costruire un ospedale per la colonia italiana riprodussero in miniatura il Palazzo Vecchio (e ancor oggi una ยซtorre dโArnolfoยป appena un poโ piรน piccola dellโoriginale saluta gli stupefatti turisti e pellegrini che da Firenze arrivano nella Cittร Santa).
Il nuovo libro di Franco Cardini,ย Gerusalemme. Una storiaย (Bologna, Il Mulino, 2012, pp. 311, euro 16), รจ un tentativo abbastanzaย sui generisย non solo di narrare in ampia sintesi la storia di una cittร , ma anche di mostrarla dallโinterno, di coglierne lo ยซspiritoยป. Un libro personalissimo, quindi: che non a caso comincia con il divertente racconto autobiografico di un giovane professore che nella Cittร Santa metteva piede per la prima volta (ma che lโaveva a lungo studiata sui libri e sulle mappe, sulle immagini e sulle foto, oltre che sognata e desiderata) e che inopinatamente si trovรฒ a far da guida nel dedalo della cittร vecchia a una cinquantina di illustrissimi accademici, gente come Paolo Alatri, Giuliano Procacci e Rosario Villari.
Da quellโepisodio si snoda una ยซstoriaยป di Gerusalemme che parla di preghiera, di battaglie, di monumenti ma anche di vita cittadina e perfino di episodi privati, magari con qualche pennellata che va dal sentimentale allโenogastronomico. Una storia piena di altre storie: di conquistatori, di filosofi, di pensatori, di pellegrini, di turisti, di avventurieri, di donne, di frati, di rabbini, di gente comune. E una cittร che si puรฒ visitare secondo itinerari labirintici, ricchi di valenze simboliche eppure estremamente concreti e praticabili. Un libro di storia, una guida turistica, un saggio autobiografico? LโAutore, interrogato, si stringe nelle spalle. In fondo, un libro, quando riesce รจ quello che il lettore vuole che sia.
