ยซNon possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltatoยป (At 4,20)
Cari fratelli e sorelle,
quando sperimentiamo la forza dellโamore di Dio, quando riconosciamo la sua presenza di Padre nella nostra vita personale e comunitaria, non possiamo fare a meno di annunciare e condividere ciรฒ che abbiamo visto e ascoltato. La relazione di Gesรน con i suoi discepoli, la sua umanitร che ci si rivela nel mistero dellโIncarnazione, nel suo Vangelo e nella sua Pasqua ci mostrano fino a che punto Dio ama la nostra umanitร e fa proprie le nostre gioie e le nostre sofferenze, i nostri desideri e le nostre angosce (cfr CONC. ECUM. VAT. II, Cost. past. Gaudium et spes, 22). Tutto in Cristo ci ricorda che il mondo in cui viviamo e il suo bisogno di redenzione non gli sono estranei e ci chiama anche a sentirci parte attiva di questa missione: ยซAndate ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateliยป (Mt 22,9). Nessuno รจ estraneo, nessuno puรฒ sentirsi estraneo o lontano rispetto a questo amore di compassione.
Lโesperienza degli Apostoli
La storia dellโevangelizzazione comincia con una ricerca appassionata del Signore che chiama e vuole stabilire con ogni persona, lรฌ dove si trova, un dialogo di amicizia (cfr Gv 15,12-17). Gli Apostoli sono i primi a riferirci questo, ricordando perfino il giorno e lโora in cui lo incontrarono: ยซErano circa le quattro del pomeriggioยป (Gv 1,39). Lโamicizia con il Signore, vederlo curare i malati, mangiare con i peccatori, nutrire gli affamati, avvicinarsi agli esclusi, toccare gli impuri, identificarsi con i bisognosi, invitare alle beatitudini, insegnare in maniera nuova e piena di autoritร , lascia unโimpronta indelebile, capace di suscitare stupore e una gioia espansiva e gratuita che non si puรฒ contenere. Come diceva il profeta Geremia, questa esperienza รจ il fuoco ardente della sua presenza attiva nel nostro cuore che ci spinge alla missione, benchรฉ a volte comporti sacrifici e incomprensioni (cfr 20,7-9). Lโamore รจ sempre in movimento e ci pone in movimento per condividere lโannuncio piรน bello e fonte di speranza: ยซAbbiamo trovato il Messiaยป (Gv 1,41).
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Con Gesรน abbiamo visto, ascoltato e toccato che le cose possono essere diverse. Lui ha inaugurato, giร oggi, i tempi futuri ricordandoci una caratteristica essenziale del nostro essere umani, tante volte dimenticata: ยซsiamo stati fatti per la pienezza che si raggiunge solo nellโamoreยป (Enc. Fratelli tutti, 68). Tempi nuovi che suscitano una fede in grado di dare impulso a iniziative e plasmare comunitร , a partire da uomini e donne che imparano a farsi carico della fragilitร propria e degli altri, promuovendo la fraternitร e lโamicizia sociale (cfr ibid., 67). La comunitร ecclesiale mostra la sua bellezza ogni volta che ricorda con gratitudine che il Signore ci ha amati per primo (cfr 1 Gv 4,19). La ยซpredilezione amorosa del Signore ci sorprende, e lo stupore, per sua natura, non puรฒ essere posseduto nรฉ imposto da noi. [โฆ] Solo cosรฌ puรฒ fiorire il miracolo della gratuitร , del dono gratuito di sรฉ. Anche il fervore missionario non si puรฒ mai ottenere in conseguenza di un ragionamento o un calcolo. Il mettersi โin stato di missioneโ รจ un riflesso della gratitudineยป (Messaggio alle Pontificie Opere Missionarie, 21 maggio 2020).
Tuttavia, i tempi non erano facili; i primi cristiani incominciarono la loro vita di fede in un ambiente ostile e arduo. Storie di emarginazione e di prigionia si intrecciavano con resistenze interne ed esterne, che sembravano contraddire e perfino negare ciรฒ che avevano visto e ascoltato; ma questo, anzichรฉ essere una difficoltร o un ostacolo che li avrebbe potuti portare a ripiegarsi o chiudersi in sรฉ stessi, li spinse a trasformare ogni inconveniente, contrarietร e difficoltร in opportunitร per la missione. I limiti e gli impedimenti diventarono anchโessi luogo privilegiato per ungere tutto e tutti con lo Spirito del Signore. Niente e nessuno poteva rimanere estraneo allโannuncio liberatore.
Abbiamo la testimonianza viva di tutto questo negli Atti degli Apostoli, libro che i discepoli missionari tengono sempre a portata di mano. ร il libro che narra come il profumo del Vangelo si diffuse al suo passaggio suscitando la gioia che solo lo Spirito ci puรฒ donare. Il libro degli Atti degli Apostoli ci insegna a vivere le prove stringendoci a Cristo, per maturare la ยซconvinzione che Dio puรฒ agire in qualsiasi circostanza, anche in mezzo ad apparenti fallimentiยป e la certezza che ยซchi si offre e si dona a Dio per amore, sicuramente sarร fecondo (cfr Gv 15,5)ยป (Esort. ap. Evangelii gaudium, 279).
Cosรฌ anche noi: nemmeno lโattuale momento storico รจ facile. La situazione della pandemia ha evidenziato e amplificato il dolore, la solitudine, la povertร e le ingiustizie di cui giร tanti soffrivano e ha smascherato le nostre false sicurezze e le frammentazioni e polarizzazioni che silenziosamente ci lacerano. I piรน fragili e vulnerabili hanno sperimentato ancora di piรน la propria vulnerabilitร e fragilitร . Abbiamo vissuto lo scoraggiamento, il disincanto, la fatica; e perfino lโamarezza conformista, che toglie la speranza, ha potuto impossessarsi dei nostri sguardi. Noi, perรฒ, ยซnon annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesรน Signore: quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesรนยป (2 Cor 4,5). Per questo sentiamo risuonare nelle nostre comunitร e nelle nostre famiglie la Parola di vita che riecheggia nei nostri cuori e ci dice: ยซNon รจ qui, รจ risortoยป (Lc 24,6); Parola di speranza che rompe ogni determinismo e, a coloro che si lasciano toccare, dona la libertร e lโaudacia necessarie per alzarsi in piedi e cercare con creativitร tutti i modi possibili di vivere la compassione, โsacramentaleโ della vicinanza di Dio a noi che non abbandona nessuno ai bordi della strada. In questo tempo di pandemia, davanti alla tentazione di mascherare e giustificare lโindifferenza e lโapatia in nome del sano distanziamento sociale, รจ urgente la missione della compassione capace di fare della necessaria distanza un luogo di incontro, di cura e di promozione. ยซQuello che abbiamo visto e ascoltatoยป (At 4,20), la misericordia che ci รจ stata usata, si trasforma nel punto di riferimento e di credibilitร che ci permette di recuperare la passione condivisa per creare ยซuna comunitร di appartenenza e di solidarietร , alla quale destinare tempo, impegno e beniยป (Enc. Fratelli tutti, 36). ร la sua Parola che quotidianamente ci redime e ci salva dalle scuse che portano a chiuderci nel piรน vile degli scetticismi: โtanto รจ lo stesso, nulla cambierร โ. E di fronte alla domanda: โa che scopo mi devo privare delle mie sicurezze, comoditร e piaceri se non posso vedere nessun risultato importante?โ, la risposta resta sempre la stessa: ยซGesรน Cristo ha trionfato sul peccato e sulla morte ed รจ ricolmo di potenza. Gesรน Cristo vive veramenteยป (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 275) e vuole anche noi vivi, fraterni e capaci di ospitare e condividere questa speranza. Nel contesto attuale cโรจ bisogno urgente di missionari di speranza che, unti dal Signore, siano capaci di ricordare profeticamente che nessuno si salva da solo.
Come gli Apostoli e i primi cristiani, anche noi diciamo con tutte le nostre forze: ยซNon possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltatoยป (At 4,20). Tutto ciรฒ che abbiamo ricevuto, tutto ciรฒ che il Signore ci ha via via elargito, ce lo ha donato perchรฉ lo mettiamo in gioco e lo doniamo gratuitamente agli altri. Come gli Apostoli che hanno visto, ascoltato e toccato la salvezza di Gesรน (cfr 1 Gv 1,1-4), cosรฌ noi oggi possiamo toccare la carne sofferente e gloriosa di Cristo nella storia di ogni giorno e trovare il coraggio di condividere con tutti un destino di speranza, quella nota indubitabile che nasce dal saperci accompagnati dal Signore. Come cristiani non possiamo tenere il Signore per noi stessi: la missione evangelizzatrice della Chiesa esprime la sua valenza integrale e pubblica nella trasformazione del mondo e nella custodia del creato.
Un invito a ciascuno di noi
Il tema della Giornata Missionaria Mondiale di questโanno, ยซNon possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltatoยป (At 4,20), รจ un invito a ciascuno di noi a โfarci caricoโ e a far conoscere ciรฒ che portiamo nel cuore. Questa missione รจ ed รจ sempre stata lโidentitร della Chiesa: ยซessa esiste per evangelizzareยป (S. PAOLO VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 14). La nostra vita di fede si indebolisce, perde profezia e capacitร di stupore e gratitudine nellโisolamento personale o chiudendosi in piccoli gruppi; per sua stessa dinamica esige una crescente apertura capace di raggiungere e abbracciare tutti. I primi cristiani, lungi dal cedere alla tentazione di chiudersi in unโรฉlite, furono attratti dal Signore e dalla vita nuova che Egli offriva ad andare tra le genti e testimoniare quello che avevano visto e ascoltato: il Regno di Dio รจ vicino. Lo fecero con la generositร , la gratitudine e la nobiltร proprie di coloro che seminano sapendo che altri mangeranno il frutto del loro impegno e del loro sacrificio. Perciรฒ mi piace pensare che ยซanche i piรน deboli, limitati e feriti possono essere [missionari] a modo loro, perchรฉ bisogna sempre permettere che il bene venga comunicato, anche se coesiste con molte fragilitร ยป (Esort. ap. postsin. Christus vivit, 239).
Nella Giornata Missionaria Mondiale, che si celebra ogni anno nella terza domenica di ottobre, ricordiamo con gratitudine tutte le persone che, con la loro testimonianza di vita, ci aiutano a rinnovare il nostro impegno battesimale di essere apostoli generosi e gioiosi del Vangelo. Ricordiamo specialmente quanti sono stati capaci di mettersi in cammino, lasciare terra e famiglia affinchรฉ il Vangelo possa raggiungere senza indugi e senza paure gli angoli di popoli e cittร dove tante vite si trovano assetate di benedizione.
Contemplare la loro testimonianza missionaria ci sprona ad essere coraggiosi e a pregare con insistenza ยซil signore della messe, perchรฉ mandi operai nella sua messeยป (Lc 10,2); infatti siamo consapevoli che la vocazione alla missione non รจ una cosa del passato o un ricordo romantico di altri tempi. Oggi, Gesรน ha bisogno di cuori che siano capaci di vivere la vocazione come una vera storia dโamore, che li faccia andare alle periferie del mondo e diventare messaggeri e strumenti di compassione. Ed รจ una chiamata che Egli rivolge a tutti, seppure non nello stesso modo. Ricordiamo che ci sono periferie che si trovano vicino a noi, nel centro di una cittร , o nella propria famiglia. Cโรจ anche un aspetto dellโapertura universale dellโamore che non รจ geografico bensรฌ esistenziale. Sempre, ma specialmente in questi tempi di pandemia, รจ importante aumentare la capacitร quotidiana di allargare la nostra cerchia, di arrivare a quelli che spontaneamente non li sentiremmo parte del โmio mondo di interessiโ, benchรฉ siano vicino a noi (cfr Enc. Fratelli tutti, 97). Vivere la missione รจ avventurarsi a coltivare gli stessi sentimenti di Cristo Gesรน e credere con Lui che chi mi sta accanto รจ pure mio fratello e mia sorella. Che il suo amore di compassione risvegli anche il nostro cuore e ci renda tutti discepoli missionari.
Maria, la prima discepola missionaria, faccia crescere in tutti i battezzati il desiderio di essere sale e luce nelle nostre terre (cfr Mt 5,13-14).
Roma, San Giovanni in Laterano, 6 gennaio 2021, Solennitร dellโEpifania del Signore.
FRANCESCO
